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Rassegna stampa del 20 luglio 2017

Giornale di Sicilia

Manovra finanzaria. Il procuratore Pino Zingale aveva proposto la bocciatura e si è spinto a paventare un default. Verdetto dopo 5 ore di camera di consiglio
Bilancio della Regione, sì dalla Corte dei conti
Sfiorato il «no» al rendiconto. Un risultato che lascia una spaccatura anche all'interno della magistratura contabile
Giacinto Pipitone - Palermo


Dopo tre settimane di dubbi e al termine di una giornata di grande tensione, la Regione ha ottenuto dalla Corte dei Conti il via libera al bilancio del 2016. Ma è un risultato arrivato dopo che si è davvero toccata con mano la possibilità che per la prima volta nella storia il rendiconto venisse bocciato, scenario che avrebbe portato a una manovra correttiva lacrime e sangue. Ed è un risultato che lascia anche una spaccatura all'interno della
magistratura contabile. All'udienza di ieri si è infatti arrivati perché nel giorno del tradizionale giudizio di parifica, a fine giugno, i magistrati avevano rinviato la decisione. Il procuratore Pino Zingale aveva infatti proposto di bocciare il bilancio e il presidente delle Sezioni Riunite, Maurizio Graffeo, aveva concesso al governo tre settimane per difendersi dalle critiche. Crocetta e l'assessore all'Economia Alessandro Baccei hanno preparato una manovrina che copre le falle alle critiche principali (tutte incentrate sulla mancanza di fondi per coprire rischi contabili). Ma questa manovra anche ieri è stata ritenuta insufficiente da Zingale. Il procuratore ha contestato che i fondi creati da Baccei per attutire il rischio di perdite per contenziosi, debiti delle partecipate e derivati finanziari siano sufficienti. In particolare, secondo Zingale, dai derivati potrebbe arrivare una perdita di oltre 200 milioni mentre nel fondo rischi ne sono stati accantonati appena 20. Gli stessi dubbi sono stati avanzati per il fondo che dovrebbe coprire le perdite delle partecipate, in cui Baccei ha accantonato
appena 3 milioni. Allo stesso modo Zingale ha sottolineato che contro la Regione sono pendenti oltre seimila cause, alcune delle quali valgono centinaia di milioni: in particolare una da 100 milioni, che riguarda una partecipata, e che secondo Zingale vede per l'amministrazione «un'altissima probabilità di soccombenza». E anche in questo caso il fondo predisposto per far fronte alle eventuali sconfitte risulterebbe insufficiente. Il procuratore si è spinto a paventare il rischio di un default, calcolando che «l'importo ingente dei residue attivi, due miliardi fa sorgere serie perplessità sia sull'esigibilità, sia sull'esito della riscossione». In sintesi, la Regione avrebbe ancora iscritte in bilancio fra le entrate poste che potrebbero non essere mai incassate. Baccei ha preparato una difesa che ruota sulla creazione di fondi che coprono se non tutto almeno il «reale» rischio. La linea difensiva è stata affidata a Maria Mattarella, capo dell'Ufficio Legale e nipote del Presidente della Repubblica. Che ha  evidentemente convinto i magistrati. Dopo circa 5 ore di camera di consiglio, le Sezioni Riunite hanno emesso il verdetto di approvazione del bilancio. Non accolta alcuna delle richieste del procuratore, se non quella che riguarda un buco dell'Ast (Azienda siciliana trasporti) di cui il governo dovrà farsi carico. Zingale ha accolto con un sorriso appena accennato il verdetto. Intorno al quel si è comunque aperto il dibattito politico. Per Crocetta «i nostri conti sono a posto. Quando mi sono insediato c'era un buco di due miliardi che abbiamo risanato». L'opposizione va ugualmente all'attacco sottolineando le critiche rimaste sul tappeto da parte dei magistrati: «Apprendiamo che malgrado il
ribadito atto di accusa del procuratore generale Pino Zingale, che ha ritenuto insoddisfacenti i correttivi apportati dal governo Crocetta, la Corte dei Conti ha approvato il consuntivo 2016 della Regione. Tale approvazione ha più un sapore di benevolenza che di reale convincimento sulla bontà dei conti» ha detto il capogruppo di Forza Italia, Marco Falcone. Mentre per Giancarlo Cancelleri, candidato dei grillini alla presidenza della Regione, «Crocetta esulta per la parifica, ma non c'è assolutamente nulla da gioire perché si tratta di una quasi bocciatura  dato che i rilievi avanzati fanno emergere come i conti della Regione non sono assolutamente in ordine. Il gioco delle tre carte di Crocetta e Pd è fallito. La prima azione da fare per il prossimo governo sarà avviare la procedura speciale della due diligence con la Corte dei Conti, procedura che prevede la verifica della veridicità di tutte le entrate e di tutte le uscite». Tuttavia il via libera della Corte dei Conti sottrae alla campagna elettorale il tema della manovra correttiva urgente e ridà così in mano al centrosinistra l'arma mediatica dei «conti in ordine». Non a caso la capogruppo del Pd, Alice Anselmo, sottolinea che «Il  giudizio di parifica della Corte dei Conti fa finalmente chiarezza sul buon lavoro fatto dal governo, grazie anche al contributo del gruppo Pd per il risanamento e la messa in sicurezza del bilancio regionale. Ora archiviamo le polemiche alimentate ad arte da quelle forze politiche che sanno solo remare contro gli interessi della Sicilia, e utilizziamo al meglio questo scorcio di legislatura per approvare alcuni importanti provvedimenti attesi da molte categorie». Un appello che fa riferimento alla paralisi che ha travolto l'Ars, dove l'ultima votazione registrata è quella del 29 aprile, quando fu approvata la Finanziaria. Da allora
tutto si è fermato.

