Giornale di Sicilia
La scheda. E ci sono i 53 milioni prelevati dall'Irfis
Disabili, enti locali, fondi per i precari: ecco cosa c'è nella norma contestata
Ci sono i fondi per i disabili, 238 milioni, che costituiscono il cuore della manovra. E ci sono i finanziamenti a Comuni e Province accanto a norme paracadute che provano a evitare il licenziamento di varie categiorie di precari. Ecco cosa prevede la Finanziariaapprovata appena sette giorni fa e che sta già scatenando un muro contro muro fra governo e associazioni imprenditoriali. La misura principale è quella che ha dirottato gran parte dei fondi a disposizione della Regione verso l'assisten - za ai disabili. Anche per questo motivo, come ha rilevato Sicindustria, sono stati prelevati 53 milioni dall'Irfis. Ai Comuni sono andati 340 milioni di finanziamenti ordinari (il 10% dei quali vincolati all'attivazione di piani di assistenza a favore dei disabili). Alle ex Province andrà una novantina di milioni. Ci sono poi le misure che permettono di far lavorare i 1.700 ex sportellisti della formazione professionale nei Centri per l'impiego. C'è una norma che avvia la stabilizzazione dei 5.500 Asu. E sono state provate pure misure che garantiscono l'impiego dei forestali accanto a norme come la cancellazione dei ticket sanitari a favore degli inoccupati con redditi bassi. E Crocetta ricorda che «l'acquisizione del patrimonio immobiliare riduce la spesa per affitti. L'abbassamento delle tasse (dal 2018, ndr) porta la Sicilia ad essere la regione dove si pagano meno imposte, abbiamo aumentato la solidarietà, non mi sembra poco. È un bilancio vero che prevede una vera programmazione». Gia. Pi.
Regione. Annuncio dell'assessore alle Infrastrutture Pistorio. Solo una parte della somma può essere già spesa, per quella restante si attendono i progetti esecutivi
Novanta milioni per le strade provinciali
Un piano per sistemare le arterie secondarie, abbandonate dopo l'abolizione dei vecchi enti incaricati della gestione
Salvatore Ferro - Palermo
Piccole arterie, ma tante e ovunque. E 90 milioni - ancorché solo una porzioncina, per 15 milioni e 298 mila euro, subito pronta per essere «cotta e mangiata», cioè appaltata - che promettono di ricucire gli strappi interni, pure loro tanti e dovuti a frane, dissesto, obsolescenza e altre calamità siciliane, fra le (ex) strade provinciali di collegamento e le dorsali stradali. Quindici milioni dedicati alle opere già cantierabili, dotate cioè di progettazione esecutiva. «La copertura finanziaria - segnala la nota dell'assessorato regionale alle Infrastrutture - arriva per 50 milioni circa dal Fondo di Sviluppo e Coesione e per altri 40 dal Piano Operativo Complementare ». Tutte strade praticamente lasciate a se stesse mentre le Province sparivano dalla scena a causa della soppressione all'orizzonte e della conseguente siccità finanziaria e amministrativa. Chiave di sblocco, le firme ieri sull'Accordo di programma quadro sulla viabilità secondaria fra Regione, Ministero delle Infrastrutture, Anas e Agenzia per la Coesione territoriale. Coinvolte le ex Province, oggi Città metropolitane e Liberi consorzi: particolare che va ben oltre il dettaglio, dato che in vista della firma apposta ieri mattina dall'assessore Giovanni Pistorio, «le ex Province erano già state sollecitate a rendere noti i progetti già cantierabili». Tratto comune di tutti quei pezzi dimenticati d'asfalto, illustra Pistorio, «il fatto di essere parzialmente o totalmente chiusi al traffico soprattutto a causa di calamità naturali o dissesto». E il corollario: «Nessuno è un maxi intervento, la filosofia di fondo è contribuire al rilancio dell'edilizia. Senza grandi appalti, ma con aggiustamenti mirati e specifici ». Fra gibbosità annose e crepe fresche di frana, l'importo più elevato è quello, nella Città metropolitana di Palermo, di 4 milioni per la messa in sicurezza