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Rassegna stampa del 7 luglio 2017

Agrigentoweb

Nuovo indirizzo di studio autorizzato al Liceo Scientifico Statale "E. Fermi" di Sciacca

Il Commissario straordinario Giuseppe Marino ha autorizzato l'istituzione di un nuovo corso di studi denominato Liceo Scientifico ad indirizzo sportivo - Liceo Sportivo da attivare nella sede del Liceo Scientifico Statale "E. Fermi" di Sciacca. La creazione del nuovo indirizzo di studio per l'anno 2018/2019 è stata comunicata dalla Prof. Giuseppa Di Liberto tramite un'apposita richiesta inviata al Libero Consorzio Comunale di Agrigento. L'istruttoria è stata curata dal Settore Politiche attive del Lavoro e dell'Istruzione. Un'analoga richiesta dell'Istituto era già stata approvata lo scorso anno, ma non ha ricevuto il decreto di istituzione. Per l'attivazione del Liceo Sportivo saranno utilizzate le aule già disponibili oltre agli stessi laboratori degli altri indirizzi di studio, nonché le strutture sportive idonee all'indirizzo. L'autorizzazione del Libero Consorzio è necessaria per la parte relativa ad eventuali oneri finanziari per gli edifici scolastici e le aule da destinare ai nuovi indirizzi di studio. Allo stato attuale, purtroppo, non possono essere assunti dal Libero Consorzio eventuali ulteriori oneri a causa della critica situazione finanziaria, a meno che non arrivino nuovi trasferimenti da parte della Regione e dello Stato. Dopo l'autorizzazione del Libero Consorzio toccherà alla Regione valutare la documentazione per la creazione di questo nuovo indirizzo. Il nuovo indirizzo scolastico, se autorizzato, servirà a migliorare l'offerta formativa da destinare ai giovani delle scuole medie superiori della provincia creando un'occasione di studio in un settore di recente istituzione.

Giornale di Sicilia

La visita del presidente Mattarella. Il sindaco Firetto: «La Girgenti raccontata dal nostro premio Nobel, Luigi Pirandello, ha uno dei suoi simboli che rischia di crollare»
Nella Valle «riecheggia»
la ferita della cattedrale

