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Rassegna stampa del 3, 4 e 5 dicembre 2016

Sabato 3 dicembre 2016

Nomine Libero Consorzio,
La Regione proroga mandato a Barberi

Prorogato l'incarico di commissario straordinario del Libero consorzio comunale di Agrigento a Roberto Barberi. La proroga della gestione commissariale avrà validità fino all'insediamento degli organismi degli enti di area, ma non potrà superare il termine del 26 febbraio. Barberi era stato nominato commissario lo scorso 23marzo, in attesa dell'insediamento dei nuovi organi. Le elezioni, fissate per il 20 novembre, sono state rimandate, a legislazione vigente, tra l'1 dicembre e il 26 febbraio. (*cr*)

Maltempo
Il 25 novembre scorso sono caduti 150 millimetri di pioggia con un'intensità oraria di 72 millimetri fra le 4,40 alle 7,40
L'agroalimentare di Sciacca è in ginocchio
Giovanni Caruana della Cia ha invocato soluzioni efficaci, da eseguire nel più breve tempo possibile per: «Liberare i corsi d'acqua che ancora oggi sono stracolmi e rimuovere fango, detriti e pietre dalle esondazioni».
Giuseppe Pantano

Da un lato tiene sempre banco la stima dei danni subiti da aziende agricole, commerciali ed artigianali e dall'altro le ricerche, senza sosta, di Vincenzo Bono, l'allevatore di sessant'anni del quale non si hanno più notizie dal 25 novembre scorso e che, nelle ore in cui a Sciacca si è scatenato un temporale con precipitazioni di straordinaria intensità, avrebbe attraversato, con la sua auto, proprio la zona compresa tra le contrade Cava di Lauro e Muciare, due tra quelle, ad est della città, maggiormente colpite. Al Commissariato i polizia, ieri, sono stati portati brandelli di un maglione e di un paio di pantaloni mostrati ai parenti di Bono, che potrebbero essere stati indossati quella mattina dall'allevatore. Nessuna certezza, però, anche perché, tra l'altro, le ultime telecamere, in città, che avrebbero ripreso l'uomo lo mostrebbero con abiti diversi rispetto a quelli rinvenuti nella zona di Muciare. Bono è stato ripreso da telecamere di videosorveglianza in un distributore di carburante e in via Alcide  e Gaspari. In questi momenti, però, prima delle 11 del mattino, si trovava in zone che poi non sono state tra quelle maggiormente coinvolte dalla bomba d'acqua. Intanto, l'Ufficio circondariale marittinmo ha esteso a 250 miglia quadrate la zona di mare controllata alla ricerca di Bono nell'ipotesi in cui l'uomo sia finito in acqua, sbalzato dalla sua auto che è stata trovata a poca distanza dalla spiaggia di Muciare. Sulla spiaggia di Muciare si continua a scavare, con un trattatore, e così nell'area vicina. La macchina dei soccorsi e delle ricerche non si è mai fermata. Le operazioni di scavo vengono sospese nelle ore serali perché al buio non ci sono le sufficienti condizioni di sicurezza per procedere. Ieri mattina, al palazzo di città, si è svolta una riunione per esaminare le iniziative da intraprendere a sostegno del comparto agricolo. Sono stati forniti i dati delle precipitazioni nelle ore in cui si sono determinati i danni anche in agricoltura e il dirigente dell'unità operativa Agrometerologia dell' ssessorato regionale Agricoltura, Giuseppe Pasciuta, ha scritto che "l'esame delle precipitazioni mette in evidenza innanzitutto il valore eccezionale registrato in tutte le stazioni prese in esame, con un totale cumulato medio di 150 millimetri del giorno 25 novembre, un'intensità massima oraria intorno a 72 millimetri ora, registrata dalle 4,40 alle 7,40, vicino ai massimi assoluti registrati nelle tre stazioni nelle loro serie storiche". I dati delle stazioni e dei pluviometri sono stati registrati a Bivona e Caltabellotta. Le piogge si sono concentrate con maggiore intensità a Ribera, Sciacca, Caltabellotta, Burgio, Villafranca Sicula, Calamonaci e Bivona. Il dirigente della Regione riporta che "l'evento ha provocato in tutta l'area in esame esondazione di fiumi, torrenti e valloni" e che "in particolare nell'area del fiume Verdura si rilevano i maggiori danni da esondazioni, con danni alle strutture produttive e apporto di detriti e limo negli agrumeti", oltre a "smottamenti, frane e fenomeni erosivi di particolare intensità rilevati in tutta l'area in questione. Ma i danni più rilevanti sono a carico del sistema della viabilità rurale di tutto il comprensorio, con frane e smottamenti che non permettono l'accesso alle aziende. Arterie rurali principali che servono centinaia di aziende agricole risultano inaccessibili". Al Comune di Sciacca ieri mattina sono intervenuti rappresentanti delle organizzazioni professionali agricole assieme al capo dell'ispettorato provinciale Agricoltura, Aldo Brancato, ai dirigenti della Condotta Agraria, Giuseppe Bono, e della sezione operativa di Sciacca dell'assessorato oltre che del servizio di Agrometerologia, Giuseppe Pasciuta. Giovanni Caruana, della Cia, ha invocato soluzioni efficaci e da eseguire nel più breve tempo possibile per "liberare i corsi d'acqua che ancora oggi sono stracolmi di acqua, ma anche bloccati da fango, detriti e pietre che l'esondazione del fiume Verdura ha trascinato in tutta la vallata". (*gp*)

