/ Rassegna stampa » 2016 » Ottobre » 27 » rassegna stampa del 27 ottobre 2016
 

rassegna stampa del 27 ottobre 2016

cronache parlamentari.it

Ex Province, Ars approva rinvio elezioni
Si terranno tra l'1 dicembre e il 26 febbraio
L'Ars ha approvato con 41 favorevoli, 12 contrari e 7 astenuti una norma che rinvia le elezioni delle ex Province, oggi Liberi Consorzi e Città Metropolitane ad un periodo compreso tra il primo dicembre 2016 e il 26 febbraio 2017. Le elezioni invece si sarebbero dovute tenere invece il prossimo 20 novembre. Al momento del voto i deputati di Forza Italia sono usciti dall'aula in segno di protesta.
La norma era finita in aula oggi con urgenza massima grazie ad una delibera della conferenza dei capigruppo che si è tenuta poco prima della seduta di Sala d'Ercole. Il rinvio delle elezioni si rende necessario, secondo la maggioranza, per un problema tecnico che è stato illustrato ieri in aula dal presidente della commissione Affari istituzionali all'Ars Salvatore Cascio: "vi è un disallineamento - aveva detto - tra i consigli comunali eletti nell'ultima tornata elettorale e quelli eletti precedentemente. In pratica vi sono Comuni che a parità di peso ponderato hanno un numero differente di consiglieri comunali: alcuni ne hanno 30 e altri con lo stesso peso ponderato ne hanno 24 perché sono andati al voto con la nuova legge elettorale per gli enti locali". Da qui la norma che, oltre a prevedere il rinvio, "aggiusta" la norma precedentemente approvata all'Ars. Norma che oggi in aula è stato a lungo contestata in primis dal capogruppo di Forza Italia Marco Falcone, il quale ha proposto di mettere al voto la delibera della conferenza dei capigruppo e quindi di non trattare questa norma. La proposta di Falcone, tuttavia, seppure appoggiata dai Cinquestelle, è stata bocciata per per alzata e seduta.
Durante i lavori d'aula, presieduti dal presidente dell'Ars Giovani Ardizzone, è stato rinviato in Commissione per approfondimenti il disegno di legge che istituisce il garante regionale della famiglia. Il rinvio in Commissione è stato chiesto dal M5S, dal Pd e avallata dallo stesso relatore del tetso Franco Rinaldi (Fi).
L'aula è stata rinviata a giovedì 3 novembre alle 16 con all'ordine del giorno diversi disegni di legge: "norme in materia di panificazione", "revisione della normativa di assegnazione dei lotti nelle aree industriali da destinare ad attività commerciali", "valorizzazione del demanio trazzerale", ma anche il "codice etico per gli eletti a cariche pubbliche", già incardinato e per il quale lunedì 31 scade il termine per la presentazione degli emendamenti.

