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rassegna stampa del 29, 30 e 31ottobre 2016

Leggioggi

Sicilia. I Comuni in soccorso dei Liberi Consorzi comunali
Massimo Greco
Le contraddizioni dell'ente intermedio in Sicilia sono tali e tanti da riuscire anche a distrarre l'attenzione di coloro che si trovano a condividere il passaggio dall'ex Provincia regionale al libero Consorzio comunale di Enna.
Come pagare gli stipendi anche al personale con contratto a tempo indeterminato?
Oggi che i bilanci delle ex Provincie più piccole (Enna, Caltanissetta, Siracusa ed Agrigento) non consentono più di assicurare il pagamento degli stipendi anche al personale dipendente con contratto a tempo indeterminato, si invoca l'aiuto della Regione e, soprattutto, dello Stato, reo di avere prelevato forzosamente un contributo annuale senza tenere conto dell'esigenza costituzionale di garantire il buon andamento delle funzioni amministrative dalla legge assegnate all'ente intermedio.
Che cosa sfugge?
Ecco il punto che sembra sfuggire ai più. Il libero Consorzio comunale, così come concepito dall'art. 15 dello Statuto siciliano, non è un ente territoriale di governo perché dotato dell'autonomia amministrativa e finanziaria e non anche dell'autonomia politica.
Il libero Consorzio comunale è un ente più vicino all'autonomia funzionale che all'autonomia politica, trattandosi di un ente strumentale dei Comuni chiamati dal legislatore ad esercitare "necessariamente" in modo associato le funzioni amministrative di area vasta. Sia quelle ereditate espressamente dalla legge n. 9/86 che quelle elencate nella novella riforma regionale.
Consorzio comunale: a cosa serve?
In sostanza il libero Consorzio comunale, al netto dell'aggettivo "libero" - in realtà svuotato di reale significato - è uno strumento che appartiene ai Comuni consorziati e non solo ai fini della governance, ma anche ai fini delle connesse responsabilità finanziarie. Il modello consortile degli enti locali (sia quello per la gestione associata dei servizi pubblici locali - consorzio azienda - sia quello di funzioni - consorzio di funzioni -, già noto al nostro ordinamento, ha le sue regole che non possono essere né dimenticate né calpestate.
Ciò significa, che in presenza di un problema di carattere finanziario del libero Consorzio comunale, prima di chiamare la Regione o lo Stato per impinguare gli asfittici bilanci, bisogna necessariamente rivolgersi ai propri soci e quindi ai Comuni, chiamati, loro malgrado, a governare anche questo ente, dopo essere stati costretti a gestire unitariamente le infernali autorità d'ambito (AA.TT.OO) con i risultati che tutti conosciamo. E questo anche perché il divieto di soccorso finanziario alle rispettive partecipate previsto dalle legge opera per i Consorzi di Comuni la cui costituzione è avvenuta volontariamente - ex art. 31 del TUEL - e non per i Consorzi la cui partecipazione dei Comuni è resa necessaria direttamente dalla legge.
E' evidente che i Comuni, molti dei quali già in dissesto finanziario, non hanno risorse finanziarie per assicurare l'esercizio associato di funzioni non comunali ma di "area vasta", ma la richiesta di soccorso finanziario è obbligatoria nella logica civilistica sottesa al modello consortile. Né può rilevare il fatto che il legislatore regionale abbia fin qui omesso di fondere in unica voce i due distinti fondi del Fondo Autonomie Locali prima riservati a Comuni e Province regionali.
E' infatti evidente e logico che nell'ordinamento delle autonomie locali in Sicilia, così come peraltro voluto dallo Statuto, l'ente territoriale di governo è rappresentato dai soli Comuni che, per funzioni e servizi riconducibili all'area vasta, si sono, più o meno "liberamente" consorziati in sei liberi Consorzi comunali e in tre Città metropolitane. Quindi, continuare a mantenere due distinti fondi, divisi tra Comuni ed enti Consortili comunali, legittima e favorisce un uso non corretto all'interno delle dinamiche dell'ordinamento finanziario e contabile degli enti locali.
Orbene, se è vero che in un momento di crisi istituzionale, come quello che stiamo attraversando, prospettare ai Comuni un siffatto soccorso finanziario finirebbe per provocare una plenaria risata dei rispettivi Sindaci è altrettanto vero che, da qualche anno, a ridere di più sono i siciliani, costretti, più o meno consapevolmente, ad essere governati da veri e propri dilettanti allo sbaraglio.

