LIVESICILIA.IT
Ex Province al collasso
La
Sicilia chiede l'aiuto di Roma
L'occasione
sarà la Festa dell'Unità di Catania. Che vede oggi tra gli ospiti
il ministro per gli Affari regionali Enrico Costa. Con
lui si incontrerà l'assessore regionale agli Enti locali Luisa
Lantieri per
chiedere un intervento deciso del governo centrale per salvare le ex
Province siciliane al collasso. La Sicilia batterà cassa con Roma,
chiedendo che la Sicilia partecipi al riparto delle somme
riconosciute alle regioni che hanno approvato la riforma Delrio,
mentre la situazione nei territori è sempre più disperata.
Casse
vuote
A
Enna i dipendenti sono saliti
sul tetto di un edificio del
centro storico per protestare. I precari del libero consorzio ennese
sono senza contratto e stipendio, i dipendenti temono di fonire
presto allo stesso modo. A Siracusa da
tre mesi i dipendenti non prendono lo stipendio. Stamattina
il commissario del libero consorzio aretuseo Giovanni Arnone ha
incontrato parlamentari nazionali e regionali siracusani per
affrontare il tema dell'emergenza. Arnone ha chiesto "un intervento
straordinario dei governi nazionale e regionale". La situazione
finanziaria è molto grave anche nell'ex Provincia di Ragusa dove i
servizi sono ridotti all'osso. Ma in generale dove si riesce a pagare
gli stipendi, non si possono comunque garantire i servizi.
Soprattutto quelli relativi a strade provinciali e scuole superiori,
che fanno capo proprio alla ex Province.
"Siamo
riusciti a fare il bilancio dell'anno in corso ma è l'ultimo che
possiamo fare, non si può fare quello triennale", racconta il
commissario del libero consorzio di Trapani Giuseppe Amato. A Trapani
gli stipendi per quest'anno sono al sicuro e si riuscirà a garantire
per tutto il 2016 anche il servizio di assistenza ai disabili. "Per
strade e scuole non abbiamo nulla, possiamo fare zero interventi -
riferisce il commissario -. Ci sono pericoli concreti, reali, seri e
gravi: i governi dovrebbero intervenire di conseguenza". E se lo
Stato non passa una lira, in compenso incassa dalle ex Province il
contributo di finanza pubblica: 12 milioni quello che ha inciso
sull'ultimo bilancio del consorzio trapanese. Più di 13 quelli
versati dal libero consorzio di Agrigento, che, spiegano dalla
ragioneria dell'ente, sta campando grazie a un avanzo consistente,
nove milioni, che consente di pagare gli stipendi. La beffa è che in
questo modo si sfora il patto di stabilità e l'anno prossimo in
teoria bisognerà versare la stessa somma allo Stato. Intanto la
Corte dei conti ha scritto per chiedere misure correttive, ma visto
che di interventi su strade e scuole nemmeno se ne parla l'unica cosa
da fare sarebbe mandare a casa i dipendenti, che sono 450 a tempo
indeterminato e 130 precari. Meglio va a Caltanissetta che ha
ricevuto uno stanziamento di una quarantina di milioni dallo Stato
che ha permesso di saldare i debiti pregressi e garantire stipendi e
servizi.
I
fondi in ballo
Per
far fronte alle esigenze delle ex Province servirebbero più di 150
milioni. A disposizione ce ne sono assai meno. Al momento si può
contare su 19 milioni, che, dice a Livesicilia l'assessore Lantieri,
saranno ripartiti mercoledì prossimo, dopo una conferenza delle
autonomie locali che si terrà martedì. Acqua fresca, certo, ma
comunque una piccola boccata d'ossigeno. Poi ci sarebbero i nove
milioni che erano stati appostati nella manovrina discussa dall'Ars
prima delle vacanze. Quella che i deputati non sono riusciti ad
approvare, "malgrado mi fossi appellata alla loro responsabilità e
dignità", commenta con amarezza Lantieri. Alla ripresa dei lavori
la leggina dovrebbe essere approvata e si arriverebbe a 28 milioni.
