Agrigentonotizie.it
Ex Provincia, meno personale all'Urp e più cantonieri:
completata la rimodulazione
Il commissario straordinario del Libero
consorzio, Giuseppe Marino, ha firmato
il provvedimento
con il quale è stato definito il
programma di ottimizzazione nell'utilizzo delle risorse umane
dell'ente. Il provvedimento, annunciato nelle scorse settimane,
ha
già provocato lo scontro con i sindacati. E'
stata disposta la copertura dei posti vacanti di cantoniere
"attingendo, - spiega l'ente - in una prima fase, dal bacino del
personale a tempo determinato di categoria B ed escludendo dalla
selezione alcune fasce di dipendenti non idonei allo
svolgimento della nuova attività lavorativa.
La copertura dei posti vacanti di capo cantoniere avverrà attingendo
dal bacino del personale di categoria C, a tempo indeterminato e
pieno, in servizio presso gli Urp periferici". E' stato
disposto, inoltre, il ridimensionamento del 60% della consistenza
numerica del personale degli Uffici Urp di Sciacca, Ribera,
Canicattì, Licata, Bivona e Cammarata "facendo
in modo che la consistenza del personale di ogni ufficio non sia
inferiore a due unità e non superiore a sei unità".
Scrivo libero.it
Agrigento,
rimodulata la dotazione organica del Libero Consorzio
Il
Commissario Straordinario del Libero Consorzio Giuseppe Marino ha
firmato il provvedimento con il quale è stato definito il programma
di ottimizzazione nell'utilizzo delle risorse umane in servizio
presso l'Ente.
Il
provvedimento riguarda parte del personale a tempo determinato, 134
unità lavorative, sia parte di quello a tempo indeterminato che
attualmente conta 468 dipendenti. Nei giorni scorsi il Commissario
Marino aveva avuto dei colloqui con le forze sociali incontrando le
Associazioni sindacali e diversi Sindaci dei Comuni della Provincia
dove sono presenti uffici della ex Provincia.
Con
questo provvedimento si avrà una più efficace ricollocazione,
riqualificazione del personale e riconversione delle mansioni svolte
dai dipendenti.
Per
il Commissario Straordinario Giuseppe Marino la rimodulazione del
personale servirà a garantire una maggiore funzionalità dei servizi
indispensabili offerti all'utenza con una speciale attenzione a
quelli relativi alla viabilità, alla polizia, all'ambiente ed alla
protezione civile.
Indubbiamente,
secondo il Commissario Marino, l'esiguità delle risorse
disponibili ha avuto inevitabili ricadute negative sull'erogazione
dei servizi, alcuni dei quali sono stati sospesi, altri fortemente
ridimensionati ed altri ancora mantenuti, pur con notevole
difficoltà.
La
distribuzione del personale tra i vari Settori, calibrata in
relazione ai servizi erogati nel 2013, anno della riforma dei Liberi
Consorzi, si è rilevata nel tempo non più aderente ai bisogni
contingenti dell'Ente. Le esigue risorse finanziarie a disposizione
dei Liberi Consorzi hanno finito, poi, per limitare notevolmente
l'attività di alcuni settori dell'Ente.
Questo
stato di fatto ha reso, quindi, necessaria una riorganizzazione del
personale nonostante il mantenimento delle molteplici competenze
derivanti dalle norme regionali in materia di Liberi Consorzi. E'
stata disposta la copertura dei posti vacanti di cantoniere
attingendo, in una prima fase, dal bacino del personale a tempo
determinato di categoria B ed escludendo dalla selezione alcune fasce
di dipendenti non idonei allo svolgimento della nuova attività
lavorativa. La copertura dei posti vacanti di capo cantoniere avverrà
attingendo dal bacino del personale di categoria C, a tempo
indeterminato e pieno, in servizio presso gli Urp periferici. Il
personale selezionato dovrà essere assegnato, ove possibile, in una
zona di lavoro vicina al proprio luogo di residenza. Disposto il
potenziamento della Polizia provinciale attingendo, in proporzione
alle unità amministrative in atto in servizio, dal bacino del
personale in forza presso gli Urp periferici e presso i servizi dello
Sport, Spettacolo, Cultura, Affari Generali e Turismo.
Disposto
il ridimensionamento del 60% della consistenza numerica del personale
degli Uffici Urp di Sciacca, Ribera, Canicattì, Licata, Bivona e
Cammarata, secondo le modalità stabilite dal provvedimento, facendo
in modo che la consistenza del personale di ogni ufficio non sia
inferiore a due unità e non superiore a sei unità.
