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Rassegna stampa del 20 dicembre

livesicilia.it

PALERMO - Adesso è corsa contro il tempo.
 Una corsa ad ostacoli, tra l'altro, perché prima del 31 dicembre i deputati dovranno farlo lo slalom tra le festività.

Da Palazzo d'Orleans non arrivano, tra l'altro, ottime notizie. La manovrina finanziaria, quella che prevede un bilancio "classico" e una legge di stabilità "light" indirizzata solo ai precari e ai lavoratori, non è ancora giunta a Palazzo dei Normanni. Ieri, in assessorato all'Economia si è discusso fino a sera. Ma non è arrivata la fumata bianca. Se ne riparlerà, se va bene, stasera. Per cominciare l'esame in commissione già mercoledì.
Troppo tardi, secondo qualche esperto di procedimenti e regolamenti dell'Assemblea regionale. Tra discussioni generali nelle commissioni di merito, quelle in Commissione bilancio, tra le ore necessarie per presentare e discutere gli emendamenti, l'approdo in Aula con il nuovo termine per la presentazione di modifiche prima del voto, siamo già al 2017. Non c'è tempo. Il governo e la maggioranza, del resto, appena due settimane fa discutevano ancora di una legge di assestamento trasformata in una mezza finanziaria, con tanto di prebende e contributi a pioggia.
E così, adesso è tardi. Ma a restare "in bilico", sono adesso decine di migliaia di siciliani. Sono, ad esempio, i precari degli enti locali, circa 15 mila persone. Per loro è prevista una dettagliata norma nella mini-finanziaria: una proroga fino al 2018 a patto che i Comuni si mantengano entro i tetti di spesa ridotti del 15 per cento rispetto al 2015, incentivi all'esodo, la possibilità di chiedere l'assunzione in Resais in attesa di essere poi riportato nell'ente di provenienza, multe per gli stessi Comuni che pur potendo assumere non lo faranno. Per tutte queste misure, previsto lo stanziamento di 226,7 milioni di euro l'anno per vent'anni. In quel disegno di legge, poi, ecco anche gli altri articoli: Quello destinato ad esempio ai lavoratori socialmente utili per i quali si propone la prosecuzione delle attività fino al 2019, quello che prevede un sussidio per i lavoratori dei Cantieri di Servizio e conferma quello per gli ex Pip, quello destinato alla promozione dei Consorzi universitari, la creazione di "patrimonio immobiliare" da 59 milioni da destinare al Fondo pensioni a capo del quale Crocetta ha da poco nominato l'ex assessore Nelli Scilabra. E ovviamente non mancherà l'articolo che prevede, in una lunga tabella, i finanziamenti destinati a enti regionali, teatri, associazioni che ruotano attorno alla Regione.
Insomma, una galassia di circa trentamila persone. Non a caso evocate dal presidente della Regione Crocetta, per invitare l'Ars a far presto, nonostante i ritardi dello stesso governo. Ritardi stigmatizzati anche nella recente relazione della Corte dei conti sul Documento di economia e finanza regionale. "Il parlamento regionale - ha detto però Crocetta - butterà sul lastrico 20 mila persone e ne lascerà altre 30 mila senza stipendio? Io credo che il senso della responsabilità dovrebbe prevalere in tutti e sono convinto che attraverso un confronto puntuale entro il 31 dicembre si può approvare la legge di bilancio, perché diversamente sarebbe il disastro. In mancanza di una legge - ha spiegato, il governatore della Sicilia - i precari non potrebbero più essere assunti dalla pubblica amministrazione. Soprattutto quelli che lavorano nei comuni in dissesto. Sono appena 15 gli articoli della legge di proroga dei precari, si possono esaminare in mezza giornata, se si vuole". Quasi un "ricatto morale", per i parlamentari chiamati a far presto. E le prime reazioni non sono incoraggianti. "In conferenza dei capogruppo - ha detto il capogruppo di Forza Italia Marco Falcone - abbiamo dato l'assenso affinche' si approvasse, entro il 31 dicembre 2016, la legge di bilancio con una finanziaria snella, fatta da tre articoli tecnici e due norme essenziali, relative alla proroga dei precari degli enti locali, per poi rinviare a febbraio l'approvazione della vera legge di stabilità per affrontare le esigenze della Sicilia. Per quel che si apprende, - ha aggiunto Falcone - il governo regionale avrebbe licenziato un ddl di quindici articoli e decine di commi relativi alla stabilizzazione, all'utilizzazione, alla mobilità e altro ancora riguardante i precari siciliani. "Non mi pare che questo sia un buon viatico - ha continuato il capogruppo azzurro - per apprestarsi proficuamente a un lavoro abbastanza delicato che necessita di condivisione e non di forzature" Ma il tempo adesso è davvero stretto. Strettissimo.

