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Rassegna stampa del 15, 16 e 18 Aprile

Giornale di Sicilia

Sabato 15 aprile 2017

Tutti i comuni sono senza bilancio
I sindaci rischiano la decadenza
Conti pubblici. L'Anci accusa: norma troppo rigida, martedì assemblea a Palermo
Palermo

Già scaduto il termine da due settimane, nessun sindaco ha approvato il bilancio 2017 e ora tutti sono a rischio decadenza. Si apre un nuovo capitolo nello scontro fra Anci e Regione. E per questo motivo i  primi cittadini di tutta la Sicilia si riuniranno a Palermo martedì mattina per pianificare una stagione di proteste. A differenza degli anni scorsi, questa volta non è stato prorogato il termine per approvare i bilanci: nel  2016, per esempio, dal 31 marzo si scivolò prima a fine aprile e poi a fine luglio. E malgrado ciò ben 347 sindaci su 390 arrivano a fine settembre  senza aver approvato il bilancio preventivo. La maggioranza si è adeguata lentamente ma 17 sindaci sono rimasti perfino senza il bilancio del 2016. Per sette di questi Comuni  (Casteldaccia, Calatafimi Segesta, S.Piero Patti, Castiglione di Sicilia, Valdina, Monforte S.Giorgio e Monterosso Almo) nei giorni scorsi è arrivato  il decreto di scioglimento firmato da Crocetta in base a una legge molto discussa. In bilico anche gli altri dieci. E' la norma approvata dall'Ars l'estate scorsa che impone di dichiarare  la decadenza del sindaco ogni volta che venga dichiarata anche la decadenza del consiglio comunale. Norma astrusa ma dagli effetti enormi, soprattutto se si considera che anche quest'anno - secondo le recenti rilevazioni dell'Anci - nessun sindaco (salvo eccezioni non comunicate) si è presentato in regola con le scadenze. Nè è annunciata una proroga dei termini, che anzi viene seccamente negata sia da Roma che dalla Regione. «E a questo punto - segnala il segretario  dell'Anci Mario Emanuele Alvano - in teoria tutti i sindaci siciliani sarebbero a rischio di decadenza». Perchè in teoria? Perché all'assessorato regionale agli Enti Locali, guidato da Luisa Lantieri, spiegano che in realtà la procedura per dichiarare la decadenza del sindaco non è automatica. Perchè ciò avvenga è necessario che il primo cittadino presenti il bilancio e il consiglio non lo approvi. Non è possibile invece il contrario: il sindaco potrebbe non presentare il bilancio al consiglio eludendo ugualmente il termine per l'approvazione ma la Regione - spiegano in assessorato - è obbligata ad attivare un procedimento tanto lungo quanto incerto. Per tornare al caso pratico, entro le prossime due settimane la Lantieri nominerà dei commissari ad acta che prepareranno il terreno per la presentazione dei bilancio. E solo se questo passaggio fallirà, nel momento di votare in consiglio, Crocetta avrà il potere di far decadereil sindaco: serviranno comunque  dei mesi.Va detto che la norma in questione è tanto contestata perchè in questa fase, nel caso dei primi sette sindaci decaduti, è stata applicata retroattivamente. L'Anci chiedeva che le norme più severe valessero dall'inizio della nuova legislatura ma, forte di un parere del Cga, il governo ha fatto approvare all'Ars una interpretazione autentica che permette di sgambettare i sindaci già da agosto del 2016. Ne è venuto fuori uno scontro durissimo, perchè l'Anci - l'associazione dei primi cittadini guidata da Leoluca Orlando - ha ricordato che quest'anno, come l'anno scorso, i Comuni non hanno approvato i documenti contabili perchè la Regione non ha varato il proprio bilancio e non ha quindi comunicato i relativi trasferimenti agli enti locali. Orlando e Alvano annunciano battaglia: «Al fine di valutare ogni possibile iniziativa legale contro un provvedimento che sta determinando un gravissimo  stravolgimento delle scelte democratiche dei cittadini abbiamo convocato con procedura d'urgenza il consiglio regionale dell'Anci allargato a tutti i sindaci ». Alvano segnala un rischio: «Questa norma può essere utilizzata come una sorta di sfiducia camuffata. Diventa possibile che  una minoranza, impedendo l'approvazione del bilancio a oltranza, costringa il sindaco alla decadenza ». L'assessorato regionale agli Enti Locali segnala che «la norma approvata è uguale a quella in vigore a livello nazionale. Ci stiamo solo  uniformando al contesto nazionale ». Ma Orlando attacca anche suquesto: «La decadenza dei sindaci  razie ad una legge con valore retroattivo   e per colpe ascrivibili in larghissima parte alla stessa Regione  uona sostanzialmente come una dichiarazione di guerra del governo regionale ai Comuni, un fatto che porteremo in tutte le sedi, istituzionali e giudiziarie perché non è ammissibile che qualcuno alla Regione, una Regione che a metà aprile è lontana dall'avere un bilancio di previsione, pensi di poter  condizionare la vita dei sindaci, dei Comuni e dei cittadini a colpi di decreti di dubbia correttezza giuridica, oltre che di certa inqualificabile correttezza istituzionale ». Inevitabile che si vada verso un braccio di ferro anche giudiziario: il caso potrebbe finire anche alla Corte Costituzionale, questa è  l'intenzione dell'Anci. Gia. Pi.  

