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Rassegna stampa del 9 maggio 2017

Giornale di sicilia

Lampedusa. Chiesti interventi di manutenzione per il simbolo dell'accoglienza
«Porta d'Europa» in sofferenza È stata danneggiata dai vandali

Alfonso Bugea -. Agrigento

L'ultimo lembo d'Italia è arido e polveroso. Con le pietre secche ed appuntite, terra brulla che sa di preistoria. È il Sud, più a Sud d'Europa: un pezzo di deserto con vista sul mare.La contrada si chiama Cavallo Bianco ed è a Lampedusa, dove nove anni fa venne collocata la Porta d'Europa, emblema dell'immigrazione e del tragico esodo dei popoli verso il vecchio continente: oggi sta cadendo a pezzi. Ci si arriva da una stradinasterrata che inizia dal vecchio porto delle Pelagie e raggiunge, dopo un sentiero a mille curve, un grande spiazzo che si bagna nel Mediterraneo. È questo pezzo di continente nero (Lampedusa geologicamente  poggia sulla stessa piattaforma africana) che gli immigrati vedono dopo la lunga traversata che dalle coste tunisine e libiche li ha condotti fino all'Italia. O meglio dire che è questa la prima cosa di europeo che guardano i più fortunati, quelli che sono arrivati vivi, salvando la pelle. In molti, invece, lungo i 113 chilometri che separanol'Africa da questa striscia di terra italiana, hanno messo in gioco la loro stessa esistenza. Perdendola. Secondo l'Osservatorio sulle vittime dell'immigrazione diFortress Europe, dal 1988 ad oggi nel Canale di Sicilia tra la Libia, l'Egitto, la Tunisia, Malta el'Italia le vittime sono circa 16 mila.  Qualcuno ha provato a ricordarli: neri, bianchi, asiatici, donne, madri incinte, bambini, cattolici e musulmani. Per ricordarli fiori sparsi qua e là, poggiati anche dietro ad un bunker della seconda guerra mondiale, la cui presenza rende più severa l'aria  che si respira. Poi il 28 giugno del 2008, il ricordo ha vestito i panni della solennità e nella zona è stato issato un monumento alto quasi cinque metri e largo tre. Una sorta di arco di trionfo della quotidianità, dove si  trovano sospesi scarpe, forme di numeri, scodelle, sagome di uomini e pesci, che commosse il cuore di Alda Merini. È stato realizzato e donato da Mimmo Paladino, uno dei principali esponenti del movimento artistico  Transavanguardia, e costruita con una speciale ceramica refrattiria a  Faenza. Ed è bastato poco per far diventare questa «Porta d'Europa», che guarda dritto dritto al cuore dell'Africa, il simbolo della speranza e del ricordo. Ma anche dell'impegno umanitario per salvare ed ospitare tutti i migranti che tra mille difficoltà continuano a rischiare la vita pur di lasciarsi alle spalle spenti, violenze e guerre. Un simbolo che collega due continenti innanzi a quale si sono fermati in preghiera capi di Stato, premier, ortodossi, musulmani, cardinali e perfino il Papa che ha poi voluto che diventasse porta del Giubileo. Simbolo della stessa isola di Lampedusa (una «porta aperta, senza  serrature e lucchetti») e dei lampedusani («senza i quali - ha detto Mattarella, Il Mediterraneo sarebbe diventato un cimitero»). Oggi, però, spenti i riflettori, quel simbolo è a rischio. L'area di contrada Cavallo Bianco è sbattuta violentemente dallo scirocco caldo. E poi c'è la salsedine. Micidiale. Troppo per la «Porta d'Europa», che è tutta rivestita di ceramica, materiale refrattario. Viene cotta a mille gradi ed «assorbe la luce e la riflette, come un  faro», si disse nel giorno dell'inaugurazione davanti ad una troupe diAl Jazeera, e per questo considerata a maggior ragione simbolo. Ma nulla può innanzi all'erosione del tempo, ed ogni giorno, così, perde la sua forza espressiva, potenza. Va a pezzi. Scrive su Facebook Nino Taranto, direttore dell'Archivio Storico di Lampedusa: «Molti visitatori lamentano la mancanza di indicazioni utili per  arrivarci e rimangono sconcertati di fronte alsuo stato di degrado e agli atti di vandalismo a cui è soggetta la Porta d'Europa. Sicuramente la salsedine  e gli agenti atmosferici hanno contribuito molto al degrado dell'opera ma non sono mancati sfregi volontari per il puro gusto di distruzione. Sarebbe auspicabile un  restauro dell'opera, ma ancor prima andrebbe inculcato, soprattutto nelle nuove generazioni, il rispetto per le cose belle e per i simboli della nostra  identità storica e culturale».L'indignazione appare anche sugli  ultimi commenti su Tripadvisor: «Sorge in mezzo ad una zona abbastanza trascurata, rifiuti vi abbondano. Motorini con coppiette scorazzano per un po' di intimità in quello  che fu credo un bunker. Se questa è la porta d'Europa!». Dice Flavio Arensi, un esperto d'arte e uno dei più stretti collaboratori  del maestro Mimmo Paladino: «L'opera ha subito diversi tipi di danni. Bisognerebbe innescare una sorta di laboratorio che ne permetta la ristrutturazione e magari studiare possibilità di mantenimento. Ne ho parlato con il maestro. Un piano per il recupero è pronto». Ma mancano i soldi per organizzare i lavori.    

