Agrigentoweb
Nuovo indirizzo di studio autorizzato al Liceo Scientifico Statale "E. Fermi" di Sciacca
Il Commissario straordinario Giuseppe Marino ha autorizzato l'istituzione di un nuovo corso di studi denominato Liceo Scientifico ad indirizzo sportivo - Liceo Sportivo da attivare nella sede del Liceo Scientifico Statale "E. Fermi" di Sciacca. La creazione del nuovo indirizzo di studio per l'anno 2018/2019 è stata comunicata dalla Prof. Giuseppa Di Liberto tramite un'apposita richiesta inviata al Libero Consorzio Comunale di Agrigento. L'istruttoria è stata curata dal Settore Politiche attive del Lavoro e dell'Istruzione. Un'analoga richiesta dell'Istituto era già stata approvata lo scorso anno, ma non ha ricevuto il decreto di istituzione. Per l'attivazione del Liceo Sportivo saranno utilizzate le aule già disponibili oltre agli stessi laboratori degli altri indirizzi di studio, nonché le strutture sportive idonee all'indirizzo. L'autorizzazione del Libero Consorzio è necessaria per la parte relativa ad eventuali oneri finanziari per gli edifici scolastici e le aule da destinare ai nuovi indirizzi di studio. Allo stato attuale, purtroppo, non possono essere assunti dal Libero Consorzio eventuali ulteriori oneri a causa della critica situazione finanziaria, a meno che non arrivino nuovi trasferimenti da parte della Regione e dello Stato. Dopo l'autorizzazione del Libero Consorzio toccherà alla Regione valutare la documentazione per la creazione di questo nuovo indirizzo. Il nuovo indirizzo scolastico, se autorizzato, servirà a migliorare l'offerta formativa da destinare ai giovani delle scuole medie superiori della provincia creando un'occasione di studio in un settore di recente istituzione.
Giornale di Sicilia
La visita del presidente Mattarella. Il sindaco Firetto: «La Girgenti raccontata dal nostro premio Nobel, Luigi Pirandello, ha uno dei suoi simboli che rischia di crollare»
Nella Valle «riecheggia»
la ferita della cattedrale
Traffico paralizzato sia sulla statale 640 che al viale Alberato, automobilisti esasperati ed agrigentini assenti alla Valle dei Templi. Sono stati i risvolti del premio «Pirandello » e della visita del presidente della Repubblica fra la casa natale del premio Nobel ed il tempio della Concordia. Ed in occasione delle celebrazioni per il 150esimo anniversario della nascita del grande drammaturgo è stata rievocata una delle emergenze di Agrigento: la cattedrale di San Gerlando chiusa da anni ed anni. Lo ha fatto il sindaco Lillo Firetto ai piedi del tempio della Concordia, mentre il capo dello Stato era seduto in platea. «Siamo attraversati da un fermento di orgoglio: il nostro più celebre concittadino, premio Nobel per la letteratura, viene ricordato alla presenza del capo dello Stato, nostro conterraneo - ha detto Firetto, ringraziando Mattarella a nome di Agrigento per la sua presenza - . E viene ricordato in un luogo patrimonio dell'Umanità. Orgoglio, fiducia in noi stessi, variabili essenziali per la crescita del nostro territorio. Agrigento vive un suo tempo di grandi potenzialità, recenti scavi archeologici con la scoperta del teatro antico stanno ridefinendo - ha spiegato a Mattarella che poco prima aveva visitato il cantiere degli scavi - la stessa immagine del Parco archeologico, con un luogo centrale: l'agorà ancora da scavare che si annuncia fra le più grandi e monumentalizzate piazze dell'età Ellenistico- Romana. Assieme ai Templi sarà una tappa obbligata. La città registra oggi un vertiginoso aumento di flussi turistici, con una capacità di risposta del territorio nuova, vitale ed in crescita d'efficienza.