Particolare
attenzione è stata posta ai dipendenti disabili che non dovranno
essere calcolati ai fini della determinazione del numero minimo e
massimo di dipendenti da tenere in ciascun ufficio. Il personale da
trasferire dovrà essere, prioritariamente, assegnato all'Ufficio
della "Protezione Civile " ed a quello dell'Ambiente, stante
l'esigenza di potenziare tali servizi.
Gds.it
Rilievi
della Corte dei Conti sul bilancio: lunedì le comunicazioni del
governo all'Ars
Alla
luce dei rilievi della Corte dei Conti sul bilancio della Regione,
l'Ars si ferma in attesa delle decisioni del governo.
La seduta di oggi, durante la quale si sarebbe
dovuto iniziare l'esame degli articoli del cosiddetto "collegato",
è infatti saltata: l'aula è stata riconvocata lunedì prossimo,
alle ore 16. All'ordine del giorno ci sono le comunicazioni
del governo in merito alla sospensione del giudizio di parifica del
rendiconto della Regione, da parte della magistratura contabile.
Sulla Regione incombe l'incubo di una manovra
correttiva. Magari non di importo elevato ma capace di spingere il
governo nelle secche dell'Ars, costringendolo a tenere congelate
precauzionalmente somme del bilancio attuale in attesa di ricevere il
via libera sul rendiconto del 2016. Ecco cosa potrebbe succedere il
19 luglio, quando le sezioni riunite della Corte dei Conti saranno
chiamate a decidere sulla richiesta della Procura: non approvare il
bilancio regionale 2016. Il colpo di scena nel giudizio di
parifica di venerdì scorso apre scenari mai visti. Non era mai
accaduto che il bilancio non ricevesse il via libera. E dunque anche
le conseguenze sono tutte da decifrare.
Elezioni
regionali in Sicilia: rischio astensione sopra il 50%, bocciato il
governo Crocetta
Se si votasse oggi per le Elezioni Regionali
in Sicilia, oltre 2 milioni e mezzo di cittadini
resterebbero a casa. Su 4 milioni e 600 mila elettori, si
recherebbero alle urne circa 2 milioni di siciliani, molto meno della
metà degli aventi diritto.
È quanto emerge da un'analisi condotta
dall'Istituto Demopolis a 4 mesi dal voto del 5 novembre per
l'elezione del nuovo Presidente della Regione ed il rinnovo dell'Ars
pubblicata oggi da alcuni quotidiani.
"Si avverte - afferma il direttore di Demopolis
Pietro Vento - una chiara compromissione della fiducia dei cittadini
nei partiti e nelle istituzioni regionali. Una larga maggioranza dei
siciliani appare convinta che la politica, anche per assenza o
cattiva gestione delle risorse, non sia più in grado oggi di
incidere sulla vita reale delle famiglie e sulle prospettive delle
nuove generazioni". La fiducia nei partiti, come emerge dal
trend del Barometro Politico Demopolis, raggiunge il suo minimo
storico e crolla al 4%: 16 punti in meno rispetto a 10 anni fa. Èuna
regione, la Sicilia, che paga, in modo rilevante, gli effetti della
crisi degli ultimi anni: il 53% di chi vive nell'Isola ritiene
peggiorata, rispetto a 5 anni fa, la situazione economica della
propria famiglia, che rimane invece più o meno uguale per il 42% dei
cittadini intervistati da Demopolis. Durissimo è il giudizio dei
siciliani sulle mancate politiche per la crescita e per il lavoro da
parte della Regione. L'85% dei cittadini valuta negativamente le
Politiche per lo sviluppo e l'occupazione attuate in Sicilia negli
ultimi anni dal Governo Regionale. "Il riflesso sui partiti e
sulle istituzioni politiche regionali - aggiunge il direttore
dell'Istituto Demopolis - è evidente e si riflette in una grave
disaffezione al voto: in assenza di nuovi segnali di fiducia, l'area
dell'astensione rischia, il 5 novembre, di andare oltre qualunque
quota fisiologica". Con l'eccezione del Movimento 5 Stelle, che
domenica prossima dovrebbe lanciare la candidatura di Giancarlo
Cancelleri, degli Autonomisti e del Movimento "Diventerà
Bellissima" di Nello Musumeci, le altre forze politiche sembrano
faticare nell'identificazione del proprio candidato: la scelta, dopo
la rinuncia del presidente del Senato Piero Grasso, appare
particolarmente difficile per il PD su cui pesa, in modo più
rilevante, l'eredità del Governo Crocetta.
