Giornale di Sicilia
I nodi della Regione
scaduti i termini per le domande. la presidenza del consiglio: finita l'istruttoria sapremo chi ha diritto ai fondi
Fondi per lavori nelle scuole, in Sicilia è flop
Regione e Comuni possono fare interventi per 500 milioni. Ma i costruttori: finora non risultano richieste presentate
Riccardo Vescovo - Palermo
Regione e Comuni siciliani potevano avviare lavori in scuole ed edifici pubblici senza il rischio di sforare il patto di stabilità, cioè i temuti vincoli alla spesa spesso accusati di frenare gli investimenti. Un'opportunità data da una legge nazionale dopo l'emergenza terremoti che scadeva il 20 febbraio, lunedì scorso: a livello nazionale c'è la possibilità di sbloccare nei Comuni 700 milioni di cui 300 milioni per lavori nelle scuole, mentre per le Regioni le somme spendibili ammontano a 500 milioni. Non si tratta dunque di finanziamenti ma di un'opportunità, quella appunto di poter spendere senza limiti e di sbloccare investimenti o con somme avanzate dagli anni passati o accendendo mutui. E non è poco considerando che tra i 4.345 edifici scolastici siciliani in uno su dieci ci sono pericolosissime strutture in amianto, in quasi la metà sono necessari interventi di manutenzione e il novanta per cento non ha un certificato di prevenzione incendi che attesti il rispetto delle norme di sicurezza. Una deroga che però nell'Isola non ha trovato molte adesioni: se la Regione sembra non averla completamente sfruttata, tra i Comuni solo in pochi ne avrebbero approfittato, forse. E sì, il condizionale è d'obbligo perché in realtà nessuno sa dire con precisione quante adesioni ha raccolto la norma in Sicilia. «Si potrà sapere una volta terminata l'istruttoria. Sicuramente sono arrivate richieste anche dalla Sicilia» dicono dall'ufficio della Presidenza del Consiglio che si occupa di questa misura . Non c'è però da giurarci. Perché solo una settimana fa l'Ance, l'associazione dei costruttori, aveva lanciato l'allarme: «Ad oggi - aveva spiegato il presidente Santo Cutrone - non risulta che la Regione abbia prodotto atti in tal senso. La scelta di destinare risorse a questi interventi spetta al Governo e al Parlamento nell'ambito della manovra finanziaria in discussione all'Ars. Ma intanto la richiesta allo Stato va fatta entro i prossimi 7 giorni. Abbiamo oggi scritto al governatore Crocetta, all'assessore al Bilancio Baccei e agli assessori competenti e ci rivolgiamo pure al presidente dell'Ars Ardizzone e a tutti i capigruppo, invitandoli ad attivarsi affinché da parte di Governo e Parlamento ci sia la condivisione dell'obiettivo in Finanziaria e la domanda sia inviata a Roma in tempo utile». A livello regionale, dal dipartimento dell'Istruzione spiegano che in realtà la competenza è degli uffici del Bilancio perché la Regione, non avendo somme a disposizione, avrebbe dovuto accendere un mutuo. La proposta avrebbe dovuto superare il voto dell'Aula ed è inutile dire che all'Ars la situazione politica è talmente confusa che anche i lavori sulla Finanziaria sono ancora al palo. E anche dai territori non sono arrivate buone notizie. L'Ance di Trapani, guidata da Rosario Ferrara, aveva scritto a Comuni e Libero Consorzio per sollecitare la partecipazione a questa misura. In tutto la misura del governo nazionale ammonta a 4,5 miliardi da oggi fino al 2019 destinati a interventi di messa in sicurezza antisismica di scuole ed edifici pubblici. Dunque l'Isola avrà altri due anni di tempo per sfruttare questa opportunità. Anche perché la situazione in Sicilia è allarmante: quasi un edificio su tre è stato costruito tra il 1961 e il 1975 mentre il 18 per cento tra il '21 e il '60. Dall'anagrafe dell'edilizia scolastica emergono anche gravi carenze a livello di controlli e certificazioni. Il 75 per cento degli istituti non rispetta la normativa antisismica, solo il 17 per cento degli edifici ha effettuato la verifica sismica. Il dipartimento dell'Istruzione ha sbloccato negli ultimi anni numerosi interventi e messo a disposizione dei Comuni un fiume di denaro. Spesso però le amministrazioni lamentano difficoltà legate ai vincoli di finanza pubblica. Ora che una legge consente di superarli, molti enti non hanno risposto. (RIVE)
