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Rassegna stampa dell'11 novembre 2016

 

ILFATTOQUOTIDIANO.IT

Referendum, consiglieri e senatori? In 5 Regioni incompatibili: "Cambiare statuto speciale".

E servono 4 ok del Parlamento - Consiglieri regionali e senatori allo stesso momento? Al momento non è possibile in 5 Regioni: le due cariche sono incompatibili in Trentino Alto Adige , Sardegna, Friuli Venezia Giulia, Valle d'Aosta e Sicilia. E a dirlo è proprio il loro statuto, quello che le rende "speciali". Una norma che svuoterebbe di significato il nuovo Senato progettato nella riforma Boschi che prevede che i nuovi componenti siano eletti tra i consiglieri regionali e tra i sindaci. Se quindi il 4 dicembre vincesse il Sì si aprirebbe la strada ai conflitti davanti alla Corte Costituzionale, a meno che i consigli di Bolzano, Trento, Cagliari, Trieste, Aosta e Palermo non mettano mano a modifiche dello statuto prima dell'entrata in vigore della riforma, prevista nel 2018. La formula è identica dalla Valle d'Aosta alla Sicilia, cambia solo il numero dell'articolo da statuto a statuto: "L'ufficio di consigliere regionale è incompatibile con quello di membro di una delle Camere". Gli statuti speciali hanno infatti rango costituzionale e quindi il conflitto con l'articolo 57 così com'è stato riscritto dal Parlamento appare scontato. Un conflitto istituzionale che si aggiungerebbe a quelli già prospettati da diversi costituzionalisti. "Per quanto si tratti di un problema giuridico formale, potevano scrivere meglio il nuovo testo", afferma a ilfattoquotidiano.it il costituzionalista Antonio D'Andrea, giurista che insegna all'università di Brescia. "La questione è risolvibile cambiando gli statuti - aggiunge - il cui iter è identico a quello costituzionale con l'aggiunta di un parere regionale. Sempre che, ma appare francamente un'ipotesi fantasiosa, un consiglio regionale non decida di imputarsi e far prevalere la propria specialità, rivendicando il diritto a stabilire le incompatibilità". Quindi per modificare gli statuti servirebbe l'iter con quattro passaggi parlamentari, oltre alla pronuncia dei rispettivi consigli regionali. Nei giorni scorsi questa circostanza era stata sollevata dal Comitato per il No siciliano, promosso da Sinistra italiana e Altra Europa con Tsipras e se n'era discusso anche in Sardegna con il deputato cagliaritano Michele Piras (Sinistra Italiana) che aveva definito i riformatori dei "pasticcioni". In Senato, invece, era stato l'ex ministro Roberto Calderoli ad evidenziare l'anomalia: "Prima che le Regioni a statuto speciale possano eleggere i propri senatori, sarà necessario modificare i loro statuti, attraverso cinque leggi costituzionali, con la necessità dei quattro passaggi parlamentari e il parere di ciascuna Regione". Tutto molto semplice, secondo Anna Finocchiaro, presidente della Commissione affari costituzionali, "a meno che Calderoli non ritenga possibile che ci siano Regioni a statuto speciale che non vogliamo mandare i propri rappresentanti a comporre il Senato". Una scalata impervia, invece per il leghista, con qualche rischio di troppo: "Fino a quando non verranno approvate queste leggi, il Senato non potrà andare a rinnovo. Eppure teoricamente lo scioglimento del Senato potrebbe avvenire già dal giorno dopo della riforma costituzionale. E quindi a quel punto sarebbe il caos".

Agrigentonotizie.it

La Commissione Parlamentare Antimafia la prossima settimana sarà in missione a Palermo, Agrigento ed Enna.

