Giornale di Sicilia
Studiare stanca...
Sono sette e sono nati dalla costola dei tre atenei
Sommersi dai debiti e poco produttivi: consorzi universitari in costante declino
Crollo verticale nel numero degli iscritti, lievitano i costi
E all'Ars c'è in atto un durissimo scontro sul loro futuro
Giacinto Pipitone
Sommersi dai debiti, con sempre meno studenti e costi in continua crescita. È l'agonia dei consorzi universitari: sette piccoli poli che erano nati per decentrare i corsi degli atenei di Palermo, Catania e Messina dando la possibilità di laurearsi anche a chi non poteva permettersi di spostarsi. E dietro la crisi di queste mini-università che rifiutano però la riforma si cela uno scontro di potere che sta diventando uno degli ostacoli principali sul cammino della Finanziaria in discussione all'Ars. I consorzi principali sono quelli di Agrigento e Trapani che da soli costano poco meno di quattro milioni e mezzo all'anno. Entrambi sono nati come leve operative dell'Università di Palermo, così come il consorzio di Caltanissetta, che costa un altro milione e 330 mila euro all'anno ma che chiude i bilanci regolarmente in perdita per circa mezzo milione. All'università di Catania appartengono i consorzi di Ragusa e Siracusa mentre a quella di Messina appartengono i mini-poli di Priolo e Noto. Va detto che il solo il consorzio di Agrigento deve all'università di Palermo una decina di milioni come rimborso del costo delle docenze che la sede centrale mette a disposizione di quella decentrata. Ma all'assessorato all'Economia, guidato da Alessandro Baccei, nei mesi scorsi hanno fatto i conti scoprendo che la crisi è molto più profonda e non solo economica: gli studenti iscritti a Trapani sono scesi in un triennio da quasi 1.100 a 705. Ad Agrigento si è passati da poco meno di duemila iscritti a 1.121. A Ragusa si è passati da poco meno di mille a 569 studenti. E lo stesso trend si registra negli altri mini-atenei. Il motivo lo hanno segnalato gli stessi rettori: «Se non si possono rinnovare i corsi portando sul territorio specificità che invitano gli studenti a restare - ha illustrato Fabrizio Micari, che guida l'ateneo di Palermo -, è impossibile che gli attuali consorzi restino competitivi». Micari, per esempio, ha portato a Trapani Scienze del Turismo e la triennale di Architettura provando a bloccare l'emorragia di iscrizioni. E lo stesso progetto hanno i rettori di Messina e Catania. Un progetto però fermato dal «no» che l'Ars sta opponendo alla riforma. L'assessore Baccei alla vigilia della presentazione della Finanziaria ha sottoscritto un accordo con i rettori: prevede che le Università centrali sopportino i costi delle docenze, sgravandone i consorzi e la stessa Regione che in cambio darebbe un contributo standard per rimborsare le spese vive. La Regione così risparmierebbe circa 2 milioni e mezzo. Ed eviterebbe di dover accollarsi i finanziamenti che dovrebbero dare gli altri soci e che invece regolarmente saltano: solo per fare un esempio, le soppresse o moribonde Province (principali azioniste dei consorzi) dovrebbero erogare quasi un milione e 700 mila euro all'anno. Obiettivo regolarmente fallito. I Comuni, che dei consorzi fanno parte, danno a singhiozzo il milione e 900 mila euro di loro competenza. Baccei in vista dell'approvazione della riforma in Finanziaria ha tagliato dal bilancio regionale circa 2 milioni e mezzo di finanziamenti. Che dunque da quest'anno verranno meno insieme ai fondi delle Province. Ma questo è solo l'aspetto finanziario del problema. La riforma che avrebbe permesso di portare i bilanci in equilibrio ha previsto anche una nuova composizione dei consigli di amministrazione, che avrebbe dato la maggioranza e quindi i poteri ai rettori: «Sarebbe stato - commenta Micari - lo strumento indispensabile per poter riorganizzare i corsi e ridare attrattività ai consorzi». In pratica, si sarebbe così data nuova vita che avrebbe portato nuovi studenti (con relative quote di iscrizioni). «Avremmo evitato soprattutto che nei consorzi universitari si facciano corsi doppioni di quelli che svolgiamo nelle sedi centrali» ha concluso Micari. La riforma però è stata osteggiata da tutti i presidenti dei consorzi. Gaetano Armao, che guida quello di Agrigento, spiega che «la riforma non è mai