L'Ance, l'associazione dei costruttori, ha lanciato l'allarme sul mancato utilizzo di fondi per l'edilizia scolastica
Un'altra occasione perduta
Lelio Cusimano
Lo Stato italiano ha autorizzato Regioni e Comunia impiegare risorse finanziarie per interventi nell'edilizia scolastica: antisismici, di consolidamento, per l'eliminazione dell'amianto e altre attività di manutenzione. La notizia non avrebbe un carattere originale, se non contenesse però una postilla: la spesa è stata autorizzata in deroga ai rigidi limiti di spesa imposti dalle politiche rigoriste dell'Europa con il cosiddetto Patto di Stabilità. E questo è un fatto nuovo e rilevante. È un fatto nuovo perché la deroga ai limiti del Patto Stabilità è un totem innalzato in Europa da molti Paesi mentre le deroghe sono state davvero poche; è un fatto rilevante perché s'inserisce nella linea del Governo italiano che punta, nel futuro prossimo, all'esclusione totale dal Patto di Stabilità di tutte le risorse destinate agli investimenti, come ovviamente l'edilizia scolastica. E che cosa è invece accaduto? La Regione Siciliana ha lasciato cadere quest'opportunità di finanziamento, facendo scorrere i termini e r nunciando a qualche centinaio di milioni di euro per le scuole dell'Isola. Si dirà che in fondo l'autorizza - zione della spesa in deroga al Patto riguarda una somma, per l'intero Paese, di «appena» quattro miliardi e mezzo, ma nulla toglie all'impatto rilevante che potrebbe avere in alcuni territori. Quando, infatti, parliamo di condizioni degli immobili scolastici, qualche distinguo è d'obbligo. Non è una novità, infatti, che siano tre o quattro regioni meridionali a presentare il maggiore deficit di qualità nell'edilizia scolastica. Gli Uffici ministeriali non sono ancora in grado di dire se qualche Comune siciliano ha avanzato richiesta di fondi; ma resta in ogni caso grave la latitanza della Regione, che dovrebbe intestarsi una funzione di surroga rispetto ai Comuni siciliani, le cui preoccupanti condizioni finanziarie e tecniche sono puntualmente rappresentate dalla Corte dei Conti. Non sappiamo quanti dirigenti politici vorranno conoscere domani il perché di un'altra occasione perduta; ma certo nei giorni a venire non saranno pochi a intervenire a «favore e sostegno» della scuola siciliana, a invocare sicurezza per «i nostri figli» e, perché no, a lanciare l'ennesimo anatema contro la «buona scuola». Più di dieci anni, fa arrivarono da Roma circa 1,1 miliardi di euro per realizzare, senza altre risorse, i depuratori necessari a salvare il mare siciliano dai reflui urbani immessi dalle fognature. I soldi sono tornati indietro non spesi ma tutti i giorni invochiamo il potere salvifico di un robusto rafforzamento dei flussi turistici in Sicilia. La differenza tra la professionalità nella gestione della cosa pubblica e i professionisti nella gestione della cosa pubblica, sta tutta qui.
Si vota domani
Il governo sfida l'Ars sulla Finanziaria
O si troverà un accordo nel giro di 48 ore su un testo snello della Finanziaria da approvare entro il 28 oppure si procederà già domani con l'approvazione dell'esercizio provvisorio. È quanto stabilito dalla conferenza dei capigruppo dell'Ars. Il tentativo di sintesi si farà in commissione Bilancio: il testo base è quello base (con pochi articoli) che il governo ha depositato prima di Natale, potrebbe essere implementato con 4-5 punti sui quali maggioranza e opposizione proveranno a trovare una convergenza. Crocetta quindi ha detto no all'invito del Parlamento di optare subito per l'esercizio provvisorio. Domani la riunione di giunta, alle 16 la seduta dell'Ars.
