Giornale di Sicilia
I nodi della regione
I lavori in commissione bilancio cominciano a singhiozzo, paralisi per ore per mancanza del numero legale
Finanziaria, l'esame all'Ars parte in salita
Un percorso a ostacoli fra i duemila emendamenti da discutere, le tensioni nella maggioranza e i soldi attesi da Roma
Riccardo Vescovo - Palermo
Duemila emendamenti, le tensioni in maggioranza e 165 milioni attesi da Roma senza i quali la Regione congelerà tutta una serie di spese in bilancio. Parte in salita il percorso della finanziaria. Ieri la commissione Bilancio all'Ars ha iniziato i lavori con l'obiettivo, ha detto il presidente Vincenzo Vinciullo, «di esitare i documentoentro mercoledì sera e venerdì portarli in Aula». Una corsa contro il tempo, perché se il termine ultimo dell'approvazione finale, per legge, è fissato il 30 aprile, nel frattempo migliaia di lavoratori in orbita regionale accusano ritardi nel pagamento degli stipendi. Dai forestali ai precari degli enti locali, dai disabili ai formatori passando per i consorzi di bonifica, oltre 50 mila lavoratori attendono certezze sulle risorse che ad oggi sono programmate in dodicesimi, cioè sbloccate mese per mese causando disagi. Tutti, insomma, attendono il via libera alla finanziaria ma non sarà facile: la commissione ieri fissata per le 16 ha iniziato i lavori con due ore di ritardo e il deputato autonomista Roberto Di Mauro hafatto notare che «non c'è il numero legale, la maggioranza non c'è». Così è arrivata la sospensione di un'ora della seduta che in realtà a tarda sera non era ancora ripresa. Ieri era assente Luca Sammartino del Pd, il socialista Giovanni Di Giacinto è critico da tempo verso il governo, Mimmo Turano si è sganciato da Crocetta ed è tornato nell'Udc e pure il presidente Vinciullo si è tirato fuori dalla maggioranza. Il deputato del Pd, Giovanni Panepinto, ha provato quindi a serrare le fila: «Ci sono argomenti che vanno oltre i problemi politici, c'è una maggioranza trasversale in commissione che mi auguro esiti la manovra perché ci sono norme che interessano disabili, ex sportellisti, precari. Sono pronto a occupare la commissione, i lavori devono andare avanti». Oggi una delegazione dei 1.700 ex sportellisti, formatori esperti in politiche del lavoro, inizierà uno sciopero della fame davanti a Palazzo dei Normanni chiedendo che il piano di salvataggio più volte annunciato da governo e deputati venga messo in atto. «Contiamo di stanziare subito almeno 5 milioni per avviare le loro attività», hanno detto ieri Panepinto e Vinciullo. Nei giorni scorsi Flai Cgil, Fai Cisl e Uila Uil hanno chiesto un incontro al presidente Crocetta per «manifestare la grave situazione di disagio in cui si trovano tutti i lavoratori forestali, dell'Esa e gli stagionali dei consorzi di bonifica a causa del ritardo dei pagamenti del mese di dicembre». Disagi anche per i 251 precari Asu a carico del fondo nazionale ai quali però lo Stato non riconosce più il sussidio: il governo regionale aveva annunciato di volerli prendere in carico ma secondo Giuseppe Badagliacca, segretario regionale del Csa «più volte abbiamo chiesto alla Regione di cercare di sbloccare questa vertenza ma ancora oggi assistiamo ad un trattamento incomprensibilmente discriminatorio di questi precari che non riescono a fare fronte alle spese di tutti i giorni». I lavori in commissione sono andati a rilento inizialmente soprattutto per alcune questioni finanziarie. La prima riguarda circa 165 milioni attesi da Roma ma ancora non disponibili che costringeranno a congelare tutta una serie di spese come già avvenuto lo scorso anno. «A livello politico c'è l'accordo, a livello istituzionale manca l'atto finale» ha chiarito il dirigente generale Giovanni Bologna. E l'assessore all'Economia, Alessandro Baccei, ha ricordato che «gli accordi con lo Stato hanno già portato 2 miliardi e 200 milioni di nuove entrate». Insomma, le somme sono cosa certa, arriveranno come è già successo in questi anni. Ma l'opposizione ha preteso maggiori garanzie, Giancarlo Cancelleri e Sergio Tancredi dei Cinque Stelle hanno chiesto di visionare i documenti nei quali si evince che c'è un accordo con lo Stato mentre Giovanni Di Giacinto del Psi ha puntato il dito sull'incertezza della data in cui le somme saranno disponibili. Nel frattempo, hannospiegato i tecnici in commissione, saranno congelate somme per un importo equivalente. Oltre ai 165 milioni ci sono anche circa 24 milioni in entrata che al momento non esistono: sono legati al riacquisto da parte del governo di un fondo immobiliare nel quale si trovano edifici per i quali a Regione paga l'affitto. Edifici che è bene ricordare che un tempo appartenevano proprio alla Regione. Furono venduti, presi in affitto e adesso saranno riacquistati. In questo modo la Regione risparmierà i 24 milioni l'anno di affitto. L'operazione sarà realizzata attraverso il Fondo pensioni ma potrà essere portata a compimento solo dopo che sarà approvata la Finanziaria. Da qui i dubbi dei deputati. «Abbiamo svolto tutti gli incontri del caso e non sono mai emersi problemi» ha garantito il dirigente Bologna. Le questioni finanziarie sono così apparse superate. Restano da discutere le norme su precari, enti regionali, formatori. Ma ieri, a tarda sera, i lavori non erano ancora ripresi.
