LAREPUBBLICA.IT
ASSENTEISMO
ALL'EX PROVINCIA DI SIRACUSA
La
Guardia di Finanza di Siracusa ha individuato 29 dipendenti
assenteisti della ex Provincia regionale oggi Libero consorzio
comunale di Siracusa. I furbetti del cartellino, dislocati in 4
diverse sedi, durante l'orario di lavoro sono stati sorpresi a fare
shopping per le vie del centro di Ortigia e in centri commerciali, a
fare visite mediche in strutture sanitarie pubbliche e lavori di
giardinaggio per privati. Le indagini, coordinate dal procuratore
Francesco Paolo Giordano e dirette dal sostituto Antonio Nicastro,
sono cominciate nel gennaio 2015, con pedinamenti e
videoregistrazioni (6.800 ore) e hanno permesso di contestare il
reato di truffa aggravata e false attestazioni o certificazioni
nell'utilizzo del badge da parte di dipendenti pubblici. I dipendenti
del Libero consorzio comunale, anche con la complicita' di altri
colleghi, si assentavano ingiustificatamente dal posto di lavoro,
facendo risultare la presenza per l'intero turno previsto. Le
microtelecamere installate nel perimetro di alcune sedi di servizio,
hanno consentito di rilevare che durante lo svolgimento del proprio
turno lavorativo, uscivano dalle strutture senza giustificato motivo:
tra questi, la maggior parte erano deputati a mansioni d'ufficio,
attivita' per le quali era esclusa l'attivita' in servizio esterno.
Nel complesso gli investigatori delle Fiamme Gialle hanno
visualizzato 6.800 ore effettive di video-registrazioni. I finanzieri
hanno svolto ulteriori attivita' di riscontro, quali pedinamenti ed
osservazione, con l'ausilio di gps posizionati sulle autovetture
degli indagati: i dipendenti monitorati si dedicavano a shopping per
le vie di Ortigia e in centri commerciali, nei mercatini rionali, a
visite mediche presso strutture sanitarie pubbliche e due private, a
lavori di giardinaggio per conto di privati, e, spesso, venivano
videoripresi presso le proprie abitazioni durante il turno di lavoro.
Le assenze quantificate ammontano a circa 1.114 ore a fronte di 2.538
di servizio programmate nei 137 giorni di durata degli accertamenti:
assenze minime del 12,5% e massime del 85,5%, con una media del 40%.
Le maggiori irregolarita' venivano comunque accertate presso la sede
di via Roma, nei confronti della quasi totalita' degli addetti agli
"spazi espositivi", circa 16. L'utilizzo del registro
cartaceo consentiva al dipendente di sottrarsi arbitrariamente
all'orario di servizio, anche per l'intero turno, avendo assicurata,
in ogni modo, la possibilita' di operare successivamente (il piu'
delle volte cio' avveniva il giorno dopo) "gli aggiustamenti"
necessari per far invece risultare la propria presenza in ufficio nel
turno di lavoro svolto. La conseguenza e' stata un'alta percentuale
di assenza ingiustificata, come ovviamente prevedibile, fino all'85%
in un mese lavorativo. Afferma il procuratore Giordano: "Prosegue
con determinazione, da parte della Procura della Repubblica e in
questo caso della Guardia di Finanza, l'attivita' di controllo della
legalita' nella pubblica amministrazione e quando c'e' impegno e
sinergia, i risultati arrivano. I presunti dipendenti infedeli
saranno deferiti oltreche' all'amministrazione di appartenenza per i
profili disciplinari, ivi compreso il possibile licenziamento. Il
procedimento di indagini ha messo in rilievo anche l'assenza completa
di controlli interni"
La Sicilia
Ex Province situazione sempre più drammatica
PALERMO. "Non c'è più tempo da perdere, la situazione delle ex Province è drammatica e potrebbe peggiorare nelle prossime ore, La politica siciliana torni dalle vacanze e intervenga subito. anche con strumenti straordinari", L'accorato appello è lanciato dai segretari generali di Fp Cgil. Cisl Fp e Uil Fpl, Claudio Di Marco, Luigi Caracausi e Enzo Tango. "I dipendenti di Enna - proseguono - hanno deciso di salire sul tetto della Provincia per protesta: l'ente è lanciato verso il dissesto, Ma il dramma riguarda anche gli altri enti. ancora commissariati. A Siracusa, ad esempio, i lavoratori non ricevono lo stipendio da quattro mesi. A Ragusa da domani non potranno essere garantite le retribuzioni dei lavoratori. Tutto questo - l'affondo di Di Marco, Caracausi e Tango - a causa di una politica disastrosa. Adesso la stessa politica lasci stare le spiagge e le villeggiature e torni a lavorare. Cominciando dalla convocazione dell'Osservatorio sulle Province, istituito solo sulla carta. Non c'è più tempo da perdere". E all'orizzonte c'è' una nuova manifestazione di protesta: "Alla riapertura dei lavori dell'Assemblea regionale, previsti per il 13 Settembre - annunciano Di Marco, Caracausi e Tango -, i lavoratori e i sindacati faranno sentire la loro voce sotto Palazzo dei Normanni".