Traffico paralizzato sia sulla statale 640 che al viale Alberato, automobilisti esasperati ed agrigentini assenti alla Valle dei Templi. Sono stati i risvolti del premio «Pirandello » e della visita del presidente della Repubblica fra la casa natale del premio Nobel ed il tempio della Concordia. Ed in occasione delle celebrazioni per il 150esimo anniversario della nascita del grande drammaturgo è stata rievocata una delle emergenze di Agrigento: la cattedrale di San Gerlando chiusa da anni ed anni. Lo ha fatto il sindaco Lillo Firetto ai piedi del tempio della Concordia, mentre il capo dello Stato era seduto in platea. «Siamo attraversati da un fermento di orgoglio: il nostro più celebre concittadino, premio Nobel per la letteratura, viene ricordato alla presenza del capo dello Stato, nostro conterraneo - ha detto Firetto, ringraziando Mattarella a nome di Agrigento per la sua presenza - . E viene ricordato in un luogo patrimonio dell'Umanità. Orgoglio, fiducia in noi stessi, variabili essenziali per la crescita del nostro territorio. Agrigento vive un suo tempo di grandi potenzialità, recenti scavi archeologici con la scoperta del teatro antico stanno ridefinendo - ha spiegato a Mattarella che poco prima aveva visitato il cantiere degli scavi - la stessa immagine del Parco archeologico, con un luogo centrale: l'agorà ancora da scavare che si annuncia fra le più grandi e monumentalizzate piazze dell'età Ellenistico- Romana. Assieme ai Templi sarà una tappa obbligata. La città registra oggi un vertiginoso aumento di flussi turistici, con una capacità di risposta del territorio nuova, vitale ed in crescita d'efficienza.
Pirandello amava i luoghi del Parco: i templi ed il bosco di mandorli ed olivi. Le sue opere raccontano anche il borgo sulla collina, la sua Girgenti, il cui simbolo la cattedrale normanna di San Gerlando oggi rischia di franare - ha incalzato Firetto - e con essa la credibilità di chi non sta facendo tutto il necessario per salvaguardarla. Con la cattedrale chiusa ci manca un essenziale elemento identitario, emblema oggi dell'accoglienza in un momento in cui il nostro arcivescovo, il cardinale Francesco Montengro e tutta la comunità agrigentina, si trovano impegnati in una epocale missione d'accoglienza». Proprio sulla cattedrale di San Gerlando, il presidente della Regione Rosario Crocetta, prima dell'arrivo del presidente della Repubblica alla casa natale di Pirandello, aveva detto: «I fondi per la cattedrale sono stati inseriti nel Patto per il Sud. Il problema è avere i progetti esecutivi. Noi siamo pronti, avrò modo di parlarne al presidente Mattarella, ma per quanto ci riguarda è stato fatto tutto, abbiamo finanziato». «La ricorrenza del 150esimo - ha evidenziato Firetto - sta riannodando  il rapporto fra la nostra città e il suo figlio illustre. Un rapporto che non può non rafforzarsi in una prospettiva di esaltazione culturale e di accrescimento di potenzialità. Lo richiede, del resto, il suo ruolo assoluto nella letteratura del Novecento in particolare». Gli attori Sebastiano Lo Monaco hanno interpretato dei passaggi di opere salienti di Pirandello. Ed il presidente Sergio Mattarella è rimasto in platea, incantato. Non sapevano però dei momenti salienti che si stavano vivendo ai piedi del tempio della Concordia, gli automobilisti agrigentini che, quasi disperati, continuavano a suonare il clacson ai piedi - lungo la statale 640 - del tempio di Giunone. (*CR*)

Sciacca

Liceo Scientifico: sì all'indirizzo sportivoIl commissario straordinario del Libero Consorzio Comunale di Agrigento, Giuseppe Marino, ha autorizzato l'istituzione di un nuovo corso di studi denominato Liceo Scientifico ad indirizzo sportivo. Sarà attivato nella sede del liceo "Fermi" di Sciacca guidato dal dirigente scolastico Giuseppa Diliberto. Il nuovo indirizzo di studi sarà attivato dall'anno scolastico 2018/2019.
(*GP*)

Le manifestazioni per Pirandello. Premio speciale della giuria a Toni Servillo. Riconoscimento anche al giovane commissario Montalbano, Michele Riondino
Mattarella nella casa dello scrittore Nobel
Il presidente ha poi visitato gli scavi archeologici per la ricerca del teatro Ellenistico, nel cuore della Valle dei Templi
Concetta Rizzo - AGRIGENTO