Nel capoluogo parteciperà al convegno sulle ecomafie mentre nelle altre due città saranno approfondite le dinamiche di Cosa Nostra. Martedì, la Commissione Antimafia si trasferirà ad Agrigento. A partire dalle 11, in Prefettura, saranno sentiti il prefetto Nicola Diomede, il questore Mario Finocchiaro, il comandante provinciale dei carabinieri Mario Mettifogo, quello della Guardia di finanza Massimo Sobrà ed il capo sezione della DIA Roberto Cilona. Nel pomeriggio, dalle 14.00 sono previste le audizioni del Procuratore distrettuale di Palermo, il Procuratore della Repubblica di Agrigento, Sciacca e Gela. Alle 17.30 al termine dei lavori, avrà luogo una conferenza stampa con la Presidente, Rosy Bindi. Il giorno prima, a partire dalle 14.00, sisvolgerà, a Palermo, il convegno "La gestione dei rifiuti in Sicilia" organizzato in collaborazione con la Commissione Parlamentare d'indagine sul ciclo dei rifiuti. Oltre ai presidenti delle due commissioni parlamentari, on.li Rosy Bindi e Alessandro Bratti, intervengono il ministro della Giustizia, Andrea Orlando, il presidente della Commissione antimafia della regione siciliana Nello Musumeci, il Procuratore nazionale antimafia e antiterrorismo, Franco Roberti, i procuratori Franco Lo Voi, Carmelo Zuccaro e Gabriele Paci, e Guido Lo Forte. Il convegno si svolgerà presso la sala magna del Rettorato dell'Università di Palermo in palazzo Steri (piazza Marina). Mercoledì 16 i lavori proseguiranno presso la Prefettura di Enna.

Agrigentooggi.it

Agrigento, inchiesta "rimborsopoli" al Comune: nel mirino l'attivita delle Commissioni
Si è svolta, ieri, una udienza del Tribunale del Riesame a cui si è rivolta la Procura di Agrigento che ha presentato ricorso contro la decisione del Gup del Tribunale della Città dei Templi, Alessandra Vella, di non disporre il sequestro del patrimonio di Alfonso Mirotta,49 anni, attualmente consigliere comunale in carica, e nei confronti degli ex consiglieri Alfonso Vassallo , 33 anni, e Francesco Picone, 39 anni. Tutti e tre sono coinvolti nell'inchiesta divenuta ormai famosa col nome di "rimborsopoli". Il ricorso è contro la decisione del Gup che escluso per i coinvolti il reato di truffa e dunque rigettato la richiesta di sequestro. La Procura, invece, ipotizza il ricorso alla firma falsa sulla delega per partecipare alle commissioni consiliari. Nel corso dell'udienza è stato svelato un altro filone di indagini che sarebbero in corso che riguarderebbero "la congruità dell'attività delle commissioni durante le sedute". Ricordiamo che proprio dall'enorme numero di sedute 1.133 in un solo anno, partì quello che fu definito successivamente lo scandalo di "gettonopoli".


Giornale di Sicilia


I nodi della sicilia
la ragioneria generale, l'ufficio legale e quello dei fondi europei tra i settori in cui sono previsti gli innesti
Nel 2017 la Regione tornerà ad assumere

