Giornale di Sicilia
L'allarme. La nave di Legambiente ha monitorato la costa siciliana: tante criticità. E ad Agrigento la Procura toglie gli impianti alla Girgenti per passarli alla Regione
Deficit depuratori, Goletta verde boccia i nostri mari: inquinati
Carla Fernandez - PALERMO
Legambiente, con la sua Goletta Verde, lancia l'allarme inquinamento sulla costa siciliana. E punta l'indice su quello che chiama «deficit depurativo » proprio nel giorno in cui i giudici di Agrigento tolgono gli impianti alla società Girgenti Acque per passarli al dipartimento Acque della Regione. La gestione dei depuratori era stata affidata alla società dopo i sequestri preventivi disposti dalla Procura. Adesso passa alla Regione, viene spiegato, «in modo da tutelare più efficacemente la salute degli utenti e dei cittadini». Il provvedimento è stato disposto dal gip di Agrigento ed è stato notificato a Girgenti acque Spa. La richiesta di revoca è stata avanzata dal gruppo di lavoro della Procura composto dai sostituti Silvia Baldi e Alessandra Russo e coordinato dal procuratore capo Luigi Patronaggio. Gli impianti di depurazione - già oggetto di sequestrato preventivo - sono a servizio dei comuni di Agrigento-Villaggio Mosè, Licata, Cattolica Eraclea, Montallegro, Siculiana e Realmonte. Il gip ha nominato come amministratore giudiziario il dirigente regionale Maurizio Pirillo, Nel comunicato si parla di «inadempimento da parte della Girgenti acque spa delle prescrizioni imposte». La società non ha diffuso alcuna replica. La notizia arriva contemporaneamente alla bocciatura di Goletta Verde. L'Isola, inoltre, si piazza al secondo posto in Italia per «mare illegale», con 5,5 reati accertati al giorno, secondo quanto denuncia Legambiente, grazie al monitoraggio effettuato in 25 punti lungo la costa siciliana. In 17 dei luoghi analizzati, sono state registrate cariche batteriche elevate. Nel mirino canali, foci di fiumi e torrenti che si trovano sulle spiagge e che continuano a riversare in mare scarichi non adeguatamente depurati. I parametri indagati sono microbiologici (enterococchi intestinali, Escherichia coli). Considerato come «inquinati» i risultati che superano i valori limite previsti dalla normativa sulle acque di balneazione e «fortemente inquinati» quelli che superano di più del doppio wuesti valori. Nove i punti esaminati in provincia di Palermo e nessuno di questi ha superato l'esame. Per 7 il giudizio è di fortemente inquinato:alla foce del fiume Eleuterio tra Bagheria e Ficarazzi, alla spiaggia nello sbocco del canale in corso Italia a Bagheria, alla foce dello scarico in via Messina Marine a Palermo, alla foce del torrente Canzalamone, alla foce del fiume Pinto a Trappeto, alla foce del torrente Nocella tra Terrasini e Trappeto, alla foce dello scarico presso corso Mattarella e alla foce del fiume Chiachea (presso lo sbocco del depuratore) a Carini. Giudicati inquinati i campionamenti alla spiaggia di fronte l'ex oleificio a Termini Imerese e quello alla spiaggia la Praiola a Terrasini. Tre i punti monitorati in provincia di Catania, due dei fortemente inquinati: allo sbocco dello scarico fognario all'inizio del lungomare Galatea ad Aci Trezza e alla foce del fiume Alcantara a Catalabiano. Nella norma il campionamento alla spiaggia libera a destra dell'Acquapark. Tre prelievi in provincia di Messina: situazione critica alla foce del torrente Patrì.Giudicati fortemente inquinati anche due punti in provincia di Agrigento(alla foce del torrente Canzalamone a Sciacca e nella spiaggia di fronte allo scarico depuratore a Licata). Uno in provincia di Caltanissetta(alla foce del fiume Gattano a Gela). La foce Canale Grimaldi a Porto Grande aSiracusa. E un prelievo in provincia di Trapani(alla foce del fiume Delia a Mazara). Solo in due punti i tecnici di Legambiente non hanno trovato rifiuti. (*caf*)
Viabilita. Dopo la caduta di calcinacci. Sul viadotto sono già stati previsti interventi di manutenzione
In sicurezza il ponte sulla Provinciale 89
Il Libero Consorzio: nessun rischio crollo