stata oggetto di confronto con noi e avrebbe un effetto opposto a quello sperato. Stravolgerebbe la funzione di riferimento culturale sul territorio, che i consorzi hanno svolto per decenni trasformando questi ultimi in meri terminali delle decisioni degli atenei centrali. Inoltre provocherebbe una mutazione genetica del contributo che si trasformerebbe così in un finanziamento alle università senza alcun collegamento con i territori interessati». La norma più contestata è ovviamente quella che consegna i Cda ai rettori. E sulla base di queste obiezioni, di cui si sono fatti portatori vari deputati di entrambi gli schieramenti, la riforma per ora è stata stralciata dalla Finanziaria e spostata sul collegato che verrà esaminato in seguito. Baccei la difenderà e intanto avverte che «se non verrà votata si avrà un taglio dei fondi senza una riorganizzazione ». Potrebbe essere il de profundis per i consorzi.
Migranti.
«Si è distinta per la sua grande umanità», è scritto nelle motivazioni. La prima cittadina: tributo alla memoria delle vittime. La dedica a Del Grande
L'Unesco premia Giusi Nicolini e l'accoglienza
Francesco Nuccio
LAMPEDUSA
Uno dei primi a congratularsi con lei per la notizia del premio Unesco è stato il presidente della Repubblica Sergio Mattarella. «Grazie Presidente, questo premio è un grande onore per me, per Lampedusa e per i lampedusani» ha detto con la voce rotta dall'emozione. «Ma soprattutto - ha aggiunto - è un tributo alla memoria delle tante vittime della tratta di esseri umani nel Mediterraneo». Così la sindaca di Lampedusa Giusi Nicolini ha commentato il riconoscimento che la giuria del Premio Houphouet-Boigny per la ricerca della pace dell'Unesco ha attribuito a lei e all'Ong francese «SOS Mèditerranèe». La Nicolini, che ha ricevuto le congratulazioni di tutti i vertici istituzionali - dai presidenti di Senato e Camera Pietro Grasso e Laura Boldrini al premier Paolo Gentiloni - ha voluto dedicare il Premio anche al giornalista Gabriele Del Grande, attualmente detenuto in Turchia: «Lui è stato il primo attraverso un sito a contare i morti nel Mediterraneo, quando ancora nessuno se ne occupava. Chiedo che il governo del nostro Paese riporti a casa presto Gabriele». Il Premio Unesco, istituito nel 1989, è un riconoscimento a tutte le persone, istituzioni od organizzazioni che si sono distinte per la ricerca della pace. Sono stati premiati tra gli altri Francois Hollande, Nelson Mandela, Shimon Peres e Yasser Arafat. SOS Mèditerranèe, l'Ong premiata quest'anno insieme alla sindaca di Lampedusa, opera con una nave, in partnership con Medici senza Frontiere, che ha soccorso e tratto in salvo migliaia di profughi nel Mediterraneo. Un riconoscimento dedicato dunque a chi si è particolarmente distinto «per aver salvato la vita a numerosi rifugiati e migranti e averli accolti con dignità nel soccorso», come si legge nelle motivazioni della giuria. In particolare la Nicolini «da quando è stata eletta sindaco nel 2012, si è distinta per la sua grande umanità e il suo impegno costante nella gestione della crisi dei rifugiati e della loro integrazione dopo l'arrivo di migliaia di rifugiati sulle coste di Lampedusa ». Parole che confortano la Nicolini: «In un momento in cui c'è chi chiude le frontiere e alza muri essere premiati con questa motivazione ci fa sperare in una Europa solidale. È su questi valori, su questi principi che si fonda l'Europa. Diversamente rischiamo di naufragare anche noi insieme a profughi e migranti che tentano di attraversare il Mediterraneo». E ribattendo alle polemiche sollevate da alcune forze politiche dopo la nuova ondata di sbarchi registrata in questi ultimi giorni, Nicolini osserva: «Si preoccupano dei vivi e non dei morti. Parlano del numero di persone che arrivano e ignorano chi non ce l'ha fatta inseguendo il sogno di un futuro migliore. Come si può essere così disumani verso questi nostri fratelli?». La sindaca ricorda a questo proposito proprio l'invito all'accoglienza lanciato da Papa Bergoglio in occasione della sua prima visita pastorale avvenuta a Lampedusa nel luglio del 2013: «È l'unico che ha le idee veramente chiare. Speriamo che il suo insegnamento illumini anche le menti dei governanti e degli europei che nei prossimi mesi andranno a votare».
