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Rassegna stampa del 15 marzo 2017

GIORNALE DI SICILIA

I soldi della Regione
Rosario Crocetta mette sul piatto altri 47 milioni per l'assistenza ai disabili.

E si spinge a prevedere pure una nuova tassa, che colpirebbe le fasce di reddito altissime, per trovare altri 200 o 300 milioni per i portatori di handicap. Ma per il via ai piani di assistenza non c'è ancora una data certa. Crocetta ha raccolto l'appello arrivato dal dibattito in commissione Sanità dicendosi disponibile ad aumentare i fondi al settore. I disabili avevano esplicitamente chiesto di «istituire una imposta/tassa regionale minima di scopo per questa che ormai è una emergenza permanente al pari delle calamità naturali». Il presidente ha detto che «sarebbe possibile istituire un tributo di scopo. Potrebbe funzionare come il contributo di solidarietà introdotto qualche anno fa a carico dei pensionati d'oro, dei deputati e dei dirigenti con stipendi più alti». Per Crocetta «i deputati, gli ex deputati e i dipendenti dell'Ars non avranno difficoltà a versare questo contributo». Anche se in serata questa proposta ha perso quotazioni. E Palazzo d'Orleans ha annunciato invece che oggi la giunta approverà due emendamenti che stanziano altri fondi. Il primo prevede che i Comuni impegnino 34 milioni dei trasferimenti ordinari della Regione per il finanziamento dell'assistenza. Il secondo assegna altri 13 milioni per l'aiuto dei disabili lievi, medio-gravi e gravi: cioè quelle categorie che hanno percentuali di handicap che non imporrebbero un'assistenza H24, come quella che va invece garantita ai disabili considerati gravissimi. E proprio su questa distinzione si sta creando uno degli ostacoli che finora hanno ritardato il via ai piani di assistenza. I gravissimi risultavano essere in Sicilia 3.600 al momento in cui è scoppiato il caso che ha poi portato alle dimissioni dell'assessore Gianluca Miccichè. Le Asp hanno poi verificato che in realtà i casi con handicap davvero gravissimo sarebbero di meno, circa 2.400. Quanto costano? Crocetta è certo di quanto la Regione può spendere. Per i soli casi gravissimi ci sono oggi 36 milioni stanziati dal governo e già approvati dall'Ars e altri 14 milioni dello Stato. Serviranno a garantire un bonus extra, che si aggiungerà ai vari tipi di aiuti che il sistema garantisce finora in modo insufficiente. Crocetta ha insistito sull'idea di erogare questi fondi singolarmente a tutti i disabili gravissimi lasciando libertà di impiego: possono essere cioè utilizzati per pagare gli assistenti già in servizio prolungandone l'orario o per procurarsi altri tipi di aiuti (tecnologie, cure). Il presidente ha però «accusato» le associazioni dei disabili di aver rallentato la spesa di questi fondi «perchè alcune insistono nel volerli canalizzare attraverso le cooperative. Ipotesi che mi vede contrarissimo perchè favorirebbe chi fa affari in questo settore». Crocetta ha anche detto che almeno la spesa di questi fondi potrebbe partire in tempi strettissimi: mancano i decreti attuativi che «si stanno predisponendo». Ma quanto costa l'assistenza nelle altre Regioni? Un'analisi precisa è impossibile perchè nel settore della disabilità ci sono voci di spesa molto diverse. Se ci si limita ai casi gravissimi, lo stesso Crocetta ha rilevato che l'Emilia Romagna spende 28 milioni all'anno e garantisce dai 600 a 1.600 euro al mese a disabile. La Lombardia spende 21 milioni ma ha meno casi rispetto alla Sicilia. E proprio su questa difficoltà di fare chiarezza su somme disponibili e destinatari ruota la soluzione dell'emergenza. Lo ha rilevato Pippo Digiacomo, presidente della commissione Sanità che ha dato disponibilità al governo di approvare subito ogni piano che arriverà al voto: «Voi conoscete le vere esigenze alle quali il servizio pubblico deve far fronte - ha detto Digiacomo rivolgendosi ai disabili presenti in commissione - dateci le indicazioni più utili per intervenire non solo a livello normativo ma anche sul versante dell'applicazione delle norme e dei controlli». Va detto anche che tutti i partiti presenti - dal Nuovo Centrodestra con Vincenzo Fontana al Pid con Totò Cordaro fino ai grillini con Giancarlo Cancelleri - hanno assicurato la disponibilità ad accelerare le votazioni su questi temi. Oggi la prima verifica, quando la commissione esprimerà il parare sul piano da 260 milioni che prevede forme miste di assistenza medica e sociale per disabili e anziani non autosufficienti. Poi, entro una settimana, è atteso il piano del governo per la spesa dei soldi già disponibili.