«Da Roma 32 milioni»
Di Vita: dite come spendete i soldi arrivati
«Alla Sicilia nel 2016 sono stati erogati da Roma 32 milioni 409mila euro, l'8,31% della somma nazionale del Fondo per la Non Autosufficienza. Duecentomila euro in meno rispetto al 2015, quando lo stanziamento per l'Isola rappresentava l'8,36% dei fondi nazionali. Eppure nessuno sa come siano spese esattamente queste cifre che vengono trasferite alla Regione»: la deputata siciliana Giulia Di Vita ha presentato una nuova interrogazione al ministro della Salute, a quello dell'Economia e alla presidenza del Consiglio per sapere se hanno intenzione, vista la mancanza di dati sulla gestione del fondo per l'assistenza alle persone disabili, di condurre un controllo specifico per la Sicilia. L'obiettivo è quello ottenere il reale quadro della situazione in funzione di eventuali provvedimenti di loro competenza. «L'aspetto grave, oltre l'atavica mancanza di fondi è che nessuno ha contezza dicome siano spese esattamente le esigue cifre che comunque vengono trasferite alla Regione e stanziate effettivamente. Questo permette ai responsabili, soprattutto politici, di continuare a fare melina scaricandosi a vicenda le responsabilità».
Riforma madia. Domani in Consiglio dei ministri le modifiche. Si punta a una virata verso la produttività, almeno il 50%, e di «squadra»
Pubblico, salario legato ai risultati: si cambia
Oggi nel pubblico impiego neppure il 30% della retribuzione accessoria è legata ai risultati. Numeri della Ragioneria generale dello Stato alla mano, la parte da leone la fanno le indennità fisse, ovvero voci che, seppure strutturate, rientrano nella parte variabile. Con la riforma Madia, attesa in Consiglio dei ministri domani, si vuole imprimere una svolta, una virata verso la produttività, che dovrebbe diventare «quota prevalente», ossia almeno il 50%. In realtà già la legge attuale lo prevede ma finora non ne è mai stata data applicazione. La riforma non fa però «copia e incolla » di quel che è su carta al momento: nel testo che verrà portato in Cdm il riferimento non va più solo alla performance individuale, del singolo dipendente, ma anche a quella organizzativa, della squadra, spostando così l'attenzione sulla qualità del servizio reso. I sindacati tuttavia sollevano qualche dubbio sul punto: «L'aggettivo prevalente», quando ci si riferisce alla fetta che andrebbe a pagare la produttività, «deve essere eliminato, perché altrimenti non si riuscirebbero a pagare le indennità per i turni o la reperibilità», spiega il segretario confederale della Uil, Antonio Foccillo. Insomma la materia è delicata, ma la fotografia sulla situazione attuale non lascia incertezze. Stando alle tabelle, aggiornate al 2015, della Ragioneria generale, su uno stipendio medio annuo di 34.146 euro la parte accessoria, nel 2015 è di 7.439, in cui rientrano indennità fisse e non: 621 euro vanno agli straordinari, 4.559 alle competenze fisse e 2.259 a quelle accessorie, dove c'è anche la remunerazione della performance.
