cronache parlamentari.it
Ex Province, Ars approva rinvio elezioni
Si terranno tra l'1 dicembre e il 26 febbraio
L'Ars ha approvato con 41 favorevoli, 12 contrari e 7 astenuti una norma che rinvia le elezioni delle ex Province, oggi Liberi Consorzi e Città Metropolitane ad un periodo compreso tra il primo dicembre 2016 e il 26 febbraio 2017. Le elezioni invece si sarebbero dovute tenere invece il prossimo 20 novembre. Al momento del voto i deputati di Forza Italia sono usciti dall'aula in segno di protesta.
La norma era finita in aula oggi con urgenza massima grazie ad una delibera della conferenza dei capigruppo che si è tenuta poco prima della seduta di Sala d'Ercole. Il rinvio delle elezioni si rende necessario, secondo la maggioranza, per un problema tecnico che è stato illustrato ieri in aula dal presidente della commissione Affari istituzionali all'Ars Salvatore Cascio: "vi è un disallineamento - aveva detto - tra i consigli comunali eletti nell'ultima tornata elettorale e quelli eletti precedentemente. In pratica vi sono Comuni che a parità di peso ponderato hanno un numero differente di consiglieri comunali: alcuni ne hanno 30 e altri con lo stesso peso ponderato ne hanno 24 perché sono andati al voto con la nuova legge elettorale per gli enti locali". Da qui la norma che, oltre a prevedere il rinvio, "aggiusta" la norma precedentemente approvata all'Ars. Norma che oggi in aula è stato a lungo contestata in primis dal capogruppo di Forza Italia Marco Falcone, il quale ha proposto di mettere al voto la delibera della conferenza dei capigruppo e quindi di non trattare questa norma. La proposta di Falcone, tuttavia, seppure appoggiata dai Cinquestelle, è stata bocciata per per alzata e seduta.
Durante i lavori d'aula, presieduti dal presidente dell'Ars Giovani Ardizzone, è stato rinviato in Commissione per approfondimenti il disegno di legge che istituisce il garante regionale della famiglia. Il rinvio in Commissione è stato chiesto dal M5S, dal Pd e avallata dallo stesso relatore del tetso Franco Rinaldi (Fi).
L'aula è stata rinviata a giovedì 3 novembre alle 16 con all'ordine del giorno diversi disegni di legge: "norme in materia di panificazione", "revisione della normativa di assegnazione dei lotti nelle aree industriali da destinare ad attività commerciali", "valorizzazione del demanio trazzerale", ma anche il "codice etico per gli eletti a cariche pubbliche", già incardinato e per il quale lunedì 31 scade il termine per la presentazione degli emendamenti.
Livesicilia
Quattro anni di flop e commissari
È la buffonata delle Province
di Accursio Sabella
PALERMO - Una buffonata durata quattro anni. Il prossimo 26 febbraio si voterà (forse) per l'elezione degli organi delle ex Province siciliane. Una settimana dopo, ricorrerà il quarto anniversario dell'annuncio di Crocetta all'Arena di Giletti: "Aboliremo quegli enti". Una promessa che fu rilanciata il 19 marzo sempre del 2013, quando l'Ars si limitò a cambiare il nome in "Liberi consorzi", a cacciare le giunte e i consigli eletti dai cittadini e a sostituire gli organi democraticamente eletti con Commissari fedeli al governatore.
Da allora, per intenderci, non è cambiato nulla. O meglio, non è stato compiuto un passo in avanti. Ma molti, moltissimi indietro. Perché la riforma delle Province, quella lanciata sulla rete ammiraglia della Rai, di fronte a milioni di italiani, non è mai stata compiuta. Un governo fatto di una quarantina di assessori che si sono avvicendati solo per logiche di partito e di fazione, non ha mai concluso quella riforma. Al punto da dovere, grottescamente, sottoscrivere l'impegno - contenuto nell'altro accordo capestro con lo Stato sulla revisione dello Statuto siciliano - di applicare in Sicilia, e totalmente, la riforma nazionale, la legge "Delrio".
