/ Rassegna stampa » 2016 » Ottobre » 13 » Rassegna stampa del 13 ottobre 2016

Rassegna stampa del 13 ottobre 2016

 

Giornale di sicilia.

Porto Empedocle, per la prima voltaal Comune è dissesto

Il Comune di Porto Empedocle, per laprima volta nella sua storia, è sostanzialmente in dissesto. Ieri atarda sera, il Consiglio comunale ha trovato una linea comune afavore della dichiarazione di dissesto economico dell'ente. Iltutto, va detto, non per una ritrovata unità politica, ma piuttostoper una questione ormai meramente tecnica che vede impossibilecontinuare a perseguire la strada del riequilibrio che l'op -posizione chiedeva fino a pochi giorni addietro. La carenza diliquidità e i debiti accumulatisi negli ultimi anni dal Comune,qualcosa come 20 milioni di euro, hanno portato il Consiglio a diredei sostanziali «si» al dissesto che permetterà di azzerare partedi questi debiti e accedere mutui agevolati con lo Stato sperando diriuscire ad avere anche delle entrate fiscali che negli ultimi anni,vedi Tari 2014, l'allora amministrazione non aveva fatto pagare aicittadini. Ieri sera, oltre agli interventi di alcuni consiglieri dimaggioranza e di opposizione, a convogliare l'attenzione dicittadini e impiegati comunali, sono stati gli interventi del nuovosegretario generale Iacono e del presidente dei revisori dei ContiVeneziano. Ognuno di loro, per la quota di loro competenza hannoletto in aula sia i documenti della Corte dei Conti che gli esitidell'esame delle cosiddette «carte» del Comune. Il sindaco IdaCarmina ha fatto un escursus su come, da quando in campagnaelettorale diceva «dissesto mai» si è arrivati a «dissestosubito». «Il Consiglio ha detto - ora deve essere unito per il benedella città. Per il confronto e lo scontro politico ci sarà tempo,ma adesso proviamo a salvare questo paese dal baratro in cui staprecipitando». Ad ogni modo, adesso si andrà avanti per la stradadel dissesto e consiglieri, giunta e tecnici dovranno mettere a puntouna delibera a regola d'arte per evitare che il Tar possaimpugnarla e renderla inefficace e dunque inapplicabile, cosa chedecreterebbe la fine per Porto Empedocle. Poi arriverà uncommissario ministeriale e si vedrà. Da un punto di vista tecnico,le prime conseguenze della dichiarazione di dissesto, riguardano icreditori. La legge prevede infatti, con l'applicazione dell'art.248, il divieto di intraprendere o proseguire azioni esecutive neiconfronti dell'ente e dichiarate estinte le procedure pendenti.Dalla data della deliberazione del dissesto, in pratica, le sommedovute per anticipazioni di cassa già erogate, non produconointeressi né sono soggetti a rivalutazione automatica. Inoltre, ipignoramenti eseguiti dopo la deliberazione dello stato di dissestonon vincolano l'ente ed il tesoriere, che possono disporre dellesomme per i fini dell'ente, mentre per i debiti insoluti e le sommedovute per anticipazioni di cassa già erogate, e Porto Empedocle neha diverse, non producono più interessi nè sono soggetti arivalutazione monetaria. «Sono stati gli stessi imprenditoricreditori - aveva detto il sindaco nel corso del suo intervento inConsiglio - a dirci che erano d'accordo anche loro per il dissestoanche se perderanno parte dei loro soldi per servizi resi. Ilconcetto - ha aggiunto - è quello che è meglio avere meno soldi chenon averli tutti mai». Per la tassa di smaltimento dei rifiuti, chea Porto Empedocle rappresenta uno dei debiti maggiori, il Comunedovrà applicare le misure tariffarie che assicurino la coperturaintegrale dei costi di gestione del servizio. (*AMM*)

