Giornale di Sicilia
6 maggio 2017
Discariche abusive. Nuova stangata per le mancate bonifiche. La deputata Mannino: «Ancora ritardi»
Altri 21 milioni di multa dall'ue
Lo Stato scarica i costi delle multe sulla Regione che a sua volta sostiene che a pagare debbano essere i Comuni.
Riccardo Vescovo - Palermo
Le multe inflitte dall'Europa all'Italia per la mancata bonifica di circa 200 discariche abusive salgono a 141 milioni. L'ultima mazzata ammonta a circa 21 milioni e riguarda gli ultimi quattro mesi, quando per fortuna 98 discariche sono state ripulite e l'importo della sanzione dimezzata. Lo comunica la parlamentare alla Camera, Claudia Mannino del Gruppo Misto, che ha presentato un'interrogazione al governo nazionale sulla vicenda dei siti inquinanti e sulla mancata bonifica che continua a costare una maxi sanzione che si rinnova ogni sei mesi, fino a quando i siti non saranno tutti bonificati. Undici di questi si trovano in Sicilia e sono già costati all'Isola, secondo la Mannino, almeno 10 milioni, cifra che rischia di aumentare se i Comuni non interverranno. Le discariche si trovano a San Filippo del Mela, Cammarata, acalmuto, Siculiana, Leonforte, Paternò, Monreale, Mistretta, Cerda e Priolo Gargallo. Per ogni discarica non bonificata la ulta è di 200 mila euro circa. Lo Stato scarica i costi delle mul e sulla Regione che a sua volta sostieneche a pagare debbano essere i Comuni. Alcuni, comunica Mannino, avrebbero fatto ricorso «e il Tar del Lazio - scrive il ministro Padoan nel rispondere all'interrogazione - in primo grado ha accolto in parte le argomentazioni mosse dagli enti locali». A fare ricorso in Sicilia sono stati Siculiana, Leonforte, Paternò e Racalmuto. Altri, invece, sono stati depennati dall'Ue o sono in procinto di essere sanati dal punto di vista amministrativo perché ritenuti non più pericolosi. È quanto comunica l'assessora - to guidato da Vania Contrafatto che ha dimostrato a Bruxelles che alcuni di questi siti in sostanza non erano più pericolosi. Nel frattempo l'assessorato ha erogato le risorse agli enti locali per bonificare le discariche ed evitare nuove infrazioni. Una parte delle risorse è stata stanziata nel Patto per il Sud. Secondo la parlamentare Mannino, però, «è evidente che, non essendo stato ancora risolto il problema delle bonifiche, continueremo a pagare queste sanzioni ancora per anni, grazie al ritardo e all'approssimazione con cui l'esecutivo attuale e quelli precedenti hanno affrontato questo tema, dal quale dipende la salute dei cittadini, ma anche quella delle casse dello Stato. Questi costi enormi - prosegue Mannino - devono ricadere sui responsabili delle inadempienze e non sui cittadini, e non sarà l'inutile tavolo tecnico predisposto dal governo a risolvere questa spinosa questione». (*RIVE*)
Laureati in fuga, Furlan: «In 10 anni dalla Sicilia sono andati via in 75 mila»
Ora un laureato siciliano fa le valigie e parte in cerca di fortuna altrove. In dieci anni sono stati quasi 75 mila, «di cui la metà è rimasta nelle regioni e nei Paesi in cui ha trovato opportunità d'inserimento lavorativo e sociale». Numeri drammatici quelli forniti dalla segretaria generale nazionale della Cisl, Annamaria Furlan nel giorno in cui il sindacato ha eletto i vertici regionali. Mimmo Milazzo è stato confermato alla guida della Cisl Sicilia fino al 2021, quando scadrà il secondo mandato. Il parlamentino Cisl lo ha eletto con 155 voti su 158 votanti (2 bianche, 1 nulle) aconclusione della due giorni svoltasi a Palermo. Milazzo sarà affiancato da una segreteria regionale composta da Rosanna Laplaca, docente di Calascibetta, dall'avvocato palermitano Giorgio Tessitore e dal siracusano Sebastiano Cappuccio, già componente del vertice nazionale della Slp Cisl (il sindacato dei postali). Milazzo nella sua relazione ha lamentato la «sordità del governo regionale» sul fronte delle emergenze economic e e sociali: «Palazzo d'Orleans? Un