L'arcivescovo. «Ci sentiamo offesi e addolorati come cristiani e cittadini»
Montenegro: «Vile atto contro chi è morto per la giustizia»

«Come cristiani e come cittadini ci sentiamo offesi e addolorati per il gesto. Alla barbarie della sua morte si è voluta aggiungere anche quella dell'oltraggio alla sua memoria, per tentare di eliminare ogni traccia che ricordasse un uomo che ha vissuto per la giustizia e per essa ha dato la vita». Il cardinale Francesco Montenegro, arcivescovo di Agrigento e presidente della Caritas italiana, commenta con parole durissime l'episodio del danneggiamento della stele in omaggio del magistrato ucciso dalla mafia. «Dietro il vile atto di infrangere il monumento al giudice di Canicattì si nasconde quella logica mafiosa - ha aggiunto Montenegro - che tanto male ha fatto al nostro territorio. Siamo consapevoli che ci sono ancora persone e sistemi di potere che lavorano per distruggere il bene, per danneggiare la dignità di tanti cittadini onesti e per impedire qualsiasi sviluppo della Sicilia». L'arcivescovo ha aggiunto: «A queste persone ripetiamo l'appello di Giovanni Paolo II: "Convertitevi, un giorno verrà il giudizio di Dio". A queste persone vogliamo dire con chiarezza che il loro modo di ragionare e di fare è fuori dal Vangelo e, pertanto, loro stessi sono fuori dalla chiesa. A queste persone vorremmo giungesse il grido di dolore di tanti genitori che - come quelli di Livatino - hanno dovuto piangere i loro figli innocenti, nella speranza che quelle lacrime li convincessero a fermarsi. Basta! Basta con i reati contro la giustizia! Basta con il sangue innocente! Basta con la cattiveria usata nei confronti di chi vuole lavorare onestamente! Basta!». Il cardinale ha proseguito aggiungendo che "l'offesa arrecata alla memoria di Livatino ci spinge a recuperare con maggiore forza l'impegno a vivere e a testimoniare la giustizia. Con la forza umile che ci viene dal giudice Livatino desidero lanciare un appello a tutti: cerchiamo di essere noi un monumento vivente alla giustizia, al bene, al  rispetto delle regole, all'amore". (*GECA*)

Turismo. L'iniziativa è stata presentata ieri mattina. Gulino della coop Agorà: «Riapre pure il Castello Luna, abbiamo deciso di unire le forze per promuovere la città»
Il costo è fissato in 15 euro per gli adulti e 9 per i bambini. Il Castello Luna a Sciacca riaprirà ai visitatori dopo tre anni
La rete dei musei collega in un'unica proposta il Castello Incantato di Filippo Bentivegna, il Castello Luna che riapre dopo tre anni, la Casa Museo Scaglione, il Museo del Giocattolo e
quello dedicato al sapone.
Giuseppe Pantano - Sciacca