Il premio speciale «Pirandello» è stato consegnato a Toni Servillo, «grande interprete italiano, maestro della recitazione», come ha motivato la giuria presieduta da Gianni Puglisi, vicepresidente della reccani. Riconoscimento anche a Michele Riondino, l'attore che, nelle fiction televisive tratte dai racconti di Andrea Camilleri, interpreta il ruolo del giovane commissario  Montalbano. Alla cerimonia, che si volge ai piedi del Tempio della Concordia di Agrigento, hanno assistito, tra gli altri, il presidente della Repubblica,  Sergio Mattarella, e il ministro degli Esteri, Angelino Alfano. «Sono figlio del Caos e non allegoricamente, ma in giusta realtà perché son nato in una nostra campagna che trovasi presso ad un intricato bosco denominato in forma dialettale «Càvusu » dagli abitanti di Girgenti,  orruzione dialettale del genuino e antico vocabolo greco Xàos». Questo frammento di lettera che Pirandello scrisse, con pizzico di civetteria, nel 1893, all'amico  Pio Spezi, è stato letto ieri sera - ai piedi del tempio della Concordia - dal sindaco di Agrigento Lillo Firetto per l'overture della cerimonia di consegna del premio «Pirandello». E proprio da contrada Caos, dalla casa natale di Luigi Pirandello, è iniziata, alle 19,15, la visita del presidente della Repubblica Sergio Mattarella. Ha visitato la residenza del premio Nobel agrigentino ed ha assistito alla scopertura, fatta dal presidente della Regione Rosario  rocetta, di una targa - posta nel piazzale della casa natale - che commemora la visita istituzionale del capo dello Stato. Non ha rilasciato dichiarazioni Mattarella che si è soffermato soltanto con l'ufficiale al merito della Repubblica Maria Volpe. «Appena si sono incontrati gli sguardi, lui si è avvicinato e mi ha detto che è stato un piacere rincontrarmi - ha detto Maria Volpe, l'ispettore della polizia Stato, da anni ed anni impegnata con gli immigrati minorenni - . È stato un piacere rincontrarlo per me. Faccio il mia lavoro semplicemente con amore». Il presidente era arrivato una ventina di minuti prima all'eliporto di Porto Empedocle dove ad attenderlo c'era il prefetto Nicola Diomede, il sindaco di Porto Empedocle Ida Carmina, il comandante della Guardia costiera Filippo Maria Parisi ed i vertici di polizia, carabinieri e guardia di finanza. Dopo casa Pirandello, grazie all'apripista della polizia Stradale, il capo dello Stato ha raggiunto in una manciata di minuti il Parco archeologico dove ha visitato gli scavi archeologici per la ricerca del teatro Ellenistico, nel cuore della Valle dei Templi. A fare da apripista per rapidi spostamenti è la polizia Stradale di Agrigento. Dalle nuove scoperte a quelle antiche perché il capo dello Stato è stato anche a Villa Aurea per visitare «I tesori di Akragas», i reperti dell'antica Akragas greca che normalmente sono custoditi ed esposti al British museum di Londra e che, dallo scorso 21 aprile, sono in vetrina ad Agrigento. Poi, l'arrivo alla Valle dei Templi dove ai piedi del tempio della Concordia c'erano le autorità ad attenderlo. Fra questi anche il ministro degli Esteri Angelino Alfano, il governatore Crocetta, il presidente dell'Ars Giovanni Ardizzone e l'arcivescovo di Agrigento, cardinale Francesco Montenegro. A fare da madrina l'attrice Pamela  Villoresi. Sono stati assegnati, per il teatro, la targa speciale all'attore Michele Riondino ed il premio «Pirandello » all'attore Toni Servillo che è stato consegnato dal presidente dell'Ars Giovanni Ardizzone. A presenziare, in platea, il presidente della Repubblica Sergio Mattarella che, era stato accolto dall'Inno di Mameli e che è stato salutato da «Nessun dorma». (*CR*)

Agrigentooggi

A Sciacca il primo liceo con indirizzo sportivo della provincia di Agrigento
Nuovo indirizzo di studio autorizzato al Liceo Scientifico Statale "E. Fermi" di Sciacca

Il Commissario straordinario Giuseppe Marino ha autorizzato l'istituzione di un nuovo corso di studi denominato Liceo Scientifico ad indirizzo sportivo - Liceo Sportivo da attivare nella sede del Liceo Scientifico Statale "E. Fermi" di Sciacca. La creazione del nuovo indirizzo di studio per l'anno 2018/2019 è stata comunicata dalla Prof. Giuseppa Di Liberto tramite un'apposita richiesta inviata al Libero Consorzio Comunale di Agrigento. L'istruttoria è stata curata dal Settore Politiche attive del Lavoro e dell'Istruzione. Un'analoga richiesta dell'Istituto era già stata approvata lo scorso anno, ma non ha ricevuto il decreto di istituzione.
Per l'attivazione del Liceo Sportivo saranno utilizzate le aule già disponibili oltre agli stessi laboratori degli altri indirizzi di studio, nonché le strutture sportive idonee all'indirizzo. L'autorizzazione del Libero Consorzio è necessaria per la parte relativa ad eventuali oneri  finanziari per gli edifici scolastici e le aule da destinare ai nuovi indirizzi di studio. Allo stato attuale, purtroppo, non possono essere assunti dal Libero Consorzio eventuali ulteriori oneri a causa della critica situazione finanziaria, a meno che non arrivino nuovi trasferimenti da parte della Regione e dello Stato. Dopo l'autorizzazione del Libero Consorzio toccherà alla Regione valutare la documentazione per la creazione di questo nuovo indirizzo. Il nuovo indirizzo scolastico, se autorizzato, servirà a migliorare l'offerta formativa da destinare ai giovani delle scuole medie superiori della provincia creando un'occasione di studio in un settore di recente istituzione.