I nodi della regione
una legge di poche righe risolverebbe il problema, impossibile programmare le visite ed evitare le code
Un vuoto normativo impedisce per musei e aree archeologiche i biglietti su Internet
Riccardo Vescovo - Palermo
In Sicilia non è possibile acquistare biglietti di musei e parchi archeologici on line. Niente carta di credito, paypal e altri sistemi per provare a programmare leproprie visite ed evitare le code davanti all'ingresso. I 23 milioni e 200 mila euro incassati l'anno scorso dalle strutture sono stati tutti versati sul posto nelle casse dei musei. Tutto questo a causa di un corto circuito legislativo, una questione burocratica che blocca l'ammodernamento della rete di vendita nei siti culturali.«Sono tutte condizioni note anche ai malavitosi che hanno vita facile nel saccheggiare gli incassi, talvolta settimanali, che giacciono in luoghi anche privi di casseforti» attaccano Michele D'Amico, responsabile regionale del Cobas- Codir per le politiche dei beni culturali, e Simone Romano, coordinatore regionale del Cupas, il movimento dei custodi del patrimonio culturale siciliano che aderisce al Cobas-Codir. «Il personale regionale addetto alla custodia dei Beni culturali - spiegano i sindacati - in molte realtà opera in condizioni ambientali fatiscenti e senza la necessaria personale sicurezza. Abbiamo da tempo rivendicato il potenziamento degli organici in servizio presso ciascun sito culturale, nonché di dotare i siti con tecnologie atte a rafforzare i sistemi di sicurezza, mettendo in primo piano soprattutto la salvaguardia dei lavoratori e l'eliminazione della presenza di liquidità derivante dall'acquisto dei ticket di ingresso cartaceo. Tutto ciò accade - aggiungono i sindacalisti - mentre ancora al personale addetto ai servizi di vigilanza e custodia devono, fra l'altro, essere corrisposte le spettanze per le attività prestate nel 2015 e nel 2016». Ma come è possibile che nel 2017, in una regione con un patrimonio culturale così vasto, capace di registrare in un anno 4 milioni e 395 mila ingressi, non ci sia la possibilità di acquistare on line i biglietti dei musei? Nel 2005, quando internet era ormai nella vita di tutti i giorni, l'Ars approvò una legge con la quale delegò il compito di mettere in piedi la re e di «teleticketing », cioè di vendita telematica dei biglietti, alla fondazione Federico II. Solo che nel frattempo sono subentrate nuove regole a livello europeo sul rapporto tra società e pubblica amministrazione ed è sorta la necessità di modificare lo statuto della fondazione. «Per potere mettere in piedi il servizio di biglietteria telematica per i siti della Regione - spiega il presidente della Federico II, Francesco Forgione - occorre una leggina che dica che la maggioranza del Cda debba essere nominata dalla Regione e non dall'Ars. Dovremmo diventare società in house della Regione». Tutto qui, una leggina di poche righe. «Qualche anno fa ci abbiamo provato - ricorda Forgione - con l'allora assessore Sgarlata abbiamo presentato una norma all'Assemblea regionale che però è stata affossata. Avevamo già individuato 24 siti culturali dove avviare la vendita dei biglietti on line e avremmo gestito tutto noi. Ma forse proprio per questo il testo è stato cassato, non conveniva a nessuno. Se un giorno la legge dovesse essere approvata, nel giro di un anno saremo in grado di mettere a regime il sistema».