muro di gomma». Quindi ha illustrato i numeri della crisi siciiana: «Nell'Isola è il 55 per cento della popolazione è a rischio povertà, il reddito medio familiare resta sotto i 21 mila euro e oltre il 50 per cento delle famiglie non arriva a un reddito di 18 mila euro annui, meno di 1.500 euro al mese. Inoltre la disoccupazione giovanile viaggia sopra la soglia esplosiva del 57 per cento». Quindi l'allarme sulle agromafie, «settore che genera un business da oltre 14 miliardi l'anno» con la mafia che intenta a mettere le mani sulle produzioni agricole. Ma è il tema del lavoro il filo conduttore del congresso. La leader nazionale Furlan ne parla citando ncora «i 75 mila laureati in fuga: questo significa perdere il futuro, per questa regione e per il resto del Paese». Per Furlan, «servono strumenti di accompagnamento verso l'occupazione e quelli già adottati, come l'alternanza scuola-lavoro, non sono sufficienti se prima non si creano i posti di lavoro attraverso la crescita e lo sviluppo». Ma a preoccupare la leader sindacale è anche «la disoccupazione di ritorno degli adulti che perdono il lavoro e concludono il percorso degli ammortizzatori sociali senza trovarne un altro». Secondo Furlan per uscire dalla crisi sono necessari «interventi per le infrastrutture materiali e immateriali, che sono fondamentali », obiettivo difficile da raggiungere a causa del «dramma di una classe dirigente a volte incapace nel gestire i fondi comunitari. Il loro utilizzo è fondamentale per la crescita, lo sviluppo e per la coesione sociale». Quindi un commento sulla vicenda dei call center, altro tema caldo che vede a Palermo alcune vertenze aperte da tempo a causa della delocalizzazione delle sedi in Paesi dove il costo della manodopera è inferiore. La leader cislinasi è espressa sulla firma del protocollo d'intesa da parte del ministro dello Sviluppo economico Carlo Calenda e dalle 13 aziende private committenti più importanti: «Credo che il governo abbia operato bene nel convincere le aziende più importantidi un settore controverso a darsi delle regole comuni, nel rispetto del lavoro, della qualità ma anche del servizio. È uno strumento molto importante - ha precisato Furlan - e finalmente lo abbiamo realizzato. Per tanto tempo abbiamo chiesto interventi su un tema così delicato, quello della delocalizzazione e il tema del rispetto dei contratti che garantiscono qualità del lavoro ma anche qualità del servizio». (*RIVE*) Riccardo vescovo
7 maggio 2017
Infrastrutture e ritardi
I dati nel rapporto di Agici-Finanza Impresa
Nell'Isola è record di incompiute: ogni anno persi più di 500 milioni
Sono 149 le opere non ultimate, su 838 in tutta l'Italia
Fra i cantieri infiniti la Siracusa-Gela e la Palermo-Agrigento
Milazzo della Cisl: «Danni economici per cattiva gestione»
Salvatore Ferro - Palermo
Infinite, cristalizzate nel tempo e nel modo stesso di esserci. Ma ora c'è proprio la cambiale staccata, per i danni economici da opera pubblica incompiuta. La Sicilia, poco invidiata primatista del non-finito, perde «sangue » per almeno 500 milioni di euro, a interpretare e dar retta al rapporto 2016 sui «Costi del non fare» messo a punto da Agici - Finanza d'impresa, team guidato da Andrea Gilardoni, docenteall'Università Bocconi di Milano. L'acronimo è quasi irridente: Cnf. Una beffa che si aggiunge al (quasi) de profundis pronunciatoa Catania dal vicedirettore dello Svimez, Giuseppe Provenzano: «In Sicilia i gap e ritardi più gravid'Italia, non si tiene neppure il ritmo del resto del Mezzogiorno». I dati, giunti alla decima pubblicazione annuale su scala nazionale, sono stati sgranati per grandi linee a Palermo al congresso regionale della Cisl appena concluso. Un approccio che, fra «lucro cessante» (cioè mancati guadagni) e perdite visibili dovute al riavvio dei lavori e all'obsolescenza delle opere, secondo il segretario generale di Cisl Sicilia Mimmo Milazzo, ne promette di belle: «Vacompreso - dice Milazzo - che i danni economici della cattiva politica e burocrazia, li scontiamo tutti. Anche il sindacato deve cambiare così prospettiva: non limitarsi alla mera tutela dell'occupazione ma estenderne il concetto, suggerendo politiche di crescita ». Il conto: in Sicilia sono 149 su 838 in Italia le opere incompiute. Lo dice il Simoi (il sistema informatico di monitoraggio del Ministero delle Infrastrutture). Si tratta del 17,5% dell'aggregato nazionale. Ed ecco i criteri usati per misurare il peso sul mancato sviluppo, fra risorse già spese, degrado strutturale, mancati introiti per non uso, spese di mantenimento a lavori fermi. Viene fuori così la stima di mezzo miliardo, se si considera che in tutta Italia il costo del non fare si aggira sui tre miliardi. Con la «mancia»: ci vorrebbero, riferisce Milazzo, «altri 213 milioni per il riavvio, sempre che si riparta a breve». Fra le incompiute «vip», la Siracusa- Gela, che richiederebbe alle condizioni progettuali attuali almeno altri sette anni di lavori e cifre vicine al miliardo, la Catania- Ragusa (se ne scrive nella pagina accanto, con l'accelerazione all'iter progettuale a partire già dal mese prossimo) con la nuova sede stradale a quattro corsie per poco meno di settanta chilometri. E, ancora, l'ammodernamento della Palermo-Agrigento che ha ricevuto una copertura di poco meno di 350 milioni dal Fondo di sviluppo e coesione (ex Fas), la statale 117 Centrale sicula dorsale Nord-Sud. L'Accordo programma quadro fra Regione e Anas prevede stanziamenti tutti da concretizzare: fra i più importanti, i 480 milioni per l'autostrada Palermo-Mazara del Vallo. Di «miopia ed errori pervicaci dell'amministrazione» parla l'amministrativista Gaetano Armao, leader del Movimento nazionale siciliano, che tira in ballo anche i «costi del fare male: faccio soltanto due esempi - dice - la sciagurata legge sull'acqua pubblica che troncava tempi delle concessioni e tariffe, cancellata dalla Corte costituzionale come del resto avrebbe detto anche una matricola di Giurisprudenza; e l'annullamento, a sua volta finito nel nulla, delle gare per la gestione privata dei beni culturali, rimpiazzata dal governo con i precari. Cinque anni per tornare al punto di partenza, costati almeno quattro milioni di mancati introiti». (*SAFE*)
Oggi è previsto un incontro «Tra calette e dune sabbiose», una ricognizione in attesa di partire con le attività più impegnative legate alla sorveglianza dei nidi delle caretta-caretta
Tutela delle tartarughe, primo raduno a Menfi
Il Wwf Sicilia Area Mediterranea è già pronto per una serie di iniziative da avviare nella fascia costiera dell'Agrigentino
Giuseppe Pantano - Menfi
Il Wwf Sicilia Area Mediterranea è già pronto per una serie di iniziative, durante la stagione estiva, in tutta la fascia costiera della provincia di Agrigento, che avranno al centro letartarughe «Caretta-Caretta». Già oggi, a Menfi, in questa prima domenica di maggio, è previsto un incontro, «Tra calette e dune sabbiose», una prima ricognizione in attesa di partire con le attività più impegnative, l'individuazione e poi il controllo dei nidi. Le attività sviluppate lo scorso anno sono state innumerevoli e particolarmente gratificanti e centinaia di giovani hanno sorvegliato i nidi delle tartarughe. Il 21 maggio, in tutta Italia, si svolgerà la "Festa delle Oasi WWF" che nel nostro territorio interessa la riserva delle "Saline di Trapani-Paceco", quelladel "Lago Preola e Gorghi Tondi" a Campobello di Mazara e la riserva di "Torre Salsa" a Siculiana. Per l'occasione sono previste diverse attività. A "Torre Salsa", a fine maggio, si svolgerà un corso di formazione con l'università della Calabria, dedicato ai v olontari del Wwf, intorno al tema delle tartarughe marine, salvataggio, ritrovamento dei nidi, custodia e schiusa delle uova. Ed ancora, a dal 15 al 18 giugno, nella ricorrenza del decennale della scomparsa di Franco