Pirandello amava i luoghi del Parco: i templi ed il bosco di mandorli ed olivi. Le sue opere raccontano anche il borgo sulla collina, la sua Girgenti, il cui simbolo la cattedrale normanna di San Gerlando oggi rischia di franare - ha incalzato Firetto - e con essa la credibilità di chi non sta facendo tutto il necessario per salvaguardarla. Con la cattedrale chiusa ci manca un essenziale elemento identitario, emblema oggi dell'accoglienza in un momento in cui il nostro arcivescovo, il cardinale Francesco Montengro e tutta la comunità agrigentina, si trovano impegnati in una epocale missione d'accoglienza». Proprio sulla cattedrale di San Gerlando, il presidente della Regione Rosario Crocetta, prima dell'arrivo del presidente della Repubblica alla casa natale di Pirandello, aveva detto: «I fondi per la cattedrale sono stati inseriti nel Patto per il Sud. Il problema è avere i progetti esecutivi. Noi siamo pronti, avrò modo di parlarne al presidente Mattarella, ma per quanto ci riguarda è stato fatto tutto, abbiamo finanziato». «La ricorrenza del 150esimo - ha evidenziato Firetto - sta riannodando il rapporto fra la nostra città e il suo figlio illustre. Un rapporto che non può non rafforzarsi in una prospettiva di esaltazione culturale e di accrescimento di potenzialità. Lo richiede, del resto, il suo ruolo assoluto nella letteratura del Novecento in particolare». Gli attori Sebastiano Lo Monaco hanno interpretato dei passaggi di opere salienti di Pirandello. Ed il presidente Sergio Mattarella è rimasto in platea, incantato. Non sapevano però dei momenti salienti che si stavano vivendo ai piedi del tempio della Concordia, gli automobilisti agrigentini che, quasi disperati, continuavano a suonare il clacson ai piedi - lungo la statale 640 - del tempio di Giunone. (*CR*)
Sciacca
Liceo Scientifico: sì all'indirizzo sportivoIl commissario straordinario del Libero Consorzio Comunale di Agrigento, Giuseppe Marino, ha autorizzato l'istituzione di un nuovo corso di studi denominato Liceo Scientifico ad indirizzo sportivo. Sarà attivato nella sede del liceo "Fermi" di Sciacca guidato dal dirigente scolastico Giuseppa Diliberto. Il nuovo indirizzo di studi sarà attivato dall'anno scolastico 2018/2019.
(*GP*)
Le manifestazioni per Pirandello. Premio speciale della giuria a Toni Servillo. Riconoscimento anche al giovane commissario Montalbano, Michele Riondino
Mattarella nella casa dello scrittore Nobel
Il presidente ha poi visitato gli scavi archeologici per la ricerca del teatro Ellenistico, nel cuore della Valle dei Templi
Concetta Rizzo - AGRIGENTO
Il premio speciale «Pirandello» è stato consegnato a Toni Servillo, «grande interprete italiano, maestro della recitazione», come ha motivato la giuria presieduta da Gianni Puglisi, vicepresidente della reccani. Riconoscimento anche a Michele Riondino, l'attore che, nelle fiction televisive tratte dai racconti di Andrea Camilleri, interpreta il ruolo del giovane commissario Montalbano. Alla cerimonia, che si volge ai piedi del Tempio della Concordia di Agrigento, hanno assistito, tra gli altri, il presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, e il ministro degli Esteri, Angelino Alfano. «Sono figlio del Caos e non allegoricamente, ma in giusta realtà perché son nato in una nostra campagna che trovasi presso ad un intricato bosco denominato in forma dialettale «Càvusu » dagli abitanti di Girgenti, orruzione dialettale del genuino e antico vocabolo greco Xàos». Questo frammento di lettera che Pirandello scrisse, con pizzico di civetteria, nel 1893, all'amico Pio Spezi, è stato letto ieri sera - ai piedi del tempio della Concordia - dal sindaco di Agrigento Lillo Firetto per l'overture della cerimonia di consegna del premio «Pirandello». E proprio da contrada Caos, dalla casa natale di Luigi Pirandello, è iniziata, alle 19,15, la visita del presidente della Repubblica Sergio Mattarella. Ha visitato la residenza del premio Nobel agrigentino ed ha assistito alla scopertura, fatta dal presidente della Regione