/ Rassegna stampa » 2017 » Gennaio » 18 » Rassegna stampa del 18 gennaio 2017
 

Rassegna stampa del 18 gennaio 2017

Giornale di Sicilia

Acqua col contagocce Lo Bello: subito ispezioni L'acqua viene distribuita ogni 10/15 giorni.

Il vice presidente della Regione Sicilia, Mariella Lo Bello, chiede una ispezione straordinaria al Fanaco, a Girgenti Acque ed al Consorzio Tre Sorgenti. Il vice presidente del gruppo Pd all'Ars, Giovanni Panepinto, chiede, invece al presidente della commissione Territorio ed Ambiente di «convocare i sindaci di Ravanusa, Canicattì e Favara e gli amministratori di Siciliacque e Girgenti Acque per chiarire i motivi della riduzione dei turni di approvvigionamento idrico». «E' da nove mesi che segnaliamo la carenza idrica e le difficoltà - replica Girgenti Acque - . Ben venga l'ispezione. Anzi, siamo noi che chiediamo una ispezione e l'intervento delle istituzioni e della politica per risolvere i problemi di carenza d'acqua. Noi distribuiamo l'acqua che abbiamo a disposizione». «La situazione determinatasi nell'Agrigentino circa la gestione e distribuzione idrica non è più tollerabile - ha affermato, ieri, con una nota stampa, il vice presidente della Regione Mariella Lo Bello - . So che da tempo l'assessorato competente sta monitorando la situazione. Non si può consentire che l'acqua venga erogata con turni che, in molte zone, sfiorano i 10 o 15 giorni. Ed è proprio per questo - incalza Lo Bello - che ho già pronta una nota ufficiale nella quale sollecito una ispezione, che possa appurare i passaggi, accertare eventuali freni, e adottare i conseguenti strumenti, che mettano fine al forte disagio di turnazioni impossibili e costi esosi e non certamente adeguati al servizio offerto». Il vice presidente del gruppo Pd all'Ars, Giovanni Panepinto, ha scritto, invece, al presidente della commissione Territorio ed Ambiente dell'Ars: Mariella Maggio. "Ho chiesto la convocazione dei sindaci di Ravanusa, Canicattì e Favara, degli amministratori di Siciliacque e di Girgenti Acque - scrive Panepinto - per conoscere le esatte ragioni di tali disservizi che stanno provocando notevoli disagi a cittadini ed attività commerciali e per capire quali misure sono state adottate per riportare alla normalità l'erogazione idrica". Girgenti Acque non vuole entrare in polemica, ma, replicando, chiarisce: «Mettiamo in circolo tutta l'acqua che abbiamo a disposizione. Siciliacque ne offre pochissima. C'è il problema atavico del Tre Sorgenti. E' da nove mesi - spiegano - che denunciamo il problema. Acqua non ne abbiamo. Abbiamo bisogno di fonti, di impianti, di pozzi. Siamo noi quelli che solleviamo, ciclicamente, il problema e lo facciamo anche chiedendo la convocazione di tavoli tecnici presso al dipartimento. Ben venga, dunque, l'ispezione. Per quanto riguarda i costi esosi, l'Ati deve decidere sulle tariffe di Girgenti Acque e dunque dell'Ato idrico. E' da quasi un anno che attendiamo di parlare di tariffe. Siamo i primi sostenitori della riduzione, ma ci devono mettere nelle condizioni di poterlo fare. Il servizio ha un costo e va coperto - conclude Girgenti Acque - . Ci mettano nelle condizioni di avere le risorse idriche e saremo ben felici di dare tutta l'acqua disponibile ed al minor costo possibile. Sfidiamo, comunque, chiunque a gestire il servizio idrico con costi minori di quelli che facciamo noi». (*CR)
 
 
I nodi della sicilia. Cutrone: «Ce ne ricorderemo ad ottobre...».

 Pd critico per le assenze nella maggioranza. I grillini: «Sono due mesi che c'è sempre la stessa scena»
Legge sugli appalti flop, costruttori infuriati

All'Ars manca il numero legale: salta la norma che doveva accelerare le gare. L'Anci: imprese e lavoratori in ginocchio

