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Rassegna stampa del 4, 5 e 6 marzo 2017

Giornale di Sicilia

Sabato 4 marzo 217

sindacato. La segreteria esprime soddisfazione per il pronunciamento del Tar sulle pretese finanziarie dell'Università: «Ora chiarire i rapporti con l'Ateneo di Palermo»
La Cgil: «Cupa, un passo avanti Ma ora occorre più concretezza»

La Cgil di Agrigento interviene sulla vicenda del Cupa ed oltre ad esprimere soddisfazione per il pronunciamento del Tar circa le pretese dell'Università, che è stato salutato, giustamente, da commenti improntati all'entusiasmo, ha anche posto l'accento su alcune cose da fare nell'immediato per il rilancio dell'azione formativa del Polo universitario. «Noi che siamo tra i più convinti entusiasti - dicono Massimo Raso e Matteo Lo Raso - non vogliamo recitare la parte del "bastian contrario, tuttavia abbiamo il dovere di segnalare alcune questioni: l'articolo 9 della Legge di Stabilità regionale, se dovesse passare nell'attuale formulazione, segnerebbe la fine dei Consorzi Universitari per come li abbiamo concepiti: su questo il silenzio dei nostri Parlamentari Regionali e di chi occupa importanti caselle del Governo della Regione è assordante. Inoltre occorre definitivamente chiarire il rapporto con l'Università di Palermo: dopo lo "scippo" dei Corsi di Laurea in Giurisprudenza, Architettura e beni Culturali, operato lo scorso anno e la non accettazione della proposta di riduzione della quota di contribuzione a carico del Cupa, siamo in lite davanti ai Tribunali: come continuare e su quali basi questo rapporto? L'annuncio di rapporti con questa o quella Università, quella di Messina o quella di Enna o qualsiasi altra - aggiungono i sindacalisti della Cgil - che noi sosteniamo ed incoraggiamo, deve tradursi presto in certezze, altrimenti è solo propaganda: se il Consorzio universitario vuole avere un futuro deve essere in grado di trasferire nuove certezze a chi è in procinto di compiere la scelta universitaria, entro il mese di aprile si decide infatti l'offerta formativa per l'anno accademico 2017/2018. Pertanto non c'è un minuto da perdere. Vanno definite le "partite interne" al Cupa nel rapporto con i lavoratori: avevamo dichiarato la nostra disponibilità ad affrontarle - concludono Raso e Lo Raso - ma questa disponibilità non è stata ancora pienamente raccolta e questo non va bene! Per tutto questo occorre, con il Cda del Cupa e con il sostegno di quanti hanno a cuore il futuro del Polo - su queste questioni - mettere punti fermi». Le problematiche relative alla convenzione con l'università di Palermo e le questioni inerenti il finanziamento regionale ai Consorzi universitari sono alcuni dei temi molto cari al presidente del Cupa, Gaetano Armao che ha riunito nei giorni scorsi ad Agrigento il coordinamento dei Consorzi Universitari Siciliani, al quale hanno partecipato anche le delegazioni Sindacali Confederali. I rappresentanti dei Consorzi hanno contestato la proposta del Governo Regionale, inserita nel disegno di Legge di Stabilità Regionale all'esame dell'Ars, che sottrae ai territori ogni ruolo della gestione dei Consorzi stessi affidandola alle Università, alle quali gli stessi Consorzi forniscono servizi determinando l'insorgere di evidenti conflitti di interesse. «La proposta del Governo - spiega Armao - risulta incongrua anche sul piano finanziario perché appronta risorse di gran lunga inferiori rispetto alle effettive necessità dei Consorzi per la loro attività. Armao è stato invitato  dal coordinamento a rappresentare al presidente della Regione la grave situazione che può determinarsi laddove non venga modificata la disposizione all'esame del Parlamento Regionale e non siano assegnate le risorse finanziarie necessarie per garantire il funzionamento degli Enti». (*PAPI*) Paolo Picone