Una grande manifestazione di protesta
Aderiranno anche il prefetto nonché le comunità di Mussomeli, Castronovo di Sicilia e Santo Stefano Quisquina
San Giovanni Gemini e Cammarata mobilitate: «La "Provinciale 26" deve tornare una strada»
Al corteo prenderanno parte pure numerosi sacerdoti
Concetta Rizzo - Cammarata
Cammarata e San Giovanni Gemini mobilitate. Sabato mattina, sarà il giorno della protesta. Della plateale manifestazione in strada per chiedere, ed a gran voce, che la strada provinciale 26 - che collega i Comuni di tre province: Agrigento, Caltanissetta e Palermo con la statale 189, la Palermo-Agrigento - torni ad essere strada. Il raduno è stato fissato alle 10 al bivio Tumarrano. Alla manifestazione aderiranno il prefetto di Agrigento, Nicola Diomede, e le comunità di Mussomeli, Castronovo di Sicilia e Santo Stefano Quisquina, oltre che, naturalmente, i residenti di Cammarata e San Giovanni Gemini, le amministrazioni comunali, i partiti politici e le comunità ecclesiali. Le condizioni della strada d'accesso a Cammarata e San Giovanni Gemini sono disastrose. A compromettere una viabilità già difficile sono state le ultime ondate di maltempo. A "tuonare" contro i mancati interventi, all'inizio di marzo, erano state le comunità ecclesiali di Cammarata e San Giovanni Gemini. "Esprimiamo rammarico per il mancato intervento da parte delle istituzioni preposte sulla strada provinciale 26 - avevano scritto i parroci delle due comunità ed i frati Cappuccini di San Giovanni Gemini - . Nessun provvedimento, eccetto indagini geognostiche, è stato ancora ad oggi adottato per il rifacimento della strada provinciale, unica transitabile per raggiungere i due Comuni montani. Da anni, i dissesti idrogeologici e l'usura del manto stradale - ricostruivano i sacerdoti ed i frati Cappuccini - determinano una situazione difficoltosa: alcune parti delle carreggiate sono, da tempo, impraticabili sia per i mezzi leggeri che pesanti". A fine gennaio scorso, la precarietà si è aggravata: fango e detriti sono finiti sulla provinciale 26-A, che collega Cammarata con Castronovo, e sulla provinciale 26-B, all'altezza di contrada Puzzillo, nei pressi del bivio Tumarrano- San Giovanni Gemini. La messa in sicurezza ed ammodernamento della strada provinciale 26, nonostante le molteplici sollecitazioni e richieste da parte dell'amministrazione comunale, non è mai partita. Il rischio attuale e concreto è quello dell'isolamento di migliaia di cittadini. E proprio per questo motivo, le comunità ecclesiali si erano fatte carico dei bisogni della propria gente ed hanno sottoposto agli organi istituzionali la necessità i una soluzione definitiva e strutturale. Non soluzioni tampone o "palliative" - avevano sottolineato - o pseudo rassicurazioni dell'ultima ora che hanno il sapore della beffa". Il rischio per gli abitanti di Cammarata e San Giovanni Gemini è quello di ritrovarsi costretti, per raggiungere Agrigento o Palermo, a girare da Castronovo o da Santo Stefano Quisquina. "In caso di chiusura totale della provinciale 26 - è stato scritto su Facebook da alcuni cittadini di San Giovanni - non vogliamo nemmeno pensare ai sacrifici da fare per raggiungere Mussomeli o al tragitto per fare arrivare una ambulanza". "Il senso civico ci invita alla partecipazione - hanno rinnovato, sempre su Facebook, l'appello - . Queste sono battaglie che si possono vincere solo se uniti ed in tanti". (*CR*)
Lunga storia di degrado. Nonostante le continue rimostranze dei cittadini
Progetto pronto dal 1998 ma i lavori non sono mai iniziati
