Giornale di Sicilia
I nodi della regione
L'esame della finanziaria prosegue con tanti intoppi. sul cammino della legge una pioggia di emendamenti
L'Eas e le reti idriche da cedere ai Comuni: una nuova tegola sul governo Crocetta
Bocciato il piano dell'assessore Contrafatto. Vinciullo tuona contro i dirigenti: in troppi disertano i lavori dell'Ars
Stefania Giuffrè - PALERMO
Una pioggia di emendamenti. Circa 650 quelli approvati dalle varie commissioni all'Ars, quasi 300 quelli già arrivati in commissione Bilancio dove il termine ultimo per presentare ulteriori proposte di modifica alla Finanziaria è fissato per lunedì alle 14. Una «corsa agli emendamenti» che rischia di rallentare l'approvazione, il presidente della commissione Bilancio Vincenzo Vinciullo lo dice apertamente. E intanto un emendamento soppressivo approvato in commissione Ambiente stoppa il passaggio delle reti idriche dall'Ente acquedotti siciliani (ente in liquidazione) ai Comuni.
Il caso Eas
La norma proposta dal governo prevede che entro 30 giorni dall'approvazione della Finanziaria le reti idriche siano trasferite dall'Eas ai Comuni. L'ente è già stato posto in liquidazione e, come ha sottolineato in commissione l'assessore Vania Contrafatto, è sommerso dai debiti che ne compromettono l'operativi - tà. Da qui il passaggio delle consegne previsto in Finanziaria. La norma stanzia un milione di euro per sostenere i Comuni, somme che le amministrazioni dovranno restituire in dieci anni. Nell'ipotesi del governo il personale poi dovrebbe passare alla Resais e dalla partecipata verrebbero distaccati ai Comuni, gli stipendi (che con la società in liquidazione tardano ad arrivare) sarebbero a carico della Regione che ha stanziato quasi 7 milioni per il 2017, poco meno per i due anni successivi. Percorso che ora si ferma. L'emendamento soppressivo approvato è stato presentato dal deputato del gruppo misto Girolamo Fazio. «I Comuni non hanno le risorse necessarie - spiega Fazio -si rischia un danno per la collettività. Le amministrazioni non hanno il personale, non possono fatturare l'acqua perché i contatori non sono mai stati installati. Giusto procedere alla liquidazione dell'Eas ma con un intervento più graduale, così invece si rischia l'interruzione del pubblico servizio». Le difficoltà secondo Fazio sarebbero anche tecniche. «Penso a Favignana -aggiunge il deputato trapanese - , la conduttura è sotto rina, serve personale specializzato ». L'emendamento è stato approvato con una maggioranza trasversale, sì dai grillini e da pezzi dello tesso Pd (Ruggirello e Sammartino). Ora l'unica speranza per il governo è che in aula si possa ripescare la normacassata. «L'Eas è coperto di debiti, non è più in grado di riscuotere le tariffe - commenta Contrafatto - . La norma aveva l'obiettivo di garantire la prosecuzione del servizio e salvaguardare i lavoratori. Purtroppo l'assemblea non sa guardare oltre il proprio naso».
Il ticket dei templi di Agrigento
È polemica su un'altra norma proposta dal governo, quella che prevede di imputare al bilancio regionale una quota degli incassi del Parco archeologico della Valle dei Templi di Agrigento per finanziare altri parchi, con Sicilia Futura che chiede le dimissioni dell'assessore ai Beni culturali, Carlo Vermiglio. «Trovo grave che le risorse incassate nel parco agrigentino tramite i ticket di ingresso per i servizi di fruizione turistica, esempio unico in Sicilia di valorizzazione dei beni culturali, vengano spostati per finanziare il bilancio della Regione e addirittura i parchi meno virtuosi - dice Michele Cimino, portavoce di Sicilia Futura e deputato all'Assemblea regionale siciliana -. L'assessore Vermiglio, dopoquesta scelta folle, farebbe bene a dimettersi ed a tornare alla sua professione ».