Università. Scongiurato il pericolo di accorpamento con UniPa in virtù di una proposta di legge che doveva essere approvata dall'Assemblea regionale siciliana
Cupa, Armao: «Manterremo la nostra autonomia gestionale»

Il Consorzio universitario di Agrigento continuerà a mantenere la propria autonomia gestionale. Scongiurato il pericolo di accorpamento con UniPa in virtù di una proposta di legge che doveva essere approvata dall'Assemblea regionale siciliana ma invece è stata stoppata dal presidente Giovanni Ardizzone. Lo ha reso noto il presidente del Polo universitario agrigentino, l'avvo - cato Gaetano Armao. «A seguito dell'audizione e della memoria da noi presentata - ha detto Armao - la presidenza dell'Ars ha stralciato dal testo base del disegno di legge di finanziaria l'articolo 4, destinandolo ad altro Ddl di accompagnamento che ha scarse possibilità di esser approvato (se non addirittura discusso). Inoltre l'onorevole Giovanni Panepinto ha presentato l'emendamento da noi proposto anche per la disposizione nuovamente allocata ».A contestare la decisione della  Regione era stato il coordinamento dei Consorzi Universitari siciliani, sorto nel marzo scorso. «Il disegno di legge inizialmente proposto - dice Armao - conteneva una previsione di ridisegno dell'organizzazione e dell'attività dei Consorzi universitari aventi sede in Sicilia (articolo 4) che, va ricordato, non solo non è mai stata oggetto di confronto con i Comuni ed i Consorzi, ma che stravolge la funzione di ampio riferimento culturale e di servizio di alta formazione al territorio che i Consorzi hanno svolto nei decenni, trasformandoli in meri terminali delle decisioni degli Atenei. È questo, infatti, l'effetto della modifica strutturale della "governance" dei Consorzi (affidata agli Atenei) e della mutazionedella natura del contributo a  tali enti che si trasformerebbe, così, in un finanziamento alle Università senza alcun collegamento con i territori interessati, privi di una propria istituzione di alta formazione e di sostegno alla diffusione della cultura. Giova ricordare, ad esempio,  che il Consorzio universitario di Agrigento ha in avanzato stadio di definizione un accordo con l'Università Kore di Enna per attivare almeno due corsi di laurea ad Agrigento ed analoga intesa con una università telematica lombarda per cinque corsi (lo schema di convenzione è già stato elaborato); mentre l'Ateneo di Palermo, che ha dismesso quasi tutti i corsi di laurea (dopo aver abbondantemente attinto alle risorse del territorio per assunzioni ed incarichi di docenti ed aver percepito in questi anni circa 50 milioni di risorse aggiuntive), ha adesso Il presidente Gaetano Armao Lo Bello: «La notizia dell'annullamento della cartella esattoriale milionaria è un risultato straordinario.  Ne abbrevia, in maniera consistente, i tempi di liquidazione» un solo corso di laurea triennale ed un corso di laurea specialistica (del quale purtroppo si é prospettata parimenti la chiusura). Ebbene, quale dovrebbe ritenersi l'Università "di riferimento" laddove entrasse in vigore la disposizione in questione? In una fattispecie come quella prospettata essa diverrebbe evidentemente inapplicabile o darebbe luogo a contenziosi che pregiudicherebbero la funzionalità dei Consorzi. Infine, risulta evidente che il consolidamento dell'assetto prefigurato dalla disposizione contestata precluderebbe ogni possibilità di aprire il territorio ad altri servizi formativi universitari che sarebbero, a tacer d'altro, disincentivati dal preponderante ruolo gestionale di un solo Ateneo. Appare del tutto plausibile, infatti, che un Consorzio a "trazione" dell'Università "di riferimento »- conclude il presidente - non avrebbe alcun interesse, nonostante le esigenze della comunità territoriale interessata, a concludere convenzioni con altri Atenei per potenziare e diversificare l'offerta formativa per i giovani". (*PAPI*)

Stagione boom. Le strutture Sciaccamare lo scorso anno ha fatto registrare circa 300 mila presenze con una performance migliore rispetto agli anni precedenti
Sciacca, nuovo record di turisti negli alberghi
Giuseppe Pantano
Sciacca
Pasqua con 1500 ospiti a Sciaccamare. Negli alberghi Aeroviaggi, che trainano le presenze turistiche in città, anche oggi gli ultimi arrivi per una settimana di intenso lavoro, fino a sabato 21 aprile quando le presenze subiranno un'ulteriore impennata con  l'apertura di un quarto albergo, il Torre del Barone. Attualmente, al Lipari,  all'Alicudi e al Torre del Barone ci sono molti gruppi francesi, ma anche una larga rappresentanza italiana. «Che crescerà ulteriormente durante  la stagione -dice il direttore, Calogero Napoli - e il 2017 sarà per il nostro gruppo un anno di grande attività, anche a Sciacca oltre che nelle altre strutture  della Sicilia e della Sardegna di proprietà Aeroviaggi». Sciaccamare ha chiuso anche il 2016 con un bilancio positivo. «E' stata una tra le stagioni migliori degli ultimi anni -dice Napoli - e questo deve indurci a fare ancora meglio in futuro, per i nostri  clienti e anche per il territorio verso il quale mostriamo sempre la massima attenzione». L'ultimo albergo a chiudere i  attenti, per la stagione 2016, è stato, il 28 ottobre, il Cala Regina. Sciaccamare garantisce al Comune di  Sciacca un milione e 200 mila euro tra tassa di soggiorno, Imu, Tari e Tasi. «Molti clienti vengono da noi da diversi  anni - dice Napoli - perché apprezzano l'offerta ed è in notevole aumento anche il turismo termale, nei nostri  reparti cure». Una richiesta, quella legata alle cure termali, che è cresciuta da quando a Sciacca sono stati chiusi tutti gli stabilimenti della Regione. Sono  stati in tanti che, con gli stabilimenti in città chiusi, hanno optato per la fangoterapia e per altre prestazioni negli alberghi Aeroviaggi. Le richieste  di chi voleva effettuare soltanto le cure termali, non alloggiando negli alberghi, invece, l'amministrazione non ha potuto accoglierle. Ma sono state tante. Antonio Mangia, patron di Aeroviaggi, ha sempre ricordato di avere  dato spazio non soltanto all'occupa - zione da parte di gente del territorio, ma anche all'economia locale, attraverso la ristrutturazione degli alberghi "con le imprese - dice - e pure con la manodopera. E non avrebbe alcun significato per me fare ricorso ad operai che arrivano da Palermo o da Messina. Tutto quello che possiamo fare, anche per l'approvvigionamento delle merci, lo facciamo in zona. Noi lavoriamo con brave ditte locali che ormai sono diventate di fiducia». Anche l'inizio del percorso dei bus scoperti è stato previsto da Sciaccamare. I bus scoperti si muovono lungo un itinerario prestabilito e con fermate che tengono conto delle caratteristiche storiche,  architettoniche, culturali e paesaggistiche della città. Il percorso parte dagli alberghi di Sciaccamare e poi si sviluppa nel viale delle terme, passando attraverso la zona portuale e poi, dalla via Fratelli Argento, giunge in piazza Carmine. Si continua per via Incisa, corso Vittorio Emanuele fino alla villa  comunale. Poi si percorre in senso contrario il corso Vittorio Emanuele fino al palazzo Steripinto. Il bus scoperto attraversa anche via Pietro Gerardi,  via Morandi, il quar  ere di San Michele, fino a San Calogero. Il numero dei turisti che hanno aderito all'iniziativa è senz'altro da migliorare. L'inizio, però, è stato incoraggiante. A breve torneranno ad operare, per la stagione estiva, anche le Ape Taxi, altra iniziativa per migl iorare i servizi al turista che è stata varata quest'anno. Il maggior lavoro è stato svolto da questi  operatori nel mese di agosto, ma si tratta di un servizio che, in futuro, non potrà che migliorare. Sciaccamare lo scorso anno ha fatto registrare circa 300 mila presenze con una performache  migliore rispetto agli anni precedenti e nei periodi di alta stagione è cresciuta, toccando un picco di 340 unità, anche la manodopera impiegata.  Quest'anno Calogero Napoli guida tutti e quattro gli alberghi Aeroviaggi di Sciacca, un ulteriore impegno per il direttore che conosce alla perfezione il funzionamento delle strutture, tutti i dipendenti e molti clienti che, negli anni, confermano la loro presenza nel complesso alberghiero. (*GP*)