Porto Empedocle, da ieri discaricachiusa ai mezzi

Piove sul bagnato a Porto Empedocle. Daieri mattina infatti, è scattato il divieto di conferimento indiscarica dei rifiuti indifferenziati prodotti dal Comuneempedoclino. Gli autocompattatori di Iseda, Icos ed Ecoin, dopo avereeffettuato il servizio di raccolta dei rifiuti, hanno trovato chiusii cancelli dell'impianto di contrada Matarana a Siculiana. IlGruppo Catanzaro aveva infatti deciso di non autorizzare lo scaricodella spazzatura perchè il Comune ha un lungo elenco di debiti nonpagati alla Catanzaro stessa che da quando è ripresa la raccolta,dopo una settimana di stop per lo sciopero non autorizzato deglioperatori ecologici, aveva comunque dato il via libera alconferimento per fare in modo che la situazione igienico sanitaria inpaese si normalizzasse. Le imprese però non erano state informatesicchè si sono ritrovate con i mezzi pieni di rifiuti che hannodovuto fare ritorno nei depositi dove si trovano tutt'ora.Stamattina dunque, a meno di cambi di programma dell' ultim'ora,la raccolta non si potrà effettuare proprio perchè i mezzi sonopieni. Il risultato, in un contesto già particolarmente «provato»a causa delle continue emergenze rifiuti che si verificano in città,potrebbe essere quello di un ulteriore crisi igienico sanitaria. Perquesto ieri pomeriggio le ditte del Raggruppamento temporaneo diimprese, hanno scritto all'Aro «Vigata - Scala dei Turchi» alprefetto di Agrigento e al Commissariato di Pubblica sicurezza diPorto Empedocle per segnalare la cosa. «Gli automezzi - spiegano leditte - hanno dovuto fare rientro pieni nell'autoparco nell'attesache l'Aro fornisca urgentissime indicazioni circa il nuovo impiantodove conferire i rifiuti raccolti. Saranno ovviamente posti a caricodel Comune di Porto Empedocle gli eventuali e maggiori oneriderivanti dal trasporto dei rifiuti presso discariche poste adistanze maggiori da quella contrattualmente prevista. Il mancatoscarico degli automezzi, determinerà inevitabilmente, una nuovasospensione del servizio di raccolta». Essendo, anche questa volta,il problema legato ai soldi, non appare di facile e immediatasoluzione visto che, per stessa ammissione del sindaco CinquestelleIda Carmina, il Comune ha in cassa solo pochi spiccioli, meno di10mila euro che per un ente pubblico sono veramente poca roba.Catanzaro ha un credito di circa 400 mila euro con il Comune, unasomma «importante» che l'ente dovrà prima o poi trovare. Ilproblema è cosa da accadrà da oggi a quando questi soldi sarannodisponibili. Il Comune ha già ufficialmente chiesto alla Regione, lapossibilità di scaricare altrove ma senza copertura economica lasituazione non è di facile soluzione. «Noi continuiamo a fare ilnostro dovere - spiega l'amministratore delegato di Iseda GiancarloAlongi - ma un'eventuale nuova emergenza rifiuti, non sarebbeovviamente colpa nostra. La situazione è delicata e va affrontatasenza perdere un solo minuto». (*AMM*)


Il Cupa è rimasto con solo centostudenti

Il rilancio del Cupa, il consorziouniversitario passa attraverso la fiducia degli studenti chesceglieranno il Polo per conseguire una laurea tra gli indirizziproposti dall'offerta formativa dell'ente. Ad oggi sono solo 100i nuovi iscritti, c'è un bilancio in carenza di ossigeno e marginidi manovra strettissimi, tanto da lasciar presagire anche il rischiodi una riduzione del personale oggi in servizio. La situazione delCupa è stata descritta dal presidente Gaetano Armao in Consigliocomunale. «Il Cupa non chiuderà - ha garantito subito Armaoaggiungendo però che con l'università di Palermo non ci sarannonuovi corsi. Bisogna prendere atto che Palermo ha fatto una scelta,rispettabile, ma non compatibile con il futuro del Consorzio». Ilriferimento chiaro è alla chiusura di 4 corsi su 5 di quelli che sisvolgevano ad Agrigento, svuotando di fatto l'offer - ta formativa.L'unica "concessione" che potrà esserci da Palermo è solo unnuovo corso in architettura triennale che, però, è ancora daformalizzare. Altre iniziative formative riguarderanno dueuniversità, la "Kore" di Enna, che in città potrebbe portarei corsi di Giurisprudenza ed Economia del Turismo e la Lum, per corsifinalizzati a formare responsabili amministrativi specializzati peraziende e pubbliche amministrazioni. Palazzo Tomasi, che il Comunesta formalmente offrendo all'Uni - versità, diventerà invece uncentro specialistico per ospitare i master, in un più complessivoinvestimento sul centro storico di Agrigento. Tutte iniziative chesaranno trasformate in concreto solo nel prossimo anno accademico.«Quest'anno - ha spiegato Armao - nulla poteva essere fatto, alpunto che non avverrà nemmeno l'inaugurazione dell'Announiversitario, ad eccezione di una cerimonia per dedicare un'auladella struttura di via Quartararo al presidente emerito MelisendaGiambertoni. Le basi per l'anno prossimo, tuttavia, sono stategettate«. «Se non fossimo intervenuti subito - spiega ilpresidente - i flussi si sarebbero spostati verso altre universitàe nessuno avrebbe avuto più interesse ad aprire nuovi corsi«.«Puntiamo a recuperare circa 200mila euro entro questo anno - hadetto Armao - grazie ai pensionamenti e al demansionamento. Oggiabbiamo 15 lavoratori per 100 nuovi studenti. Prima di incidere suilivelli occupazionali vediamo se riusciamo a recuperare, se non ciriusciremo dovremo purtroppo farlo comunque«. Poi Armao ha lanciatoun appello alla politica: perché contribuisca in primis in terminidi risorse, facendo tornare tra i soci i Comuni e gli ordiniprofessionali. (*PAPI*)