L'iter della manovra
«Le commissioni di merito hanno finito mercoledì sera», dice Vinciullo. Entro oggi, è la sua previsione, «avremo un quadro completo degli emendamenti approvati, dovremo incrociarli, evitare sovrapposizioni». Poi arriveranno gli altri emendamenti.«Non è difficile ipotizzare che supereremo i mille, anche esaminandone 100 al giorno ci vorranno quasi due settimane». L'esercizio provvisorio però scade a fine febbraio. «Il valzer lo ha aperto il governo con il maxiemendamento - dice Vinciullo - , poi è arrivata la "corsa agli emendamenti" nelle varie commissioni. Intanto, il governo deve garantire la presenza dei dirigenti generali durante i lavori: l'ultima volta li abbiamo dovuti chiamare a casa di notte, ci sono dirigenti che non vengono mai in commissione tanto che ho scritto una nota al nucleo di valutazione ». Su questo Vinciullo è pronto a usare il pugno duro: «Se non ci saranno i dirigenti, sospenderò i lavori », avverte. Fra gli emendamenti che arriveranno nelle prossime ore, due targati Forza Italia prevedono la liquidazione di Riscossione Sicilia e la fusione di Crias e Ircac. «Istituti con funzioni simili - dice il capogruppo, Marco Falcone - , raggrupparli in un unico ente porterebbe ad una razionalizzazione». (*STEGI*)
Regione. Sui precari la tensione alle stelle in giunta e nella maggioranza. Figuccia e Cascio attaccano Miccichè: mozione di sfiducia in aula
Asu, Crocetta: «Nessun problema per i pagamenti»
Palermo
La Regione si farà carico dei precari Asu che il ministero non pagherà più ma in giunta e nella maggioranza la tensione è alle stelle. È bastato che scoppiasse un caso su questo bacino di seimila persone che ha sempre fatto gola alla politica, per fare scoppiare lo scontro. Una parte di questi precari, 254, è a carico del ministero in virtù di una convenzione con la Regione che alla fine del 2016 è scaduta e non è stata rinnovata perché la Corte dei Conti a livello nazionale avrebbe chiarito che senza un piano di stabilizzazione non si possono prorogare all'infinito i contratti dei precari. La dirigente generale del Lavoro, Maria Antonietta Bullara, di fronte allo stop di Roma ha avviato la loro sospensione. Nel frattempo in giunta e in maggioranza è nato uno scontro. Due deputati, Vincenzo Figuccia di Forza Italia e Totò Cascio di Sicilia Futura, hanno attaccato duramente Miccichè sulla vicenda Asu e sulla gestione delle altre categorie di precari. «Proporrò una mozione di sfiducia in aula» ha detto Figucci a «Non mi stupirebbe un voto dell'aula per sfiduciarlo» ha fatto eco Cascio. Ma Miccichè ha replicato: «Non accetto lezioni da arruffapopolo che vogliono costruire la propria campagna elettorale sulla pelle dei siciliani. Il piano non ha incontrato il gradimento della giunta e l'assessore Baccei ha ritenuto di avocare a sé la trattativa che ieri ha avuto esito negativo. Cascio e Figuccia se proprio hanno esigenza di presentare una mozione di sfiducia la indirizzino altrove». Chiaro il riferimento a Baccei. Il presidente Crocetta è dunque intervenuto per risolvere il caso e sedare gli animi: «La giunta delibererà di provvedere con fondi regionali al pagamento di quei lavoratori e nel contempo aprirà una discussione col Governo nazionale, perché continui a garantire i trasferimenti. Per quel che mi riguarda la vicenda è chiusa». (*RIVE*)
Allerta meteo. Scuole chiuse, strade allagate e proteste dei pendolari. Nuova giornata di emergenza in tutta la provincia. Sospesa dai sindaci l'attività didattica
Maltempo, esondano i fiumi
di Giuseppe Pantano