Livesicilia

Quattro anni di flop e commissari
È la buffonata delle Province
di Accursio Sabella
PALERMO - Una buffonata durata quattro anni. Il prossimo 26 febbraio si voterà (forse) per l'elezione degli organi delle ex Province siciliane. Una settimana dopo, ricorrerà il quarto anniversario dell'annuncio di Crocetta all'Arena di Giletti: "Aboliremo quegli enti". Una promessa che fu rilanciata il 19 marzo sempre del 2013, quando l'Ars si limitò a cambiare il nome in "Liberi consorzi", a cacciare le giunte e i consigli eletti dai cittadini e a sostituire gli organi democraticamente eletti con Commissari fedeli al governatore.
Da allora, per intenderci, non è cambiato nulla. O meglio, non è stato compiuto un passo in avanti. Ma molti, moltissimi indietro. Perché la riforma delle Province, quella lanciata sulla rete ammiraglia della Rai, di fronte a milioni di italiani, non è mai stata compiuta. Un governo fatto di una quarantina di assessori che si sono avvicendati solo per logiche di partito e di fazione, non ha mai concluso quella riforma. Al punto da dovere, grottescamente, sottoscrivere l'impegno - contenuto nell'altro accordo capestro con lo Stato sulla revisione dello Statuto siciliano - di applicare in Sicilia, e totalmente, la riforma nazionale, la legge "Delrio".
E allora, a che è servito quell'annuncio nella trasmissione di Rai uno? A nulla. E a nessuno. Anzi, a qualcosa e a qualcuno. Al governo regionale in carica, ad esempio, che si è "preso", senza passare dalle elezioni di questi enti, il controllo di istituzioni che spesso hanno recitato un ruolo chiave in altre "partite" per il potere. Basti pensare agli effetti sulla scelta degli amministratori degli aeroporti siciliani, dove i "voti" sono giunti appunto da commissari di Crocetta, delle ex Province, appunto, ma anche delle Camere di Commercio.
A cosa è servito, allora, quel bluff? Certamente a dare una spinta alla retorica della rivoluzione, dove in tanti - anche noi giornalisti - sono caduti. In quei giorni, persino il Movimento cinque stelle brindava con Crocetta a quell'annuncio. Senza comprendere che quello era solo l'inizio di un disastro.
Perché in realtà, la riforma questo governo non l'ha mai fatta davvero. Non è mai stato capace, insomma, di costruire un impianto normativo che prevedesse il trasferimento di funzioni e costi, che disegnasse il futuro del personale degli enti. Ai quali l'assemblea regionale, ieri, ha regalato altri quattro mesi di incertezza, di timori. E mentre Crocetta, in questi tre anni e mezzo che diventeranno quattro, cambiava assessori (dalla Valenti a Leotta causa rimpasto politico, da Leotta a Pistorio a causa delle difficoltà stradali dell'assessore dimissionario, da Pistorio a Lantieri per l'ennesima 'giunta della svolta'), crollava tutto. Crollavano le strade, senza i soldi per la manutenzione. Soldi che venivano solo in parte, in minima parte, allocati nei bilanci, salvo poi essere utilizzate (le stesse, identiche somme) per garantire gli stipendi. Intanto, senza soldi i portatori di handicap non erano nemmeno nelle condizioni di andare a scuola. Scuole che a loro volta non avevano un euro per la manutenzione minima. Un disastro. Dovuto proprio ai ritardi di un governo incapace di andare oltre lo slogan in Rai, e di portare a termine qualcosa di concreto. Una legge. Senza quella, infatti, la Sicilia è finita fuori dalla ripartizione che lo Stato ha compiuto per le Regioni. Alla Sicilia non è toccato nulla. E così, la situazione economico-finanziaria degli enti è diventata così grave che persino un paio dei commissari scelti da Crocetta hanno deciso di dimettersi: "Qua non c'è niente da fare".
Ma sul disastro delle Province, ecco solo giochi di potere e di vanità. Quelli, ad esempio, che hanno spinto Crocetta, in questi anni, a piazzare lì, come se fosse il signore assoluto di quelle contee, amici e fedelissimi. Da quell'Antonio Ingroia inviato a Trapani e stoppato dall'Autorità anticorruzione per "cumulo di cariche", al suo capo di gabinetto Giulio Guagliano inviato a Caltanissetta in modo che si sapesse "nella mia provincia a chi fa riferimento il Commissario".
Una vergogna durata tre anni e mezzo e che ne durerà almeno quattro. E come spesso è accaduto in questi anni, dopo aver fatto il "grosso" del lavoro (ossia del disastro), Crocetta ha lasciato ai suoi alleati il compito di completare l'opera, di piazzare la celebre ciliegia sull'apice di questa torta triste. La scelta dell'Assemblea regionale di rinviare le elezioni di altri quattro mesi, dopo averne fissato la data già in clamoroso ritardo, aggrappandosi ad apparenti problemi tecnici che ovviamente, in appena tre anni e dopo aver concluso una semplice "ricopiatura in bella" di una legge fatta da altri nessuno aveva previsto, per nascondere il problema vero, che è tutto politico, è l'ultimo sfregio ai siciliani. Ai quali è stato tolto il voto, le strade, le scuole. E ai quali resta in mano l'ennesima pagliacciata della maggioranza, e qualche commissario stanco, simbolo di questo tramonto. Di questa legislatura di fallimenti.