Galia, architetto e direttore della Riserva di Torre Salsa, al quale saranno dedicate una serie di manifestazioni, quali: l'intestazione di una piazzetta a Licata, sua città natale; un convegno sui suoi studi in merito al paesaggio siciliano, con la presenza del professore Nico Costantino, relatore della sua tesi di laurea; un'escursione lungo il sentiero di Torre Salsa a lui intestato; la festa del grano. L'8 e il 9 luglio, a Linosa, ci sarà un raduno dal suggestivo titolo «Perduti nel mare-Un modo diverso di considerare l'intorno». Giuseppe Mazzotta, a capo del Wwf Sicilia Area Mediterranea, aggiunge che è in corso «un'attività di monitoraggio delle coste, nella speranza di poter trovare dei nidi di tartarughe marine per salvaguardarne gli spazi dalle azioni umane. I volontari fino ad oggi sono riusciti - aggiunge Mazzotta - senza alcun contributo economico delle pubbliche amministrazioni, a produrre una valanga di iniziative in favore dell'ambiente: attività di sensibilizzazione nelle scuole, salvataggio di tartarughe marine "Caretta caretta" avviate al Centro Recupero di Lampedusa, di fauna selvatica di specie in estinzione (aquila del Bonelli e cicogna nera), pulizia di ambienti naturali ed urbani, visite guidate ed escursioni naturalistiche. L'inverno scorso abbiamo inviato ai principali Comuni della fascia costiera una proposta di collaborazione, a partire dal monitoraggio e controllo degli arenili, forti del progetto Euro Turtle approvato dalla Comunità Europea e del Progetto Tartarughe con il Ministero dell'Ambiente. Abbiamo dovuto constatare un certo disinteresse in tal senso, mentre osserviamo accordi con piccole associazioni locali o fai da te. Forse alcuni sindaci non sono interessati ad un riconoscimento internazionale del loro territorio, dato che il marchio Panda- aggiunge Mazz otta - è il quarto più famoso nel mondo, e preferiscono un turismo locale, elettoralmente più proficuo». Durante la scorsa stagione estiva si è diretta verso la Libia la tartaruga "Caretta-caretta" liberata a Sciacca e sulla quale è stato applicato un localizzatore satellitare che consente, per un anno, di conoscerne gli spostamenti. Il localizzatore satellitare è un sofisticatissimo meccanismo tecnologico prodotto negli Stati Uniti che, collegato con un sistema di monitoraggio francese, permette ai biologi marini di conoscere gli spostamenti delle "Caretta caretta", studiarne i flussi migratori, capire quali sono le temperature ideali per la loro sopravvivenza e le rotte che preferiscono. Le altre due con il localizzatore liberate dall'Istituto Zooprofilattico di Palermo sono rimaste, invece, nelle acque italiane.I volontari del Wwf hanno sorvegliato giorno e notte i nidi delle tartarughe "Caretta-caretta" nelle spiagge di Capo San Marco, a Sciacca, Lido Fiori, a Menfi, e Triscina, a Castelvetrano. Sono state depositate le uova o verificate tracce del passaggio delle tartarughe ed i volontari sono rimasti in attesa della schiusa che ha completato una stagione di attività particolarmente lunga. I volontari sono pronti a tornare in azione già nei prossimi giorni. (*GP*)
8 maggio 2017
I nodi della regione. Dopo la bocciatura della riforma, l'assessore avverte: potrebbe scattare l'emergenza, subito i rimedi. Una circolare con le regole per le Ati
Acqua, in ritardo la nascita degli enti di gestione
Giacinto Pipitone -Palermo