Giornale di Sicilia

L'ultima rilevazione dell'Anvur
Accorciate le distanze con quelle del nord ma rimangono nella seconda metà della classifica nazionale
Università, sale la qualità degli atenei del Sud
Gli atenei del Meridione negli anni scorsi mostravano un gap in termini di sviluppo scientifico rispetto alle università del Nord Italia abbastanza alto. Ma ora si è sensibilmente ridotto. Giorgio Mannino OOO Buone  otizie per le università del Sud. Secondo l'ultimo rapporto stilato dall'Agenzia di Valutazione Nazionale del Sistema Universitario e della Ricerca, gli atenei che avevano in media un livello della qualità della ricerca  elativamente più basso, hanno diminuito il proprio gap rispetto alle realtà universitarie nazionali all'avanguardia. L'Anvur ha analizzato la produzione scientifica delle università italiane tra gli anni 2011-2014. E a  orridere di più per questi dati, sono le università del meridione. Che negli anni precedenti mostravano un gap in termini di sviluppo scientifico abbastanza alto, ora sensibilmente ridotto. Messina, pur rimanendo in  ondo alla graduatoria degli atenei per la qualità della ricerca, ha fatto registrare un notevole balzo in avanti paragonabile al 17% rispetto alla precedente rilevazione. Il polo universitario peloritano occupa il 66° posto tra le università statali. Passi in avanti anche per l'università catanese che ha registrato un 10% in più e per quella palermitana che segna un importante più 9% rispetto alla rilevazione precedente. Oltre alla Sicilia tirano un sospiro di sollievo anche le università Federico II  di Napoli, salita al 35° posto e il Politecnico di Bari. «Il dato in termini assoluti appare ancora negativo rispetto alla media - fa notare l'Anvur - ma  l'elemento su cui focalizzare l'attenzione è il miglioramento qualitativo che gli atenei meridionali sono stati capaci di realizzare». Adesso questi dati saranno ulteriormente analizzati per ripartire tra le università  tatali e non statali, la parte premiale del Fondo di Finanziamento Ordinario per il 2016. Che quest'anno ammonta a 1.433.000.000 di euro. La prima valutazione dell'Anvur risaliva al 2013 e considerava i lavori scientifici realizzati tra il 2004 e il 2010. Il risultato di quella ricerca fu drammatico in quanto emerse la disorganizzazione e la disomogeneità degli atenei italiani. Che avevano seguito regole proprie dando vita a profonde differenze dal punto di vista della ricerca. Oggi le cose sembrano essere cambiate. «Il fatto che le differenze tra gli atenei si riducano - afferma il presidente di Anvur, Andrea Graziosi - è un dato positivo che ci induce a pensare che la qualità media del lavoro delle università si sia innalzata». Secondo Graziosi il recupero del Sud sarebbe da attribuire al buon funzionamento della Legge Gelmini: «La non  ineleggibilità dei rettori e consigli d'amministrazione più stabili hanno consentito politiche più rigorose sui bilanci, un buon recupero dei fondi comunitari e migliori assunzioni», conclude Graziosi. Il confortante dato dell'Anvur che premia le università meridionali,  è originato da una ricerca che in otto mesi ha testato 118.000 lavori di 60.000 tra docenti e ricercatori. Le aree disciplinari erano sedici, 450 gli esperti italiani e non che le hanno valutate. Ogni lavoro, accompagnato da un giudizio, è stato classificato con un punteggio. Nonostante le buone notizie, comunque gli atenei meridionali restano tutti appaiati nella  seconda metà della classifica ma accorciano con decisione dalle università del Centro-Nord. L'università in vetta alla classifica resta quella di Lucca, che tuttavia, registra una perdita di punteggio del 46%. Seguono due scuole superiori di Pisa: Sant'Anna e Normale. Quarto e quinto posto per la Sissa di Trieste e per l'istituto universitario di studi superiori di Pavia. (*GIOM*)

Libero consorzio comunale
Adesioni al progetto sulle tartarughe
Sono numerose le scuole primarie e secondarie di primo grado delle province siciliane che hanno aderito al progetto di Educazione Ambientale "Scopri - tarta", coordinato dal Libero Consorzio Comunale di Agrigento. Questa importante tappa del progetto comunitario LIFE "Tartalife - Riduzione della mortalità della tartaruga marina nelle attività di pesca professionale", è finalizzato all'informazione e sensibilizzazione degli studenti siciliani sui problemi di conserva - zione della popolazione mediterranea di Tartaruga marina Caretta caretta.