Istruzione. Nei giorni scorsi, l'istituzione del capoluogo siciliano ha notificato al Consiglio di amministrazione del Cupa un decreto ingiuntivo con il quale si chiedono 9 milioni
L'Ateneo di Palermo bussa alla cassa del Consorzio Universitario
Sarebbe dovuta al mancato pagamento dei docenti fino al 2010
Concetta Rizzo
L'Università di Palermo, negli scorsi giorni, ha notificato al Consorzio universitario di Agrigento una ingiunzione al pagamento di 9 milioni di euro. Ingiunzione, secondo lo stesso Ateneo palermitano, sarebbe dovuta per il pagamento di docenti incardinati al polo di Agrigento fino al 2010. Il Consiglio di amministrazione del Consorzio universitario agrigentino però - secondo quanto ha annunciato il vice presidente del Cupa, Giovanni Di Maida - sta dando mandato ad un legale per difendere le ragioni del Consorzio. "Sia in ordine all'ingiunzione, sia per quanto riguarda un risarcimento dei danni che chiederemo - spiega Giovanni Di Maida - all'Università di Palermo per altri aspetti. La vicenda del contenzioso sorto con l'Università di Palermo, a dire il vero, non è per niente una novità ed è nota da ormai diversi anni, essendoci stati incontri ufficiali, assemblee degli studenti, atti formali da parte dello stesso Consiglio di amministrazione del Consorzio universitario agrigentino, che sono facilmente rintracciabili sul sit oistituzionale del Consorzio". "Purtroppo - prosegue il vice presidente del Cupa - abbiamo assistito in questi ultimi giorni ad una serie di interventi da parte di alcuni soggetti probabilmente "alieni", che non conoscendo le vicende che costituiscono la storia del Consorzio universitario agrigentino stesso, si sono premurati da subito a lanciare critiche ai rappresentanti del Consiglio di amministrazione del Consorzio, che si sono succeduti negli anni, i quali, ai loro occhi si sarebbero pacchiati di gravi responsabili di avere creato questo debito". Giovanni Di Maida, naturalmente, non ci sta a queste accuse che definisce del tutto gratuite e prive di fondamento tenta di fare chiarezza: "Preme sottolineare innanzitutto - dice - che l'attuale, ma anche i precedenti componenti del Consiglio di amministrazione del Consorzio universitario di Agrigento,  non hanno nessuna responsabilità in ordine alle pretese che sono state avanzate dall'Università di Palermo. Al contrario, tutti gli amministratori che si sono succeduti negli anni in questo delicato incarico, hanno sempre sostenuto con forza e con il supporto di un'ampia documentazione l'infondatezza delle pretese avanzate dall'Università di Palermo. Poiché è necessario fare chiarezza ed evitare che si faccia inutile terrorismo attorno al Consorzio universitario agrigentino, si diffida chiunque a diffondere notizie false e tendenziose che creano solamente facili allarmismi ed enormi danni all'immagine dell'istituzione". L'obiettivo, naturalmente, in questo momento, è quello di tutelare il Consorzio universitario di Agrigento evitando danni alla sua immagine. Prese di posizione che provocano solo danni, capaci solo di rischiare di allontanare sempre di più quanti sono intenzionati ad iscriversi nei corsi di laurea operativi ad Agrigento, che sono qualificati. "Chiunque può accedere, se ne ha interesse, agli atti del Consorzio prodotti negli anni, dalla sua costituzione ai nostri giorni e dai vari componenti dei Consigli di amministrazione che si so o succeduti e potrà così farsi un'idea di come stanno realmente le cose - continua il vice presidente del Cupa, Giovanni Di Maida - e in questo modo è possibile evitare di dire enormi falsità attorno a questa vicenda, alterando la verità storica. Si scoprirà, ad esempio, anche leggendo i provvedimenti del Consiglio di amministrazione del Consorzio universitario di Agrigento, da che nel triennio l'istituzione è stata nelle condizioni di risparmiare qualcosa come novecentomila euro, grazie ad un'imponente operazione di spending review, effettuando mirati tagli alla spesa, a partire dalle indennità degli amministratori che sono state del tutto eliminate. Ciascuno di noi lavora gratuitamente per il Consorzio universitario di Agrigento, a fronte di grandi responsabilità assunte. E, a tal proposito, va ricordato che Il Consorzio universitario di Agrigento è l'unico ente ad avere seguito questa politica di contenimento della spesa, nella provincia di Agrigento. Questa del pagamento di nove milioni di euro che ci vie e addossata dall'Università di Palermo è una vicenda paradossale rispetto alla quale ci opporremo con forza e determinazione a difesa degli studenti, delle famiglie, dei lavoratori del decentramento universitario e del corretto operato del Consiglio di amministrazione del Consorsozio universitario stesso e dai soci fondatori". "Se qualcuno - conclude, amareggiato, Giovanni Di Maida - ha pensato di utilizzare Agrigento solo come luogo dove promuovere carriere universitarie, salvo poi abbandonare di fatto a se stesso il Consorzio universitario, si sbaglia di grosso perché adesso è venuto il momento di fare grande chiarezza sulla intera questione".  Il Consorzio universitario della città dei Templi sta, del resto, lavorando affinché anche altre università aprano nuovi corsi di laurea ad Agrigento e già a partire dal prossimo anno accademico, a quanto pare, ci saranno grandi novità. "Ringrazio i rappresentanti delle organizzazioni sindacali maggiormente rappresentative nella provincia di Agirgento, ovveorisia Massimo Raso per conto della Cgil, Maurizio Saia per conto della Cisl e Gero Acquisto per conto della Uil - conclude il vice presidente del Consorzio universitario di Agrigento - che avendo contezza di come realmente stanno le cose si sono affrettati, sin da subito, a mettersi al nostro fianco in questa battaglia a difesa del nostro territorio". (*cr*)