E' come nel gioco delle tre carte
Per la Regione l'emergenza è ormai superata, ma la realtà è molto diversa
SICULIANA. Rifiuti, si continua con il "gioco delle tre carte". Nemmeno la protesta dei sindaci, ieri mattina, è servita a sbloccare veramente - l'ernpasse rispetto all'individuazione di un impianto alternativo a quello di Siculiana per 19 centri della provincia di Agrigento. I primi cittadini, con tanto di fascia tricolore, si erano presentati alle nove del mattino davanti al Palazzo della Provincia, chiedendo un incontro con il prefetto Nicola Diornede, al quale hanno rassegnato la loro amarezza per la situazione attuale. "La cosa demotivante - spiega il sindaco di Casteltermini, Nuccio Sapia - è che siamo qui a protestare per poter avere un posto in cui buttare la spazzatura. E' assurdo nel 2016. Oggi ci troviamo di fronte ad un'emergenza provocata da indifferenza e scelleratezza da parte della Regione, per questo abbiamo chiesto al presidente Crocetta di rimuovere i vertici del Dipartimento per manifesta incapacità. Siamo stati abbandonati - conclude Sapia". Diomede si presenta con un robusto volume di carte, rassicura i sindaci, ma non nasconde disappunto. "E' una storia che Camilleri forse saprebbe tramutare in un giallo", dice a mezza voce. Inizia a telefonare, pri ma all'Arpa regionale, poi proprio a Pirillo, il cui cellulare è a lungo occupato. le loro versioni non collimano. e le prime crepe emergono, trovando riscontro nel pomeriggio: la Regione aveva le analisi dell'Agenzia regionale già dal 2 settembre, e queste danno risultati fuori soglia per quanto riguarda "indice respiro metrico, diversamente dai dati in possesso del privato. la Catanzaro costruzioni, quindi, annuncia che "considerata peculiarità e la particolare complessità della metodica in questione chiederà la ripetizione delle prove in contraddittorio in modo da ottenere, al di là dei dati meramente numerici, risultati basati sulle stesse metodiche e dunque sovrapponibili e comparabili". Tempi più lunghi per la riapertura, traduzione simultanea.
Rimane da capire, ovviaménte, perché dal 1 settembre ad oggi la Regione non abbia individuato una soluzione alternativa e temporanea che scongiurasse l'emergenza.
"A noi delle beghe tra Regione e Arpa interessa poco - dice il sindaco di Castrofilippo, Calogero Sferrazza -, noi siamo in piena emergenza e vogliamo risposte certe e celeri. Non abbiamo più dove abbancare la spazzatura".ln molti centri, in realtà, i rifiuti sono già a terra a marcire. Ieri, fino a tarda sera, i sindaci sono rimasti ad attendere una più volte annunciata nuova disposizione da parte del Dipartimento che, qualora dovesse essere firmata per davvero, non sarà diffusa prima di oggi, sesto giorno dalla chiusura della discarica. Ma l'emergenza rifiuti, come continua a ripetere la Regione, è superata.
GIOACCHINO SCHICCHI
LIBERO CONSORZIO DEI COMUNI
La Valle dei Templi nella «Rete» italiana dei siti Unesco
FRANCESCO DI MARE
Il Libero consorzio dei comuni, l'ex Provincia regionale di Agrigento, ha aderito alla «Rete siti unesco». Un progetto nato sulla scorta di un decreto del ministero del Turismo nel 2010, in grado di sostenere tutte quelle iniziative protese alla valorizzazione del territorio e delle sue bellezze storico-paesaggistiche.