Ferrovie. Primo fischio il 28: dove trovare i biglietti
Palermo-Scala dei Turchi: torna il trenino storico

Calogero Giuffrida - REALMONTE

Riparte il treno della Scala dei Turchi, che già l'anno scosso ha riscosso grande successo tra i turisti. L'associa - zione Ferrovie Kaos e Fondazione FS Italiane ripropongono il treno storico «Scala dei Turchi Express». L'appuntamento è per domenica 28 maggio. La partenza del treno è prevista alle ore 9.40 circa dalla stazione di Palermo Centrale e saranno effettuate le seguenti fermate fino a Porto Empedocle Succursale: Bagheria (9.56), Termini Imerese (10.12), Roccapalumba (10.37), Cammarata/San Giovanni Gemini (11.00), Campofranco (11.20), Aragona Caldare (11.35), Agrigento Bassa (11.45), Tempio Vulcano (11.53), Porto Empedocle (12.05). «Giunti nella cittadina marinara, un bus - viene spiegato in una nota - garantirà i collegamenti con la Scala dei turchi dove sarà possibile fare il primo bagno della stagione». Il ritorno è programmato sempre da Porto Empedocle alle ore 18.15. «Abbiamo voluto riproporre questo tragitto - ha spiegato il presidente di Ferrovie Kaos Marco Morreale - in base all'esperienza de l'anno scorso: per diverse settimane sono arrivate  continue richieste di informazioni circa la possibilità di viaggiare in treno dal capoluogo fino alla Scala dei Turchi, sito di grande richiamo turistico, che anno dopo anno fa registrare migliaia e migliaia di visitatori. Con lo"Scala dei Turchi Express", dunque, sarà possibile, per molti, fare il primo bagno della stagione in uno dei siti più belli al mondo. Chi lo vorrà - spiega Morreale -potrà scendere alla Fermata Tempio di Vulcano per una visita al Giardino della Kolymbetra o alla Valle dei Templi».È già possibile acquistare i biglietti presso i punti vendita convenzionati: una parte del ricavato sarà devoluta alla Aisla (Associazione Italiana Sclerosi Laterale Amiotrofica) di Palermo, un motivo in più per partecipare a questa  iniziativa che punta a valorizzare le bellezze paesaggistiche della Sicilia. Il costo del biglietto è di 25 euro per gli adulti e 15 euro i ragazzi di età compresa tra i 4 ed 12 anni. I passeggeri che saliranno dalle stazioni di Cammarata/S.Giovanni Gemini, Campofranco e Aragona pagheranno 15 euro (adulti) e 10 euro (ragazzi); da Agrigento Bassa solo 10 euro (adulti) e 5 euro (bambini) ma senza garanzia del posto a sedere. I biglietti possono essere acquistati nei seguenti punti vendita: Agenzia di  viaggi Golbalsem di Palermo (0917848420) oppure Atc Termini Imerese (3480894872). Tutte le info relative al viaggio in treno storico sono reperibili sul sito internet www.ferroviekaos. it, o contattando i numeri di telefono 3471024853 / 3493163178.Intanto, dopo il via libera della Camera, si attende l'ok del Senato al ddl sulle ferrovie turistiche a prima firma della parlamentare agrigentina Maria Iacono. «Cercheremo di accelerare i tempi per una rapida approvazione del testo da parte del Senato, affinché il nostro paese - ha detto Maria Iacono - possa finalmente sfruttare fino in fondo tutti i benefici connessi allo sviluppo del turismo». (*CAGI*)

Ars, manovra  sotto assedio
All'Ars arriva una valanga di proposte per erogare contributi a pioggia, stabilizzare precari e promuovere dirigenti: la Finanziaria bis rischia di bloccarsi definitivamente.