Un altro flop. L'Ars si è mostrata ancora una volta con quasi tutti gli scranni vuoti e la riforma degli appalti non è stata approvata neppure ieri. Da oltre un mese è all'ordine del giorno ed è sempre mancato il numero legale. I 41 deputati su 90, per lo più dell'opposizione, presenti ieri sono la fotografia el clima da «rompete le righe » creatosi in Parlamento: il 2017 è l'anno in cui si voterà per 140 Comuni, per la Regione e per i Liberi Consorzi e i deputati sono già di fatto in campagna elettorale. Inutili gli appelli di Mariella Maggio e altri parlamentari del Pd irritati per le assenze degli alleati. La riforma degli appalti finita nelle secche dell'Ars è in realtà una leggina di appena tre articoli che il governo ha messo in campo per accelerare le procedure delle gare: sono previsti un aumento del numero dei componenti delle stazioni appaltanti (Urega) e tempi contingentati per arrivare dal bando all'aggiudicazione (mediamente fra i 60 e i 75 giorni). Ma tutto questo non è stato votato perché quando il leader grillino Giancarlo Cancelleri ha chiesto la verifica del numero legale l'aula era deserta o quasi. Per due volte il numero legale è mancato ieri e ciò obbliga a rinviare tutto: un film che si ripete dai primi di dicembre. Ci si riproverà oggi, quando però è attesa soprattutto un'altra leggina che interessa molto di più i parlamentari, quella che dovrebbe rinviare le elezioni nelle Città Metropolitane e nei Liberi Consorzi a giugno o ottobre evitando di aprire i seggi il 26 febbraio come già previsto dal governo. La riforma degli appalti si metterà in coda a questa norma e se anche questa volta non verrà approvata verrà definitivamente cancellata dall'ordine del giorno perché poi scatterà la sessione di bilancio e ci sarà spazio per regolamento solo per la Finanziaria fino ai primi di marzo. In seguito, in primavera, il Parlamento dovrebbe fermarsi per la campagna elettorale nei 140 Comuni chiamati alle urne probabilmente a maggio. E dopo l'estate non ci sarà più tempo perchè a ottobre sono previst le Regionali. In questo buco nero rischiano di finire anche altre riforme: rifiuti, acqua, forestali, camere di commercio solo per citare le più annunciate negli ultimi due anni. È uno scenario che irrita gli imprenditori. Santo Cutrone, presidente dell'Ance lancia un messaggio proprio in vista delle elezioni: «Questi nostri politici non si rendono conto dello stato di difficoltà delle imprese e dei lavoratori del settore delle costruzioni. Bisogna accelerare le procedure delle stazioni appaltanti per sbloccare il maggior numero possibile di gare. Se nulla cambia sarà un problema per le opere del Patto per la Sicilia e perderemo un'occasione d'oro. Ce ne ricorderemo  elle sedi opportune a ottobre...». La preoccupazione dei costruttori edili nasce dall'analisi dei dati più recenti del settore. Cutrone ricorda che oggi in Sicilia occorrano mediamente fra i sei mesi e un anno per arrivare dal bando all'assegnazione dell'appalto e in alcuni casi si può arrivare anche a un anno e mezzo. Un monitoraggio condotto a  ine 2016 dall'Ance mostra, per esempio, che ad Agrigento da 434 giorni si attende l'aggiudicazione dei lavori di costruzione di 60 alloggi popolari per un valore di oltre 8 milioni, mentre a Ragusa i lavori per la costruzione del padiglione di pediatria dell'ospedale sono in fase di aggiudicazione da oltre 200 giorni. L'Ance ha rilevato anche che nel corso del 2015 (ultimo dato disponibile) delle 220 gare bandite solo 110 sono arrivate all'aggiudicazione e di tutte le altre non si hanno più notizie sullo stato di avanzamento. Dati che ovviamente hanno un riflesso sull'occupazione. La protesta dei costruttori è raccolta dai grillini (ieri fra i più numerosi in aula): «Non ci sono più parole, è una vergogna senza fine, ormai sono quasi due mesi che, esercizio provvisorio a parte, all'Ars va in scena lo stesso copione: aula deserta, o quasi, e seduta rinviata per mancanza di numero legale. I fatti provano che il Pd e questa inqualificabile e sfilacciata maggioranza se ne infischiano dei problemi della Sicilia. Eevidentemente i deputati pensano di convincere il governo ad assecondare i propri tornaconti con questi mezzucci».

