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Il Giardino botanico del Libero Consorzio candidato per "I luoghi del cuore" 2016 del FAI.
Il Giardino botanico del Libero Consorzio di Agrigento, ha presentato la propria candidatura come uno dei "Luoghi del cuore" del censimento del Fondo per l'Ambiente Italiano 2016.Tutti possono votare collegandosi al sito del FAI "www.iluoghidelcuore.it" esprimendo la propria preferenza sul Giardino botanico di Agrigento.I Luoghi del Cuore è un censimento biennale promosso dal FAI in collaborazione con un noto gruppo bancario italiano. Il progetto, nato nel 2003, mira a coinvolgere concretamente tutta la popolazione, italiana e non, invitandola a segnalare luoghi italiani che sentono particolarmente cari e importanti e che vorrebbero fossero ricordati e conservati intatti per le generazioni future.Attraverso il censimento, il Fai sollecita periodicamente le istituzioni locali e nazionali competenti affinché riconoscano l'interesse dei cittadini italiani verso le bellezze locali e mettano a disposizione le forze necessarie per il recupero di uno o più luoghi segnalati.Il "Giardino Botanico" di Agrigento rappresenta una sorta di museo a cielo aperto delle essenze e piante della macchia mediterranea esteso circa sette ettari (circa 70mila metri quadrati) incastonati nel cuore della Valle dei Templi, in via Demetra, a poche decine di metri dalla linea delle fortificazioni dell'antica Akragas e del Parco archeologico.Al Giardino Botanico sono presenti circa 20mila piante riferibili ad oltre 300 colture ed essenze diverse espressioni tipiche della vegetazione mediterranea.Oltre a questo inestimabile patrimonio vegetale, sono inoltre presenti pregevoli testimonianze archeologiche, ipogei visitabili, caverne naturali visitabili, reperti fossili, e fenomeni calcarenitici di suggestiva bellezza. All'interno del Giardino sono inoltre visitabili anche una serie "terrazze" che sorgono su banchi in tufo che offrono ai visitatori un'ineguagliabile vista su tutta la Valle dei Templi.È visitabile inoltre un "erbario" con centinaia di essenze erbacee essiccate catalogate, alcune risalenti al XIX secolo. Il Giardino dispone di una fitta rete di sentieri e di segnaletica descrittiva delle diverse colture vegetali che lo rendono facilmente fruibile ai visitatori.
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Condannato in Appello l'ex sindaco di Licata: istigazione alla corruzione
La Corte di Appello di Palermo ha condannato a quattro mesi di reclusione l'ex sindaco di Licata, Angelo Graci (in foto).I giudici della prima sezione della Corte hanno infatti confermato la sentenza emessa dal Tribunale di Agrigento emessa del giugno del 2014 in cui l'ex Sindaco era accusato di istigazione alla corruzione.A rivelare la notizia il quotidiano "Giornale di Sicilia" che riporta come Graci, secondo l'accusa, avrebbe chiesto l'assunzione dei figli a Girgenti Acque in cambio della consegna degli impianti idrici.Presunte richieste che Graci avrebbe fatto nei confronti dell'allora amministratore delegato della società, prospettando una "contropartita" durante un colloquio registrato da Giuffrida che aveva già denunciato alla Squadra Mobile alcune "pressioni" indebite dopo la privatizzazione del servizio idrico.