Trasporti. La restituzione al transito delle auto era prevista per il prossimo gennaio. Slitterà a febbraio nonostante l'attività serrata dell'impresa. A giorni i collaudi
Sciacca, il maltempo blocca la riapertura del ponte «Verdura»
ll nubifragio del 25 novembre scorso ha rallentato i lavori
La realizzazione dell'opera è stata resa possibile grazie a sei milioni e mezzo di euro arrivati nell'ambito del decreto «Sblocca Italia». Per il sindaco di Ribera, Carmelo Pace «La riattivazione sarà un evento»
Giuseppe Pantano - Sciacca
Il nubifragio del 25 novembre scorso ha rallentato anche i lavori di completamento del nuovo ponte sul fiume Verdura. L'apertura al transito era prevista nel prossimo mese di gennaio, ma, con ogni probabilità, slitterà a febbraio nonostante l'attività, da parte dell'impresa Lavorori e Costruzioni di Alcamo, proceda a ritmo serrato e tra qualche giorno sono previsti i collaudi. Ormai sul ponte si lavora agli ultimi interventi, la sistemazione del guard-raill, la posa dell'asfalto. Senza quel maltempo che ha messo in ginocchio la viabilità in alcuni comuni della zona, a cominciare da Ribera, poco dopo Capodanno già le pime auto avrebbero iniziato a transitare sul ponte che è stato progettato dall'Anas e che è lungo 230 metri. Sorge a poche decine di metri di distanza, e con un tracciato diverso, rispetto a quello in parte crollato il 2 febbraio 2013 e sostituito attualmente da una passerella, costantemente monitorata dall'Anas. C'è pure una rotatoria per favorire l'accesso allo svincolo verso Ribera. La real zzazione dell'opera è stata possibile grazie a sei milioni e mezzo di euro arrivati nell'ambito dello Sblocca Italia. Per il sindaco di Ribera, Carmelo Pace, "l'apertura del nuovo ponte sarà un evento dopo che Sciacca e Ribera erano stati fisicamente divisi. Direi che la Sicilia era spaccata in due. Devo dire che le istituzioni - aggiunge Pace - sono riuscite a fare arrivare i lavori a buon fine". Per il sindaco di Ribera il vecchio ponte non andrebbe abbattuto "perché sarebbe un peccato - dice - e bisognerebbe lasciarlo in quanto rappresenta un pezzo di storia. Un'arcata è in cemento armato, ma l'altra è un'arcata storica e sarebbe un peccato distruggerla. Potrebbe rappresentare una sorta di belvedere, un pezzo storico che dovrebbe rimanere". Pace ha ricordato che la riapertura del ponte Verdura arriverà in un momento in cui la viabilità nella zona è stata fortemente compromessa dai danni causati dal nubifragio del 25 novembre scorso. "Dal bivio Verdura, sulla 115, fino a Ribera, la strada è dissestata - dic il sindaco di Ribera - ma basta fare anche un giro sulle provinciali per verificare che in altre zone la situazione è peggiore. Ci sono ancora strade chiuse. Per non parlare della viabilità rurale. Ancora oggi ci sono i nostri mezzi che stanno cercando di ripristinarle per consentire agli agricoltori riberesi di raggiungere i loro poderi". Una voragine si è aperta al centro del vecchio ponte Verdura, sulla statale 115, a metà mattinata del 2 febbraio del 2013. Per fortuna, dopo i primi segnali di cedimento, la strada, intorno alle 7 del mattino, era stata chiusa al traffico. "Un vero miracolo ha evitato una tragedia", dicevano i vigili del fuoco intervenuti. Il sequestro dell'area, operato dalla Procura della Repubblica di Sciacca, è durato il tempo necessario per eseguire alcuni accertamenti. Al posto del ponte è stata realizzata una passerella provvisoria sulla statale 115. Ci sono stati, però, diversi giorni di disagio per gli automobilisti della zona e la notizia del ponte crollato è finita anche all'attenzione della stampa nazionale. Il lungo iter per realizzare il nuovo ponte Verdura poi ha imboccato la strada giusta. L'Anas ha confermato la disponibilità della somma necessaria, circa 6 milioni e mezzo di euro, grazie allo Sblocca Italia, e annunciato che la Regione aveva dato il via libera. E al massimo entro un paio di mesi il nuovo ponte sarà aperto al transito. (*GP*)