Pipitone - Palermo

Il conto si è fermato a oltre 1.100 emendamenti. E di fronte a questa valanga di proposte per erogare contributia pioggia, stabilizzare precari e promuovere dirigenti l'Ars rischia di bloccarsi definitivamente. È già a un bivio il cammino della Finanziaria  bis: potrebbe finire oggi su un binario morto o essere ridotta a pochi articoli per provare a puntare al traguardo. La Finanziaria bis si chiama tecnicamente Collegato ed è la norma frutto degli articoli accantonati durante la votazione della prima manovra, due settimane fa. Sono state riversate sulla manovra bis le riforme dei Consorzi universitari e degli Ersu, la chiusura di Riscossione Sicilia, il finanziamento della fusione fra Cas e Anas, varie misure a favore di svariate categorie  di precari, le promozioni dei dirigenti regionali e i prepensionamenti negli enti. Il testo è poi ricco di misure dal sapore elettorale. Anche se prevede pure nuovi balzelli, come i 500 euro all'anno che dovranno pagare alla Regione tutti i gestori di lidi e stabilimenti  balneari per essere semplicemente iscritti in un elenco di categoria. Ne sono venuti fuori ben 87 articoli che costituiscono il testo base. Solo su questi 87 articoli sono arrivaticirca 750 emendamenti correttivi. In più ci sono altre 450 proposte che introducono articoli del tutto nuovi e che ovviamente prevedono un aumento della spesa. Qualche esempio? Il Psi con Nino Oddo ha proposto di finanziare con 150 mila euro il Luglio musicale trapanese. Lo stesso Psi ha proposto di assegnare altri 31 milioni agli enti gestori dei corsi di formazione professionale tradizionale. E un altro emendamento di Oddo prevede di creare un Fondo di quiescenza per il personale delle Camere di Commercio. Dello stesso tenore gli emendamenti di quasi tutti i partiti. Solo il Movimento 5 Stelle ha presentato decine di emendamenti soppressivi per cancellare gli articoli ritenuti più clientelari: anche se gli stessi grillini hanno chiesto di assicurare i fondi per il pagamento degli stipendi ai lavoratori  delle Opere Pie (in alcuni casi senza busta paga anche da trenta mesi). Di fronte a questo assalto alla diligenza,  il presidente dell'Ars GiovanniArdizzone sarà chiamato oggi a indicare una strada per andare avanti. La Finanziaria bis è verosimilmente l'ultima legge della legislatura e una tale massa di norme da esaminare equivale  a bloccare tutto il testo, tanto più che la maggioranza arriva oggi alla prova dell'aula dopo settimane di  scontri sulle candidature alle elezioni del 5 novembre. Per questo motivo Ardizzone nel pomeriggio convocherà la conferenza dei capigruppo e proporrà  di far decadere molti degli emendamenti che aggiungono norme rispetto alle 87 originali. Ardizzone  proporrà anche di rendere autonomi alcuni articoli, come quelli su Cas e Riscossione Sicilia, per metterli al riparo dagli scossoni d'aula ed eventuali impugnative. Ma che il cammino della manovra sarà lungo lo si intuisce anche dal fatto che Ardizzone ha convocato per martedì prossimo un vertice con i sindacati per discutere di tutte le proposte  in materia di personale: il presidente dell'Ars ritiene impossibile approvare  la Finanziaria bis in una settimana.