«Non torneremo all'Ars per rifare la legge sull'acqua. Quel che resta in piedi, dopo la bocciatura della riforma da parte della Consulta, è sufficiente a regolamentare il settore. Ciò che dobbiamo fare è recuperare i ritardi nella creazione dei nuovi enti che gestiranno le risorse»: l'assessore regionale Vania Contrafatto dà pochi margini al dibattito interno alla maggioranza. E avverte invece che potrebbe scattare un'emergenza: in questo momento non c'è infatti nessun ente formalmente in grado di governare il settore. Da due anni tutto ciò che doveva essere fatto è rimasto lettera morta. Alla Regione è scattata la corsa per evitare il caos in uno dei settori cruciali, anche dal punto di vista elettorale. Nei prossimi giorni è previsto un faccia a faccia fra la Contrafatto e Crocetta per verificare la tenuta della legge dopo le pronunce di incostituzionalità. L'assessore ribadirà al presidente che le pronunce della Consulta riguardano aspetti che non avrebbero dovuto essere nella legge fin dall'inizio e che lei aveva pubblicamente contestato. Ma questo è il passato. Ora bisognaorganizzare un sistema che permetta di governare il settore: «Nei mesi scorsi - ha detto ieri l'assessore - avevamo predisposto un disegno di legge che correggeva le parti oggetto dell'impu - gnativa. Ma visto che non abbiamo fatto in tempo ad approvarlo e nel frattempo è arrivata la pronuncia, ora non ha più senso portarla avanti». Tradotto: ci affidiamo alle regole nazionali e attuiamo quello che la Consulta ha salvato della legge regionale. Il primo aspetto - regole nazionali - riguarda soprattutto la determinazione delle tariffe: «Malgrado ciò che prevedeva la legge, avevamo già capito che bisognava restare agganciati all'Authority. E così continuera ad essere. Applicheremo le tariffe stabilite dall'organismo nazionale, che assicura terzietà fra i privati e gli enti pubblici». Su tutto il resto però la Regione deve organizzarsi. A cominciare dalla creazione delle Ati, cioè gli enti che avranno il potere di gestire il settore appl cando le norme nazionali. «Farò nei prossimi giorni una circolare indirizzata a tutti i Comuni - ha aggiunto la Contrafatto - per spiegare loro come applicare la legge dopo le censure. La parte non toccata dalla Consulta riguarda la governance e consente l'individuazione delle nove Ati, le assemblee territoriali, che hanno il governo del settore». Funzionerà così. Le Ati mettono insieme i sindaci dei territori ed eleggono al loro interno i vertici che si occupano di gestire la programmazione delle risorse idriche applicando le leggi nazionali. «Saranno le Ati - ha precisato l'assessore - a decidere se affidare il servizio interamente a privati o a società miste oppure a strutture del tutto pubbliche». Questo prevede la legge regionale nella parte rimasta intatta. E si somma alle regole nazionali per l'af - fidamento del servizio. Semplice? Niente affatto. Perchè ora che diventano indispensabili, si «scopre» che le Ati non ci sono. Dovevano già esserci, ma non sono state create. Ne dovrebbe esistere una per ogni provincia e avrebbe dovuto già aver eletto i propri vertici. Invece, ricostruisce l'assessore, «solo Palermo e Catania hanno compiuto qualche passo peraltro incompleto mentre per tutte le altre non è stato fatto nulla. Le Ati sono state, malgrado le mie diffide inviate da oltre un anno, inadempienti e omissive. I Comuni hanno atteso non si sa che cosa». La Contrafatto invierà nei prossimi giorni delle nuove diffide per accelerare la costituzione delle Ati. Nell'attesa però tutto resterà come adesso: «I privati che gestiscono il servizio in base a contratti vigenti continueranno fino a scadenza degli accordi. Visto che solo l'Ati avrebbe il potere di modificare o sciogliere questi contratti » ha specificato la Contrafatto. E per i cittadini cosa cambia. Stabilito che le tariffe non verranno abbassate (bocciata questa parte della legge) ma resteranno quelle decise a Roma, si potrebbe verificare una giungla di costi. Ad Agrigento, per esempio, i privati di Girgenti Acque hanno si sono aggiudicati il servizio in base a una gara ma la metà dei Comuni del territorio non ha poi ceduto le reti proprio in attesa della riforma ora caduta. «Il risultato è che nei Comuni in cui Girgenti è entrata in azione - ha concluso l'assessore - c'è una tariffa e in tutti gli altri i costi cambiano e non sappiamo nemmeno se i Comuni fanno realmente pagare ai La riforma dell'acqua non incide sulle tariffe cittadini l'acqua consumata».