La Regione tornerà ad assumere nel 2017. Sarà superato il blocco dei concorsi che durava dal 2000. Il piano è pronto, anche se manca qualche dettaglio, e sarà uno dei capitoli centrali della Finanziaria che l'assessore Alessandro Baccei e Crocetta stanno mettendo a punto in questi giorni. Il governo cerca nuovi dirigenti: prima attraverso la mobilità e in seconda battuta attraverso una selezione pubblica, anche se con paletti che limiteranno molto il numero di partecipanti. È una manovra che Baccei sta mettendo in atto recependo una norma della riforma Madia con l'obiettivo di avviare un ricambio nel settore della dirigenza dopo l'ondata di prepensionamenti e pensionamenti che ridurrà gli organici. Anche se l'obiettivo dei prepensionamenti era assottigliare un esercito che oggi vede nel comparto della dirigenza numeri record: secondo l'ultimo monitoraggio della Corte dei Conti prima del via ai prepensionamenti c'erano 1.561 dirigenti. L'esodo farà diminuire entro fine anno questa cifra fino a 1.282 e al termine del percorso (nel 2020) i dirigenti saranno non più di 765. Nel frattempo però - l'anno prossimo - verrà fatto qualche innesto: l'assessorato all'Economia, che sta curando l'operazione, prevede «20 o 30 nuovi dirigenti» che non annulleranno l'effetto dei prepensionamenti. Anche se per ora nel piano non sono indicate cifre esatte. Detto ciò, ecco il piano. Si partirà con un decreto del presidente della Regione che individuerà categorie dirigenziali in cui ci sarebbe necessità di nuovi innesti. All'Economia su questo hanno le idee chiare: avendo completato la ristrutturazione dell'amministrazione, col taglio delle strutture doppioni, ci sono settori in cui restano postazioni dirigenziali vuote. Succede alla Ragioneria generale, all'ufficio Legale, alla Programmazione dei fondi europei, all'ufficio Informatico solo per citare i primi esempi. Lì due strutture dirigenziali su tre sarebbero senza copertura in questa fase perché fra i 1.561 dirigenti attuali mancherebbero laureati in legge (non ci sono soprattutto avvocati abilitati) ed economia. Per questo il presidente individuerà le strutture vacanti da assegnare e anche delle sezioni speciali all'interno dell'albo dei dirigenti. Entrare in queste sezioni sarà l'obiettivo di chi parteciperà alla selezioni. Che inizialmente saranno aperte a dirigenti che già hanno un posto alla Regione o in altre pubbliche amministrazioni collegate. Se le postazioni da coprire non saranno tutte assegnate con questo primo bando, si passerà a un secondo bando aperto a tutti e che prevederà inizialmente l'ingresso alla Regione con contratto a termine in vista di una stabilizzazione a tempo indeterminato. La norma ha per ora un vuoto proprio alla voce che individua il numero di posti da mettere a concorso. Ma già prevede i requisiti per partecipare. Bisognerà innanzitutto essere laureati. Possono partecipare «i dipendenti di ruolo in altre pubbliche amministrazioni che hanno svolto almeno cinque anni di servizio o che sono in possesso di un dottorato di ricerca o master di secondo livello». In quest'ultimo caso basta che la precedente assunzione in altre amministrazioni sia avvenuta da almeno tre anni e non cinque. Alle selezioni potranno partecipare anche «i soggetti in possesso di qualifica da dirigente in strutture pubbliche diverse e che hanno svolto per almeno due anni le funzioni dirigenziali». Inoltre spazio a «chi ha ricoperto incarichi dirigenziali o equiparati in amministrazioni pubbliche per un periodo non inferiore a cinque anni». Infine, la selezione è aperta a «coloro che hanno maturato, con servizio continuativo per almeno quattro anni in enti o organismi internazionali, esperienze lavorative in posizioni apicali per l'accesso alle quali è richiesto il possesso della laurea». Si tratta degli stessi requisiti che ha fissato la Madia. Ma i grillini sentono puzza di bruciato: «Altri dirigenti? Pura follia, c'è n'è già un esercito e parecchi non hanno un incarico. Si cerca di sistemare gli amici con i soldi dei contribuenti, in primis la Monterosso e i gabinettisti. Stanno cominciando le grandi manovre di fine impero». Marco Falcone (Forza Italia) annuncia battaglia: «Manovre elettoralistiche e clientelari».
prefettura.

Sono previste diverse audizioni
La Commissione Parlamentare Antimafia la prossima settimana sarà in missione ad Agrigento.
Martedì, alle 11, in Prefettura, sentirà il prefetto Nicola Diomede, il questore Mario Finocchiaro, il comandante provinciale dei carabinieri Mario Mettifogo, quello della Guardia di finanza Massimo Sobrà ed il capo della sezione della Dia Roberto Cilona. Nel pomeriggio, sono previste le audizioni del procuratore distrettuale di Palermo, il procuratore della Repubblica di Agrigento, Sciacca e Gela. Alle 17,30, il presidente Rosy Bindi terrà una conferenza stampa. La Commissione parlamentare antimafia, oltre che ad Agrigento, sarà in missione anche a Palermo ed a Enna. Nel capoluogo, in particolare, parteciperà al convegno sulle ecomafie mentre nelle altre due città - fra cui Agrigento, appunto - saranno approfondite le dinamiche di Cosa Nostra. Il convegno che si terrà nel capoluogo: "La gestione dei rifiuti in Sicilia" è stato organizzato in collaborazione con la commissione parlamentare d'indagine sul ciclo dei rifiuti. Oltre ai presidenti delle due Commissioni parlamentari, Rosy Bindi ed Alessandro Bratti, interverrà il ministro della Giustizia, Andrea Orlando.
(*CR*)