ILFATTOQUOTIDIANO.IT

Anac, Raffaele Cantone: "La pubblica amministrazione fatica ad accettare la trasparenza"

I dati, ma soprattutto la traduzione dei dati. Che porta ad un'amara conclusione: "La pubblica amministrazione fatica ad accettare la trasparenza". Parola di Raffaele Cantone, che ha fatto il bilancio del lavoro dell'Anac nel 2016 durante il suo intervento in Parlamento, sottolineando una situazione di "luci e ombre nell'applicazione dei vari strumenti, confermate dalle attività di vigilanza". Tasto dolente è, appunto, quello della trasparenza. In tal senso, il numero uno dell'Anac ha sottolineato la "rivolta" di una parte della dirigenza contro la norma che prevede la pubblicazione dei compensi per i funzionari pubblici. Una legge che, "seppur forse eccessiva, intendeva promuovere forme diffuse di accountability e dimostra purtroppo come la trasparenza, al di là delle proclamazioni di principio, fatichi a essere realmente accettata". Parole dure quelle dell'ex magistrato antimafia. Che ha dato i numeri di un anno di lavoro. "Lo scorso anno sono state avviate 845 istruttorie, soprattutto nei confronti di comuni, strutture sanitarie e società pubbliche - ha detto Cantone - mentre pochissime (12) sono state le sanzioni irrogate, a conferma del loro utilizzo solo come extrema ratio ma anche dell'elevato livello di adeguamento alle richieste dell'Autorità.

I SETTORI DI INTERVENTO Il presidente dell'Anac, poi, ha ricordato il primo Piano nazionale anticorruzione, emanato lo scorso anno, che ha "dedicato focus di approfondimento alle aree particolarmente esposte al rischio corruttivo (come gli acquisti, la tutela del territorio, la valorizzazione dei beni culturali)" e fornito indicazioni a chi ha più difficoltà a costruire un presidio anticorruzione, in particolare i piccoli comuni e le scuole". Uno dei settori con le maggiori criticità è da sempre quello della sanità, che "per i rapporti curati da organizzazioni indipendenti, i tanti fatti di cronaca e le ingenti risorse investite continua a destare particolare preoccupazione - è stato il parere del magistrato - Grazie alla proficua collaborazione con il Ministero della salute e Agenas si sono individuate le aree più vulnerabili ad abusi e corruzione (gli appalti, i concorsi, l'accreditamento, la gestione dei proventi delle sperimentazioni cliniche, delle liste d'attesa e delle camere mortuarie) e si è chiesto di adottare per esse specifiche misure preventive - ha continuato - la cui attuazione sarà oggetto di un piano ispettivo ad hoc. Un'attività volta non a criminalizzare ma a preservare un settore che ha grandi eccellenze e che consente a tutti l'accesso alle cure".