Domenica 16 Aprile 2017

Licata
«Vigilanza nelle spiagge assente»

«Siamo in una situazione d'emergenza per quanto riguarda il servizio vigilanza e salvataggio spiagge libere». Lo denuncia il consigliere di opposizione Licata, Giuseppe Russotto: «A pochi mesi di distanza dall'apertura della stagione estiva le nostre spiagge versano in un totale abbandono. Se da un lato questa condizione è addebitabile alla provincia, dato che la pulizia e la supervisione della costa spetta ad essa, sta, tuttavia, a noi fare il massimo per garantirne la sicurezza tramite un servizio di "guarda costa" efficiente e ben assortito». (*PAPI*)  Niente Archi di Pasqua, ma la Regione non lo sa

L'ultima interruzione della festa risale a 50 anni fa. L'assessorato al turismo però li pubblicizza tra gli eventi organizzati in Sicilia
Niente Archi di Pasqua, ma la Regione non lo sa

Calogero Giuffrida
SAN BIAGIO PLATANI
«È per noi una Pasqua triste, dopo cinquant'anni viene interrotta per mancanza di fondi la tradizione degli archi di pane, con grave danno anche per l'economia del territorio". Lo ha detto il sindaco di San Biagio Platani, Santino Sabella, che nei mesi scorsi ha lanciato diversi appelli per salvare la tradizione degli Archi di Pasqua, tra le eredità immateriali della Regione siciliana. Oltre al danno la beffa: l'assessore regionale al Turismo Anthony Barbagallo ha presentato nei giorni scorsi le più importanti e tradizionali iniziative e manifestazioni religiose che si svolgeranno a Pasqua in tutta la Sicilia e che faranno sistema per promuovere i circuiti del turismo religioso. Tra queste «gli Archi di San Biagio Platani con la gara spettacolare tra le confraternite per l'addobbo del corso principale con  archi fatti di prodotti della terra», ma gli Archi per quest'anno sono saltati per mancanza di fondi. Il significato religioso degli Archi di Pasqua è il trionfo di Cristo sulla morte; secondo la tradizione affondano le radici nella miseria in cui versava la popolazione nel '700, il cui allestimento serviva appunto a far dimenticare la povertà. Poi, cinquant'anni fa, la tradizione è stata arricchita dal punto di vista artistico, fino a diventare un grande evento di interessa nazionale, della durata di un mese, che ha rappresentato negli anni un'occasione importante per richiamare  l'attenzione di visitatori e turisti nel piccolo centro agrigentino. «Gli Archi di Pasqua di San Biagio Platani - ha detto ieri il sindaco Sabella  . sono inseriti nel registro Reis tra le eredità immateriali della Regione siciliana, precisamente nel libro delle celebrazioni. Ora io mi chiedo: perché la Regione siciliana inserisce gli Archi di Pasqua tra le manifestazioni più importanti di grande richiamo turistico regionale e poi non prevede nessuna copertura finanziaria e non dà nessun contributo? Poi c'è un altro problema: c'è la possibilità di fare richiesta di contributo, da parte dei comuni, del 20% delle spese da rendicontare, e tra le spese rendicontabili - ha detto il  primo cittadino - non ci sono quelle per gli Archi di Pasqua, perché i contributi vengono dati su palchi, amplificazioni, cantanti e altro, così di fatto gli  Archi non sono finanziati. Ecco perché in più occasioni - ha ricordato il sindaco - ho rivolto delle forti lamentele verso la Regione siciliana ma non sono  stato ascoltato. Sto coinvolgendo anche i deputati regionali del territorio, perché sin da subito - ha proseguito Sabella - ci si metta al lavoro per l'edizione  2018 degli Archi di Pasqua mettendo da parte la brutta parentesi di quest'anno in cui l'evento, dopo cinquant'anni, non può essere celebrato  per mancanza di risorse economico». «Ciò provoca un grave danno per l'economia del territorio, visto che sono 80.000 le presenze di visitatori e turisti registrate l'anno scorso durante  l'evento che dura un mese. A subire un duro colpo, in particolare - ha sottolineato  il sindaco - sono ristoranti, bed and breakfast e attività commerciali varie, non solo di  San Biagio Platani  ma anche per gli altri piccoli paesi dell'area dei Monti Sicani». (*CAGI*)

Martedì18 aprile 2017

I nodi della sicilia
Uno studio interno: servono altri 7.000 dipendenti
Mobilità-chimera alla Regione
E alcuni uffici sono al collasso
Fallita la riforma, niente «trasferimenti d'imperio». Ed è emergenza in alcuni settori strategici come l'Informatica: lavoratori ridotti da 80 a 35, a vuoto l'interpello per i rinforzi