Rosario rocetta, di una targa - posta nel piazzale della casa natale - che commemora la visita istituzionale del capo dello Stato. Non ha rilasciato dichiarazioni Mattarella che si è soffermato soltanto con l'ufficiale al merito della Repubblica Maria Volpe. «Appena si sono incontrati gli sguardi, lui si è avvicinato e mi ha detto che è stato un piacere rincontrarmi - ha detto Maria Volpe, l'ispettore della polizia Stato, da anni ed anni impegnata con gli immigrati minorenni - . È stato un piacere rincontrarlo per me. Faccio il mia lavoro semplicemente con amore». Il presidente era arrivato una ventina di minuti prima all'eliporto di Porto Empedocle dove ad attenderlo c'era il prefetto Nicola Diomede, il sindaco di Porto Empedocle Ida Carmina, il comandante della Guardia costiera Filippo Maria Parisi ed i vertici di polizia, carabinieri e guardia di finanza. Dopo casa Pirandello, grazie all'apripista della polizia Stradale, il capo dello Stato ha raggiunto in una manciata di minuti il Parco archeologico dove ha visitato gli scavi archeologici per la ricerca del teatro Ellenistico, nel cuore della Valle dei Templi. A fare da apripista per rapidi spostamenti è la polizia Stradale di Agrigento. Dalle nuove scoperte a quelle antiche perché il capo dello Stato è stato anche a Villa Aurea per visitare «I tesori di Akragas», i reperti dell'antica Akragas greca che normalmente sono custoditi ed esposti al British museum di Londra e che, dallo scorso 21 aprile, sono in vetrina ad Agrigento. Poi, l'arrivo alla Valle dei Templi dove ai piedi del tempio della Concordia c'erano le autorità ad attenderlo. Fra questi anche il ministro degli Esteri Angelino Alfano, il governatore Crocetta, il presidente dell'Ars Giovanni Ardizzone e l'arcivescovo di Agrigento, cardinale Francesco Montenegro. A fare da madrina l'attrice Pamela Villoresi. Sono stati assegnati, per il teatro, la targa speciale all'attore Michele Riondino ed il premio «Pirandello » all'attore Toni Servillo che è stato consegnato dal presidente dell'Ars Giovanni Ardizzone. A presenziare, in platea, il presidente della Repubblica Sergio Mattarella che, era stato accolto dall'Inno di Mameli e che è stato salutato da «Nessun dorma». (*CR*)
Agrigentooggi
A Sciacca il primo liceo con indirizzo sportivo della provincia di Agrigento
Nuovo indirizzo di studio autorizzato al Liceo Scientifico Statale "E. Fermi" di Sciacca
Il Commissario straordinario Giuseppe Marino ha autorizzato l'istituzione di un nuovo corso di studi denominato Liceo Scientifico ad indirizzo sportivo - Liceo Sportivo da attivare nella sede del Liceo Scientifico Statale "E. Fermi" di Sciacca. La creazione del nuovo indirizzo di studio per l'anno 2018/2019 è stata comunicata dalla Prof. Giuseppa Di Liberto tramite un'apposita richiesta inviata al Libero Consorzio Comunale di Agrigento. L'istruttoria è stata curata dal Settore Politiche attive del Lavoro e dell'Istruzione. Un'analoga richiesta dell'Istituto era già stata approvata lo scorso anno, ma non ha ricevuto il decreto di istituzione.
Per l'attivazione del Liceo Sportivo saranno utilizzate le aule già disponibili oltre agli stessi laboratori degli altri indirizzi di studio, nonché le strutture sportive idonee all'indirizzo. L'autorizzazione del Libero Consorzio è necessaria per la parte relativa ad eventuali oneri finanziari per gli edifici scolastici e le aule da destinare ai nuovi indirizzi di studio. Allo stato attuale, purtroppo, non possono essere assunti dal Libero Consorzio eventuali ulteriori oneri a causa della critica situazione finanziaria, a meno che non arrivino nuovi trasferimenti da parte della Regione e dello Stato. Dopo l'autorizzazione del Libero Consorzio toccherà alla Regione valutare la documentazione per la creazione di questo nuovo indirizzo. Il nuovo indirizzo scolastico, se autorizzato, servirà a migliorare l'offerta formativa da destinare ai giovani delle scuole medie superiori della provincia creando un'occasione di studio in un settore di recente istituzione.