NUMERI E RISULTATI DI UN ANNO DI LAVORO Come si evince dalla relazione annuale, poi, è ampia la rosa di ambiti su cui Anac è intervenuta: da Consip ad Anas, dalla Rai alla ricostruzione post sisma fino ai servizi per i Centri di accoglienza. È aumentato, poi, il numero di richieste di intervento dell'Autorità con il metodo collaborativo, sperimentato per la prima volta con Expo 2015: nel 2016 sono state emanate ben 1.388 delibere (per lo più, provvedimenti di vigilanza, pareri, linee guida, sanzioni, ecc.) e nei primi 5 mesi di quest'anno si è già superata quota 600. Lo strumento del commissariamento degli appalti è stato adottato, da quando è stato istituito, 32 volte, in particolare con 23 commissariamenti veri e propri e 9 misure di sostegno e monitoraggio. Per quanto riguarda l'attività di vigilanza, come detto, nel 2016 sono state avviate 845 istruttorie. Nel campo dei conflitti di interesse e di inconferibilità e incompatibilità degli incarichi, i procedimenti avviati sono stati 149, anche se i risultati sono stati spesso deludenti per una carenza delle norme rispetto alla quale il presidente Cantone è tornato a sollecitare come una "indifferibile rivisitazione". In materia di trasparenza sono stati aperti 193 procedimenti di vigilanza, a cui si aggiungono 59 procedimenti sanzionatori per mancata pubblicazione dei dati concernenti i titolari di incarichi politici. Su questo fronte si registra un mancato adeguamento delle amministrazioni agli indirizzi Anac nel 40% dei casi, tasso che interessa piccoli comuni, ma anche realtà grandi come Roma e Milano. Per quanto riguarda il nuovo codice degli appalti, 656 sono stati i pareri e le risposte in forma breve resi dall'Anac, 56 le delibere di vigilanza, 76 gli accertamenti ispettivi (in parte condotti in collaborazione con la Guardia di Finanza e la Ragioneria Generale dello Stato) e 29 i protocolli di vigilanza collaborativa. Nel settore dei lavori pubblici l'Autorità, che si è occupata di numerose importanti infrastrutture, ha ricevuto circa 1.800 segnalazioni. Cresce, infine, il ricorso al "whistleblowing": le segnalazioni di presunti illeciti da parte dei lavoratori sono state 235 nel 2015, 252 nel 2016 e oltre 260 nei primi 5 mesi di quest'anno, ma la qualità resta bassa, segno di una scarsa comprensione dell'istituto.



Sicilia24h.it

Agrigento, Spataro: "La sede universitaria in via Atenea gestita da Palermo!"


"Nonostante l'ottimo lavoro in Commissione consiliare, la gestione didattica della sede del Consorzio universitario di Agrigento nei locali dell'ex ospedale civile, in via Atenea, è stata letteralmente strappata al Comune di Agrigento, e riservata esclusivamente all'Università di Palermo".
Così dichiara il consigliere comunale di Forza Italia, Pasquale Spataro, che spiega: "L'Università di Palermo e il Comune di Agrigento hanno sottoscritto una convenzione per l'utilizzo e la gestione dei locali dell'ex ospedale in via Atenea come sede universitaria. E ciò non gratuitamente. Il Comune infatti ha compartecipato alla spesa per 3 milioni di euro. Ebbene, la convenzione esclude paradossalmente qualsiasi ipotesi di ingerenza del Comune di Agrigento nelle modalità di gestione strutturale e didattica della stessa sede, nonostante il contributo versato e nonostante - ancora più grave - il Comune di Agrigento sia socio di maggioranza del Consorzio universitario. La questione è stata già posta all'attenzione del sindaco, Calogero Firetto, il quale, anziché rispondere alle legittime e fondate riserve espresse dal Consiglio, si è trincerato dietro l'ormai rituale evanescenza e indifferenza. Non demorderemo in tale ambito, a difesa delle più che legittime prerogative del Consorzio universitario di Agrigento e, più in genere, della città di Agrigento" - conclude Pasquale Spataro.