Ai quali, annuncia Lantieri a Livesicilia, se ne aggiungeranno per
ottobre altri venti: "Li ha previsti l'assessore Baccei con cui ho
parlato. Certo siamo lontani da quello che serve, ma grazie agli
sforzi che stiamo portando avanti dovremmo mettere insieme in questo
modo una cinquantina di milioni", dice l'assessore, che assicura il
massimo impegno su questo fronte: "Ho incontrato ieri i lavoratori
di Enna. E anche una delegazione di presidi di scuole superiori che
sono venuti a dirmi che non possono pagare le bollette dell'acqua. Mi
batterò alla morte per salvare questi enti, dovremo concordare un
percorso bilaterale Stato-Regione e spero che dopo l'incontro di
stasera col ministro potremo avviarlo già la settimana
prossima".
La
partita con lo Stato
Si
spera di dare un'accelerazione con l'incontro di stasera col
ministro. Ci sarà anche il sottosegretario Giuseppe Castiglione, che
è stato presidente dell'Unione delle Province italiane. "La
situazione è chiaramente drammatica e va affrontata in sinergia tra
governi regionale e nazionale, vediamo qual è il percorso per
ristabilire un equilibrio tra le entrate tributarie e le spese per
servizi. Di certo va approvato un piano di razionalizzazione delle
spese credibile prima della legge di stabilità nazionale", dice
Castiglione. Altrove in Italia il personale in eccesso delle ex
Province è destinato a essere assorbito dai Comuni. Che però qui in
Sicilia hanno già i loro 16mila precari e pochissime risorse. E
questo complica molto le cose. Fin qui molto ritardo si è accumulato
per il pasticcio della riforma scritta e riscritta all'Ars dopo
impugnative varie. "Sarebbe bastato recepire la riforma Delrio",
commenta l'assessore Lantieri. È andata in un altro modo.
Irsap.
Ex Consorzi Asi all'ultimo
atto
Nominati i commissari liquidatori
Si
chiude il capitolo delle Asi e la nomina dei commissari liquidatori
pone fine ad un processo avviato nel 2012 e che fino ad oggi era
impantanato in pastoie politico burocratiche. Le
Asi rappresentano certamente una esperienza che non ha dato i frutti
sperati, e che ha anzi accumulato migliaia di euro di debiti, alla
quale ho voluto dire basta". Lo
afferma l'assessore regionale delle Attività produttive Mariella Lo
Bello. Il decreto di nomina ha anche lo scopo di prevedere
l'utilizzo del personale dei disciolti consorzi nelle more
dell'adozione della pianta organica dell'Irsap, regolare i rapporti
di lavoro e quelli con lo stesso Istituto Regionale per lo Sviluppo
delle Attività produttive, nonché le regole della rappresentanza
legale e l'attività gestionale dei commissari liquidatori.
Questi
i nomi dei commissari liquidatori: Antonino
Montalbano per l'Asi di Palermo, Salvatore Callari per il
consorzio di Agrigento, Giuseppe Sutera Sardo andrà a
Caltanissetta, Santi Garozzo a Catania, Dario Castrovinci a
Siracusa, Leonardo Migliore a Ragusa, Carmelo Viavattene a
Enna, Francesco Gallo a Gela, Anna Di Martino a
Caltagirone, Domenica Marzullo a Messina, Pietro Re a
Trapani.
"Chiudere
finalmente la gestione separata -
aggiunge Lo Bello - significherà gestire i contenziosi, vendere beni
immobili dare risposte ai creditori, trasferendo eventuali economie
residue all'Irsap e sanare così la difficile situazione che si era
determinata. Dopo anni è arrivato il momento di operare e rinnovare,
e questo è l'avvio".