Sicilia24h

Aggiudicata gara per la manutenzione ordinaria delle strade provinciali
Continua senza soste l'attività dell'Ufficio Gare del Libero Consorzio Comunale, che ha aggiudicato stamani in via provvisoria un appalto relativo all'accordo quadro per la manutenzione ordinaria e pronto intervento sulle strade provinciali (anno 2016). La gara, dell'importo di 140.600,00 euro e alla quale sono state ammesse a partecipare 186 imprese, è stata aggiudicata provvisoriamente all'impresa S.T.E.C COSTRUZIONI SRL con sede a Paternò (CT) che ha offerto un ribasso del 22,7316% sui prezzi unitari. Seconda in graduatoria è risultata l'impresa GRASSO COSTRUZIONI GENERALI con sede a Vallelunga Pratameno (CL) che ha offerto il ribasso del 22,5164%.L'aggiudicazione definitiva avrà luogo solo dopo le necessarie verifiche tecniche effettuate dai funzionari del Libero Consorzio, in modo da garantire l'effettuazione degli interventi di manutenzione su una rete viaria assai lunga e complessa, e per la quale sarebbero necessarie risorse finanziarie di ben altra consistenza, piuttosto che quelle attuali, esigue e sottoposte anno dopo anno a drastici tagli.
Non si ferma comunque per questo l'impegno del Libero Consorzio Comunale per migliorare la difficile situazione della viabilità interna, già messa a dura prova dalle prime piogge autunnali. Non si ferma nemmeno l'impegno dell'Ufficio Gare del Libero Consorzio Comunale, che oltre all'attività ordinaria gestisce anche gli appalti dei Comuni della provincia di Agrigento in qualità di Stazione Unica Appaltante ai sensi del Decreto Legislativo n. 163/2006, che obbliga i Comuni non capoluogo alla convenzione con l'Ufficio Gare del Libero Consorzio Comunale per l'affidamento di beni e servizi.

Pubblicato all'albo pretorio il bando per la seconda edizione del concorso "Scopri-Tarta" riservato alle scuole
E' stato pubblicato stamani all'albo pretorio on line e nella sezione "Primo piano" del sito internet www.provincia.agrigento.it del Libero Consorzio Comunale, e sul sito del progetto Tartalife www.tartalife.eu, il bando-concorso "Scopritarta", giunto alla seconda edizione e riservato alle scuole primarie e secondarie di primo grado di tutta la Sicilia. Si tratta di una tappa del programma di educazione ambientale previsto dall'azione E3 del progetto comunitario LIFE "Tartalife - Riduzione della mortalità della tartaruga marina nelle attività di pesca professionale" (LIFE12 NAT/IT/000937), il cui coordinamento per la Sicilia è stato affidato al Libero Consorzio allo scopo di informare e sensibilizzare gli studenti siciliani sui gravi problemi di conservazione che affliggono la popolazione mediterranea di Tartaruga marina Caretta caretta, legati, tra gli altri, alla pesca professionale, responsabile di oltre 130.000 catture accidentali all'anno e di un'elevata mortalità che sta mettendo a rischio la sopravvivenza della specie, considerata fortemente minacciata di estinzione in tutto il suo areale di distribuzione. Il programma del concorso, che nella scorsa edizione ha riscosso un notevole successo con l'adesione di oltre 100 classi delle scuole di primo grado di tutta la Sicilia, giunge dunque al secondo e ultimo anno di attuazione. Il percorso didattico prevede anche la distribuzione alle classi partecipanti dei TARTAKIT, contenenti un manuale dedicato agli insegnanti, un manifesto dedicato al progetto e il gioco da tavolo "Tartagame" completo di istruzioni, tutti ideati ed elaborati dal Settore Ambiente del Libero Consorzio.
Possono partecipare le classi terza, quarta e quinta della Scuola Primaria e le classi prima, seconda e terza della Scuola Secondaria di Primo Grado di tutta la Sicilia. Anche per questa edizione è prevista una giornata di approfondimento in ogni provincia riservata ai docenti che parteciperanno al concorso e l'attivazione di un help desk che fornirà informazioni e supporto didattico agli insegnanti.
Il concorso avrà modalità di svolgimento leggermente differenti rispetto alla prima edizione, prevedendo un percorso nel quale i ragazzi sono direttamente protagonisti, con una partecipazione collettiva (un solo elaborato per classe o gruppo di lavoro) e secondo modalità meglio specificate nel bando.
Il bando è stato trasmesso anche a tutti gli Uffici Scolastici Provinciali della Sicilia e all'Ufficio Scolastico Regionale, in modo da coinvolgere un elevato numero di istituti.
Le adesioni delle scuole dovranno pervenire al Settore Territorio e Ambiente del Libero Consorzio Comunale di Agrigento, Piazza Aldo Moro, 1, 92100 Agrigento entro il 15 dicembre 2016, secondo le modalità indicate nell'avviso.