Ambiente. L'inchiesta verte sui canoni di depurazione caricati nelle bollette di utenti non serviti da alcun impianto. Il processo prenderà il via il prossimo 13 giugno
Canoni di depurazione, Girgenti Acque a processo
Giuseppe Pantano - Sciacca

In contrada Ferraro, per tre anni, dal 2014 al 2016, per circa  150 utenze è stato pagato il canone   depurazione nonostante la zona non beneficiasse del servizio. Tutto questo ha portato nelle casse di Girgenti Acque circa 44 mila euro e adesso la Procura della Repubblica di Sciacca ha dispostola citazione a giudizio del presidente, Giuseppe Campione, e del direttore generale, Giandomenico Ponzo, che il 13 giugno prossimo dovranno comparire davanti al giudice monocratico del Tribunale di Sciacca, accusati di truffa aggravata. È questa la ricostruzione operata dal Procuratore della Repubblica di Sciacca, Roberta Buzzolani, e dal sostituto Carlo Boranga. Le indagini sono scaturite da alcuni esposti presentati in Procura. I magistrati hanno affidato alle squadre di polizia giudiziaria della Polizia municipale e del Circomare l'incarico di acquisire una copiosa documentazione al Comune di Sciacca e presso la sede di Girgenti Acque. E tra gli accertamenti compiuti dall'autorità giudiziaria anche la verifica  sulla mappatura delle zone servite dal depuratore. Questa mappa è stata pubblicata anche sul sito del Comune, ma nonostante ciò, secondo quanto emerso dalle indagini, c'erano zone, come la contrada Ferraro, non servite, ma nelle quali il canone veniva pagato. Le somme variavano, sulla base diquanto si evince dalla citazione a giudizio, da pochi euro per singole utenze, a qualche centinaio e fino ad alcune migliaia di euro, per i condomini, nel triennio al quale si riferiscono le indagini, quello compreso tra il 2014 e il 2016. «Abbiamo posto l'attenzione su contrada Ferraro e accertato che circa 150 utenti pagavano il canone di depurazione non dovuto - ha detto il Procuratore Buzzonali - ma ci sono altre aree del Comune di  Sciacca non servite da depurazionesulle quali bisogna effettuare la  verifica circa la fatturazione del canone». Il sostituto procuratore Carlo Boranga ha aggiunto: «Noi sosteniamo che la Girgenti Acque fosse a conoscenza del problema poiché vi era stata interlocuzione  con il Comune di Sciacc a proprio in relazione al canone di depurazione  che era stato addebitato ai cittadini su ampia scala, forse indebitamente, rispetto a quelle che  erano le utenze gestite». Più nello specifico e facendo riferimento anche a una sentenza della Corte  Costituzionale, Boranga ha aggiunto: «La questione che era sorta era legata alla natura o meno di  semplice tributo oppure di corrispettivo in relazione al canone di   depurazione. L'ufficio di Procura - ha aggiunto Boranga - ritiene che sia corrispettivo e laddove non viene effettuato il servizio il canone non sia dovuto». Girgenti Acque poche ore dopo che la notizia sulla citazione a giudizio è rimbalzata da Sciacca ha diramato  una nota stampa sulla vicenda, dichiarando di manifestare «la massima fiducia negli organi inquirenti » e di confidare «sulla celerità  degli accertamenti ritenuti  necessari al fine di diradare ogni  ombra su ogni azione posta in essere, atto questo fondamentale  per stabilire la verità dei fatti ed evidenziare il corretto operato della Gigenti Acque, cheha sempre agito in buona fede e rimediato agli errori quando ne ha avuto contezza». Intanto, il 13 giugno inizierà il  processo, dinanzi al giudice monocratico, a carico di Campione e Ponzo, difesi dall'avvocato Lillo Fiorello, del Foro di Palermo. Le  indagini si sono concluse appena qualche mese fa. Nella citazione a giudizio viene indicato come periodo fino al quale sono andati  avanti gli accertamenti quello di dicembre 2016. (*GP*)