Martedì s'insedierà il procuratore capo Luigi Patronaggio
Arriva dalla Procura generale dove ha rappresentato l'accusa nei processi a Dell'Utri e l'ex presidente Cuffaro Gerlando Cardinale OOO Martedì sarà il giorno del nuovo procuratore Luigi Patronaggio. L'expresidente dell'ufficio Gip-Gup del tribunale di Agrigento torna al palazzo di giustizia di via Mazzini dopo otto anni. Il magistrato palermitano, che compirà 58 anni il 18 dicembre, è stato per tanti anni presidente di collegi penali e di Corte di assise e fra i tanti processi che ha celebrato spicca quello scaturito dall'inchiesta "Akra - gas", il primo maxi processo alla mafia della provincia di Agrigento. Per  tre anni e mezzo, dall'estate del 2008 alla fine del 2011, ha diretto la procura della Repubblica di Mistretta. Dal gennaio del 2012 e fino ai giorni scorsi è stato in servizio alla procura generale di Palermo come sostituto e ha rappresentato l'accusa nel processo di appello "bis"all'ex senatore Marcello Dell'Utri e in quello, per concorso esterno in associazione mafiosa, nei confronti dell'ex presi ente della Regione, Salvatore Cuffaro. Da martedì  sarà a capo dell'ufficio inquirente del tribunale di Agrigento dove trova, per il momento, una situazione di organico discreta. Sono, infatti, undici su tredici i magistrati in servizio all'uffi -  cio come sostituti. La scopertura di organico è abbastanza modesta ma potrebbe essere destinata ad aumentare perché nei prossimi mesi potrebbero esserci dei movimenti in uscita. Il cambio dei vertici dell'ufficio della Procura non si ferma all'inse diamento di Patronaggio, che prende il posto di Renato Di Natale, andato in  pensione lo scorso primo settembre. Entro gennaio, infatti, sarà trasferito il numero due della Procura, l'ag - giunto Ignazio Fonzo, che a gennaio completerà gli otto anni del mandato previsti dalla legge Mastella e trascorsi i quali si decade dall'ufficio direttivo  o semi-direttivo. Il bando per la sua sostituzione è già aperto e in sette, fra cui il magistrato Salvatore Vella, attualmente in servizio alla Procura come sostituto, hanno pres ntato  domanda. C'è, invece, qualche vuoto in più nell'organico del settore giudicante dove al momento ci sono sei caselle vacante rispetto alla tabella che ne prevede ventotto. La scorsa estate si è  insediato il nuovo presidente del tribunale, Pietro Falcone, che ha riempito la casella lasciata libera oltre un anno prima dal pensionamento di Luigi D'Angelo che nel frattempo è stato sostituito dalla vicepresidente vicaria Luisa Turco. Per adesso i posti  di presidente di sezione sono tutti riempiti. Le due sezioni penali sono presiedute da Giuseppe Melisenda Giambertoni e Luisa Turco, l'ufficio Gip è diretto da Francesco Provenzano e la sezione civile è presieduta da Luciana Elisabetta Razete. Sia Melisenda Giambertoni che Turco, però, hanno presentato domanda per l'incarico di presidente del tribunale di Sciacca. Di conseguenza se uno dei due dovesse essere scelto ci sarebbe una scopertura in un posto strategico. La scopertura di organico fra i ventotto magistrati del settore giudicante aumenterà da sei a otto unità con l'imminente trasferimento dei giudici Ermelinda Marfia e Paolo Santoro, la prima nell'organico del penale e il secondo nel civile. (*GECA*)