Repubblica.it
GETTONOPOLI A MESSINA
intascavano
i gettoni ma erano assenti, condannati 17 consiglieri comunali
Tutti condannati,
interdetti dai pubblici uffici e costretti al pagamento immediato di
10mila euro a testa. Perfino i due per i quali il pubblico ministero
aveva chiesto l'assoluzione. È pesante la sentenza per 17
consiglieri comunali coinvolti nella Gettonopoli messinese,
riconosciuti colpevoli a vario titolo per truffa e falso in atti
d'ufficio. Pene per 4 anni e più per 15 imputati, solo per
due la pena di tre mesi. Tutti condannati al pagamento dei danni
al Comune da stabilire in sede civile e di una provvisionale di
10mila euro ciascuno immediatamente esecutiva. Il Comune di Messina,
dunque, parte civile nel processo, riceverà subito 170mila euro.
Dopo nove ore di camera di consiglio, la prima sezione del tribunale
di Messina presieduta da Silvana Grasso, ha pronunciato nella tarda
serata di ieri l'atteso verdetto, andando oltre le richieste
della procura, sebbene di poco. Una sentenza che colpisce ancora il
Consiglio comunale di Messina sul quale pesano altri processi in
corso: uno degli imputati, Paolo David, ex capogruppo in consiglio
per il Pd (poi migrato insieme a Genovese in Forza Italia) oggi
condannato a 4 anni e tre mesi, si era dimesso dal Consiglio comunale
dopo il rinvio a giudizio per corruzione elettorale. Quasi 56 anni di
pena complessivi per i consiglieri di Messina colti dalle telecamere
mentre firmavano e andavano via dopo pochi minuti dalle sedute
di commissione per le quali avevano percepito il massimo
dell'indennità.
Lo scandalo sui gettoni di presenza aveva
travolto i consiglieri nel novembre del 2015 dopo la notifica
della misura dell'obbligo di firma. Da allora furono infatti
costretti a firmare all'inizio alla fine di ogni
commissione. Gli inquirenti anche attraverso intercettazioni
video e ambientali avevano svelato una prassi consolidata di presenze
lampo nelle commissioni, anche meno di tre minuti, così come
di firme per gli assenti, in totale assenza di delega. Il tutto
per percepire il massimo previsto per legge, ovvero oltre 2mila euro
raggiungibili fino a 39 presenze. Soldi che in parte dovranno
restituire già da oggi. I condannati restano, però, tutti in
carica. Le parziali assoluzioni, infatti, salvano gli otto
consiglieri sui quali pesava anche il reato di abuso
d'ufficio. Nessun di loro verrà sospeso: la Severino prevede
la sospensione solo per alcuni reati (come l'abuso d'ufficio) e
per pene superiori a due anni in secondo grado. Mentre l'interdizione
dai pubblici uffici per cinque anni, inflitta agli
imputati, diventerà esecutiva solo dopo che la sentenza
passerà in giudicato.
Questi i consiglieri condannati: Piero
Adamo (Siamo Messina), 4 anni e 8 mesi. Nicola Cucinotta
(Progressisti democratici), 4 anni e 8 mesi. Carlo Abbate (Gruppo
misto), 4 anni e 6 mesi. Fabrizio Sottile (Siamo Messina), 4 anni e 3
mesi. Carmelina David (Grande Sud), 4 anni. Angela Burrascano
(Megafono), 4 anni. Giovanna Crifò (Pdl), 4 anni e 10 mesi. Pio
Amadeo (Siciliademocratica), 4 anni. Paolo David (Fi), 4 anni e 3
mesi. Nicola Crisafi (Ncd), 4 anni. Santi Zuccarello (Gruppo misto),
4 anni e 6 mesi. Benedetto Vaccarino (Grande Sud), 4 anni e 6 mesi.
Antonino Carreri (Pdr), 4 anni. Santi Sorrenti (Pdr) 4 anni. Andrea
Consolo (Centristi per la Sicilia) 4 anni. Per i due consiglieri,
Libero Gioveni (Centristi per la Sicilia) e Nora Scuderi (Felice per
Messina) per i quali il pm Francesco Massara aveva chiesto
l'assoluzione, una condanna a 3 mesi.