Strade statali.
L'Azienda lo ha già comunicato al sindaco: gli interventi riguarderanno tutta la struttura
L'Anas: iniziano i lavori ai piloni del ponte Morandi
A giorni partirà il monitoraggio aggiuntivo su tutti i piloni del viadotto Morandi. Non soltanto su quelli dove il cemento è scoppiato ed ha portato fuori i ferri. E non soltanto su quelli, all'altezza dei quali, un paio di anni fa, il viadotto era stato chiuso per alcuni mesi, salvo poi riaprire con un restringimento parziale della carreggiata. La notizia dell'avvio del monitoraggio speciale su tutti i piloni del viadotto è stata comunicata, in maniera informale, nelle scorse ore, dall'Anas al sindaco di Agrigento Lillo Firetto. «Si tratta di un monitoraggio aggiuntivo, rispetto a quello già effettuato, - ha spiegato ieri il capo dell'amministrazione della città dei Templi - . Un nuovo monitoraggio che verrà fatto con dei calcolisti speciali». E, nel frattempo, l'Anas ultimerà l'iter relativo all'aggiudicazione dei lavori. Perché l'aggiudicazione, anche se ancora in maniera provvisoria, c'è stata. E l'impresa dovrà occuparsi del consolidamento di alcune travi di bordo degli impalcati della prima parte del viadotto, lato Porto Empedocle. Si tratta della parte nota come «Akragas I». Era il 16 marzo scorso quando il cavalcavia che collega Agrigento con Porto Empedocle e viceversa veniva chiuso. Sbarrato «per consentire il più celere avvio degli interventi di manutenzione già programmati » - scriveva l'Anas - . In attesa che partano, dunque, i lavori di consolidamento di alcune travi di bordo degli impalcati, «saranno anticipate alcune attività propedeutiche alla cantierizzazione - spiegava, allora, l'Anas - . E per garantire 'esecuzione in sicurezza di tali lavorazioni è stato quindi necessario procedere alla chiusura del tratto di strada«. I lavori di consolidamento, non appena partiranno, avranno una durata stimata di circa 180 giorni. La chiusura dello strategico - per lo smaltimento del traffico - viadotto venne decisa poche ore dopo che la Procura di Agrigento aprì un fascicolo di inchiesta "per accertare se il viadotto costituisca un pericolo per la pubblica incolumità". A fare scoppiare il "caso" stabilità del viadotto era stata l'associazione ambientalista "Mareamico" che diffuse un filmato per denunciare il degrado strutturale dei piloni che sorreggono il viadotto Morandi. «Dentro i piloni - denunciava, chiaramente, Claudio Lombardo di Mareamico - c'è il vuoto. Il cemento è scoppiato ed ha portato fuori i ferri. E dentro si vede che c'è il vuoto » - aveva rimarcato - . Dal momento della chiusura ad oggi, tanti e gravi sono stati i disagi per gli automobilisti, costretti a fare giri pazzeschi per spostarsi da Agrigento a Porto Empedocle, e viceversa. Più volte, gli automobilisti hanno già chiesto la riapertura almeno del primo tratto del viadotto. (*CR*)
Cronaca Siciliana
Agrigento: Consorzio Universitario tra speranze ed aspettative
di Nino Reginella
Avranno pensato che far veicolare la notizia, utilizzando toni trionfalistici, avrebbe dato coraggio a loro ma anche alla comunità agrigentina; si è deciso di trasmettere alla gente quella sensazione di fiducia, dare un filo di speranza che il Consorzio Universitario di Agrigento può farcela ad uscire dalla crisi profonda in cui si è cacciato. Ma si è un tantino esagerato nel far sapere che il TAR si era pronunciato favorevolmente nel ricorso presentato contro l'ingiunzione di pagamento dell'Università di Palermo, in cui chiede il pagamento di un debito di ben 9 milioni di euro. Quattrini che il CUPA deve all'UniPa in virtù delle convenzioni stipulate negli anni, 8 lunghi anni, che stabilivano la collaborazione tra le due Università per la creazione di corsi di laurea ad Agrigento e la fornitura