della Sp4 detta di «Portella Poira» fra San Cipirello e Corleone, da riconnettere alla statale 118. Questo soltanto a venire, però, perché proprio nella ex provincia capoluogo di progetti esecutivi ce ne sarebbero zero. Insomma, Consorzi e Città - Pistorio lo lascia intendere chiaramente - devono affrettarsi a presentare i progetti definitivi per poter bandire le gare. Ma per capire quali sono le strade più vicine alla riapertura, è più comodo curiosare nei 15 milioni già pronti per sostenere i progetti esecutivi: 5 milioni per Agrigento, 4,8 nel Catanese, 2 milioni e 860 mila euro per Ragusa, 2 scarsi a Siracusa, 750 mila euro nel Nisseno. Per tutto il resto bisognerà attendere le carte progettuali finite, ma questo non impedisce all'assessore di sottolineare come «si rafforza l'impegno della Regione per risolvere radicalmente il problema - dice infatti Pistorio -arrivano in realtà a circa 300 milioni di euro. La settimana prossima incontrerò sindaci e commissari metropolitani per pianificare l'impiego dei 136 milioni previsti dal Patto per il Sud. Non dimentichiamo i 68 milioni di euro, sempre sulle ex strade provinciali, del Po Fesr 2014-2020 per i quali è già partita la procedura». Su somme e tempi la bordata del Movimento 5 Stelle: «Abbiamo visto innumerevoli annunci, mirabolanti somme - dichiara il capogruppo all'Ars Sergio Tancredi - ma i siciliani vedono da anni cantieri fermi e strade disfatte. Ad oggi nessuno ha descritto in maniera puntuale l'elenco degli stanziamenti reali e le opere che stanno per essere realizzate. Sembra che le somme siano sempre le stesse che di volta in volta dovrebbero realizzare infrastrutture differenti, senza che ad oggi ne sia stata realizzata una. Il solito gioco delle tre carte». Scoglio imprevisto sul Patto, le norme del Codice degli appalti che richiedono ulteriori e diversi requisiti per l'esecutività dei progetti. Conferma Pistorio: «Attendiamo da Roma il provvedimento, a giorni, che preservi al massimo i progetti dichiarati esecutivi secondo la normativa previgente, che abbiamo privilegiato per l'impiego delle risorse ». (*SAFE*)
Finanziamenti. L'assessore regionale Cracolici: «Pubblicato il bando per aiutare chi investe in agriturismi, e-commerce e fonti rinnovabili»
Agricoltura, 25 milioni per la diversificazione
Palermo
«Venticinque milioni di euro per investimenti nella diversificazione per attività extra agricole come agriturismi, punti vendita e tecnologie per l'ecommerce, agricoltura sociale ed energie rinnovabili. Pubblicato il bando 6.4.a del Psr». Lo dice l'assessore regionale all'agricoltura Antonello Cracolici. «L'obiettivo del bando è quello di incrementare la redditività delle aziende che diversificano le proprie attività. Prevista la modalità di finanziamento comunitario con regime 'de minimis'». Il contributo pubblico massimo erogabile è di 200 mila euro su un investimento complessivo di 266 mila euro, nel corso di tre esercizi finanziari. Pertanto la quota di cofinanziamento è del 75%. Il 57,11 % della dotazione finanziaria prevista dal bando è rivolta agli investimenti nelle zone rurali classificate come C e D, mentre il 42,89% è destinato al finanziamento di progetti nelle aree A e B. «Abbiamo allargato la platea dei beneficiari rispetto alla vecchia programmazione -continua Cracolici - Nel Psr 2007/2013 il bando sulla diversificazione poteva finanziare soltanto interventi in aree rurali C e D, adesso invece sarà possibile destinare una parte delle risorse anche alle aree A e B. In un anno sono stati messi a bando circa 465 milioni di euro di fondi europei. Abbiamo impresso criteri nuovi per rafforzare la chiusura della filiera produttiva, l'innovazione, l'aggregazione tra i produttori, l'organizzazione aziendale, l'agricoltura di qualità, certificata e l'export, per dare al comparto gli strumenti necessari per affrontare le nuove sfide del mercato».