Scrivolibero

Quei pasticci chiamati Liberi Consorzi: elezioni rinviate
Regioni ed Enti Locali0 "Forse". Usare l'avverbio questa volta è d'obbligo. Sì perchè dopo quasi quattro anni sembra ancora non finire l'interminabile storia sulle ex Province Regionali in Sicilia.
Tutto, sulla carta, si sarebbe dovuto concludere il 20 novembre, con le elezioni che avrebbero dovuto dare un nuovo assetto ai Liberi Consorzi in Sicilia. Ed invece? Ecco pronto un nuovo rinvio: si voterà il 26 febbraio. Niente elezioni dunque, a breve, per Liberi consorzi e Città metropolitane. L'Ars, con 41 voti a favore, 12 contrari e 7 astenuti ha approvato la norma che rinvia al 2017 le elezioni. La norma è stata approvata dopo essere arrivata in aula sotto forma di emendamento al ddl sul "Garante per la Famiglia" (votata come autonomo disegno di legge "Norme transitorie in materia di elezioni di area vasta" ndr). Il motivo? Un problema tecnico legato ai comuni che, fra nuova e vecchia legge, avrebbe potuto determinare un peso differente; ovvero dal momento che alcuni sono andati al voto con la vecchia legge elettorale ed altri più recentemente con la nuova legge (che ha previsto la riduzione dei consiglieri ndr) si sarebbe potuto determinare un numero differente di rappresentanti.
Quasi quattro anni in cui, dopo i proclami del governatore Rosario Crocetta, sembra davvero non essere cambiato nulla. Anni in cui i Commissari, chiamati a reggere gli Enti in attesa delle elezioni, hanno dovuto amministrare (?) organi lasciti privi di ogni potere. Negli anni non sono infatti mancate polemiche e diatribe su ciò che resta delle ex province. Ciò che oggi si vede sono solo "palazzi" di governo vuoti, dove la tanto attesa e rivoluzionaria riforma annunciata da Crocetta nel salotto di Rai uno de "L'Arena" non ha portato ancora a partorire quell'organo che, forse, oggi non avrebbe più alcuna natura d'esistere.
Sono stati anni in cui molti passi indietro sono stati fatti. La Sicilia doveva essere "culla" di una riforma poi attuata dal decreto "Delrio", ed invece ad oggi quello che resta è solo un "giocattolo" sul quale potere costruire e distruggere.