Assemblea. Si tratta per cancellare la riforma del 2013
Ex Province, il Pd è per il rinvio: le elezioni si spostino per tutti a luglio

Prende corpo il rinvio delle elezioni nelle Città Metropolitane e nei Liberi Consorzi. Mentre si continua a trattare per reintrodurre l'elezione diretta dei vertici degli enti che hanno sostituito le Province: sarebbe la cancellazione della riforma del 2013. È stato il Pd a rompere gli indugi al termine di una riunione del gruppo parlamentare a cui ha partecipato il segretario Fausto Raciti. Il partito va oltre la proposta formulata dal governo: Crocetta ha previsto di votare il 26 febbraio rinviando le elezioni solo nella Città Metropolitana di Palermo, dove la successiva elezione del nuovo sindaco farebbe decadere gli organi già in primavera. Ma per il Pd è necessario rinviare le elezioni in tutti i Liberi Consorzi e le Città Metropolitane: «Alla luce della richiesta che arriva da più forze politiche siamo disponibili ad un rinvio delle elezioni, non solo per Palermo, purché il termine sia fissato entro l'estate e purché questo periodo di tempo serva a valutare le diverse opzioni in campo. L'obiettivo è, an he alla luce delle recenti prese di posizione del governo nazionale, avere norme certe che non incorrano più in alcuna bocciatura del Consiglio dei Ministri». L'ipotesi è quella di rinviare il voto a luglio. La legge va all'Ars oggi con decine di emendamenti. «Ma non dovrebbe esserci quello che prevede il ritorno all'elezione diretta» commenta Totò Cascio, presidente della commissione Affari Istituzionali dell'Ars. Ma il condizionale è d'obbligo anche perchè in tanti vogliono il ritorno all'elezione diretta e l'unico ostacolo è costituito dal fato che il governo nazionale non ha ancora dato il proprio via libera. Gia. Pi.

Iscrizioni a scuola
Libero Consorzio, l'Urp assisterà i genitori

Fino al 6 febbraio le famiglie potranno iscrivere i propri figli alle prime classi delle Scuole Medie superiori, per l'anno 2017 -2018 , collegandosi telematicamente al sito del Ministero della Pubblica Istruzione. Per agevolare i cittadini, l'Ufficio Relazioni con il Pubblico del Libero Consorzio di Agrigento, ha attivato un nuovo specifico servizio di assistenza all'Utenza che sarà a disposizione dalle 9 alle 13 fino al 6 febbraio, presso tutte le sedi dell'Urp. (*PAPI*)

Neve, scuole ancora chiuse in tre Comuni
Da domani, almeno per il momento, le condizioni climatiche sembrano destinate ad un lieve miglioramento
Concetta Rizzo

Le vacanze di Natale, per gli studenti di Cammarata, San Giovanni Gemini e Santo Stefano Quisquina, non sono mai finite. Tranne che, per un'unica giornata, le attività scolastiche sono rimaste sospese a causa del maltempo. E così sarà anche oggi. I sindaci dei Comuni montani Agrigentini - quelli che si trovano ad un'altezza di circa 700 metri ed oltre - non hanno potuto far altro che firmare una nuova, l'ennesima appunto, ordinanza di chiusura. Nella serata di lunedì, la neve è tornata anche a bassa quota: fra Canicattì, Racalmuto e Grotte. Neve anche a Ribera, ieri mattina. Per oggi è prevista, stando alla Protezione civile, un'allerta "gialla". Dovrebbe esserci una sorta di "residuo neve". Ma nelle zone dell'entroterra ad una altezza superiore a 700 metri. Da giovedì, almeno per il momento, le condizioni climatiche sembrano destinate ad un lieve miglioramento. Ma non è finita. E temendo che la situazione meteo possa tornare a precipitare, il prefetto di Agrigento Nicola Diomede ha già convocato - per domani - una riunione con tutti i sindaci dei Comuni montani: Cammarata, San Giovanni Gemini, Santo Stefano Quisquina e Casteltermini soprattutto. E' necessario stabilire come muoversi, in materia di viabilità interna, per evitare che possano ripetersi situazioni emergenziali, difficili da fronteggiare. La bufere di neve, registratesi nella notte fra lunedì ed ieri, hanno compromesso il lavoro fatto dai cantonieri e dai mezzi del Libero consorzio comunale. Ieri mattina, infatti, fra i due versanti opposti di monte Cammarata venivano rilevati tra i 20 ed i 30 centimetri di neve. Lungo la provinciale 24-B, che collega San Giovanni Gemini con Santo Stefano Quisquina sono, dunque, tornati in azione lo spalaneve e poi i mezzi spargisale. Rigorosamente obbligatorio l'uso delle catene. Strada libera, ieri mattina, invece, da San Giovanni Gemini sino al bivio Tumarrano. Non creava problemi la neve caduta sulla provinciale 26-A Cammarata-Castronovo di Sicilia. Interrotta la provinciale 25, la Soria-Mussomeli, spesso utilizzata per raggiungere l'ospedale. Sul versante opposto dell'Agrigentino, quello Riberese, il Libero consorzio, ieri, segnalava il rischio esondazione dei fiumi Sosio-Verdura. Organizzati dei monitoraggi lungo gli attraversamenti stradali, ossia sulle strade provinciali 47 Sant'Anna-Villafranca Sicula e 37, tratto Caltabellotta-San Carlo. Monitoraggi, perché il rischio di esondazione è concreto. Ieri, era in corso il rilascio  controllato di acqua dalla diga Gammauta, sul fiume Sosio-Verdura, ad opera del centro funzionale Idro Sicilia della Regione. Una procedura che si fa periodicamente e che viene sempre controllata. Ieri, però, è stata necessaria una maggiore attenzione a causa dei considerevoli apporti delle precipitazioni invernali e delle condizioni meteo. Intanto, a Canicattì, s'è tenuto un tavolo tecnico, presieduto dal sindaco Ettore Ventura, per cercare di avere contezza dei danni arrecati, al settore agricoltura, dalle nevicate dell'Epifania. Non è detto che si arrivi alla dichiarazione dello stato di calamità, ma il deputato regionale Gaetano Cani si è impegnato a rappresentare le istanze degli agricoltori. Quanti avessero subito danni potranno ancora inviare le loro segnalazioni agli ispettorati agrari. (*CR*)