Una rete dei musei di Sciacca che mette assieme la storia della città, i luoghi di maggiore importanza dei quali dispone, valorizzando anche le novità sorte negli ultimi anni, grazie alla spinta giunta dalle attività imprenditoriali. L'iniziativa è stata presentata ieri mattina e rappresenta una novità perché con un unico biglietto chi verrà a Sciacca potrà visitare ben cinque musei cittadini. Il costo del ticket è di 15 euro per gli adulti e 9 per i bambini. La rete dei musei, varata dalla cooperativa Agorà, dall'associazione Antiche Tradizioni e dagli imprenditori Alessandro Dulcimascolo e Alessandro Mazzotta collega in un'unica proposta museale il Castello Incantato di Filippo Bentivegna, il Castello Luna che riapre dopo tre anni, la Casa Museo Scaglione, il Museo del Giocattolo e il museo dedicato al sapone che risulta essere l'unico in Italia. Gli ultimi due spazi sono quelli realizzati, negli ultimi anni, da imprenditori saccensi. Il Castello Incantato di Filippo Bentivegna è stato riconosciuto bene storico-artistico dalla Regione Sicilia. Il provvedimento di tutela riguarda anche 24 sculture dell'artista Filippo Bentivegna. Su questo sito c'è una grande attenzione da parte della Soprintendenza ai beni culturali di Agrigento che si avvale della collaborazione scientifica dell'Osservatorio Outsider Art di Palermo. Il Castello Luna, realizzato intorno al 1380 per volere di Guglielmo Peralta, conte di Caltabellotta, rappresenta la storia della città. Il Castello Luna aprirà le sue porte, accogliendo i visitatori con un gruppo di giovani in costume d'epoca. Francesco Scaglione, che morì nel 1938, appassionato e collezionista d'arte, lasciò la Casa Museo alle figlie, Maria Letizia e Giuseppina, che, a loro volta, attraverso un lascito, donarono il bene al Comune a condizione che venisse adibito a casa museo e intitolato al padre. Numerosi i pezzi da collezione che si trovano nella casa museo, candelieri, dipinti, ceramica, mobili. «La rete museale - dice Giuseppe Gulino, a capo della cooperativa Agorà - ci consente innanzitutto di riaprire il Castello Luna, il simbolo della  ittà di Sciacca. Il progetto - ha aggiunto - riguarda cinque realtà che hanno deciso di unire le forze e pensare un nuovo servizio per i turisti con i siti sempre aperti, anche nei giorni festivi. Il biglietto sarà ridotto e valido per diversi giorni in modo da favorire una visita più comoda ai turisti». A questa collaborazione, ma anche all'intervento dei privati guarda con favore il Comune di  Sciacca. «Il privato è giusto che si faccia avanti - dice l'assessore comunale al Turismo, Filippo Bellanca - e che dia la propria disponibilità  anche nella gestione dei beni pubblici. Mi auguro che anche altri soggetti ed enti, in futuro, si facciano avanti». Per Alessandro Mazzotta, infine, «il museo del sapone è atipico, l'unico in Italia di questo genere, che crea molta curiosità nei visitatori. La cultura, il nostro spazio museale, è un contorno della nostra attività produttiva visto che noi produciamo saponi». (*GP*)

