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Rassegna stampa dell'11 ottobre 2016

 

Giornale di sicilia

La vertenza. Il piano di Miccichè: in Finanziaria le risorse per i 12 mila
Precari, l'assessore promette l'assunzione
I sindacati: solo annunci pre-elettorali


 Il governo prova a discutere con i sindacati del futuro di circa 12 mila precari. Ma le rassicurazioni dell'assessore al Lavoro, Gianluca Miccichè, su futuri piani di stabilizzazione non convincono i sindacati che parlano di «promesse  pre-elettorali». Dopo settimane di fibrillazioni in commissione all'Ars, Miccichè ha convocato i sindacati per discutere dei 6 mila Asu, dei circa 2.700 Pip di Palermo e dei 3.200 Rmi di Enna e Caltanissetta. L'assessore ha confermato l'intenzione di proporre un piano di stabilizzazione da inserire probabilmente nella prossima Finanziaria. Ha anche precisato - secondo la ricostruzione  dei sindacati - che non a tutti i 12 mila precari si può garantire la stabilizzazione e che in  ogni caso si tratterà di un percorso con uno sviluppo almeno quinquennale. I sindacati non hanno apprezzato: «Non c'è un piano. Non sappiamo quando inizieranno le stabilizzazioni e quante persone coinvolgeranno. Miccichè ci ha detto solo che qualcosa si farà. Ma è tutto troppo in certo» è stato il commento di Danilo Borrelli della Uil. Critico anche Enzo Abbinanti della Cgil: «È stato un incontro molto più che interlocutorio. Ci rivedremo fra dieci giorni ma fin quando non ci sarà un testo scritto con l'indicazione dei finanziamenti, avremo poco di cui discutere». Miccichè ha ribadito che « faremo il massimo sforzo possibile per assicurare dignità e serenità a questi bacini, che svolgono servizi essenziali per gli enti».
Sui precari si stanno muovendo più assessori. Luisa Lantieri (Funzione pubblica) e Alessandro Baccei (Economia) stanno curando il piano che riguarda i circa 16 mila in servizio negli enti locali, a cui in questa fase il governo sembra dare priorità attraverso l'assunzione definitiva alla Resais che poi li smisterà di nuovo nei Comuni. All'Ars in molti stanno provando a far entrare nel piano che riguarda gli Lsu degli enti locali anche i precari che gravitano nell'orbita dell'assessorato
al Lavoro. Ma su questo ieri non è arrivata alcuna certezza. E i sindacati hanno continuato a ritenere penalizzante la strada che porta alla Resais. Intanto ieri si è ufficialmente aperta anche la vertenza degli ormai ex lavoratori di Sviluppo Italia Sicilia, società partecipata che la Regione sta mettendo in liquidazione. Ieri per i 75 lavoratori sono partite le lettere di licenziamento. I 75 sperano adesso di poter transitare alla Sas (la più grande partecipata regionale), come prevede una
legge approvata all'Ars a fine settembre.  Anche in questo caso ieri i sindacati hanno chiesto l'apertura di un tavolo di crisi: sarebbe il terzo, dopo quelli per i precari degli enti locali e  quello per Asu, Pip e Rmi. 


Istruzione. L'annuncio dato da Pasquale Spataro: «Avremmo potuto parlarne da tempo, ignorata una mia richiesta». Prima della seduta riunione del Cda del Consorzio
Università, il destino del Cupa
oggi approderà in Consiglio