Agrigentooggi.it

Il Giardino Botanico del Libero Consorzio di Agrigento, è stato inserito, per la prima volta, nell'itinerario visite delle Giornate di Primavera del Fai che si svolgeranno il 24, 25 e 26 marzo prossimi.

La notizia è stata ufficializzata nel corso di una conferenza stampa svoltasi nella Sala Verde di Palazzo Chigi a Roma, alla presenza, fra gli altri, del Presidente del Consiglio Paolo Gentiloni. Quest'anno, la delegazione Fai di Agrigento, presieduta da Giuseppe Taibi, ha inserito tra i beni da visitare ad Agrigento, anche il Giardino Botanico di via Demetra che, nel censimento nazionale "I Luoghi del Cuore", si è classificato al primo posto in provincia di Agrigento e all'ottavo in Sicilia con 3911 voti. Venerdì, 24 marzo, il sito sarà aperto al pubblico gratuitamente dalle 9 alle 13 mentre sabato e domenica, il Giardino sarà fruibile dalle 9 alle 13 e dalle 15 alle 17. Un appuntamento storico, quello delle Giornate del Fai, che compie i suoi primi 25 anni, organizzato dal Fondo Ambiente Italiano e dedicato alla scoperta dei luoghi archeologici, ai palazzi e ai monumenti storici dell'Italia meno conosciuti al pubblico. Il Giardino Botanico rappresenta un "polmone verde" per  Agrigento, una sorta di museo a cielo aperto delle essenze e piante della macchia mediterranea esteso circa sette ettari (circa 70mila metri quadrati) incastonati nel cuore della Valle dei Templi, in via Demetra, a poche decine di metri dalla linea delle fortificazioni dell'antica Akragas e del Parco archeologico. Il Giardino Botanico dispone di un patrimonio di circa 20mila piante riferibili ad oltre 300 colture ed essenze diverse espressioni tipiche della vegetazione mediterranea. Oltre a questo inestimabile patrimonio vegetale, sono inoltre presenti pregevoli testimonianze archeologiche, ipogei visitabili, caverne naturali visitabili, reperti fossili, e fenomeni calcarenitici di suggestiva bellezza. Sono inoltre visitabili una serie "terrazze" che sorgono su banchi in tufo che offrono ai visitatori un'ineguagliabile vista su tutta la Valle dei Templi. È visitabile inoltre un "erbario" con centinaia di essenze erbacee essiccate catalogate, alcune risalenti al XIX secolo. Il Giardino dispone di una fitta rete di sentieri e di segnaletica descrittiva delle diverse colture vegetali che lo rendono facilmente fruibile ai visitatori.