Torna l'emergenza personale in uffici strategici della Regione. Dalla Centrale unica degli appalti all'ufficio che si occupa di tutta l'informatica è di nuovo allarme per una «duratura carenza di organico che compromette il lineare svolgimento delle attività istituzionali ». Parole che il capo del Personale, Luciana Giammanco, ha messo nero su bianco nell'ulti - mo atto di interpello, pubblicato venerdì scorso, per cercare rinforzi da spostare in alcuni uffici in difficoltà. E in uno studio del dipartimento sul fabbisogno degli uffici, spunta che nonostante i 16 mila dipendenti, i dirigenti chiedono in tutto altre 7 mila unità per far funzionare al meglio gli uffici. Al momento si potrebbe ovviare spostando i dipendenti dove è necessario, ma questo risulta quasi impossibile. Eppure un anno e mezzo fa l'ex assessore alla Funzione pubblica, Giovanni Pistorio, pubblicò una circolare per recepire e attuare anche in Sicilia la legge nazionale sul trasferimento d'imperio dei dipendenti nel raggio di 50 chilometri. Partirono  i primi spostamenti verso la Formazione, poi il nulla. Oggi per spostare i dipendenti regionali si utilizza ancora una sorta di atto di interpello, che richiede l'adesione  volontaria del dipendente e una procedura farraginosa che quasi mai va a buon fine. L'ultimo caso riguarda l'ufficio guidato da Lucia Di Fatta che si occupa dell'informatica della Regione.  Sono sette le unità di personale richieste per destinarle all'ufficio, 4 funzionari e 3 istruttori. Per aderire c'è tempo fino al prossimo  28 aprile. Questo settore contava su un'ottantina di dipendenti e ora è ridotto a circa 35  perchè, ironia della sorte, uno dei dirigenti che si sono succeduti nel tempo ritenne di poter cedere ad  altri uffici il proprio personale. «Qui c'è gente qualificata, dovremmo essere almeno il doppio - dice la dirigente Di Fatta - l'ultima legge regionale ha previsto, rispetto al passato, che questo ufficio sovrintenda a tutte le attività informatiche in raccordo con Sicilia e-Servizi e che ogni cosa si muova  attraverso questo ufficio, a cominciare dalla digitalizzazione dell'amministrazione. Tutti gli uffici al minimo problema, anche  banale, si rivolgono a noi. Ci sono solo due persone a occuparsi della digitalizzazione dell'amministrazione. Lavoriamo fino a tarda sera, di continuo, così è difficile andare avanti». Non è un caso isolato. Ne sa qualcosa Fabio Damiani, dirigente a capo della Centrale unica degli  appalti che dovrebbe garantire quei risparmi utili alla Regione per finanziare ad esempio l'assi - stenza ai disabili. Ormai le richieste di personale sono all'ordine  del giorno. Nei mesi scorsi, alla prima richiesta, risposero diversi dipendenti ma nessuno era  esperto in gare d'appalto e il loro trasferimento è saltato. L'ultimo interpello risale a marzo: hanno risposto in tre, ma solo uno ha  l'esperienza minima per essere selezionato. Così l'ufficio che ha accentrato gli appalti per ottenere dei risparmi - una cinquantina di milioni finanzieranno il fondo per  i disabili - oggi può contare solo su 14 dipendenti e continua ad accusare «criticità nel raggiungere gli obiettivi prefissati» perchè ne servirebbero almeno una trentina.  Per potenziare l'ufficio sono stati reclutati «in comando» tre funzionari direttivi dall'Asp dTrapani, facendo crescere la spesa della Regione per il personale di  altri 200 mila euro che si aggiungono ai 950 milioni annui già pagati. La carenza di personale sembra comunque diffusa alla Regione nonostante al 2015, tra personale a tempo indeterminato e contrattisti,  risultino in servizio poco più di 16 mila dipendenti. In un monitoraggio portato avanti dagli uffici del Personale guidati da Luciana Giammanco e ultimato nei  giorni scorsi, i direttori dei vari settori hanno comunicato che per far funzionare al meglio la macchina regionale servirebbero «altri 7 mila dipendenti». Per completare lo studio mancano all'appello solo un paio di dipartimenti, ma il  numero è praticamente definitivo, tanto che è stata già inviata una relazione all'assessore Luisa Lantieri che dovrà valutare il da  farsi. In sostanza secondo i dirigenti regionali occorrerebbe quasi il 50 per cento in più del personale oggi in servizio. La Giammanco intanto prova a  spiegare perchè i trasferimenti sembrano essersi fermati. «Il problema - spiega la dirigente generale - è che oggi in media due dipendentisu tre si trovano in uffici periferici mentre la carenza dipersonale è soprattutto a Palermo. Tra l'altro molti uffici chiedono figure specifiche che è difficile trovare, la centrale degli appalti chiede ad esempio dipendenti esperti in appalti. La banca dati -  prosegue la Giammanco - ci dice chi ha certe competenze, dove si trova, se ha incarichi sindacali o la 104, ma se si trova oltre i 50 chilometri non si può spostare».  Come intervenire? «Il telelavoro è una buona idea - aggiunge il capo del personale - così come la riqualificazione del personale che però ha anche un costo. Si può pensare ai concorsi, alle progressioni, abbiamo una carenza soprattutto di funzionari e istruttori e la situazione sta peggiorando con i pensionamenti. Ma al momento non è così semplice trovare  il personale richiesto in alcuni uffici».