domenica 4 dicembre 2016

Agrigento ritrovati gli spazi destinati agli spettatori, sono della stessa pietra usata per costruire i templi dorici
Concetta Rizzo

Lo storico Tommaso Fazello, già nel '500 ipotizzandone la presenza nelle vicinanze della chiesa di San Nicola, diceva che era altissimo. Non si sa ancora di quante gradinate sia stato composto il teatro Ellenistico di Agrigento. Ma ci sono. Il primo gradino del "koilon", ossia parte della gradinata corrispondente alla cavea, riservata agli spettatori, è stato trovato. Ed è stato anche individuato il taglio del bancone, che potrebbe essere stata la base d'appoggio delle strutture create appunto in elevato: sono dello stesso materiale di tufo arenario, usato per costruire i templi dorici della Valle. Sarà necessario studiarlo meglio, approfondire. Ma, sul piano scientifico, l'individuazione del taglio nel bancone e del primo gradino sono scoperte importanti. Scoperte che confermano, così come altri "dettagli", l'ipotesi iniziale: il teatro di origine Ellenistica c'è. Alcuni dei gradini, inoltre, sono stati scolpiti nella roccia, mentre in altri punti - dove il teatro non appoggia sul terreno - i gradini sono stati costruiti. «Gli scavi proseguono - ha detto ieri il direttore del Parco archeologico Giuseppe Parello - ed abbiamo tante conferme rispetto all'ipotesi iniziale. Sono necessarie però altre indagini per comprendere la geometria complessiva del teatro e le modalità costruttive. Si tratta di una struttura costruita in elevato. Non scavata. Confermato anche che sia un edificio di periodo Ellenistico». La cavea teatrale è dal diametro di circa 100 metri. «Stiamo studiando l'orientamento dei muri per capire com'era la chiusura, se era parallela o meno alla plateja. È fondamentale comprendere la sua configurazione spaziale - prosegue Parello - . Piano, piano, il teatro si va configurando nella sua fisicità e tridimensionalità. Non sappiamo ancora quanti fossero i gradini, ma Tommaso Fazello diceva che era altissimo». Gli scavi archeologici proseguono. Ma non per molto. Poco prima di Natale la prima fase sarà conclusa. Ed i risultati scientifici saranno illustrati in conferenza stampa. Ma il Parco archeologico guarda già oltre. «Abbiamo già approvato la variazione di bilancio, per 340 mila euro - aggiunge Giuseppe Parello - . Il progetto già c'era e nei prossimi giorni bandiremo la nuova gara per continuare gli scavi». Sembra possibile, dunque, che fra febbraio-marzo si possa passare alla seconda tranche di scavi. Cantieri che, in questo caso, dovrebbero durare per altri cinque o sei mesi, ma che non riusciranno a portare alla luce l'intero teatro Ellenistico di Agrigento. Non si può rischiare lo stop. E per questo, proprio venerdì, il Parco archeologico ha presentato alla Regione Sicilia un progetto di 2 milioni di euro per essere inseriti nei fondi del "Patto per il Sud". Un progetto che prevede l'ultimazione degli scavi archeologici, ma anche il restauro delle strutture che emergeranno, nonché la sistemazione dell'intera area e la creazione di un piccolo sistema di fruizione. Nella Valle dei Templi, si guarda anche al Tempio romano. Anche questi scavi dietro il museo archeologico prima di Natale termineranno. Ma il Parco ha già ottenuto, grazie al Pon 2014-2020, un finanziamento di un milione di euro e la gara d'appalto è in corso all'Urega. Il tempio romano è stato rinvenuto grazie agli scavi di Ernesto De Miro. «Completeremo anche questi scavi in corso - ha aggiunto il direttore Giuseppe Parello - e poi tutto sarà consolidato e restaurato così per come è». (*CR*)