Urbanistica. Ieri si è svolta la gara d'appalto per la demolizione di piccoli abusi a Licata, la gara è stata bloccata: le offerte delle imprese sono state ritenute anomale
Ruspe "ferme" a Licata in attesa che la "burocrazia" faccia il suo corso. Da un lato la ditta del geometra Salvatore Patriarca di Comiso attende le direttive dalla Procura della Repubblica di Agrigento per l'avvio delle nuove demolizioni di immobili abusivi nella fascia dei 150 metri dalla battigia o in zone con vincolo ad inedificabilità assoluta, con un nuovo elenco stilato dal dipartimento Lavori pubblici, dall'altro la mancata aggiudicazione della nuova gara d'appalto, espletata dal gruppo Gare del Libero consorzio comunale di Agrigento per conto del Comune di Licata per l'abbattimento di abusi minori, rinviata al prossimo 10 marzo. In questo caso sono state cinque le ditte che hanno presentato le offerte, con il ribasso sul prezzo a base d'asta di 400 mila euro compresi gli oneri di sicurezza. Ma le due offerte più convenienti hanno fatto registrare un ribasso anomalo quindi la gara è stata aggiornata al 10 marzo alle 12, termine entro il quale le due imprese che si sono aggiudicate al primo ed al secondo posto dovranno presentare le proprie giustificazioni. Le cinque ditte che hanno partecipato alla procedura di gara sono: l'impresa edile stradale di Rita Fiore, la ditta Antonino Tindaro Donato - Consorzio stabile Costruendo, il Consorzio stabile progettisti costruttori, la Conpat Scarl, la Figeco "Insalata Costruzioni" Srl. L'impresa che ha offerto il ribasso maggiore è stata la Antonino Tindaro Donato con il 34,3637% (primo in graduatoria), a seguire l'impresa stradale di Rita Fiore che ha presentati il 29,6990 per cento di ribasso. Entrambi i ribassi sono stati ritenuti anomali dalla commissione di gara che era composta da: Vincenzo Ortega, dirigente del servizio finanziario e Lavori pubblici del Comune di Licata, che svolge le funzioni di presidente, da Mario Concilio, dirigente dell'area contratti del Libero consorzio comunale di Agrigento, esperto in gare d'appalto ed Eduardo Martines, funzionario dell'ufficio contratti e gare del Libero consorzio. Le funzioni di verbalizzante sono state affidare a Giovanni Spallitta, funzionario del gruppo contratti, alla presenza dei testimoni, Carmelo Milioto e Angelo Scimè, dipendenti del Libero consorzio comunale. E' noto, infatti, che ormai da tempo c'è una stazione unica appaltante per i Comuni dell'agrigentino (per le gare con importi elevati), ed è il dipartimento Lavori Pubblici nel Libero consorzio. L'appalto avrà la durata di 24 mesi e grazie a questa iniziativa il dipartimento Lavori Pubblici ed Urbanistica del Comune interverrà per l'abbattimento di piccoli abusi. La ditta che si aggiudicherà l'appalto eseguirà la demolizione, perlomeno in prima battuta, degli abusi edilizidi piccola entità. Gli interventi, dunque, riguarderanno le porte e le finestre realizzate in maniera difforme rispetto alla concessione edilizia, le tettoie abusive, le coperture delle verande che occupano uno spazio maggiore rispetto a quello autorizzato. Ma non viene esclusa la possibilità di intervenire, magari in seconda battuta, anche nella demolizione di interi stabili costruiti in assenza di concessione edilizia. Nel frattempo, comunque, andranno avanti gli interventi di demolizione previsti dal primo appalto,di mezzo milione di euro, che il 30 ottobre del 2015 il Comune ha aggiudicato alla ditta Patriarca Salvatore. Le demolizioni vanno avanti ormai dal 20 aprile scorso ed hanno già interessato 40 villette al mare. Nei giorni scorsi si è proceduto all'immissione in possesso di due villette che gli ex proprietari si erano impegnati a demolire autonomamente, per cui le ruspe della ditta Patriarca sono rimaste parcheggiate nel piazzale dei vigili dei fuoco di via Argentina. (*PAPI*)
Pro Loco a Sambuca
Lo Bue presidente
SAMBUCA
Gloria Lo Bue è il nuovo presidente della Pro Loco di Sambuca ed assieme al direttivo ha già messo a punto il programma comprendente le prime iniziative che vuole portare avanti. Il direttivo è composto da Michele Falco vice presidente, Antonella Munoz di Giovanna tesoriere, Vincenzo Prestigiacomo, Ezio Bilello, Gabriella Imbrogiani, Danila Maggio, Francesco Maggio, Nico Marsina, Gabriella Nicolosi e Viviana Prestigiacomo consiglieri. I primi progetti che saranno portati avanti: il cineforum estivo che ha riscosso sempre grande interesse riempiendo la piazza Saraceni, la notte bianca della cultura in estate, la sagra delle minne di Virgini. (*GP*)
Sicilia24h
Proseguono gli adempimenti al piano
triennale di prevenzione della corruzione 2017/2019
Entrato in fase di piena realizzazione
il piano triennale di prevenzione della corruzione per il triennio
2017/2019 approvato dal Commissario Straordinario Roberto Barberi lo
scorso gennaio, su proposta del Segretario/Direttore Generale
Giuseppe Vella.