di servizi da parte di Palermo, compresi i docenti, a cui dovevano essere pagate le trasferte. Ma tutto ciò è avvenuto nei primi anni, poi il Cupa non ha più versato un solo euro all'UniPa, da qui l'ingiunzione di pagamento per ottenere quanto dovuto. Al decreto ingiuntivo il Cupa si è opposto facendo un ricorso al TAR che ha deciso di accogliere la sospensiva richiesta dal Cupa e di rinviare la decisione a novembre. Quindi si tratta solo di una sospensiva e non di una sentenza favorevole al Cupa, il Tar si è riservato, non accelerando l'esito della causa, di esprimere il suo giudizio dopo. Riguardo invece alla norma, in precedenza inserita dal governo regionale nel DdL della Finanziaria, che prevede la presenza maggioritaria, nei Consigli d'Amministrazione dei Consorzi Universitari di Agrigento, Caltanissetta eTrapani, dell'Università di Palermo e il trasferimento di fondi regionali , pari all'8% dell'intero costo annuale di formazione di uno studente, stabilito dal Ministero, trasferita in un altro DdL di collegamento alla Finanziaria per essere discussa all'Ars successivamente, si spera che presto venga esitata positivamente da parlamento regionale. Perché non sembra del tutto plausibile la versione di qualche politico che la vuole far passare questo provvedimento per una mera operazione di accaparramento di fondi da parte di UniPa, è lo stesso Rettore Fabrizio Micari che ne spiega le ragioni. "L'Università di Palermo con questo DdL da la possibilità di rilanciare le attività dei Consorzi, in pratica, la presenza di rappresentanti qualificati all'interno dei CdA, permetterebbe una individuazione, una scelta, più sensata di corsi di laurea che dovrebbero essere più legati alle esigenze del territorio. Scelte oculate come già si sta facendo ad esempio nel Consorzio di Trapani, dove l'UniPA ha istituito, con successo, una serie di corsi come quello Giuridico d'impresa, come quello di scienze gestionali del turismo ed il corso triennale di architettura". L'Università di Palermo con ciò vuole dimostrare che ha tutto l'interesse a far bene, una gestione assennata dei Consorzi consentirebbe di attirare nuovi studenti, che nella maggior parte dei casi, in mancanza di corsi di laurea interessanti, nella maggior parte dei casi, rinunciano a frequentare l'università oppure si iscrivono fuori dalla Sicilia. Ma questo può avvenire solo se esiste un progetto solido, un rapporto davvero consolidato tra UniPA e Consorzi, intesa che a quanto pare c'è stata con quelli di Caltanissetta e Trapani ma non con quello di Agrigento. Negli ultimi anni, infatti, Agrigento ha deciso di non rispettare più le convenzioni, di non pagare più i servizi resi dall'UniPa, nonostante avesse ricevuto cospicui finanziamenti dalla Regione, facendo così lievitare il debito a ben 9milioni di euro, cifra che fa riferimento agli anni fino al 2014, a cui si aggiungono altre somme per il periodo 2015 e 2016 . Ma nonostante tutto L'UniPa tende la mano, se dovesse passare il DdL e quindi permettergli di far parte dei CdA dei Consorzi, per Agrigento si potrebbe trovare una soluzione transattiva, tra l'altro prevista dalla norma, riducendo così il grosso debito di 9milioni di euro. Non solo, con il contributo di operatori davvero qualificati provenienti dall'università palermitana, all'interno del CdA del Polo Universitario, Agrigento potrebbe finalmente avere dei corsi davvero legati al territorio, come potrebbero essere ad esempio quelli per il recupero di beni archeologici, oppure quello per restauratori, e perché no, anche quello di Scienza Gestionale del Turismo, come, opportunamente, hanno fatto a Trapani. Se in quella provincia si è registarto un rilevante numero di iscritti, non meno successo potrebbe ottenere nella provincia di Agrigento.