Sarà messo in sicurezza il ponte che collega via Papa Luciani con la provinciale 80 Baiata - Favara, che sovrasta la statale 640 nei pressi della rotatoria all'inizio del tratto ammodernato. In seguito all'intervento dei Vigili del Fuoco che hanno rimosso alcuni calcinacci caduti dal ponte, il Settore Infrastrutture Stradali del Libero Consorzio di Agrigento provvederà in tempi brevi a collocare una rete di protezione al di sotto della campata per evitare l'eventuale caduta di materiale sulla carreggiata della statale 640. «Del tutto infondato - dicono in una nota i funzionari dell'ex Provincia - peraltro, l'allarmismo creato da alcuni automobilisti sulla presunta instabilità della campata, per la quale comunque erano stati già previsti interventi di manutenzione ordinaria (sui giunti e sugli intonaci di copertura della campata e dei piloni), che saranno possibili solo se la Regione assegnerà risorse sufficienti ad effettuarli, vista la grave situazione finanziaria dell'ex Provincia ». La sistemazione della provinciale 3B Favara - Bivio Crocca e la 80 Baiata- Favara che collega con la Esa - Chimento per un importo di 350.000 euro è stata prevista in un parco progetti per un totale di 4 milioni e 900 mila euro finanziati dalla Regione. Le novità scaturiscono dalla riunione tecnica che si è svolta al Dipartimento Regionale Infrastrutture e Mobilità tra i responsabili tecnici delle ex Province, tra cui Michelangelo Di Carlo e Filippo Napoli del Libero Consorzio di Agrigento, il direttore del dipartimento, Bellomo e il direttore del servizio 9 Infrastrutture Viarie Falletta. La copertura finanziaria ammonta, per i progetti redatti dal Settore Infrastrutture Stradali servirà a finanziare 6 dei 17 progetti che erano stati inoltrati alla Regione per riaprire al traffico altrettante strade. La priorità è stata data alle seguenti strade, tutte interessate da precedenti ordinanze di chiusura al transito: la provinciale 24 A Cammarata -Stazione Cammarata (1.100.000 euro); provinciale 34 Bivio Tamburello - Bivona (910.000 euro); la provinciale 20 A Stazione Acquaviva- Casteltermini (980.000); Ancora la provinciale 2 Montaperto - Giardina Gallotti (260.000 euro); la 3 Cottonaro - Lavanche nei pressi di Licata (1.290.000 euro). Per questi progetti (dai quali era stato stralciato in precedenza quello relativo alla ricostruzione del ponte sulla provinciale 37, i cui lavori sono già in una fase avanzata e sono stati finanziati dalla Protezione Civile) il Dipartimento Regionale ha assicurato l'emissione del decreto di finanziamento entro il mese di maggio prossimo, in modo da avviare entro il più breve tempo possibile l'iter per le relative gare di appalto. Gli altri undici progetti saranno invece finanziati con appositi decreti entro la fine dell'anno per un ammontare complessivo di circa 9 milioni di euro. (*PAPI*)
Provvedimento. La motivazione è legata al fatto che la società non avrebbe rispettato le prescrizioni del sequestro operato mesi fa. Il Gip: «Girgenti Acque non gestirà più i depuratori»
Nominato un amministratore giudiziario
Girgenti Acque non potrà gestire gli impianti di depurazione a servizio dei Comuni di: Agrigento - Villaggio Mosè, Licata, Cattolica Eraclea, Montallegro, Siculiana e Realmonte. Lo ha disposto il Giudice per le indagini preliminari del Tribunale di Agrigento, che con provvedimento giudiziario ha revocato la facoltà d'uso concessa a Girgenti acque Spa, di gestire gli impianti. Il sequestro è già operativo e la Procura ha nominato come amministratore giudiziario, il direttore generale del Dipartimento regionale Acqua e rifiuti, Maurizio Pirillo. La motivazione è legata al fatto che la società idrica non avrebbe rispettato le prescrizioni del sequestro operato mesi fa dei depuratori dei Comuni già indicati, per cui il pool di magistrati della Procura, coordinato dal capo dell'ufficio Luigi Patronaggio e composto dai pubblici ministeri Alessandra Russo e Silvia Baldi, che si occupa delle inchieste sulla depurazione: «stante l'inefficacia dei sequestri preventivi dei depuratori, lasciati in un primo momento in gestione a Girgenti Acque, ha ritenuto di affidare la gestione al dipartimento Acque e rifiuti della Regione Sicilia, nominando custode giudiziario il dottor Pirillo». «La nomina si è resa necessaria - scrive la Procura -in considerazione delle condizioni critiche in cui versano gli impianti e dell'accertato complessivo