Il Libero Consorzio ha conseguentemente
avviato un monitoraggio costante delle attività dell'Ente riguardo
al rispetto dei principi contenuti nel Piano di prevenzione della
corruzione.
Tra i primi adempimenti, peraltro già
conclusi, la verifica del rispetto delle norme in materia di
inconferibilità e incompatibilità e la compilazione di un
questionario sottoscritto dai dipendenti nel quale sono stati
dichiarati gli eventuali rapporti di collaborazione esterna
all'amministrazione anche a titolo gratuito e le attività
economiche di parenti ed affini fino al secondo grado. I dipendenti
in servizio, inoltre, hanno attestato al rispettivo dirigente o
responsabile di Posizione Organizzativa di staff la conoscenza e la
presa d'atto del Piano di Prevenzione della corruzione in vigore.
Semestralmente, nel mese di marzo e
Settembre, i Dirigenti e le P.O. verificheranno i rapporti tra
l'Amministrazione e i soggetti che stipulano contratti con l'Ente
o che sono interessati a procedimenti di autorizzazione, concessione
o erogazione di vantaggi economici di qualunque genere, controllando
anche eventuali relazioni di parentela o affinità con i dipendenti
che operano in settori a rischio, con eventuali controlli sorteggiati
a campione tra i dipendenti adibiti alle attività a rischio di
fenomeni di illegalità e corruzione.
Il fine principale del Piano triennale
di prevenzione della corruzione è quello di ridurre in maniera
consistente il rischio del manifestarsi di fatti riconducibili alla
corruzione o all'illegalità, attraverso apposite misure di
controllo. In particolare è previsto l'istituto della rotazione
del personale in alcune aree sensibili, la tutela del wistleblower e
la formazione e l'aggiornamento annuale del personale in materia di
anticorruzione.
ScrivoLibero
Al Cupa incontro su "La Corte dei
Conti e controlli interni alla Pubblica Amministrazione"
Regioni ed Enti Locali.
Oggi al
Consorzio Universitario di Agrigento, si terrà un incontro sul tema
de "La Corte dei Conti e controlli interni alla Pubblica
Amministrazione".
L'incontro sarà una occasione di
studio per un tema attuale ed oltremodo interessante che riguarda la
Pubblica Amministrazione, il modo in cui vengono effettuati i
controlli interni ad essa ed come si sono evolute le Leggi che
disciplinano tale materia.
Introduce e presiede il Prof. Gaetano
Armao Pres. Consorzio Universitario dei Agrigento:
Interverranno:
La Prof.ssa Angela Cassia Costaldello,
Università Federale del Paranà
La Prof.ssa Caterina Ventimiglia;
Università di Palermo
Il dott. Pietro Rizzo; Dir. Gen Comune
di Agrigento.
LA SICILIA
VERSO LA PROSSIMA STAGIONE BALNEARE
Interdetti ventuno chilometri di
costa.
Stagione balneare 2017, restano
interdetti all'uso oltre 21 chilometri di spiagge.