Grandangoloagrigento
libero consorzio di Agrigento.
Giuseppe Vella riconfermato Segretario Generale
Il commissario straordinario del Libero Consorzio Comunale di Agrigento (Ex Provincia) ha riconfermato il dott. Giuseppe Vella quale Segretario Generale dell'Ente con funzioni di direttore generale. L'incarico - si legge - avrà la durata della gestione commissariale e, comunque, fino all'insediamento degli organi politici. La riconferma di Vella ha lo scopo di perseguire il mandato e garantire la continuità dell'azione amministrativa. - Giuseppe Castaldo
Sicilialive24
Il gruppo Protezione Civile organizza un corso per bisogni formativi psicologici in emergenza
Un incontro di formazione-informazione su "Bisogni Formativi Psicologici in Emergenza" è stato organizzato sabato 22 Aprile dalle ore 10:00 nelle aule del Libero Consorzio in via Acrone n. 27 e in Piazzale Aldo Moro n. 1 ad Agrigento dal Gruppo di Protezione Civile del Libero Consorzio, coordinato dal funzionario responsabile Marzio Tuttolomondo.
L'incontro, destinato a tutti i volontari delle associazioni di volontariato di protezione civile della provincia, è stato organizzato in collaborazione con il Gruppo di Lavoro di Psicologia dell'Emergenza dell'Ordine degli Psicologi della Regione Siciliana. Durante l'incontro formativo saranno trattate le questioni riguardanti gli aspetti psicologici dei soccorritori in contesti emergenziali e l'apporto fattivo della psicologia dell'emergenza in tali situazioni. L'incontro sarà così articolato: Presentazione della ricerca da parte del Gruppo di Lavoro sulla Psicologia dell'emergenza dell'Ordine degli Psicologi della Sicilia;
- Compilazione telematica del questionario "Bisogni Formativi Psicologici in Emergenza" (i volontari compileranno il questionario attraverso lo smartphone personale e/o tablet con connessione a internet);
- Attività psicoeducativa ed informativa circa la psicologia dell'emergenza in contesti di gestione di emergenza di massa.
Il momento formativo è finalizzato a focalizzare un aspetto non secondario nella gestione dell'emergenza di massa: la prevenzione dell'insorgenza dei disturbi d'ansia e dei disturbi post-traumatici nei soccorritori, che possono manifestarsi generalmente dopo l'intervento, anche a causa della mancanza di conoscenze e competenze specifiche nella gestione degli aspetti psicologici.
Un problema reale, emerso in particolare in seguito alle continue e gravi emergenze che si sono susseguite negli ultimi anni sull'intero territorio nazionale, e che rende necessaria un'adeguata formazione e sensibilizzazione in ambito psicologico per i volontari di Protezione Civile. Il benessere dei volontari in emergenza è, infatti, fondamentale per permettere di continuare il lavoro di soccorso e assicurare la soddisfazione dei bisogni primari delle vittime.
Livesicilia.it
Finanziaria
regionale
Non tutti
piangono. Se sarà Finanziaria di lacrime e sangue, la distribuzione
dei dispiaceri non sarà equa. Figli e figliastri, in questa
manovra, tutti dentro quel lungo elenco di enti, associazioni,
categorie comprese nel cosiddetto "Allegato 1" della legge di
stabilità.
Non tutti avranno di che lamentarsi, in
fondo. E molto spesso la "manina" della politica sembra
fin troppo evidente nel far gonfiare qualche finanziamento o far
lievitare qualche contributo, in mezzo a tanti stanziamenti che
rimangono invariati rispetto all'anno precedente o in qualche caso
vengono ridotti. Pure drasticamente.