Al voto. Entro il prossimo 27 gennaio dovrà essere pubblicato l'elenco degli elettori, cioè i sindaci e i consiglieri comunali in carica nei 43 comuni della provincia

Ex Provincia: confermata la commissione per l'elezione del presidente e e del Consiglio. L'Assessore Regionale delle Autonomie Locali Luisa Lantieri ha emanato il decreto di nomina con il quale è istituito l'ufficio elettorale presso il Libero Consorzio Comunale di Agrigento in vista delle elezioni dei nuovi organi di vertice dell'Ente in programma il prossimo 26 febbraio. Fanno parte della Commissione elettorale il segretario comunale di Agrigento Pietro Rizzo che svolgerà le funzioni di presidente, Domenico Tuttolomondo Segretario Comunale di Canicattì e Gabriele Pecoraro Segretario Comunale di Favara. Domenico Sinaguglia, funzionario del Comune di Agrigento, assumerà la carica di segretario. Si tratta della conferma dell'Ufficio elettorale che si era già insediato lo scorso ottobre. Nei prossimi giorni l'ufficio elettorale si riunirà nella sede del Libero per le operazioni elettorali. Primo impegno la ricognizione dei Consiglieri e Sindaci dei comuni della provincia che costituiscono il corpo elettorale. a Commissione sarà assistita da una segreteria di supporto, costituita con personale del Libero Consorzio. Gli incarichi di presidente, componente e segretario dell'Ufficio elettorale sono a titolo gratuito e non comportano oneri a carico del bilancio dell'Amministrazione Regionale o a quello del Libero Consorzio che invece dovrà provvedere alla stampa delle schede elettorali. In provincia di Agrigento saranno chiamati a votare circa 750 grandi elettori tra Consiglieri e Sindaci con il meccanismo delle elezioni di secondo grado, in base al voto ponderato attribuito ad ognuno. Queste le date per giungere alle elezioni: entro il 27 gennaio dovrà essere pubblicato l'elenco degli elettori, cioè i sindaci e i consiglieri comunali in carica nei 43 comuni della provincia. Non sono elettori i sindaci ed i consiglieri comunali sospesi di diritto dalla carica. Il termine per la presentazione delle candidature a Presidente del Libero Consorzio o per i 12 componenti del Consiglio è stato fissato dalle 8 del 4 febbraio alle 12 del 5 febbraio. Il termine finale per la costituzione del seggio elettorale è stato fissato per il 16 febbraio. La normativa regionale prevede che sono candidabili a Presidente del libero Consorzio comunale i sindaci dei comuni appartenenti allo stesso libero Consorzio comunale. Le elezioni di secondo grado sono previste utilizzando il meccanismo del voto ponderato assegnato a ciascun sindaco e consigliere comunale della provincia in base alla fascia demografica di appartenenza. La provincia di Agrigento è composta da 43 Comuni, incluse le isole Lampedusa e Linosa che hanno un sindaco ed un solo Consiglio comunale. Recentemente è stato inserito l'incremento del voto ponderato di ciascun consigliere nei comuni dove si è votato nel 2016 che servirà a compensare la diminuzione del 20% del numero dei consiglieri comunali. In provincia di Agrigento sono interessati alla modifica i comuni di Canicattì, Favara, Porto Empedocle e Montevago che sono andati al voto nel 2016 con le nuove norme eleggendo un numero minore di Consiglieri comunali, rispetto agli altri comuni del territorio della stessa fascia di popolazione. La fase transitoria avrà termine, quando, all'interno dell'ente di area vasta di appartenenza, i comuni della medesima fascia demografica avranno tutti rinnovato i propri organi elettivi. Ai fini dell'applicazione del coefficiente, il voto di ciascuno consigliere dovrà essere dapprima moltiplicato per un coefficiente correttivo pari a 1,25 ed il risultato ottenuto dovrà a sua volta essere moltiplicato per l'indice di ponderazione della fascia di appartenenza.