GIORNALE DI SICILIA
Regione. È pronta la bozza di finanziaria e include anche il piano per il personale in attesa di un posto fisso. Previsti poi i prepensionamenti di enti e partecipate
Saranno i Comuni a dare stabilità ai precari
Tramonta l'ipotesi Resais per 15/16 mila contrattisti degli enti locali: lo Stato modificherà i paletti per le assunzioni
Giacinto Pipitone
C'è la stabilizzazione dei precari, ci sarà un piano di prepensionamenti in enti e partecipate regionali, non mancano i finanziamenti a scuole e università. La Finanziaria 2017 prende forma: la giunta ne ha iniziato a discutere martedì sera, anche se il testo messo a punto dall'assessore all'Economia, Alessandro Baccei, per ora è una bozza in continua evoluzione. Di sicuro nella manovra, che Crocetta e l'assessore vogliono approvare all'Ars entro fine anno, c'è già il piano per i 15/16 mila precari degli enti locali. Un piano che viaggia su un doppio binario: alcune norme verranno inserite nella legge di Stabilità nazionale, poi la Regione completerà il quadro nella propria Finanziaria. Le prime indiscrezioni filtrate lasciano intendere che non sarà più la Resais (o non sarà solo la Resais) il vagone a cui agganciare i precari in viaggio verso il posto fisso. A Roma infatti Baccei e l'assessore agli Enti locali Luisa hanno ottenuto rassicurazioni sul fatto che lo Stato modificherà i paletti economici entro cui autorizzare le stabilizzazioni: cambierà il parametro delle cosiddette risorse assunzionali individuate nel bilancio. Significa che mentre oggi, in base alle somme utilizzabili, i Comuni possono stabilizzare al massimo 1.500 persone, a legge di Stabilità approvata questa quota potrebbe crescere fino a 6 mila, forse qualcosa in più. Nel frattempo però per tutti scatterà la proroga fino al 31 dicembre 2018. Ottenuta la proroga, una buona fetta dei precari troverà spazio subito nei Comuni. E lo stesso avverrà per una parte degli ex dipendenti delle Province. I contratti saranno uguali a quelli attuali. Chi resterà fuori troverà spazio entro il triennio alla Resais che nel frattempo la giunta modificherà dal punto di vista statutario. Costo del piano: 190 milioni all'anno, più una piccola quota a carico dei Comuni. Crocetta vorrebbe anche inserire una norma che spinge gli altri precari (Asu, Puc) a lasciare il bacino garantito in cambio dell'equivalente di 5 annualità di stipendio. È una norma che il presidente e Baccei stanno valutando e che dovrà essere discussa anche con l'assessore Antonello Cracolici per estenderne gli effetti ai forestali. L'obiettivo della Regione in questa fase resta lo sfoltimento del personale che grava sul bilancio: a cominciare da enti e le partecipate. La norma allo studio prevede una sorta di prepensionamento applicando gli stessi parametri della pre-Fornero. Si tratta di misure normalmente non applicabili a enti e partecipate e per questo motivo Baccei starebbe pensando a una norma che funziona così: la Regione si accollerebbe il costo dell'assegno che andrebbe erogato a chi lascia il posto fino al raggiungimento dell'età pensionabili, momento dal quale interviene l'Inps. L'assegno, sotto forma di sussidio, avrebbe lo stesso importo che garantirebbe la pre-Fornero, cioè circa il 75% del vecchio stipendio. Sempre per snellire il settore degli enti Baccei ha inserito in Finanziaria un articolo che riprende un disegno di legge che da tempo giace in commissione Bilancio senza arrivare al voto: la norma prevede la liquidazione di tutti gli enti che da anni risultano in deficit. È una norma che ricalca una analoga previsione statale. Le liquidazioni verranno affidate a liquidatori che avranno un compenso di 5 mila euro. Già inseriti in Finanziaria anche i finanziamenti a scuole e università. C'è una riforma dei consorzi universitari: cambia il consiglio di amministrazione (5 membri di cui 3 indicati dalle università, 1 dalla Regione e uno dal territorio in cui ha sede il consorzio), e cambia il finanziamento. Le università pagheranno per intero i docenti, la Regione sosterrà le spese di trasferta e in questo modo risparmierà circa 2,5 milioni che verranno reinvestiti in bors di studio nel territorio. Il piano di Baccei avrebbe già il via libera dei rettori. In arrivo anche finanziamenti alle scuole per l'informatizzazione legata soprattutto alla banda larga: sono fondi indirizzati agli istituti che hanno già attrezzature multimediali e che si trovano in zone disagiate o svantaggiate. Infine, pronto un aumento dei finanziamenti (fra 5 e 10 milioni) destinati agli aeroporti di Comiso e Birgi.
Ex Provincia
Selezione per incarichi professionali
Sono stati pubblicati all'albo pretorio della Ex Provincia di Agrigento, gli avvisi di selezione per gli incarichi professionali relativi al programma di Educazione Ambientale "Scopritarta", giunto alla seconda edizione. Il primo avviso riguarda la figura professionale di un Formatore (attività diformazione rivolta a docenti di scuola primaria e secondaria di primo grado della Sicilia che aderiranno al progetto, coordinato dal Libero Consorzio).