3 dicembre - sabato
infoagrigento


Viabilità: 6,5 milioni per ripristino provinciale Raffadali-Siculiana
Con Delibera n. 383 del 22 novembre scorso il Governo Regionale ha approvato un finanziamento di 6,5 milioni di euro per la copertura dei lavori di manutenzione straordinaria sulla Strada Provinciale n. 17 Raffadali-Siculiana. "Una importante novità - si legge nella nota - inserita in un più ampio provvedimento a tutela del territorio (include anche risorse per il Comune di Licata colpito dalla recente alluvione e per interventi infrastrutturali di messa in sicurezza di territori colpiti o a rischio di eventi calamitosi) e che consentirà di intervenire su una strada secondaria quotidianamente interessata da notevoli volumi di traffico, ancora più evidenti in estate quando dall'entroterra i cittadini si spostano verso i lidi a ovest della provincia. Il relativo progetto di eliminazione delle condizioni di pericolo e di messa in sicurezza del tracciato è stato elaborato dai tecnici del Settore Infrastrutture Stradali." "Un segnale di attenzione - conclude la nota - dunque, seppur parziale, verso la viabilità provinciale, in particolare su una strada che, al pari di tutte le altre dell'estesa rete di competenza del Libero Consorzio, risente di anni di insufficiente manutenzione a causa di risorse finanziarie davvero esigue, con interventi tampone (rimozione di smottamenti o rifacimento di porzioni di carreggiata) finalizzati solo a garantire il transito degli automezzi. Soddisfatto della decisione del Governo Regionale il Commissario Straordinario del Libero Consorzio dr. Roberto Barberi, che insieme ai tecnici del Settore Infrastrutture Stradali segue attentamente la difficile situazione della rete viaria provinciale, per la quale sono stati elaborati diversi progetti ancora in attesa dei relativi decreti di finanziamento.

LA SICILIA
LIBERO CONSORZIO

Prorogato l'incarico a Barberi. Prorogato, con il decreto n.597/2016 del Presidente della Regione Rosario Crocetta, l'incarico di Commissario Straordinario del Libero Consorzio Comunale di Agrigento a c Roberto Barberi. La proroga della gestione commissariale, così come previsto dalla legge regionale 27 ottobre 2016, n. 23 "Norme transitorie in materia di elezione degli organi degli enti di area vasta", avrà validità fino all'insediamento degli organi degli enti di area vasta, ma non potrà superate il termine del 26 febbraio 2017. Il Dr. Roberto Barberi era stato nominato, dal Presidente della Regione Rosario Crocetta, commissario straordinario del Libero Consorzio Comunale di Agrigento lo scorso 23 marzo, in attesa dell'insediamento dei nuovi organi del da eleggere secondo le norme regionali. Come si ricorderà le elezioni. fissate per il 20 novembre 2016, sono state rimandate, a legislazione vigente, tra il dicembre 2016 e il 26 febbraio2017.

POLO UNIVERSITARIO Convegno sui bisogni formativi. Il Polo territoriale universitario di Agrigento dell'Università di Palermo, l'ITASTRATA (Italiano: lingua seconda in soggetti migranti a bassa scolarizzazione. Ricerca, formazione, didattica - Unipa), il Consorzio Universitario di Agrigento e l'Ufficio migrantes diocesano di Agrigento organizzano un Convegno dedicato ai "Nuovi bisogni formativi nei percorsi di accoglienza dei minori migranti", che si terrà il 6 dicembre dalle 9 alle 17 presso il plesso di via Quartararo, 6 — Agrigento.