Sicilia24h
Momentaneamente interrotta la SP n. 25 Soria-Mussomeli causa neve Nevicata ancora in corso nella zona di Cammarata, con neve che supera in alcuni tratti anche i 30 centimetri, e mezzi e personale stradale del Libero Consorzio ancora all'opera lungo la n. 24-B San Giovanni Gemini-Santo Stefano di Quisquina, la SP n. 26-A Cammarata-Castronovo di Sicilia e le altre provinciali e consortili della zona. Sulla SP n. 25 Soria-Mussomeli invece la neve rende impossibile il transito a partire dal bivio dell'agriturismo Casalicchio verso il comune del Nisseno, e la strada è stata momentaneamente chiusa. Solo nel pomeriggio sarà possibile iniziare le operazioni di sgombero della carreggiata. Il previsto peggioramento delle condizioni meteo rende comunque difficile il lavoro di tecnici e cantonieri del Settore Infrastrutture Stradali a causa degli scarsi mezzi a disposizione.
GdSonline
REGIONE Ex Province, niente voto diretto: verso il rinvio delle elezioni PALERMO. Sembra tramontare al momento l'ipotesi di ripristinare subito il voto diretto nelle ex Province e nelle città metropolitane. Probabile invece il rinvio delle elezioni di secondo livello non solo per la città metropolitana di Palermo, come richiesto dal presidente dell'Anci, Leoluca Orlando, ma anche per i Liberi consorzi e per le altre due città metropolitane di Catania e Messina. Di conseguenza saranno prorogati, ancora una volta, i commissari. Il governo Crocetta ha trasmesso all'Ars il disegno di legge, approvato qualche giorno fa in giunta, che rinvia le elezioni nella città metropolitana di Palermo, a questo testo la commissione Affari istituzionali, che si riunirà a breve, dovrebbe agganciare un emendamento che estende il rinvio agli altri enti. Il ragionamento, più o meno condiviso all'Ars, è quello di evitare di ripristinare subito il voto per non incorrere in una probabile impugnativa da parte del Consiglio dei ministri, che qualche mese fa aveva suggerito la piena applicazione della Delrio sull'elezione di secondo livello, poi recepita da Palazzo dei Normanni. Lo scenario è cambiato dopo il 'no' al referendum costituzionale che ha salvato le Province, con la Delrio che sì ha imposto il voto di secondo livello ma alla prima applicazione, lasciando liberi gli enti di modificare gli statuti. La posizione poi espressa dal ministro per Affari regionali Enrico Costa favorevole al ritorno al voto diretto ha rianimato i fautori del suffragio popolare anche all'Ars. Dunque l'idea è quella di rinviare a ottobre le elezioni di secondo livello per capire, nel frattempo, cosa farà il governo nazionale in tema di Province. Il capogruppo di Fi all'Ars, Marco Falcone, comunque ha pronto un ordine del giorno per la reintroduzione del voto diretto. Sul tema nel pomeriggio si riunirà il gruppo parlamentare del Pd, convocata dal presidente Alice Anselmo alla presenza del segretario regionale dem, Fausto Raciti. «Ripristinare subito la legge per l'elezione diretta degli organismi delle ex Province puntando anche all'elezione diretta del Parlamento introducendo le preferenze, unico strumento della vera rappresentanza popolare». Così, in una nota, il senatore siciliano del gruppo Ala-Sc, Giuseppe Ruvolo. «I cittadini - aggiunge - vogliono eleggere i propri rappresentanti tornando così ad essere i veri protagonisti delle scelte politiche. L'eliminazione delle Province è stato per anni l'argomento principale dei politici italiani: era stato trovato il responsabile di tutti i fallimenti della politica. Le Province, invece, sono un architrave del sistema Paese, lo strumento per selezionare la classe politica dirigente, non certo il male assoluto che in tanti hanno descritto stigmatizzando chi sosteneva il contrario come il sottoscritto. Sicuramente ci sono state disfunzioni, errori e sprechi. Ma alla luce delle esperienze negative vanno fatte delle riflessioni approfondite per rilanciare un'istituzione importante per il nostro Paese. Sarebbe invece il caso di puntare il faro sulle Regioni, vera fonte, purtroppo, di clientele e sperperi di ogni genere».
Sicilialive