Approda oggi in Consiglio comunale ad Agrigento la discussione relativa alla programmazione delle attività del Cupa, il consorzio universitario. Lo annuncia Pasquale Spataro, consigliere comunale e presidente della commissione Cultura e Pubblica istruzione di Palazzo dei Giganti. Spataro non risparmia critiche all'ufficio di presidenza che, per mesi, ha ignorato la sua formale richiesta, regolarmente presentata e protocollata, di dedicare una seduta straordinaria e aperta alla vicenda del Cupa. "La mia caparbietà e il mio impegno - dice Spataro - alla fine hanno prevalso, ma certamente il ritardo resta ed è ingiustificabile ed incomprensibile. E' stato perso parecchio tempo basti pensare che io la richiesta l'avevo depositata nel mese di febbraio, nel periodo, per intenderci, di massimo travaglio per il futuro dell'Università di Agrigento. Nelle settimane scorse abbiamo incontrato i vertici del Cupa, con in testa il presidente Armao, con i quali ci siamo confrontati - evidenzia Spataro - spianando di fatto la strada verso il dibattito consiliare. Rispetto a questa novità, finalmente le porte di Aula Sollano si sono aperte e oggi potremo avviare questo ragionamento, serio e concreto, sulla vita del Cupa e sulle sue prospettive, alla presenza dei suoi massimi rappresentanti: autorevoli interlocutori. Un risultato importante, anche se resta il rammarico che si sarebbe potuto fare prima. In Aula ci sarà il presidente Armao e ci sarà l'intera nuova governance del Consorzio. Con loro affronteremo l'argomento, certamente delicato e complesso, con molta franchezza e spingeremo per un rilancio di questo straordinario faro della cultura, indirizzando l'attività, in particolare, verso quei corsi maggiormente affini alle peculiarità del territorio, nella piena consapevolezza che la gestione, seppur votata al contenimento della spesa e all'individuazione, in questa ottica, di percorsi alternativi di partneriato accademico, dovrà trovare la piena concretizzazione - conclude Spataro - nel garantire agli studenti agrigentini un'offerta di qualità a costi socialmente sostenibili". Prima della seduta del Consiglio comunale si terrà la riunione del Consiglio d'amministrazione (con inizio alle 15) per esaminare 11 argomenti all'ordine del giorno: comunicazioni del presidente, approvazione dei verbali precedenti, determinazioni sulla convenzione con l'università degli studi di Palermo, approvazione del rendiconto generale dell'esercizio finanziario 2015. Questo punto si trascina da due sedute in quanto la volta precedente non è stato possibile approvarlo a causa del mancato insediamento del Collegio dei Revisori dei Conti per le dimissioni di due componenti, di cui uno già sostituito tempestivamente dall'amministrazione comunale di Agrigento, guidata dal sindaco Lillo Firetto. E poi la partecipazione al programma Italia - Malta 2014 /2020, la partecipazione all'avviso del ministero del Lavoro per finanziamenti di progetti complessi di supporto agli ambiti territoriali. Ed ancora le iniziative concordate con il centro  linguistico dell'università di Palermo e le connesse attività formative. Si parlerà anche dell'organizzazione del  convegno sulla riforma dei contratti pubblici, delle iniziative connesse all'inizio del nuovo anno accademico e della contribuzione dei consorziati e dei nuovi soci. Armao ha convocato anche l'assemblea dei soci per martedì 18 ottobre alle 11 in prima convocazione ed a mezzogiorno in seconda chiamata. Infine il presidente Armao comunicherà ai soci la situazione economico-finanziaria del Cupa. (*PAPI*)