ILFATTOQUOTIDIANO.IT
Anac, Raffaele
Cantone: "La pubblica amministrazione fatica ad accettare la
trasparenza"
I dati, ma soprattutto la traduzione
dei dati. Che porta ad un'amara conclusione: "La
pubblica amministrazione fatica ad accettare la trasparenza".
Parola di Raffaele Cantone, che ha fatto il bilancio
del lavoro dell'Anac nel 2016 durante il suo intervento in
Parlamento, sottolineando una situazione di "luci
e ombre nell'applicazione dei vari strumenti,
confermate dalle attività di vigilanza". Tasto
dolente è, appunto, quello della trasparenza.
In tal senso, il numero uno dell'Anac ha sottolineato la "rivolta"
di una parte della dirigenza contro la norma che
prevede la pubblicazione dei compensi per i funzionari
pubblici. Una legge che, "seppur forse eccessiva,
intendeva promuovere forme diffuse di accountability
e dimostra purtroppo come la trasparenza, al di là delle
proclamazioni di principio, fatichi a essere
realmente accettata". Parole dure
quelle dell'ex magistrato antimafia. Che ha dato i
numeri di un anno di lavoro. "Lo scorso anno sono state avviate 845
istruttorie, soprattutto nei confronti di comuni, strutture
sanitarie e società pubbliche - ha detto Cantone - mentre
pochissime (12) sono state le sanzioni irrogate, a
conferma del loro utilizzo solo come extrema ratio
ma anche dell'elevato livello di adeguamento alle richieste
dell'Autorità.
I SETTORI DI
INTERVENTO
Il presidente dell'Anac, poi, ha ricordato
il primo Piano nazionale anticorruzione, emanato lo scorso anno, che
ha "dedicato focus di approfondimento alle aree particolarmente
esposte al rischio corruttivo (come gli acquisti, la tutela del
territorio, la valorizzazione dei beni culturali)" e fornito
indicazioni a chi ha più difficoltà a costruire un presidio
anticorruzione, in particolare i piccoli comuni e le scuole". Uno
dei settori con le maggiori criticità è da sempre quello della
sanità, che "per i rapporti curati da organizzazioni indipendenti,
i tanti fatti di cronaca e le ingenti risorse investite continua a
destare particolare preoccupazione - è stato il parere del
magistrato - Grazie alla proficua collaborazione con il Ministero
della salute e Agenas si sono individuate le aree più vulnerabili ad
abusi e corruzione (gli appalti, i concorsi, l'accreditamento, la
gestione dei proventi delle sperimentazioni cliniche, delle liste
d'attesa e delle camere mortuarie) e si è chiesto di adottare per
esse specifiche misure preventive - ha continuato - la cui
attuazione sarà oggetto di un piano ispettivo ad hoc. Un'attività
volta non a criminalizzare ma a preservare un settore che ha grandi
eccellenze e che consente a tutti l'accesso alle cure".