La riforma flop L'ARS DECIDE DI NON DECIDERE PROVINCE, SLITTANO LE ELEZIONI. Di Accursio Sabella PALERMO - Elezioni sì, ma non c'è fretta. La telenovela delle Province siciliane presto si potrebbe arricchire con una nuova, grottesca puntata. Un nuovo rinvio, cioè, che prolungherà quasi certamente i commissariamenti che vanno avanti già da quasi quattro anni. Su questo, in Parlamento c'è una intesa già molto ampia. Le uniche differenze sono legate alla "portata" del rinvio. Il Partito democratico, ad esempio, che aveva apertamente dichiarato, attraverso il vicecapogruppo all'Ars Giovanni Panepinto, la volontà di "virare" verso il ritorno dell'elezione diretta di presidenti e consiglieri provinciali, oggi si è riunito per fare il punto sulla questione. Da quanto si apprende, i Dem sono orientati a chiedere un nuovo rinvio delle elezioni, previste per febbraio, non solo per la Città metropolitana di Palermo, così come già deciso dal governo, ma per tutti i Liberi consorzi. Se l'elezione del sindaco metropolitano del capoluogo, però, avverrà a settembre, per le altre ex Province, il Pd avrebbe indicato una data più vicina. In primavera. Nel frattempo, verranno "valutate" tutte le possibili scelte, compreso il ritorno al voto diretto, e si analizzeranno gli strumenti utili a evitare un eventuale rischio di impugnativa da parte di Palazzo Chigi. Ma il problema "tecnico" è più complesso di quanto sembri. Il ritorno all'elezione diretta e di fatto alle vecchie Province, che getterebbe così nel cestino la sofferta e fallimentare riforma del governo Crocetta, finirebbe però per andare in una direzione opposta rispetto alla "legge Delrio". Norma che, però, il presidente della Regione si è impegnato ad applicare in Sicilia, in occasione del discusso accordo con lo Stato per il riconoscimento delle entrare in Sicilia e la rinuncia, da parte della Regione, ai contenziosi con Roma. Come farà, quindi, Crocetta a disattendere quell'impegno, preso nonostante non appartenesse al governo la potestà legislativa? O meglio, che succederà se il Parlamento sceglierà una strada diversa da quella indicata dall'accordo firmato con lo Stato? Di sicuro c'è che la voglia di elezioni dirette cresce ogni giorno di più. All'Ars ormai esiste un fronte trasversale, dal quale sembrano discostarsi solo i deputati del Movimento cinque stelle. Lo scenario è cambiato dopo il 'no' al referendum costituzionale che ha salvato le Province, con la Delrio che sì ha imposto il voto di secondo livello ma alla prima applicazione, lasciando liberi gli enti di modificare gli statuti. La posizione poi espressa dal ministro per Affari regionali Enrico Costa favorevole al ritorno al voto diretto ha rianimato i fautori del suffragio popolare anche all'Ars. Il capogruppo di Forza Italia all'Ars, Marco Falcone ha pronto un ordine del giorno per la reintroduzione del voto diretto. Il leader dell'opposizione Nello Musumeci, invece, ha anche preparato e depositato un disegno di legge che va in questa direzione: "Sulla riforma delle Province - ha detto - si prova una certa soddisfazione nel vedere oggi pronunziare agli avversari politici le stesse cose che il mio gruppo parlamentare, in solitudine, diceva tre anni fa. Ho appena depositato all'Ars - ha aggiunto - un disegno di legge da sottoporre alla valutazione dei colleghi deputati, frutto anche della esperienza maturata in prima linea in un decennio alla guida della Provincia di Catania. Nelle linee generali, ricalca la proposta che coi colleghi Ioppolo e Formica avevo presentato nel gennaio 2013, prima che la maggioranza di Crocetta si ostinasse a inseguire una folle e irragionevole riforma rivelatasi fallimentare". La proposta prevede: "L'elezione diretta del presidente dei Liberi Consorzi e dei sindaci delle tre Città metropolitane; l'elezione diretta - prosegue Musumeci - dei consiglieri delle nove assemblee, con una forte riduzione dei componenti (ridotti a 20 nelle province con oltre 500 mila abitanti ed a 16 in quelle minori); l'attribuzione agli enti, in aggiunta a quelle previste dalla legge regionale 9 del 1986, di ulteriori competenze, ad esempio sulla pianificazione urbanistica dei Comuni, sulla edilizia popolare al posto degli Iacp, degli uffici della Motorizzazione, delle riserve naturali, della pianificazione turistica. Se si ha davvero buona volontà, - conclude - una intesa può essere trovata in poche settimane, subito dopo la sessione