Era il 1998 quando le sollecitazioni e le proteste dei cittadini portarono l'ufficio tecnico della Provincia regionale di Agrigento a redigere e far approvare il progetto di ammodernamento della provinciale 26. Vent'anni dopo a nulla sono servite le segnalazioni e gli appelli lanciati dalla popolazione dei comuni di Cammarata, San Giovanni Gemini e Santo Stefano Quisquina. La strada non ha mai subito alcun intervento sebbene i finanziamenti per avviare le procedure - è stato reso noto ieri, con un comunicato stampa - siano stati incassati dall'ex Provincia. Oggi la provinciale 26 "è un attentato alla sicurezza degli automobilisti" - ha dichiarato Carmelo Panepinto, sindaco di San Giovanni Gemini. «La storia ha dell'assurdo. - aggiunge Liborio Giracello, consigliere di minoranza del Comune di San Giovanni Gemini - . La Provincia, con la determina determina numero 378 del 15 dicembre 2004, aveva approvato il progetto esecutivo relativo i lavori di ammodernamento della provinciale 26 per un importo di 2.623.894,65 euro contraendo così un mutuo con la Cassa dei depositi e dei prestiti. A seguito del nuovo prezzario regionale - continua Giracello - sarebbe stata necessaria però un'ulteriore somma di 903.704,00 euro, prevista nell'assestamento del bilancio provinciale 2004. Erano perfino iniziati gli espropri dei terreni utili per i lavori, ma nessun tipo di intervento sulla strada dissestata è stato mai realmente attivato nonostante la disponibilità finanziaria. Solo sporadiche azioni di contenimento, una sorta di rattoppamento del suolo stradale». «Tra qualche mese l'intera somma avuta in prestito con un mutuo per l'avvio dei lavori verrà finita di pagare - ha spiegato il sindaco di San Giovanni - . Eppure ad oggi l'ammodernamento della provinciale 26 non è mai iniziato e l'ap - palto non è mai stato affidato». (*CR*)
Università
Oggi c'è la convention «Andiamo a cominciare»
Il Consorzio Universitario, in via Quartararo, ospiterà alle 11, nell'aula magna "Luca Crescente", la convention intitolata "Andiamo a cominciare. La guerra è finita. Ricostruiamo dalle macerie". Introduce il presidente del Consorzio Gaetano Armao e relazionano Pietro Busetta della Fondazione Curella ed Alessandro La Monica, presidente della Diste Consulting. (*ACAS*)
Viabilità
Riaperta al traffico la Provinciale Portella-Lucca
Nuovamente percorribile, seppure con estrema cautela, la provinciale Portella di Sciacca-Lucca Sicula, che ieri, a causa di un vero e proprio nubifragio che ha interessato il settore nord est della nostra provincia, erastata invasa in diversi punti da fango e detriti provenienti dai terreni adiacenti. Nuovamente transitabili anche la strada Ponte Pedano-Bevaio Imperatore e la Burgio-Lucca Sicula. (*PAPI*)
Agrigentoweb
SP26: 2 milioni di euro spesi dall'ex provincia di Agrigento in 20 anni per lavori mai iniziati
Sabato 8 aprile la manifestazione di protesta
L'Amministrazione Comunale di San Giovanni Gemini, guidata dal Sindaco Carmelo Panepinto, e l'intero Consiglio Comunale ha indetto sabato 8 aprile 2017 una manifestazione di protesta sulle condizioni precarie in cui versa la strada provinciale n° 26 che collega i comuni di tre province dell'entroterra (Agrigento, Caltanissetta e Palermo) con la strada statale 189 Palermo - Agrigento. Era il 1998 quando le sollecitazioni e le proteste dei cittadini portarono l'ufficio tecnico della Provincia Regionale di Agrigento a redigere e far approvare il progetto di ammodernamento della SP 26, strada che collega i centri montani dell'entroterra sicano con la strada statale 189 Palermo-Agrigento. Vent'anni dopo a nulla sono servite le segnalazioni e gli appelli lanciati dalla popolazione dei comuni di Cammarata, San Giovanni Gemini e Santo Stefano Quisquina: la strada non ha mai subito alcun intervento sebbene i finanziamenti per avviare le procedure siano stati incassati dall'ex Ente Provincia da tempo, mentre i dissesti idrogeologici e l'usura trasformavano il manto sbriciolato in fossa, i dislivelli diventavano smottamenti, i crepacci dirupi. Oggi la SP 26, unica via di collegamento di un territorio che fa dell'isolamento la sua più grande piaga, è una strada impraticabile e la quotidiana viabilità sia di mezzi leggeri che pesanti "è un attentato alla sicurezza degli automobilisti " dichiara Carmelo Panepinto, Sindaco di San Giovanni Gemini. "Non sai mai se ci lascerai la vettura incastrata tra le dune di catrame e terriccio, nel tentativo di evitare le aree di manto franato". Con il passare degli