inadempimento delle prescrizioni imposte a suo tempo dal Gip, al fine di porre rimedio in via autonoma alle gravi inefficienze depurative e strutturali riscontrate. La gravità delle violazioni poste in essere -aggiunge la Procura -dal gestore agli obblighi assunti con la convenzione di gestione del servizio idrico integrato e la situazione globale in cui versa il sistema depurativo della provincia di Agrigento, a seguito della scadenza dei termini assegnato per l'adempimento delle prescrizioni hanno imposto la sostituzione dell'attuale gestore nella conduzione degli impianti». Inoltre, tre giorni fa è stato posto sotto sequestro l'impianto di depurazione a servizio del Comune di Agrigento - Sant'Anna, la cui gestione è stata direttamente affidata all'amministratore giudiziario. Girgenti acque si difende. «Riteniamo di aver agito correttamente - replica il direttore Giandomenico Ponzo - e di aver rispettato i termini delle prescrizioni. Adesso, con i nostri legali valuteremo quello che andrà fatto dal punto di vista giudiziario ». «Abbiamo fatto un lavoro enorme per adeguare sia gli impianti sequestrati che tutti gli altri - si legge inoltre in un comunicato stampa della società. Confidiamo nel buon operato della magistratura». Lo scorso anno la Procura della Repubblica aveva fatto notificare sette avvisi di conclusione delle indagini nell'ambito dell'inchiesta principale sulla depurazione in provincia relativa al mare di San Leone.. La Procura, sempre per motivi analoghi, ha sequestrato nel corso del tempo una decina di impianti compresi quelli che ieri sono stati tolti alla gestione di Girgenti acque. (*PAPI*)
Architetti
L'ordine provinciale elegge Cimino
Alfonso Cimino è il nuovo presidente dell'ordine degli architetti. Il nuovo Consiglio si insedierà domani, sabato 15 luglio alle 10, nella sala conferenze dell'ordine, in via Gaglio. Oltre al neo presidente, il Consiglio è composto anche da: Giuseppe La Greca, vice presidente vicario; Giuseppe Grimaldi, vice presidente; Giuseppe La Licata, segretario; Salvatore Porretta Tesoriere. Ad intervenire, lo stesso neo presidente Alfonso
Cimino, l'uscente Pietro Fiaccabrino e Rino La Mendola, Vice Presidente del Consiglio Nazionale. (*PAPI*)
Qualità dell'aria
Una nuova centralina in città
L'amministrazione Comunale nelle ultime ore, dopo un sopralluogo del personale dell'Ufficio Tecnico ha autorizzato L'Arpa, l'Agenzia regionale per la protezione dell'ambiente, all'installazione di una centralina per il rilevamento della qualità dell'aria in città. La stazione di rilevamento, denominata «Agrigento Centro»" verrà installata a breve in salita Coniglio all'interno di Villa Bonfiglio. (*PAPI*)
Tre Sorgenti, la Regione sospende l'assemblea
L'assessorato agli Enti Locali avrebbe rilevato delle inadempienze nella presentazione dei bilanci del consorzio I dipendenti non percepiscono da mesi lo stipendio. «C'è un debito di quasi 5 milioni con Sicilacque - dice il presidente Mauro Porcelli - rivendicato dalla società idrica è alla base di un contenzioso che va avanti da anni»
Inadempienze sull'approvazione dei bilanci. Questa la motivazione con cui l'assessorato regionale degli Enti locali ha sospeso l'assemblea del Consorzio «Tre Sorgenti». Di fatto questa motivazione nasconderebbe la reale volontà di chiudere il consorzio, dopo le vicissitudini della mancata consegna delle reti al gestore idrico Girgenti acque. L'assemblea dei sindaco dei Comuni soci è composta da: Canicattì, Campobello di Licata, Ravanusa, Licata, Grotte, Racalmuto e Palma di Montechiaro. Tutto è contenuto in un decreto firmato dall'assessore Linda Vancheri che è a sua volta la prosecuzione di una vicenda iniziata ormai 7 mesi fa, con la nomina di un commissario regionale per adottare i bilanci, mai approvati dall'assemblea dal 2012 al 2016". L'organo, anche in questo caso, sarà sostituito da un commissario ad acta individuato in Giuseppe Salvatore Galvano, dirigente del Dipartimento regionale dell'Agricoltura. Galvano si insedierà la pro ssima settimana ed il suo compito sarà quello di sostituire l'assemblea, approvare i Bilanci ed avviare le procedure per la liquidazione del consorzio. Resta in carica il Consiglio d'amministrazione, composto dall'architetto