Tagliati i fondi
per le emergenze.
Perché nonostante le
tanto sbandierate attenzioni per il "territorio", ad esempio, il
governo Crocetta ha deciso di ridurre, e di molto, i finanziamenti
finalizzati al contrasto delle calamità naturali,
che in questi anni, tra frane e nubifragi, hanno spesso messo in
ginocchio la Sicilia. Rispetto al 2016, infatti, dimezzato (da 2,4 a
1,2 milioni) il capitolo destinato agli "interventi di prima
assistenza" legati a "eccezionali eventi atmosferici".
Scendono di 800 mila euro l'uno due distinti capitoli destinati alla
"assistenza in occasione di pubbliche calamità". Ridotto di 700
mila euro poi il capitolo destinato alle spese per "interventi
urgenti di protezione civile". Tutte somme che rischiano
di essere decurtate ancora, visto che una buona fetta di questo
contributo è "congelato" in attesa della formalizzazione
dell'accordo sull'Iva tra Crocetta e Gentiloni.
Azzerato poi il capitolo destinato alle spese per il personale
dipendente e per il volontariato impegnato nelle
attività di protezione civile (nel 2016 lo stanziamento era di 100
mila euro).
Gli enti penalizzati.
Tra gli enti più
penalizzati l'Irsap, l'Istituto che ha sostituito le
Aree di sviluppo industriale, al quale il governo ha destinato cinque
milioni di euro in meno rispetto al 2016. Mazzata anche sui laureati
in medicina che intendono frequentare le scuole di
specializzazione: il contributo della Regione per le borse di studio
scende addirittura di 1,4 milioni di euro (dai 4,9 milioni del
2016).
La commissione bilancio, invece, ha "tagliato"
circa sei milioni di euro inizialmente destinati ai corsi di
formazione per i giovanissimi, quelli del cosiddetto
"Obbligo formativo", che però potrebbero essere
recuperati tramite un articolo della Finanziaria, mentre il governo
ha deciso di ridurre di tre milioni le spese per i collegamenti
con le isole minori. Azzerato addirittura il contributo per
le opere infrastrutturali nei porti siciliani: nel 2016 era di quasi
1,8 milioni. Oggi non è previsto un euro, appunto. Scende di un
milione invece la spesa per le comunità alloggio
che assistono gli ex pazienti degli ospedali psichiatrici. Taglio da
200 mila euro per il Ciapi di Priolo, per gli Enti
per il diritto allo studio e per l'Istituto per
l'incremento ippico, da mezzo milione per l'Esa.
Gli
enti per i ciechi: chi perde e chi guadagna.
Come detto, però, non
tutti verranno penalizzati in occasione dell'ultima manovra
finanziaria della legislatura. In un bilancio "strettissimo",
infatti, ecco contributi che miracolosamente crescono. Se infatti
scende di 200 mila euro il contributo per l'Istituto per ciechi
"Florio e Salamone", salgono dello stesso importo quelli per
l'Unione italiana ciechi e per la Stamperia Braille.
Enti
miracolati.
Salgono, ad esempio, i
finanziamenti destinati a enti dell'Agricoltura, dove l'assessore
Antonello Cracolici ha recentemente inviato nuovi
presidenti e nuovi consigli di amministrazione: cresce di 300 mila
euro rispetto al 2016, ad esempio, il contributo per l'Istituto
vite e vino e addirittura di 700 mila euro quello per
l'Istituto zootecnico. Sale di centomila euro il
finanziamento per la Fondazione Orchestra sinfonica
siciliana, attualmente guidata dal deputato regionale Pd,
Pino Apprendi, e di 250 mila euro quelli destinati al "funzionamento
amministrativo e didattico delle accademie di belle arti e dei
conservatori di musica statali". Che c'entra la
politica in quest'ultimo caso? Pochi mesi fa alla guida del
Conservatorio di Palermo è stato nominato Gandolfo Librizzi,
vicecapo di gabinetto dell'assessore all'Economia Alessandro
Baccei e storico braccio destro del sottosegretario Davide
Faraone. Torna, poi, il finanziamento per il Brass
Group, caldeggiato da diverse parti politiche: ecco 250 mila
euro. Mentre sputano anche 400 mila euro per l'Autodromo di
Pergusa, assai caro agli esponenti Pd del "territorio",
da Mirello Crisafulli al deputato "di riferimento"
a Sala d'Ercole Mario Alloro. Perché in questo
bilancio di lacrime, ecco spuntare anche qualche sorriso.