A deciderlo, come ogni anno, è la
Regione Siciliana pubblicato il decreto che stabilisce le aree utili
per la stagione che inizierà il prossimo 1 aprile. Il quadro,
comunque, è parzialmente migliorato ma quasi unicamente da un punto
di vista burocratico. Confrontando l'elenco del le aree interdette
con quello del 2016, infatti, i numeri non combaciano. Ma, come
prevede la legge della Termodinamica, nulla si è di strutto e al
massimo si è trasformato. Nel decreto per anno in corso risultano
difatti del le zone che non sono più inibite per un motivo, ma non
saranno comunque utilizzabili dai bagnanti anche per quest'anno.
Per il 2017 non rientreranno più tra le aree interdette per
inquinamento 200 metri intorno alla foce del fiume Magazzolo. Se non
c'è l'inquinamento,tuttavia, resta la presenza dello scarico
fluviale, che rende comunque inutilizzabili i 200metri intorno per
legge. Condizione di doppia interdizione in cui si trovano aree
indicate come vietate per inquinamento come la foce del Torrente Re e
il varco Macallè a Porto Empedocle e le foci dei fiumi Salso
(licata), Palma (Palma), Naro e Akragas (Agrigento). Canne
(Siculiana) e Ganetici (Sciacca). Ci sono poi il Lido Salus e il
vallone Cansalamone (Sciacca). Individuati non balneabili solo in
modo temporaneo sono invece il torrente Ganetici e il torrente
Salsetto (rispettivamente Sciacca e Porto Empedocle cui si aggiungono
le aree non balneabili per altri motivi", ovvero perché colpiti da
ordinanza della Capftaneria(nel dettaglio, a Marina di Cala del Sole
a Licata; l'area della Centrale Enel e l'area industriale asi a
Porto Empedocle; la Rocca Regina a Sciacca e il costone del Caos e di
Drasy ad Agrigento) o perché rientrati in aree vietate come i porti
e i porticcioli turistici. Tutti inibiti i tratti nei pressi dei
fiumi, nel dettaglio Salso. Palma, Naro, Akragas, Spinola, Salsetto,
Forte, Canne, Platani, Magazzolo, Verdura, Bagni, Cansalamone,
Mezzo-Ganetici. Carboj e Cavarretto. Il numero complessivo delle
situazioni ritenute critiche è diminuito: si è passati dai 25 del
2016 ai l9 di oggi.
GIOACCHINO SCHICCHI
CANICATTI'.
Turni pomeridiani per gli
studenti del biennio del Liceo scientifico Antonino Sciascia di
Canicattì le cui classi sono state danneggiate domenica notte da un
incendio di natura dolosa.
Lo ha deciso la dirigente Rossana
Virciglio. Interessate dal provvedimento le sezioni, 2A. 1D, 5D, 4B.
4E, 2B, 1F, 2C, 1C, 3A, 2BL. Inoltre, è stata sospesa la sesta ora
di lezione per tutti gli studenti mentre i ragazzi entreranno a
scuola alle 18.10. Tutto dovrebbe tornare alla normalità a partire
dal prossimo 2 marzo quando saranno finiti i lavori di ripristino
delle aule che sono state danneggiate dalla fuliggine che si è
sprigionata dall'incendio. I danni sono ingenti ed in queste ore
sono state consultate diverse ditte specializzate nella pulizia e
risanamento degli ambienti e sono attesi i preventivi di spesa.
Intanto, la polizia è al lavoro per
cercare di identificare gli autori di questo episodio di vandalismo.
In queste ore i poliziotti stanno passando a setaccio analizzando
minuziosa mente le immagini registrate dalle telecamere della video
sorveglianza cittadina. Immagini che potrebbero aver immortalato gli
attori dell'incendio che è stato appiccato in maniera dolosa
domenica a tarda sera. Gli inquirenti escludono che dietro vi siano
altre piste e soprattutto che l'incendio possa essere stato
appiccato da qualche studente.
Ignoti, secondo quanto ricostruito
dalla polizia, avrebbero piantato della plastica ed un pneumatico
sotto la finestra di una delle classi ed ha appiccato e fiamme. Fuoco
che si è propagato ad un'aula danneggiando alcuni banchi ed arredi
ma riempiendo di fuliggine altre dieci aule rendendole di fatto
inagibili. Una scuola che in passato è stata al centro di ripetuti
furti. I ladri hanno portato via l'impensabile: computer, le
monetine della macchinetta de caffè, bibite e persino le merendine.