Finanziaria, battaglia sugli emendamenti
Trattative sui fondi per disabili e forestali

Ottocento proposte di modifica alla legge che oggi inizia il suo cammino in Aula. Una stanzia altri 31 milioni per la Formazione
In discussione anche il destino del «collegato», che Ardizzone vuole esaminare dopo il voto sulla Finanziaria. Molti deputati però non ci stanno: «Vanno approvati insieme», dice il pd Panepinto.
Riccardo Vescovo - Palermo

Ottocento emendamenti, una maggioranza difficile da ricompattare, una serie di riforme che rischiano di restare fuori dal dibattito facendo mettere di traverso i deputati. Rischia di iniziare in salita il cammino della Finanziaria all'Ars. Oggi i capigruppo e il presidente dell'Ars, Giovanni Ardizzone dovranno decidere come procedere: l'attenzione è tutta puntata sul cosiddetto «collegato», un testo nel quale sono contenute tutta una serie di proposte varate in commissione Bilancio che vanno dall'aumento delle giornate di lavoro dei forestali alla promozione di dirigenti passando per nuovi fondi agli enti di Formazione fino alla fusione tra Anas e Cas. Norme difese a spada tratta dai deputati. «Dobbiamo approvare finanziaria e collegato insieme - ha detto il deputato del Pd, Giovanni Panepinto, nell'ultima seduta - altrimenti viene complicata la prosecuzione dei lavori ». Parole che hanno irritato il presidente Ardizzone: «Il collegato sarà esaminato successivamente all'approva - zione della finanziaria e del bilancio -è la sua posizione - se vogliamo dare risposte alla Sicilia serie, se vogliamo dare stabilità agli enti locali e dare risposte ai disabili». I deputati però non ci stanno. Giovanni Di Giacinto, del Psi, sostiene che «se il collegato sarà discusso dopo la finanziaria e il bilancio non si farà più, vuol dire che noi, in commissione Bilancio, abbiamo lavorato giorno e notte per non avere nessun risultato». E Nicola D'Agostino di Sicilia Futura aggiunge che «sarebbe un peccato sprecare il lavoro fatto in commissione, nel collegato ci sono tante norme giuste, importanti». Ma quali sono le norme sponsorizzate dai deputati? Intanto tutto ruota sui fondi per l'assistenza ai disabili. Rispetto alla proposta del governo, la commissione Bilancio ha rivisto gli stanziamenti tagliando da alcuni capitoli e rimpinguandone altri arrivando a circa 187 milioni senza aumentare le tasse il prossimo anno. Dentro però sono state calcolate anche somme già utilizzate a vario titolo per l'assistenza come gli 11,5 milioni per l'assistenza alle comunità di disabili psichici. Ed è questo uno dei motivi della protesta delle associazioni del settore che sono scese in piazza nei giorni scorsi. Vero è che nel calderone sono stati inseriti anche 50 milioni di risparmi della centrale  unica degli acquisti e altre somme che, pur non essendo ancora disponibili  materialmente, una volte iscritte in bilancio saranno per forza erogate. L'operazione comunque non convince ancora il comitato «Siamo handicappati no cretini» e allora il presidente della Regione, Rosario Crocetta, ha chiesto all'assessore all'Economia, Alessandro Baccei di trovare altri 100 milioni. Una mano d'aiuto per far quadrare i conti potrebbe arrivare da Riscossione Sicilia, che secondo quanto votato in commissione Bilancio va chiusa dal primo luglio ma che avrebbe diritto a ricevere altre somme a vario titolo. Ad  esempio Monte dei Paschi avrebbe riconosciutonei giorni scorsi il diritto della società a ricevere almeno 32 milioni per un vecchio contenzioso mentre il governo ha previsto di trasferire altri 32 milioni. Dunque se l'operazio - ne chiusura dovesse saltare, una parte delle somme destinate a Riscossione potrebbero essere dirottate altrove.  Ipotesi non impossibile visto che diversi deputati, a cominciare dai Cinque Stelle, hanno dichiarato che chiudere Riscossione e affidarsi a Equitalia sarebbe un errore.  Si preannuncia caldo anche il voto su una norma che stanzierebbe 31 milioni per gli enti di formazione. In questo modo sarebbero ripescati altri enti nella graduatoria dell'Avviso 8, che finanzia già 136 milioni per 200 progetti, e secondo Giuseppe Raimondi della Uil «sarebbero assunte altre 700 persone a tempo pieno per un totale di altri 4 mila allievi coinvolti». La norma  dell'assessore Bruno Marziano era stata esclusa in commissione Bilancio e adesso in Aula sarà ripresentata da alcuni deputati. C'è poi la proposta dell'assessore al Territorio, Maurizio Croce, che prevede  l'aumento delle giornate di lavoro - fino a 73 in più all'anno - per una platea di 13 mila forestali. Servirebbero 30 milioni che sarebbero già a disposizione dal piano contro i rischio delle alluvioni.  «Assolutamente riteniamo che questa norma possa essere discussa e approvata sin da subito» dice l'asses - sore. Ed è sponsorizzata da una folta pattuglia di renziani, da Luca Sammartino a Valeria Sudano, la legge che  riformerebbe i ruoli della dirigenza alla Regione promuovendo 400 dirigenti e aprendo le porte a circa 150 esterni.     

Dal British Museum i tesori tornano a casa
Tutto pronto. Venerdì, a Villa Aurea, aprirà la mostra con venti pezzi: fra questi una moneta, in argento, di Akragas
Concetta Rizzo