Raddoppio sulla 640,
via crucis quotidiana per gli automobilisti

lavori sulla statale. Chiuso un tratto di strada, a poca distanza dal bivio per San Cataldo, e l'impresa appaltatrice non conosce i tempi della sua riapertura
Oggi verrà abbattuto l'ultimo diaframma di un tunnel Alle difficoltà sorte dalla chiusura di questo tratto, si sono aggiunte quelle di due giorni fa quando l'Anas ha interdetto al transito veicolare il viadotto S. Giuliano dopo l'uscita dalla galleria Sant'Elia Stefano Gallo caltanissetta OOO Non è solo la momentanea chiusura del viadotto "San Giuliano" poco oltre la galleria Sant'Elia a penalizzare gli automobilisti in transito sulla statale 640 interessata da quattro anni da lavori per il raddoppio di carreggiata. Da due settimane l'Anas ha disposto la chiusura di un altro tratto di statale - in tutto cinquecento metri o poco più - com - preso fra "Scaringi" e il bivio per San Cataldo. Anche in questo caso l'in - terdizione che costringe gli utenti, sia quelli diretti verso Caltanissetta sia gli altri che viaggiano nel senso opposto, a tortuosi e complicati giri naturalmente con notevoli e dispendiosi tempi di percorrenza. Nel tratto in questione l'Empedocle 2, impresa contraente del mega appalto bandito dall'Anas per il raddoppio di carreggiata, ha iniziato lavori sulla cui conclusione non vengono dati tempi certi. Certi e palpabili, invece, i disagi a migliaia di automobilisti che giornalmente percorrono una strada che a cinquant'anni dalla sua realizzazione (si chiamava all'inizio scorrimento veloce Porto Empedocle- Caltanissetta) si appresta a cambiare radicalmente volto e a diventare più sicura. Il tutto dovrebbe avvenire nel 2018 data indicata dall'Anas per la chiusura di tutti i cantieri aperti dal 2012. Alle difficoltà sorte dalla chiusura di questo tratto , si sono aggiunte quelle di due giorni fa quando l'Anas ha interdetto al transito autoveicolare il viadotto San  Giuliano poco oltre l'uscita dalla galleria Sant'Elia alle porte del capoluogo. Off-limits la galleria, tutto il traffico proveniente dal versante agrigentino viene dirottato sul raccordo per Pietraperzia fino all'immissione sulla statale 626 e poi sulla statale 640 fino a raggiungere lo svincolo dell'A19. IL percorso inverso viene consigliato per chi proviene dall'autostrada e deve raggiungere Caltanissetta o Agrigento.Il viadotto San Giuliano è chiuso per una lunghezza di settecento metri perché i tecnici di una impresa sono impegnati in rilievi topografici finalizzati ad eventuali e futuri interventi di manutenzione del viadotto dove sia l'impal - cato che i piloni non accusano, come ha assicurato l'Anas, problemi strutturali. La chiusura, in questo caso, è stata quantificata in 72 ore e teoricamente sia la galleria Sant'Elia che il viadotto dovrebbero tornare ad essere percorribile già da domani. Apertura destinata ad alleggerire, ma non a cancellare, i disagi sopportati in questi quattro anni da automobilisti e autotrasportatori. C'è però una buona notizia. Stamattina verrà abbattuto l'ultimo diaframma di una piccola galleria realizzata con scavo naturale a "Cozzo Garlatti" vicino il viadotto Salso quasi in fondo alla bretella autostradale, come viene denominato il tratto di statale 640 che congiunge la galleria Sant'Elia allo svincolo de l'autostrada Palermo-Catania. La galleria è lunga complessivamente duecento metri ed è stata costruita con metodi tradizionali. Ma ulteriori, buone notizie arrivano anche dal cantiere impegnato nella realizzazione della galleria "Caltanissetta"in contrada Bigini che avrà una lunghezza complessiva di otto chilometri. La prima "canna" di quattro chilometri è stata completata da tempo, mentre dalla scorsa estate si sta perforando la montagna per la realizzazione della seconda canna. In questo caso, però, lo scavo è meccanizzato ed è affidato alla Tbm (o "Barbara"come è stata ribattezzata dalle maestranze) una mastodontica talpa lunga 115 metri con un diametro di 15 metri che oltre a bucare la collina riveste contemporaneamente le pareti. (*SGA*)