Repubblica.it

Ex Province, pubblicata la legge: si voterà entro il 26 febbraio
di CLAUDIO REALE

Sono arrivati all'ultimo giorno utile, ma alla fine la legge c'è. Con un'edizione straordinaria molto asciutta, di tre pagine appena, la Regione ha pubblicato il rinvio del voto nelle ex Province: la legge era stata firmata giovedì sera dal presidente della Regione Rosario Crocetta e dall'assessora alle Autonomie locali Luisa Lantieri, e se non fosse stata pubblicata in Gazzetta ufficiale stamattina sarebbe stata inutile. Domani, infatti, si sarebbe aperta la finestra per la presentazione delle liste. Si voterà dunque il 26 febbraio. O, più precisamente, "tra l'1 dicembre 2016 ed il 26 febbraio 2017", per citare la legge. Si rinvia così un'altra volta la transizione dalle Province a Liberi consorzi e Città
metropolitane. Una riforma molto travagliata: la prima legge che cancella la vecchia formula degli enti è stata approvata nella seduta del 20 marzo 2013, ma da allora l'Ars ha varato ben sei norme per trasformare gli enti intermedi. Nel frattempo, rimangono bloccati servizi essenziali: fra gli altri, la manutenzione delle strade locali, l'assistenza ai disabili e l'edilizia scolastica. Adesso è arrivato ufficialmente il rinvio. Se ne parla l'anno prossimo.

Il Cittadino di Messina

Sigmatizzato il comportamento dell'Ars
Rinvio elezioni Consigli di Città Metropolitane e Liberi Consorzi, nota del CSA
"Buffonata delle Province" la definisce qualche organo di informazione. A nostro avviso, dichiarano Giuseppe Badagliacca segretario regionale e Santino Paladino coordinatore regionale CSA, il termine è riduttivo per indicare la mancanza di ritegno dell'Ars (stavolta il Governo non c'entra) che ha votato il terzo rinvio delle Elezioni per i Consigli di Città Metropolitane e Liberi Consorzi che, abbiamo motivo di ritenere, non sarà l'ultimo e porterà i commissariamenti come minimo fino alle Regionali 2017. Un atteggiamento continua Giuseppe Badagliacca che umilia tutti i Siciliani, privati della possibilità di scegliere (sia pur indirettamente) gli organi di governo dell'ente intermedio, mettendo definitivamente la parola fine ai servizi (Strade, scuole, disabili, turismo, vigilanza, ecc) ed alle speranze dei cinquemila dipendenti di ruolo e contrattisti, alcuni dei quali già da mesi non percepiscono gli stipendi. Un vile attacco alla Democrazia, dichiara Santino Paladino che non è chiaro quali interessi di bottega possa nascondere (il problema del voto ponderato sarebbe stato risolto sol che lo si volesse) e che, unito all'inerzia del Governo Crocetta nella definizione dei decreti per l'assegnazione delle risorse economiche necessarie, può risultare letale soprattutto per le Città Metropolitane, chiamate a fare da Cabina di regia per gli interventi del Masterplan e dei "Patti" firmati con il Governo Nazionale.
Centinaia di milioni di euro che rischiano di andare in fumo, lasciando il territorio nel degrado, per l'irresponsabilità di una classe politica che mette la spartizione delle poltrone davanti agli interessi dei siciliani e dei lavoratori. Il CSA ha da tempo chiesto il Commissariamento della Sicilia in materia di Riforma delle Province, che continua a ritenere sempre più urgente per porre fine ad una commedia che continua a divertire solo i nostri governanti, non escludendo il ricorso a forme di protesta più eclatanti !!!


CorrierediSciacca

EX PROVINCIA, TROPPO PERSONALE. IL COSTO E' INCOMPATIBILE CON LE ENTRATE
Il commissario dell'ex provincia di Agrigento, Roberto Barberi,lo ha scritto chiaramente nella sua relazione: "la spesa del personale risulta incompatibile con le entrate correnti". I tagli ai comuni, continui e consistenti, da parte dello Stato avvenuti man mano con le leggi di stabilità, ha creato una voragine enorme.
Lo evidenzia il commissario Barberi: "Lo squilibrio di parte corrente, indotto dai continui tagli da parte dello Stato con le varie leggi di stabilità ha dimensioni tali da non poter più essere colmato se non da interventi di carattere straordinario".
L'ex provincia non può più permettersi il costo del personale così numeroso. "La spesa del personale- scrive Barberi- risulta incompatibile con le entrate correnti. Risulterà indispensabile l'adozione delle misure finalizzate alla riduzione delle spese".
Oggi la spesa del personale dell'ex provincia rappresenta 56% delle uscite e assorbe il 58,34% delle entrate. Il limite imposto per legge dovrebbe fermare l'asticella al 38,4%. Al 2015, l'ex provincia ha speso per i lavoratori a tempo indeterminato 8.850.363 euro dei quali 725.000 euro per 7 dirigenti e 144mila euro per il segretario generale. A questi si aggiungono 1.296.086 euro per i precari.