NUMERI E RISULTATI DI
UN ANNO DI LAVORO
Come si evince dalla relazione
annuale, poi, è ampia la rosa di ambiti su cui
Anac è intervenuta: da Consip ad Anas,
dalla Rai alla ricostruzione post sisma fino ai
servizi per i Centri di accoglienza. È aumentato, poi, il
numero di richieste di intervento dell'Autorità
con il metodo collaborativo, sperimentato per la prima volta con Expo
2015: nel 2016 sono state emanate ben 1.388 delibere (per lo
più, provvedimenti di vigilanza, pareri, linee guida, sanzioni,
ecc.) e nei primi 5 mesi di quest'anno si è già superata quota
600. Lo strumento del commissariamento degli appalti è
stato adottato, da quando è stato istituito, 32 volte, in
particolare con 23 commissariamenti veri e propri e 9 misure di
sostegno e monitoraggio. Per quanto riguarda l'attività di
vigilanza, come detto, nel 2016 sono state avviate 845
istruttorie. Nel campo dei conflitti di interesse e di
inconferibilità e incompatibilità degli incarichi,
i procedimenti avviati sono stati 149, anche se i risultati sono
stati spesso deludenti per una carenza delle norme rispetto alla
quale il presidente Cantone è tornato a sollecitare come una
"indifferibile rivisitazione". In materia di trasparenza sono
stati aperti 193 procedimenti di vigilanza, a cui si aggiungono 59
procedimenti sanzionatori per mancata pubblicazione
dei dati concernenti i titolari di incarichi politici. Su questo
fronte si registra un mancato adeguamento delle amministrazioni agli
indirizzi Anac nel 40% dei casi, tasso che interessa piccoli comuni,
ma anche realtà grandi come Roma e Milano. Per quanto riguarda il
nuovo codice degli appalti, 656 sono stati i pareri e le risposte in
forma breve resi dall'Anac, 56 le delibere di vigilanza, 76 gli
accertamenti ispettivi (in parte condotti in collaborazione con la
Guardia di Finanza e la Ragioneria
Generale dello Stato) e 29 i protocolli di vigilanza collaborativa.
Nel settore dei lavori pubblici l'Autorità, che si è occupata di
numerose importanti infrastrutture, ha ricevuto circa 1.800
segnalazioni. Cresce, infine, il ricorso al "whistleblowing":
le segnalazioni di presunti illeciti da parte dei lavoratori sono
state 235 nel 2015, 252 nel 2016 e oltre 260 nei primi 5 mesi di
quest'anno, ma la qualità resta bassa, segno di una scarsa
comprensione dell'istituto.
Sicilia24h.it
Agrigento,
Spataro: "La sede universitaria in via Atenea gestita da Palermo!"
"Nonostante l'ottimo
lavoro in Commissione consiliare, la gestione didattica della sede
del Consorzio universitario di Agrigento nei locali dell'ex
ospedale civile, in via Atenea, è stata letteralmente strappata al
Comune di Agrigento, e riservata esclusivamente all'Università di
Palermo".
Così dichiara il consigliere comunale di Forza
Italia, Pasquale Spataro, che spiega: "L'Università di Palermo e
il Comune di Agrigento hanno sottoscritto una convenzione per
l'utilizzo e la gestione dei locali dell'ex ospedale in via
Atenea come sede universitaria. E ciò non gratuitamente. Il Comune
infatti ha compartecipato alla spesa per 3 milioni di euro. Ebbene,
la convenzione esclude paradossalmente qualsiasi ipotesi di ingerenza
del Comune di Agrigento nelle modalità di gestione strutturale e
didattica della stessa sede, nonostante il contributo versato e
nonostante - ancora più grave - il Comune di Agrigento sia socio
di maggioranza del Consorzio universitario. La questione è stata già
posta all'attenzione del sindaco, Calogero Firetto, il quale,
anziché rispondere alle legittime e fondate riserve espresse dal
Consiglio, si è trincerato dietro l'ormai rituale evanescenza e
indifferenza. Non demorderemo in tale ambito, a difesa delle più che
legittime prerogative del Consorzio universitario di Agrigento e, più
in genere, della città di Agrigento" - conclude Pasquale
Spataro.
Livesicilia.it
Comuni
in rosso, ma con le auto blu
A Calamonaci una ogni 200 abitanti
I comuni sono spesso in difficoltà economiche.
Con i conti in "rosso" o quasi, anche in seguito ai tagli
statali. Ma molti di questi però non rinunciano alle famigerate
autoblu. Anzi,
rispetto al 2015, il dato complessivo nazionale vede una impennata di
queste vetture proprio negli enti locali: il totale è quasi
raddoppiato.
In Sicilia a fare la parte
del leone è la città di Trapani.