Sciacca
L'ex Provincia cede arredi della ludoteca
Il Libero Consorzio comunale di Agrigento, aderendo ad un'apposita richiesta avanzata dal sindaco del Comune di Sciacca, Fabrizio Di Paola, cederà in comodato d'uso gratuito gli arredi e il materiale didattico appartenenti alla ex ludoteca, che ormai da alcuni anni non è più funzionante. La consegna degli arredi avverrà nella giornata di oggi. Questo materiale sarà utilizzato per essere messo a disposizione delle scuole operanti nel comune di Sciacca. Si tratta di una scelta che rientra nell'ottica di un utilizzo razionale di quelle risorse strumentali del Libero Consorzio che sono ancora in buone condizioni ma non più utilizzabili per iniziative proprie o fini istituzionali. «Questo materiale potrà, così, essere impiegato efficacemente dagli istituti scolastici di Sciacca -sottolineano dal Libero Consorzio - che stanno vivendo una seria crisi economica a causa dei mancati trasferimenti da parte dello Stato e della Regione agli enti locali». L'assegnazione del materiale della ex Ludoteca provinciale rientra nel quadro di una politicadi piena collaborazione del Libero Consorzio Comunale di Agrigento con i comuni della provincia ed i particolare con il Comune di Sciacca. L'assesso - rato comunale alla Pubblica istruzione è guidato da Maria Antonietta Testone. L'iniziativa è stata autorizzata dal commissario straordinario del Libero Consorzio, Giuseppe Marino, il quale considera prioritario un corretto utilizzo di beni di proprietà dell'Ente che, altrimenti sarebbero rimastiinutilizzati e soggetti a un progressivo deterioramento. Grazie alla richiesta da parte del comune di Sciacca e alla disponibilità per un loro corretto e funzionale utilizzo, questo materiale potrà, quindi, essere messo a disposizione nelle scuole (*GP*).
Sicilia24h
Il Libero Consorzio concede in comodato gli arredi della ex ludoteca
Il Libero Consorzio comunale di Agrigento, aderendo ad un'apposita richiesta fatta dal Sindaco del Comune di Sciacca, cederà in comodato d'uso gratuito gli arredi e il materiale didattico appartenenti alla ex ludoteca, che ormai da alcuni anni non è più funzionante. La consegna degli arredi avverrà domani 4 maggio 2017. Questo materiale sarà utilizzato per essere messo a disposizione delle scuole operanti nel comune di Sciacca. Si tratta di una scelta che rientra nell'ottica di un utilizzo razionale di quelle risorse strumentali del Libero Consorzio che sono ancora in buone condizioni ma non più utilizzabili per iniziative proprie o fini istituzionali. Questo materiale potrà, così, essere impiegato efficacemente dagli istituti scolastici di Sciacca che stanno vivendo una seria crisi economica a causa dei mancati trasferimenti da parte dello Stato e della Regione agli Enti Locali. L'assegnazione del materiale della ex Ludoteca provinciale rientra nel quadro di una politica di piena collaborazione del Libero Consorzio Comunale di Agrigento con i comuni della provincia ed i particolare con il comune di Sciacca. Un'iniziativa autorizzata dal Commissario Straordinario del Libero Consorzio Giuseppe Marino il quale considera prioritario un corretto utilizzo di beni di proprietà dell'Ente che, altrimenti sarebbero rimasti inutilizzati e soggetti a un progressivo deterioramento. Grazie alla richiesta da parte del comune di Sciacca e alla disponibilità per un loro corretto e
funzionale utilizzo, questo materiale potrà, quindi, essere messo a disposizione nelle scuole dove l'acquisto di nuovo materiale didattico è diventato quasi del tutto impossibile.
Questi signori hanno ucciso il diritto allo studio a migliaia di studenti di tutta la provincia.
Grazie di cuore!