Domenica 5 marzo 2017

Toscanini. Attivate delle convenzioni nel capoluogo e l'istituto prepara anche un «8 marzo» particolare
Musica, aprono in città i corsi pre-accademici

L'istituto musicale Toscanini di Ribera prepara un 8 marzo, festa della donna, con un evento tutto al femminile che spazierà dal repertorio pianistico e chitarristico al repertorio del «bel canto ». L'appuntamento è alle ore 19 per vedere all'opera alcune delle migliori allieve dell'Istituto: Eliana Borsellino, Giuliana Arcidiacono (Pianoforte), Alida Capobianco, Rossana La Corte, Stefania Maltese, Giulia Alletto, Jole Pinto, Giovanna Nuara, (Soprani), Noemi Nobile (Chitarra), Maria Elena Carmella, Marina Tesè (Violino); Giusy Ines Tuttolomondo sarà il maestro accompagnatore  al pianoforte. «La Donna in Musica è una lodevole iniziativa -dice ildirettore del Toscanini, Mariangela Longo - da me incentivata su proposta dalle nostre studentesse, che intende valorizzare questa giornata con un momento musicale significativo a sostegno dell'essere "donna" in una società in cui, purtroppo, continuano a persistere atti di discriminazione e di violenza, e non solo contro le donne. L'arte è di per se contro ogni forma d i discriminazione, considerando che il talento, per fortuna, non fa distinzione di genere e che la musica è da sempre un linguaggio universale di unione, pace e condivisione fruibile da tutti indistintamente ». Mariangela Longo ha annunciato un'altra importante iniziativa: «L'avvio della scuola di musica"Notevoli Note", sede convenzionata di Agrigento con il nostro istituto e con l'associazione "Ad Maiora", un altro importante obiettivo raggiunto per il territorio. Per  la prima volta dopo 25 anni dalla fondazione dell'istituto, i giovani talenti del capoluogo agrigentino avranno l'opportunità di frequentare nella loro città i corsi preaccademici certificati e gestiti didatticamente dal Toscanini, unica istituzione universitaria di Alta Formazione Artistico Musicale del territorio». (*GP*)  

Vertice. Gli esperti del Libero consorzio comunale elaboreranno delle schede tecniche contenenti la tipologia degli interventi e le risorse necessarie per farvi fronte
Viabilità, la protezione civile invierà i suoi tecnici
Fra i sindaci presenti all'incontro vertice anche quello di Racalmuto, Emilio Messana, e di Casteltermini, Nuccio Sapia
Concetta Rizzo

