Giornale di sicilia
Aree rurali, arrivano i fondi
Una pioggia di soldi per lo sviluppo delle aree rurali e la promozione di «cultura e produzioni di qualità», dice Cracolici. I fondi saranno distribuiti attraverso i Gal (gruppi di azione locale).
In arrivo finanziamenti per nuove aziende di agriturismo e attività commerciali o turistiche nelle aree rurali. Sono previsti dal piano da 180 milioni di fondi europei che l'assessorato regionale all'Agricoltura sta per avviare attraverso i Gal (Gruppi di azione locale) cioè i 23 consorzi di Comuni siciliani che si trovano in aree rurali. Ciascun Gal potrà ottenere dai 3 ai 5 milioni e a partire da giugno potrà avviare i bandi per chi vuole aprire una nuova attività. Entro il 15 giugno sarà pubblicata la graduatoria definitiva dei Gal che hanno presentato i progetti. Un passaggio che renderà operativo il piano dell'assessorato che prevede circa 180 milioni di euro per lo sviluppo rurale siciliano. Rispetto ai precedenti piani con fondi Ue, sarà possibile una maggiore autonomia dei Gal nella programmazione e nella possibilità di promuovere anche interventi che non rientrano specificamente negli assi di finanziamento stabiliti, purché in linea con gli obiettivi dei regolamenti Ue. Altra novità è rappresentata dalla possibilità di finanziare strategie di cooperazione ra diversi Gal nel territorio regionale con Gal di altre regioni. L'assessore regionale all'Agricol - tura Antonello Cracolici afferma: «La nuove strategie di sviluppo locale prevedono più risorse per i Comuni e le aziende e nuove misure per favorire la cooperazione e la creazione di nuove attività imprenditoriali ». L'assessore sottolinea che «è stata incrementata la dotazione finanziaria dei Gal con 62,8 milioni di euro per opere infrastrutturali. Siamo la prima regione italiana - continua Cracolici - ad applicare l'integrazione tra fondi del Po Fesr per lo sviluppo regionale e fondi Feasr per lo sviluppo rurale». Ogni Gal potrà gestire dai 3 a 7 milioni di euro per investimenti sulla diversificazione agricola: agriturismi, strutture ricettive, fattorie didattiche, interventi in tecnologie della comunicazione e dell'informazione. Sono previsti bandi per il finanziamento di investimenti su trasformazione dei prodotti agricoli, diversificazione agricola, turismo rurale, startup, cooperazione e ammodernamento aziendale. Possono partecipare, piccole e medie imprese e microimprese o reti di impresa per progetti di investimento associati. Una parte dei fondi potrà essere investita poi dai Gal in piccole infrastrutture rurali come recupero di ponti, muretti a secco, borghi rurali e un'altra potrà essere usata per investimenti in cooperazione e programmi di agricoltura sociale per soggetti svantaggiati. «Verranno finanziati - evidenzia Cracolici - nuovi investimenti nelle aree rurali che aiuteranno le imprese ed i comuni a promuovere azioni di sviluppo dal basso. I Gal possono diventare la vetrina delle eccellenze siciliane nel mondo». Per Cracolici «promuovere cultura, identità, accoglienza e produzioni di qualità, mettendo in rete il meglio dei nostri territori in una strategia di sviluppo condivisa, rappresenta la vera sfida per il futuro. I Gal - conclude - avranno più autonomia rispetto al passato per programmare interventi più in linea con le vocazioni dei territori, nel rispetto dei regolamenti Ue».
Tribunale. Accusato di corruzione per aver avuto 40 palme da un vivaista da piantare nella sua villa di Montaperto
D'orsi, 4 mesi di condanna
Il pm Carlo Cinque aveva chiesto la condanna a sei mesi. Il processo è una costola dell'inchiesta sui rimborsi di pranzi e cene, dove gli è stata inflitta la pena di un anno di reclusione
Gerlando Cardinale
Quattro mesi di reclusione per l'accusa di corruzione: secondo i giudici l'ultimo presidente della Provincia, Eugenio D'Orsi, si sarebbe fatto dare da un vivaista quaranta palme del suo negozio, destinate alla sua villa di Montaperto, in cambio di un appalto consistente nella vendita all'ente di tutte le piante dell'attività, prossima alla chiusura. La sentenza è stata emessa nel pomeriggio. Il pubblico ministero Carlo Cinque aveva chiesto la condanna a sei mesi di reclusione. Il difensore, l'avvocato Daniela Posante, aveva invece insistito per l'assoluzione sostenendo che "non esiste alcuna prova dell'accordo fra loro o di un nesso fra le palme arrivate a casa di D'Orsi e l'acquisto delle piante fatto dalla Provincia". La sentenza, dopo una breve camera di consiglio, è stata emessa dal collegio di giudici presieduto da Gianfranca Claudia Infantino e completato da Giancarlo Caruso e Maria Alessandra Tedde. Il processo è una costola dell'inchiesta principale che ha portato alla condanna di D'Orsi a un anno di reclusione per l'accusa di avere ottenuto il rimborso di pranzi e cene senza che risultasse «adeguatamente motivato » il fine istituzionale. Per tutte le accuse principali - truffa, peculato, concussione e abuso di ufficio, racchiusi in diversi filoni di indagine - i giudici hanno deciso l'assoluzione ma l'appello della Procura non hareso definitivo il verdetto. Per la vicenda delle palme, inizialmente qualificata come peculato, il tribunale aveva emesso un'ordinanza con cui restituiva gli atti al pm ritenendo che il fatto andasse inquadrato come «corruzione per l'esercizio della funzione». Il pm Cinque, nel chiedere la condanna, aveva fatto riferimento proprio alla precedente vicenda giudiziaria. «Basta leggere quell'ordinanza per arrivare a un verdetto di colpevolezza». 