UNIVERSITÀ Chiusura di alcuni corsi Cupa valuta se chiedere risarcimento a Palermo. Il Cda del Consorzio universitario di Agrigento sta valutando la possibilità di agire legalmente contro l'università di Palermo per chiedere un risarcimento per la chiusura dei corsi universitari. Il Consiglio di amministrazione, al termine di due giorni dì lavori ha deciso infatti di seguire la strada del scontro con Palermo. Al centro di tutto, come vi aveva raccontato questo giornale l'ingiunzione di pagamento da circa 9 milioni di euro per somme connesse al pagamento dei docenti incardinati fino ad alcuni anni fa che Unipa ritiene Cupa debba pagare. Denaro che, invece, ad Agrigento hanno sempre ritenuto di non dovere, considerato che si trattava di somme fuori convenzione. Cosi, se Palermo ha continuato a inserire gli importi nel bilancio come credito, il Consorzio invece non ha mai ritenuto quelle somme come debiti. Così, se da un lato ci si opporrà all'ingiunzione nelle sedi opportune, contemporaneamente Si dovrebbero predisporre gli atti per un'azione di risarcimento. Risarcimenti danni che, si annuncia, si avanzeranno anche nei confronti di chi facesse inutile terrorismo" sul Consorzio diffondendo notizie false e tendenziose". Quella dell'ingiunzione - ha commentato con una nota il vicepresidente Giovanni Di Maida - è una vicenda paradossale n spetto alla quale ci opporremo con forza e determinazione a difesa degli studenti, delle famiglie, dei lavoratori del decentra mento universitario e del corretto operato del Cda e dei soci fondatori. Se qualcuno ha pensato di utilizzare Agrigento solo come luogo dove promuovere carriere universitarie salvo poi abbandonare di fatto a se stesso il Consorzio si sbaglia perché adesso è venuto il momento di fare grande chiarezza. Insomma, che sia arrivato il tempo della resa dei conti? Lo vedremo. il fronte, di certo, è a 360 gradi. Il Cda, ad esempio, ha dato contemporaneamente mandato nei confronti della Regione Sicilia per contestare il mancato inserimento nelle graduatorie di alcuni progetti proposti dal Cupa per iniziative di formazione. G.S.


4 dicembre - domenica
LA SICILIA
IL FATTO.

Nessun dubbio sulla dolosità: dato alle fiamme l'archivio con libri e documenti: Incendiato quel che resta dell'Ipia "Fermi" a Cacarelle. E' doloso l'incendio divampato in uno dei padiglioni del vecchio istituto scolastico "Ipia Fermi, in via Piersanti Mattarella, nella zona di Calcarelle. Più volte negli ultimi anni l'imponente struttura,è stata saccheggiata da bande di ladri, che approfittando della situazione di abbandono e degrado della scuola, l'hanno depredata di tutto ciò che essa conteneva di utile e funzionante. Ieri mattina, poco dopo 1e6.30,uno o più individui hanno alzato il tiro, appiccando il fuoco all'edificio dove c'era l'archivio, Lino dei pochi rimasti con qualcosa dentro, li rogo ha completa mente divoratogli enormi scaffali su cui sopra era no accatastati centinaia di libri, registri e migliaia di compiti in classe prodotti allora dai ragazzi, che man mano negli anni hanno frequentato l'istituto, prima della chiusura per inagibilità. A far propendere gli investigatori per l'opera di uno o più piromani, una portafinestra del padiglione mandata in frantumi. In breve ha cominciato a bruciare ogni cosa. Messa matto l'opera distruttiva i responsabili se la sono date a gambe. Una tranquilla mattinata di sabato che si è 'accesa" all'improvviso. Sono sta ti alcuni passanti a notare del fumo fuoriuscire dalla scuola. Da li a poco avvisati i Vigili del fuoco del Comando provinciale di Agrigento, intervenuti immediatamente. I pompieri hanno lavorato oltre quattro ore per spegnere l'incendio e successiva mente occuparsi della bonifica e messa in sicurezza. All'interno scene da deva stazione, con materiali inceneriti e pareti annerite dal fumo. Giunti anche i carabinieri della Stazione di Agrigento che, sull'accaduto hanno avviato indagini, mentre gli esperti della Scientifica hanno effettuato i rilievi nel tentativo di recuperare e acquisire materiale utile a risalire ad individuare i responsabile. Indagini a tutto campo. Subito informata, la Procura di Agrigento ha aperto un fascicolo al momento a carico di ignoti con il reato di danneggiamento a mezzo incendio. ANTONINO RAVANÀ
RIBERA. Appello degli agricoltori per le strade devastate dal maltempo. Non riescono ad accedere ai propri terreni. "IMPOSSIBILE RACCOGLIERE ARANCE" La più danneggiata è la provinciale C7 (Castellana-Camemi), scavata dall'acqua. RIBERA. Noi siano in condizione di potere raggiungere le nostre aziende agricole perché bisogna sistemare al più presto la viabilità rurale in quanto dobbiamo raccogliere le arance per immetterle sui mercati regionali e nazionali. E' necessario liberare subito le strade di campagna perché in diverse contrade non possono transitare nemmeno trattori. E' questo il pressante appello degli agrumicoltori, è questo il coro unanime dei produttori di Ribera e dei paesi del comprensorio a tutte le istituzioni affinché possano liberare dai detriti le vie di comunicazione danneggiate ed intasate dal nubifragio del 25 novembre scorso. Ci è stata segnalata dagli operatori agricoli a situazione viaria abbastanza precaria ed impercorribile delle rotabili di campagna e delle trazzere. Hanno bisogno dì urgenti interventi la strada di Scirinda verso il fiume Verdura, la rotabile Cisternazza che parte dall'Anguilla e arriva a Seccagrande la Castelana — Camemi a partire dall'ex SS 115, la strada di Costa Coniglio che passa al limite del costone che si affaccia sulla valle del Verdura, le due strade che dal fiume Magazzolo portano a Monte Sara, quella da Strasatto e quella da Donna Inferiore, la trazzera cosiddetta di Sciacca e anche la Torre-Bocca Vallone. La più danneggiata, tra le strade, è la provinciale C 7 (Castellana-Camemi) che è stata scavata dall'acqua per oltre mezzo metro di profondità e che ha bisogno di un intervento radi cale pubblico e privato. Va detto anche che rimane tutt'oggi chiusa la strada provinciale che da Magone porta alla strada statale 115. E' vero — bisogna dare atto alla tempestività d'intervento di vari enti — che sul territorio da tre giorni sono in attività i trattori, i carrelli e gli escavatori del consorzio di bonifica 3 di Agrigento e dell'Esa nonché diversi mezzi privati, ma è pur vero che bisogna fare velocemente perché gli agricoltori devono raccogliere le arance, della varietà precoce della navelina da immettere subito sul mercato, e devono raggiungere gli appezza menti di terreno con i mezzi. Sul territorio vi sono ancora tanti giardini con agrumeto sott'acqua — ci dice Giovanni Caruana, responsabile zona della organizzazione professionale della Cia — bisogna fare uscire subito l'acqua perché è a rischio l'apparato radicale di milioni di piante che rischiano di marcire, con la morte degli aranceti. In un secondo momento, urge ripulire pure i valloni del territorio che sono intasati da detriti conte pietre, canne, arbusti e perfino alberi la cui presenza, di fronte a nuove pesanti piogge, rappresentano un veri colo ancora più grave per un'agricoltura messa quasi in ginocchio dall'alluvione», Per fortuna le strade statali sono oggetto dell'intervento dell'Anas che continua a ripulire dal fango le carreggiate e le cunette come sulla SS 115 (Ribera-Sciacca) e sulla 386 (Ribera-Burgio).