È tutto pronto. Venerdì, a villa Aurea, aprirà «I tesori di Akragas »: venti pezzi - i reperti, appunto, dell'antica Akragas - custoditi nelle sale del «British museum » saranno di nuovo «a casa». Saranno in mostra: una moneta, in argento, di Akragas: preziosissima, rara, una delle più belle dell'antichità; la testa di una divinità olimpica, vari vasi di cui uno  su cui sono raffigurati dei pugili. Per la realizzazione dell'allesti - mento, il Parco archeologico e paesaggistico ha stanziato quasi 126 mila euro.  Di grande significato la scelta della location che ospiterà l'esposizione che durerà fino al 13 ottobre. Villa Aurea è la vecchia residenza di sir Alexander Hardclastle, il magnate inglese che tanto investì delle sue risorse e del suo  tempo per il recupero del patrimonio archeologico di Agrigento. Ed intanto, mentre al museo archeologico «Pietro Griffo» sono visibili i reperti che le nuove ricerche dell'agorà di Agrigento hanno restituito, cresce l'attesa  per l'avvio della seconda campagna di scavi  per riportare alla luce il teatro Ellenistico.  La nuova campagna prenderà il via il 2 maggio. Sarà, dunque, di fatto data una tripla possibilità: si potranno ammirare gli scavi - che sono, di nuovo, a cantiere aperto -, i reperti che la prima campagna ha restituito e che sono  stati messi in mostra al vicino museo «Griffo«: «Theatrum ibidem erat eminentissimum» e si potranno ammirare «I tesori di Akragas», le collezioni che si trovano al "British museum". Ma il Parco archeologico «Valle dei Templi» guarda già avanti: verrà creata un'aula multimediale con scavi archeologici simulati.  Si tratta di un progetto educativo- sperimentale sull'archeologia riservato alle scuole. In questo modo - nell'ambito del "Pon Cultura e Sviluppo 2014-2020 -  verrà data ai ragazzi l'opportunità di conoscere e sperimentare le varie fasi della ricerca archeologica: dallo scavo alla ricostruzione storico-architettonica di un monumento,  dal recupero dei reperti alla musealizzazione. Per il progetto di «Musealizzazione dei reperti archeologici e realizzazione di un laboratorio didattico« e dunque per la «Ideazione e realizzazione di un ambiente per la didattica esperenziale, scavo simulato ed attività didattica» è già disponibile un milione ed 800 mila euro. E di questi fondi, complessivi 159 mila  euro serviranno proprio al progetto di «deazione e realizzazione di un ambiente per la didattica esperienzale volta alla valorizzazione del tempio di Zeus Olimpio  con l'impiego di nuove soluzioni tecnologiche, scavo simulato e  attività didattica dedicata alle scuole ed alle famiglie. Il progetto non soltanto è stato avviato  ma sono state avviate anche le procedure di gara. Ci si avvia, di  fatto, verso un'estate di nuovi successi - in termini di presenze - per la Valle dei Templi e per il museo Griffo. La mostra dei reperti che la prima campagna di scavi, per cercare il teatro Ellenistico, ha restituito si concluderà, invece, il 30 giugno.  Ma si pensa già a settembre ed all'avvio del nuovo anno scolastico con un progetto capace di far conoscere ed innamorare gli studenti dell'archeologia. (*CR*)

