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Rassegna stampa del 5 luglio 2017

Agrigentonotizie.it

Ex Provincia, meno personale all'Urp e più cantonieri: completata la rimodulazione

„ Il commissario straordinario del Libero consorzio, Giuseppe Marino, ha firmato il provvedimento con il quale è stato definito il programma di ottimizzazione nell'utilizzo delle risorse umane dell'ente. Il provvedimento, annunciato nelle scorse settimane, ha già provocato lo scontro con i sindacati. E' stata disposta la copertura dei posti vacanti di cantoniere "attingendo, - spiega l'ente - in una prima fase, dal bacino del personale a tempo determinato di categoria B ed escludendo dalla selezione alcune fasce di dipendenti non idonei allo svolgimento della nuova attività lavorativa. La copertura dei posti vacanti di capo cantoniere avverrà attingendo dal bacino del personale di categoria C, a tempo indeterminato e pieno, in servizio presso gli Urp periferici". E' stato disposto, inoltre, il ridimensionamento del 60% della consistenza numerica del personale degli Uffici Urp di Sciacca, Ribera, Canicattì, Licata, Bivona e Cammarata "facendo in modo che la consistenza del personale di ogni ufficio non sia inferiore a due unità e non superiore a sei unità".

Scrivo libero.it
Agrigento, rimodulata la dotazione organica del Libero Consorzio
Il Commissario Straordinario del Libero Consorzio Giuseppe Marino ha firmato il provvedimento con il quale è stato definito il programma di ottimizzazione nell'utilizzo delle risorse umane in servizio presso l'Ente. Il provvedimento riguarda parte del personale a tempo determinato, 134 unità lavorative, sia parte di quello a tempo indeterminato che attualmente conta 468 dipendenti. Nei giorni scorsi il Commissario Marino aveva avuto dei colloqui con le forze sociali incontrando le Associazioni sindacali e diversi Sindaci dei Comuni della Provincia dove sono presenti uffici della ex Provincia. Con questo provvedimento si avrà una più efficace ricollocazione, riqualificazione del personale e riconversione delle mansioni svolte dai dipendenti.
Per il Commissario Straordinario Giuseppe Marino la rimodulazione del personale servirà a garantire una maggiore funzionalità dei servizi indispensabili offerti all'utenza con una speciale attenzione a quelli relativi alla viabilità, alla polizia, all'ambiente ed alla protezione civile.
Indubbiamente, secondo il Commissario Marino, l'esiguità delle risorse disponibili ha avuto inevitabili ricadute negative sull'erogazione dei servizi, alcuni dei quali sono stati sospesi, altri fortemente ridimensionati ed altri ancora mantenuti, pur con notevole difficoltà. La distribuzione del personale tra i vari Settori, calibrata in relazione ai servizi erogati nel 2013, anno della riforma dei Liberi Consorzi, si è rilevata nel tempo non più aderente ai bisogni contingenti dell'Ente. Le esigue risorse finanziarie a disposizione dei Liberi Consorzi hanno finito, poi, per limitare notevolmente l'attività di alcuni settori dell'Ente. Questo stato di fatto ha reso, quindi, necessaria una riorganizzazione del personale nonostante il mantenimento delle molteplici competenze derivanti dalle norme regionali in materia di Liberi Consorzi. E' stata disposta la copertura dei posti vacanti di cantoniere attingendo, in una prima fase, dal bacino del personale a tempo determinato di categoria B ed escludendo dalla selezione alcune fasce di dipendenti non idonei allo svolgimento della nuova attività lavorativa. La copertura dei posti vacanti di capo cantoniere avverrà attingendo dal bacino del personale di categoria C, a tempo indeterminato e pieno, in servizio presso gli Urp periferici. Il personale selezionato dovrà essere assegnato, ove possibile, in una zona di lavoro vicina al proprio luogo di residenza. Disposto il potenziamento della Polizia provinciale attingendo, in proporzione alle unità amministrative in atto in servizio, dal bacino del personale in forza presso gli Urp periferici e presso i servizi dello Sport, Spettacolo, Cultura, Affari Generali e Turismo. Disposto il ridimensionamento del 60% della consistenza numerica del personale degli Uffici Urp di Sciacca, Ribera, Canicattì, Licata, Bivona e Cammarata, secondo le modalità stabilite dal provvedimento, facendo in modo che la consistenza del personale di ogni ufficio non sia inferiore a due unità e non superiore a sei unità.
Particolare attenzione è stata posta ai dipendenti disabili che non dovranno essere calcolati ai fini della determinazione del numero minimo e massimo di dipendenti da tenere in ciascun ufficio. Il personale da trasferire dovrà essere, prioritariamente, assegnato all'Ufficio della "Protezione Civile " ed a quello dell'Ambiente, stante l'esigenza di potenziare tali servizi.