Cupa senza soldi, personale in agitazione
La protesta dopo che l'Assemblea regionale nella Finanziaria non ha previsto alcun contributo ai consorzi universitari

Le segreteria di Cgil, Cisl e Uil: Gli impiegati incroceranno le braccia fino a quando non saranno inseriti i fondi annuali. La discussione al'Ars è prevista per oggi
Paolo Picone

Proclamato lo stato di agitazione dei lavoratori del Consorzio universitario di Agrigento. La decisione, comunicata dai sindacati Cgil, Cisl e Uil, arriva dopo che l'Assemblea regionale siciliana, nella finanziaria approvata, non ha previsto alcun contributo annuale  in favore dei consorzi universitari dell'Isola. «I dipendenti -fanno sapere i sindacati - all'unanimità hanno deliberato di proclamare lo stato di agitazione e mantenerlo fino a quando non saranno inseriti, nel collegato alla legge di stabilità regionale, i contributi  annuali da destinare ai consorzi universitari siciliani, in discussione nella seduta dell'Assemblea regionale siciliana, prevista per oggi». Cgil, Cisl e Uil, inoltre, hanno richiesto alla Prefettura di Agrigento l'attivazione della procedura di raffreddamento, così come previsto dal contratto nazionale delle Autonomie locali. Su questa vicenda aveva preso posizione la Uil di Agrigento  con il segretario generale Gero Acquisto. «L'ultima finanziaria - dice Acquisto - boccia ancora  na volta  l'operato dei parlamentari agrigentinie la loro azione politica. Niente di buono per lo sviluppo e le opportunità per il nostro territorio, anzi a questo punto per il Consorzio Universitario è notte fonda. I 3 milioni e 200 mila euro da dividere tra i consorzi siciliani, rappresentano la morte per il polo accademico  agrigentino. Ci aspettavamo una presa di posizione netta della deputazione che non c'è stata. Noi abbiamo detto sempre come Uil che il Cupa è un patrimonio di tutti senza colorazioni  politiche, ma avamposto di cultura, sapere e realizzazione per gli studenti e per le famiglie che scommettevano su una università territoriale e trampolino  di opportunità e di professionalità. Purtroppo la politica, la gestione e la governance nei tempi di crescita,  ha guardato quasi esclusivamente al carrierismo di amici e parenti e a spese che oggi come si è visto erano poco giustificate, con l'aggravante che i rapporti con l'ateneo palermitano hanno avuto negli ultimi anni solo  contenziosi e rapporti tesi e di smantellamento del polo decentrato. Oggi la situazione si fa buia, conoscendo la serietà del Presidente Armao - conclude Acquisto - chiederemo un altro incontro per avere direttamente da lui contezza se ci sono ancora margini». Recentemente si è riunito il Consiglio di amministrazione del Cupa, presieduto dall'avvocato Gaetano Armao. Si è parlato di programmazione con l'attivazione di un corso di laurea in veterinaria con l'università di Messina. E poi si pensa di avviare un corso di laurea in mediatore culturale, che se autorizzato dal Ministero procederà per binari che permetteranno una relativa autonomia. Infine i contatti con l'uni -  versità Kore. «Con Enna - dice il professor Marcello Saija che assieme al presidente Armao cura il rilancio del polo universitario agrigentino - abbiamo  avviato contatti per altri corsi di Laurea». Insomma la roba che bolle in pentola è abbastanza corposa e dovrebbe far si che gli studenti agrigentini tornino ad iscriversi al Polo di Agrigento. E questo scongiurere be anche l'ipotesi di licenziamento del personale in esubero rispetto all'esiguo numero di iscritti al Polo. (*PAPI*)


Giornale di sicilia

LA VERTENZA Permessi con la 104 e tagli alla Regione, continua lo scontro tra governo e sindacati



Sui tagli alla Regione ai permessi con la 104  continua lo scontro tra governo e sindacati. I Cobas Codir hanno chiesto all'assessore alla Funzione pubblica, Luisa Lantieri, di  commissariare la dirigente Luciana Giammanco che aveva varato il provvedimento di riduzione del beneficio e adesso auspicano che il presidente della Regione, Rosario Crocetta, eserciti i suoi poteri e faccia revocare la circolare. Il problema riguarda la norma che consente di beneficiare dei permessi per accudire un parente malato. A livello nazionale i dipendenti della pubblica amministrazione possono assentarsi per 3 giorni al mese o per due ore al giorno ma nel limite delle 18 ore al mese. Dunque si possono scegliere le due formule. In Sicilia una circolare della Giammanco stabilisce che anche nel caso di assenza in giorni, bisogna sempre rispettare il tetto delle 18 ore. Per cui l'assenza con la 104 in un giorno in cui è previsto il rientro pomeridiano, dunque in cui si lavora di  più, vale doppio. La circolare della discordia riguarda circa 2.800 regionali e secondo la Giammanco è frutto di una norma regionale che rende diversa l'Isola dal resto d'Italia. I Cobas-Codir spiegano però che "la  stessa Corte di Cassazione ha sancito anche la possibile configurabilità del reato di abuso d'ufficio per la negazione dei benefici della legge 104 a soggetti aventi titolo e che hanno la necessità di assistere soggetti portatori di handicap grave. Se l'assessore e il presidente della Regione non dovessero provvedere a ristabilire le garanzie della legge 104 saranno ritenuti anche loro personalmente responsabili per gli eventuali e conseguenti abusi".