Scuole chiuse, fiumi esondati, strade allagate e proteste dei pendolari in un'altra giornata di emergenza, in tutta la provincia, determinata dalle pessime condizioni meteo. I sindaci di alcune città della provincia avevano disposto già mercoledì sera la sospensione dell'attività didattica per la giornata di ieri. Così le scuole sono rimaste chiuse ad Agrigento, Sciacca,Licata, Cammarata, Porto Empedocle, Ribera, Menfi e Palma di Montechiaro. Da Agrigento a Santa Margherita Belice ci sono stati disagi anche se, fortunatamente, non i danni che avevano provocato i nubifragi del 25 novembre 2016 e del 22 gennaio 2017: agricoltura in ginocchio nel riberese e nel saccense, viabilità rurale distrutta, case e negozi allagati dal fango. È stata provvisoriamente chiusa dall'Anas un tratto della strada statale 118 'Corleonese Agrigentina', tra Cianciana e Raffadali, a causa della caduta massi provocata dal maltempo. Sul posto sono arrivate le squadra di pronto intervento Anas e le forze dell'ordine per garantire la questione dell'evento in piena sicurezza. A causa dell'eson - dazione del fiume Salso, nel territorio di Licata, il settore Infrastrutture Stradali del Libero Consorzio Comunale ha chiuso al traffico con provvedimento d'urgenza due strade provinciali, la 38 Licata - contrada Cascino - Montesole - statale 115 e la 67 Licata - Poggio Carrubbella - Pisciotto - Torre di Gaffe. Il transito delle auto è stato interdetto. Situazione dramatica sulla provinciale 22 stazione Campofranco - Cozzo Disi - Casteltermini, che, da ieri, è stata ufficialmente chiusa al traffico in seguito al distacco di un grosso masso e di materiale terroso da un costone roccioso sovrastante la strada. Oltre al danno diretto riportato dalla carreggiata, il sopralluogo eseguito dai tecnici e dai cantonieri del Libero Consorzio ha evidenziato il concreto rischio di ulteriori distacchi dal costone, con gravissimi rischi per la sicurezza di quanti percorrono quotidianamente questa strada di collegamento tra il comprensorio di Casteltermini e la statale 189 Agrigento-Palermo. I tempi di chiusura si prospettano molto lunghi, non essendoci alcuna disponibilità finanziaria per la messa in sicurezza dell'imponente costone che sovrasta quel tratto della provinciale 22. Lo hanno comunicato ieri dal Libero Consorzio. Per raggiungere la strada statale189 il percorso alternativo è costituito dalla provinciale 21 Passofonduto- Casteltermini. Il Libero Consorzio aveva segnalato già mercoledì sera possibili fenomeni di piena di fiumi, torrenti e valloni con rischio esondazione. Per questo motivo, i gestori avevano previsto il rilascio di volumi d'acqua di una certa consistenza dalle dighe Gammauta sul fiume Sosio-Verdura, Gibbesi sul Salso, Arancio sul Carboj e Castello sul Magazzolo. A Caltabellotta i gruppi consiliari di minoranza al consiglio comunale hanno inviato una lettera al Prefetto di Agrigento, Nicola Diomede, e al commissario straordinario del Libero Consorzio, Roberto Barberi, riguardo la pessima condizione delle strade provinciali, richiedendo di conseguenza un imminente intervento di messa in sicurezza e di sistemazione delle stesse. "Con rammarico siamo costretti, nostro malgrado, a scrivere una lettera per evidenziare lo stato di abbandono nel quale versano diverse
vie provinciali di assoluta importanza e per denunciare l'insostenibilità di una situazione che si protrae ormai da anni e che ha raggiunto un alto livello di pericolosità". Così scrivono nella lettera facendo riferimento alla strada provinciale 37 «Sciacca - Caltabellotta -San Carlo», che collega le province di Agrigento e Palermo, e alla 36 "Bivio Verdura-Caltabellotta". «La decisione è maturata - spiegano i consiglieri del Pd, Mario Abbruzzo e Rosalinda Tornetta e dell' Alternativa, Beatrice Caruso, Federico Sala e Maria Castrogiovanni - per la gravità della situazione, per le reiterate sollecitazioni e segnalazioni pervenuteci e a seguito della mancanza di certezze sul cronoprogramma degli interventi di sistemazione