Giornale di Sicilia

funzione pubblica. Si lavora alla norma che riguarda 16 mila contrattisti: primo obiettivo proroga fino al 2018
Precari degli enti locali verso la stabilizzazione

Si partirà dalle proroghe, che eviteranno l'incubo della perdita del lavoro a fine anno. Poi inizierà un percorso che porterà alle stabilizzazioni ma che dovrebbe essere diverso da quello ipotizzato finora. L'assunzione alla Resais resterà come ultima mossa mentre si partirà con le chiamate nei Comuni. Eccola la prima bozza di norma che riguarda i 16 mila precari degli enti locali: è quella che verrà inserita nella Finanziaria 2017 che l'assessorato all'Economia sta definendo in questi giorni insieme all'assessore alla Funzione pubblica Luisa Lantieri. Secondo le prime indiscrezioni, il piano che la Regione porterà avanti dal punto di vista normativo si svilupperà parallelamente alle misure che verranno introdotte nella legge di Stabilità nazionale. Ciò servirà soprattutto a eliminare alcuni paletti che oggi rendono difficile la stabilizzazione nei Comuni: in particolare quelli che riguardano il rapporto tra risorse per il personale e numero di precari da stabilizzare. Con le norme attuali appena 1.500 dei circa a 16 mila precari potrebbe essere assunto. Se le norme verranno modificate come la Regione sta prevedendo si potrà alzare di alcune migliaia questa quota. Il percorso, precisano in assessorato all'Economia, sarà articolato e per questo motivo la norma regionale prevederà innanzitutto la proroga dei contratti fino a tutto il 2018. Grazie alle norme che Baccei sta scrivendo e concordando con lo Stato, anche gli ex dipendenti delle Province potrebbero trovare spazio nei Comuni, così come prevedono le norme nazionali. A questo punto quella della stabilizzazione alla Resais resta la soluzione residuale per tutti quei precari che nel triennio non avranno trovato spazio con le norme approvate entro fine anno. Il piano è ancora in bozza e questo capitolo risentirà molto dei passaggi che si consumeranno a Roma entro fine anno. Gia. Pi.

Siracusa
Assenteismo all'ex Provincia: quattro licenziati
Sono scattati i primi 4 licenziamenti all'ex Provincia di Siracusa, dopo l'operazione «Quo Vado» che ha fatto emergere diversi casi di assenteismo. La decisione è stata presa dal commissario Giovanni Arnone al termine del procedimento disciplinare. Altri 19 dipendenti invece potranno riprendere servizio tra sessanta giorni. Nell'inchiesta sono coinvolti anche sei dipendenti di «Siracusa Risorse».


Scrivolibero

Contributi ai Consorzi Universitari, Firetto: "netto dissenso. Una prospettazione provinciale dal governo regionale".

"In relazione ad alcune ipotesi prospettate dal Governo Regionale di distribuzione dei contributi di assegnazione ai Consorzi Universitari siciliani, con vincolo di destinazione alle Università regionali, va espresso un netto dissenso".
Lo dichiara il Sindaco di Agrigento, Lillo Firetto, che aggiunge: "I contributi regionali ai Consorzi devono essere finalizzati a sostenere il diritto allo studio e alla diffusione della cultura sul territorio. Non possono quindi diventare una forma surrettizia di finanziamento alle Università. Si può condividere, come già avviene per esempio ad Agrigento, che il Consorzio offra priorità all'Ateneo palermitano e ad altre Università siciliane, per lo svolgimento dei corsi universitari, di fronte ad un loro diniego o disimpegno, non può, tuttavia, precludersi la possibilità di intrattenere rapporti con altri atenei nazionali o internazionali. In questo senso il Consorzio universitario di Agrigento si sta già muovendo e non potrà fare passi indietro. Sembra di assistere ad una prospettazione, da parte del governo regionale, che appare assai provinciale!".