Legge di stabilità
Bilancio,
mezzo miliardo è virtuale .Chi "paga" se i soldi non arrivano
Soldi virtuali.
Messi lì, in bilancio, in attesa di una firma. Che non arriva
ancora. Allungando nuove ombre sulla Finanziaria
regionale, dove 162 milioni di euro l'anno dal 2017 al 2019 al
momento non esistono. La notizia è tutta in un comma dell'articolo 3
della legge di stabilità che oggi inizierà il suo cammino a Sala
d'Ercole. "Nelle more della definizione dei processi di riforma
relativi alle modalità di attribuzione alla Regione delle entrate
spettanti, - si legge nella norma della Finanziaria - la somma di
162.000 migliaia di euro per ciascuno degli anni 2017, 2018 e 2019, è
accantonata in un apposito fondo in cui sono iscritte le risorse
derivanti dalle riduzioni delle autorizzazioni di spesa indicate
nall'Allegato 2, per gli importi indicati per ciascuna autorizzazione
di spesa".
Cosa significa? Intanto, che quei soldi
al momento non ci sono. E la storia è paradossale e non a
caso era esplosa in commissione bilancio, dove l'assessore
all'Economia Alessandro Baccei non ha potuto fare
altro che limitarsi a spiegare che, appunto, manca solo "una
firma". Quella con la quale il presidente della Regione Rosario
Crocetta dovrebbe formalizzare l'intesa col presidente del
Consiglio Paolo Gentiloni relativa all'accordo tra
Stato e Regione sull'Iva. Un accordo che rientra nella più ampia
intesa sulla ridefinizione delle entrate e delle prerogative dello
Statuto.
Il presidente non ha trovato il tempo di
mettere quella firma. Ma ha comunque scelto di introdurre in
bilancio quella cifra di 162 milioni per ogni anno (e fa quasi mezzo
miliardo). Soldi virtuali, dicevamo. E così, i deputati non hanno
potuto fare altro, come recita la norma, che "accantonare" quella
cifra in un fondo. L'accantonamento, in pratica, "congela" i
soldi. Che si libererebbero solo dopo la firma di quell'accordo.
E
se l'accordo non venisse formalizzato? È questo il punto.
L'Ars non ha ovviamente voluto assumersi la responsabilità di dare
per certe entrate attualmente incerte. E così, si è deciso, nel
caso in cui i soldi non arrivassero, di recuperarli altrove. Ed è
tutto in quell'Allegato 2 citato nella norma.
Quei 162 milioni
l'anno verrebbero recuperati innanzitutto grazie a tagli alle già
disastrate ex Province siciliane e alle Città
metropolitane: salterebbero infatti 47 dei 91 milioni
previsti nel 2017 e altri 47 milioni per il 2018 e 2019 quando quella
somma equivale all'intero contributo concesso dalla Regione agli
enti. Ma non solo. Altri 40 milioni l'anno verrebbero tolti ai Comuni
siciliani che riceveranno per il 2017, 340 milioni e per i due anni
successivi 212 milioni di euro. La stessa cifra, cioè 40 milioni di
euro, verrebbe tagliata ai Forestali siciliani solo
nel 2017: la cifra scenderebbe così da 115 milioni previsti a poco
più di 70 milioni, non consentendo, ovviamente, il pagamento di
tutti gli stipendi. Altri 30 milioni verranno invece tagliati agli
enti regionali contenuti nel cosiddetto "Allegato 1": poco meno
del 30 per cento di taglio per quasi tutte le voci. Si tratta ad
esempio dei teatri siciliani (congelata parte del Fondo unico per lo
spettacolo), le associazioni che assistono i ciechi, e ancora i fondi
per le associazioni antiracket o per contrastare il
dissesto idrogeologico e le calamità naturali. C'è un po' di tutto.