E allora, a che è servito quell'annuncio nella trasmissione di Rai uno? A nulla. E a nessuno. Anzi, a qualcosa e a qualcuno. Al governo regionale in carica, ad esempio, che si è "preso", senza passare dalle elezioni di questi enti, il controllo di istituzioni che spesso hanno recitato un ruolo chiave in altre "partite" per il potere. Basti pensare agli effetti sulla scelta degli amministratori degli aeroporti siciliani, dove i "voti" sono giunti appunto da commissari di Crocetta, delle ex Province, appunto, ma anche delle Camere di Commercio.
A cosa è servito, allora, quel bluff? Certamente a dare una spinta alla retorica della rivoluzione, dove in tanti - anche noi giornalisti - sono caduti. In quei giorni, persino il Movimento cinque stelle brindava con Crocetta a quell'annuncio. Senza comprendere che quello era solo l'inizio di un disastro.
Perché in realtà, la riforma questo governo non l'ha mai fatta davvero. Non è mai stato capace, insomma, di costruire un impianto normativo che prevedesse il trasferimento di funzioni e costi, che disegnasse il futuro del personale degli enti. Ai quali l'assemblea regionale, ieri, ha regalato altri quattro mesi di incertezza, di timori. E mentre Crocetta, in questi tre anni e mezzo che diventeranno quattro, cambiava assessori (dalla Valenti a Leotta causa rimpasto politico, da Leotta a Pistorio a causa delle difficoltà stradali dell'assessore dimissionario, da Pistorio a Lantieri per l'ennesima 'giunta della svolta'), crollava tutto. Crollavano le strade, senza i soldi per la manutenzione. Soldi che venivano solo in parte, in minima parte, allocati nei bilanci, salvo poi essere utilizzate (le stesse, identiche somme) per garantire gli stipendi. Intanto, senza soldi i portatori di handicap non erano nemmeno nelle condizioni di andare a scuola. Scuole che a loro volta non avevano un euro per la manutenzione minima. Un disastro. Dovuto proprio ai ritardi di un governo incapace di andare oltre lo slogan in Rai, e di portare a termine qualcosa di concreto. Una legge. Senza quella, infatti, la Sicilia è finita fuori dalla ripartizione che lo Stato ha compiuto per le Regioni. Alla Sicilia non è toccato nulla. E così, la situazione economico-finanziaria degli enti è diventata così grave che persino un paio dei commissari scelti da Crocetta hanno deciso di dimettersi: "Qua non c'è niente da fare".
Ma sul disastro delle Province, ecco solo giochi di potere e di vanità. Quelli, ad esempio, che hanno spinto Crocetta, in questi anni, a piazzare lì, come se fosse il signore assoluto di quelle contee, amici e fedelissimi. Da quell'Antonio Ingroia inviato a Trapani e stoppato dall'Autorità anticorruzione per "cumulo di cariche", al suo capo di gabinetto Giulio Guagliano inviato a Caltanissetta in modo che si sapesse "nella mia provincia a chi fa riferimento il Commissario".
Una vergogna durata tre anni e mezzo e che ne durerà almeno quattro. E come spesso è accaduto in questi anni, dopo aver fatto il "grosso" del lavoro (ossia del disastro), Crocetta ha lasciato ai suoi alleati il compito di completare l'opera, di piazzare la celebre ciliegia sull'apice di questa torta triste. La scelta dell'Assemblea regionale di rinviare le elezioni di altri quattro mesi, dopo averne fissato la data già in clamoroso ritardo, aggrappandosi ad apparenti problemi tecnici che ovviamente, in appena tre anni e dopo aver concluso una semplice "ricopiatura in bella" di una legge fatta da altri nessuno aveva previsto, per nascondere il problema vero, che è tutto politico, è l'ultimo sfregio ai siciliani. Ai quali è stato tolto il voto, le strade, le scuole. E ai quali resta in mano l'ennesima pagliacciata della maggioranza, e qualche commissario stanco, simbolo di questo tramonto. Di questa legislatura di fallimenti.