Il presidente della Regione Saro Crocetta non sarà particolarmente incline ad incentivare la cultura. Non fosse altro perché poco o nulla ha fatto per i Poli decentrati universitari, che in Sicilia sono sette. A "favore" della cultura ha stanziato 3 milioni e duecentomila euro; questa somma dovrà essere suddivisa per sette Consorzi. Ancora peggio: più soldi vanno a chi ha più iscritti. Ad Agrigento, tra vecchi Rettori che da sempre hanno remato contro e una politica inutile, insignificante e totalmente assente, sono stati capaci di creare quel misero terrorismo psicologico che ha inesorabilmente scoraggiato migliaia e migliaia di giovani i quali, tra mille incertezze e nessuna certezza hanno deciso di privarsi di un sogno che hanno accarezzato da sempre. Il crollo degli iscritti nella Città dei Templi è micidiale, così come micidiale sarà la somma che spetterà al Consorzio Universitario agrigentino visto che gli iscritti, per i motivi di cui sopra, sono appena un centinaio. Riepilogando: 3 milioni e spiccioli da fame da dividere in sette; Agrigento, fra i sette Poli, risulta all'ultimo posto. Provate a pensare quale "enorme" cifra spetterà al Consorzio agrigentino. Che vergogna. Una vergogna che aumenta se si considera che la nostra provincia sforna ben 8 deputati regionali e il vice presidente della Regione. Quattro onorevoli dei nostri fanno anche parte della commissione Bilancio!!! Cosa vogliamo più dalla vita? Ci chiediamo e vi chiediamo, gentili lettori: secondo voi, cosa facevano i nostri eroi quando hanno approvato la finanziaria? Dove erano, a chi pensavano? Vi assicuriamo che onorevoli di altre provincie, numericamente inferiori ai nostri, sono riusciti tra bande musicali, associazioni, fondazioni, allevamenti sagre e minchiate del genere a dare manforte alla propria terra, riuscendo ad ottenere quanto chiedevano. Forse anche di più. I nostri, invece, diciamolo chiaramente perché è giusto che sia così, hanno mozzato la testa (e il futuro) ai nostri giovani che accarezzavano un diritto sacrosanto che invece è stato annichilito, offeso e vituperato da una classe politica decisamente fallimentare. Ai nostri lettori voglio fare una confessione: passa la voglia pure di continuare a scrivere...
LiveSicilia
La discussione dal 9 maggio
RISCOSSIONE, DIRIGENTI, ASSUNZIONI
ARRIVA ALL'ARS LA FINANZIARIA-BIS
di Accursio Sabella
PALERMO - Per il presidente dell'Ars Giovanni Ardizzone ad alcune di quelle norme bisognerà assicurare una sorta di corsia preferenziale: si tratta della liquidazione di Riscossione Sicilia e della fusione tra Cas e Anas. Per il resto, il cosiddetto "collegato" alla Finanziaria potrebbe essere "spacchettato" in tanti disegni di legge autonomi. Ma intanto, è stato incardinato a Sala d'Ercole e fino a domani sarà possibile depositare gli emendamenti al testo di quella che è una vera "Finanziaria-bis", un disegno di legge enorme che contiene la bellezza di 89 articoli.
Il caso Riscossione
Ma alcuni sembrano già destinati a dare vita a veri e propri conflitti a Sala d'Ercole. Era già esplosa la polemica settimane fa, del resto, sulla norma che prevede la liquidazione di Riscossione Sicilia. Una norma che, però, così come presente nel collegato è già "vecchia". Il testo prevedeva infatti la liquidazione della spa entro 60 giorni dall'approvazione del disegno di legge, e comunque "non oltre il primo luglio 2017". Una data che è già "superata": servirà una modifica. Nel merito, la norma prevede il passaggio delle attività di riscossione in Sicilia e dei dipendenti della società al nuovo ente nazionale che sostituirà Equitalia.
Fusione tra Cas e Anas
La fusione tra Cas e Anas, invece, nel collegato dovrà ancora approdare, visto che al momento nel testo base non è presente. Esiste però già un emendamento messo a punto dalla Commissione bilancio - la stessa che aveva bocciato analoga proposta legislativa del governo - e che dovrebbe contare sul consenso dei partiti dell'Ars. La norma prevede la creazione di un nuovo ente misto, le cui quote saranno divise tra Anas (non più del 51 per cento) e Regione (non meno del 49 per cento). Alla nuova società passeranno le concessioni sia del Consorzio autostrade che verrà sciolto, sia quelle di Anas. Ciò potrebbe tradursi nell'applicazione di nuovi pedaggi in tratti attualmente gratuiti (quelli gestiti appunto dal Cas).