Livesicilia.it

Assunzioni di fine legislatura. Parte l'assalto alla Finanziaria bis

Sul testo sono piovuti la bellezza di 1.200 emendamenti. E così, in queste ore gli uffici della commissione bilancio all'Ars stanno lavorando sodo per esaminarli uno per uno. E per individuare un criterio per la valutazione. Perché delle tante proposte di "modifica" agli 89 articoli del cosiddetto "collegato" alla Finanziaria che dovrebbe arrivare in Aula domani, ecco spuntare delle norme "aggiuntive". Che non modificano, insomma. Ma estendono spesso garanzie e tutele. Che aprono a nuove assunzioni alla Regione.

È partito insomma il più classico degli assalti alla diligenza. E non è un caso che questo testo fosse stato caldeggiato da tanti deputati nel corso della scorsa finanziaria. E il verbo "caldeggiare" è frutto di un eufemismo estremo, visto che molti di quei parlamentari hanno anche più o meno velatamente minacciato la mancata approvazione della legge di stabilità, nel caso in cui non si fosse discusso appunto il collegato. E così, il presidente Ardizzone ha scelto, nelle ore calde dell'esame di una Finanziaria fino a quel punto bloccata, di "incardinare" la "Finanziaria-bis". Come dire: il testo è già in Aula e lo esamineremo senz'altro.

Man mano che piovono emendamenti, però, si comprende meglio l'attenzione dei parlamentari a questo testo. Col quale si prova il colpo di coda di legislatura. Qualche mega infornata di stabilizzazioni e aumenti. Le elezioni si avvicinano.

Non a caso, già nelle ore calde della Finanziaria, in tanti avevano buttato giù le carte, svelando le "priorità" da affrontare nel collegato. Il capogruppo di Forza Italia Marco Falcone, ad esempio, aveva acceso i riflettori sulla norma che prevede il "recupero" di quei lavoratori "dei Consorzi di bonifica che avevano promosso una azione giudiziaria e avevano ottenuto un pronunciamento favorevole in primo grado - ha detto il deputato azzurro in Aula - in virtù del quale erano stati assunti a tempo indeterminato, successivamente la Corte di Appello ha ribaltato questo pronunciamento del primo grado per cui si sono trovati fuori sia dalle garanzie occupazionali che dalle loro dotazioni organiche degli stessi Consorzi di bonifica. Chiaramente parliamo di padri di famiglia che hanno avuto che tipo di colpa? Quella di poter rivendicare i propri diritti lavorando da 12 anni, da 15 anni con una sotto forma di precariato?". E una norma del collegato appunto proverà a garantire un futuro, seppur a tempo determinato, a questi lavoratori.

Ma non solo. Ecco anche una norma che prevede il transito all'Istituto regionale per le attività produttive di una novantina di precari delle ex Aree di sviluppo industriale. Un emendamento proposto dal governo stesso e che prevede, appunto, l'assorbimento nella pianta organica dell'ente anche di questi lavoratori al momento esclusi. A proposito di Irsap, una norma presente nel collegato prevede anche una sorta di "pensione integrativa" che consenta ai lavoratori di giungere all'età pensionabile.

Un emendamento del deputato di Forza Italia Vincenzo Figuccia prevede poi che "le misure per la stabilizzazione si applichino anche ai lavoratori del bacino Pip che da diciassette anni prestano servizio nella regione in vari enti. Con un mio emendamento al ddl collegato alla finanziaria - spiega - ho previsto che le disposizioni già adottate per i lavoratori Asu, nella recente manovra, siano estese anche ai Pip in maniera da dare piena dignità lavorativa a questo personale. Auspico che il ddl che da domani discuteremo all'Ars sia l'occasione per chiudere una vertenza aperta da troppi anni e che la stessa legge stralcio venga approvata rapidamente". E la norma riguarderebbe quindi oltre duemila persone.