della viabilità provinciale ». I consiglieri concordano nell'affermare che la condizione della provinciale 37, sia nel tratto che collega Sciacca a Caltabellotta, sia nel tratto che collega Caltabellotta al piccolo centro di San Carlo, «si sia aggravata notevolmente a seguito dei nubifragi che hanno battuto il territorio montano» e aggiungono che «la sede stradale presenta un serie di criticità cui pericolosi avvallamenti con la presenza di parecchie fessure trasversali e longitudinali all'asse della strada, buche, ormaie, distacchi dello strato di usura e rappezzi mal riusciti». Concludono chiedendo interventi di messa in sicurezza e di sistemazione delle arterie provinciali anche per scongiurare il rischio che Caltabellotta «possa da un momento all'altro ritrovarsi isolato dal resto della provincia e della Sicilia». (*GP*)
Enti pubblici. Contestate alcune scelte, Manlio Cardella: «La gestione sia più equilibrata». Le segreterie Cgil, Cisl e Uil preoccupate sul futuro del Consorzio Universitario
Provincia e Cupa senza soldi, nuova protesta dei sindacati
L'ex Provincia non ha i soldi per gli stipendi dei dipendenti ma rinnova i contratti con i dirigenti, mentre per il Consorzio universitario sono stati ridotti i contributi regionali che potrebbero portare alla chiusura definitiva del Polo agrigentino. Si mobilitano i sindacati della provincia su questi due importanti argomenti. Sul Libero consorzio comunale, interviene il sindacato Confael, guidato da Manlio Cardella, che commenta la notizia secondo cui sarebbero insufficienti i fondi per pagare per altri sei mesi al massimo gli stipendi dei dipendenti dell'ex Provincia, a causa dell'esiguità delle risorse poste in finanziaria dal Governo Regionale, ravvisa evidenti contraddizioni gestionali del Libero Consorzio di Agrigento, che finiscono con il riflettersi sulla generalità dei dipendenti, oltre che sui cittadini. Il sindacato Confael, proprio in presenza della esiguità dei finanziamenti, di un sostanziale quanto criticabile fermo del ruolo e delle funzioni peculiari dell'ente, nonché dell'altalenante incert ezza diffusa tra i dipendenti, lamenta la incomprensibile ratio di alcuni provvedimenti di spesa adottati. Tra questi, nel mese di dicembre 2016 la determina adottata dal commissario straordinario Roberto Barberi, d'impegno di spesa finalizzata a garantire la proroga delle posizioni organizzative necessarie ad assicurare anche per l'anno 2017 la continuità ed il migliore svolgimento della medesima funzione pubblica svolta dai dirigenti dell'Ente nell'anno 2016. «La Confael - con il suo segretario Manlio Cardella - in ordine al proseguirsi dello stato di incertezza finanziaria, politico e gestionale del Libero consorzio auspica che il Commissario straordinario di Agrigento possa nel prosieguo adottare azioni gestionali virtuose tese a spalmare la crisi in atto in egual misura tra tutti i dipendenti». Per quanto riguarda invece il Cupa, in una lettera inviata al presidente della Regione, Rosario Crocetta, al vice presidente Mariella Lo Bello, all'assessore Bruno Marziano, i sindacati confederali Cgil, Cisl e Uil con i segretari: Massimo Raso, Maurizio Saia e Gero Acquisto, hanno espresso le proprie preoccupazioni sul futuro del Polo a seguito della riduzione della somma di 2 milioni di euro destinata ai consorzi universitari siciliani. «Questa preoccupazione - scrivono i sindacalisti - non è solo la nostra ma anche delle strutture analoghe al Cupa che sono sparse nelle varie provincie della Sicilia. Per questa ragione siamo qui a chiedere un incontro urgente, poiché, è forte preoccupazione per la situazione economica e finanziaria, in cui si trova il Consorzio universitario e vorremmo capire ufficialmente e definitivamente qual è la posizione della Regione». (*PAPI*) Paolo Picone