Livesicilia

Quattro anni di flop e commissari
È la buffonata delle Province
di Accursio Sabella
Elezioni a fine febbraio, quando si celebrerà il quarto anniversario dell'annuncio di Crocetta da Giletti: "Abbiamo abolito l'ente".
PALERMO - Una buffonata durata quattro anni. Il prossimo 26 febbraio si voterà (forse) per l'elezione degli organi delle ex Province siciliane. Una settimana dopo, ricorrerà il quarto anniversario dell'annuncio di Crocetta all'Arena di Giletti: "Aboliremo quegli enti". Una promessa che fu rilanciata il 19 marzo sempre del 2013, quando l'Ars si limitò a cambiare il nome in "Liberi consorzi", a cacciare le giunte e i consigli eletti dai cittadini e a sostituire gli organi democraticamente eletti con Commissari fedeli al governatore.
Da allora, per intenderci, non è cambiato nulla. O meglio, non è stato compiuto un passo in avanti. Ma molti, moltissimi indietro. Perché la riforma delle Province, quella lanciata sulla rete ammiraglia della Rai, di fronte a milioni di italiani, non è mai stata compiuta. Un governo fatto di una quarantina di assessori che si sono avvicendati solo per logiche di partito e di fazione, non ha mai concluso quella riforma. Al punto da dovere, grottescamente, sottoscrivere l'impegno - contenuto nell'altro accordo capestro con lo Stato sulla revisione dello Statuto siciliano - di applicare in Sicilia, e totalmente, la riforma nazionale, la legge "Delrio".
E allora, a che è servito quell'annuncio nella trasmissione di Rai uno? A nulla. E a nessuno. Anzi, a qualcosa e a qualcuno. Al governo regionale in carica, ad esempio, che si è "preso", senza passare dalle elezioni di questi enti, il controllo di istituzioni che spesso hanno recitato un ruolo chiave in altre "partite" per il potere. Basti pensare agli effetti sulla scelta degli amministratori degli aeroporti siciliani, dove i "voti" sono giunti appunto da commissari di Crocetta, delle ex Province, appunto, ma anche delle Camere di Commercio.
A cosa è servito, allora, quel bluff? Certamente a dare una spinta alla retorica della rivoluzione, dove in tanti - anche noi giornalisti - sono caduti. In quei giorni, persino il Movimento cinque stelle brindava con Crocetta a quell'annuncio. Senza comprendere che quello era solo l'inizio di un disastro.
Perché in realtà, la riforma questo governo non l'ha mai fatta davvero. Non è mai stato capace, insomma, di costruire un impianto normativo che prevedesse il trasferimento di funzioni e costi, che disegnasse il futuro del personale degli enti. Ai quali l'assemblea regionale, ieri, ha regalato altri quattro mesi di incertezza, di timori. E mentre Crocetta, in questi tre anni e mezzo che diventeranno quattro, cambiava assessori (dalla Valenti a Leotta causa rimpasto politico, da Leotta a Pistorio a causa delle difficoltà stradali dell'assessore dimissionario, da Pistorio a Lantieri per l'ennesima 'giunta della svolta'), crollava tutto. Crollavano le strade, senza i soldi per la manutenzione. Soldi che venivano solo in parte, in minima parte, allocati nei bilanci, salvo poi essere utilizzate (le stesse, identiche somme) per garantire gli stipendi. Intanto, senza soldi i portatori di handicap non erano nemmeno nelle condizioni di andare a scuola. Scuole che a loro volta non avevano un euro per la manutenzione minima. Un disastro. Dovuto proprio ai ritardi di un governo incapace di andare oltre lo slogan in Rai, e di portare a termine qualcosa di concreto. Una legge. Senza quella, infatti, la Sicilia è finita fuori dalla ripartizione che lo Stato ha compiuto per le Regioni. Alla Sicilia non è toccato nulla. E così, la situazione economico-finanziaria degli enti è diventata così grave che persino un paio dei commissari scelti da Crocetta hanno deciso di dimettersi: "Qua non c'è niente da fare".
Ma sul disastro delle Province, ecco solo giochi di potere e di vanità. Quelli, ad esempio, che hanno spinto Crocetta, in questi anni, a piazzare lì, come se fosse il signore assoluto di quelle contee, amici e fedelissimi. Da quell'Antonio Ingroia inviato a Trapani e stoppato dall'Autorità anticorruzione per "cumulo di cariche", al suo capo di gabinetto Giulio Guagliano inviato a Caltanissetta in modo che si sapesse "nella mia provincia a chi fa riferimento il Commissario".
Una vergogna durata tre anni e mezzo e che ne durerà almeno quattro. E come spesso è accaduto in questi anni, dopo aver fatto il "grosso" del lavoro (ossia del disastro), Crocetta ha lasciato ai suoi alleati il compito di completare l'opera, di piazzare la celebre ciliegia sull'apice di questa torta triste. La scelta dell'Assemblea regionale di rinviare le elezioni di altri quattro mesi, dopo averne fissato la data già in clamoroso ritardo, aggrappandosi ad apparenti problemi tecnici che ovviamente, in appena tre anni e dopo aver concluso una semplice "ricopiatura in bella" di una legge fatta da altri nessuno aveva previsto, per nascondere il problema vero, che è tutto politico, è l'ultimo sfregio ai siciliani. Ai quali è stato tolto il voto, le strade, le scuole. E ai quali resta in mano l'ennesima pagliacciata della maggioranza, e qualche commissario stanco, simbolo di questo tramonto. Di questa legislatura di fallimenti.