Furti che nel marzo de 2014 portarono alla denuncia di un bidello,
immortalato da alcune telecamere nascoste piazzate dalla polizia,
mentre portava via addirittura un armadietto in ferro. Non sono
mancati danneggiamenti, vetri delle finestre rotti a sassate e porte
divelte.
Pantano Regione per il Bilancio è
ultimatum
Se entro domani non sarà trovata
una soluzione si andrà all'esercizio provvisorio fino al 31 marzo
.
PALERMO.
Se entro domani non sarà
trovata una soluzione che consenta l'approvazione del bilancio e
della finanziaria, l' voterà la proroga dell'esercizio
provvisorio fino al 31 marzo. Così ha deciso la conferenza dei
capigruppo di Palazzo dei Normanni, per tentare di uscire
dall'immobilismo di questi giorni. Si dovrebbe approvare una
finanziaria snella nella quale inserire le risorse, non previste dal
testo depositato dal governo nello scorso mese di dicembre, per le ex
province, Asu, ex sportellisti, disabili e forestali. In caso
contrario, la giunta regionale varerà il disegno di legge per
prorogare di un mese l'esercizio provvisorio. La sintesi dovrà
essere trovare in commissione Bilancio. Il presidente della stessa
commissione, in Aula aveva ripercorso l «tortuoso», che hanno avuto
i documenti contabili dopo che il governo aveva riscritto, con un
maxiemendamento, la finanziaria Vinciullo, prima che iniziassero i
lavori a Sala «Ercole, aveva rilevato che a rendere più difficile
l'approvazione del bilancio e della finanziaria, era stata
l'assenza in commissione di parecchi dirigenti generali, mentre ha
elogiato il Ragioniere generale Salvatore Sammartano, il quale,
benché in ferie in prossimità della pensione, invece, è stato
sempre presente, dando un I deputati regionali, da parte loro,
giacché si tratta dell'ultima finanziaria della legislatura,
avrebbero voluto inserire norme a favore dei rispettivi territori, ma
ciò è vietato dal decreto legge 118. che impedisce di inserire
nelle leggi di bilancio, norme ordinamentali. Cosa che, in vece,
aveva fatto il governo con il maxi emendamento.
L'assessore all'Economia,
Alessandro Baccei, ha ricordato che il governo aveva presentato un
finanzia ria snella, essendo previste le poste per le emergenza in
bilancia, (per ché negLi ultimi due anni abbiamo avuto riconosciute
dallo Stato en trate per oltre due miliardi, oltre le economie di
bilancio. Il governo ha ritirato i propri emendamenti per velocizzare
l'iter di approvazione. rispettando la scadenza del 28 febbraio».
La commissione Bilancia, come ha
rivelato il suo presidente Vincenzo Vinciullo. avrebbe già trovato
nelle pieghe del bilancio le risorse per finanziare Asu,
sportellisti. province, disabili e forestali. Bisognerà vedere - ha
detto Vinciullo - se il governo condividerà le nostre scelte,
Perché, ovviamente, abbiamo preso risorse da altri capitoli che,
però, non incidono su spese importanti, ma su spese facoltative.
Vinciullo, che aveva convocato la
commissione subito dopo l'Aula, è stato costretto a rinviarla ad
oggi, perché non si sono presentati né i componenti nè il governo.
Se in giornata non si uscirà dal guado
si andrà alla proroga dell'esercizio provvisorio. La giunta è
convocata per domani mattina mentre nel pomeriggio si riunirà l'Ars.
SOLDI PER ASU, SPORTELLISTI E
PROVINCE.
"Bisognerà vedere - ha detto il
presidente della Commissione Bilancio Vincenzo Vinciullo - se il
governo condividerà le nostre scelte. Perché, ovviamente, abbiamo
preso risorse da altri capitoli che, però, non incidono su spese
importanti, ma su spee facoltative.