Liberasicilia

Crisi ex Provincia, dipendenti esasperati in cima alla gru

di Giuseppe Bianca


Il dramma dei 520 lavoratori dell'ex Provincia, i "fantasmi" del futuro Libero Consorzio, lo stato di salute dell'ente e le azioni da intraprendere per gridare il loro disagio e la paura che un futuro, forse, se arriverà sfiatato e quasi esaurito.
Ieri una giornata di alta tensione sociale nella zona umbertina dell'ex Provincia regionale, dove i dipendenti hanno inscenata una protesta volontaria bloccando all'altezza dei semafori di corso Umberto il traffico veicolare in direzione piazza Marconi e via G. Perasso-via Malta. Una zona presidiata dalle forze dell'ordine per evitare tafferugli con gli automobilisti come era avvenuto ad inizio presidio.
I lavoratori della ex Provincia, senza stipendio da 5 mesi, ieri mattina in tre, un uomo e due donne, sono saliti su una gru posta all'interno del cortile del palazzo di via Malta, per dei lavori alla facciata, per difendere diritti legittimi. La situazione è gravissima. Maria Luisa Lanzafame ed Eleonora Motta sono le due dipendenti che, intorno alle 9, si sono arrampicate sulla gru per attirare l'attenzione delle istituzioni e dei mass media sul dramma che si sta consumando all'ex Provincia, nell'indifferenza più totale della politica. Obiettivo della protesta "governo regionale e Ars che, dopo avere realizzato il pasticciaccio con l'abolizione delle Province, continuano a operare in un clima di totale irresponsabilità". La richiesta è di rendere effettivamente disponibili le risorse per pagare gli stipendi ai dipendenti e consentire di svolgere servizi che erano di competenza degli enti. Chiesta l'immediata convocazione per risolvere l'emergenza, la più grave quella di Siracusa dove ci sono dipendenti ridotti alla disperazione che hanno proclamato lo sciopero della fame, e decidere come rendere disponibili le risorse previste nel bilancio della Regione. "Senza risposte concrete siamo pronti a eclatanti manifestazioni di protesta" dicono i dipendenti. "La vicenda degli oltre 500 lavoratori dell'ex provincia regionale di Siracusa, senza stipendio da 5 mesi, investe le istituzioni. L'assordante silenzio della politica regionale e nazionale, denunciato da tempo da tutti i sindacati, e la debolissima funzione del Commissario regionale rendono la situazione non più sopportabile" è quanto afferma la Cgil nazionale: "Occorrono - aggiunge il sindacato - provvedimenti straordinari e tempestivi, regionali e nazionali, per coprire nell'immediato le spettanze maturate dai lavoratori e individuare una soluzione strutturale che ridia la certezza del diritto ai lavoratori e ripristini tutti quei servizi che l'Ente non eroga ormai da due anni all'intera collettività".
Intanto il commissario Arnone ha comunicato ai rappresentanti sindacali che nel pomeriggio alle 18 è stato convocato un incontro presso l'ufficio di presidenza della Regione alla presenza del governatore Crocetta e dell'assessore regionale alle Autonomie locali, Luisa Lantieri. L'obiettivo è quello di trovate un criterio oggettivo per dividere i 19 milioni 600 mila euro che l'Assemblea Regionale Siciliana ha destinato nella Finanziaria 2016 alle ex Province regionali.
«La situazione dell'ente locale siracusano è già esplosiva, afferma Stefano Munafò segretario generale della Uil, appesantita da una situazione economica drastica, con il default alle porte e lavoratori in perenne fibrillazione. E' importante che Palermo sblocchi la quota parte destinata a Siracusa in quanti l'ente è "vittima" di un disavanzo economico di 19 milioni di euro, con un mutuo di oltre 8 milioni l'anno fino al 2044». Munafò si chiede se questo «incontro è interlocutorio oppure anticipa la data di giorno 25 cioè quella della ripartizione dei fondi, ad ogni modo la presenza di tutti noi è relativa perché se le cose si vogliono risolvere, questi incontri servono a poco, solo a fare presenza e solite chiacchiere e invece ci vogliono i fatti».
L'allarme dei sindacati, a fronte dell'ennesima emergenza che riguarda gli enti soppressi dalla Regione che ha dato vita alle Città metropolitane e ai Liberi consorzi comunali, è risibile, in un quadro di forti incertezze finanziarie e gestionali.
"La gravissima situazione in cui versa l'ex Provincia di Siracusa ha raggiunto il limite e rischia di sfociare in azioni e proteste sempre più eclatanti da parte dei dipendenti dell'ente a cui va tutta il mio appoggio". A dichiararlo Sofia Amoddio del Partito Democratico. "Da tempo sono in contatto con il Sottosegretario Baretta al qualche ho chiesto ripetutamente che venisse trovata una soluzione per sospendere il prelievo forzoso da parte dello Stato e ridare speranza all'Ente ed ai suoi dipendenti". "La situazione dell'ex provincia di Siracusa non nasce certo oggi ma è il risultato di una serie di gravi errori fatti nel corso degli ultimi decenni". "In una tale situazione, non posso che schierarmi dalla parte dei lavoratori che si trovano nell'assurda posizione di non ricevere lo stipendio da mesi e impegnarmi per ottenere una soluzione efficace da parte del Governo che scongiuri il default". "La deputazione nazionale e regionale - conclude l'esponente PD - farà fronte comune per ottenere un risultato importante per i cittadini e tralasciando inutili schermaglie e attribuzioni di responsabilità fine a se stesse".
Sulla vicenda interviene Edy Bandiera: «Stipendi in ritardo di oltre cinque mesi, 500 lavoratori della provincia di Siracusa e altrettante famiglie costrette a sopravvivere nel disagio, per la colpevole e manifesta incapacità del governo siciliano, che fa mancare risorse vitali agli enti di secondo livello. Il presidente della Regione, che si è distinto sino ad ora in ogni settore per non essere stato in grado di gestire la cosa pubblica, intervenga immediatamente, stanziando quanto necessario per la copertura delle spettanze. Il rischio che la protesta assuma toni anche drammatici e' reale, la misura é colma e le tasche sono vuote. Basta con le promesse e le prese in giro di una politica irresponsabile. Palazzo d'Orleans stanzi subito i 15 milioni necessari, mettendo fine ad una situazione a dir poco paradossale».