Sicilia24h
Aggiudicata gara per la manutenzione
ordinaria delle strade provinciali
Continua senza soste l'attività
dell'Ufficio Gare del Libero Consorzio Comunale, che ha
aggiudicato stamani in via provvisoria un appalto relativo
all'accordo quadro per la manutenzione ordinaria e pronto
intervento sulle strade provinciali (anno 2016). La gara,
dell'importo di 140.600,00 euro e alla quale sono state ammesse a
partecipare 186 imprese, è stata aggiudicata provvisoriamente
all'impresa S.T.E.C COSTRUZIONI SRL con sede a Paternò (CT) che
ha offerto un ribasso del 22,7316% sui prezzi unitari. Seconda in
graduatoria è risultata l'impresa GRASSO COSTRUZIONI GENERALI con
sede a Vallelunga Pratameno (CL) che ha offerto il ribasso del
22,5164%.L'aggiudicazione definitiva avrà
luogo solo dopo le necessarie verifiche tecniche effettuate dai
funzionari del Libero Consorzio, in modo da garantire l'effettuazione
degli interventi di manutenzione su una rete viaria assai lunga e
complessa, e per la quale sarebbero necessarie risorse finanziarie
di ben altra consistenza, piuttosto che quelle attuali, esigue e
sottoposte anno dopo anno a drastici tagli.
Non si ferma comunque per questo
l'impegno del Libero Consorzio Comunale per migliorare la difficile
situazione della viabilità interna, già messa a dura prova dalle
prime piogge autunnali. Non si ferma nemmeno l'impegno dell'Ufficio
Gare del Libero Consorzio Comunale, che oltre all'attività
ordinaria gestisce anche gli appalti dei Comuni della provincia di
Agrigento in qualità di Stazione Unica Appaltante ai sensi del
Decreto Legislativo n. 163/2006, che obbliga i Comuni non capoluogo
alla convenzione con l'Ufficio Gare del Libero Consorzio Comunale
per l'affidamento di beni e servizi.
Pubblicato all'albo pretorio il bando
per la seconda edizione del concorso "Scopri-Tarta" riservato
alle scuole
E' stato pubblicato stamani all'albo
pretorio on line e nella sezione "Primo piano" del sito internet
www.provincia.agrigento.it del Libero Consorzio Comunale, e sul sito
del progetto Tartalife www.tartalife.eu, il bando-concorso
"Scopritarta", giunto alla seconda edizione e riservato alle
scuole primarie e secondarie di primo grado di tutta la Sicilia. Si
tratta di una tappa del programma di educazione ambientale previsto
dall'azione E3 del progetto comunitario LIFE "Tartalife -
Riduzione della mortalità della tartaruga marina nelle attività di
pesca professionale" (LIFE12 NAT/IT/000937), il cui coordinamento
per la Sicilia è stato affidato al Libero Consorzio allo scopo di
informare e sensibilizzare gli studenti siciliani sui gravi problemi
di conservazione che affliggono la popolazione mediterranea di
Tartaruga marina Caretta caretta, legati, tra gli altri, alla pesca
professionale, responsabile di oltre 130.000 catture accidentali
all'anno e di un'elevata mortalità che sta mettendo a rischio la
sopravvivenza della specie, considerata fortemente minacciata di
estinzione in tutto il suo areale di distribuzione.
Il programma del concorso, che nella
scorsa edizione ha riscosso un notevole successo con l'adesione di
oltre 100 classi delle scuole di primo grado di tutta la Sicilia,
giunge dunque al secondo e ultimo anno di attuazione. Il percorso
didattico prevede anche la distribuzione alle classi partecipanti dei
TARTAKIT, contenenti un manuale dedicato agli insegnanti, un
manifesto dedicato al progetto e il gioco da tavolo "Tartagame"
completo di istruzioni, tutti ideati ed elaborati dal Settore
Ambiente del Libero Consorzio.
Possono partecipare le classi terza,
quarta e quinta della Scuola Primaria e le classi prima, seconda e
terza della Scuola Secondaria di Primo Grado di tutta la Sicilia.
Anche per questa edizione è prevista una giornata di approfondimento
in ogni provincia riservata ai docenti che parteciperanno al concorso
e l'attivazione di un help desk che fornirà informazioni e
supporto didattico agli insegnanti.
