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Rassegna stampa del 4 novembre 2016

SCRIVOLIBERO.IT

Controlli sui depuratori comunali.

Su direttiva del Commissario Straordinario del Libero Consorzio, Roberto Barberi, il Settore Ambiente e il Corpo di Polizia Provinciale stanno effettuando una fitta serie di controlli sui depuratori comunali. Gli ultimi impianti ispezionati sono quelli di Montallegro, Cattolica Eraclea, ispezioni eseguite congiuntamente ai tecnici dell'A.R.P.A., Sambuca di Sicilia e San Biagio Platani. Diverse le criticità emerse durante questi controlli, dalla corretta tenuta dei registri dei rifiuti al deposito di rifiuti speciali, come i fanghi provenienti dalla depurazione stessa, le sabbie e il vaglio, in violazione della norma che regola il deposito temporaneo. In presenza di notizia di reato i relativi verbali sono stati trasmessi alle Procure della Repubblica competenti per territorio.
Si tratta, come è noto, di attività di controllo previste dall'articolo 197 del Decreto Legislativo n. 152/2006 che attribuisce alle Province, oggi in Sicilia Liberi Consorzi, diverse competenze in materia di monitoraggio e controllo ambientale, e che il Libero Consorzio Comunale di Agrigento continua ad eseguire nonostante la gravissima, perdurante crisi finanziaria legata ai mancati trasferimenti di risorse.

Gds.it

Depuratori sotto ispezione.

Potrebbe anche configurarsi l'ipotesi di reato di stoccaggio abusivo di rifiuti speciali. Sono almeno quattro i depuratori comunali che, a partire dagli ultimi giorni, sono stati ispezionati dalla polizia provinciale. Ispezioni e monitoraggi sono però ancora in corso d'opera e proseguiranno anche nelle prossime ore. Ma dai depuratori di Montallegro, Cattolica Eraclea, Sambuca di Sicilia e Sant'Angelo Muxaro, il raggio d'azione - e di controllo - del settore Ambiente del Libero consorzio comunale e della polizia provinciale dell'ormai ex Provincia regionale sembra essere destinato ad allargarsi. Gli accertamenti sono stati realizzati su direttiva del commissario straordinario del Libero Consorzio, Roberto Barberi. In prima linea, il settore Ambiente appunto ed il corpo di Polizia provinciale che è coordinato dal comandante Vincenzo Giglio. Le verifiche vengono realizzare congiuntamente con i tecnici dell'Arpa. «Diverse le criticità emerse durante questi controlli: - rendono noto dal Libero consorzio comunale - dalla corretta tenuta dei registri dei rifiuti al deposito di rifiuti speciali, come i fanghi provenienti dalla depurazione stessa, le sabbie e il vaglio. Il tutto in violazione della norma che regola il deposito temporaneo». In linea di massima, dunque, in alcuni di questi depuratori - ma le indagini della polizia provinciale sono ancora in corso - sarebbe stato superato il periodo di tempo massimo, previsto dalla legge, per tenere i rifiuti speciali. Ed ecco perché potrebbe anche configurarsi l'ipotesi di reato di stoccaggio abusivo di rifiuti speciali. «In presenza di notizia di reato - proseguono dal Libero consorzio comunale - i relativi verbali verranno trasmessi alle Procure della Repubblica competenti per territorio». I controlli dei Liberi consorzi comunali anche sui depuratori continuano ad essere capillarmente effettuati nonostante la gravissima e perdurante crisi finanziaria legata ai mancati trasferimenti di risorse. Nei prossimi giorni - visto che il raggio d'azione si allargherà - la polizia provinciale, sempre con in testa il comandante Vincenzo Giglio, passerà al setaccio i depuratori comunali dell'entroterra Agrigentino. Quegli impianti che, insomma, fino ad ora, sono stati forse meno attenzionati. E, naturalmente, si procederà sempre in simbiosi con l'Arpa. Sembra, inoltre, essere soltanto una questione di giorni - giusto il tempo di calendarizzare e pianificare l'ispezione - e la polizia provinciale ed i tecnici dell'Arpa arriveranno a controllare anche il depuratore di Palma di Montechiaro. A richiederlo, in questo caso, sarebbe stato proprio l'ente gestore, ossia il Comune. A quanto pare sarebbero state riscontrate acque di vegetazione, provenienti dai frantoi oleari, nel depuratore. Per avere la certezza su quello che, al momento, non sono nient'altro che indizi e sospetti sarà necessario effettuare una mirata ispezione. Intanto, però, continueranno ad essere vagliate le situazioni rilevate negli impianti di Montallegro, Cattolica Eraclea, Sambuca di Sicilia e San Biagio Platani. Le diverse criticità emerse durante i controlli potrebbero far scattare delle sanzioni amministrative o, addirittura, nei casi in cui si configurasse una ipotesi di reato qual è quella paventata di stoccaggio abusivo di rifiuti speciali, potrebbero essere formalizzate delle denunce alla Procura di Agrigento o a quella di Sciacca. (*CR*)


Corruzione, condanna confermata per un dirigente del caso Ciapi.