La rete dei Si ti Unesco venne elaborata dall'Associazione delle province Unesco sud Italia in collaborazione con l'associazione Tecla, E la Valle dei Ternpli di Agrigento, patrimonio Unesco del 1997 non poteva certamente rimanere da questo consorzio di realtà che possono ambire a finanziamenti. . L'ex Provincia regionale nell'aderire al progetto aveva chiesto un contributo anche economico all'Ente Parco Valle dei Templi. Sostegno economico che l'ente non può al momento sostenere, assicurando invece la disponibilità all'organizzazione di un evento nelle aree del Parco archeologico e comunque fino alla concorrenza della somma di 10 mila euro. Comune capofila della rete dei Siti Unesco è la Provincia di Matera, la città dei sassi. Da ricordare per ovvia completezza d'informazione come le Province di Ragusa, Messina e Medio Campidano abbiano comunicato nei mesi scorsi di non far più parte di questa rete, costringendo la Provincia di Matera a cercare di coinvolgere altre realtà in loro sostituzione. per non fare «morire» il progetto. Agrigento e la sua Valle dei Templi fa parte come detto della lista dei siti patrimonio dell'Unesco e quindi dell'umanità dal 1997. Tale riconoscimento, aldilà del prestigio e della «medaglietta» che la città può fregiarsi di apporre al proprio petto, non ha mai portato straordinario vantaggi concreti. Paradossalmente ha fatto più Google con le due «cenette per vip» ai piedi del tempio della Concordia, che quasi 20 anni di iscrizione tra i siti Unesco. Non resta adesso che attendere cosa saprà produrre questa nuova Rete alla quale l'ex provincia ha deciso di aderire, con la speranza che non si riveli un enessimo inutile carrozzone mangiasoldi.
Giornale di Sicilia
Sicilia. Venerdì a Roma il ministero verificherà la gestione dei rifiuti nell'Isola. Clima teso in assessorato: Contrafatto non sta partecipando alle scelte per fronteggiare la crisi
«Le discariche inquinano», ed è emergenza
Completati i rilievi dell'Arpa: a Palermo livelli quasi quattro volte sopra il limite massimo. Anomalie pure a Siculiana
Giacinto Pipitone
«Quegli impianti inquinano»: le strutture mobili che a fine luglio erano state sistemate in tutta fretta all'ingresso delle discariche per consentirne il massimo sfruttamento possibile devono fermarsi dopo appena un mese o poco più di utilizzo. È il primo passo verso una nuova emergenza che rischia di travolgere prima la Sicilia Occidentale e poi quella Orientale.
Gli impianti sotto accusa
L'Arpa, l'Agenzia regionale per l'ambiente, ha completato gli esami sugli impianti di biostabilizzazione: strutture che trattano i rifiuti per almeno due settimane prima dello smaltimento in discarica. Servono a separare le parti umide da quelle secche e sono indispensabili per legge. Pur di non chiudere le discariche, la Regione a luglio ha sistemato parecchi di questi impianti mobili che hanno poi lavorato a ritmo serrato (e anche di più). Solo così si è riusciti a fare in modo che tutti i rifiuti prodotti in Sicilia - dalle 5 mila alle oltre 6 mila tonnellate al giorno - trovassero spazio nelle discariche.
Il sistema va in tilt
Ora questo sistema va in tilt. La Regione è costretta a fermare tutto. L'Arpa ha analizzato l'indice respirometrico, che misura la quantità di agenti inquinanti che si producono all'interno degli impianti di biostabilizzazione durante il trattamento dei rifiuti: mille è il limite massimo mentre a Palermo si è arrivati a 4.687 e a Siculiana a oltre 1.600. A questo punto si aprono scenari poco rassicuranti. L'Arpa, guidata da Francesco Licata di Baucina, ha suggerito ieri in una relazione varie ipotesi: fra queste un impiego a ritmo ridotto degli impianti di biostabilizzazione. Ma è una ipotesi che al dipartimento Rifiuti non possono sostenere: significherebbe tornare a smaltire ogni giorno meno rifiuti di quelli prodotti.
I rifiuti «viaggeranno»
Per fronteggiare la crisi già lunedì il dirigente del dipartimento, Maurizio Pirillo, ha sparpagliato fra Lentini, Melilli e Trapani i rifiuti dei più grandi Comuni del Palermitano che non possono più contare su Bellolampo (mentre per il capoluogo la dis arica è ancora attiva grazie a un secondo impianto di biotrattamento che è in regola). Ad Agrigento sono andati subito in tilt 15 Comuni che scaricano normalmente a Siculiana 800 tonnellate al giorno e presto la crisi potrebbe estendersi al Nisseno. Lo spostamento dei rifiuti da una provincia all'altra doveva essere una soluzione temporanea (fino a domani) invece ora si andrà avanti a oltranza. Con due rischi collegati: potrebbero ingolfarsi le discariche di Lentini e Trapani (è successo in estate) oppure i sindaci potrebbero non raccogliere la spazzatura con regolarità intimoriti dagli alti costi di trasporto.