Il concorso avrà modalità di
svolgimento leggermente differenti rispetto alla prima edizione,
prevedendo un percorso nel quale i ragazzi sono direttamente
protagonisti, con una partecipazione collettiva (un solo elaborato
per classe o gruppo di lavoro) e secondo modalità meglio specificate
nel bando.
Il bando è stato trasmesso anche a
tutti gli Uffici Scolastici Provinciali della Sicilia e all'Ufficio
Scolastico Regionale, in modo da coinvolgere un elevato numero di
istituti.
Le adesioni delle scuole dovranno
pervenire al Settore Territorio e Ambiente del Libero Consorzio
Comunale di Agrigento, Piazza Aldo Moro, 1, 92100 Agrigento entro il
15 dicembre 2016, secondo le modalità indicate nell'avviso.
Scrivolibero
Quei pasticci chiamati Liberi Consorzi:
elezioni rinviate
Regioni ed Enti Locali0 "Forse".
Usare l'avverbio questa volta è d'obbligo. Sì perchè dopo
quasi quattro anni sembra ancora non finire l'interminabile storia
sulle ex Province Regionali in Sicilia.
Tutto, sulla carta, si sarebbe dovuto
concludere il 20 novembre, con le elezioni che avrebbero dovuto dare
un nuovo assetto ai Liberi Consorzi in Sicilia. Ed invece? Ecco
pronto un nuovo rinvio: si voterà il 26 febbraio. Niente elezioni
dunque, a breve, per Liberi consorzi e Città metropolitane. L'Ars,
con 41 voti a favore, 12 contrari e 7 astenuti ha approvato la norma
che rinvia al 2017 le elezioni. La norma è stata approvata dopo
essere arrivata in aula sotto forma di emendamento al ddl sul
"Garante per la Famiglia" (votata come autonomo disegno di legge
"Norme transitorie in materia di elezioni di area vasta" ndr). Il
motivo? Un problema tecnico legato ai comuni che, fra nuova e vecchia
legge, avrebbe potuto determinare un peso differente; ovvero dal
momento che alcuni sono andati al voto con la vecchia legge
elettorale ed altri più recentemente con la nuova legge (che ha
previsto la riduzione dei consiglieri ndr) si sarebbe potuto
determinare un numero differente di rappresentanti.
Quasi quattro anni in cui, dopo i
proclami del governatore Rosario Crocetta, sembra davvero non essere
cambiato nulla. Anni in cui i Commissari, chiamati a reggere gli Enti
in attesa delle elezioni, hanno dovuto amministrare (?) organi
lasciti privi di ogni potere. Negli anni non sono infatti mancate
polemiche e diatribe su ciò che resta delle ex province. Ciò che
oggi si vede sono solo "palazzi" di governo vuoti, dove la tanto
attesa e rivoluzionaria riforma annunciata da Crocetta nel salotto di
Rai uno de "L'Arena" non ha portato ancora a partorire
quell'organo che, forse, oggi non avrebbe più alcuna natura
d'esistere.
Sono stati anni in cui molti passi
indietro sono stati fatti. La Sicilia doveva essere "culla" di
una riforma poi attuata dal decreto "Delrio", ed invece ad oggi
quello che resta è solo un "giocattolo" sul quale potere
costruire e distruggere.
Livesicilia
Quattro anni di flop e commissari
È la buffonata delle Province
di Accursio Sabella
Elezioni a fine febbraio, quando
si celebrerà il quarto anniversario dell'annuncio di Crocetta da
Giletti: "Abbiamo abolito l'ente".
PALERMO - Una buffonata durata quattro
anni. Il prossimo 26 febbraio si voterà (forse) per l'elezione degli
organi delle ex Province siciliane. Una settimana dopo, ricorrerà il
quarto anniversario dell'annuncio di Crocetta all'Arena di Giletti:
"Aboliremo quegli enti". Una promessa che fu rilanciata il 19
marzo sempre del 2013, quando l'Ars si limitò a cambiare il nome in
"Liberi consorzi", a cacciare le giunte e i consigli eletti dai
cittadini e a sostituire gli organi democraticamente eletti con
Commissari fedeli al governatore.