Il ponte ristretto ad una carreggiata di contrada Malati, a Racalmuto, la strada provinciale Racalmuto- Montedoro, la strada Racalmuto- Milena, la strada che conduce al Castelluccio. Ma anche la provinciale Casteltermini-Cozzo  isi, che è chiusa a causa di caduta massi, le provinciali per Cianciana e Bivona. Sono queste, ma non soltanto,le emergenze - in tema di viabilità provinciale - che sono state poste, nella riunione di venerdì, sul tavolo della Protezione civile regionale. «L' incontro ha affrontato gli aspetti tecnici e di competenza  della Protezione civile - ha spiegato  il sindaco di Casteltermini, NuccioSapia, che s'era fatto promotore del vertice - . In particolare, la discussione si è incentrata su interventi di messa in sicurezza dei punti critici delle strade, mentre per i lavori strutturali, che richiedono un forte  impegno finanziario, dovranno convergere in un programma specifico. I tecnici del Libero consorzio comunale elaboreranno delle schede tecniche - è entrato nel dettaglio, Nuccio Sapia, - contenenti la tipologia degli interventi e le risorse necessarie per farvi fronte. Il tutto entro breve termine. Per quanto riguarda, invece, la strada provinciale 22, la Casteltermini - Cozzo Disi,  interrotta a causa di caduta massi sarà oggetto di studio ad opera dipersonale specializzato: geotecnico e rocciatori. Personale che sarà inviato a Casteltermini dalla Protezione civile nei prossimi giorni per stabilire gli interventi minimali ed indispensabili da effettuare con urgenza per potere mettere in sicurezza prima e riaprire poi l'importante  l'arteria. Naturalmente come sindaci non possiamo che essere  soddisfatti ed ottimisti - ha concluso il sindaco di Casteltermini - circa la positiva evoluzione della vicenda, anche se siamo consapevoli che le operazioni, al momento, riguarderanno solamente piccoli e mirati interventi. E per ora non possiamo che accontentarci». Fra i sindaci  presenti al vertice in Protezione civile regionale anche quello di Racalmuto,  Emilio Messana. «E' stataribadita la necessità di approntare degli interventi immediati per garantire la sicurezza e tutelare le attività imprenditoriali, pesantemente compromesse dal degrado in cui versano le strade provinciali,  comunali e interpoderali - ha garantito Messana - . Il direttore della Protezione civile regionale, Calogero Foti, ha precisato il ruolo sussidiario  della Protezione civile, riservandosi  di valutare i presupposti per un intervento». Messana, durante l'incontro, ha consegnato   una relazione descrittiva dello stato della viabilità di competenza: dal  ponte ristretto ad una carreggiata di contrada Malati, la strada provincialeRacalmuto-Montedoro, la strada Racalmuto-Milena, la strada che conduce al Castelluccio. Il prossimo 13 marzo ci sarà un altro  incontro ad Agrigento.   Le strade, in molti casi, hanno una viabilità compromessa a causa di frane, smottamenti, invasione di  detriti provocati dalle recenti ondate di maltempo. Molti collegamenti stradali, infatti, tra i centri   montani e tra questi e l'asse viario 189, Agrigento -Palermo, sono  saltati con notevoli disagi per i cittadini. I sindaci hanno chiesto interventi che consentano di ripristinare   la viabilità e, soprattutto, di riaprire,  fin da subito, le strade colpite da provvedimenti di chiusura al transito. (CR)  

Lunedì 6 marzo 216

Al Cupa
Autonomia siciliana, oggi inizia convegno

Oggi e domani, dalle 9 in poi al Consorzio Universitario di Agrigento in via Quartararo, si svolgerà un convegno su "L'Autonomia siciliana ed il futuro della specialità regionale tra esigenze unitarie ed istanze autonomistiche". Si tratta di un confronto per avviare una riflessione sulle autonomie differenziate dopo l'esito del referendum costituzionale. (*ACAS*)

Sabato - 4 marzo

LA SICILIA

LIBERO CONSORZIO
Ricognizione dei danni del maltempo sulle strade per il riconoscimento dello stato di calamità.

Il Settore Infrastrutture Stradali del Libero Consorzio Comunale di Agrigento, in seguito agli eventi atmosferici (nevicate di gennaio e alluvioni di febbraio) che hanno ulteriormente compromesso la già difficile situazione della rete viaria provinciale, ha effettuato una accurata ricognizione delle strade di sua competenza (provinciali, ex consortili ed ex regionali) finalizzata alla richiesta dello stato di calamità naturale ai sensi della Legge n. 225/1992.
La richiesta sarà inoltrata alla Regione Siciliana e al Dipartimento Regionale della Protezione Civile per ottenere i finanziamenti in dispensa bili alla messa in sicurezza e al ripristino dei tracciati stradali danneggiati, e si aggiungerà a quella inoltrata lo scorso dicembre dal Commissario Straordinario Roberto Barberi per l'alluvione che colpì il 24 e 25 novembre il comprensorio di Sciacca e Ribera, devastando letteralmente la rete viaria interna.
La ricognizione fa seguito alla riunione convocata nei giorni scorsi dal Prefetto di Agrigento per fare il punto dei danni riportati dalle strade statali e provinciali in seguito alle forti piogge della prima settimana di febbraio. Danni decisamente ingenti.
Particolarmente lungo (circa un centinaio) l'elenco delle schede tecniche redatte dal Settore Infrastrutture Stradali per la stima degli interventi urgenti dì messa in sicurezza (muri di sostegno in cemento armato, gabbionate di contenimento in pietrame. pulitura di tombini e cu nette) dopo lo sgombero di ingenti quantitativi di fango e detriti provenienti dai terreni adiacenti ai tracciati stradali di tutti e tre i comparti (est, ovest e centro-nord).
Interessata, dunque, buona parte delle strade di competenza del Libero Consorzio, importanti sia per lo spostamento di lavoratori e studenti tra un paese e l'altro, sia per le attività imprenditoriali (in particolari quelle agrozootecniche). essendo nella stragrande maggioranza dei casi le uniche vie di collegamento tra i vari comprensori agricoli.
Spiccano in particolare la SP. n. 14 Racalmuto-Montedoro e la SP. n. 37 Sciacca-Caltabellotta-San Carlo, per le quali sono stati richiesti finanzia menti di maggior consistenza, e che rappresentano importanti collega menti tra le zone più interne della provincia c Agrigento con quelle di Caltanissetta e Palermo.
Insomma. di argomenti per chiedere e soprattutto ottenere fondi per risolvere i guasti del maltempo il Libero Consorzio ne ha decisamente parecchi.
R.A.