LA SICILIA

FIGLI D'ERCOLE.
PROVINCE
RINVIO PREMIA I BARATTIERI.

Condannate alle vecchie Province, gli eredi Consorzi di comuni e città Metropolitane sono nati anchilosati, un male da cui ancora la politica non riesce a venirne a capo. Per il rinvio delle elezioni degli organi relativi è stata scritta una brutta pagina che
ha messo in evidenza come il tanto strombazzato cambiamento de vecchi metodi clientelari si è rivelato mercato di piccolo cabotaggio. « calcolo della spartizione dei seggi tra i gruppi di maggioranza ha ancora sacrificato i territorio con relativi servizi. Si è manifestato alla luce del sole un trittico espressione della spaccatura nella maggioranza, della incomprensione tra questa e il governo e della incomunicabilità nell'ambito della giunta, I conti nella maggioranza non tornano, come raccontala cronaca quoti diana, il Pd fa la parte del leone e nella divisione a tavolino degli organi amministrativi delle nuove strutture intermedie lascia le briciole agli alleati (si fa per dire) medi e piccoli, che a loro volta non ci stanno. Non essendo pronta la calibratura, la maggioranza si ricompatta solo perché non trova di meglio che rinviare le elezioni, prescindendo dai problemi reali. Dante Alighieri definiva barattieri colo ro che profittano degli incarichi pubblici peri loro interessi, Il presi dente Crocetta non ci sta al rinvio; «L'emendamento che c'è in Aula - dichiara all'Agi — non reca la firma del governo, avevo già emesso il de- cero e non intendo dare ai siciliani la sensazione che intendo proroga re i termini. Se il Parlamento è orientato a chiedere un rinvio lo faccia con una legge, dura lex sed lex». Dunque dissente dalla sua maggioranza, mentre sull'emendamento di rinvio delle elezioni fa buona vista la firma dell'assessore Luisa Lantieri che è stata delegata dal presidente a quel ramo di governo. Cosicché, contrariamente a quanto afferma Mimmo Milazzo (Cisl) la conseguente ulteriore proroga del la gestione commissariale delle ex Province esce dal cilindro della maggioranza non già dal presidente Crocetta. Che caos I Chi è svelto a mangiare e svelto a lavorare, recita il proverbio. Ma qui la verità è che si magna e non si lavora. O si lavora a convenienza pro domo proprio.


LA SICILIA

«È impensabile che i Consorzi siano ostaggi di scelte che privilegiano sistemi baronali a scapito della libera concorrenza»
CUPA, L'IRA DI FIRETTO CONTRO LA REGIONE
Proposto stanziamento di fondi solo per le convenzioni con le Università siciliane.
Non è pensabile che i Consorzi universitari possano rimanere ostaggio di scelte che privilegiano sistemi baronali a scapito della libera concorrenza e dell'offerta formativa, I sindaco di Agrigento Lillo Firetto attende qualche giorno prima divenire allo scoperto, e lo fa in modo diretto, Al centro di tutto, gli esiti di una convocazione dei sindaci delle aree dove ricadono i consorzi universitari di oltre una settimana fa da parte dell'Assessore regionale al Bilancio. Un incontro durante il qua le si è annunciato che la Regione è intenzionata a rimodulare il sistema di rimborso ai Consorzi per le spese sostenute peri corsi, limitando questa possibilità solo in caso di convenzioni stipulate con università siciliane.
"Già è particolare che a convocarci non sia stato l'Assessorato alla Formazione. ma quello all'Economia — dice Firetto-, ma a parte questo, la proposta attualmente formulata crediamo contraddica l'idea di una sana concorrenza tra Atenei che nasce dalla necessità di avvicinare agli studi segmenti sociali che certa mente non se lo potevano permette re. Faccio un esempio: consentire di poter studiare alla Bocconi senza dover farsi carico delle spese di vitto e alloggio fuori dalla propria provincia, In realtà — continua Firetto — sembra un modo per camuffare un sostegno economico aggiuntivo alle Università, per di più relegando i consorzi al ruolo di una sorta di protettorato, di riserve indiane dei rettorati. E' un sistema che non funziona: quanti denari ha macinato Agrigento con la convenzione fin qui avuta con Palermo senza produrre risultati? Se noi quei soldi li avessimo spesi diversamente forse oggi non saremmo in questa situazione".
Ma tecnicamente cosa accadrebbe in caso passasse la proposta del Governo?
In fase di rendicontazione dei costi sostenuti la Regione non dovrebbe coprire i costi derivanti da convenzioni con università non sicilia- ne, che di per sé sono più elevati per e spese dì trasferimento.
E le ricadute sul piano formativo?
'Di dover restate avvinghiati alle convenzioni esistenti, o, al massi mo, ad avere un margine di scelta limitato alle università siciliane. Questo significa che bisogna subire le scelte fatte da a senza poter in al cun modo intervenire. Saranno i baroni universitari a decidere, magari in accordo tra loro, cosa riservare ad ogni territorio".
Con conseguenze grottesche: so no partitigli scavi per il teatro antico e Agrigento non ha più un corso triennale in archeologia.
Esattamente, Il trasferimento a Palermo del corso in Archeologia è la prova provata che le scelte che vengono fatte all'esterno spesso non rispondono alle necessità del territorio. Un sistema per il quale devi accontentarti di quanto decidono altri".