15 aprile - sabato
GdSonline
TRA CUPA E COMUNE Per l'immobile di via Quartararo tempi lunghi dovuti all'esproprio. L'immobile di via Quartararo sede del Cupa sarà formalmente del Comune di Agrigento solo dopo che saranno completate-le procedure di esproprio dei terreni sui quali la struttura è stata costruita. Fino ad allora l'Ente rischia di dover pagare per qualcosa che in realtà è potenzialmente suo. Una nuova puntata della vicenda sulla proprietà del l'immobile si è consumata nei giorni scorsi durante i lavori della 5a Commissione consiliare. Ascoltato il funzionario Di Francesco, questi ha ritenuto di fare proprio il parere reso sui la vicenda dall'avvocatura comunale — il quale, appunto, aveva dichiarato che il bene non era mai passato al Libero consorzio solo perché in realtà mai nemmeno nel pieno possesso del Comune — e ha precisato che si potrà procedere al frazionamento solo dopo che sarà definita la procedura espropriativa che gli consentirà di diventare proprietario dell'intera area in cui oggi è posto l'immobile adibito a sede del Consorzio". Procedure che. però, per poter essere portate a termine richiedono un importante investimento economico per quanto, evidenzia la 5a Commissione, l'ex Provincia che si ritiene proprietario della struttura potrebbe avanzare delle pretese in ordine ai godimento del predetto immobile, con aggravio a carico delle casse del Cupa e di riflesso delle casse Comunali". Insomma, un gran caos, anche in considerazione del fatto che il Libero consorzio 'bussa' per riavere i locali non utilizzati. Ci sono però anche delle belle notizie per il Consorzio: il seguito dell'audizione e della memoria da presentare dal Cupa alla Commissione Bilancio Ars, la Presidenza di Sala d'Ercole ha stralciato dalla finanziaria il tanto contestato articolo 4, che stabiliva l'obbligo dei Consorzi universitari a rimodulare propri statuti concedendo la maggioranza dei seggi dei propri Cda alle Università centrali. L'articolo, insieme a quello di riforma del l'Ersu, è stato ritenuto non coerente con un documento di programmazione finanziaria. G.S.
NARO Protezione civile. Comune corre verso il Piano. Montallegro. La città avrà al più presto il piano comunale della protezione civile. Ne n'è discusso nel corso di un incontro tra le autorità istituzionali e la cittadinanza con quale è stata sottoscritto un protocollo d'intesa per la collaborazione in caso di calamità naturali, Il sindaco Pietro Baglio ha precisato che un incontro ufficiale si era già svolto ad Agrigento presso la Protezione Civile con l'ing. Costa. Lo scopo del vertice, al quale hanno preso parte il sindaco Baglio, la giunta comunale, l'ing. Chiara, a cui il Comune di Montallegro ha conferito l'incarico esterno, l'arch. Monachino, il geom. Di Rosa e i volontari del gruppo locale della protezione civile, era quello di predisporre il piano comunale che prevede l'individuazione di alcune aree sul territorio urbano e sul territorio. Sono state indicate alcune aree di raccolta, ristoro, ammassamento e di pronto intervento, localizzate nel sito del campo sportivo, sul piazzale ex Agip di proprietà comunale e nella piazza davanti la chiesa dell'Immacolata. E' stata sottoscritta anche una convenzione con imprese e ditte loca li che all'occorrenza dovrebbero fornire alla collettività tramite il Comune, personale, mezzi e prodotti per fronteggiare eventi calamitosi. L'incarico al Comune costerà 5 mila euro. ENZO MINIO
16 aprile - domenica
LA SICILIA IL COMMISSARIO DEL LIBERO CONSORZIO COINVOLTO IN UNA VICENDA DEL SUO PAESE Per Marino subito il caso Carnara. PALMA DI MONTECHIARO. Il nuovo Commissario Straordinario del Libero Consorzio comunale di Agrigento è il dottor Giuseppe Mari no di 68 anni a tutti gli effetti Figlio del bravo ebanista Gino Marino è nato e cresciuto nel quartiere chiamato volgarmente "u mmardu", prima di iniziare la sua importante e stimata carriera dirigenziale nei ruoli del la Agenzia delle Entrate. Giuseppe Marino è il terzo cittadino palmese che si appresta a guidare quella che fu la Provincia Regionale. Lo hanno preceduto alla metà degli anni 80 Vincenzo Todaro, esponente socialista di spicco e nella ultima legislatura con la elezione diretta il dirigente scolastico, e sponente dell'Mpa Eugenio D'orsi. Guarda caso ora il nuovo Commissario Straordinario del Libero Consorzio sarà chiamato ad affrontare lo spinoso caso generato a seguito della soppressione nella cittadina palmese del comodato d'uso che era stato concesso alla direzione scolastica dell'lss Giovan Battista Hodierna del plesso Carnara. Decisione adottata dal precedessore di Marino con l'affidamento del comodato d'uso del plesso direttamente al Comune per sgravare cosi la ex Provincia delle spese di gestione e di manutenzione. Questa decisione però non è stata condivisa dalla preside dell'Hodierna Patrizia Marino che nel corso di un incontro ha spiegato al Commissario Straordinario del Comune dottor Antonino La Mattina la necessità di utilizzare le aule del plesso Carnara per l'aumento della popolazione scolastica del suo istituto. La Mattina ha condiviso tale necessità ma a decidere dì riconcedere il comodato d'uso del plesso Carnara all'Hodierna, dovrà essere il nuovo Commissario Straordinario del Libero Consorzio di Agrigento al quale la preside della sua cittadina Patrizia Marino ha chiesto di fissare un incontro. FILIPPO BELLIA.
CATTOLICA ERACLEA Percorso naturalistico lungo Eraclea Minoa Consegnati i lavori.
E' stato già appaltato e sono stati consegnati i lavori del progetto comunale che porta il titolo Valorizzazione delle risorse archeologiche, paesaggistiche, naturalistiche dell'area costo era e di Eraclea Minoa" e che è stato finanziato per 447 mila euro dal Patto Territoriale Terre Sicane. Si tratta della realizzazione di un percorso ambientale e naturalistico che parte dalla foce del fiume Platani e che arriva su cocuzzolo di Capo Bianco per raggiungere poi l'area archeologica e l'antiquarium di Eraclea Minoa. Circa due chilo di sentiero in parte in terra battuta e in parte in pietra natura che prevede delle zone paesaggistiche di sosta con strutture in legno e alcuni spiazzali pavimentati. L'opera, il cui progetto è stato redatto dall'ing. Raimondo Taibi dell'ufficio tecnico, è stata gi appaltata con il ribasso del 37 per cento ad una ditta pugliese, i lavori sono stati consegnati con contratto e dovranno essere coi entro 60 giorni Conio stesso progetto l'amministrazione civica ha provveduto ad acquistare un palco modulare di 100 metri quadri, per le rappresentazioni teatrali della manifestazione regionale annuale "Teatri di pie tra", 300 sedie già installate, l'amplificazione per gli spettacoli e i col legamento internet wifì dell'intera area archeologica. E'stato predisposto pure un adeguato impianto di illuminazione dell'area interessata. Il Comune di Cattolica Eraclea in passato ha concesso un contributo di trentamila euro per pubblicizzare il sito di Eraclea Minoa e le potenzialità del territorio con una adeguata campagna di informazione. "Complessivamente è un progetto che mira — ci dice il sindaco Nicola Termine — allo sviluppo economico e turistico della città, dell'area archeologica, del sito ambientale e della località balneare. Si tratta di uno sforzo economico che poterà dei frutti ENZO MINIO
18 aprile - martedì
GdSonline
CULTURA Dal British Museum i tesori dell'antica "Akragas" tornano ad Agrigento AGRIGENTO. È tutto pronto. Venerdì, a villa Aurea, aprirà «I tesori di Akragas»: venti pezzi - i reperti, appunto, dell'antica Akragas - custoditi nelle sale del «British museum» saranno di nuovo «a casa». Saranno in mostra: una moneta, in argento, di Akragas: preziosissima, rara, una delle più belle dell'antichità; la testa di una divinità olimpica, vari vasi di cui uno su cui sono raffigurati dei pugili. Per la realizzazione dell'allestimento, il Parco archeologico e paesaggistico ha stanziato quasi 126 mila euro. Di grande significato la scelta della location che ospiterà l'esposizione che durerà fino al 13 ottobre.