PROTESTE DEGLI AUTOMOBILISTI E DEGLI OPERATORI TURISTICI E COMMERCIALI - DOMANI COMINCIA LA SAGRA
Chiude la Ss 640, e il traffico va in tilt dentro e fuori la città.

L'inferno dentro la città. Dalle 7 di ieri mattina con la chiusura di un ulteriore tratto agrigentino della statale 640, Agrigento è una città in tilt. Questo perché i veicoli diretti nelle zone a sud, in prossimità del viadotto Imera vengo no dirottati proprio in centro. Una situazione allucinante che non lascia intravedere nulla di buono anzi si teme il collasso a partire da domani quando si alzerà il sipario sul Man dono in Fiore. Nessuno forse si è posto il problema, ma era il caso di rinviare di una settimana la chiusura della strada statale. Invece niente, si andrà avanti fino a lunedì quando chiusure e limitazioni del traffico sulla 640 finalmente cessare.
Cosi almeno è quanto scrive l'Anas regionale secondo la quale il provvedimento di chiusura del tratto agrigentino si è reso necessario per consentire l'ultimazione dell'innesto tra la nuova sede stradale e il vecchio tracciato nei pressi della rotatoria San Pietro. Il chilometro 9,800, quello chiuso da ieri, è il punto da dove praticamente avrà inizio la nuova statale a carreggiate separate, con due corsie per senso di marcia oltre alla corsia di emergenza, c'è da dire the da ieri e fino al prossimo 26 marzo, lungo il tragitto da Petrusa fino a Canicattì sono diversi i punti interessati da chiusure e deviazioni per consentire le operazioni di posa della pavimentazione. Ma quello che interessa in modo particolare agli agrigentini che abitano nei quartieri a nord di Agrigento è che da lunedì mattina la situazione possa tornare normale con la possibilità di ripercorrere la statale 122 e la 640. Scottati dal passato si teme un ulteriore allungamento dei tempi anche se stavolta nessuno dalle parti del capoluogo intende sopportare altri eventuali ritardi,
Insomma se è vero che i lavori sono necessari è vero anche che il percorso ad ostacoli e il blocco della circolazione stanno creando delle situazioni davvero insopportabili, anche considerando 'assenza di alternative realmente praticabili. Unico strumento che si è pensato di mettere in campo è un maggiore controllo. Per agevolare la circolazione e scoraggiare manovre azzardate lungo il nuovo itinerario in vigore fino a lunedì tra la provinciale 3 e le statali 189 e 122, infatti, l'Anas regionale ha chiesto alla Polizia stradale di incrementare il numero di pattuglie.
Tanti però sono i punti critici. Ad esempio, il bivio di Fontanelle dove confluisce tutto il traffico proveniente da Caltanissetta e Palermo dove non infrequenti sono le inversioni di marcia da parte di automobilisti incoscienti che rischiano di provocare seri sinistri stradali.
EUGENIO CAIRONE