Regione
Il voto per le ex Province, Crocetta:
"Governo non chiederà il rinvio"
Il governatore: "L'esecutivo non presenterà alcuna proposta per rimandare le elezioni".
PALERMO - "Il governo non presenterà alcuna proposta per il rinvio delle elezioni nei Liberi consorzi". Lo dice in una nota il presidente della Regione Siciliana, Rosario Crocetta, intervenendo sulla questione relativa al rinvio delle elezioni dei liberi consorzi, basata sul fatto che il metodo di calcolo per l'attribuzione dei voti ai consigli comunali, prevista da legge Delirio, potrebbe creare una ponderazione diversa per i consigli comunali eletti dopo la riduzione decisa, con legge regionale, del numero dei consiglieri".
"Credo che il dipartimento enti locali - dice Crocetta - possa chiedere una direttiva al Ministero per allineare la ponderazione del voto, senza per questo rinviare. D'altra parte non può essere il governo a proporre la legge, quando l'esigenza viene avvertita da alcuni gruppi parlamentari. Se si vuole modificare la legge e si deve pertanto procedere al rinvio, le proposte di modifica devono essere presentate dall'aula. In atto, - aggiunge il governatore - ci sembra di capire che non tutte le forze politiche siano concordi e l'esecutivo non vuole apparire come il governo che rinvia continuamente tali elezioni per gestire il tutto con strutture commissariali. Il governo, ovviamente, - conclude Crocetta - si rimetterà al volere dell'aula in caso di modifiche presentate dal Parlamento".

Ansa Sicilia

Sì Ars a rinvio voto Liberi consorzi
Consultazioni rimandate al 26 febbraio 2017
(ANSA) - PALERMO, 26 OTT - Con 41 voti a favore, 12 contrari e 7 astenuti l'Ars ha approvato la norma che rinvia al 26 febbraio 2017 le elezioni per gli organismi di Liberi consorzi di comuni e Città metropolitane, che erano già state indette per il prossimo 20 novembre. La norma, che è arrivata in aula sotto forma di emendamento al ddl sul Garante per la Famiglia, è stata stralciata e votata come autonomo disegno di legge "Norme transitorie in materia di elezioni di area vasta". Ieri in aula il presidente della commissione Affari istituzionali Salvatore Cascio aveva detto che il motivo del rinvio è stato determinato da un problema tecnico legato ai comuni che, pur avendo lo stesso "peso ponderato" avrebbero avuto un numero differente di rappresentanti negli organismi degli enti di area vasta, dal momento che alcuni sono andati al voto con la vecchia legge elettorale ed altri - nella ultima tornata - con la nuova legge che ha ridotto i consiglieri.