'imprenditore Gaspare Chianetta, l'uomo che materialmente andò a prelevare dal vivaio le ormai famose quaranta washingtonia, per portarle nell'abitazione di D'Orsi, in quell'epoca, nel 2010, in costruzione, aveva raccontato in aula un particolare che avrebbe potuto evitargli la condanna ma, evidentemente, i giudici non gli hanno creduto. «Le palme - aveva raccontato - non sono state pagate per una mia dimenticanza, il presidente della Provincia Eugenio D'Orsi mi aveva chiesto la cortesia di provvedere a saldare il conto ma mi è sfuggito». Chianetta, titolare di un'impresa che aveva eseguito delle opera nella sua villa, attorno alla quale ruotavano alcuni capi di imputazione, aveva aggiunto: «D'Orsi mi chiese se potevo pensarci io a pagare il conto delle palme al vivaista. Non mi anticipò i soldi perché poi avremmo fatto i conti alla fine, visto che stavo eseguendo dei lavori nella sua villa. Quella stessa sera - ha aggiunto Chianetta - andai al vivaio ma lo trovai chiuso. Poi dimenticai di passarci nei giorni successivi. D'Orsi non credo lo sappia perché non ne abbiamo più parlato ». D'Orsi, però, secondo i giudici del processo principale che avevano emesso l'ordinanza con cui, in sostanza, ordinava alla Procura di procedere per corruzione, avrebbe in qualche modo ammesso, in un'intervista televisiva, di avere ricevuto le palme dicendo cose ben diverse da Chianetta. «Alla trasmissione Le Iene - aveva detto il pm Cinque - dice di averle ricevute in regalo, il fatto equivale a una confessione». (*GECA*)
Sciacca
È iniziata ieri la pulizia delle spiagge
Pulizia straordinaria delle spiagge e scerbatura del territorio. Sono stati avviati ieri mattina due servizi inseriti nel nuovo Aro, nel piano d'intervento per il servizio di "Spazzamento, raccolta, trasporto, smaltimento dei rifiuti solidi urbani differenziati e indifferenziati compresi quelli assimilati ed altri servizi di igiene pubblica nel territorio del Comune di Sciacca". La pulizia straordinaria del litorale è iniziata dalla contrada Foggia, con operai impegnati anche a Sovareto. Alla Foggia la situazione è particolarmente critica perché la spiaggia è stata pesantemente danneggiata dal nubifragio del 25 novembre dello scorso anno che ha scavato profondi solchi e riservato in riva al mare montagne di canne. Gli interventi di scerbatura sono partiti dagli ingressi della città e si estenderanno gradualmente in tutte le aree del territorio. Ieri gli operati delle ditte Sea e Bono, vincitrici della gara d'appalto, hanno operato in via Ghezzi, nell'ingresso est della città, e nella zona ad ovest compre tra tra la contrada Perriera e la statale 115. Una squadra è stata impegnata anche nel parco Robinson, alla Perriera. Gli interventi sono iniziati a seguito di una determina dirigenziale del settore Ecologia con cui, al fine di tutelare l'igiene e la saluta pubblica, si è deciso di procedere all'affidamento temporaneo in via d'urgenza del servizio al raggruppamento di imprese che lo scorso fine anno si è aggiudicata la gara d'appalto a evidenza pubblica. Affidamento temporaneo, in attesa della stipula del contratto definitivo. Per completare l'intervento alla Foggia, secondo ilsettore Ecologia, ci vorranno almeno sette giorni.
Agrigentonotizie.
"Corrotto con quaranta palme", quattro mesi a
D'Orsi
Corrotto con quaranta palme", quattro mesi a
D'Orsi
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Quattro mesi di reclusione per l'accusa di corruzione:
secondo i giudici l'ultimo presidente della Provincia, Eugenio
D'Orsi, si sarebbe fatto dare da un vivaista quaranta palme del
suo negozio, destinate alla sua villa di Montaperto, in cambio di un
appalto consistente nella vendita all'ente di tutte le piante
dell'attività, prossima alla chiusura.
La sentenza è stata emessa nel
pomeriggio. Il pubblico ministero Carlo Cinque aveva chiesto
la condanna a sei mesi di reclusione. Il difensore, l'avvocato
Daniela Posante, aveva invece insistito per l'assoluzione sostenendo
che "non esiste alcuna prova dell'accordo fra loro o di un nesso
fra le palme arrivate a casa di D'Orsi e l'acquisto delle piante
fatto dalla Provincia".
La sentenza, dopo una breve
camera di consiglio, è stata emessa dal collegio di giudici
presieduto da Gianfranca Claudia Infantino.
Il processo è una costola
dell'inchiesta principale che ha portato alla condanna di D'Orsi
a un anno di reclusione per l'accusa di avere ottenuto il rimborso
di pranzi e cene senza che risultasse "adeguatamente motivato" il
fine istituzionale. Per tutte le accuse principali - truffa,
peculato, concussione e abuso di ufficio, racchiusi in diversi filoni
di indagine - i giudici hanno deciso l'assoluzione ma
l'appello della Procura non ha reso definitivo il verdetto.
Per la vicenda delle palme, inizialmente qualificata come peculato,
il tribunale aveva emesso un'ordinanza con cui restituiva gli atti
al pm ritenendo che il fatto andasse inquadrato come "corruzione
per l'esercizio della funzione"
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