6 maggio - sabato
AGRIGENTONOTIZIE
GIARDINO BOTANICO, QUATTRO CLASSI DI
STUDENTI VISITANO IL POLMONE VERDE
Cinquanta alunni dell'Istituto di
istruzione secondaria superiore "Francesco Ferrara" di
Palermo hanno conosciuto l'ex colonia agricola.
Visita
guidata, questa mattina,
al giardino botanico del Libero Consorzio di Agrigento, per 50
studenti dell'istituto di istruzione secondaria superiore "Francesco
Ferrara" di Palermo, guidato dalla preside Eliana Romana.
Accompagnati dagli insegnanti Corselli,
Colletti e Maniglia, gli studenti delle quattro prime classi dei
corsi M, Q, TA e TB, hanno visitato il sito accompagnati dal
responsabile Giovanni Alletto, dal biologo Giovanni Moncada e da
Ignazio Ferreri. Agli studenti palermitani, è stata illustrata la
storia dell'ex colonia agricola e il successivo recupero del giardino
botanico ad opera del Libero Consorzio attraverso un percorso
didattico.
LA SICILIA
ACQUA PUBBLICA IN SICILIA DOPO
BOCCIATURA DELLA CONSULTA
«Subito in Aula per adeguare la
legge».
PALERMO. Tiene ancora banco la sentenza
della Consulta che ha bocciatola riforma dell'acqua in Sicilia. E
dire che in fase di approvazione l'assessore Vania Contrafatto
aveva messo le mani avanti avvertendo tutti sul rischio che la legge
potesse essere impugnata. Intanto Mariella Maggio presidente delta IV
Commissione all'Ars ha chiesto la convocazione del presidente ha
detto - perché ci deve spiegare cosa intende fare dopo a bocciatura
da parte della consulta. Si è creata una situazione abbastanza
delicata il governo deve assumere subito una posizione chiara e netta
perché ci sono decine di sindaci che hanno gestito il servizio nei
comuni in modo virtuoso e che ora rischiano di ripiombare nel caos».
Maggio chiede un intervento immediato della Regione che, ricorda, «ha
autonomia per potere agire anche di fronte al decisione della Corte
costituzionale». Critico il capo- gruppo del Mpa. Roberto Di Mauro:
Mai bocciatura fu più preannunciata e
quel che è peggio, mai fu più scontata fin dall'inizio. Che le
norme demagogiche votate all'Ars fossero destina te a bocciatura
costituzionale era infatti evidente a tutti». Affonda il bisturi
anche il deputato del Pd Valeria Sudano: «Avevo avvertito del
rischio - ri leva-. Norma palesemente infarcita di scelte ideologiche
non sopportate da valutazioni tecniche e giuridiche. Ora subito
tornare in Aula per adeguare la legge
A. F.
7 maggio - domenica
LA SICILIA
PRESENTATO CONVEGNO-MOSTRA Dl DUE
GIORNI DELL'ORDINE DEGLI ARCHITETTI
Il territorio e la rigenerazione
urbana sostenibile
Stimolare un'inversione di tendenza
delle politiche di gestione del territorio. Questo ambizioso
obiettivo del convegno/mostra sulla rigenerazione urbana sostenibile
che si terrà a Favara, all'interno del Castello Chiaramontano, il
l2 e il l3maggio per iniziativa dell'ordine degli architetti e
della Fondazione Architetti nel Mediterraneo - Agrigento.