GIORNALE DI SICILIA
CONTROLLI NELLE STRUTTURE RICETTIVE
L'ex Provincia si fa "garante"della
legalità nel settore della ricettività extralberghiera. Dopo
l'intervento dell'amministratore del distretto turistico della
Valle dei Templi, Gaetano Pendolino, che, carte alla mano, ha
evidenziato che più di 130 esercizi di B&B o affittacamere
esercitano abusivamente, e dopo i controlli estesi su tutto il
territorio da parte della Guardia di finanza, ieri si è svolta una
conferenza di servizi, promossa dal Libero Consorzio Comunale di
Agrigento e riservata alle pubbliche amministrazioni, per discutere
di strutture ricettive in provincia di Agrigento. Presenti all'in -
contro, voluto dal commissario straordinario Roberto Barberi, il
presidente della Camera di Commercio Vittorio Messina, amministratori
e funzionari di diversi Comuni della provincia. Nell'introdurre i
lavori il dirigente del settore Turismo, Achille Contino ha
focalizzato il tema dell'accoglienza turistica in provincia di
Agrigento rilevando alcune criticità dei percorsi amministrativi
relativi alla classificazione e alle autorizzazioni necessarie all'av
- vio delle strutture ricettive. Negli ultimi anni, infatti, si è
registrata l'apertu - ra di nuove strutture ricettive quasi
esclusivamente nel settore dei B&b e delle altre strutture extra
alberghiere, ma si è sviluppata anche un'acco - glienza nelle
seconde case per fini turistici che può liberamente proporsi sul
mercato se non svolge servizi ricettivi regolati dalla legge. Una
tipologia prevista dalla normativa vigente che, a volte, si trova ai
confini della legalità specie quando si pubblicizza come struttura
ricettiva regolarmente classificata o quando offre servizi previsti
per le strutture ricettive. Su questi temi sono stati assunti degli
accordi ed impegni da parte dei rispettivi Enti pubblici per
contrastare il fenomeno. Il presidente della Camera di Commercio,
Vittorio Messina ha dato la disponibilità dell'Ente Camerale per
il coordinamento delle attività amministrative e di controllo per
riportare ordine nel settore. Al termine dell'incontro i
rappresentanti dei comuni hanno manifestato l'impegno a svolgere
una maggiore azione di vigilanza per impedire l'abusivismo e per
regolarizzare le strutture non autorizzate, con il coordinamento e la
collaborazione del Libero Consorzio e della Camera di commercio. (Papi)
EMERGENZA RIFIUTI IN PROVINCIA.
igiene urbana. La disposizione
attuativa del dipartimento prevede il conferimento in discarica non
quotidiano e per un quantitativo limitato di spazzatura.
Si sta cercando di tornare alla
«normalità», il più in fretta possibile ma il comparto rifiuti,
anche nell'agrigentino, vive ormai una situazione precaria e appesa
a decisioni che arrivano dall'alto. I 19 comuni che da ieri hanno
potuto riprendere il servizio di raccolta e smaltimento nelle
discariche di Lentini, Melilli e Trapani, da martedì potrebbero
avere nuovamente gli stessi problemi tant'è che sindaci e aziende
si stanno dando un gran da fare per pulire al meglio le strade e i
depositi rimasti per giorni pieni di spazzatura raccolta e non
smaltita. Su di loro infatti, pesa come un macigno la scadenza della
disposizione attuativa n. 60 del Dipartimento rifiuti, che fissa in
martedì prossimo, il termine ultimo per l'utilizzo di questi
impianti seppur a giorni alterni e per un quantitativo limitato di
rifiuti. Quello che si dovrà cercare di evitare è che nelle more
che l'impianto di Siculiana non riaprisse entro martedì, si
lascino questi centri nuovamente senza una discarica sostitutiva.Ma i