LA SICILIA

RESTA IL SAPORE DELLA BURLA
Lillo Miceli
Non c'è più vergogna né senso del ridicolo tra i banchi di Sala d'Ercole.
Il rinvio aI 26 febbraio del 2017 delle elezioni di secondo livello nei Liberi consorzi comunali e nelle Città metropolitane, francamente, ha il sapore della burla. Lunedì prossimo sarebbero scaduti termini per la presentazione del le liste e solo in extremis, chi la legge 'aveva già votata la scorsa estate, si è reso conto che con la norma in vigore si sarebbero create disparità. Un legislatore accorto avrebbe dovuto sapere che in alcuni comuni si era già lavorato con la norma che riduce i consiglieri e che presumibilmente il voto ponderato avrebbe potuto creare delle alterazioni nella rappresentanza. Ma è così?
L'inghippo sarèbbe appunto il voto ponderato che si utilizza nelle elezioni di secondo tipo in cui votano soltanto consiglieri comunali ed i sindaci. Una vicenda che riguarda solo la "casta". Già le vecchie province non godevano dì buona fama, immaginarsi adesso i Liberi consorzi e le Città metropolitane. A pagar ne le spese saranno i dipendenti che rimangono nel limbo, gli alunni disabili che dovranno continuare a dipende re dai finanziamenti a sin ghiozzo, i precari che dal 31 dicembre non potranno avere rinnovato il contratto, Il presi dente dell'Ars, Ardizzone di fronte alla richiesta dell'Assemblea non ha potuto fare altro che mettere a norma in votazione. Però, di fronte al resto d'Italia classe politica regionale non farà una bella figura. E' da mettere in conto l'ilarità che susciterà questo rinvio in coloro che non spettano altro che sparare ad altro che sparare a zero contro la Sicilia. La prima Regione ad avere abolito le province, perché non previste dallo Statuto speciale, la più pasticciona nel dare forma e sostanza ai nuovi enti intermedi.
Una pessima figura anche nei confronti del governo nazionale che aveva dato credito alla Regione siciliana per la riforma che aveva messo in campo e che rischia di rimanere nel guado. Forse non ha tutti i torti chi già prefigura che queste elezioni non si fa ranno mai. E non per i tecnicismi che sono stati sollevati, ma perché le forze politiche che sostengono il governo Crocetta, difficilmente si metteranno d'accordo.

LA STRADA CHE COLLEGA RAVANUSA A CAMPOBELLO DI LICATA
Ponte pericoloso, cominciati i lavori sulla strada statale 123
RAVANUSA/CAMPOBELLO DI LICATA. Un impianto semaforico è stato installato lungo la strada statale 123, che collega Ravanusa a Licata, a seguito dell'apertura di un cantiere. I lavori riguardano la sistemazione di un ponticello pericolante presente in loco. Una situazione insostenibile per gli automobilisti, considerato che la Ss 123 è divenuta un'arteria principale che collega i due centri cittadini di Ravanusa e Campobello di Licata a Licata alla luce del fatto che ancora oggi il viadotto Petrulla è chiuso da due anni e che la consegna a causa delle due campate che sono state considerate "malate" dovranno essere rifatte.
Un'attenzione particolare sulla statale 123 viene rivolta dai due sindaci di Ravanusa, Carmelo D'Angelo, e Campobello di Licata, Giovanni Picone.
Sempre nelle scorse ore sono stati rimossi anche i detriti presenti lungo la Ss123 che avevano invaso la carreggiata a seguito del le piogge dei giorni scorsi. I lavori continueranno ininterrottamente su questa arteria, ripristinando e mettendola in sicurezza. Ieri, a causa dell'alternanza semaforica, si sono registrati rallentamenti e lunghe file per gli automobilisti che dovevano recarsi a Licata e nell'Hinterland agrigentino.
«Sono fiducioso - spiega il sindaco Carmelo D'Angelo - che questi lavori di messa in sicurezza de statale 123 verranno effettuati celermente ai fine di dare un'arteria alternativa adeguata al traffico veicolare, che consenta di raggiungere Licata nel breve tempo possibile. Nelle prossime ore sarò in loco per effettuare un sopralluogo e vedere a che punto sono i suddetti lavori».
Questi sono lavori che potranno dare risposte concrete alla sicurezza del transito attraverso una manutenzione che quest'arteria aspettava da tempo. E' stato un anno infausto per la viabilità provinciale a causa dei numerosi smottamenti che hanno colpito il territorio. L'intervento sulla statale 123 si è reso necessario per alcuni cedimenti.
CARMELO SCIANGULA

Valuta questo sito: RISPONDI AL QUESTIONARIO