Gds.it

Rilievi della Corte dei Conti sul bilancio: lunedì le comunicazioni del governo all'Ars

Alla luce dei rilievi della Corte dei Conti sul bilancio della Regione, l'Ars si ferma in attesa delle decisioni del governo. La seduta di oggi, durante la quale si sarebbe dovuto iniziare l'esame degli articoli del cosiddetto "collegato", è infatti saltata: l'aula è stata riconvocata lunedì prossimo, alle ore 16. All'ordine del giorno ci sono le comunicazioni del governo in merito alla sospensione del giudizio di parifica del rendiconto della Regione, da parte della magistratura contabile. Sulla Regione incombe l'incubo di una manovra correttiva. Magari non di importo elevato ma capace di spingere il governo nelle secche dell'Ars, costringendolo a tenere congelate precauzionalmente somme del bilancio attuale in attesa di ricevere il via libera sul rendiconto del 2016. Ecco cosa potrebbe succedere il 19 luglio, quando le sezioni riunite della Corte dei Conti saranno chiamate a decidere sulla richiesta della Procura: non approvare il bilancio regionale 2016. Il colpo di scena nel giudizio di parifica di venerdì scorso apre scenari mai visti. Non era mai accaduto che il bilancio non ricevesse il via libera. E dunque anche le conseguenze sono tutte da decifrare.



Elezioni regionali in Sicilia: rischio astensione sopra il 50%, bocciato il governo Crocetta

Se si votasse oggi per le Elezioni Regionali in Sicilia, oltre 2 milioni e mezzo di cittadini resterebbero a casa. Su 4 milioni e 600 mila elettori, si recherebbero alle urne circa 2 milioni di siciliani, molto meno della metà degli aventi diritto. È quanto emerge da un'analisi condotta dall'Istituto Demopolis a 4 mesi dal voto del 5 novembre per l'elezione del nuovo Presidente della Regione ed il rinnovo dell'Ars pubblicata oggi da alcuni quotidiani. "Si avverte - afferma il direttore di Demopolis Pietro Vento - una chiara compromissione della fiducia dei cittadini nei partiti e nelle istituzioni regionali. Una larga maggioranza dei siciliani appare convinta che la politica, anche per assenza o cattiva gestione delle risorse, non sia più in grado oggi di incidere sulla vita reale delle famiglie e sulle prospettive delle nuove generazioni". La fiducia nei partiti, come emerge dal trend del Barometro Politico Demopolis, raggiunge il suo minimo storico e crolla al 4%: 16 punti in meno rispetto a 10 anni fa. Èuna regione, la Sicilia, che paga, in modo rilevante, gli effetti della crisi degli ultimi anni: il 53% di chi vive nell'Isola ritiene peggiorata, rispetto a 5 anni fa, la situazione economica della propria famiglia, che rimane invece più o meno uguale per il 42% dei cittadini intervistati da Demopolis. Durissimo è il giudizio dei siciliani sulle mancate politiche per la crescita e per il lavoro da parte della Regione. L'85% dei cittadini valuta negativamente le Politiche per lo sviluppo e l'occupazione attuate in Sicilia negli ultimi anni dal Governo Regionale. "Il riflesso sui partiti e sulle istituzioni politiche regionali - aggiunge il direttore dell'Istituto Demopolis - è evidente e si riflette in una grave disaffezione al voto: in assenza di nuovi segnali di fiducia, l'area dell'astensione rischia, il 5 novembre, di andare oltre qualunque quota fisiologica". Con l'eccezione del Movimento 5 Stelle, che domenica prossima dovrebbe lanciare la candidatura di Giancarlo Cancelleri, degli Autonomisti e del Movimento "Diventerà Bellissima" di Nello Musumeci, le altre forze politiche sembrano faticare nell'identificazione del proprio candidato: la scelta, dopo la rinuncia del presidente del Senato Piero Grasso, appare particolarmente difficile per il PD su cui pesa, in modo più rilevante, l'eredità del Governo Crocetta.