sindaci, provati da quanto accaduto durante l'ultima settimana, non
abbassano la guardia e da lunedì saranno nuovamente alle costole di
Dipartimento e prefettura affinchè si tenga alta l'attenzione su
tutta la vicenda. «La sensazione - dicono alla Srr Ag4 - è che non
ci sia una precisa volontà politica di risolvere il problema e
soprattutto di considerare quelle che sono le nostre esigenze e
quelle dei cittadini che pagano i tributi». Intanto, il Comune di
Agrigento si è costituito in giudizio davanti al Tar Sicilia in
merito ai ricorsi notificati il 29 giugno e il 27 luglio scorso da
parte della Gesa spa. La società in liquidazione, dell'Ato Ag2,
aveva chiesto l'annulla - mento, previa sospensione della delibera
di Consiglio comunale n. 54 del 28 aprile scorso e della n.57 del 30
aprile riguardanti il piano finanziario di gestione rifiuti e tariffe
della Tari per l'anno 2016. Annullamento era stato chiesto da Gesa
anche per il Piano Finanziario nel suo complesso approvato dal
Consiglio il 30 aprile e di ogni altro atto connesso, presupposto o
conseguenziale al piano finanziario che prevede, tra l'altro, anche
il taglio di una ventina di posti di lavoro, non tra dirigenti e
impiegati ma tra gli operatori ecologici. Il sindaco nella delibera
di costituzione in giudizio, ha dato incarico all'avvocato Rita
Salvago di rappresentare l'ente di questa vicenda giudiziaria. Sul
Piano del Comune si erano già espresse negativamente le
organizzazioni sindacali. Cgil, Cisl e Uil hanno più volte sostenuto
che «se qualcosa c'è da tagliare, non sono certamente i posti di
lavoro dei più deboli». La prima Camera di Consiglio per la
trattazione della domanda cautelare è stata fissata al 15 settembre
prossimo.
Discariche e salute, Roma striglia la
Regione 0 Tre lettere di contestazione in dieci giorni.
Il ministero:
«A Siculiana ci sono le condizioni di sicurezza per l'ambiente?»
L'ultima lettera di contestazioni è
stata spedita da Roma ieri sera. Ed è la terza nel giro di una
decina di giorni. Il ministero dell'Ambiente ha dubbi sulla
gestione da parte della Regione dell'emergenza rifiuti creatasi
dopo la chiusura della discarica di Siculiana. La lettera porta la
firma del direttore generale Mariano Grillo e ha la formulazione
della richiesta di chiarimenti. La discarica di Siculiana, di
proprietà della famiglia Catanzaro (Giuseppe è il vicepresidente di
Confindustria) è chiusa perchè, secondo le analisi dell'Arpa,
l'impianto mobile di biostabilizzazione non può lavorare al ritmo
forsennato dell'ultimo mese. Questo impianto serve a separare la
parte umida da quella secca. Da quando è fermo, l'enorme quantità
di rifiuti prodotta giornalmente nell'Agrigenti - no (800
tonnellate) deve essere spostata a Trapani, Melilli e Lentini. E sarà
così fino a martedì: poi bisognerà decidere dove dirottare
l'immondizia. Il ministero nella lettera segnala che i rifiuti che
per ora non trovano spazio nell'impianto di Siculiana dovrebbero
finire in un deposito temporaneo. Per questo motivo il ministero
chiede di sapere se è stato individuato e «se in questo sito ci
sono condizioni di sicurezza per la salute e per l'ambiente». E
chiede anche di conoscere «la documentazione rispetto
all'impiantistica installata». Il ministero chiede di conoscere
pure i dettagli di un altro impianto mobile di biostabilizzazione
realizzato a Sciacca. Gli impianti mobili sono stati la soluzione
messa in campo da Crocetta e dal direttore generale dell'assessora
- to, Maurizio Pirillo, a luglio per uscire dalla crisi. Ma ora