Consorzio universitario. Lo ha stabilito il presidente Armao durante il consiglio di amministrazione di ieri. In mattinata l'incontro con Firetto e i deputati Gallo e Fontana
Istruzione, la sede del Cupa si trasferisce a Palazzo Tomasi
La sede istituzionale del Consorzio universitario della Provincia di Agrigento si "trasferisce" a Palazzo Tomasi, in piazza Sanzo. Lo ha stabilito il Consiglio d'ammini - strazione del polo universitario, presieduto dall'avvocato Gaetano Armao, durante l'ultima riunione che si è svolta ieri negli uffici di contrada Calcarelle. Il Palazzo Tomasi, che il Comune di Agrigento ha offerto all'Università per farlo diventare un centro specialistico per ospitare i master, in un più complessivo investimento sul centro storico di Agrigento, risale al 1100, è di particolare interesse storico ed artistico, gode di 4 piani, per una superficie complessiva di 600 metri quadri. A conclusione dell'assemblea, che ha approvato anche i documenti finanziari, il presidente Gaetano Armao ed il vice presidente, Giovanni Di Maida, hanno incontrato insieme al sindaco di Agrigento, Calogero Firetto, il parlamentare nazionale di Forza Italia, Riccardo Gallo ed il deputato regionale Vincenzo Fontana e raggiunto telefonicamente il governat re  della Sicilia, Rosario Crocetta che era in compagnia del vice presidente, Mariella Lo Bello. A loro sono state illustrate le criticità da superare per rilanciare il Cupa. Da tutti è stato assicurato il massimo sostegno alle iniziative del Consorzio Universitario di Agrigento al fine di incrementare le risorse finanziarie necessarie per il rilancio delle attività nel prossimo anno. E' stato stabilito che il prossimo incontro per la risoluzione delle questioni, si terrà presso il Consorzio, lunedì 9 gennaio 2017. Le basi per l'anno prossimo, tuttavia, sono state gettate. "Se non fossimo intervenuti subito - spiega il presidente Armao - i flussi si sarebbero spostati verso altre università e nessuno avrebbe avuto più interesse ad aprire nuovi corsi ad Agrigento. Il rilancio passa dalle nuove strategie di marketing. Nuove iniziative formative - ag - giunge il presidente - riguarderanno due università, la "Kore" di Enna, che in città potrebbe portare i corsi di Giurisprudenza ed Economia del Turismo e la Lum,  on corsi finalizzati a formare responsabili amministrativi specializzati per aziende e pubbliche amministrazioni". Resta il problema del personale impiegato al Cupa. "Abbiamo 15 lavoratori per 100 nuovi studenti. Oggi il carico per i conti asfittici del Cupa è eccessivo. Puntiamo a recuperare circa 200mila euro entro questo anno - ha concluso l'avvocato Armao - grazie ai pensionamenti e al demansionamento. Prima di incidere sui livelli occupazionali vediamo se riusciamo a recuperare, se non ci riusciremo dovremo purtroppo farlo comunque". (*PAPI*) Paolo Picone

La Sicilia

SCIACCA. Incredibile negli uffici del Libera Consorzio per aggiudicare lavori di messa in sicurezza del porto
E il plico fini nella gara d'appalto sbagliata
Troppi plichi per partecipare alle gare d'appalto. Gli uffici del Libera Consorzio vanno in tilt e accade quello che non dovrebbe accadere e cioe che un plico finisca nelle carte della gara sbagliata. La vicenda risale allo scorso mese di novembre, ma si è appresa soltanto adesso, in occasione dell'atto che determina la riapertura di una gara per un appalto che era stato gia assegnato.
Si tratta dei lavori di messa in sicurezza del porto di Sciacca per l'importo di quasi 500 mila euro, un finanziamento che risale ad alcuni anni fa e che per poco non si stava perdendo per un iter burocratico troppo lungo. Nella sale gare del Libera Consorzio di Agrigento la commissione di gara formata dall'ingegnere Gaspare Giarratano del Comune di Sciacca, presidente, e dai componenti Mario Concilio e Eduardo Martines, entrambi funzionari del Libera Consorzio di Agrigento, proclamava vincitrice la ditta Athanor Consorzio Stabile Scarl di Bari, cOn il ribasso del 20,6392%, e seconda classificata una ditta di Roma. Alla gara avevano partecipato 68 ditte. Ma dopo la proclamazione arriva la sorpresa: uno dei presenti fa osservare che tra le domande esaminate manca quella della sua società, la La.Re.Sub di Costa Rosario&C Sas di Messina. Per dimostrare la fondatezza delle sue parole la ditta esibisce la Pec inoltrata che certifica l'invio e il ricevimenro del plico entro i termini previsti dal bando. Nessun dubbio, dunque. C'era solo da capire dove era finita la busta sigillata. L'ente verifica e rende nota che si sarebbe trattato di un errore, l'offerta era finita nell'armadio blindata della sala gare del Libero Consorzio di Agrigento insieme ai plichi di un'altra gara, quella relativa ai lavori di interventi per l'accoglienza dei visitatori della Miniera Museo di Cozzo Disi, a cui hanno partecipato ben 521 concorrenti. "Poiche in quel periodo sono stati protocollati centina di plichi - si legge nel documento della riapertura gara in autotutela - quello dell'impresa La.Re.Sub. era stare inserito per errore tra quelli di un'altra gara". Le procedure sono state quindi riaperte. I partecipanti sono diventati 69 e non più 68, l'iter per l'esame la riassegnazione è ancora in corso. I lavori di messa in sicurezza del porto di Sciacca, moli esterni di levante e di ponente e scogliera ad est del porto, la cui progettazione risal al 2010, possono aspettare.
GIUSEPPE RECCA