Libero Consorzio comunale
Iniziato il corso per il turismo
Secondo giorno di formazione oggi al Libero Consorzio, riservato ai pubblici dipendenti, in particolare addetti o responsabili del SUAP oltre ai funzionari della Camera di Commercio in materia di autorizzazione, classificazione e vigilanza sulle strutture ricettive nel settore turistico. L'incontro è organizzato dal settore Turismo del Libero Consorzio di Agrigentoe si svolgerà, così come ieri, nell'aula Pellegrino in via Acrone. Il programma della prima giornata si è occupato della funzione pubblica in materia di strutture ricettive, differenziazione delle competenze tra Comuni, Libe - ro Consorzio e CCIAA di Agrigento. I lavori sono stati introdotti da Achille Contino, dirigente del Settore Turismo del Libero Consorzio il quale ha focalizzato la necessità che gli operatori della pubblica amministrazione siano preparati e conoscano bene la normativa turistica. Saverio Panzica,già dirigente regionale Sicilia si è occupato della disciplina giuridico - amministrativa per le strutture turistico ricettive aperte al pubblico.


Strade provinciali carenti di manutenzione
«Siamo senza fondi sufficienti»
«Il Libero Consorzio dedica la massima attenzione alla situazione complessiva dell'intera rete stradale di sua competenza, ma senza risorse finanziarie sarà impossibile non solo la manutenzione ordinaria ma anche tenere aperte diverse strade che oggi rivestono un'importanza strategica nei collegamenti tra le zone più interne». La precisazione è del Settore Infrastrutture Stradali ed arriva dopo che, a seguito delle prime piogge autunnali, sono giunte diverse pressanti richieste di alcuni amministratori locali sul ripristino delle condizioni di percorribilità e di sicurezza di alcune strade, evidenziando come l'azione del Libero Consorzio sembrerebbe insufficiente in tal senso. «Purtroppo quel che sfugge - continua la nota - è che l'ex Provincia, a causa della mancanza di fondi e di trasferimenti ridotti al minimo da parte della Regione, non è più in grado di far fronte alle emergenze, se non con estrema difficoltà e con tempi dilatati. Molti mezzi sono usurati, attualmente è a disposizione un solo bobcat funzionante e una minipala meccanica per la rimozione di fango e detriti, che dovrebbero bastare per oltre 1350 km di strade provinciali, ex consortili, ex regionali e ex Esa».  

