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rassegna stampa del 9 settembre 2016

LIVESICILIA.IT

Ex Province al collasso 
La Sicilia chiede l'aiuto di Roma

L'occasione sarà la Festa dell'Unità di Catania. Che vede oggi tra gli ospiti il ministro per gli Affari regionali Enrico Costa. Con lui si incontrerà l'assessore regionale agli Enti locali Luisa Lantieri per chiedere un intervento deciso del governo centrale per salvare le ex Province siciliane al collasso. La Sicilia batterà cassa con Roma, chiedendo che la Sicilia partecipi al riparto delle somme riconosciute alle regioni che hanno approvato la riforma Delrio, mentre la situazione nei territori è sempre più disperata.

Casse vuote
A Enna i dipendenti sono saliti sul tetto di un edificio del centro storico per protestare. I precari del libero consorzio ennese sono senza contratto e stipendio, i dipendenti temono di fonire presto allo stesso modo. A Siracusa da tre mesi i dipendenti non prendono lo stipendio. Stamattina il commissario del libero consorzio aretuseo Giovanni Arnone ha incontrato parlamentari nazionali e regionali siracusani per affrontare il tema dell'emergenza. Arnone ha chiesto "un intervento straordinario dei governi nazionale e regionale". La situazione finanziaria è molto grave anche nell'ex Provincia di Ragusa dove i servizi sono ridotti all'osso. Ma in generale dove si riesce a pagare gli stipendi, non si possono comunque garantire i servizi. Soprattutto quelli relativi a strade provinciali e scuole superiori, che fanno capo proprio alla ex Province.
"Siamo riusciti a fare il bilancio dell'anno in corso ma è l'ultimo che possiamo fare, non si può fare quello triennale", racconta il commissario del libero consorzio di Trapani Giuseppe Amato. A Trapani gli stipendi per quest'anno sono al sicuro e si riuscirà a garantire per tutto il 2016 anche il servizio di assistenza ai disabili. "Per strade e scuole non abbiamo nulla, possiamo fare zero interventi - riferisce il commissario -. Ci sono pericoli concreti, reali, seri e gravi: i governi dovrebbero intervenire di conseguenza". E se lo Stato non passa una lira, in compenso incassa dalle ex Province il contributo di finanza pubblica: 12 milioni quello che ha inciso sull'ultimo bilancio del consorzio trapanese. Più di 13 quelli versati dal libero consorzio di Agrigento, che, spiegano dalla ragioneria dell'ente, sta campando grazie a un avanzo consistente, nove milioni, che consente di pagare gli stipendi. La beffa è che in questo modo si sfora il patto di stabilità e l'anno prossimo in teoria bisognerà versare la stessa somma allo Stato. Intanto la Corte dei conti ha scritto per chiedere misure correttive, ma visto che di interventi su strade e scuole nemmeno se ne parla l'unica cosa da fare sarebbe mandare a casa i dipendenti, che sono 450 a tempo indeterminato e 130 precari. Meglio va a Caltanissetta che ha ricevuto uno stanziamento di una quarantina di milioni dallo Stato che ha permesso di saldare i debiti pregressi e garantire stipendi e servizi.

I fondi in ballo
Per far fronte alle esigenze delle ex Province servirebbero più di 150 milioni. A disposizione ce ne sono assai meno. Al momento si può contare su 19 milioni, che, dice a Livesicilia l'assessore Lantieri, saranno ripartiti mercoledì prossimo, dopo una conferenza delle autonomie locali che si terrà martedì. Acqua fresca, certo, ma comunque una piccola boccata d'ossigeno. Poi ci sarebbero i nove milioni che erano stati appostati nella manovrina discussa dall'Ars prima delle vacanze. Quella che i deputati non sono riusciti ad approvare, "malgrado mi fossi appellata alla loro responsabilità e dignità", commenta con amarezza Lantieri. Alla ripresa dei lavori la leggina dovrebbe essere approvata e si arriverebbe a 28 milioni. Ai quali, annuncia Lantieri a Livesicilia, se ne aggiungeranno per ottobre altri venti: "Li ha previsti l'assessore Baccei con cui ho parlato. Certo siamo lontani da quello che serve, ma grazie agli sforzi che stiamo portando avanti dovremmo mettere insieme in questo modo una cinquantina di milioni", dice l'assessore, che assicura il massimo impegno su questo fronte: "Ho incontrato ieri i lavoratori di Enna. E anche una delegazione di presidi di scuole superiori che sono venuti a dirmi che non possono pagare le bollette dell'acqua. Mi batterò alla morte per salvare questi enti, dovremo concordare un percorso bilaterale Stato-Regione e spero che dopo l'incontro di stasera col ministro potremo avviarlo già la settimana prossima".