Mauro Porcelli, presidente, dal vice presidente avvocato Angelo Marino e dal segretario Domenico Tuttolomondo. Attualmente il Tre Sorgenti ha 6 dipendenti tra cui l'architetto Fabrizio Lo Porto che era stato licenziato e si è opposto al licenziamento ottenendo parere favorevole dal Tribunale di Agrigento. È stato presentato un ricorso, in appello, ma nelle more, l'architetto Lo Porto è stato riassunto. Gli altri 5 impiegati sbrigano, invece, lavori d'ufficio e manutenzione della rete idrica, compresa la rilevazione dei misuratori. L'unico Comune consorziato, al quale il Tre Sorgenti eroga acqua è Palma di Montechiaro, che non ha consegnato le reti idriche al gestore unico Girgenti acque. Nel caso in cui si dovesse procedere alla liquidazione del Tre Sorgenti, il personale transiterebbe all'Ato idrico e verrebbe utilizzato dal gestore. Sulla vicenda interviene il sindaco di Ravanusa, Carmelo D'Angelo. «A parte gli aspetti contabili che sono al vaglio della Corte dei conti -ha detto -c'è una legge che va rispettata. La legge dice che ci può essere un solo gestire in tutto l'ambito idrico. Ed il Tre Sorgenti non ha più motivo di esistere». I dipendenti del Consorzio non percepiscono da mesi lo stipendio. «Un debito di quasi 5 milioni di euro contratto con Sicilacque - dice il presidente Mauro Porcelli - rivendicato dalla società idrica regionale è alla base di un contenzioso che va avanti da anni. Si tratta di fatture per forniture idriche mai pagate che adesso il gestore ha richiesto. E lo ha fatto con una ingiunzione di pagamento notificata alla tesoreria dell'ente che di fatto ha bloccato l'utilizzo dei conti correnti». Il Consorzio ha impugnato il pignoramento, ma una prima udienza è stata letteralmente a favore del creditore. Ma si cerca la soluzione della conciliazione. «Abbiamo chiesto a Sicilacque - dice il presidente Porcelli - di dilazionare il debito e fare in modo che possiamo operare. Invece così siamo davvero fermi. Gli altri Comuni non pagano nemmeno la quota ordinaria, prevista per Statuto anche se in realtà non ricevono nessun servizio da parte del nostro ente». Sicilacque, dopo avere ottenuto una sentenza favorevole del Tribunale, ha deciso di pignorare la tesoreria comunale del Consorzio «Tre Sorgenti»"di Canicattì, presso la banca di credito cooperativo San Francesco, fino alla concorrenza di 5 milioni di euro. La società che vende l'acqua ai consorzi e gestori del servizio idrico, rivendica un credito di 7 milioni di euro dal «Tre Sorgenti» di Canicattì, per forniture relative agli anni dal 2009 al 2012. Copia del pignoramento presso terzi è stata notificata anche ai sette Comuni soci: Canicattì, Campobello di Licata, Ravanusa, Licata, Palma di Montechiaro, Grotte e Racalmuto, perché obbligati in solido. Ciò determina che se il Consorzio Tre Sorgenti non pagherà la somma riconosciuta dal Tribunale a Sicilacque, allora dovranno pagare i Comuni soci del Consorzio Tre Sorgenti. In tutto, il debito rivendicato da Sicilacque ammonta ad 11 milioni di euro. (*PAPI*)
GDS.IT
Revocataa «Girgenti Acque Spa» la gestione degli impianti di depurazionenella provincia di Agrigento,che era stata affidata dalla società dopo i sequestri preventividisposti dalla Procura.La gestione passaal dipartimento acque e rifiuti della Regione siciliana, «inmodo da tutelare più efficacemente la salute degli utenti e deicittadini». Il provvedimento è stato disposto dal gip di Agrigentoed è stato notificato a Girgenti acque Spa. La richiesta di revoca èstata avanzata dal gruppo di lavoro della Procura composto daisostituti Silvia Baldi e Alessandra Russo e coordinato dalprocuratore capo Luigi Patronaggio. Gli impianti di depurazione - giàoggetto di sequestrato preventivo - sono a servizio dei comuni diAgrigento-Villaggio Mosè, Licata, Cattolica Eraclea, Montallegro,Siculiana e Realmonte.Il gip ha nominato comeamministratore giudiziario il direttore generale del dipartimentoacque e rifiuti della Regione, Maurizio Pirillo, dopo aver preso atto«delle condizioni critiche in cui versano gli impianti edell'accertato complessivo inadempimento da parte della Girgentiacque spa delle prescrizioni imposte nei decreti di sequestropreventivo e nei successivi decreti modificativi».