di bilancio. E far tornare i siciliani a votare nel prossimo turno primaverile. Sarebbe una vittoria del buonsenso e della democrazia". Una richiesta che giunge pure da un palazzo diverso da quello nel quale ha sede il parlamento siciliano. Anche il senatore di Ala Giuseppe Ruvolo, ha chiesto di "ripristinare subito la legge per l'elezione diretta degli organismi delle ex Province puntando anche all'elezione diretta del Parlamento introducendo le preferenze, unico strumento della vera rappresentanza popolare". Anche per le Province, insomma, c'è grande voglia di elezioni. Ma non adesso. Per il momento, una nuova proroga è pronta. Ancora qualche mese di incarico per le attuali guide degli enti sull'orlo del disastro. Giusto per tagliare il folle traguardo di quattro anni di commissariamento.
Agrigentonotizie
I fiumi Sosio-Verdura rischiano di esondare, al via i monitoraggi sulle strade I controlli verranno fatti sulle strade provinciali 47 Sant'Anna-Villafranca Sicula e 37, tratto Caltabellotta-San Carlo, nonché sulla statale 115 in corrispondenza del ponte Verdura. I fiumi Sosio-Verdura rischiano di esondare. Organizzati dei monitoraggi lungo gli attraversamenti stradali, ossia sulle strade provinciali 47 Sant'Anna-Villafranca Sicula e 37, tratto Caltabellotta-San Carlo. Monitoraggi, perché il rischio di esondazione è concreto.  E' in corso il rilascio controllato di acqua dalla diga Gammauta, sul fiume Sosio-Verdura, ad opera del centro funzionale Idro Sicilia della Regione. Una procedura che si fa periodicamente e che viene sempre controllata. Adesso, però, è necessaria una maggiore attenzione a causa dei considerevoli apporti delle precipitazioni invernali e delle attuali condizioni meteo. La manovra comporterà - rendono noto dal Liberto consorzio - il rilascio costante di 1,5 metri cubi al secondo sino a cessato bisogno. Il gruppo Protezione civile del Libero consorzio ha organizzato, dunque, un attento monitoraggio, assieme al personale del settore Infrastrutture stradali, degli attraversamenti del fiume Sosio-Verdura a causa della possibilità di esondazione. Sono interessate anche le strade statali 115, in corrispondenza del ponte sul Verdura, e la 386. Il gruppo Protezione civile si terrà, inoltre, in contatto con la sala operativa regionale (SORIS). Si consiglia la massima prudenza agli automobilisti - scrivono dall'ex Provincia regionale - nel percorrere queste strade in corrispondenza degli attraversamenti e nei pressi dell'alveo del fiume Verdura. LA SICILIA CRISI IDRICA . Lo Bello ha sollecitato una ispezione. "La situazione determinatasi nell'agrigentino in ordine alla gestione e distribuzione idrica non è più tollerabile. E' necessario che si avvii una ispezione straordinaria presso il Fanaco, Girgenti Acque e il Consorzio tre Sorgenti." Lo afferma in una nota Mariella Lo Bello, Vice presidente della Regione Siciliana, a sostegno delle numerose sollecitazioni ricevute circa i disservizi nei turni di erogazione e gli elevati costi del servizio. "Sono a conoscenza - continua l'assessore alla Attività produttive - che da tempo l'assessorato al ramo sta monitorando la situazione, per la quale non si può consentire che in qualsivoglia paese civile l'acqua venga erogata con turni che, in molte zone, sfiorano i 10 o 15 giorni. Ed è proprio per questo- conclude - che ho già pronta una nota ufficiale nella quale sollecito una ispezione, che possa appura re i passaggi, accertare eventuali freni, e adottare i conseguenti strumenti, che mettano fine al forte disagio di turnazioni impossibili e costi esosi e non certamente adeguati al servizio offerto. Sull'argomento è intervenuto anche il depuratore regionale del Pd Giovanni Panepinto, che però esclude il Consorzio Tre Sorgenti tre sorgenti dalla convocazione proposta in commissione Territorio su riduzione erogazione idrica nell'Agrigentino. Ho chiesto al presidente della commissione Territorio e Ambiente di convocare i sindaci di Ravanusa, Canicattì e Favara e gli amministratori di Siciliacque e di Girgenti Acque per chiarire i motivi della riduzione dei turni di approvvigionamento idrico che si registra da alcune settimane in quel territorio". MALTEMPO IN PROVINCIA Ha nevicato anche sulla spiaggia. g.re.) Freddo