Enti Locali
Un esercito di lavoratori il cui destino rimane in bilico da trent'anni. Palazzo dei Normanni spende per loro 257 milioni
Precari, in 2.189 rischiano di perdere il posto
Sono più di duemila. Un esercito di lavoratori il cui destino è in bilico.I cosiddetti "precari" del pubblico impiego in provincia di Agrigento sono per l'esattezza 2.189. I numeri, diramati dalla Cisl Funzione pubblica fotografano in maniera nitida e dettagliata il fenomeno che da 30 anni tiene in bilico migliaia di famiglie non solo agrigentine, ma anche e soprattutto siciliane. La maggior parte di questi lavoratori hanno un contratto a tempo determinato a carico della Regione siciliana che spende, solo per loro, la cifra annua di 257 milioni di euro. Poi ci sono i contrattisti, assunti con la qualifica di categoria "C" (pari al 54%), a seguire la categoria "B" (per il 37%), ancora la categoria "A"(8%) ed infine i pochi di categoria "D" (1%). L'età del contrattista è, in altissima percentuale, compresa tra i 40 e i 50 anni, ma ci sono casi di precari d'età compresa tra 50 e i 60 anni, e gli under 40. In Sicilia, il territorio provinciale col maggior numero di precari in servizio è quello di Palermo con 3. 4 lavoratori, seguito da vicino da Messina (sono 3.185). Seguono Agrigento (2.189), Trapani (2.089), Catania (1.975), Enna (834), Siracusa (779), Ragusa (594) e Caltanissetta (529). I restanti 3080 contrattisti invece sono distribuiti in altri enti come Asp, Ipab, Consorzi ed Enti religiosi. Fino a raggiungere, in provincia di Agrigento il numero di 2.563 precari ed Asu. Nel solo Comune di Agrigento i precari sono 186 su 667 dipendenti assunti di ruolo (27,89%). A Casteltermini, dove il Consiglio comunale ha dichiarato il dissesto finanziario, i precari sono 120 sui 193 lavoratori (62,18%). Critica la situazione anche a Favara (275 precari su 480 lavoratori il 58%), e a Ravanusa dove ci sono 80 precari su 200 dipendenti. Anche a Licata la situazione è a rischio con 135 lavoratori contrattisti. Preoccupati per il loro futuro i precari dell'ex Provincia, che non sanno che fine faranno visto che gli enti intermedi sono stati aboliti e quelli della Camera di commercio, anche qui la Regione ha operato dei tagl ed in particolare ha accorpato gli enti: Agrigento sarà unico camera con Caltanissetta e Trapani. Buone notizie invece per i precari dell'Azienda sanitaria provinciale di Agrigento. La Direzione strategica dell'Asp, sotto l'attenta guida del manager Salvatore Lucio Ficarra, assieme alle forze sociali, al fine di eliminare il precariato aziendale, ha istituito circa 120 posti lavorativi nei limiti dei tetti di spesa previsti dalla legge e tenendo conto, ovviamente, delle qualifiche e graduatorie già approvate dalla precedente amministrazione per gli ex lavoratori socialmente utili. Nell'intento di stabilizzare tutti i circa 240 lavoratori precari, senza fare torto a nessuno, la stessa Direzione strategica aveva ritenuto equo e corretto procedere con la procedura di stabilizzazione in regime di part time, il che avrebbe consentito il passaggio a tempo indeterminato per tutti, senza distinzione alcuna. La direzione Asp che, peraltro, nell'ottica della stabilizzazione omnicomprensiva avrebbe anche rischiato di r sponderne dinanzi alla Corte dei Conti, ha deciso che si procederà esclusivamente alla stabilizzazione dei lavoratori appartenenti alle categorie A e B, così come previsto nel protocollo assessoriale 2011 e nel rispetto delle graduatorie vigenti. Ciò entro il numero massimo dei posti disponibili e secondo quanto sancito dai tetti di spesa previsti dalla normativa". Nei giorni scorsi si sono svolte diverse riunioni ed assemblee. L'ultima a Realmonte alla presenza della deputazione regionale del Pd e dell'assessore all'Economia della Sicilia, Alessandro Baccei. La larga partecipazione dei lavoratori interessati, dei sindaci, amministratori e delle organizzazioni sindacali, testimoniano l'interesse che riveste il problema, non solo per l'altissimo numero di soggetti coinvolti ma anche per le refluenze che può avere, l'una o l'altra soluzione, sui servizi che vengono erogati ai cittadini e sulla vita di intere famiglie. Nel corso di questi incontri, alcuni dei quali anche a carattere informale, si è visto quanta preoccupazione si sia diffusa tra i lavoratori e gli amministratori comunali sulle ipotesi di soluzione del problema di cui al momento si discute. "Inutile ricordare -dice il promotore dell'inizia - tiva, il vice capogruppo del Pd all'Ars Giovanni Panepinto, che è anche sindaco di Bivona, piccolo Comune dell'Agrigentino - la complessità della materia, per le implicazioni di carattere giuridico, funzionale e lavorativo che la questione riveste per la Pubblica Amministrazione e per i lavoratori interessati. Sappiamo che il governo della Regione sta per adottare dei provvedimenti volti a risolvere definitivamente il problema ed a tale scopo ha avuto incontri ed interlocuzioni con il governo nazionale". Il problema deve necessariamente essere trattato del Parlamento nazionale. (*papi*)