La dirigenza e la fascia unica
Questi due temi dovranno quindi avere una procedura più veloce. Ma il "collegato" contiene davvero di tutto. Come ad esempio la discussa norma che dovrebbe modificare la dirigenza regionale. Una norma già disconosciuta da chi, come il capogruppo Toto Cordaro, aveva presentato un proposta di riforma che sarebbe stata travolta nel corso dell'iter della manovra. La norma oggi prevede una sorta di "promozione" dalla terza alla seconda fascia dirigenziale di 450 burocrati, scelti secondo criteri previsti dal ddl e relativi all'esperienza a capo di uffici di grosse dimensioni. Una promozione che non si tradurrebbe in un guadagno economico, ma che restringerebbe a quei 450 sugli oltre 1.600 dirigenti, la scelta per i ruoli di capodipartimento (dirigente generale). E anche in questo caso, è già battaglia dentro e fuori dall'Ars. Secondo alcuni sindacati e anche deputati dell'Ars, la norma aprirebbe a nuove assunzioni nella già popolatissima Regione siciliana.
Le norme per i giornalisti
Non mancano poi nemmeno le norme destinate ai giornalisti. Una in particolare punta a ricostituire una sorta di ufficio stampa. "Per il reclutamento di qualificati operatori dell'informazione professionale e della comunicazione istituzionale", prevede la norma, il governo in carica "provvede mediante il ricorso a figure professionali iscritte all'ordine dei giornalisti sulla base dell'esame del curriculum vitae". Niente concorso pubblico, quindi: una occhiata ai titoli, ed ecco l'assunzione "con contratto a tempo determinato secondo le norme regolamentari vigenti per gli uffici di diretta collaborazione del Presidente della Regione". Intanto, finché dura il governatore, i giornalisti selezionati "intuitu personae" resterebbero in sella. Il costo? 350 mila euro solo nel 2017 e 650 mila euro a partire dal 2018.
Università, Aran e Formazione
Nel collegato, poi, ecco i finanziamenti ai Consorzi universitari e il riordino degli Ersu (gli enti regionali per il diritto allo studio) che si tradurrà nella riduzione a un unico ente in Sicilia. Prevista poi anche la soppressione dell'Aran Sicilia (l'ente che si occupa dei contratti dei regionali). Presente anche la norma che "obbligherebbe" gli enti di Formazione siciliana, in caso di nuove assunzioni, ad attingere dall'albo regionale degli addetti ai lavori dell'esame del curriculum vitae". Niente concorso pubblico, quindi: una occhiata ai titoli, ed ecco l'assunzione "con contratto a tempo determinato secondo le norme regolamentari vigenti per gli uffici di diretta collaborazione del Presidente della Regione".
La spending review...al contrario
Il testo poi presenta anche strane norme. In qualche caso di potrebbe parlare di spending review...al contrario. Ecco infatti la scomparsa di due "blocchi" che erano stati fissati in parte dal governo Lombardo, in parte dal governo Crocetta. Salterebbero infatti i limiti dei 50 mila euro per i presidenti dei cda e di 25 mila per i consiglieri delle società partecipate, cifre che dovevano subire un ulteriore taglio del 30 per cento. E invece, il nuovo testo prevede che quelle indennità saranno applicate "tenuto conto della diversa complessità organizzativa". Tradotto: azienda grossa, grosso stipendio. E del resto, lo stesso articolo abbatte il famoso blocco delle assunzioni. Le società partecipate infatti potranno assumere "in deroga", appunto, all'articolo previsto nella legge 11 del 2010 che prevede appunto il divieto di nuove assunzioni. Una norma che rischia di avere enormi effetti sotto elezioni: si potrà partire dai dipendenti presenti all'interno dell'albo degli ex lavoratori delle partecipate. E ancora, ecco il Fondo speciale per i lavoratori ex Asi (accompagnerà questi fino all'età pensionabile), i prepensionamenti per i lavoratori degli enti regionali, le norme per Forestali e Consorzi di bonifica. Un testo atteso e controverso, quello che scandirà i lavori dell'Assemblea regionale nelle prossime settimane. L'inizio della discussione è prevista per il 9 maggio. E sarà l'avvio, quasi certamente, di una nuova "guerra" a Sala d'Ercole.