Negli ultimi 50 anni abbiamo vissuto
una espansione edilizia assolutamente sovradimensionata rispetto alle
reali esigenze residenziali ha detto il vicepresidente del
Consiglio nazionale degli architetti, Rino La Mendola-. Ciò ha
prodotto l'abbandono dei centri storici, esagerato consumo di suolo
ed il notevole aumento della spesa necessaria per garantire i servizi
ed opere dì urbanizzazione su una superficie sempre più ampia, a
fronte di in mancato incremento dei contribuenti, rischiando di
alimenta re un progressivo dissesto finanziario delle casse comunali.
Con il convegno ci confronteremo con esperti di cara tura
internazionale e con le competenti istituzìoni locali e regionali,
sulle nuove politiche di gestione del territorio. Tutto in atti a
nuovi
modelli di sviluppo sostenibile.
Abbiamo deciso di dedicare questa iniziativa a un tema di grande
attualità ha detto il presidente dell'Ordine provinciale degli
architetti, Piero Fiaccabrino che è stato strutturato in due
giornate. Nel corso della prima saranno inaugurate le mostre dei
progetti di rigenerazione urbana che riflettono le esperienze europee
di successo e le tesi di laurea del corso, di
studi in Architettura dell'Università
di Palermo. Mentre la seconda giornata vedrà un importante
confronto e le riflessioni sul tema, ci offriranno il proprio
contributo studiosi di chiara
fama ed esperti in materia quali, per
citarne un paio, Mario Cucinella e Oriol Capdevila", ha concluso
Fiaccabrino.
Per Calogero Giglia la scelta è
ricaduta su Favara "perché proprio qui c'è l'esempio della
rigenerazione urbana che è la Farm Cultural Park".
Riflettori puntati sugli eventi che
apriranno la due giorni, e che secondo Giuseppe Grimaldi fanno parte
di un evento storico e di caratura internazionale.
8 maggio - lunedì
LA SICILIA
CGIL,CISL E UIL
C'è allarme per i lavori lungo la
Statale 189.
«La SS. 189 non è più compresa
nell'elenco delle opere strategiche" e, pertanto, rischia di
rimanere l'ennesima incompiuta.
Nei giorni scorsi i sindacati delle
costruzioni di CGIL CISL UIL di Palermo avevano lanciato l'allarme
e chiesto che nella li- programmazione delle opere c'e' tempo
fino a giugno venga inserito il finanziamento per completare lo
scorrimento veloce da Palermo a Agrigento, nei due tratti
PalermoBolognetta e Lercara -Agrigento.
La preoccupazione del sindacato oggi
viene confermata da alcuni Parlamentari Regionali (Mangiacavallo
eTrizzino), a seguito dell'audizione in IV commissione all'Ars,
con oggetto il completamento dello scorri mento veloce Palermo
Agrigento, nella quale sono stati sentiti l'assessore alle
Infrastrutture e il dirigente del dipartimento, nonché i vertici
dell'Anas, proprio sugli stanzia menti finanziari previsti per il
completamento dell'opera e, quindi, sull'esclusione dalla li sta
delle opere di interesse nazionale.
«Per questa ragione chiediamo ai
parlamentari agrigentini di interloquire con il Ministro delle
Infrastrutture affinché ci sia il massimo della chiarezza sul futuro
dell'opera: non possiamo permettere che al disagio subito in questi
anni per le interruzioni ed i semafori si unisca la beffa di lasciare
quell'opera un cantiere!» La speranza è che chi di dovere si
attivi.
R.A.