L'intervista
Lo Presti: «Su quindici strutture costruite in provincia solo due sono aperte»
Paolo Picone
Calogero Lo Presti, presidente provinciale del Coni di Agrigento, traccia la mappa delle strutture sportive adibite a piscine nell'Agrigentino. Ne viene fuori un quadro a tinte fosche con la presenza di 15 impianti in 43 Comuni, ma per la maggior parte dei casi le piscine sono chiuse da anni. Caso emblematico quella di Campobello di Licata che rappresenta l'unica struttura in provincia adatta per i tuffi, anche questa però è chiusa. A Licata, in una città di mare, si è pensato bene di progettare una piscina all'aperto. I lavori sono iniziati nel 1984 e non sono mai stati ultimati. Non sono stati completati a causa di un contenzioso tra l'impresa esecutrice, la direzione dei lavori e il progettista. Nel frattempo la struttura è andata a perdersi. E oggi è ancora in abbandono.
Presidente, riaprono le piscine di Ravanusa e Aragona, prossimamente quella di Agrigento, ma in provincia di Agrigento, su 43 Comuni non sono poche queste strutture in cui poter svolgere la pratica sportiva del nuoto?
«Per la verità nei nostri 43 Comuni le piscine presenti sono ad Agrigento (attualmente chiusa), Aragona (riaperta domenica scorsa), Bivona (quasi completa ma mai aperta), Canicattì comunale (chiusa), Campobello di Licata (comunale chiusa), Cammarata (proprietà dell'ex Provincia, oggi Libero consorzio comunale, affidata al Comune, ancora chiusa), Cattolica Eraclea (completata ma mai aperta), Favara (chiusa), Lampedusa (quasi completa ma mai aperta),Menfi (chiusa), Sciacca (chiusa ma mai completata), Ravanusa (riaperta da poco) e Villafranca Sicula (finita, ma mai aperta). Poi c'è Licata dove è stata progettata una piscina all'aperto, i lavori sono iniziati ma si sono fermati. Non è mai stata completata e non è attiva.
C'è a Licata un impianto privato che è aperto a singhiozzo. Infine c'è quella comunale di Camastra che è aperta solo nel periodo estivo ma si rivolge al  ubblico e non viene utilizzata per gli eventi sportivi e per le attività connesse allo sport del nuoto».
Il Coni ha cercato di sensibilizzare le amministrazioni comunali per cercare di realizzare progetti per nuove piscine?
«Il Coni negli ultimi quindici anni non hasensibilizzato la progettazione per la costruzione di nuove piscine in quanto l'onere finanziario è notevole e la eventuale funzionalità ha costi molti alti. Le amministrazioni comunali hanno avuto serie difficoltà economiche, per cui non ce la siamo sentita di spingere nella direzione di far attivare nuove strutture. Semmai abbiamo lavorato per cercare di aprire quelle esistenti che erano chiuse incentivando le amministrazioni e fornendo assistenza nella redazione dei bandi per l'affidamento».
Cosa impedisce ai Comuni di poter avviare nuovi progetti o di far gestire le piscine chiuse da tempo?
«La costruzione di nuove piscine non è ad oggi ipotizzabile per l'alto costo di realizzazione. Per quelle esistenti per potere gestire una piscinada 25 metri occorre una utenza di almeno 150.000 abitanti. Occorrono almeno ogni anno 150.000 euro per gestire una piscina e mantenerla attiva. Fondi che purtroppo i nostri Comuni non hanno e non possono garantire nonostante il fine sociale di un impianto del genere».
Davvero i costi di gestione sono così alti che anche le associazioni rinunciano a gestire le piscine?
«Le associazioni Sportive da sole non riescono a gestire un impianto (Piscina) tranne che il Comune proprietario non intervenga sui costi. Quelli che incidono maggiormente sulla gestione come il gasolio per il riscaldamento dell'acqua che deve essere mantenuta ad una temperatura relazionata a quella che si registra all'esterno.
Costi per la corrente elettrica e per l'acqua».
Se i privati arrancano allora dovrebbero essere le pubbliche amministrazioni a farsi carico delle spese di gestione? «Sicuramentesi. Dipende dalle situazioni economiche delle stesse, oggi in grande difficoltà. Prima si faceva ricorso a contributi di diversi enti, adesso non ci sono le condizioni per poter gestire questi impianti».
Da quanto tempo non si costruiscono nuovi impianti sportivi in provincia?
«Almeno da quando io ricordi da oltre 28 anni».
Lei ha parlato di piscine quasi completate ma mai entrate in funzione, tra queste quella di Bivona, dove il sindaco è Giovanni Panepinto, parlamentare regionale del Pd. Perché non è stata attivata?
Non è mai stata collaudata. Costruita in due tranche: prima con i fondi di Italia '90, poi con fondi regionali. Negli ultimi 2 anni sono stati fatti i lavori per l'allaccio del contatore e del gas. Gli impianti sono vecchi e dispendiosi. Ho notizia che è pronto il progetto per utilizzare energia rinnovabile e abbassare le spese (eventuali) di gestione. Poi verrà fatto il bando per affidarla ai privati ».
E Cammarata?
«Chiusa da quattro anni. Inaugurata nel 1993 e realizzata dall'ex Provincia, viene affidata a cooperative con un contributo annuale, in media, di 170 mila euro. Quattro anni fa la Provincia, dopo aver investito circa 140 mila euro per la manutenzione straordinaria, per mancanza di fondi la chiude. Adesso il Comune ha ottenuto l'affidamento gratuito per 20 anni. L'intenzio - ne è quella di affidarla ai privati ma il sindaco assicura che la riaprirà a spese del Comune».
(*PAPI*)

sicilia24h.it
strade provinciali.