La Sicilia
LIBERO CONSORZIO. UiI passa all'attacco
«Avete restaurato diverse posizioni organizzative.
Urgono spiegazioni»
Danile: «Vogliamo sapere i provvedimenti sui carichi di lavoro» .
Ex Provincia di Agrigento, mentre si tenta di non dichiarare il dissesto e si stenta agarantire i servizi minimi per i cittadini, la governance commissariale dell'ente restaura le posizioni organizzative.
La denuncia arriva dal segretario provinciale della Uil Funzione Pubblica, Luigi Danile, che nei giorni scorsi ha inviato una dura nota al commissario dell'ex Provincia Giuseppe Marino chiedendo chiarezza sul tema. «Se da anni aspettiamo le relazioni relative al raggiungimenro degli obiettivi assegnati ai titolari di posizione organizzativa - scrive - per riconoscimento dell'indennità di risultato - chiediamo copia di tutti i provvedimenti relativi ai carichi di lavoro prima delle attribuzioni delle posizioni organizzative e dopo le attribuzioni delle stesse», dato che, secondo il sindacalista i lavoratori «continuano a svolgere le stesse competenze». Da verificare ci sono gli ultimi tre anni «al fine di recuperare le risorse riconosciute e non dovute». L'accusa, insomma, è che all'aumento di retribuzione connessa alla titolarità di posizione organizzativa non corrisponda realmente un aumento dei carichi di lavoro. Il passaggio di Danile sulle Tapo, comunque, è inserito in un contesto molto più ampio e, sicuramente. non meno spinoso: le contestazioni mosse al provvedimento del commissario che impone una ridistribuzione del personale dell Urp per andare a rimpinguare settori come la Polizia provinciale e la manutenzione delle strade Provinciali. Un provvedimento che secondo Danile «è privo del parere di regolarità tecnica e contabile», ed è quindi «nullo e illegittimo» e violerebbe tra l'altro le norme contrattuali. Non solo, ma secondo il segretario della Uil ci sono lavoratori vincitori di concorso come cantonieri o altri che hanno ottenuto la progressione verticale per divenire agenti di Polizia provinciale che sono stati spostati ad altri compiti «ricevendo in dono anche il cambio di profilo. Su questa nostra ipotesi gradiamo chiarimenti per iscritto».
Linea dura contro il provvedimento commissariale che sta portando avanti anche la Cgil Funzione pubblica, con il segretario Enti locali Pietro Aquilino che chiede la revoca o la sospensione della determina e la convocazione urgente di un tavolo di concertazione, dato che le sigle sindacati non sarebbero state coinvolte prima di decidere la riorganizzazione dei servizi. Concessi 10 giorni all'Amministrazione per dare risposte. Trascorso il termine, la Cgil minaccia di attivare tutte le forme di lotta previste», compresa la richiesta di rimozione del commissario per «comportamento antisindacale».
G.SCH.
Livesicilia.it
Exprovince. Adesso arriva la frenata.
Dopol'approvazione in commissioneAffariistituzionali del disegno di leggeche reintroduce l'elezione diretta perLibericonsorzi e Città metropolitane,sono diverse le voci che chiedono di evitare accelerazioni dannose.Di pensarci un po', con calma. Di scongiurare nuove polemichelegate, ad esempio, alla reintroduzione del gettone di presenza per iconsiglieri, previsto nel testo che fissa la data del voto per ilprossimo febbraio.