Domenica 5 marzo

LA SICILIA

LA SODDISFAZIONE DEL PRESIDENTE DEL COMITATO "NO PEOS"
Parco eolico off-shore: è tutto da rifare

g.c.) Parco eolico off-shore, è tutto da rifare. A renderlo noto è Salvatore Licata del Comitato "Difendi Licata No Peos". "Il 12 di febbraio scorso — si legge in una nota — sono trascorsi esattamente tre anni dall'ottenimento della autorizzazione unica, da parte della Mediterranean Wind offshore, e dato che non è stato realizzato il 20 per cento dell'opera, così come prevede la normativa, la stessa dovrà richiedere una Valutazione di Impatto Ambientale ex novo, perché quella avuta a suo tempo è scaduta. Tutto ciò allungherà ancora i tempi allontanando ancora di più la possibilità di iniziare i lavori». Il Comitato si è riunito nei giorni scorsi. E stato fatto il punto della situazione e per rilanciare l di contrasto atta reaLizzazione del parco eolico offshore, compostoda38 pali e ubicato a due miglia marine del bagnasciuga della spiaggia antistante il castello di a nel Golfo di Cela e per incaricare il legale di procedere verso i Ministeri interessati all'applicazione delle normative che ci consentiranno di rimandare ancora in avanti l'inizio dei lavori, inattesa della scadenza definitiva. In itinere c'è poi sempre il procedimento di natura legale. «Si è preso atto che il Tar — continua Salvatore Licata -non ha ancora provveduto a convocare l'udienza di merito per la discussone del ricorso presentato dal Coordinamento avverso la realizzazione dell'impianto in oggetto. Ci dispiace registrare I assenza istituzionale di alcuni Enti che costituiscono il Coordina mento No Peos che sembra siano disinteressati rispetto al rischio che stanno correndo le loro comunità».

SCIACCA
Inchiesta Girgenti Acque
Il Comune sta valutando se costituirsi parte civile

Il Comune potrebbe costituirsi parte civile nel giudizio sulla vicenda di natura giudiziaria che coinvolge la Girgenti Acque sulla presunta truffa aggravata per l'ad- debito dei canoni di depurazione anche su utenze non collegate al l'impianto comunale. "L'inchiesta avrà la sua fase processuale in cui saranno gli organi giudicanti a vagliare le indagini e le carte prodotte e a deciderne l'esito — commenta oggi il sindaco Fabrizio Di Paola - non conosciamo a fondo gli atti, ma sarà anche nostro compito valutarli per eventuali iniziative.
Da più parti invitano però il sindaco a costituirsi parte civile senza tentennamenti. I partiti di opposizione richiamano la posizione de finita "balbettante" del Comune di Sciacca sul tema e nella materia trattata, in considerazione del fatto che se da un lato Di Paola si è più volte dichiarato pronto ad azioni eclatanti contro la Girgenti Acque, nel concreto non sarebbe mai andato oltre mere dichiarazioni di principio. La vicenda giudiziaria, dunque, incrocia pure il dibattito politico. "Il contenuto dell'indagine e i suoi risultati — dice da parte sua il sindaco - dimostrano che il Comune di Sciacca ha svolto, in questo ma anche in altri settori, il proprio ruolo in modo corretto, nell'interesse esclusivo dei cittadini- Il nostro compito di controllo di vigilanza di puntuale sollecitazione e di contestazione seria e à volte anche dura, con ogni mezzo e in ogni sede possibile come lAto Idrico — aggiunge il primo cittadino — c'è stato eccome — abbiamo pubblicato sul sito internet istituzionale già il 20 luglio del 2015 una mappa con indicate le zone servite e non servite dalle pubbliche fognature e dall'impianto di depurazione, invitando tutti i cittadini a controllare la propria posizione e verificare la corretta applicazione del canone di depurazione".
GIUSEPPE RECCA