Lo scontro Arpa-Regione
Per questo motivo Pirillo ieri ha messo sul tavolo di Crocetta la carta della disperazione: una ordinanza con cui si deroga per 30 giorni ai limiti di inquinamento. Ma per poterla firmare il presidente deve ottenere un parere favorevole della stessa Arpa, che invece è scettica. Da qui l'irritazione nei confronti dell'Agenzia. Pirillo non le manda a dire: «I controlli che aveva fatto in autonomia la discarica di Siculiana indicavano livelli rassicuranti. Poi le verifiche dell'Arpa, in collaborazione con l'università di Palermo, ribaltano tutto. E nel frattempo non arriva il parere per permetterci di varare almeno una ordinanza». Il dubbio che serpeggia a Palazzo d'Orlean e al dipartimento Rifiuti è che ci sia quantomeno una scarsa collaborazione fra istituzioni.
I dubbi del ministero
È una nuova crisi che arriva proprio alla vigilia di una nuova delicatissima verifica che inizierà venerdì a Roma: se il ministero dell'Ambiente non vedrà passi avanti nella gestione, ritirerà l'in - tesa che a giugno ha permesso di affrontare l'emergenza grazie a deroghe di legge per tenere aperte le discariche. Sarebbe il colpo del Ko, preludio probabilmente a un commissariamento di Crocetta. Per evitarlo il presidente e Pirillo sono costretti a correre. Entro domani vanno spediti a Roma tutti i piani concordati a giugno: in primis quello che prevede i termovalorizzatori (due grandi ne propone Roma, 8 piccoli è la controproposta di Crocetta). È un piano che in assessorato sta prendendo forma e che verosimilmente non avrà una veste definitiva in questa fase. Pirillo deve poi spedire relazioni che convincano il ministero sull'accelerazione nella raccolta differenziata (serve un aumento di 3 punti subito) e sulle procedure per portare i rifiuti in altre Regioni o all'estero: scenario finora bocciato da Crocetta ma che adesso, dopo le analisi dell'Arpa, torna prepotentemente d'attualità. Queste carte sono indispensabili per il ministero, come scritto lunedì sera in una nota con cui si chiedeva anche di spiegare i problemi sugli impianti di biostabilizzazione (già noti a Roma) .
La spaccatura in assessorato
La Regione si appresta ad affrontare la nuova emergenza in un clima da tutti contro tutti. Caso Arpa a parte, anche in assessorato si lavora ormai con due squadre separate in casa. L'assessore (renziana) Vania Contrafatto non sta partecipando alle scelte sulla gestione quotidiana della crisi, in mano ormai a l'asse Crocetta-Pirillo. «Stanno agendo come se si fosse già in un regime di emergenza con poteri straordinari » ha confidato la Contrafatto ai fedelissimi. L'assessore non si sente essautorata e gioca la sua partita nel rapporto con il ministero: è scettica sui tempi di redazione del piano che prevede i termovalorizzatori e per questo dubita che le gare possano partire a novembre, come assicura Pirillo. Ha anche scritto formalmente al dirigente chiedendo ragguagli sulle scadenze imposte del ministero senza però avere risposte. L'assessore, in questa fase, vigila sugli accordi presi con Roma. È una situazione, quella che si vive in assessorato, che fotograferà vincitori e vinti in caso di bocciatura (o approvazione) da parte del ministero.