Livesicilia.it Comuni in rosso, ma con le auto blu
A Calamonaci una ogni 200 abitanti


I comuni sono spesso in difficoltà economiche. Con i conti in "rosso" o quasi, anche in seguito ai tagli statali. Ma molti di questi però non rinunciano alle famigerate autoblu. Anzi, rispetto al 2015, il dato complessivo nazionale vede una impennata di queste vetture proprio negli enti locali: il totale è quasi raddoppiato.
In Sicilia a fare la parte del leone è la città di Trapani. Se si considerano, infatti, le auto con autista (sia che se ne faccia un uso esclusivo o condiviso tra più rappresentanti istituzionali), il capoluogo recentemente commissariato con l'invio dell'ex Procuratore Francesco Messineo, può contare su 32 auto blu.
A ruota altri due capoluoghi: quelli di Messina e Palermo, guidati da due sindaci "fuori dagli schemi" come Renato Accorinti e l'appena riconfermato Leoluca Orlando: sono 24 in questo caso le auto servite da autista. Il primo comune tra quelli non capoluogo, invece, è, un po' a sorpresa, quello di Bagheria: lì, infatti, il sindaco è il grillino Patrizio Cinque. Nemmeno la sua presenza, al momento, è riuscita a ridurre al minimo uno dei simboli di quella "casta" contro cui il Movimento cinque stelle ha dichiarato guerra. E anche in confronto alle altre città d'Italia, spicca il dato siciliano: solo prendendo come riferimento altri comuni capoluogo, si scopre che nelle città siciliane prima citate, spesso le auto blu sono più del doppio o del triplo: sono 5 a Bergamo, 6 a Cosenza, addirittura solo una a Firenze e Genova.
I numeri sono il frutto del periodico censimento operato dal Ministero della Funzione pubblica. I dati sono stati raccolti fino al 28 febbraio scorso e adesso trovano posto in un ampio report, di 203 pagine. Un documento che consente anche qualche altro confronto: le auto blu di Trapani, Palermo, Messina e Bagheria, sono più del doppio (e nel caso di Trapani quasi il triplo) di quelle a disposizione del Comune di Catania, guidato da Enzo Bianco: sono nove le vetture con autista nel capoluogo etneo. Appena due in più di quelle a disposizione del piccolo Comune di Calamonaci: poco più di 1.300 abitanti e sette auto blu: una ogni duecento persone. Più di quelle a disposizione di un capoluogo di Regione come Cagliari (sei).
Questi i dati dei Comuni relativi, come detto, alle auto fornite di autista. In termini assoluti, invece, considerando anche le cosiddette "auto di servizio" a disposizione degli uffici, ecco che a spiccare in Sicilia è il comune di Messina con 53 auto complessivamente, seguito da Bagheria con 51, Ragusa con 47. Carlentini con 42 auto di servizio può contare su un parco macchine superiore a quello di Trapani (36 in tutto) e Palermo (33). Seguono Patti con 32 e Biancavilla con 31. Dati, questi, complessivamente in linea con quelli italiani. Se si considera ad esempio che la capitale Roma dispone di 131 auto blu su 146 auto complessive e che capoluoghi come Bologna dispone di 63 vetture, a Brescia sono cento, a Modena 94 e a Firenze 110. Ma queste sono vetture di servizio, appunto. Auto a disposizione degli uffici. Senza autista. Il funzionario che avrà bisogno della vettura dovrà guidarla da sé. Le carrozze col "cocchiere" sono ancora, invece, una specialità siciliana.




Il rendiconto della Regione Un miliardo per le spa degli amici
Nessuno controlla le Partecipate