SICILIALIVE

Formazione, sanità, precari
La Regione dove nulla si muove.
PALERMO - Sembra muoversi, ma in realtànon si muove affatto. È la Sicilia sgovernata, affossata da errori edivisioni che tengono col fiato sospeso migliaia di siciliani. Prendila Formazione professionale. Sembrava fatta. Finalmente ecco il tantoatteso Avviso 8, che nasceva - è bene ricordarlo in questa storiadi moti apparenti - dopo il ritiro di altri due bandi simili. Unoriposto nel cassetto a causa di qualche errore del governo, l'altrogettato nel cestino dopo il ricorso di un ente che rischiava di farsaltare tutto. E così si è rimasti fermi per mesi. Fino "a nuovoAvviso". Arrivato, insieme a un vento di polemiche che prelude auna pioggia di ricorsi che rischiano di fermare tutto, un'altravolta. Insieme al rientro (o all'ingresso) a lavoro di oltre 3.500dipendenti.
Perché davvero, in Sicilia, al disotto della polvere, sembra muoversi poco o nulla. La Sanitàsiciliana in questi mesi è stata gravida di promesse, che avevanoacceso qualche speranza nei confronti di tanti siciliani costretti acercare lavoro in altre Regioni, spesso lontani da figli, mogli emariti. I famosi "concorsi" che avrebbero dovuto privilegiare, inprima battuta, la mobilità, sono rimasti nell'inchiostro delledichiarazioni dell'assessore e soprattutto dei direttori generalidelle aziende sanitarie. Nessun bando, nessuna assunzione finora. Eadesso, nulla si muove finché Roma non vorrà. Nonostante tantepolemiche su una rete ospedaliera esaminata dai ministeri Salute edEconomia, e ricacciata indietro da una sollevazione popolare esoprattutto politica. Al punto da costringere persino il governatoreCrocetta a fermare tutto e a chiedere un "coinvolgimento" disindaci, sindacati, manager, medici prima di arrivare a un documentodefinitivo. Peccato che non sia stata prevista alcuna "data" diconclusione di queste "audizioni sul territorio". E peccato chesenza quello, non potranno partire le assunzioni. Nulla si muove,nonostante già tra venti giorni alcuni contratti andranno inscadenza: sono quelli di tanti infermieri siciliani. Dovevano esserecinquemila i nuovi assunti in Sanità.
E del resto, proprio sul tema dellavoro la Sicilia è esempio storico-sociale del cosiddetto"annacamento". Qui, in terra densa di contraddizioni, siamoriusciti a creare persino i precari a tempo indeterminato. Oltre 14mila negli enti locali, più di ventimila in tutto se aggiungiamoRegione, Province, Sanità. Sono lì, ogni anno appesi alla promessadi una stabilizzazione che sarebbe sacrosanta persino per l'Unioneeuropea. Eppure, ecco cambiare i taumaturghi ma non le soluzioni. Chequasi sempre, dopo promesse faraoniche e rosari di rassicurazioni, silimitano alla proroghina di fine anno, nella speranza che l'annoprossimo vada meglio. Crocetta sembrava averla risolta a modo suo:"Portiamo tutti alla Resais", il vecchio carrozzone regionale.Risolvendo cosa? Nulla. Perché per il lavoratore del Comune di altronon si sarebbe trattato se non di un trasloco in purgatorio. Inattesa di qualche chiamata.
Che poi, qualcuno potrebbe pensare chein fondo il fatto di stare fermi è comunque un modo per non fardanni. Peccato che solo le vicende della Formazione, della Sanità edel precariato coinvolgano direttamente oltre 35 mila siciliani, eindirettamente molti di più. Ma nell'Isola niente si muove. Nemmenole cose che dovrebbero muoversi perché messe per iscritto. Nero subianco. Basti pensare alla tanto strombazzata riforma dei Forestali,quella che avrebbe ovviamente razionalizzato, reso funzionale, utileil lavoro di migliaia di discussi (a torto o a ragione) lavoratori.Ebbene, nonostante i limiti temporali fissati nell'ultima leggeFinanziaria, questa riforma al momento è rimasta in giunta. Non cene è traccia all'Ars. E così il sospetto che faccia la stessa finedell'altro grande annuncio della legge di riforma della Formazione,che nessuno ha mai visto aggirarsi per il Palazzo dei Normanni, èmolto forte.
E in Sicilia sembra anche che siperfezionino gli strumenti per faciliare questa illusione ottica,questo spostamento che è solo apparente. Tra questi, ad esempio, gli"albi". Fantomatici elenchi di "quasi-lavoro". Una specie diautogrill dove far rifocillare la gente a un passo dal baratro, conun altro po' di speranza. È il caso ad esempio dei 75 dipendenti diSviluppo Italia Sicilia, licenziati ieri e ai quali è stato promessoil transito in un'altra partecipata, tramite quell'albo dovetroveranno posto, tra gli altri, i lavoratori del Cerisdi, solo perfare un esempio. Mentre un meccanismo simile è stato pensato per icirca 1.700 lavoratori degli ex sportelli multifunzionali: verrannochiamati, pare, dai Centri per l'impiego. Mentre si è fatta anchestrada la voce di una immissione in ruolo per tre anni al Ciapi.
Illusioni, come le altre? Del resto laSicilia è stata in questi anni la terra del flop clamoroso dellariforma delle Province. Una legge che avrebbe dovuto cambiare tutto eche ha invece soltanto pietrificato, inaridito gli enti messi nellemani di fedelissimi del governo. Nulla, nulla si muove in realtà.L'Ars ha persino deciso di sospendere il voto su un debito fuoribilancio di 132 milioni di euro. Sarebbe un modo per "sanare"anni di uscite disinvolte ed errori amministrativi. Ma quel voto nonarriva. Perché nulla si muove, nella Sicilia delle ombre e delleillusioni infinite.