Soldi in bilico, come cinque dei 15 milioni destinati ai Consorzi di
bonifica. Soldi virtuali. Tutto per colpa di una firma.
Palermo,
gli ex deputati dell'Ars costano più di quelli in carica
Il costo degli ex
deputati supera quello dei parlamentari in carica. Nel bilancio
interno approvato dall'Ars, che segna una spesa complessiva
sostanzialmente stabile, un dato salta agli occhi: fra le uscite del
2017 si prevedono 19 milioni e mezzo per chi ha lasciato Sala
d'Ercole, mentre per chi siede adesso sugli scranni del Parlamento
regionale si utilizzeranno 16 milioni. È il primo risultato della
lunga maratona dell'Ars per l'approvazione dei documenti
contabili: Sala d'Ercole ha detto sì al proprio bilancio interno
da 160 milioni, ma ha anche eletto il dirigente del dipartimento
Pianificazione strategica della Sanità Ignazio Tozzo alla sezione di
controllo della Corte dei conti e ha varato gli articoli del bilancio
della Regione, un documento da 23 miliardi che vedrà nei prossimi
giorni il voto finale. Prima, però, bisognerà trovare un accordo. A
partire dall'assistenza ai disabili. Fino a sera il presidente
della Regione Rosario Crocetta e il suo staff hanno lavorato alle
limature dell'emendamento per finanziarla: l'ipotesi di lavoro,
come il governo aveva fatto filtrare nei giorni scorsi, è recuperare
cento milioni tagliandone 51 all'Irfis, togliendone 4 a
Riscossione, incassandone 25 dalle tasse automobilistiche e
ricavandone 20 in più dall'Iva, visto che le previsioni danno un
Pil in crescita. Fino a sera, però, il testo non era stato
consegnato alla commissione Bilancio.
"Nella peggiore delle ipotesi
- aveva detto nel pomeriggio il governatore - domattina (stamani,
ndr) ci sarà". Il dibattito viene seguito passo dopo passo da
#SiamoHandicappatiNoCretini, il comitato di pressione nato per
chiedere il finanziamento dell'assistenza, ma anche da un gruppo di
genitori e dipendenti delle cooperative che ieri è sceso in piazza
per contestare l'interruzione del trasporto per disabili e del
servizio di assistenza igienico-personale in classe. Non è il solo
nervo scoperto. Ieri governo e Assemblea hanno trattato a lungo sul
collegato alla Finanziaria: gran parte dei deputati pressa infatti
perché la manovra sia discussa in contemporanea con la legge che
contiene le norme ritenute meno urgenti. Uno spiraglio si è aperto
in serata: "Le norme che riguardano la trasformazione del Consorzio
autostrade siciliane in società per azioni e quelle sulla
programmazione dei fondi comunitari, attualmente all'articolo 7 del
collegato, saranno richiamate in Finanziaria", ha detto il
presidente dell'Ars Giovanni Ardizzone dopo un colloquio con
Crocetta. I nodi, però, sono numerosi, tanto che sulla manovra sono
piovuti circa 800 emendamenti: fra gli altri ci sono appunto le sorti
del Consorzio autostrade e di Riscossione Sicilia. La giornata, però,
ha anche riservato una curiosa querelle sulle assunzioni in
Parlamento: il deputato questore Nino Oddo ha annunciato infatti
l'avvio di nuovi concorsi "perché dopo i tagli agli stipendi
moltissimi dipendenti sono andati via, con il risultato di vuoti
notevolissimi nella pianta organica", ricevendo però una netta
smentita da parte di Ardizzone. "Siamo in campagna elettorale - ha
spiegato il presidente dell'assemblea di Sala d'Ercole - e
quindi sarebbe assurdo illudere le persone. Per un fatto etico e
deontologico non si può procedere a bandire concorsi a fine
legislatura".