Il Libero ConsorzioComunale di Agrigento dedica la massima attenzione alla situazionecomplessiva dell'intera rete stradale di sua competenza, ma senzarisorse finanziarie sarà impossibile non solo la manutenzioneordinaria ma anche tenere aperte diverse strade che oggi rivestonoun'importanza strategica nei collegamenti tra le zone più interne.La precisazione del Settore Infrastrutture Stradali è doverosa,considerato che in seguito alle prime piogge autunnali sono giuntediverse pressanti richieste di alcuni amministratori locali sulripristino delle condizioni di percorribilità e di sicurezza dialcune strade, evidenziando come l'azione del Libero Consorziosembrerebbe insufficiente in tal senso. Purtroppo quelche sfugge ai promotori delle iniziative di informazione sul pessimostato di diverse strade è che l'ex Provincia Regionale, a causadella mancanza di fondi e di trasferimenti ridotti al minimo da partedella Regione, non è più in grado di far fronte alle emergenze, senon con estrema difficoltà e con tempi dilatati. Molti mezzi sonousurati, attualmente è a disposizione un solo bobcat funzionante euna minipala meccanica per la rimozione di fango e detriti, chedovrebbero bastare per oltre 1350 km di strade provinciali, exconsortili, ex regionali e ex Esa. Troppo poco per garantireinterventi immediati, impossibili per situazioni ancora piùcomplicate (frane o dissesti tali da compromettere la sede stradale)che hanno portato negli ultimi anni alla chiusura di numerose strade.L'elenco delle strade sulle quali occorre intervenire conassoluta priorità, trasmesso a suo tempo alla Regione, è statoapprovato solo in parte dal Dipartimento, anche se alcune stradeimportanti sono rimaste fuori dai finanziamenti, ma di questi, almomento, si ha solo qualche promessa, senza atti concreti, a partiredagli stessi decreti di finanziamento dei quali non si ha notizianonostante i ripetuti annunci provenienti dalla Regione. Bastipensare che oggi si sta intervenendo, ad oltre un anno e mezzo dalcrollo, sul ripristino del ponte sulla SP 37 Caltabellotta-San Carlo,ma solo grazie ai fondi della Protezione Civile. Non è difficiledunque ipotizzare, in un futuro non troppo lontano, la progressivachiusura di altre strade della cosiddetta viabilità secondaria,importantissime per cittadini e attività lavorative, che andrebberoad aggiungersi alle oltre 40 già inibite al traffico per frane osmottamenti, mettendo decisamente in secondo piano le inibizionitemporanee al transito a causa della presenza di fango e detritiprovocati dalle piogge autunnali


Prima giornata della formazioneturistica sulle strutture ricettive
Primo giorno di formazione riservato aipubblici dipendenti, in particolare addetti o responsabili del SUAPoltre ai funzionari della Camera di Commercio in materia diautorizzazione, classificazione e vigilanza sulle strutture ricettivenel settore turistico. L'incontro è organizzato dal settoreTurismo del Libero Consorzio di Agrigento e si è svolto nell'aulaS. Pellegrino in via Acrone ad Agrigento.
Il programma della prima giornata sioccupa della funzione pubblica in materia di strutture ricettive,differenziazione delle competenze tra Comuni, Libero Consorzio eCCIAA di Agrigento. I lavori sono stati introdotti da AchilleContino, Dirigente del Settore Turismo del Libero Consorzio Comunaledi Agrigento, il quale ha focalizzato la necessità che gli operatoridella pubblica amministrazione siano preparati e conoscano bene lanormativa turistica.
Saverio Panzica, già dirigenteregionale Sicilia del settore classifiche turistiche ed esperto dilegislazione turistica, si è occupato della disciplina giuridico -amministrativa per le strutture turistico ricettive aperte alpubblico nel rispetto della legalità nel contesto della liberaconcorrenza. Panzica ha messo in evidenza come in Italia vi sia undiffuso fenomeno di turismo sommerso e di turismo statisticamente nonrilevato. Questo fenomeno nasce, anche, dal fatto che esiste unatipologia regolata dal codice civile e dalla Legge n° 431/98, lacosiddetta locazione turistica che non ha bisogno di autorizzazioni.Inoltre non prevede la registrazione del contratto di locazione peraffitti inferiori ai 30 giorni. Panzica ha chiarito che quando questestrutture offrono dei servizi turistici come il cambio lenzuola, lapulizia delle camere, la ristorazione, allora hanno bisogno dellasegnalazione certificata di inizio attività o SCIA da presentare neicomuni e della successiva classificazione alberghiera.
L'incontro formativo proseguiràdomani 13 ottobre, riservato principalmente, ai responsabili distrutture ricettive che si occupano di amministrazione edaccoglienza, ai rappresentanti delle Associazioni di categoria, maanche agli altri operatori del settore privato che intendono avviareuna nuova struttura ricettiva. Introduce e modera i lavori AchilleContino, dirigente del Settore Turismo del Libero Consorzio, relatoreSaverio Panzica.