Condanna confermata, con un lieve sconto di pena, per uno degli imputati della vicenda Ciapi, Domenico Di Carlo: aveva avuto due anni e otto mesi davanti al Gup e ora la prima sezione della Corte d'appello di Palermo gli ha inflitto due anni e mezzo, per effetto della caduta parziale di una delle accuse. L'imputato, assistito dall'avvocato Rosalba Di Gregorio, potrà ricorrere in Cassazione. Di Carlo era stato coinvolto come responsabile del progetto Inla Sicilia, presentato dall'ente di formazione della Regione: lui era dirigente del Consorzio Asi, Area di sviluppo industriale, e avrebbe preso 30 mila euro per favorire l'aggiudica - zione della propaganda del piano formativo a una delle società di Faustino Giacchetto, il manager al centro dell'indagine della Procura di Palermo. Giacchetto nei giorni scorsi è stato condannato a 8 anni e un mese, assieme ad altri tre dei sei imputati del processo principale, celebrato col rito ordinario dal Tribunale del capoluogo. La condanna di Di Carlo è stata emessa dal collegio presieduto da Gianfranco Garofalo, consigliere relatore Massimo Corleo, a latere Gabriella Di Marco: il giudizio è stato in abbreviato, che dà diritto a uno sconto di pena. Ribadita quasi del tutto la sentenza del Gup Guglielmo Nicastro, che risaliva al 5 febbraio 2014. In precedenza aveva patteggiato un anno e sei mesi Gianmaria Sparma, ex dirigente e poi assessore regionale al Territorio per Fli. Le accuse per Di Carlo, che ha 64 anni, vanno dalla corruzione alla turbativa d'asta, alla violazione delle regole sul finanziamento dei partiti. I giudici di secondo grado hanno escluso uno degli episodi di corruzione, risalente al 18 maggio 2009. L'indagine, coordinata dal procuratore aggiunto Leonardo Agueci e dai pm Sergio Demontis e Pierangelo Padova, aveva fatto emergere come l'ente di formazione fosse al centro di un sistema messo su da Giacchetto, manager della comunicazione. Di Carlo era stato anche responsabile amministrativo e legale rappresentante del Pid, i Popolari per l'Italia di domani di Saverio Romano. Secondo la ricostruzione dell'accusa, nella veste di responsabile dell'Inla per conto dell'Asi, Di Carlo avrebbe ricevuto complessivamente 30 mila euro, 10 mila dei quali in contanti, per agevolare l'aggiudicazione alla Media Center & Management, azienda ritenuta di Giacchetto, della gara diretta a propagandare il piano formativo. Corruzione e turbata libertà degli incanti sono i reati di cui l'imputato è stato ritenuto responsabile. Nel suo processo, Giacchetto rispondeva invece di una serie di accuse, riguardanti soprattutto il progetto Coorap, per l' istituzione di sportelli formativi in tutta la Sicilia. Un piano da 15 milioni, di cui 5 destinati a pubblicità e propaganda. Condannati anche l'ex presidente del Ciapi, Francesco Riggio (5 anni e 8 mesi), la segretaria di Giacchetto, Stefania Scaduto (4 anni), e l'ex direttore dell'Agenzia per l'impiego, Rino Lo Nigro (3 anni e 6 mesi). Assolti l'ex assessore regionale al Territorio Luigi Gentile e la moglie di Giacchetto, Concetta Argento. (riccardo arena)


agrigentonotizie.it

Legge 104, Insegnanti in movimento: "Nessun docente rispedito alla sede originaria"