Poi ci sono le Ipab, tema che sta molto a cuore anche al Movimento cinque stelle che ha presentato una emendamento che mira ad assicurare i fondi per il pagamento degli stipendi ai lavoratori in alcuni casi senza busta paga anche da trenta mesi. "Perché - ha chiesto in occasione dei lavori della Finanziaria la deputata Foti - questi lavoratori devono essere esclusi in maniera sistematica dal dibattito politico? Questi signori lavorano, non stanno seduti su un gradino ad aspettare che mamma regione porti loro lo stipendio. Accudiscono gli anziani inabili, li imboccano, li lavano, li profumano e tutto il resto. E' possibile che nel capitolo non si possa trovare una risorsa?". Ma non solo stipendi. Sempre il capogruppo di Forza Italia Marco Falcone ha chiesto attenzione per i "precari delle Ipab che sono andate in liquidazione. Queste persone - ha chiesto Falcone - non possono essere figli di nessuno ma hanno anche loro una dignità".

Sul collegato, poi, è piombata anche una storia vecchia di dieci anni. È quella dei quasi seicento "catalogatori", attualmente in servizio come "precari". Alcuni emendamenti prevedono la loro stabilizzazione nell'assessorato dei Beni culturali. "Questi lavoratori - ha denunciato in Aula la deputata Pd Marika Cirone - hanno una legge, sono inseriti nelle piante organiche, svolgono un lavoro di tutto rispetto nelle Soprintendenze e non vengono riconosciuti come lavoratori effettivi; vengono tenuti costantemente appesi ad una speranza. Questa Assemblea deve essere responsabilizzata ad assumere una decisione definitiva nei confronti di questi lavoratori". E un emendamento prevede una stabilizzazione, appunto, anche tramite l'intervento della società partecipata Sas.

Emendamenti da fine legislatura, che si aggiungono ad altre norme già presenti nel testo. Come quella riguardante l'assunzione di nuovi giornalisti a tempo determinato, o il contestato articolo sulla dirigenza regionale che rischia di tradursi in una promozione (senza effetti dal punto di vista economico, ma decisiva in vista dell'attribuzione degli incarichi) di una fetta soltanto dei dirigenti regionali attualmente in carica. E poi, ecco le norme alle quali il presidente dell'Ars Giovanni Ardizzone intende assicurare una corsia preferenziale e ne parlerà domani in una conferenza dei capigruppo prevista per le 15: la norma di fusione tra Cas e Anas e quella che prevede la liquidazione di Riscossione Sicilia. Norme contro le quali si è già espresso il Movimento cinque stelle. Nel primo caso, si chiederà di non fare riapprodare nel testo una norma già bocciata dalla Commissione bilancio. Nel caso della società "delle tasse", i grillini hanno presentato un emendamento che punta a trasformare la società in una agenzia sotto il diretto controllo regionale. Ma su quella norma, c'è da aspettarselo, sarà guerra.


Agrigentonotizie.it

La Uil attacca: "Viabilità, troppe incompiute e l'economia è al lastrico"

„ Gero Acquisto, segretario generale della Uil di Agrigento, fa la sintesi dopo la riunione dell'esecutivo territoriale della Uil, dove sono stati trattati diversi temi con particolare attenzione alla situazione infrastrutturale.  "Non è la prima volta - commenta Acquisto - che la Uil mette purtroppo in evidenza una situazione drammatica dei ritardi e dell'arretratezza del sistema viario provinciale dell'agrigentino. Leggere i dati delle opere pubbliche incompiute, con 119 lavori mai conclusi nella nostra isola, è a dir poco inconcepibile e raccapricciante. La nostra provincia - aggiunge - si trova anno dopo anno a fare il passo del gambero, 14 strade provinciali chiuse, una viabilità sulle statali più importanti costellate da interruzioni e ritardi cronici ha aumentato il grado di sottosviluppo". Acquisto aggiunge: "Tanti proclami, dal Patto per il Sud, agli accordi in Apq tra Anas e Regione per lo sblocco di finanziamenti dove ancora non sono chiari tempi e modalità per un settore nevralgico per la nostra provincia che ha bisogno assistenza, manutenzione e migliorie continue, a oggi non ci convincono per nulla. Anzi hanno aumentato la rabbia tra i cittadini residenti che hanno riscoperto il treno dopo lustri come mezzo di trasporto. L'economia è al lastrico". 

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