anni le sorti della Strada Provinciale 26 assumono un contorno parossistico: "La storia ha dell'assurdo. - aggiunge Liborio Giracello, consigliere di minoranza del comune di San Giovanni Gemini - La Provincia, con la determina determina n° 378 del 15 dicembre 2004, aveva approvato il progetto esecutivo relativo ai lavori di ammodernamento della SP26 per un importo di 2.623.894,61 euro contraendo così un mutuo con la Cassa dei depositi e dei prestiti. "A seguito del nuovo prezzario regionale - continua Giracello - sarebbe stata necessaria però un'ulteriore somma di 903.704,00 euro, prevista nell'assestamento del bilancio provinciale 2004. Erano perfino iniziate le procedure di esproprio dei terreni utili all'insediamento dei lavori ma nessun tipo di intervento sulla strada dissestata si è mai realmente attivato nonostante la disponibilità finanziaria. Solo sporadiche azioni di contenimento, una sorta di rattoppamento del suolo stradale da spazzare via al primo passaggio di un mezzo pesante, utile più a tamponare la rabbia dei cittadini che a ripristinare un'adeguata viabilità. A rendere ancora più paradossale la situazione, la notizia dell'estinzione del mutuo contratto: "Tra qualche mese l'intera somma avuta in prestito per per l'avvio dei lavori in attesa da vent'anni verrà finita di pagare interamente. Eppure ad oggi l'ammodernamento della SP26 non è mai iniziato e l'appalto non è mai stato affidato" aggiunge il Sindaco di San Giovanni, che spiega come l'amministrazione Comunale abbia sollecitato la messa in sicurezza di alcuni tratti di strada, divenuti impraticabili, riuscendo ad ottenere dal commissario Straordinario (nota n° 1606 del 12 marzo 2014) l'assegnazione 500.0000 euro. Ma neanche in questo caso non è mai stata avviata la procedura di gara. In questi 19 anni di attese l'Assessorato Regionale alle infrastrutture e della Mobilità ha collocato la SP 26 al secondo posto nella graduatoria relativa agli interventi urgenti sulla viabilità regionale. Poco dopo la Giunta Regionale con la delibera n. 64 del 2015 ha ricollocato l'opera al decimo posto, motivando in questo modo la scelta: "trattasi di strada con limitazione al traffico e non di strada chiusa". Nel frattempo l'Amministrazione Comunale ha indetto una Conferenza dei Servizi presso la Prefettura di Agrigento durante la quale ogni ente ha dichiarato di attivare le procedure in riordine alle proprie competenze, ma ad oggi non è pervenuta alcuna comunicazione in merito. Perfino le comunità ecclesiali si sono fatte carico dei bisogni della propria gente sottoponendo agli organi istituzionali la necessità di una risoluzione definitiva e strutturale con immediata esecuzione e non con soluzioni "palliative". "Ecco perché appare indispensabile una forte azione di protesta per scongiurare una situazione di reale pericolo e individuare eventuali responsabilità - conclude il Sindaco Panepinto - Sabato 8 aprile saremo in tanti a chiedere a gran voce a cosa sono serviti quasi tre milioni di euro se la strada provinciale percorsa giornalmente da migliaia di cittadini, ed unica via di collegamento dall'entroterra montano ai più grandi capoluoghi di provincia, rischierà di essere chiusa definitivamente per un progressivo lento disfacimento a cui si assiste immobili da vent'anni. L'appuntamento per il raduno è sabato 8 aprile, alle 10.00, al Bivio Tumarrano. Confido nell'adesione di tutte le comunità dei dintorni. È opportuno programmare tutte le iniziative possibili perché gli organi competenti possano avere la cognizione dell'importanza che l'asse viario SP26 ha per le comunità di San Giovanni Gemini e Cammarata e di come la chiusura di tale strada creerebbe un vero disastro economico e forti difficoltà sociali alle comunità".
Aderiscono alla manifestazione il Prefetto di Agrigento Nicola Diomede, le comunità del territorio (Mussomeli, Catronovo di Sicilia, Santo Stefano Quisquina, Cammarata, San Giovanni), i partiti politici, le comunità ecclesiali, e tutte le associazioni di Cammarata e San Giovanni Gemini.