Previdenza. Il premier annuncia un piano che consentirà maggiore flessibilità in uscita
Più soldi per le pensioni minime
«Sconto» di tre anni ai lavoratori
Roma
Nessuna modifica della riforma Fornero sulle pensioni ma aggiustamenti sul sistema previdenziale in modo da consentire maggiore flessibilità di uscita verso la pensione e una misura che aiuti i pensionati con i redditi più bassi. Ieri il premier Matteo Renzi ha confermato l'intenzione di introdurre l'Ape, l'anticipo verso la pensione, e di estendere la platea della cosiddetta «quattordicesima», la somma aggiuntiva erogata in un'unica soluzione al momento a chi ha redditi personali complessivi inferiori a 9.786 euro annui. Al momento la somma aggiuntiva, diversa a seconda degli anni di contributi versati (336 euro per chi ha fino a 15 anni, 420 euro fino a 25 anni di contributi e 504 oltre i 25 anni), è erogata a tutti coloro che hanno compito i 64 anni e hanno un reddito personale inferiore a 1,5 volte il trattamento minimo (circa 750 euro al mese, 9.786,86 euro annui). Si ipotizza di estendere il beneficio a coloro che hanno fino a 1.000 euro al mese (due volte il minimo) di reddito complessivo (non quindi s olo pensionistico), escludendo dal compito solo la casa di proprietà e l'eventuale indennità di accompagnamento. L'intervento, secondo quanto si apprende da tecnici vicini al dossier, dovrebbe ammontare a circa 600 milioni di euro. La platea passerebbe dagli attuali 2,2 milioni di persone a circa 3,4 milioni. Lo stanziamento per l'anticipo pensionistico (Ape), dovrebbe essere inferiore a 500- 600 milioni dato che le risorse si concentreranno solo sulle situazione di disagio lasciando ai lavoratori che vogliono uscire in anticipo (e non sono a rischio esubero) il peso economico di questa decisione con una decurtazione consistente della rata di pensione una volta raggiunta l'età di vecchiaia. Sarà possibile uscire dal lavoro se mancano meno di tre anni alla pensione di vecchiaia. Il Governo ipotizza anche un intervento delle aziende nel caso di situazione di esubero. Infine si dovrebbe intervenire sulle ricongiunzioni onerose dando la possibilità di unificare le posizioni assicurative presso i diversi fondi per ottenere, una sola pensione senza penalizzazioni.
Eccellenze. Grazie a una programmazione ricca di eventi, da giugno i numeri sono stati tutti in crescita sino a superare le 141 mila presenze nel mese appena passato
La Valle dei Templi di Agrigento record di turisti in visita ai templi
Concetta Rizzo
AGRIGENTO
Nei primi otto mesi dell'anno, la Valle ha raggiunto visite per 504mila turisti, 50 mila in più rispetto allo stesso periodo del 2015. Francesi, tedeschi ma anche moltissimi italiani
A giugno i visitatori erano stati 65.599. A luglio, 75.100. Ad agosto - tradizionalmente mese di ferie - il boom è stato consacrato con ben 141.093 visitatori. Diciottomila persone in più, ossia il 15 per cento, rispetto allo stesso mese del 2015. La Valle dei Templi di Agrigento continua a registrare un eccezionale trend di presenze. Ingressi «fiume» per ammirare le rovine archeologiche, ma anche per assistere a tutti gli eventi, specie in notturna, che l'ente Parco ha voluto organizzare per quest'estate. Migliaia i turisti tedeschi e francesi.Ma hanno prescelto la Valle anche diverse comitive provenienti dal Veneto, dal Piemonte e dall'Abruzzo. I templi di Giunone e della Concordia soprattutto sono quelli sistematicamente più affollati. Centinaia e centinaia i turisti che lasciano immortalarsi per una foto ricordo. Nei primi otto mesi di questo 2016, la Valle ha già raggiunto visite per 504 mila turisti, 50 mila in più rispetto allo stesso periodo dell'anno del 2015. Un successo che è stato confermato anche domenica scorsa, quando gli ingressi sono stati gratuiti. In un'unica giornata, la Valle è stata visitata da ben 6.400 persone. La prima domenica di agosto, invece, le presenze erano arrivate addirittura a 10 mila, sempre in un'unica giornata. Che il successo di turisti dovesse concretizzarsi lo si era già capito nei primi 15 giorni di agosto quando i visitatori erano stati ben 51.541. Ed anche per le prime due settimane d'agosto, il proporzionale raffronto con il 2015 non aveva retto confronto. L'anno scorso, infatti, gli ingressi - sempre per i primi 15 giorni - erano stati di 42.120. L'aumento era stato, dunque, del 18 per cento. «Questo tripudio di visite è il frutto degli eventi e delle mostre organizzate -ha commentato il direttore del Parco Valle dei Templi, Giuseppe Parello - . Vi sono, certamente, anche delle concause internazionali - ha aggiunto - si preferisce magari restare in Italia, e dunque venire ad Agrigento, piuttosto che cercare mete differenti». L'obiettivo del Parco archeologico di Agrigento era uno soltanto. Ed è stato pienamente raggiunto. «Volevamo superare le 123 mila visite dell'agosto del 2015 - ha detto il direttore del Parco, Parello - . E con 141.093 di questo agosto appena trascorso, ci siamo riusciti. Speriamo, naturalmente, di mantenere questo trend anche per i prossimi mesi». (*cr*)
DISCARICA CHIUSA... i SINDACI: «Ora basta!»