Solo nell'era Crocetta sono costate un miliardo di euro. Peccato che il settore delle società partecipate sia "fuori controllo". Nonostante il governatore si sia impegnato, in questi anni, a inviare a capo delle aziende regionali - specie quelle più 'popolose' - amministratori a lui molto vicini. Graditissimi.
I risultati? Pessimi, secondo la Corte dei conti, che ha fotografato il sistema delle partecipate nelle pagine del rendiconto. A cominciare proprio dai costi. Che non sono mai sensibilmente calati, nonostante gli annunci del presidente, fin dall'alba della legislatura. I carrozzoni regionali, infatti, anche nel 2016 sono costati oltre 250 milioni di euro. Una cifra che, come detto, ricalca quella degli anni precedenti. Per giungere, solo nella legislatura in corso, a una spesa complessiva a nove zeri. Più di un miliardo di euro.
Soldi dovuti soprattutto al personale. Numerosissimo. A rappresentare una vera e propria Regione parallela, mai realmente intaccata dalla rivoluzione crocettiana: sono sempre lì, più di settemila dipendenti, chiamati nelle aziende quasi sempre senza una vera selezione. E altri, il governo e l'Ars stanno cercando di aggiungere. Sono i casi, citati nel rendiconto, della Crias e dell'Iridas ad esempio. Norme approvate da Sala d'Ercole ma che la Corte, sia in veste di Controllo che di Procura, ha censurato fortemente. "Nel 2016 - scrive ad esempio la Corte - sono state introdotte disposizione relative agli enti vigilati, ai consorzi di bonifica, alle società partecipate, le quali - più che a risparmi di spesa - sembrano orientate alla salvaguardia del personale". Altro che rivoluzione, insomma. Altro che risparmi. Perché in questo settore, annota la Sezione di controllo, anche le "disposizioni sulla revisione della spesa" hanno dato "risultati alquanto modesti". Anzi, le spese di funzionamento di questi enti "hanno subito un sostanziale aumento per effetto del riconoscimento nel corso dell'anno di numerosi debiti fuori bilancio".
Ancora tutte lì, le costosissime partecipate. O quasi tutte lì, se si esclude un gruppetto di enti con personale non molto numeroso finite in liquidazione. Anche perché la tante volte annunciata riforma delle partecipate è rimasta sulla carta. "Neppure nel 2016 - scrive infatti la Corte - è stato attuato l'articolo 39 della legge regionale 9 del 2015, che aveva previsto l'approvazione di un piano di riordino degli enti regionali, al fine di concorrere al raggiungimento degli obiettivi di contenimento della spesa pubblica". Un riordino scritto all'interno di una legge. E mai diventato davvero operativo, quindi.
Enti che, tra l'altro, agiscono un po' come
repubbliche autonome. Quasi slegate dal socio unico Regione. "L'inerzia degli enti nel rispondere alle richieste di informazioni da parte della Ragioneria generale - scrive la Corte - è indicativa di un'oggettiva e permanente debolezza intrinseca dei controlli". E così, al di là del "caso" raccontato dal Procuratore generale d'Appello Pino Zingale, relativo a una ispezione della Regione a Sicilia e-servizi fallita per un "alt" di Antonio Ingroia, vicenda smentita dallo stesso amministratore unico dell'azienda, dalle pagine della relazione delle Sezioni riunite emerge comunque questo clima di libertà totale, nonostante i soldi che garantiscono gli stipendi del personale e i compensi degli amministratori unici e dei consiglieri di amministrazione siano pubblici.
E gli amministratori, in particolare, sono in molti casi fedelissimi del presidente della Regione. A cominciare proprio dall'ex pm Antonio Ingroia, proseguendo con l'amministratore unico di Riscossione Sicilia Antonio Fiumefreddo. A questa azienda, la corte dedica più di un passaggio. Segnalando, ad esempio, la netta crescita delle riscossioni. Ma c'è anche dell'altro. "Queste Sezioni riunite non possono non rilevare - si legge nella relazione - che le pesanti perdite dei bilanci societari negli ultimi anni hanno portato il patrimonio netto di 'Riscossione Sicilia S.p.a.' da una consistenza di 40,7 milioni di euro alla data del 31 dicembre 2010, ad un valore negativo di 562 milioni di euro al 31 dicembre 2015, con una quota di partecipazione della Regione Siciliana del 99,95%. I risultati operativi dell'esercizio 2016, evidenziati nel relativo preconsuntivo ed i dati previsionali relativi all'esercizio 2017, contenuti nel Piano Economico Annuale, - prosegue la relazione - confermano la situazione illustrata, con un reddito netto negativo nel 2016 di 10,4 milioni e registrano un risultato peggiore rispetto al 2015: peraltro, il risultato del 2017 è previsto anch'esso negativo per circa 7,7 milioni".
Oltre a Riscosisone, il "grosso" dei costi delle partecipate poggia su altre tre aziende: si tratta di Seus, Sas e Ast. A capo dell'azienda dei trasporti Massimo Finocchiaro (finito col governatore dentro la recente inchiesta su politica e aliscafi), a capo dei Servizi ausiliari Sicilia il gelese Sergio Tufano, mentre alla "guida" delle ambulanze della Seus l'ex componente dell'ufficio di gabinetto Gaetano Montalbano. Tutti fedelissimi del presidente della Regione. Aziende, le partecipate nel loro insieme, che hanno spinto la Corte dei conti a lanciare un vero e proprio allarme. In queste spa si registrano "difformità dei documenti contabili rispetto alla vigente normativa, bilanci di previsione e variazioni di bilancio presentati ad esercizio di riferimento scaduto, rendiconti precedenti al 2015 non approvati, gestione provvisoria autorizzata per l'intero anno, mancata trasmissione delle relazioni semestrali dei collegi dei revisori". Un sistema fuori controllo. Costato, solo nell'era Crocetta, più di un miliardo.