AGRIGENTO Pasqua, tripudio di visitatori alla Valle dei Templi. Ferrovia dei TempliAGRIGENTO. Il bel tempo ha favorito le gite fuori porta e i pic-nic nelle aree attrezzate. E' stata anche una Pasquetta da record per il Giardino della Kolymbethra dove, per visitare l'ipogeo Kolymbethra - Porta V, il percorso sotto terra inaugurato nei giorni scorsi, si sono riversati ben 80 curiosi ed appassionati. Tripudio di visitatori anche per la Valle dei Templi. Spostamenti in massa, dunque, sia su Agrigento che nel resto della provincia. Ed il piano «Pasqua e Pasquetta sicura» - messo a punto dalla Questura di Agrigento, con in testa il questore Mario Finocchiaro, e dal comando provinciale dei carabinieri, coordinato dal colonnello Mario Mettifogo - ha funzionato.
LIVESICILIA
Costi della politica Una dieta per i vitalizi d'oro All'Ars ora si aspetta il Senato PALERMO - Ora si aspetta solo il Senato. Dopo che la Camera dei deputati ha varato il contributo di solidarietà a carico degli assegni vitalizi superiori a 70mila euro, a Palazzo dei Normanni si attende la mossa di Palazzo Madama. Se il Senato farà lo stesso, anche l'Ars, ha detto qualche giorno fa il presidente Giovanni Ardizzone, si adeguerà. E per decine di ex parlamentari e loro eredi scatterà il contributo aggiuntivo sui corposi assegni mensili, che all'Assemblea regionale costano 18 milioni di euro all'anno. Il "sacrificio" imposto alla Camera Il Consiglio di presidenza di Montecitorio ha varato, tra le polemiche, la norma che applica il contributo aggiuntivo sui vitalizi su 4 scaglioni: il 10% per quelli compresi tra 70mila e 80mila euro lordi l'anno; 20% fino a 90mila; 30% fino a 100mila e 40% per quelli superiori a 100mila. Una misura analoga a quelle adottate già da otto consigli regionali. Non dall'Ars, dove si attende che altrettanto faccia il Senato, a cui l'Assemblea regionale è agganciata da un punto di vista normativo. Una misura contro la quale già venti ex inquilini di Montecitorio hanno fatto ricorso, per non rinunciare nemmeno a un pezzettino dei loro corposi assegni maturati a condizioni ben più favorevoli rispetto ai normali lavoratori. Gli assegni d'oro dell'Ars Se Palazzo Madama si adeguerà, l'Assemblea dovrà quindi fare altrettanto. Imponendo una sforbiciata ai vitalizi più pesanti. Che sono parecchi. Cioè tutti quelli che superano i 5.800 euro lordi al mese. Se ne contano più di cinquanta tra quelli diretti, cioè gli assegni percepiti dagli ex deputati, e una ventina tra quelli di reversibilità, che vanno a vedove e figli degli ex onorevoli. La fascia più colpita sarebbe quella sei vitalizi superiori a 100 mila euro. Che all'Ars non mancano. Ne sono titolari i deputati (o alcuni dei loro eredi) che hanno accumulato diverse legislature nel corso della loro carriera. Come i deputati che con quattro legislature alle spalle hanno assegni mensili da 8.700 euro. Tra loro il forzista Salvo Fleres, l'ex presidente dell'Ars Angelo Capitummino. il democristiano trapanese Salvatore Grillo, l'ex deputato del Pd Salvatore Zago, Camillo Bosco, deputato socialista dalla terza alla sesta legislatura, Giorgio Chessari, comunista ragusano, il democristiano siracusano Giuseppe Lo Curzio, il socialista gelese Salvatore Placenti e il democristiano ennese Salvatore Plumari, l'ex presidente della Regione Salvatore Corallo, l'ex vicepresidente della Regione Luciano Ordile (più di novemila euro lordi al mese), il gelese del Pd Lillo Speziale (poco meno di novemila euro al mese). Tra gli assegni di reversibilità supera la soglia Anna Manasseri, vedova del presidente della Regione Vincenzo Leanza, scomparso nel 2004, beneficiaria di un vitalizio di 9.200 euro mensili lordi. Ci si avvicina Angela Zoroschi, vedova del deputato modicano Nino Avola, che supera di poco gli ottomila lordi mensili. Nella seconda fascia (tra i 90 e i 100 mila euro), quella per cui la Camera ha imposto un contributo aggiuntivo del 30 per cento, ricadono una decina gli assegni di reversibilità in questa fascia (tutti di 7.709 euro lordi). Nelle prime due fasce, tra i 70 e i 90 mila euro, ci sono decine di beneficiari. Il contributo già versato I tagli di cui si parla sono quelli del contributo aggiuntivo, che già è stato approvato, oltre che a Montecitorio, anche in otto consigli regionali, alcuni dei quali hanno chiesto il sacrificio anche ai percettori di vitalizi di importo più basso. L'Ars fin qui non lo ha applicato. L'Assemblea ha invece imposto il con tributo di solidarietà, previsto dalla normativa nazionale, per tutti i redditi alti. Gli assegni vitalizi dell'Ars sottoposti a contributo di solidarietà sono stati 41, di questi 26 diretti, cioè quelli agli ex deputati e 15 indiretti. La legge voto In futuro, il "sacrificio" per i titolari di vitalizio potrebbe essere ben più pesante. Ma al momento siamo ancora alla prefazione. Il consiglio di presidenza dell'Ars, infatti, ha varato un disegno di legge voto per chiedere al Parlamento nazionale di uniformare la disciplina dei vitalizi tra le due camere e i consigli regionali, fissando un tetto di cinquemila euro che però tenga conto di tutti i vitalizi che si percepiscono. Gli assegni, infatti, sono cumulabili, e chi è stato sia consigliere regionale sua parlamentare nazionale ha il doppio vitalizio. Sono una ventina gli ex deputati dell'Ars con il doppio assegno, come Emanuele Macaluso, Mirello Crisafulli, Nicolò Cristaldi, Lillo Mannino e Pino Firrarello. La legge voto però, dovrà essere prima approvata dall'Ars e poi essere sottoposto al Parlamento nazionale. E considerato che entrambi sono in scadenza di legislatura, tutto lascia presagire che il taglio drastico del vitalizio sarà destinato, ancora, ad attendere.
LA SICILIA
LIBERO CONSORZIO AL TAR «Guerra» di madre per far assistere la figlia a scuola". FRANCESCO DI MARE Ci sono genitori, in questo caso madri, pronti a tutto per i propri figli, specie quando questi ultimi hanno delle difficoltà di carattere psichico o fisico. Dalle fredde bacheche del Libero Consorzio accessibili al pubblico emerge una storia che tocca le coscienze di tutti. La storia di una donna, madre di una ragazzina alla quale l'ex Provincia regionale ha ridotto da 12 a 6 ore settimanali l'affiancamento di un assistente specializzato a fargli svolgere i l'attività didattica. Non è dato sapere se si tratti dì assistenza fisica, per esempio per muoversi o se sia assistenza psichica. Assistenza e basta, assistenza che però per ignote motivazioni il Libero Consorzio non è nelle condizioni (forse economiche, ndr) di poter fornire afta piccina. Ma la fredda e macchinosa burocrazia non fa mai i conti con il cuore, con la rabbia di una donna, di una madre che alla pro pria figlia verosimilmente disabile non intende far perdere quello che le spetta e che l'ente pubblico intende ridimensionare. E cosa fa questa madre coraggio»? Senza guardare ai costi economici ha dato mandato al proprio avvocato di ricorrere al Tribunale amministrativo regionale, il Tar Sicilia per il riconosci mento del diritto della propria figliola a essere affiancata da un assistente specializzato per 12 ore e non per le sei ore che il Libero Consorzio intende offrire. L'ente provinciale e la madre della studente bisognosa dì attenzioni se la vedranno dunque dinanzi al giudice del Tardi Palermo, per dirimere questa vicenda. Una vicenda esplosa a due mesi circa della fine dell'anno scolastico, ma che non scoraggia la donna verso il raggiungimento del proprio obiettivo.

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