Emergenza rifiuti. Nel tardo pomeriggio, dal dipartimento regionale, è arrivata la comunicazione che non c'era la disponibilità di reperire un altro impianto
In mattinata, i sindaci di 19 comuni dell'agrigentino, dove la raccolta è ferma dal primo settembre, si sono incontrati con il prefetto Diomede che ha provato ad accellerare l'invio della disposizione.
Annamaria Martorana
«Non ci sono discariche disponibili ». Si è arenata con questa comunicazione ufficiale del direttore del dipartimento rifiuti Pirillo al prefetto di Agrigento, una giornata convulsa a conclusione di una settimana di attesa. In mattinata, 19 sindaci agrigentini, si erano decisi a protestare contro il silenzio che per cinque giorni ha contraddistinto il loro rapporto con il dipartimento regionale ai rifiuti e che ha fatto precipitare i loro comuni in crisi igienico sanitaria. La discarica di Siculiana, chiusa ormai dall'1 settembre, infatti, non aveva avuto come logica conseguenza, la pubblicazione di un piano di conferimento temporaneo che consentisse a questi 19 comuni di avere un impianto dove andare a scaricare. Il risultato è stato, com'è ovvio, che per tutti questi giorni, la spazzatura si è accumulata nei cassonetti e agli angoli delle strade. Ieri mattina, alle 9, gli amministratori di Siculiana, Casteltermini, Camastra, Cammarata, Aragona, Castrofilippo, Comitini, Grotte, Joppolo Giancaxio, Lampedusa, ontallegro, Naro, Racalmuto, Ravanusa, Santa Elisabetta, S. Angelo Muxaro e S. Giovanni Gemini, hanno indossato la fascia tricolore e si sono radunati dinanzi la Prefettura dove, poco dopo, si sono incontrati con il prefetto Nicola Diomede e i suoi più stretti collaboratori, Giovanna Termini ed Elisa Vaccaro. Da lì, una serie di spiegazioni e telefonate incrociate con il dipartimento ed altri uffici regionali. Poi un documento scritto del prefetto inviato al presidente Crocetta e a tutte le parti interessate da questa paradossale vicenda. «Ora basta. non può passare sotto silenzio - hanno detto i sindaci al prefetto - che passi come normale che la chiusura di una discarica non venga fatta seguire da una disposizione che fissi un'altra discarica per 19 comuni. Ci sono responsabilità in tutta questa storia e comunque finisca adesso non può finire tutto sotto silenzio. Come è possibile che per oltre una settimana, nessuno abbia sentito la necessità di predisporre un atto che impedisse un'emergenza igienico sanitaria nei nostri centri». Diomede aveva sottolineato, nella sua lettera ufficiale, la necessità che la Regione intervenisse in fretta a prescindere dai tempi che saranno necessari all'Arpa per stabilire se i parametri della biostabilizzazione dell'impianto di Siculiana gestita dal gruppo Catanzaro, siano in regola o meno con le disposizioni di legge. Intanto proprio sui dati dell'Arpa sull'indice respirometrico, ossia la misurazione del livello di inquinamento dell'impianto di biostabilizzazione, la Catanzaro costruzioni, ha fatto alcune precisazioni. «L'Arpa Sicilia - si legge nella nota - ci ha appena comunicato gli esiti delle analisi effettuate dai quali si evince la veridicità e l'affidabilità dei dati in nostro possesso. Tuttavia considerata la peculiarità e la particolare complessità della metodica in questione chiederemo la ripetizione delle prove in contraddittorio in modo da ottenere , al di là dei dati meramente numerici, risultati basati sulle stesse metodiche e dunque sovrapponibili e comparabili . Lo scorso 25 agosto, a 21 giorni di avvenuto trattamento, l'Arpa aveva eseguito un campionamento finalizzato alla determinazione dell'indi - ce respirometrico dinamico. «In tale circostanza - spiega Catanzaro - si apprendeva che la metodica utilizzata dall'Arpa sarebbe stata non quella approvata nel progetto, ossia l'Indice di Respirazione Dinamico Reale (IRDR), bensì quella dell'Indice di Respirazione Dinamico Potenziale (IRDP). Lo stesso giorno abbiamo effettuato un nostro campionamento perdeterminare i valori di IRD con entrambe le metodiche».(*AMM*)