5 dicembre - lunedì
LA SICILIA
CONTRADA CALCARELLE

Ex Ipia "Fermi", tutto devastato. I vandali hanno distrutto tutto: aula per aula, ufficio per ufficio, corridoio per corridoio. Nei quattro anni di abbandono nulla si è salvato. Nell'edificio di contrada Calcarelle che ospitava l'istituto professionale Enrico Fermi" di Agrigento, i vandali hanno di strutto tutto aula per aula, ufficio per ufficio, corridoio per corridoio. Nei quattro anni di abbandono la loro azione è stata ripetuta. devastante, minuziosa. Non si è salvato nulla. Nemmeno i sanitari e i caloriferi, scardinati dalle pareti di aule e bagni, o le porte e finestre, sfondate e buttate giù. Nel tempo poi le infiltrazioni dell'acqua piovana hanno portato a crepe e lesioni su a pareti. Così lo stato di abbandono, i ripetuti saccheggi, e in ultimo l'incendio dell'altro ieri, hanno contribuito a decretare la fine della gloriosa scuola agrigentina, da oltre 1000 iscritti all'anno. Il nostro quotidiano è riuscito ad accedere nei locali e a toccare con mano la 'morte di quella che era considerata una piccola cittadella scolastica. Un'istituzione storica di Agrigento oramai a pezzi e irrecuperabile. Era fine settembre del 2012. quando a pochi giorni dall'inizio del nuovo anno scolastico, l'ex Provincia (oggi Libero consorzio) con una circolare intimò l'utilizzo della scuola, - perché potenzialmente pericolosa. Dopo decenni la scoperta che venne realizzata con il cemento depotenziato. Quindi arrivò l'inagibilità e le immancabili conseguenze negative per studenti e corpo docente. Tra le ipotesi prospetta te allora anche quella di adottare lo stesso sistema che venne attuato successivamente al sequestro, per l'ospedale San Giovanni di Dio, che risultò anch'esso realizzato con cemento depotenziato. Pur essendo l'edificio sequestrato e con un provvedimento di sgombero in atto, tutte le attività non vennero so spese. Non fu così per l'Ipia. Il trasloco avvenne perché l'edificio non era a norma e le ristrutturazioni necessarie non sono mai arrivate. La speranza di tornare forse c ma tale è rimasta. Da allora la struttura, infatti, è in un deprimente stato di assoluto abbandono e degrado. Ovunque grandi padiglioni ridotti a pezzi. Negli anni si sono susseguiti decine di raìd vandalici e ad opera di ladruncoli. La mancanza di vigilanza, l'abbandono, e il disinteresse generale hanno facilitato i malintenzionati ad agire indisturbati. Nei diversi locali le prese sono state strappate dalle pareti una a una, i cavi in rame dell'impianto elettrico, sradicati stanza per stanza. compresi quelli dei tombini esterni, le centraline elettriche sfondate e depredate. Tutti i sani tari frantumati e sparsi in un piazzale esterno, prima ancora però i ladri hanno fatto man bassa di rubinetterie e raccordi idraulici. In ogni classe tutti i mobili di legno sono ormai spezzati. divelti i lampadari al neon. Decine di porte e finestre sradicate, altre sfondate. Lo stato di abbandono è stata causa della comparsa di crepe su alcune pareti di un paio di padiglioni, li destino della struttura è segnato. ANTONINO RAVANÀ
SCIACCA Presentato un dossier sulle discariche abusive. SCIACCA. Una denuncia/proposta sul fenomeno dell'inquina mento ambientale presente ne territorio cittadino: è la nuova iniziativa di Mizzica, l'associazione politico cultura le formata io gran parte di giovani che da due anni sforna i dee proposte per dare un con tributo di crescita della città. "Ecologia con la a maiuscola" è il titolo dell'iniziativa, che nei dettagli è stata presentata nel corso di una conferenza stampa. Il gruppo di Mizzica ha presentato un mini-dossier sulle discariche abusive, aprendo di fatto un varco su un tema spesso sottovalutato. Decine e de cine sono le discariche spontanee presenti nel territorio cittadino grandi e piccole ma comunque invasive. L'attività di ricerca è stata accompagnata dalla proposta di una coalizione coni cittadini: Si pone come elemento di assoluta importanza l'istituzione di un piano quinquennale strategico di sensibilizzazione ha spiegato Giuseppe Catanzaro - per garantire una formazione completa del cittadino in materie di servizi e regole sul con ferimento del rifiuto, affinché si ottengano dei notevoli risparmi per le casse del Comune. Parallelamente alla sensibilizzazione messa in atto nel tempo, un molo fondamentale avrà un sistema di videosorveglianza diffuso sul territorio Francesco Ciaccio, in rappresentanza dei cittadini che hanno contribuito a costruire il documento attraverso il Laboratorio Ambiente", è entrato nel merito, elencando le aree compromesse in maniera cronica, sottolineando come il fenomeno non sia più circoscritto alle zone periferiche della città, ma che ormai ha compromesso con prepotenza anche il nostro centro urbano. Il mini-dossier, completo di foto e video, è stato ufficialmente protocollato e inviato alle autorità comunali. GIUSEPPE RECCA