Scrivo libero.it

Il Giardino Botanico, oasi verde nel cuore di Agrigento, da oggi diventa anche un souvenir per turisti e visitatori.


Una cartolina illustrativa e una brouchure pieghevole saranno da oggi a disposizione degli utenti delle Urp del Libero Consorzio comunale di Agrigento. Il materiale illustrativo, si è avvalso del progetto grafico di Angelo Palillo, delle foto di Giuseppe Passarello e dei testi dell'Ufficio stampa del Libero Consorzio. In particolare, la bruochure pieghevole, contiene al suo interno anche una mappa sintetica della Città dei Templi e della Valle per permettere un rapido orientamento del visitatore nei luoghi di principale interesse storico e paesaggistico. La cartolina descrive invece il giardino Botanico come "oasi verde nell'azzurro del Mediterraneo" a corredo di un'immagine che riprende il tempio della Concordia visto dal Giardino Botanico. L'oasi verde è stata inserita anche all'interno della nuova tiratura di City map che il Libero Consorzio ha recentemente stampato e messo in distribuzione nelle Urp.
Il Giardino Botanico, è stato inserito, per la prima volta lo scorso marzo, nell'itinerario visite delle Giornate di Primavera del Fai, classificandosi primo in provincia di Agrigento e 82esimo a livello nazionale.
L'area di via Demetra, rappresenta un "polmone verde" per Agrigento, una sorta di museo a cielo aperto delle essenze e piante della macchia mediterranea esteso circa sette ettari (circa 70mila metri quadrati) incastonati nel cuore della Valle dei Templi, in via Demetra, a poche decine di metri dalla linea delle fortificazioni dell'antica Akragas e del Parco archeologico. Il Giardino Botanico dispone di un patrimonio di circa 20mila piante riferibili ad oltre 300 colture ed essenze diverse espressioni tipiche della vegetazione mediterranea.
Oltre a questo inestimabile patrimonio vegetale, sono inoltre presenti pregevoli testimonianze archeologiche, ipogei visitabili, caverne naturali visitabili, reperti fossili, e fenomeni calcarenitici di suggestiva bellezza. Sono inoltre visitabili una serie "terrazze" che sorgono su banchi in tufo che offrono ai visitatori un'ineguagliabile vista su tutta la Valle dei Templi. È visitabile inoltre un "erbario" con centinaia di essenze erbacee essiccate catalogate, alcune risalenti al XIX secolo. Il Giardino dispone di una fitta rete di sentieri e di segnaletica descrittiva delle diverse colture vegetali che lo rendono facilmente fruibile ai visitatori.



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