UNIVERSITA'. Storica decisione del Cda del consorzio
II palazzo Tomasi é ufficialmente sede degli uffici del Cupa
L'obiettivo. Prende corpo l'idea di portare l'ateneo agrigentino (e gli studenti) nel centro storico della città
Dopo gli annunci, gli atti concreti: il Consiglio di amministrazione del Consorzio universitario di Agrigento ieri ha deliberate it trasferimento della sede amministrativa e in futuro anche didattica, del Cupa all'interno dei locali del Palazzo Tomasi di piazza Sanzo. Uno del palazzi antichi della città dei Templi che adesso assumerà anche un valore istituzionale, accogliendo una delle istituzioni - appunto - più prestigiose non solo del capoluogo. Una decisione presa più per motivazioni di natura "politica" (l'Università torna nel Centro storico', fu l'annuncio) che per questioni strettamente economiche, dare che comunque 1,1 sede di via Quartararo rimarrà in uso al Cupa per quanto, come noto. in gran parte l'edificio è stato affittato ad enti che vi realizzano corso di formazione professionale.
Del resto ancore oggi un quadro certo suI possesso dell'immobile di Calcarelle non è ancora delineato. Il Libero consorzio da tempo ne rivendica la proprietà mentre il Comune sostiene che il bene era originariamente municipale. Su questo. tra l'altro, sta lavorando la Quinta commissione consiliare. la quale attende adesso una relazione da parte dell'ufficio legale dell'Ente. Non e stato comunque I'unico punto trattato durante il Consiglio d'amministrazione di ieri. Contestualmente all'approvazione della strumento finanziario si e infatti deciso di lanciare un razzo di segnalazione per investire la politica,  almeno, una parte, delle criticità economiche del Consorzio. Criticità come note serissime e soprattutto, non superabili senza l'impegno della Regione. Così si SOnO incontrati il deputato regionale di Ncd Vincenzo Fontana, il deputato nazionale Riccardo Gallo e si sono aggiunti telefonicamente il presidente Rosario Crocetta e il vicepresidente della Regione Mariella Lo Bello. E, da quanto trapelato  nelle scorse ore non si sarebbe trattato di uri incontro buono solo per uno scambio di auguri natalizi. Un appello anzi che, dice una nota formale del Consorzio, non sarebbe caduto nel vuoto. "Da tutti - si legge - è state assicurato il massimo sostegno alle iniziative del Cupa al fine di incrementare te risorse finanziarie necessarie per il rilancio delle attività nel prossimo anno". Un segnale positivo, soprattutto rispetto alla dimostrazione di volontà da parte del Governo regionale, con il quale la nuova guida del Consorzio aveva posto in essere una vera e propria guerra fredda, iniziata con l'estromissione (di forza) dell'ex Provincia, commissariata e quindi a guida Regionale. Sul punto, comunque. ci si confronterà il prossimo 9 gennaio. Anno nuovo, vita nuova? La speranza e che appunto il prossimo anno rappresenti concretamente un periodo di svolta sotto tutti i punti di vista. Per troppo tempo il Cupa ha vissuto incertezze e precarietà che privano il territorio di un'opportunità di crescita.
GIOACCHINO SCHICCHI

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