Lunedì

Grandangolo

Agrigento, convegno al Cupa: si parlerà di Autonomia Siciliana

Oggi e domani, presso il Consorzio Universitario di AGRIGENTO si terrà il Convegno di studi 'L'Autonomia siciliana ed il futuro della specialità regionale tra esigenze unitarie ed istanze autonomistiche' per avviare una riflessione sulle autonomie differenziate dopo l'esito del referendum costituzionale. In questo contesto saranno pubblicati due volumi di recente edizione che fanno il punto sul significato della specialità regionale oggi: 'Il futuro della specialità regionale alla luce della riforma costituzionale' a cura di Francesco Palermo e Sara Parolari, Edizioni scientifiche Italiane, 2016; e "Settantanni di autonomia siciliana 1946 - 2016″, a cura di Gaetano Armao e Marcello Saija, Rubbettino 2016.

SiciliaLive

Democrazia sospesa da anni
I fallimenti di Crocetta: le Province
di Salvo Toscano

PALERMO - "La sovranità appartiene al popolo". Sarebbe il comma secondo dell'articolo 1 della Costituzione. Quella che guai a chi la tocca. Ebbene, da quattro anni quel primo articolo della Costituzione conosce un'eccezione alla regola che ormai non desta quasi più impressione. E che potrebbe protrarsi ancora per un pezzo, chissà, forse fino all'anno prossimo. Sì, c'è un pezzo d'Italia in cui la sovranità non appartiene più al popolo per un'anomalia istituzionale figlia di uno dei più clamorosi disastri di questa sventurata legislatura, cioè la riforma delle Province. Quelle che ormai da quattro anni sono commissariate dal governo, prive degli organi democraticamente eletti che dovrebbero guidarle. E che c'è la possibilità concreta che non saranno eletti da qui alla fine della legislatura regionale. Una follia a cui si è fatta quasi l'abitudine.
Di elezioni ancora non si parla. L'Ars ha stoppato il governo qualche tempo fa, puntando a reintrodurre l'elezione diretta al posto di quella di secondo livello. Al nuovo testo deve lavorare la commissione Affari istituzionali dell'Ars. "Ma lo stallo su finanziaria sì, finanziaria no ci ha bloccato - racconta il presidente Salvatore Cascio -. Ho subito convocato per martedì prossimo (domani, ndr) la commissione. Abbiamo individuato un consulente a titolo gratuito che ci aiuterà nella stesura, una ricercatrice dell'Università di Catania, Francesca Leotta". Parente dell'ex assessore regionale Leotta? "Figlia".
Chissà se la consulenza giusta metterà finalmente le ali a questa riforma delle Province, diventata la più tragica barzelletta di questa legislatura. Annunciata in pompa magna in tv da Rosario Crocetta, che si vantava di aver bruciato sul tempo il Parlamento nazionale nell'archiviare le Province, la riforma s'è impantanata e aggrovigliata tra passi falsi, impugnative e pastrocchi. Il risultato? Da quattro anni i sei liberi consorzi, cioè le ex Province di Agrigento, Caltanissetta, Enna, Ragusa, Siracusa e Trapani sono commissariate. Cioè la democrazia rappresentativa è sospesa, e comanda la baracca un inviato del governo regionale. Comanda si fa per dire, visto quel poco che resta: le ex Province oggi liberi consorzi, infatti, sono squattrinate e ridotte all'osso. Hanno tagliato i servizi che dovevano assicurare ai cittadini e alcune ce la fanno a malapena a pagare gli stipendi.
I commissari sono scaduti qualche giorno fa. Ma niente paura, assicura l'assessore regionale al ramo Luisa Lantieri, le proroghe sono state firmate e garantite fino alla fine dell'anno. Così, non si sa mai. Per allora viaggeremo verso i cinque anni di commissariamento e la legislatura dell'Ars sarà già chiusa. I commissari sono sei a capo dei liberi consorzi e tre per supplire ai consigli delle Città metropolitane, che hanno un sindaco (quello del Comune capoluogo) ma non il consiglio. Sono stati tutti riconfermati.
A Siracusa nei giorni scorsi il commissario Giovanni Arnone ha parlato espressamente di dissesto dietro l'angolo, se non ci saranno "urgentissimi interventi finanziari straordinari". Ad Agrigento i sindacati sono sul piede di guerra per l'allarme stipendi. I servizi ai cittadini, dalla manutenzione delle strade alle scuole superiori, sono ridotti al minimo. Ma Lantieri si mostra ottimista. "Eravamo rimasti fuori dal riparto nazionale. Ho spiegato al ministro che eravamo pronti ad attivare un contenzioso. Ci hanno riconosciuto 70 milioni. Sono dei soldi che ci spettavano, che ci dovevano dare. Ora ho parlato con l'assessore Baccei, in totale per le province ci saranno 105 milioni".
Per far quadrare i conti, però, servirà anche altro. "Togliamo delle competenze come quella del trasporto disabili che passa alla Regione - spiega l'assessore -. Poi con la mobilità del 15 per cento del personale risparmieremo 30 milioni". Già, la mobilità. Ma c'è un problema. Che se i dipendenti delle ex Province dovessero transitare ai Comuni si accenderebbe una guerra con i precari. "Dovranno passare sia a enti locali sia a enti statali", dice l'assessore. Vedremo.
Intanto, si aspetta la nuova legge. L'ennesima. "Noi non vogliamo stravolgere l'impianto della Delrio. Vogliamo fare l'elezione diretta degli organismi e vogliamo evitare altre impugnative. Quindi prima di presentare il testo avremo un'altra interlocuzione col ministro", dice il presidente della prima commissione Cascio. Finirà che si voterà l'anno prossimo? "Per fare questa legge basterebbe una settimana - risponde Cascio -. Bisogna volerlo. Vedremo se si vuole fare melina o no".