Da allora, per intenderci, non è
cambiato nulla. O meglio, non è stato compiuto un passo in avanti.
Ma molti, moltissimi indietro. Perché la riforma delle Province,
quella lanciata sulla rete ammiraglia della Rai, di fronte a milioni
di italiani, non è mai stata compiuta. Un governo fatto di una
quarantina di assessori che si sono avvicendati solo per logiche di
partito e di fazione, non ha mai concluso quella riforma. Al punto da
dovere, grottescamente, sottoscrivere l'impegno - contenuto
nell'altro accordo capestro con lo Stato sulla revisione dello
Statuto siciliano - di applicare in Sicilia, e totalmente, la
riforma nazionale, la legge "Delrio".
E allora, a che è servito
quell'annuncio nella trasmissione di Rai uno? A nulla. E a nessuno.
Anzi, a qualcosa e a qualcuno. Al governo regionale in carica, ad
esempio, che si è "preso", senza passare dalle elezioni di
questi enti, il controllo di istituzioni che spesso hanno recitato un
ruolo chiave in altre "partite" per il potere. Basti pensare agli
effetti sulla scelta degli amministratori degli aeroporti siciliani,
dove i "voti" sono giunti appunto da commissari di Crocetta,
delle ex Province, appunto, ma anche delle Camere di Commercio.
A cosa è servito, allora, quel bluff?
Certamente a dare una spinta alla retorica della rivoluzione, dove in
tanti - anche noi giornalisti - sono caduti. In quei giorni,
persino il Movimento cinque stelle brindava con Crocetta a
quell'annuncio. Senza comprendere che quello era solo l'inizio di un
disastro.
Perché in realtà, la riforma questo
governo non l'ha mai fatta davvero. Non è mai stato capace, insomma,
di costruire un impianto normativo che prevedesse il trasferimento di
funzioni e costi, che disegnasse il futuro del personale degli enti.
Ai quali l'assemblea regionale, ieri, ha regalato altri quattro mesi
di incertezza, di timori. E mentre Crocetta, in questi tre anni e
mezzo che diventeranno quattro, cambiava assessori (dalla Valenti a
Leotta causa rimpasto politico, da Leotta a Pistorio a causa delle
difficoltà stradali dell'assessore dimissionario, da Pistorio a
Lantieri per l'ennesima 'giunta della svolta'), crollava tutto.
Crollavano le strade, senza i soldi per la manutenzione. Soldi che
venivano solo in parte, in minima parte, allocati nei bilanci, salvo
poi essere utilizzate (le stesse, identiche somme) per garantire gli
stipendi. Intanto, senza soldi i portatori di handicap non erano
nemmeno nelle condizioni di andare a scuola. Scuole che a loro volta
non avevano un euro per la manutenzione minima. Un disastro. Dovuto
proprio ai ritardi di un governo incapace di andare oltre lo slogan
in Rai, e di portare a termine qualcosa di concreto. Una legge. Senza
quella, infatti, la Sicilia è finita fuori dalla ripartizione che lo
Stato ha compiuto per le Regioni. Alla Sicilia non è toccato nulla.
E così, la situazione economico-finanziaria degli enti è diventata
così grave che persino un paio dei commissari scelti da Crocetta
hanno deciso di dimettersi: "Qua non c'è niente da fare".
Ma sul disastro delle Province, ecco
solo giochi di potere e di vanità. Quelli, ad esempio, che hanno
spinto Crocetta, in questi anni, a piazzare lì, come se fosse il
signore assoluto di quelle contee, amici e fedelissimi. Da
quell'Antonio Ingroia inviato a Trapani e stoppato dall'Autorità
anticorruzione per "cumulo di cariche", al suo capo di gabinetto
Giulio Guagliano inviato a Caltanissetta in modo che si sapesse
"nella mia provincia a chi fa riferimento il Commissario".