Scrivolibero

Porto Empedocle, è dissesto: ilConsiglio Comunale ha votato
Il Consiglio Comunale di PortoEmpedocle: è dissesto finanziario!
Il civico consesso del comune marinaroha infatti approvato, con il voto favorevole di 14 consiglieri, laproposta di delibera presentata dall'amministrazione comunale chein sintesi proponeva la dichiarazione di dissesto finanziariodell'Ente, ai sensi dell'art. 246 del D.Lgs. 267/2000.
La giunta comunale, presieduta dalsindaco Ida Carmina, aveva infatti approvato lo scorso 23 settembrela delibera che ieri ha avuto l'ok con il voto del ConsiglioComunale.

Cupa di Agrigento, Civiltà,Giacalone e Spataro: "bene Armao in Consiglio Comunale"
I consiglieri comunali di Forza Italiadi Agrigento, Giovanni Civiltà, capogruppo, e Willy Giacalone, e ilconsigliere indipendente, Pasquale Spataro, esprimono apprezzamento aseguito dell' intervento del presidente del Consorziouniversitario provinciale di Agrigento, l'avvocato Gaetano Armao,in Consiglio comunale, al fine di presentare e condividere con irappresentanti della cittadinanza il tracciato didattico ed economicoche si intende perseguire.
Civiltà, Giacalone e Spataroaffermano: "Utile ed efficace si è rivelata la partecipazione delpresidente Armao alla seduta del Consiglio appositamente convocata.Il presidente ha ribadito che il Consorzio universitario dellaprovincia di Agrigento costituisce un punto di forza e di crescitaper il territorio, sottolineando che una provincia di frontieranazionale ed europea come Agrigento deve valorizzare la capacità diofferta culturale innovativa per creare sviluppo e dialogo. E in taleambito l'Unione europea, lo Stato e la Regione dovranno adoperarsi.Riteniamo opportuno, come prospettato da Armao, mantenere ben saldoil rapporto con l'Università di Palermo, ma ciò non in modoesclusivo ed escludente altre occasioni di compartecipazionididattiche ed economiche, che consentano al Polo agrigentino diattingere da più fonti di offerta culturale arricchendo nel contempoil proprio raggio di azione. Anche associazioni, soggetti privati,imprenditori, saranno ben accolti nella compagine agrigentina, cheanche noi, come Armao, proiettiamo in futuro come mobile ed elastica,e non irrigidita e limitata in se stessa. In Consiglio comunalerilanciamo il nostro sostegno alla gestione Armao e l'impegno nellanuova sfida senza riserve ogni qualvolta sarà necessario, a favoredel diritto allo studio degli agrigentini e del progresso delterritorio" - concludono Civiltà, Giacalone e Spataro.