Libero consorzio il folclore e la pittura
Alla Scala reale dipinti svelano i colori della sagra del mandorlo
Una mostra di dipinti del Novecento, realizzata in collaborazione con la Soprintendenza ai Beni Culturali e Ambientali di Agrigento e vincolata dalla stessa Soprintendenza, costituirà uno degli eventi culturali di maggiore richiamo nel corso della prossima manifestazione internazionale del folklore che presto prenderà l'avvio ad Agrigento.La mostra fa parte permanente del percorso espositivo della Scala Reale del Palazzo della Provincia. E' costituita dalla collezione di dipinti più significativi che negli anni Cinquanta e Sessanta del Novecento hanno partecipato al prestigioso premio di pittura dedicato al tema "Impressioni sulla Sagra del Mandorlo in Fiore". L'Ente Provinciale per il Turismo (E.P.T.) e l'Azienda Autonoma di Turismo (A.A.T.), su impulso di Giovanni Zirretta, allora direttore dell'ex Museo Civico organizzavano annualmente mezzo secolo fa tale premio a cui hanno partecipato gli artisti più rinomati della Sicilia, tra i quali Pippo Rizzo, Raimondo Mirabella, Gianbecchina,Totò Bonanno e Michele Dixit ma anche artisti stranieri come l'austriaco Itzinger, il tunisino Farhat; e i giovani artisti emergenti delle Accademie delle Belle Arti italiane e straniere. Gli artisti invitati venivano ospitati in Città per tutto il periodo della Sagra del mandorlo in Fiore e partecipavano adun concorso-premio che aveva per tema il paesaggio di Agrigento nei suoi rapporti con la Sagra. Il percorso espositivo è stato allestito secondo criteri cronologici e in relazione ai premi annuali da cui provengono le opere stesse. Vi troviamo "la rivisitazione della tradizione della pittura di paesaggio di Francesco Lojacono e Antonino Leto insita nell'opera di Raimondo Mirabella, Paesaggio con ulivo e Tempio di Giunone, dove il punto di vista ravvicinato e appena al di sotto della linea di orizzonte assieme al forte contrasto tra l'ombra del secolare ulivo che campeggia in primo piano e la luce accecante che invade il paesaggio della valle, riporta lo spettatore in una dimensione quasi lirica e idilliaca della natura e del passato, con toni anche nostalgici da neo-arcadia; alla suggestiva tela di Pippo Rizzo, dal titolo Gruppi folkloristici con mandorlo in fiore e tempio della Concordia, opera che pur appartenente al periodo realista del maestro siciliano, denota nelle linee spezzate del mandorlo in primo piano e nel vivace cromatismo echi della cultura futurista degli anni Trenta, di cui egli fu il massimo rappresentante in Sicilia", come viene indicato nell'opuscolo illustrativo. Vi sono poi una serie di opere, aventi sempre come soggetto la Sagra del Mandorlo in relazione al paesaggio agrigentino, di autori come Ettore Castagnolo, Egidio Armando Cotroneo, Nico Nicosia, Vito Giulio Poggiali, Salvino Labò, Carl Budtz Moller, che si muovono sulla scia della pittura di paesaggio realistico. Chiudono il percorso espositivo il Gruppo folkloristico di Sebastiano Milluzzo e il dipinto Viva Civiltà Greca di Gerlando Meli, le quali, "pur mantenendo i riferimenti al soggetto richiesto nel concorso, giungono se non proprio all'astrattismo puro, al limite del figurazione". Il tema della Valle dei Templi e dei gruppi folklo-ristici, che caratterizza diversi dipinti esposti si lega alla iconografica di Agrigento della tradizione dei viaggiatori del Settecento, quali Von Riedesel, Swinburne, Denon, Houel, Munther e Goethe, che hanno lasciato un repertorio iconografico, di grande fascino. Numerosi sono in questa collezione le opere di artisti agrigentini, tra i quali ricordiamo Gianbecchina (Sambuca Zabut 1909, Palermo 2001); il paesaggista Ettore Castagnolo (Agrigento 1905 - Roma 2003); Egidio Armando Cotroneo, pittore e poeta, che ha vissuto a lungo ad Agrigento, Nico Nicosia (Sciacca 1931), pittore, ceramista, incisore, mosaicista, il più giovane artista della collezione è Gerlando Meli, nato ad Aragona nel 1962. (*EDB*)