Una vergogna durata tre anni e mezzo e
che ne durerà almeno quattro. E come spesso è accaduto in questi
anni, dopo aver fatto il "grosso" del lavoro (ossia del
disastro), Crocetta ha lasciato ai suoi alleati il compito di
completare l'opera, di piazzare la celebre ciliegia sull'apice di
questa torta triste. La scelta dell'Assemblea regionale di rinviare
le elezioni di altri quattro mesi, dopo averne fissato la data già
in clamoroso ritardo, aggrappandosi ad apparenti problemi tecnici che
ovviamente, in appena tre anni e dopo aver concluso una semplice
"ricopiatura in bella" di una legge fatta da altri nessuno aveva
previsto, per nascondere il problema vero, che è tutto politico, è
l'ultimo sfregio ai siciliani. Ai quali è stato tolto il voto, le
strade, le scuole. E ai quali resta in mano l'ennesima pagliacciata
della maggioranza, e qualche commissario stanco, simbolo di questo
tramonto. Di questa legislatura di fallimenti.
Regione
Il voto per le ex Province, Crocetta:
"Governo non chiederà il rinvio"
Il governatore: "L'esecutivo non
presenterà alcuna proposta per rimandare le elezioni".
PALERMO - "Il governo non
presenterà alcuna proposta per il rinvio delle elezioni nei Liberi
consorzi". Lo dice in una nota il presidente della Regione
Siciliana, Rosario Crocetta, intervenendo sulla questione relativa al
rinvio delle elezioni dei liberi consorzi, basata sul fatto che il
metodo di calcolo per l'attribuzione dei voti ai consigli comunali,
prevista da legge Delirio, potrebbe creare una ponderazione diversa
per i consigli comunali eletti dopo la riduzione decisa, con legge
regionale, del numero dei consiglieri".
"Credo che il dipartimento enti
locali - dice Crocetta - possa chiedere una direttiva al Ministero
per allineare la ponderazione del voto, senza per questo rinviare.
D'altra parte non può essere il governo a proporre la legge, quando
l'esigenza viene avvertita da alcuni gruppi parlamentari. Se si vuole
modificare la legge e si deve pertanto procedere al rinvio, le
proposte di modifica devono essere presentate dall'aula. In atto, -
aggiunge il governatore - ci sembra di capire che non tutte le forze
politiche siano concordi e l'esecutivo non vuole apparire come il
governo che rinvia continuamente tali elezioni per gestire il tutto
con strutture commissariali. Il governo, ovviamente, - conclude
Crocetta - si rimetterà al volere dell'aula in caso di modifiche
presentate dal Parlamento".
Ansa Sicilia
Sì Ars a rinvio voto Liberi consorzi
Consultazioni rimandate al 26 febbraio
2017
(ANSA) - PALERMO, 26 OTT - Con 41 voti
a favore, 12 contrari e 7 astenuti l'Ars ha approvato la norma che
rinvia al 26 febbraio 2017 le elezioni per gli organismi di Liberi
consorzi di comuni e Città metropolitane, che erano già state
indette per il prossimo 20 novembre. La norma, che è arrivata in
aula sotto forma di emendamento al ddl sul Garante per la Famiglia, è
stata stralciata e votata come autonomo disegno di legge "Norme
transitorie in materia di elezioni di area vasta". Ieri in aula
il presidente della commissione Affari istituzionali Salvatore Cascio
aveva detto che il motivo del rinvio è stato determinato da un
problema tecnico legato ai comuni che, pur avendo lo stesso "peso
ponderato" avrebbero avuto un numero differente di
rappresentanti negli organismi degli enti di area vasta, dal momento
che alcuni sono andati al voto con la vecchia legge elettorale ed
altri - nella ultima tornata - con la nuova legge che ha ridotto i
consiglieri.
LA SICILIA
RESTA IL SAPORE DELLA BURLA
Lillo Miceli
Non c'è più vergogna né senso del
ridicolo tra i banchi di Sala d'Ercole.
Il rinvio aI 26 febbraio del 2017 delle
elezioni di secondo livello nei Liberi consorzi comunali e nelle
Città metropolitane, francamente, ha il sapore della burla. Lunedì
prossimo sarebbero scaduti termini per la presentazione del le liste
e solo in extremis, chi la legge 'aveva già votata la scorsa
estate, si è reso conto che con la norma in vigore si sarebbero
create disparità. Un legislatore accorto avrebbe dovuto sapere che
in alcuni comuni si era già lavorato con la norma che riduce i
consiglieri e che presumibilmente il voto ponderato avrebbe potuto
creare delle alterazioni nella rappresentanza. Ma è così?