  Città metropolitane il voto rinviato a febbraio «Approfittiamone
per migliorare la legge»

E' ufficiale: con la legge regionale 27 ottobre 2016, n. 23, pubblicata sulla Gazzetta di ieri, 1€ elezioni per i Consigli dei Liberi consorzi e delle Città metropolitane sono rinviate al febbraio 2017. Nel frattempo - rileva l'avvocato Agatino Cariola — si è "sistemato il problema di quei comuni i cui consigli sono stati eletti di recente, con un numero di consiglieri ridotto rispetto al passato, e che allora sarebbero risultati discriminati rispetto ai comuni di analoghe dimensioni, ma con assemblee costituite solo qualche anno ad dietro. Ad esempio, Giarre con 29mila abitanti, ma dove si è votato qualche mese addietro, partecipa alle elezioni con 17 votanti; mentre Biancavilla, con 25 mila abitanti, ha 21 votanti. In generale, li voto ponderato distorce in maniera squilibrata la rappresentanza a danno dei piccoli"territori spesso le periferie.
Non si risolve il problema dei comuni commissariati e, tantomeno, di quelli dove è presente un commissario in sostituzione del solo consiglio. Come assicurare la rappresentanza dei territori in tali casi? E si è anche dimenticato che tutta la nostra legislazione a preferenza di genere per garantire pari opportunità nel campo della rappresentanza politica ad uomini e donne. La legge non contiene alcuna regola al riguardo.
Con l'ennesima legge— ha detto Filippo Drago, sindaco di Aci Castello, comune che ha impugnato elezione del Consiglio metropolitano fissata per il prossimo 20novembre — l'assemblea regionale ha rinviato le elezioni al prossimo febbraio. Il rinvio la motivazioni politiche per la necessità dei partiti di trovare accordi; eppure il tempo che ci sì è assegnato, rappresenta un'occasione preziosa per ripensare all'assetto medesimo della legge».
«Da anni — ha aggiunto Drago — le vecchie province sono oggetto dì commissariamenti che si prorogano all'insegna del provvisorio. U Città di Catania ha ora il suo sindaco metropolitano, ma è lontano dal verificarsi l'integrale costituzione degli organi, che è condizione indispensabile perché funzioni il livello sovracomunale di governo del territorio. Il rinvio delle elezioni non può essere un meni calcolo di forza dei partiti politici e tanto meno una sorta di resa dei conti al loro interno: il livello sovracomunale è per definizione, quello della programmazione e di molti servizi (dai trasporti alla viabilità, all'acqua, ai rifiuti) che si riferiscono all'intero territorio e sono la condizione imprescindibile per la qualità della vita dei cittadini.
Per questo — ha aggiunto Drago — l'equilibrata presenza di tutti i territori in seno nelle Città metropolitane e nei liberi Consorzi è requisito sia per assicurare rappresentatività e quindi carattere democratico al livello sovra— comunale, sia per garantire efficienza alla struttura ed all'attività amministrativa. Si pensi so fatto che il comune di Ad Castello ha l'obbligo di rappresentare le istanze della sua popolazione ma il voto ponderato distorce la rappresentanza: già tre consiglieri comunali di Catania (città con 45 consiglieri)'pesano"quanto assieme l'intero consiglio comunale ed il sindaco di Aci Castello, il che significa che poche persone potranno decidere tutto per l'intero territorio dal Calatino all'Etna».

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