La storia della scala reale
Opera raffinata nell'edificio di età borbonica
Fino a pochi anni fa la Scala Reale dell'ottocentesco Palazzo della Provincia di Agrigento era uno degli angoli meno presi in considerazione dello storico edificio realizzato in epoca borbonica presso l'antica Porta di Ponte. La Scala di fatto era ridotta ad una sorta di magazzino provvisorio, specie il suo sotto scala e la bella scala era praticamente sconosciuta in città. Si trattava certamente di una grave mutilazione. Riaperta al pubblico dall'ex presidente della Provincia Regionale, Eugenio D'Orsi, è stata inaugurata il 23 dicembre del 2009 alla presenza della massime autorità. Grazie alla sua riscoperta, la città di Agrigento si è arricchita di un altro angolo suggestivo e storico che ha ospitato negli ultimi anni importanti manifestazioni e soprattutto mostre di grande richiamo. Una troupe televisiva di SKY nel luglio del 2011 ha effettuato delle riprese per la produzione del programma "l'Italia di dove", facendo così conoscere ad un ampio pubblico la Scala Reale del Palazzo della Provincia. La scala nobile o reale, è caratterizzata da quattro rampe con otto colonne che sostengono le volte. Tali colonne al piano terra e al primo piano sono rivestite di gesso grigio ad imitazione marmo; ancora al primo piano il soffitto è adornato con dipinti raffiguranti gli stemmi araldici di Agrigento, Sciacca e Bivona ed un putto che tiene in mano il tempio di Giunone. Suggestivo l'ultimo piano dove colonne in gesso decorato a finto bronzo sormontati da putti, incorniciano un soffitto con affreschi rappresentanti illustri agrigentini: Giovanni Agostino De Cosmi, Filippo Foderà, Michele Foderà e Tommaso Fazzello. (*EDB*)
Agrigentonotizie.it
Visita della guardia di finanza di
Palermo al Comune di Porto Empedocle.
Gli uomini delle fiamme gialle, su
indicazione della Procura della Corte dei conti - riferisce il
quotidiano La Sicilia - hanno bussato ieri alle porte dell'ente per
acquisire alcuni documenti amministrativi. Si tratterebbe -si legge
sul quotidiano - di atti di varia natura, sia delibere che determine,
risalenti al 2011 e al 2012. Tra queste, probabilmente, anche i
bilanci di quegli anni ma, soprattutto, gli atti connessi alle
royalties di compensazione ricevute dal Comune a guida Lillo Firetto,
per la realizzazione del rigassificatore". La scorsa settimana,
ilsindaco Ida Carmina e l'assessore al Bilancio, Salvatore Urso, sono
stati ascoltati dai magistrati contabili per chiarire alcuni aspetti
relativi alla situazione amministrativa dell'ente in dissesto
finanziario.
Cupa,
l'allarme dei sindacati: "La Finanziaria provocherà la sua
chiusura"
"L'articolo
9 della legge Finanziaria 2017, se non subisce modifiche dall'Aula
dell'Ars, riforma la "governance" ed il finanziamento ai
consorzi universitari, ma riduce
di due milioni di euro il capitolo a loro destinato. Saranno
costretti a chiudere". L'allarme è dei segretari generali di
Cgil, Cisl e Uil, Massimo Raso, Maurizio Saia e Gero Acquisto.
"Oltre
a tutto il danno, creato da due anni di calvario, - aggiungono - ora
arriva anche la beffa visto che sarà riconosciuto un contributo
annuale a titolo di rimborso delle spese di
trasferta del personale docente impegnato nelle sedi decentrate delle
Università della Sicilia. Non si capisce come si manterranno i
consorzi universitari siciliani senza il riconoscimento delle spese
di funzionamento e per il personale amministrativo".
I
dirigenti sindacali si rivolgono ai sindaci con un appello "a
battere un colpo per fare definitivamente chiarezza".