GdS ondine
RICONOSCIMENTO La Valle dei Templi vince il Premio del Paesaggio italiano AGRIGENTO. Va a al Parco archeologico e paesaggistico della Valle dei Templi di Agrigento per il progetto «Agri Gentium: landscape rigeneration» il primo Premio Paesaggio italiano, consegnato oggi dal ministro di Beni culturali e Turismo, Dario Franceschini. Un progetto, spiega il direttore del Parco Giuseppe Parello, che ruota intorno ai concetti di «campagna e comunità» e che è ora destinato anche a rappresentare l'Italia al Premio Paesaggio del Consiglio d'Europa. Il progetto, si legge nella motivazione, «ha messo in pratica i principi della Convenzione europea del paesaggio attraverso politiche d'eccellenza». Se ne riconoscono le capacità di "coniugare la tutela e la valorizzazione del patrimonio culturale, con il recupero della memoria storica di antiche pratiche produttive e la creazione di prodotti di eccezionale qualità; assumere un ruolo di catalizzatore delle buone pratiche produttive, sviluppare una cooperazione tra soggetti pubblici e privati, saper mettere in pratica le finalità espresse nel riconoscimento di sito Unesco, indurre benefici nei soggetti che operano nella produzione agricola». Oltre al «merito di aver attivato ricerche e studi finalizzati alla valorizzazione nelle aree rurali del Parco». Al ripristino di piscine, ruscelli, viali profumati di agrumi e melograni, come avvenuto nel '98 nel Giardino della Kolymberthra, infatti, corrispondono oggi, tra i vari interventi, anche 450 ettari di territorio demaniale per orti sociali, olivi e viti con marchio Diodoros, brand creato ad hoc. Oltre ad un laboratorio per la conservazione del germoplasma di mandorlo, olivo e pistacchio, il Museo del mandorlo, percorsi in bici e a piedi, programmi di reintegrazione sociale e di educazione ambientale per le scuole.

Livesicilia
Province a un passo dal default Troppe liti, Finanziaria al palo.