L'inghippo sarèbbe appunto il voto
ponderato che si utilizza nelle elezioni di secondo tipo in cui
votano soltanto consiglieri comunali ed i sindaci. Una vicenda che
riguarda solo la "casta". Già le vecchie province non godevano
dì buona fama, immaginarsi adesso i Liberi consorzi e le Città
metropolitane. A pagar ne le spese saranno i dipendenti che rimangono
nel limbo, gli alunni disabili che dovranno continuare a dipende re
dai finanziamenti a sin ghiozzo, i precari che dal 31 dicembre non
potranno avere rinnovato il contratto, Il presi dente dell'Ars,
Ardizzone di fronte alla richiesta dell'Assemblea non ha potuto
fare altro che mettere a norma in votazione. Però, di fronte al
resto d'Italia classe politica regionale non farà una bella
figura. E' da mettere in conto l'ilarità che susciterà questo
rinvio in coloro che non spettano altro che sparare ad altro che
sparare a zero contro la Sicilia. La prima Regione ad avere abolito
le province, perché non previste dallo Statuto speciale, la più
pasticciona nel dare forma e sostanza ai nuovi enti intermedi.
Una pessima figura anche nei confronti
del governo nazionale che aveva dato credito alla Regione siciliana
per la riforma che aveva messo in campo e che rischia di rimanere nel
guado. Forse non ha tutti i torti chi già prefigura che queste
elezioni non si fa ranno mai. E non per i tecnicismi che sono stati
sollevati, ma perché le forze politiche che sostengono il governo
Crocetta, difficilmente si metteranno d'accordo.
LA STRADA CHE COLLEGA RAVANUSA A
CAMPOBELLO DI LICATA
Ponte pericoloso, cominciati i lavori
sulla strada statale 123
RAVANUSA/CAMPOBELLO DI LICATA. Un
impianto semaforico è stato installato lungo la strada statale 123,
che collega Ravanusa a Licata, a seguito dell'apertura di un
cantiere. I lavori riguardano la sistemazione di un ponticello
pericolante presente in loco. Una situazione insostenibile per gli
automobilisti, considerato che la Ss 123 è divenuta un'arteria
principale che collega i due centri cittadini di Ravanusa e
Campobello di Licata a Licata alla luce del fatto che ancora oggi il
viadotto Petrulla è chiuso da due anni e che la consegna a causa
delle due campate che sono state considerate "malate" dovranno
essere rifatte.
Un'attenzione particolare sulla
statale 123 viene rivolta dai due sindaci di Ravanusa, Carmelo
D'Angelo, e Campobello di Licata, Giovanni Picone.
Sempre nelle scorse ore sono stati
rimossi anche i detriti presenti lungo la Ss123 che avevano invaso la
carreggiata a seguito del le piogge dei giorni scorsi. I lavori
continueranno ininterrottamente su questa arteria, ripristinando e
mettendola in sicurezza. Ieri, a causa dell'alternanza semaforica,
si sono registrati rallentamenti e lunghe file per gli automobilisti
che dovevano recarsi a Licata e nell'Hinterland agrigentino.
«Sono fiducioso - spiega il sindaco
Carmelo D'Angelo - che questi lavori di messa in sicurezza de
statale 123 verranno effettuati celermente ai fine di dare un'arteria
alternativa adeguata al traffico veicolare, che consenta di
raggiungere Licata nel breve tempo possibile. Nelle prossime ore sarò
in loco per effettuare un sopralluogo e vedere a che punto sono i
suddetti lavori».
Questi sono lavori che potranno dare
risposte concrete alla sicurezza del transito attraverso una
manutenzione che quest'arteria aspettava da tempo. E' stato un
anno infausto per la viabilità provinciale a causa dei numerosi
smottamenti che hanno colpito il territorio. L'intervento sulla
statale 123 si è reso necessario per alcuni cedimenti.
CARMELO SCIANGULA