Se si considerano, infatti, le auto con autista (sia che se ne faccia
un uso esclusivo o condiviso tra più rappresentanti istituzionali),
il capoluogo recentemente commissariato con l'invio dell'ex
Procuratore Francesco Messineo,
può contare su 32 auto blu.
A ruota altri
due capoluoghi: quelli di Messina e Palermo, guidati da due sindaci
"fuori dagli schemi" come Renato Accorinti e l'appena
riconfermato Leoluca Orlando:
sono 24 in questo caso le auto servite da autista. Il primo comune
tra quelli non capoluogo, invece, è, un po' a sorpresa, quello di
Bagheria:
lì, infatti, il sindaco è il grillino
Patrizio Cinque.
Nemmeno la sua presenza, al momento, è riuscita a ridurre al minimo
uno dei simboli di quella "casta" contro cui il Movimento
cinque stelle ha
dichiarato guerra. E anche in confronto alle altre città d'Italia,
spicca il dato siciliano: solo prendendo come riferimento altri
comuni capoluogo, si scopre che nelle città siciliane prima citate,
spesso le auto blu sono più del doppio o del triplo: sono 5 a
Bergamo, 6 a Cosenza, addirittura solo una a Firenze e Genova.
I
numeri sono il frutto del periodico censimento operato dal Ministero
della Funzione pubblica.
I dati sono stati raccolti fino al 28 febbraio scorso e adesso
trovano posto in un ampio report, di 203 pagine. Un documento che
consente anche qualche altro confronto: le auto blu di Trapani,
Palermo, Messina e Bagheria, sono più del
doppio (e nel caso di Trapani quasi il triplo) di quelle a
disposizione del Comune di Catania, guidato da Enzo Bianco:
sono nove le vetture con autista nel capoluogo etneo. Appena due in
più di quelle a disposizione del piccolo Comune
di Calamonaci:
poco più di 1.300 abitanti e sette auto blu:
una ogni duecento persone.
Più di quelle a disposizione di un capoluogo di Regione come
Cagliari (sei).
Questi i dati dei Comuni
relativi, come detto, alle auto fornite di autista.
In termini assoluti, invece, considerando anche le cosiddette "auto
di servizio" a disposizione degli uffici, ecco che a spiccare in
Sicilia è il comune di Messina con 53 auto complessivamente, seguito
da Bagheria con 51, Ragusa con 47. Carlentini con 42 auto di servizio
può contare su un parco macchine superiore a quello di Trapani (36
in tutto) e Palermo (33). Seguono Patti con 32 e Biancavilla con 31.
Dati, questi, complessivamente in linea con quelli italiani. Se si
considera ad esempio che la capitale Roma dispone di 131 auto blu su
146 auto complessive e che capoluoghi come Bologna dispone di 63
vetture, a Brescia sono cento, a Modena 94 e a Firenze 110. Ma queste
sono vetture di servizio, appunto. Auto a disposizione degli uffici.
Senza autista. Il funzionario che avrà bisogno della vettura dovrà
guidarla da sé. Le carrozze col "cocchiere" sono ancora, invece,
una specialità siciliana.
Il rendiconto della Regione
Un miliardo per le spa degli amici
Nessuno
controlla le Partecipate
Solo nell'era Crocetta sono costate un miliardo di euro.
Peccato che il settore delle società partecipate sia "fuori
controllo".
Nonostante il governatore si sia impegnato, in questi anni, a inviare
a capo delle aziende regionali - specie quelle più 'popolose'
- amministratori a lui molto vicini. Graditissimi.
I
risultati? Pessimi, secondo la Corte dei conti, che ha fotografato il
sistema delle partecipate nelle pagine del rendiconto.
A cominciare proprio dai costi. Che non sono mai sensibilmente
calati, nonostante gli annunci del presidente, fin dall'alba della
legislatura. I carrozzoni regionali, infatti, anche nel 2016 sono
costati oltre 250 milioni di euro.