 - Le ex Province siciliane non sono state mai così vicine al fallimento. Ieri in Commissione bilancio, i deputati hanno accolto quello che è un vero e proprio "Sos", dei commissari dei Liberi consorzi. Nel bilancio attualmente in discussione all'Ars mancano almeno cento milioni di euro. Una questione delicatissima, emersa anche in occasione della seduta d'Aula di ieri, nel corso dell'intervento del presidente della commissione bilancio Vincenzo Vinciullo: "Le ex Province - ha detto - versano in una situazione drammatica. C'è la necessità di stanziare circa 211 milioni di euro. Il governo però oggi non ha formulato nessuna soluzione. Il prelievo forzoso che viene imposto alle ex Province da parte dello Stato - ha proseguito Vinciullo - è di 260 milioni di euro. Ma le somme che lo Stato pensa di far ricadere sulle Province come sanzioni per la mancata approvazione dei bilanci portano il dato a 400 milioni di euro. Chiediamo, dunque, allo Stato di togliere le sanzioni attraverso una manovra finanziaria o le province dichiareranno il default. Questa è la situazione che ci troviamo di fronte. In alcune province, come Siracusa, - ha concluso - i dipendenti da tre mesi non percepiscono lo stipendio". I commissari, come detto, hanno indicato in 211 milioni la cifra necessaria per il solo mantenimento in vita dell'ente frutto della fallimentare riforma del governo Crocetta. Una somma che consentirebbe, insomma, solo la gestione ordinaria. Anche perché di quello stanziamento, oltre 180 milioni sarebbero necessari per garantire gli stipendi ai dipendenti. Al momento i soldi messi sul piatto non arrivano alla metà: circa 70 milioni sono il frutto del riconteggio dell'Iva dopo l'accordo tra Stato e Regione, mentre altri 53 milioni sono stati messi dal governo regionale. Ma da quest'ultima cifra vanno esclusi gli oltre 19 milioni destinati ai disabili. E così, la somma realmente a disposizione supera di poco i cento milioni di euro. Meno della metà del necessario. "Se lo Stato non interviene - ha ammonito, preoccupata, l'assessore regionale alle Autonomie locali Luisa Lantieri - il fallimento sarebbe inevitabile". E così, anche quella delle ex Province sarà una delle questioni più delicate da risolvere in una sessione di Finanziaria che avrebbe dovuto vedere il suo avvio ieri. Ma a Palazzo dei Normanni tenevano banco ancora le polemiche che vedono protagonisti esponenti del governo regionale, l'amministratore unico di Riscossione Sicilia Antonio Fiumefreddo e il presidente dell'Ars Giovanni Ardizzone. Quest'ultimo è stato ascoltato ieri in commissione antimafia, e da Roma ha espresso seri dubbi sulla possibilità che questa Finanziaria possa essere approvata entro il mese di marzo, data ultima dell'esercizio provvisorio, salvo un'ulteriore proroga (e sarebbe l'ultima possibile). "Oggi - dice Ardizzone - non ci sono le condizioni per discutere questa manovra, anche a causa del costante dualismo tutto interno al governo, tra il presidente Crocetta e l'assessore all'Economia Baccei". Ovviamente, il diplomatico utilizzo del termine "dualismo" è da intendere come un riferimento alle furiose liti istituzionali che vanno avanti già da settimane. E così, è sempre più vicino - dato per certo da diversi deputati dell'Ars - il ricorso all'ulteriore proroga dell'esercizio provvisorio. La "stoccata" di Ardizzone al governo, però, si aggiunge a quelle giunte ieri da Sala d'Ercole sul mancato arrivo in tempo utile dei documenti del governo necessari ad accompagnare la Finanziaria. E le critiche sono arrivate anche da un ex fedelissimo di Crocetta, il deputato ora al Psi, Antonio Malafarina: "Questo governo - ha detto in Aula - non ha le idee chiare. Se ancora oggi non c'è una relazione di accompagnamento alla legge di bilancio, qualcosa non funziona. Siamo al quarto esercizio provvisorio e si lavora in un clima di approssimazione fin da troppo tempo. Si sparano poi - ha proseguito - numeri a casaccio, senza documenti a supporto. Se il bilancio non mi convincerà, anticipo già oggi il mio voto negativo. La Sicilia e questo parlamento non meritano un trattamento simile". E un richiamo alla "dignità" del parlamento è stato lanciato anche da altri deputati. E qui ritornano le recentissime polemiche sui disabili e su Riscossione Sicilia. È il caso del parlamentare di Forza Italia Giuseppe Milazzo: "Se una persona si sintonizza da Bolzano - ha ironizzato - crede che Crocetta stia all'opposizione. E non che governi da quattro anni. Perché non si è mai interessato del tema dei disabili? Perché non ha chiesto una relazione nei mesi scorsi? Non esiste un assessore (il riferimento è a Gianluca Micciché, ndr) che sia sganciato dall'organo politico che l'ha nominato. Crocetta avrebbe dovuto dire: quella persona che ho nominato risponde a me, e io ne rispondo di fronte ai cittadini. Troppo facile dire: 'Questo assessore non ha fatto niente'. Chi doveva vigilare? Se Crocetta - ha concluso Milazzo - è poi convinto che questo parlamento sia fatto di incapaci, malfattori ed evasori, venga all'Ars, si dimetta e andiamo subito al voto. Se lui è convinto di aver fatto bene, non potrà certamente temere le elezioni". "Non è accettabile - ha detto il capogruppo del Cantiere popolare, Toto Cordaro - che si debba necessariamente ricapitalizzare con 130 milioni Riscossione Sicilia, solo per evitare il rischio di passare per dei criminali. E invece nessuno si pone il problema, ad esempio, se quei soldi possano essere utilizzati per tanti padri di famiglia come ad esempio i dipendenti delle ex Province. I lavoratori di Riscossione Sicilia, infatti, anche in caso di chiusura dell'azienda, sarebbero comunque garantiti. Chiedo alla maggioranza e al governo - ha concluso Cordaro - uno scatto di dignità: individuiamo le reali priorità della Sicilia". Tra queste, come detto, le ex Province e i suoi lavoratori. Vittime di una sciagurata riforma. E oggi a un passo dal fallimento.


I sindacati "Province, somme insufficienti Lavoratori vicini al baratro"

PALERMO - "Dopo l'audizione di oggi in Commissione bilancio è chiaro che, di questo passo, presto le ex Province cadranno nel baratro". Il grido d'allarme è dei segretari regionali Agliozzo e Crocè (Fp Cgil), Montera (Cisl Fp) e Crimi (Uil Fpl) che oggi sono stati sentiti in seconda commissione Bilancio e programmazione all'Ars, dove è iniziato l'esame della manovra Finanziaria. "Le risorse finanziarie ad oggi ancora soltanto ipotizzate dal governo - proseguono le sigle - non bastano. Solo per garantire gli stipendi del personale servono 180 milioni e 210 milioni complessivamente per la mera sopravvivenza degli enti, al netto della erogazione di servizi fondamentali come le infrastrutture e le scuole, solo per citarne alcuni. Ad oggi, sarebbero supposti e quindi non esigibili appena 70 milioni come compensazioni sull'Iva e altri 53 milioni dei quali, però, oltre 19 sono già destinati ai disabili e saranno imputati in un altro capitolo. Insomma, ad oggi le somme previste dal governo rappresenterebbero nemmeno la metà di quanto necessiti per mantenere in piedi gli enti ed evitare il fallimento. I fatti - proseguono i segretari regionali di Fp Cgil, Cisl Fp, Uil Fpl- sono questi. Il resto sono solo chiacchiere". Per completezza d'informazione, alcuni degli enti sono nuovamente in grave ritardo con il pagamento degli stipendi. Per essi è stato già proclamato lo stato d'agitazione. "Ovvio che sinché le risorse necessarie non verranno reperite - concludono i sindacalisti - non molleremo la presa".