Delle 400 revoche, nessun docente o personale Ata è stato rispedito alla sede scolastica di originaria titolarità, prima cioè di godere del beneficio. Fino ad ora, l'operato dell'ufficio scolastico provinciale si è limitato ad annullare il trasferimento a circa 20 docenti ed Ata, ma non in modo retroattivo, come da sempre rivendicato dalla nostra associazione, ma riferito soltanto dalla data che ha determinato la perdita del beneficio".  A chiarire, cercando di sgomberare il campo dalla confusione, sono stati i componenti dell'associazione "Insegnanti in movimento". Il caso è quello dei beneficiari illegittimi della legge 104. "Il piano di verifica straordinario curato dall'Inps, che ha interessato il personale della scuola segnalato dall'ufficio scolastico provinciale di Agrigento, - hanno spiegato dall'associazione "Insegnanti in movimento" -  ha interessato 1000 beneficiari su un totale di 1700. La revoca del beneficio della legge 104 ha riguardato circa 400 soggetti, di cui circa 350 beneficiari dell'articolo 21". "Ci preme sottolineare che - continuano gli "Insegnanti in movimento" - il malcostume dell'abuso dell'articolo 21 della legge 104 ha permesso, a personale docente ed Ata, di avere la precedenza assoluta nella mobilità interprovinciale calpestando i diritti di chi legittimamente ne fruisce".  Quello che appare veramente grave è che nessuno dei docenti e del personale Ata sia stato rispedito alla sede scolastica di originaria titolarità. L'ufficio scolastico provinciale  - stando a quanto è stato reso noto dall'associazione - si è limitato soltanto ad annullare il trasferimento a circa 20 docenti ed Ata. E non in modo retroattivo, come da sempre rivendicato dall'associazione, ma dalla data che ha determinato la perdita del beneficio.  "Sino a quando non si rimanderanno indietro gli insegnati che hanno usufruito illecitamente della legge 104 - ha concluso l'associazione - si continuerà a perpetrare delle ingiustizie nei confronti di chi, da numerosi anni, non riesce a ritornare in provincia a causa di questo fenomeno". 



Impianto di Joppolo Giancaxio, tecnici al lavoro per ridurre i cattivi odori

Non si ferma l'azione del Libero Consorzio a tutela dell'ambiente. In seguito all'esposto di alcuni cittadini che segnalavano emanazioni di cattivo odore dall'impianto di compostaggio nel territorio di Joppolo Giancaxio, e su invito del sindaco dello stesso Comune, i tecnici del settore Ambiente, unitamente all'Arpa e alla polizia provinciale, hanno eseguito un controllo sull'impianto. Nel corso dell'ispezione è stato constatato che il biofiltro funzionava solo su gestione manuale a causa di un guasto dei pannelli del controllo elettronico, causando le emanazioni segnalate dai cittadini. L'impresa che gestisce l'impianto è stata invitata ad effettuare le necessarie riparazioni dell'impianto.  Proprio in questi giorni, tuttavia, la stessa impresa ha comunicato al settore Ambiente che è in corso d'opera l'installazione di un nuovo impianto per l'abbattimento degli odori, che dovrebbe risolvere definitivamente un problema che ha creato non pochi disagi ai cittadini di quella zona. Anche questo controllo è stato eseguito ai sensi dell'articolo 197 del decreto legislativo n. 152/2006 che attribuisce alle ex Province precise competenze in materia di monitoraggio e controllo ambientale, competenze mantenute anche dopo l'approvazione da parte dell'Ars della legge regionale sul riordino delle Province.


Agrigentooggi.it

Proseguono i controlli del Libero Consorzio sui depuratori comunali

Su direttiva del Commissario Straordinario del Libero Consorzio, Roberto Barberi, il Settore Ambiente e il Corpo di Polizia Provinciale stanno effettuando una fitta serie di controlli sui depuratori comunali. Gli ultimi impianti ispezionati sono quelli di Montallegro, Cattolica Eraclea, ispezioni eseguite congiuntamente ai tecnici dell'A.R.P.A.,  Sambuca di Sicilia e San Biagio Platani. Diverse le criticità emerse durante questi controlli, dalla corretta tenuta dei registri dei rifiuti al deposito di rifiuti speciali, come i fanghi provenienti dalla depurazione stessa, le sabbie e il vaglio, in violazione della norma che regola il deposito temporaneo. In presenza di notizia di reato i relativi verbali sono stati trasmessi alle Procure della Repubblica competenti per territorio. Si tratta, come è noto, di attività di controllo previste dall'articolo 197 del Decreto Legislativo. 152/2006 che attribuisce alle Province, oggi in Sicilia Liberi Consorzi, diverse competenze in materia di monitoraggio e controllo ambientale, e che il Libero Consorzio Comunale di Agrigento continua ad eseguire nonostante la gravissima, perdurante crisi finanziaria legata ai mancati trasferimenti di risorse.

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