Una cifra che, come detto, ricalca quella degli anni precedenti. Per
giungere, solo nella legislatura in corso, a una spesa complessiva a
nove zeri. Più di un miliardo di euro.
Soldi
dovuti soprattutto al personale. Numerosissimo. A rappresentare una
vera e propria Regione parallela,
mai realmente intaccata dalla rivoluzione crocettiana: sono sempre
lì, più di settemila dipendenti,
chiamati nelle aziende quasi sempre senza una vera selezione. E
altri, il governo e l'Ars stanno cercando di aggiungere. Sono i
casi, citati nel rendiconto, della Crias e
dell'Iridas ad
esempio. Norme approvate da Sala d'Ercole ma che la Corte, sia in
veste di Controllo che di Procura, ha censurato fortemente. "Nel
2016 - scrive ad esempio la Corte - sono state introdotte
disposizione relative agli enti vigilati, ai consorzi di bonifica,
alle società partecipate, le quali - più che a risparmi di spesa
- sembrano orientate alla salvaguardia del personale". Altro che
rivoluzione, insomma. Altro che risparmi. Perché in questo settore,
annota la Sezione di controllo, anche le "disposizioni sulla
revisione della spesa" hanno dato "risultati alquanto modesti".
Anzi, le spese di funzionamento di questi enti "hanno subito un
sostanziale aumento per effetto del riconoscimento nel corso
dell'anno di numerosi debiti fuori bilancio".
Ancora
tutte lì, le costosissime partecipate. O quasi tutte lì, se si
esclude un gruppetto di enti con personale non molto numeroso finite
in liquidazione.
Anche perché la tante volte annunciata riforma
delle partecipate è rimasta sulla carta.
"Neppure nel 2016 - scrive infatti la Corte - è stato attuato
l'articolo 39 della legge regionale 9 del 2015, che aveva previsto
l'approvazione di un piano di riordino degli enti regionali, al
fine di concorrere al raggiungimento degli obiettivi di contenimento
della spesa pubblica". Un riordino scritto all'interno di una
legge. E mai diventato davvero operativo, quindi.
Enti che, tra
l'altro, agiscono un po' come repubbliche
autonome. Quasi
slegate dal socio unico Regione. "L'inerzia degli enti nel
rispondere alle richieste di informazioni da parte della Ragioneria
generale - scrive la Corte - è indicativa di un'oggettiva e
permanente debolezza intrinseca dei controlli". E così, al di là
del "caso" raccontato dal Procuratore generale d'Appello Pino
Zingale, relativo a una ispezione della
Regione a Sicilia e-servizi fallita per un "alt" di Antonio
Ingroia, vicenda
smentita
dallo stesso amministratore unico dell'azienda, dalle pagine della
relazione delle Sezioni riunite emerge comunque questo clima di
libertà totale, nonostante i soldi che garantiscono gli stipendi del
personale e i compensi degli amministratori unici e dei consiglieri
di amministrazione siano pubblici.
E gli
amministratori, in particolare, sono in molti casi fedelissimi del
presidente della Regione.
A cominciare proprio dall'ex pm Antonio
Ingroia,
proseguendo con l'amministratore unico di
Riscossione Sicilia Antonio Fiumefreddo.
A questa azienda, la corte dedica più di un passaggio. Segnalando,
ad esempio, la netta crescita delle riscossioni. Ma c'è anche
dell'altro. "Queste Sezioni riunite non possono non rilevare -
si legge nella relazione - che le pesanti perdite dei bilanci
societari negli ultimi anni hanno portato il patrimonio netto di
'Riscossione Sicilia S.p.a.' da una consistenza di 40,7 milioni
di euro alla data del 31 dicembre 2010, ad un valore negativo di 562
milioni di euro al 31 dicembre 2015, con una quota di partecipazione
della Regione Siciliana del 99,95%. I risultati operativi
dell'esercizio 2016, evidenziati nel relativo preconsuntivo ed i
dati previsionali relativi all'esercizio 2017, contenuti nel Piano
Economico Annuale, - prosegue la relazione - confermano la situazione
illustrata, con un reddito netto negativo nel 2016 di 10,4 milioni e
registrano un risultato peggiore rispetto al 2015: peraltro, il
risultato del 2017 è previsto anch'esso negativo per circa 7,7
milioni".