Agrigentooggi

Cupa: la Cisl contraria al tagliodel personale
La Cisl di Agrigento mostra disappuntoa seguito della notizia, appresa esclusivamente dai quotidiani, che il rilancio del CUPA passa dal taglio del personale così comeannunciato in consiglio comunale. Inizialmente, il sindacato, dopol'incontro col nuovo presidente del consorzio universitario Armao, aveva apprezzato il nuovo modo di affrontare le problematiche delConsorzio così come la nuova grinta , le nuove idee e si parlava giàdi condividere le ipotesi di rilancio dell'Università adAgrigento.
Siamo alle solite, dichiara ilSegretario della Cisl agrigentina Maurizio Saia, i lavoratoridiventano il sacrificio degli "orrori" della politica e di chi hagovernato l'Università ad Agrigento. "Per una volta, vorremmoche a pagarne le conseguenze non fossero i lavoratori che hannosempre assolto con impegno e responsabilità al loro dovere. Per noiil personale non si tocca."
E naviga sulla stessa direzione ancheFloriana Russo Introito, segretario FP Cisl che "non comprende comepossa il Consorzio Universitario che ha propagandato nuove attività,nuovi impegni e nuovi corsi di laurea, fare tutto questo puntandosulla rideterminazione della dotazione organica sulla quale , invece,di più si dovrebbe investire.
Notoriamente non sono i tagli allaforza lavoro, continua Russo Introito, che portano a sviluppareun'azienda ma piuttosto gli investimenti sulla capacità di ciascunlavoratore di effettuare servizi all'utenza, di lavorare a progettieuropei, di rendere accogliente ed efficiente la stessa università.
I due sindacalisti ricordano inoltre alPresidente Armao che "nulla di ciò che riguardi il personale vafatto arbitrariamente e senza confronto con le organizzazionisindacali. È troppo facile sostenere di avere risparmiato tagliandoil personale, sarebbe come sostenere di essere dimagriti dopo essersiamputato un arto. Il costo del personale del consorzio universitario,dati alla mano, grava sugli abitanti della provincia per circa 75centesimi cadauno, a fronte delle molteplici possibilità dirisparmio delle famiglie degli studenti e delle possibilità disviluppo dell'intero territorio. Il Prof. Armao, che noiriconosciamo essere un abile professionista, concludono Saia e RussoIntroito, cerchi invece la giusta strada per rilanciare ilconsorzio.

Agrigentoweb

Vicenda Cupa in Aula, nota diSpataro
"La politica e le istituzioni, avario livello, dimostrino di avere a cuore le sorti del Cupa. Non aparole, non con i rituali e sterili annunci periodici, ma con ifatti. Serve un sussulto di orgoglio, accompagnato da una convinta eprofonda assunzione di responsabilità".
Il consigliere comunale di Palazzo deiGiganti, Pasquale Spataro, lancia un accorato appello a chi governail territorio, nelle sue molteplici articolazioni, affinché sifaccia fronte comune per salvare e rilanciare il ConsorzioUniversitario di Agrigento.
"La gestione del Cupa è stataaffidata senza dubbio a mani esperte e qualificate - aggiungeSpataro - il presidente Armao è persona rispettabilissima ecompetente. Ma da solo non potrà mai superare questa fase diemergenza e porre le basi per ridare slancio all'attività delConsorzio, la cui situazione finanziaria lascia davvero pochi marginidi manovra. Le sue parole, pronunciate all'interno di aula Sollano,aggiunge Spataro - sono state chiare e lucide. Apprezzo la suafranchezza e la sua onestà, anche per essersi caricato sulle spallequesto immenso fardello. Il presidente Armao non ha evidentemente labacchetta magica, il suo lavoro e le strategie di ripresa passanoattraverso la disponibilità dei fondi, necessari anche per mantenere(lo ha detto espressamente) gli attuali livelli occupazionali. Lerisorse economiche, ecco il punto nodale: quelle che oggi mancano eche vanno in qualche modo recuperate. La deputazione regionaleagrigentina faccia a pieno la sua parte, difenda questa struttura conle unghie e coi denti, Tutti i sindaci agrigentini, seppur alle presecon bilanci disastrati, contribuiscano con una quota minima. E poic'è l'ex Provincia regionale: il 20 novembre si andrà alleelezioni. La nuova governance del Libero Consorzio, oggi tiratosifuori dal Cupa, assuma un impegno concreto rispetto alla gestione delCupa. Ecco, è su queste basi - sottolinea Spataro - che si potràconcretamente fronteggiare l'emergenza, ripartire e programmare ilfuturo con fiducia. Altrimenti sarà davvero dura garantire unaprospettiva seria ai nostri giovani, soprattutto a quelli, e non sono pochi, che non possono permettersi di sostenere costi elevatiper frequentare Atenei fuori provincia. Il tempo delle parole èallora scaduto, la parentesi delle promesse è sonoramente chiusa -conclude Spataro - è arrivato il momento per i parlamentariagrigentini e per gli amministratori di questo territorio, incollaborazione con i finanziatori privati, di rispondere presente edi lasciare un tangibile segno del loro operato. Il Cupa è un faroche non si può e non si deve spegnere".

Valuta questo sito: RISPONDI AL QUESTIONARIO