Ipia Fermi
All'Ipia Fermi incendiati carte e documenti
Documenti e cartacce ammassati ed incendiati. Fiamme nell'edificio, in via Piersanti Mattarella, che fino a qualche anno fa ospitava l'Ipia Fermi di Agrigento. A precipitarsi sul posto, fin dalle 7,40 di ieri, sono stati i vigili del fuoco che per ore ed ore hanno fronteggiato le fiamme e poi accertato che danni avessero prodotto. Al lavoro anche i carabinieri. L'immobile è chiuso, e dunque abbandonato, da prima che iniziasse l'anno scolastico 2012/2013. L'edificio, nella zona bassa di Agrigento, allora, venne dichiarato inagibile perché costruito con cemento depotenziato. (*CR*)

lunedì 5 dicembre 2016

Agrigento
Libero Consorzio, arriva la proroga per Barberi
Prorogato l'incarico di commissario straordinario del Libero consorzio comunale di Agrigento a Roberto Barberi. La proroga della gestione commissariale avrà validità fino all'insediamento degli organismi degli enti di area, ma non potrà superare il termine del 26 febbraio. Barberi era stato nominato commissario lo scorso 23 marzo, in attesa dell'insediamento dei nuovi organismi.

Lavoro
Realizzeranno per 12 mesi prodotti multimediali per valorizzare il patrimonio culturale e turistico locale
Pro Loco, 27 giovani assunti nell'Agrigentino
I giovani che oggi saranno avviati al lavoro si occuperanno per 12 mesi di catalogazione informatizzata e realizzazione di prodotti multimediali di beni presenti sul territorio.
Francesco Graffeo - Porto empedocle