Repubblica.it

GETTONOPOLI A MESSINA intascavano i gettoni ma erano assenti, condannati 17 consiglieri comunali

Tutti condannati, interdetti dai pubblici uffici e costretti al pagamento immediato di 10mila euro a testa. Perfino i due per i quali il pubblico ministero aveva chiesto l'assoluzione. È pesante la sentenza per 17 consiglieri comunali coinvolti nella Gettonopoli messinese, riconosciuti colpevoli a vario titolo per truffa e falso in atti d'ufficio. Pene per 4 anni e più per 15 imputati, solo per due la pena di tre mesi. Tutti condannati al pagamento dei danni al Comune da stabilire in sede civile e di una provvisionale di 10mila euro ciascuno immediatamente esecutiva. Il Comune di Messina, dunque, parte civile nel processo, riceverà subito 170mila euro. Dopo nove ore di camera di consiglio, la prima sezione del tribunale di Messina presieduta da Silvana Grasso, ha pronunciato nella tarda serata di ieri l'atteso verdetto, andando oltre le richieste della procura, sebbene di poco. Una sentenza che colpisce ancora il Consiglio comunale di Messina sul quale pesano altri processi in corso: uno degli imputati, Paolo David, ex capogruppo in consiglio per il Pd (poi migrato insieme a Genovese in Forza Italia) oggi condannato a 4 anni e tre mesi, si era dimesso dal Consiglio comunale dopo il rinvio a giudizio per corruzione elettorale. Quasi 56 anni di pena complessivi per i consiglieri di Messina colti dalle telecamere mentre firmavano e andavano via dopo pochi minuti dalle sedute di commissione per le quali avevano percepito il massimo dell'indennità.
Lo scandalo sui gettoni di presenza aveva travolto i consiglieri nel novembre del 2015 dopo la notifica della misura dell'obbligo di firma. Da allora furono infatti costretti a firmare all'inizio  alla fine di ogni commissione. Gli inquirenti anche attraverso intercettazioni video e ambientali avevano svelato una prassi consolidata di presenze lampo nelle commissioni, anche meno di tre minuti, così come di firme per gli assenti, in totale assenza di delega. Il tutto per percepire il massimo previsto per legge, ovvero oltre 2mila euro raggiungibili fino a 39 presenze. Soldi che in parte dovranno restituire già da oggi. I condannati restano, però, tutti in carica. Le parziali assoluzioni, infatti, salvano gli otto consiglieri sui quali pesava anche il reato di abuso d'ufficio. Nessun di loro verrà sospeso: la Severino prevede la sospensione solo per alcuni reati (come l'abuso d'ufficio) e per pene superiori a due anni in secondo grado. Mentre l'interdizione dai pubblici uffici per cinque anni, inflitta agli imputati, diventerà esecutiva solo dopo che la sentenza passerà in giudicato.
Questi i consiglieri condannati: Piero Adamo (Siamo Messina), 4 anni e 8 mesi. Nicola Cucinotta (Progressisti democratici), 4 anni e 8 mesi. Carlo Abbate (Gruppo misto), 4 anni e 6 mesi. Fabrizio Sottile (Siamo Messina), 4 anni e 3 mesi. Carmelina David (Grande Sud), 4 anni. Angela Burrascano (Megafono), 4 anni. Giovanna Crifò (Pdl), 4 anni e 10 mesi. Pio Amadeo (Siciliademocratica), 4 anni. Paolo David (Fi), 4 anni e 3 mesi. Nicola Crisafi (Ncd), 4 anni. Santi Zuccarello (Gruppo misto), 4 anni e 6 mesi. Benedetto Vaccarino (Grande Sud), 4 anni e 6 mesi. Antonino Carreri (Pdr), 4 anni. Santi Sorrenti (Pdr) 4 anni. Andrea Consolo (Centristi per la Sicilia) 4 anni. Per i due consiglieri, Libero Gioveni (Centristi per la Sicilia) e Nora Scuderi (Felice per Messina) per i quali il pm Francesco Massara aveva chiesto l'assoluzione, una condanna a 3 mesi.  

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