gelido, disagi e ancora nevicate, questa volta non solo nei rilievi montani, in tutto il territorio provincia le, in quello che è diventato uno degli inverni più freddi degli anni Le previsioni meteo sono in peggioramento e anche oggi si annuncia una giornata difficile per i collegamenti stradali, soprattutto per chi viaggia per lavoro e per gli studenti che dai centri della montagna devono raggiungere gli istituti superiori delle città vicine. La neve a tratti ha superato i 30 centimetri nella zona di Cammarata, dove mezzi e personale stradale del libero Consorzio da giorni sono all'opera per garantire la regolare transitabilità sulle già precarie strade provinciali. Ieri non si è transitato solo sulla strada provinciale n. 25 Soria-Mussomeli, ma oggi rischiano a chiusura altri tratti. Disagi anche per i pendolari del versante ovest della provincia che ogni mattina viaggiano in direzione Palermo attraverso la strada statale 624: ieri ha nevicato con intensità ed anche oggi è consigliabile scegliere l'autostrada Mazara-Palermo per raggiungere il capoluogo. A causa delle considerevoli precipitazioni piovose, è cominciato il rilascio controllato di acqua dalla diga Gammauta, sul fiume Sosio-Verdura. Monitoraggio degli attraversamenti del fiume Sosio-Verdura sulle strade provinciali n.47 S.Anna-Villafranca Sicula e n.37 tratto Caltabellotta-San Carlo, ma anche sulla sta tale 115, a causa della possibilità di esondazione. E' quindi consigliabile la massima prudenza nella circolazione stradale. Ai disagi fanno da contraltare alcune belle e inusuali immagini che arrivano dalla fascia costiera. Ieri tutto il litorale della località balneare di Porto Palo, a Menfi, era imbiancato dalla nevicata durata l'intera giornata. UREGA, E'RINVIO E COSI' SI RISCHIA IL RALLENTAMENTO DI TUTTE LE GARE PALERMO. Questa mattina scadono i termini per presentare eventuali emendamenti al disegno d legge de giunta regionale, che prevede il rinvio, al 17settembre, solo delle elezione dell'assemblea della Città metropolitana di Palermo. L'orientamento del Pd, e non solo, sarebbe quello di rinviare in blocco le elezioni sia dei Liberi consorzi comunale che nelle Città metropolitane, dando continuità alla gestione commissariale. Sono parecchie le spinte, considerato anche esito del referendum del 4dicembre scorso che ha bocciato la riforma costituzionale che, tra altro, prevedeva la cancellazione delle Province dalla Carta", di tornare al sistema elettorale a suffragio diretto, cancellando l'elezione di secondo grado, come prevede la 'riforma Delrio". Un ritorno al passato che potrebbe fare entrare la Regione in rotta di collisione con il governo nazionale. Un problema che ieri i gruppo parlamentare del Pd ha affrontato insieme con il segretario regionale. Fausto Raciti. Intanto, dopo un lungo confronto, passata la linea del rinvio di tutte le elezioni - gìà fissate per il 26 febbraio - ma non oltre il mese di luglio. Rinvio motivato dal fatto che nella prossima primavera si voterà per eleggere il sindaco ed il consiglio comunale di Palermo e l'assemblea metropolitana sarebbe automaticamente decaduta. Un problema sollevato dal sindaco Leoluca Orlando e che a giunta regionale, presieduta da Rosario Crocetta, ha condiviso, varando il ddl che adesso potrebbe dare la stura ad un rinvio generale delle elezioni di secondo grado (votano solo i sindaci e i consiglieri comunali). E sarà il terzo rinvio. Sul ritorno al sistema elettorale diretto, si vedrà successivamente, anche alla luce delle iniziative che adotterà il governo nazionale. Il ministro degli Affari re Enrico Costa, non ha escluso questa eventualità. Intanto, ancora una seduta a vuoto dell'Ars che, anche ieri, non ha raggiunto il numero legale per approvare il disegno di legge di modifica degli Urega. Ma, secondo alcune fonti, molti deputati, pur trovandosi nel Palazzo, avrebbero disertato l'Aula. Un ostruzionismo che può provocare soltanto il rallentamento delle gare di appalto che nelle prossime settimane gli Urega dovrebbero iniziare a celebrare per l'attuazione del l per la Sicilia", che prevede una spesa di 3,2 miliardi. L'ennesima assenza della maggioranza in Aula è stata aspramente criticata dal M5s. L. M.

Valuta questo sito: RISPONDI AL QUESTIONARIO