Oltre a Riscosisone, il
"grosso" dei costi delle partecipate poggia su altre tre aziende:
si tratta di Seus, Sas e Ast.
A capo dell'azienda dei trasporti Massimo
Finocchiaro
(finito col governatore dentro la recente inchiesta su politica e
aliscafi), a capo dei Servizi ausiliari Sicilia il gelese Sergio
Tufano, mentre
alla "guida" delle ambulanze della Seus l'ex componente
dell'ufficio di gabinetto Gaetano
Montalbano. Tutti
fedelissimi del presidente della Regione. Aziende,
le partecipate nel loro insieme, che hanno spinto la Corte dei conti
a lanciare un vero e proprio allarme.
In queste spa si registrano "difformità dei documenti contabili
rispetto alla vigente normativa, bilanci di previsione e variazioni
di bilancio presentati ad esercizio di riferimento scaduto,
rendiconti precedenti al 2015 non approvati, gestione provvisoria
autorizzata per l'intero anno, mancata trasmissione delle relazioni
semestrali dei collegi dei revisori". Un sistema fuori controllo.
Costato, solo nell'era Crocetta, più di un miliardo.
Scrivo libero.it
Il
Giardino Botanico, oasi verde nel cuore di Agrigento, da oggi diventa
anche un souvenir per turisti e visitatori.
Una
cartolina illustrativa e una brouchure pieghevole saranno da oggi a
disposizione degli utenti delle Urp del Libero Consorzio comunale di
Agrigento. Il materiale illustrativo, si è avvalso del progetto
grafico di Angelo Palillo, delle foto di Giuseppe Passarello e dei
testi dell'Ufficio stampa del Libero Consorzio.
In
particolare, la bruochure pieghevole, contiene al suo interno anche
una mappa sintetica della Città dei Templi e della Valle per
permettere un rapido orientamento del visitatore nei luoghi di
principale interesse storico e paesaggistico. La cartolina descrive
invece il giardino Botanico come "oasi verde nell'azzurro del
Mediterraneo" a corredo di un'immagine che riprende il tempio
della Concordia visto dal Giardino Botanico.
L'oasi
verde è stata inserita anche all'interno della nuova tiratura di
City map che il Libero Consorzio ha recentemente stampato e messo in
distribuzione nelle Urp.
Il
Giardino Botanico, è stato inserito, per la prima volta lo scorso
marzo, nell'itinerario visite delle Giornate di Primavera del Fai,
classificandosi primo in provincia di Agrigento e 82esimo a livello
nazionale.
L'area
di via Demetra, rappresenta un "polmone verde" per Agrigento, una
sorta di museo a cielo aperto delle essenze e piante della macchia
mediterranea esteso circa sette ettari (circa 70mila metri quadrati)
incastonati nel cuore della Valle dei Templi, in via Demetra, a poche
decine di metri dalla linea delle fortificazioni dell'antica
Akragas e del Parco archeologico.
Il
Giardino Botanico dispone di un patrimonio di circa 20mila piante
riferibili ad oltre 300 colture ed essenze diverse espressioni
tipiche della vegetazione mediterranea.
Oltre
a questo inestimabile patrimonio vegetale, sono inoltre presenti
pregevoli testimonianze archeologiche, ipogei visitabili, caverne
naturali visitabili, reperti fossili, e fenomeni calcarenitici di
suggestiva bellezza. Sono inoltre visitabili una serie "terrazze"
che sorgono su banchi in tufo che offrono ai visitatori
un'ineguagliabile vista su tutta la Valle dei Templi.
È
visitabile inoltre un "erbario" con centinaia di essenze erbacee
essiccate catalogate, alcune risalenti al XIX secolo. Il Giardino
dispone di una fitta rete di sentieri e di segnaletica descrittiva
delle diverse colture vegetali che lo rendono facilmente fruibile ai
visitatori.