LA SICILIA
GIARDINO BOTANICO
Pronto alte giornate Fai Il Giardino Botanico del Libero Consorzio di Agrigento, è stato inserito, per a prima volta, nell visite delle Giornate di Primavera del Fai che si svolgeranno il 24, 25 e 26 marzo prossimi. La notizia è stata ufficializzata ieri mattina nel corso dì una conferenza stampa svoltasi nella Sala Verde di Palazzo Chigi a Roma, alla presenza, fra gli altri, del Presidente del Consiglio Paolo Gentiloni. Quest'anno, la delegazione Fai di Agrigento, presieduta da Giuseppe Taibi, ha inserito tra i beni da visitare ad Agrigento. anche il Giardino Botanico di via Demetra che, nel censimento nazionale "I Luoghi del Cuore", si è classificato al primo posto in provincia di Agrigento e all'ottava in Sicilia con 3911 voti. Venerdì 24 marzo, il sito sarà aperto al pubblico gratuitamente dalle 9 alle 13 mentre sabato e domenica, il Giardino sarà fruibile dalle 9 alle 13 e dalle 15 alle 17. Un appuntamento storico, quello delle Giornate del Fai, che compie i suoi primi 25 anni, organizzato dal Fondo Ambiente Italiano e dedicato alla scoperta dei luoghi archeologici, ai palazzi e ai monumenti storici dell'Italia meno conosciuti al pubblico. Il Giardino Botanico rappresenta un polmone verde per A una sorta di museo a cielo aperto delle essenze e punte della macchia mediterranea esteso circa sette ettari (circa 70mila metri quadrati) incastonati nel cuore della Valle dei Templi, in via Demetra, a poche decine di metri dalla linea delle fortificazioni dell'antica Akragas e del Parco archeologico. Il Giardino Botanico dispone di un patrimonio di circa 20mila piante riferibili ad oltre 300 colture ed essenze diverse espressioni tipiche della vegetazione mediterranea. Oltre a questo inestimabile patrimonio vegetale, sono inoltre presenti pregevoli testimonianze archeologiche, ipogei visitabili, caverne naturali visitabili, reperti fossili, e fenomeni calcarenitici di suggestiva bellezza. Sono inoltre visitabili una serie "terrazze" che sorgono su banchi in tufo che offrono ai visitatori una vista su tutta la Valle dei Templi. È visitabile inoltre un "erbario" con centinaia di essenze erbacee essiccate catalogate, alcune risalenti al XIX secolo. Il Giardino dispone di una fitta rete di sentieri e di segnaletica descrittiva delle diverse colture vegetali che lo rendono facilmente fruibile ai visitatori. Da evidenziare comunque come sarà necessario osservare alcune limitazioni per motivi di sicurezza all'interno del sito, limitazioni disposte dal Libero Consorzio nelle scorse settimane.

SINDACATI IN AUDIZIONE ALL'ARS Stipendi e servizi in tilt ex Province nel baratro. PALERMO.