ILFATTOQUOTIDIANO.IT

Città Metropolitane al voto, manessuno lo sa. La Casta si autoelegge, come accadrà al Senato.

A Roma, Milano, Bologna, Napoli eTorino si rinnovano i consigli delle ex province abolite. Ma nonsaranno i cittadini a scegliere i loro rappresentanti: si tratta diun'elezione di secondo grado, nella quale a votare saranno i sindacie i consiglieri comunali. Un antipasto di ciò che potrebbe accaderea palazzo Madama se il referendum costituzionale vincesse il Sì.
Sono vive e vegete, nonostante lariforma che nei proclami dei suoi artefici avrebbe dovuto cancellarledalla mappa politica italiana. Oggi ciò che rimane delle provinceabolite vanno al voto: a Roma, Milano, Bologna, Napoli e Torino sieleggono i consigli delle Città Metropolitane. Ma non saranno icittadini a scegliere i loro rappresentanti: si tratta di un'elezionedi secondo grado, nella quale saranno i sindaci e i consigliericomunali a votare per i membri dei consigli metropolitani. Unmeccanismo molto simile a quello con il quale, in base alla riformacostituzionale messa a punto dal governo Renzi, verranno eletti imembri del nuovo Senato. In pratica una serie di piccole oligarchielocali, di dimensioni ridotte ma speculari a quella di dimensioninazionali selezionata tra sindaci e consiglieri regionali che graziealle riforme del ministro Maria Elena Boschi andrà ad occuparePalazzo Madama.
In base alla riforma Delrio (Legge n.56del 7 aprile 2014, Disposizioni sulle città metropolitane, sulleprovince, sulle unioni e fusioni di comuni), il Consigliometropolitano dura 5 anni. Possono correre per la carica diconsigliere metropolitano i sindaci dei comuni della CittàMetropolitana e i consiglieri comunali. La carica di sindaco spettainvece automaticamente al primo cittadino del capoluogo: a Roma, adesempio, il capo dell'amministrazione capitolina Virginia Raggi èdi diritto anche sindaco della città metropolitana. La norma prevedeche il voto dei sindaci e consiglieri venga ponderato in base allapopolazione: il voto di sindaci e consiglieri, quindi, pesa di più odi meno a seconda della fascia demografica in cui è inserito il loroComune.
Nella Capitale, il cui consiglio ècomposto da 24 membri, sono in corsa 4 liste: Movimento 5 stelle, LeCittà della Metropoli, Patto Civico Metropolitano e TerritorioProtagonista. Gli elettori sono 1.647, ovvero i consiglieri e isindaci eletti nei 121 comuni della provincia. La sindaca Raggi, lacui nomina è stata ufficializzata il 22 giugno, ha votato nel primopomeriggio a Palazzo Valentini. Un appuntamento rispettato anche dalM5S, nonostante quest'ultimo abbia a lungo osteggiato la riforma.
A Milano, dove sono chiamati al voto irappresentanti dei 134 Comuni della Città metropolitana, la scelta ètra cinque liste: C+ Milano Metropolitana, Insieme per la Cittàmetropolitana, Movimento Movimento5stelle.it, La Città dei ComuniLista civica, Lega Nord Lega Lombarda Salvini. A Napoli le liste sono6: Napoli Popolare, Forza Italia, Partito Democratico, Movimento 5stelle, Noi Sud, Con de Magistris. Tre quelle in gara corsa aTorino: Città di città, Lista civica per il territorio, Movimento 5stelle.
Sono chiamati alle urne anche a Bolognai sindaci e consiglieri comunali dei 55 Comuni del bolognese. Vistoche la stragrande maggioranza di questi ultimi sono amministrati dalcentrosinistra, il Pd dovrebbe raccogliere una larghissima fetta deivoti e, di conseguenza, avere la maggioranza nel consigliometropolitano. Gli elettori sono 832 e votano per i candidati diquattro liste: Partito democratico, Movimento 5 Stelle, Uniti perl'alternativa (centrodestra) e Rete civica. I prossimiappuntamenti: a Cagliari si vota il 23 ottobre mentre per Catania,Palermo e Messina la data scelta è quella del 20 novembre.