La partita con lo Stato
Si spera di dare un'accelerazione con l'incontro di stasera col ministro. Ci sarà anche il sottosegretario Giuseppe Castiglione, che è stato presidente dell'Unione delle Province italiane. "La situazione è chiaramente drammatica e va affrontata in sinergia tra governi regionale e nazionale, vediamo qual è il percorso per ristabilire un equilibrio tra le entrate tributarie e le spese per servizi. Di certo va approvato un piano di razionalizzazione delle spese credibile prima della legge di stabilità nazionale", dice Castiglione. Altrove in Italia il personale in eccesso delle ex Province è destinato a essere assorbito dai Comuni. Che però qui in Sicilia hanno già i loro 16mila precari e pochissime risorse. E questo complica molto le cose. Fin qui molto ritardo si è accumulato per il pasticcio della riforma scritta e riscritta all'Ars dopo impugnative varie. "Sarebbe bastato recepire la riforma Delrio", commenta l'assessore Lantieri. È andata in un altro modo.
Irsap.


Ex Consorzi Asi all'ultimo atto 

Nominati i commissari liquidatori
Si chiude il capitolo delle Asi e la nomina dei commissari liquidatori pone fine ad un processo avviato nel 2012 e che fino ad oggi era impantanato in pastoie politico burocratiche. Le Asi rappresentano certamente una esperienza che non ha dato i frutti sperati, e che ha anzi accumulato migliaia di euro di debiti, alla quale ho voluto dire basta". Lo afferma l'assessore regionale delle Attività produttive Mariella Lo Bello. Il decreto di nomina ha anche lo scopo di prevedere l'utilizzo del personale dei disciolti consorzi nelle more dell'adozione della pianta organica dell'Irsap, regolare i rapporti di lavoro e quelli con lo stesso Istituto Regionale per lo Sviluppo delle Attività produttive, nonché le regole della rappresentanza legale e l'attività gestionale dei commissari liquidatori.
Questi i nomi dei commissari liquidatori: Antonino Montalbano per l'Asi di Palermo, Salvatore Callari per il consorzio di Agrigento, Giuseppe Sutera Sardo andrà a Caltanissetta, Santi Garozzo a Catania, Dario Castrovinci a Siracusa, Leonardo Migliore a Ragusa, Carmelo Viavattene a Enna, Francesco Gallo a Gela, Anna Di Martino a Caltagirone, Domenica Marzullo a Messina, Pietro Re a Trapani. 
"Chiudere finalmente la gestione separata - aggiunge Lo Bello - significherà gestire i contenziosi, vendere beni immobili dare risposte ai creditori, trasferendo eventuali economie residue all'Irsap e sanare così la difficile situazione che si era determinata. Dopo anni è arrivato il momento di operare e rinnovare, e questo è l'avvio".


GIORNALE DI SICILIA
CONTROLLI NELLE STRUTTURE RICETTIVE

L'ex Provincia si fa "garante"della legalità nel settore della ricettività extralberghiera. Dopo l'intervento dell'amministratore del distretto turistico della Valle dei Templi, Gaetano Pendolino, che, carte alla mano, ha evidenziato che più di 130 esercizi di B&B o affittacamere esercitano abusivamente, e dopo i controlli estesi su tutto il territorio da parte della Guardia di finanza, ieri si è svolta una conferenza di servizi, promossa dal Libero Consorzio Comunale di Agrigento e riservata alle pubbliche amministrazioni, per discutere di strutture ricettive in provincia di Agrigento. Presenti all'in - contro, voluto dal commissario straordinario Roberto Barberi, il presidente della Camera di Commercio Vittorio Messina, amministratori e funzionari di diversi Comuni della provincia. Nell'introdurre i lavori il dirigente del settore Turismo, Achille Contino ha focalizzato il tema dell'accoglienza turistica in provincia di Agrigento rilevando alcune criticità dei percorsi amministrativi relativi alla classificazione e alle autorizzazioni necessarie all'av - vio delle strutture ricettive. Negli ultimi anni, infatti, si è registrata l'apertu - ra di nuove strutture ricettive quasi esclusivamente nel settore dei B&b e delle altre strutture extra alberghiere, ma si è sviluppata anche un'acco - glienza nelle seconde case per fini turistici che può liberamente proporsi sul mercato se non svolge servizi ricettivi regolati dalla legge. Una tipologia prevista dalla normativa vigente che, a volte, si trova ai confini della legalità specie quando si pubblicizza come struttura ricettiva regolarmente classificata o quando offre servizi previsti per le strutture ricettive. Su questi temi sono stati assunti degli accordi ed impegni da parte dei rispettivi Enti pubblici per contrastare il fenomeno. Il presidente della Camera di Commercio, Vittorio Messina ha dato la disponibilità dell'Ente Camerale per il coordinamento delle attività amministrative e di controllo per riportare ordine nel settore. Al termine dell'incontro i rappresentanti dei comuni hanno manifestato l'impegno a svolgere una maggiore azione di vigilanza per impedire l'abusivismo e per regolarizzare le strutture non autorizzate, con il coordinamento e la collaborazione del Libero Consorzio e della Camera di commercio. (Papi)