 Prevedono un futuro pieno di incertezze i sindacati confederali che ieri sono stati convocati dal presidente della commissione Bilancio, Vincenzo Vinciullo, che poco prima aveva audito i commissari straordinari che reggono ormai da anni gli enti che ora si chiamano Liberi consorzi comunali e Città metropolitane (Palermo, Catania e Messina). «Dopo l'audizione di oggi (ieri per chi legge, ndr) in commissione Bilancio è chiaro che, di questo passo, presto le ex province finiranno nei baratro è stato l'amato commento dei segretari regionali Agliozzo e Crocè (Fp Cgil), Montera (Cisl Fp) e Crimì (Uil Fpl). Le risorse finanziarie ad oggi ancora soltanto ipotizzate dal governo— hanno aggiunto i tre sindacalisti — non bastano. Solo per garantire gli stipendi del personale servono 180 milioni e 210 milioni complessivamente per la mera sopravvivenza degli enti, al netto della erogazione di servizi fondamentali come le infrastrutture e le scuole. solo per citarne alcuni. Ad oggi, sarebbero supposti e quindi non esigibili appena 70 milioni come compensazioni sull'Iva e altri 53 milioni dei quali, però, oltre 19 sono già destinati ai disabili e sa ranno imputati in un altro capitolo. Insomma, ad oggi le somme previste dal governo rappresenterebbero nemmeno la metà di quanto necessiti per mantenere in piedi gli enti ed evitare il fallimento. I fatti — proseguono i segretari regionali di Fp CgiL, Cisl Fp. Uil Fpl— sono questi. Il resto sono solo chiacchiere. Per completezza d'informazione, alcuni degli enti sono nuovamente in grave ritardo con il pagamento degli stipendi. Per essi è stato già proclamato lo stato d'agitazione. Ovvio che sinché le risorse necessarie non verranno reperite. non molleremo la presa». Il presidente della commissione Bilancio, Vinciullo, da parte sua, ha sottolineato che su 53 milioni dei quali parlano i sindacalisti, in realtà solo 14 milioni sarebbero aggiunti. poiché 19 milioni per i disabili e 20 milioni per le spese generali, sono stati previsti ogni anno l30milioni destinati a Riscossione Sicilia - ha detto Vinciullo - convocheremo il presidente Crocetta. nella speranza di ottenere da lui, i dettagli che non ci ha fornito Fiumefreddo».


IL MINISTERO ha finanziato i progetti presentati dai distretti sanitari di Agrigento e Sciacca Pon solidarietà da 4 milioni.

Pon "Inclusione", arrivano 4 milioni di euro per i distretti sanitari di Agrigento e Sciacca. Lo scorso 13 marzo infatti la direzione generale per l'inclusione e le Politiche sociali del Ministero del Lavoro e delle Politiche sociali ha emesso il decreto che individua i progetti presentati entro il 15 novembre 2016 che sono risultati ammissibili a finanziamento. Tra questi, dicevamo, 2587.087 euro andranno al distretto di cui Agrigento è capofila (gli altri comuni sono Aragona, Comitini, Favara, Joppolo Giancaxio, Porto Empedocle, Realmonte, Raffadali, Santa Elisabetta, Sant'Angelo Muxaro, Siculiana), mentre altre 1.639.119 euro serviranno per il pro getto proposto dal distretto di cui è capofila la città delle Terme (gli altri comuni interessati in quanto rientranti nel distretto sono Caltabellotta, Menfi, Montevago, Sambuca di Sicilia. Santa Margherita di Belice). Somme importantissime, soprattutto se si considera che in questa partita" i comuni siciliani coinvolti sono soltanto tre (sì aggiunge infatti Lipari), per quanto il fondo venga periodicamente reintegrato. Ma a cosa serviranno le risorse? Il dettaglio dei progetti non è ovviamente allegato al decreto, ma la natura delle iniziative è determinata dal fondo di riferimento. Il Pon Inclusione infatti, supporta la iniziative ad esempio rivolte al superamento delle situazioni di povertà odi emarginazione sociale, con particolare riferimento agli anziani. Una boccata d'aria vera e propria per i Comuni, che oggi si trova no a dover fronteggiare da soli l'emergenza sociale. Nella giornata di ieri il sindaco di Agrigento, Lillo Firetto, presente a Roma per partecipare alla premiazione della Valle dei Templi nel contesto del Premio per il Paesaggio italiano, ha già provveduto alta stipula della convenzione che servirà a sbloccare le risorse. Ovviamente i soldi non potranno ancora essere spesi finché non si provvederà sui territori a stilare i bandi e le graduatorie che serviranno ad individuare i vari relativi beneficiari. G.S.

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