LA SICILIA

Produttività
STIPENDI DEGLI STATALI I PREMI SOTTO TARGET

ROMA. Nella busta paga di uno statale il premio di produttività quando compare, non è di sicuro la posta più pesante tra le voci della retribuzione variabile. La legge Brunetta ne voleva fare "l'azionista di maggioranza" del salario accessorio ma non è mal stata applicata sul punto, come dimostrano i dati, appena aggiornati dall'Aran, l'Agenzia che si occupa di pubblico impiego. Nel 2015 la performance ben che vada ha rappresentato il 30% dell'accessorio ma in alcuni casi è rimasta ancora più distante da target che sarebbe previsto come nella Scuola, dove si ferma al 15%.
Qualcosa quindi non ha funzionato e la riforma del lavoro pubblico, da poco approvata in via preliminare dal Consiglio dei ministri, rimette mano alla materia. Resta il concento per cui almeno il 50% della somma variabile ha spiegato più volte la ministra della P.a Marianna Madia debba andare a remunerare la performance ma il risultato non viene più misurato a livello individuale bensì organizzativo, di squadra. A spostare più della metà del salario accessorio sulla produttività ci penseranno i nuovi contratti, l'operazione però in alcuni settori non sarà semplice (bi sognerà vedere come saranno infatti gestite le indennità di turno o reperibilità nella sanità).
Non solo, nella riforma la "pagella" viene collegata a "obiettivi della Repubblica come possono essere la riduzione delle Liste di attesa negli ospedali o il calo dei tassi di assenteismo. Target che saranno decisi dal governo d'intesa con gli enti territoriali e che potranno anche guardare all'innovazione. Il Governo punta infatti ad elevare gli standard di trasparenza e digitalizzazione nella Pa.. Non a caso questa è la "Settimana dell'amministrazione aperta", un'iniziativa organizzata dal dipartimento della Funzione pubblica per sensibilizzare su open data e partecipazione (circa 200 eventi in tutt'Italia).
In settimana parte anche l'esame della riforma Madia alla Camera. Entro la fine del prossimo mese dovranno infatti essere dati i pareti sui testi che poi torneranno in Cdm per il via libera definitivo. Intanto si cerca l'intesa con le Regioni. Per chiudere il cerchio si dovrà aspettare quindi la primavera inoltrata d'estate dopo di che si passerà all'attuazione.
MARI ANNA BERTI


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