Da oggi, ventisette giovani, prenderanno lavoro in 13 Pro Loco agrigentine aderenti all'Unpli (Unione Nazionale Pro Loco d'Italia). Grazie ai progetti approvati dal Servizio Civile Nazionale. Progetti fortemente sostenuti dal catanese Nino la Spina, presidente Regionale delle Pro Loco, che è da qualche settimana al vertice della presidenza Nazionale che conta ben 6200 aderenti all'Unpli. «Grande soddisfazione, per i 1350 volontari che da oggi prenderanno servizio in tutta Italia, di cui 200 in Sicilia e 27 nella provincia di Agrigento e per le attività che svolgeranno a tutela e promozione del territorio. Il Servizio Civile per noi è stato sempre un obiettivo primario per le nostre attività, in considerazione del coinvolgimento del mondo giovanile» evidenzia il presidente nazionale dell'Unpli, Nino La Spina. I giovani in servizio svolgeranno un'esperienza lavorativa retribuita della durata di un anno. Oltre ad assicurare l'apertura degli sportelli informativi delle proloco nell'arco della settimana, realizzeranno le attività previste nei progetti di ricerca e di valorizzazione di storie e culture locali, oltre che di promozione turistica nel territorio delle varie sedi. «È una occasione importante per le Pro Loco del territorio, ma anche una opportunità di crescita e di maturazione per i Giovani che attraverso le attività di volontariato al servizio degli altri, altamente formative, trovano il trampolino per il mondo del lavoro» spiega da parte sua l'ing. Paolo Savatteri, da diversi anni presidente dell'Unpli provinciale di Agrigento. Savatteri, punta il dito sull'importanza «che riveste nella nostra Nazione il Servizio Civile, che nella volontà politico - istituzionale mira, con la partecipazione dei giovani, alle attività di volontariato del cosiddetto "terzo settore" a concorrere ad un obiettivo più alto ed esteso che è quello della Cittadinanza Attiva». In particolare i giovani volontari che da oggi saranno avviati al lavoro si occuperanno di catalogazione informatizzata e realizzazione di prodotti multimedia li di beni presenti sul territorio. Ma, anche grazie alle Pro loco ed agli Operatori Locali di Progetto, che faranno da tutor alla loro formazione, provvederanno a realizzare attività di progettazione, programmazione di eventi con il coinvolgimento delle strutture pubbliche e private presenti sul territorio. «Effettueremo una ricerca, in una logica sistemica, di abitudini, folclore, tradizioni legate al passato ed in prospettiva futura, proponendo un aggiornamento culturale ed operativo degli elementi sensibili della comunità, in ordine alle politiche turisticoculturali oltre una verifica, insieme, delle esperienze finora compiute dagli operatori nel campo per poter eventualmente delineare un profilo della Pro Loco come struttura permanente di accoglienza, assistenza e promozione turistica nella comunità» dice Erina Montalbano in virtù anche della sua esperienza di docente oltre che di presidente della Pro Loco di Santa Margherita di Belice, ed Operatore Locale di Progetto (OLP), da diversi anni impegnata nel ruolo di Tutor di progetti del Servizio Civile nella cittadina, patria di Giuseppe Tomasi di Lampedusa. I giovani, dall'età compresa tra i 18 e i 28 anni, sono stati scelti grazie ad un bando pubblico di selezione. «Chi sceglie di impegnarsi per dodici mesi nel Servizio civile volontario, sceglie di aggiungere un'esperienza qualificante al proprio bagaglio di conoscenze, spendibile nel corso della vita lavorativa, quando non diventa addirittura opportunità di lavoro, nel contempo assicura una sia pur minima autonomia economica con 433,80 euro mensili» dice Paolo Savatteri, il quale da presidente provinciale delle Pro Loco agrigentine ha coinvolto diversi giovani che saranno da oggi avviati al lavoro, ad essere presenti a Roma lo scorso 26 novembre all'udienza papale del servizio civile nazionale. «In sala Nervi nella città del Vaticano complessivamente eravamo in oltre 7 mila tra volontari, operatori locali di progetto, presidenti e soci dell'associazioni di volontariato del terzo settore». Questi i volontari che prenderanno servizio nelle 13 pro loco agrigentine: ad Aragona: Matteo Ferrara Bartolo e Pietro Salamone, a Calamonaci: Calogero Montalbano e Antonella Priolo, a Caltabellotta: Maria Campo e Calogero Tornetta, a Favara: Ilaria Papia e Maria Grazia Vitello, a Grotte: Alessandro La Mendola e Chiara Tulumello, a Montevago: Calogero Ganci e Leonardo La Rocca, a Porto Empedocle: Valentina Mihaela Bonelli e Pietro Scibetta, a Realmonte: Adriana Pinzarrone e Giosuè Salamone, a San Biagio Platani: Vanessa Bongiovannie e Rosilaria Pumo, a San Giovanni Gemini: Alessandra Pecoraro, a Santa Margherita di Belìce: Deborah Liboria Ciaccio e Maria Chiara La Sala, a Santo Stefano Quisquina: Angela Albano e Marilina Cannella. Presso l'Unpli Agrigento: Monia Albano, Giuseppina Bonfiglio, Silvia Giunta e Paola Smecca. «Spero di dare un contributo positivo alla Pro loco della mia città, mettendo a disposizione le mie conoscenze universitarie e lavorative che ho maturato fino ad adesso« spiega Deborah Ciaccio, che da oggi sarà avviata nella pro Loco Gattopardo di Santa Margherita di Belìce. «Cercherò di mettere tutto il mio impegno in questa nuova esperienza che mi vede come volontario del Servizio civile presso la pro loco di Montevago» dice Calogero Ganci, giovane diplomato in Scienze umane. A fine corso ciascun volontario potrà richiedere un attestato di fine servizio, spendibile nel mondo del lavoro. (*FGR*)

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