EMERGENZA RIFIUTI IN PROVINCIA. 
igiene urbana. La disposizione attuativa del dipartimento prevede il conferimento in discarica non quotidiano e per un quantitativo limitato di spazzatura.


Si sta cercando di tornare alla «normalità», il più in fretta possibile ma il comparto rifiuti, anche nell'agrigentino, vive ormai una situazione precaria e appesa a decisioni che arrivano dall'alto. I 19 comuni che da ieri hanno potuto riprendere il servizio di raccolta e smaltimento nelle discariche di Lentini, Melilli e Trapani, da martedì potrebbero avere nuovamente gli stessi problemi tant'è che sindaci e aziende si stanno dando un gran da fare per pulire al meglio le strade e i depositi rimasti per giorni pieni di spazzatura raccolta e non smaltita. Su di loro infatti, pesa come un macigno la scadenza della disposizione attuativa n. 60 del Dipartimento rifiuti, che fissa in martedì prossimo, il termine ultimo per l'utilizzo di questi impianti seppur a giorni alterni e per un quantitativo limitato di rifiuti. Quello che si dovrà cercare di evitare è che nelle more che l'impianto di Siculiana non riaprisse entro martedì, si lascino questi centri nuovamente senza una discarica sostitutiva.Ma i sindaci, provati da quanto accaduto durante l'ultima settimana, non abbassano la guardia e da lunedì saranno nuovamente alle costole di Dipartimento e prefettura affinchè si tenga alta l'attenzione su tutta la vicenda. «La sensazione - dicono alla Srr Ag4 - è che non ci sia una precisa volontà politica di risolvere il problema e soprattutto di considerare quelle che sono le nostre esigenze e quelle dei cittadini che pagano i tributi». Intanto, il Comune di Agrigento si è costituito in giudizio davanti al Tar Sicilia in merito ai ricorsi notificati il 29 giugno e il 27 luglio scorso da parte della Gesa spa. La società in liquidazione, dell'Ato Ag2, aveva chiesto l'annulla - mento, previa sospensione della delibera di Consiglio comunale n. 54 del 28 aprile scorso e della n.57 del 30 aprile riguardanti il piano finanziario di gestione rifiuti e tariffe della Tari per l'anno 2016. Annullamento era stato chiesto da Gesa anche per il Piano Finanziario nel suo complesso approvato dal Consiglio il 30 aprile e di ogni altro atto connesso, presupposto o conseguenziale al piano finanziario che prevede, tra l'altro, anche il taglio di una ventina di posti di lavoro, non tra dirigenti e impiegati ma tra gli operatori ecologici. Il sindaco nella delibera di costituzione in giudizio, ha dato incarico all'avvocato Rita Salvago di rappresentare l'ente di questa vicenda giudiziaria. Sul Piano del Comune si erano già espresse negativamente le organizzazioni sindacali. Cgil, Cisl e Uil hanno più volte sostenuto che «se qualcosa c'è da tagliare, non sono certamente i posti di lavoro dei più deboli». La prima Camera di Consiglio per la trattazione della domanda cautelare è stata fissata al 15 settembre prossimo.


Discariche e salute, Roma striglia la Regione 0 Tre lettere di contestazione in dieci giorni.
Il ministero: «A Siculiana ci sono le condizioni di sicurezza per l'ambiente?»