Già"a caldo", ad esempio, era intervenuto lo stesso presidentedell'Ars Giovanni Ardizzoneche aveva chiesto ai deputati di evitare"fughe in avanti".Un appello ribadito anche oggi: "Occorre - ha detto - unulteriore e attento approfondimento, con un passaggio in 'CommissioneBilancio', oltre a una condivisione con l'Associazione nazionaledei Comuni".
L'Anci,dal canto suo, ha fatto da sponda alle dichiarazioni caute dellaprima carica di Palazzo dei Normanni,chiedendo a sua volta un approfondimento. "Ricordiamo - dichiaranoLeolucaOrlando e Mario Emanuele Alvano,rispettivamente presidente e segretario generale dell'Associazione- che questa legislatura si è caratterizzata non solamente per lemancate scelte circa il ruolo e le funzioni dell'Ente intermedio,ma soprattutto per le frequenti modifiche normative e per le tantecontraddizioni nell'impianto normativo che definisce l'assettodelle ex province. Per queste ragioni - proseguono - condividiamol'appello alla prudenza del Presidente dell'Ars, GiovanniArdizzone, e riteniamo che, a questo punto della legislatura, sianecessario procedere con grande sobrietà attraverso un percorsocondiviso e in un'ottica in cui si tenga conto dei rilievi giàespressi dallo Stato. E' anche indispensabile che si affronti iltema del sistema elettorale solamente all'interno di unaprospettiva che delinei chiaramente il quadro delle risorsefinanziarie, in ragione delle funzioni che dovranno effettivamentesvolgere le ex province".
Uninvito condiviso anche da pezzi di maggioranza:è il cado deldeputatoregionale del Pd Filippo Panarello,secondo cui "serve una seria riflessione sul futuro di questi enti.Dobbiamo ragionare su quali funzioni bisogna attribuire alle exProvince e quali siano le risorse a disposizione per svolgere questefunzioni. Se non chiariamo questi aspetti - prosegue - è inutileche parliamo di altro. Sia che si tratti di voto diretto, del restoprevisto in seconda applicazione anche dalla legge Delrio, sia che sitratti di retribuzioni per i consiglieri. Spero tra l'altro -conclude - che qualunque scelta sia frutto di un dialogo colgoverno nazionale. Se questa legge dovesse essere impugnata, citroveremmo di fronte al più triste finale possibile di questalegislatura".
Unalegislatura che, in tema di riforma delle Province, è stataripercorsa da Orlando e Alvano:"Dopo anni di commissariamenti, di norme non attuate o disattese econ un quadro finanziario che, per alcuni enti intermedi, non èlontano dal dissesto, - dicono il presidente e il vicepresidente diAnci - non è più tempo per passi falsi e porre il tema del sistemaelettorale ha senso solamente se si ha certezza del fatto che cittàmetropolitane e liberi consorzi siano, a differenza di quanto accadeoggi, in condizioni di esercitare i compiti istituzionali loroassegnati".
Ovviamentecontrari, invece, i rappresentanti del Movimento cinque stelle,che hanno sempre chiesto l'abolizione delle Province e hanno anchevotato favorevolmente alla prima legge di riforma voluta a governo eparlamento regionale: "Altro che stipendi dei dipendenti,manutenzione di scuole e strade, l'unica cosa che riesce a trovare laquadra tra questa squinternata maggioranza e sterile opposizione -dichiara il candidato alla presidenza della Regione, GiancarloCancelleri - è la poltrona. La riesumazione delle Province, conannessi consiglieri provinciali e gettoni di presenza, ha solo edesclusivamente questa chiave di lettura. L'abolizionedelle province senza se e senza ma, la salvaguardia deidipendenti e la totale rivitalizzazione dei servizi al cittadino intutto il territorio siciliano - afferma Cancelleri - saranno tra lepriorità del M5S, qualora dovesse governare questa Regione. Lofaremo in tempi strettissimi. Con una legge che abbiamo giàscritto". Per quello, ci sarà eventualmente tempo. Intanto, eccoche arriva la frenata sulla legge che avrebbe fatto resuscitare levecchie Province siciliane.