Libertà Sicilia

Alla Regione una soluzione per salvare l'ex Provincia.
In commissione Bilancio dell'Ars, presieduta dal siracusano on. Enzo Vinciullo, sancito il principio che gli stipendi arretrati dei dipendenti delle ex Province regionali debbano essere "garantiti" - e quindi saldati - entro il 31 dicembre 2016.
La linea di principio vale a maggior ragione per l'ente siracusano, in difficili situazioni economiche. Proprio per salvaguardarlo dal rischio default, attenzioni particolari per il Libero Consorzio di Siracusa oggi in commissione Bilancio, con l'impegno dei deputati regionali Pippo Sorbello e Marika Cirone di Marco.
Nel corso dell'audizione sono stati ascoltati il commissario straordinario, Giovanni Arnone, e il ragioniere generale Cappuccio, insieme ad una delegazione di dipendenti.
"Sono stati illustrati i numeri dell'ente e con documenti incontrovertibili alla mano abbiamo dimostrato che l'attuale mancanza di risorse è colpa del prelievo forzoso dello Stato operato per il riequilibrio della finanza locale: Siracusa ha dato qualcosa come 19,5 milioni. Solo Catania e Palermo hanno sacrificato di più", spiega Pippo Sorbello. Per potere chiudere l'anno senza patemi, al Libero Consorzio di Siracusa servono 9 milioni per pagare gli stipendi da giungo a dicembre ai 532 dipendenti; 3.150.000 per Siracusa Risorse (104 lavoratori, stipendi da maggio a dicembre); altri 483.000 euro per l'accantonamento delle ultime mensilità dell'anno per i mutui e altri 3.883.000 per coprire le anticipazioni effettuate dalla Tesoreria per gli stipendi di marzo, aprile e maggio scorsi. "Entro dieci giorni dobbiamo portare da 18 a 25 milioni, con i lavori d'aula, le somme a disposizione delle tre province in crisi (Siracusa, Ragusa ed Enna). Ma è chiaro che almeno 15 milioni devono essere poi destinati a Siracusa. Su questo non arretriamo", assicura l'on. Sorbello.
Al suo fianco, Marika Cirone di Marco. "Siamo ottimisti che si possa fare in fretta", spiega. "E' una partita importantissima. Stiamo cercando di evitare il default: sarebbe un dramma di proporzioni enormi. Per adesso l'obiettivo è superare questo 31 dicembre senza sconquassi e ripartire dal nuovo anno con maggiore capacità di cassa". Questo l'auspicio dei due deputati siracusani in Commissione Bilancio.
"In parallelo - aggiunge Pippo Sorbello - stiamo avviando tutte le operazioni necessarie per recuperare altre risorse per i servizi sociali. Le cooperative aspettano da un anno il pagamento. Siamo impegnati per dare risposte concrete".

UilSicilia

Liberi Consorzi, Crimi e Altamore: "Situazione non più sostenibile. Pronti allo sciopero, adesso solo risposte concrete" .

Palermo. "La situazione non più sostenibile. Per questo siamo pronti allo sciopero, già proclamato per il prossimo 14 novembre a Siracusa. Il governo regionale deve dare risposte immediate e mettere a regime i Liberi Consorzi, garantendo il futuro dei lavoratori, circa seimila". Lo dicono Luca Crimi, segretario regionale della Uil Fpl Sicilia, e Gesualda Altamore, segretario della Uil Fpl Siracusa, oggi all'Ars, che aggiungono: "La burocrazia e' lenta e siamo certi che passeranno almeno altri quattro mesi prima di aver risposte concrete. Troppo tempo. La situazione è davvero critica e siamo pronti allo sciopero unitario il prossimo 14 novembre a Siracusa, dove tra l'altro oggi sta protestando un gruppo di lavoratori". Secondo i dati del sindacato servirebbero subito 15 milioni per mettere a regime il Libero Consorzio di Siracusa; 4,9 milioni per quello di Ragusa e 3,9 per Enna.

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