questa strategia è stata depotenziata dalle analisi dell'Arpa sui
rischi di inquinamento (ci sono problemi anche a Bellolampo, che
resta aperta grazie a un secondo impianto fisso). Da qui le continue
richieste di chiarimenti del ministero. La lettera di ieri arriva
alla vigilia della delicatissima verifica romana sull'attuazione
degli accordi per superare l'emergenza. È una verifica che inizia
oggi e finirà fra qualche giorno e - oltre che sugli impianti di
biostabilizzazione - ruoterà intorno al piano per realizzare i
termovalorizzatori, all'inCremento della raccolta differenziata e
all'invio fuori dalla Sicilia dei rifiuti in eccesso. Il ministero
ha già annunciato che in caso di esito negativo della verifica verrà
ritirata la firma sugli accordi di giugno e si aprirà la strada a un
commissariamento. Ieri Pirillo ha inviato a Roma la documentazione
richiesta. C'è la bozza del piano che prevede gli otto mini
termovalorizzatori (ma Roma ne aveva suggeriti due grandi) per
smaltire 750 mila tonnellate all'anno e da sistemare nelle
discariche attive, dismesse o nelle aree industriali. Non ci sarà
nulla sul piano per spedire fuori dalla Sicilia i rifiuti: una strada
prevista negli accordi di giugno ma non seguita per scelta politica.
Dopo il mancato accordo con il Piemonte (bloccato dal sindaco di
Torino, Chiara Appendino) Crocetta ha preferito gestire tutto in
Sicilia aumentando lo sfruttamento delle discariche grazie agli
impianti di biostabilizzazione sistemati all'ingresso. Il ministero
però continua a chiedere di utilizzare questa possibilità. E
bisognerà vedere se accetterà la contrarietà della Regione.
L'ultima incognita riguarda la raccolta differenziata. Gli accordi
con Roma prevedevano che entro il 30 agosto la percentuale di
differenziata crescesse di 3 punti. E un incremento analogo dovrebbe
essere raggiunto entro fine novembre. Obiettivo centrato? Secondo
indiscrezioni i dati non sarebbero completi, anche se mostrano un
incremento rispetto al 10% che si registrava a giugno. Ma l'obiettivo
finale dovrebbe essere il 65% previsto a livello comunitario. Lo
stesso assessore Vania Contrafatto ieri aveva ammesso i propri dubbi
sull'azione dell'ufficio speciale creato da Crocetta per
aumentare la differenziata. Ma il dirigente Salvo Cocina ha spiegato
che fino alla settimana scorsa l'ufficio non era stato dotato del
personale. Ora però sono arrivati 21 dipendenti. È emerso anche che
sarebbero pronte 50 gare di uno o più Comuni associati per assegnare
il servizio di raccolta differenziata. Ma le gare sarebbero ferme
alla stazione unica appaltante regionale.
AGRIGENTONOTIZIE.IT
Matteo
Renzi firma il "patto per la Sicilia" davanti al tempio
della Concordia
Al
tempio della Concordia firmerà il "Patto per la Sicilia".
Il presidente
del Consiglio Matteo Renzi,
sabato, sarà ad
Agrigento.
La sua presenza sarà emblematica: verrà dato il via libera
all'arrivo dei soldi per il rifacimento della rete idrica. Si tratta
di circa 30
milioni di euro.
A questi fondi, si aggiungeranno anche quelli per il Parco
archeologico: circa 6
milioni di euro che
consentiranno di riprendere gli scavi. La conferma della presenza di
Renzi nella città
dei Templi è
stata data dal presidente della Regione, Rosario
Crocetta, a
margine della festa dell'Unità di Catania e dal sindaco di
Agrigento Lillo
Firetto. Renzi e Crocetta saranno assieme ai piedi del tempio della
Concordia per
firmare il "patto". In caso di maltempo, è già prevista
l'alternativa: il teatro Pirandello. Il premier sarà poi,
domenica, a Catania per chiudere la festa dell'Unità del Pd.