GdSonline

REGIONE
Miccichè: "Trattativa sulfuturo dei precari Asu, Lsu, Pip e Rmi"10 Ottobre 2016
PALERMO. Si apre uno spiraglio peril futuro dei precari in Sicilia.

"Abbiamo avviato un tavolopratico-tecnico con le organizzazioni sindacali al fine di costruireun percorso chiaro e condiviso da presentare alla prima finestralegislativa utile, la Finanziaria, che tenga conto delle differenzedei vari bacini. Nella fattispecie si tratta di una platea di oltre12 mila lavoratori, circa 6.000 fra Asu e Lsu, 2.700 Pip e 3.500 Rmi,utilizzati a vario titolo all'interno dell'amministrazione regionalee negli enti locali".
Lo dice l'assessore regionale al LavoroGianluca Miccichè, al termine del tavolo di trattativa con leorganizzazioni sindacali per affrontare le problematiche deilavoratori precari in Sicilia. "Come governo - ha spiegato -faremo il massimo sforzo possibile per assicurare dignità e serenitàlavorativa a questi bacini, che svolgono servizi essenziali per glienti".
agrigentoweb.it



Strade provinciali, avviati accertamenti su accessi e insegne pubblicitariel Libero Consorzio Comunale di Agrigento sta eseguendo una fitta serie di accertamenti lungo alcune strade di competenza del Libero Consorzio Comunale di Agrigento. In particolare, il Settore Infrastrutture Stradali sta effettuando il censimento degli accessi dai tracciati stradali a fondi privati, oltre che ai fini fiscali, anche per verificarne l'effettiva rispondenza ai criteri generali di sicurezza della circolazione e per prevenire danni alla sede stradale, considerato che spesso, in occasione di eventi di pioggia, una certa quantità di fango e detriti proveniente dai terreni agricoli si riversa sulle carreggiate.Nella prima fase si è proceduto ad effettuare il rilievo videofotografico con una videocamera dotata di GPS (utile alla registrazione delle coordinate geografiche), in modo da ottenere la visione frontale degli accessi su entrambe le direzioni di marcia. Nella seconda fase invece sono stati identificati tutti gli accessi mediante una scheda nella quale sono stati riportati coordinate geografiche, coordinate lineari, planimetria, fotografia dell'accesso e visura catastale.Le schede saranno trasmesse ai capicantonieri per reperire gli indirizzi dei vari proprietari sia sul posto che negli uffici anagrafe dei rispettivi Comuni.Si tratta di un corposo lavoro che il Settore Infrastrutture Stradali sta portando avanti, nonostante le ben note difficoltà finanziarie dell'ex Provincia Regionale, su direttiva del Commissario Straordinario dr. Roberto Barberi. Lo scopo, oltre al controllo della sicurezza degli accessi, è anche quello di verificare una possibile elusione delle tasse di concessione dovute al Libero Consorzio per l'apertura degli accessi o l'evasione delle stesse.Anche la Polizia Provinciale sta verificando la situazione delle concessioni lungo le strade provinciali, in particolare quelle relative alle insegne pubblicitarie, soggette anch'esse, com'è noto, al pagamento di una tassa annuale da parte dei titolari di attività produttive poste lungo i percorsi stradali.


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