Agrigentonotizie
Bando Isi 2016-2017, seminario dell'Inail
L'Inail di Agrigento, col patrocinio del Libero Consorzio Comunale di Agrigento, organizza un seminario sull'Avviso Pubblico Bando Isi 2016/2017. L'incontro si terrà martedì 4 aprile 2017 alle 10 presso la sala conferenze della Provincia "Silvia Pellegrino" in Via Acrone (ex Enel).
Il seminario dibattito avrà come tema: "Fai crescere la tua impresa investi in sicurezza". Il Bando Isi 2016/17 mette a disposizione per la Sicilia un contributo a fondo perduto dell'Istituto. Pertanto diventa fondamentale la conoscenza e l'informazione, per dare possibilità all'imprenditoria agrigentina di partecipare con le proprie iniziative. Migliorare in sicurezza e investire in progetti finalizzati alla sicurezza rende l'impresa altamente competitiva sul mercato, nonché solida protagonista del futuro. A tal fine, si discuterà delle opportunità che offre il bando Isi insieme agli ordini professionali, alle associazioni di categoria e alle forze sociali.
Il Convegno, dopo l'introduzione del direttore dell'Inail di Agrigento Sergio Prestamburgo, prevede gli interventi dei seguenti relatori: Ester Rotoli, direttore centrale prevenzione Inail (Video intervista); Massimo Montana, professionista Contarp Inail Sicilia; Maria Sciumè, area prevenzione Inail Agrigento.
Un confronto aperto sul tema in discussione che attraverso un dibattito qualificato permetterà di focalizzare l'attenzione sulle opportunità che oggi possono contribuire a rilanciare l'impresa partendo dalla sicurezza. Durante l'incontro verranno inoltre sviluppati contenuti, modalità di partecipazione e quadro tecnico del bando.
Tesori di Agrigento: ecomuseo del Libero Consorzio dei Comuni di Agrigento
https://www.oon.hu/tesori-di-agrigento-ecomuseo-del-libero-consorzio-dei-comuni-di-agrigento_4bb59f1b2.html
Scrivolibero
Libero Consorzio Agrigento: attivo il canale YouTube "ufficiostampaproag"
Migliorare e rafforzare attraverso Internet il dialogo e la comunicazione con il cittadino - utente. A tal fine il Libero Consorzio Comunale di Agrigento potenzia la sua presenza sui social network ed attiva il canale You Tube istituzionale: "ufficiostampaproag". Il canale, raggiungibile anche attraverso un link posizionato nella home page del sito istituzionale dell'Ente, consente di condividere, visualizzare e commentare in rete filmati realizzati dall'ufficio stampa dell'ex Provincia. I video propongono approfondimenti culturali, eventi di spettacolo, itinerari turisti, inchieste su fatti storici curati da giornalisti ed esperti, interviste ad autorità e personalità ed un videogiornale settimanale realizzato dagli studenti del Liceo Scientifico e delle Scienze Umane "R.Politi" di Agrigento che svolgono un progetto di Alternanza Scuola - Lavoro nell'Ufficio Stampa dell'ex Provincia. Questo nuovo "canale" di comunicazione integra e rafforza la presenza del Libero Consorzio sui social. Da diversi mesi, infatti, sono attivi la pagina Facebook e l'account Instagram: "Urp informa Agrigento" e l'account twitter "Stampa_LibConsAg". Attraverso i sudetti social gli utenti possono reperire anche gli indirizzi ed i contatti istituzionali dei diversi punti informativi operanti sia nella Città capoluogo che nei più grossi centri della provincia, il calendario dei più importanti eventi culturali e di spettacolo in programma, notizie su bandi di concorso e possibilità occupazionali, nonchè notizie di pubblica utilità in genere. Il Libero consorzio, quindi, si allinea ad una informazione sempre più "liquida" e multiforme che ha trasformato il modo di cercare e fare informazione, con la consapevolezza che qualsiasi contenuto informativo passa sempre più spesso attraverso i social. In questo modo l'ex Provincia intende intensificare il proprio dialogo, specialmente con i più giovani, seguire le loro tendenze e cercare di parlare lo stesso linguaggio di chi segue il profilo o la pagina dell'Amministrazione con l'intento di meglio radicare negli stessi una nuova coscienza civica ed uno spirito di "cittadinanza attiva".