L'ultima lettera di contestazioni è stata spedita da Roma ieri sera. Ed è la terza nel giro di una decina di giorni. Il ministero dell'Ambiente ha dubbi sulla gestione da parte della Regione dell'emergenza rifiuti creatasi dopo la chiusura della discarica di Siculiana. La lettera porta la firma del direttore generale Mariano Grillo e ha la formulazione della richiesta di chiarimenti. La discarica di Siculiana, di proprietà della famiglia Catanzaro (Giuseppe è il vicepresidente di Confindustria) è chiusa perchè, secondo le analisi dell'Arpa, l'impianto mobile di biostabilizzazione non può lavorare al ritmo forsennato dell'ultimo mese. Questo impianto serve a separare la parte umida da quella secca. Da quando è fermo, l'enorme quantità di rifiuti prodotta giornalmente nell'Agrigenti - no (800 tonnellate) deve essere spostata a Trapani, Melilli e Lentini. E sarà così fino a martedì: poi bisognerà decidere dove dirottare l'immondizia. Il ministero nella lettera segnala che i rifiuti che per ora non trovano spazio nell'impianto di Siculiana dovrebbero finire in un deposito temporaneo. Per questo motivo il ministero chiede di sapere se è stato individuato e «se in questo sito ci sono condizioni di sicurezza per la salute e per l'ambiente». E chiede anche di conoscere «la documentazione rispetto all'impiantistica installata». Il ministero chiede di conoscere pure i dettagli di un altro impianto mobile di biostabilizzazione realizzato a Sciacca. Gli impianti mobili sono stati la soluzione messa in campo da Crocetta e dal direttore generale dell'assessora - to, Maurizio Pirillo, a luglio per uscire dalla crisi. Ma ora questa strategia è stata depotenziata dalle analisi dell'Arpa sui rischi di inquinamento (ci sono problemi anche a Bellolampo, che resta aperta grazie a un secondo impianto fisso). Da qui le continue richieste di chiarimenti del ministero. La lettera di ieri arriva alla vigilia della delicatissima verifica romana sull'attuazione degli accordi per superare l'emergenza. È una verifica che inizia oggi e finirà fra qualche giorno e - oltre che sugli impianti di biostabilizzazione - ruoterà intorno al piano per realizzare i termovalorizzatori, all'inCremento della raccolta differenziata e all'invio fuori dalla Sicilia dei rifiuti in eccesso. Il ministero ha già annunciato che in caso di esito negativo della verifica verrà ritirata la firma sugli accordi di giugno e si aprirà la strada a un commissariamento. Ieri Pirillo ha inviato a Roma la documentazione richiesta. C'è la bozza del piano che prevede gli otto mini termovalorizzatori (ma Roma ne aveva suggeriti due grandi) per smaltire 750 mila tonnellate all'anno e da sistemare nelle discariche attive, dismesse o nelle aree industriali. Non ci sarà nulla sul piano per spedire fuori dalla Sicilia i rifiuti: una strada prevista negli accordi di giugno ma non seguita per scelta politica. Dopo il mancato accordo con il Piemonte (bloccato dal sindaco di Torino, Chiara Appendino) Crocetta ha preferito gestire tutto in Sicilia aumentando lo sfruttamento delle discariche grazie agli impianti di biostabilizzazione sistemati all'ingresso. Il ministero però continua a chiedere di utilizzare questa possibilità. E bisognerà vedere se accetterà la contrarietà della Regione. L'ultima incognita riguarda la raccolta differenziata. Gli accordi con Roma prevedevano che entro il 30 agosto la percentuale di differenziata crescesse di 3 punti. E un incremento analogo dovrebbe essere raggiunto entro fine novembre. Obiettivo centrato? Secondo indiscrezioni i dati non sarebbero completi, anche se mostrano un incremento rispetto al 10% che si registrava a giugno. Ma l'obiettivo finale dovrebbe essere il 65% previsto a livello comunitario. Lo stesso assessore Vania Contrafatto ieri aveva ammesso i propri dubbi sull'azione dell'ufficio speciale creato da Crocetta per aumentare la differenziata. Ma il dirigente Salvo Cocina ha spiegato che fino alla settimana scorsa l'ufficio non era stato dotato del personale. Ora però sono arrivati 21 dipendenti. È emerso anche che sarebbero pronte 50 gare di uno o più Comuni associati per assegnare il servizio di raccolta differenziata. Ma le gare sarebbero ferme alla stazione unica appaltante regionale.


AGRIGENTONOTIZIE.IT

Matteo Renzi firma il "patto per la Sicilia" davanti al tempio della Concordia

Al tempio della Concordia firmerà il "Patto per la Sicilia". Il presidente del Consiglio Matteo Renzi, sabato, sarà ad Agrigento. La sua presenza sarà emblematica: verrà dato il via libera all'arrivo dei soldi per il rifacimento della rete idrica. Si tratta di circa 30 milioni di euro. A questi fondi, si aggiungeranno anche quelli per il Parco archeologico: circa 6 milioni di euro che consentiranno di riprendere gli scavi. La conferma della presenza di Renzi nella città dei Templi è stata data dal presidente della Regione, Rosario Crocetta, a margine della festa dell'Unità di Catania e dal sindaco di Agrigento Lillo Firetto. Renzi e Crocetta saranno assieme ai piedi del tempio della Concordia per firmare il "patto". In caso di maltempo, è già prevista l'alternativa: il teatro Pirandello.  Il premier sarà poi, domenica, a Catania per chiudere la festa dell'Unità del Pd.



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