Italpress

Agenzia di Stampa Italpress > CONFINTESA
CONFINTESA "RIFORMA PROVINCE SICILIA SPETTACOLO TRAGICO"


"Già l'anno scorso si era capito che la riforma di questo governo regionale faceva acqua da tutte le parti ed il forte buco nei bilanci provinciali causati dal prelievo forzoso da parte dello Stato (stabilito nel 2012), che ha imposto la riduzione della spesa, ha contribuito a far sgretolare bilanci una volta virtuosi. Ieri abbiamo visto il gesto disperato di tre lavoratori, un uomo e due donne, che si sono arrampicati, in segno di protesta, su una gru a causa del blocco degli stipendi per i dipendenti della ex provincia di Siracusa già da cinque mesi". Lo dice il Segretario Generale Confederale Confintesa Sicilia, Antonio Russo, riguardo "la vicenda del ritorno alle ex province e la situazione che in questi giorni sta travolgendo i dipendenti dell'ex provincia di Siracusa da cinque mesi senza stipendio". In merito al governo regionale in scadenza di mandato, Russo sostiene che "se analizziamo a fondo il quinquennio appena trascorso, questo Governo Regionale lascia una Sicilia dove il livello di disoccupazione aumenta, l'assistenza sanitaria si è ridotta al di sotto della soglia di sufficienza, ci sono forti tensioni sociali per via della feroce immigrazione che stiamo subendo passivamente, mancano i fondi per formazione e sviluppo e nel frattempo tutta la terra sicula, come ogni anno, è in preda a incendi che divorano quel che rimane della nostra splendida isola".
"Insomma - conclude -, uno stato di emergenza continuo e un netto peggioramento generale che potrebbe presto sfociare in uno stato di default". Per il Segretario Confintesa Palermo, Domenico Amato, "il buco creatosi nei bilanci dei liberi consorzi non può essere a carico dei lavoratori delle ex province. Il grande bluff dei consorzi metropolitani è venuto allo scoperto e adesso, come uno tsunami, sta travolgendo tutta la regione. Ora il Governo Regionale è costretto a fare marcia indietro per risollevare la grave situazione dei bilanci che si è venuta a creare. Ma di fatto il problema si trascina e investe centinaia di lavoratori. Inaccettabile". Anche per il Segretario Confintesa Trapani, Giuseppe Monaco, "la strada della disfatta era già stata annunciata da tempo. Il fallimento di un Governo Regionale mai decollato è tutto concentrato nella bolgia di eventi che stiamo vivendo in questi giorni. Il fallimento di quello che veniva definito dagli stessi un 'prodigio' si è adesso trasformato in dramma tanto da costringerli a fare un notevole passo indietro. Ultimo atto di uno spettacolo tragico per cittadini e lavoratori che stanno pagando l'incompetenza di questo Governo". Sempre riguardo la vicenda delle due lavoratrici siracusane si pronuncia il Segretario Confintesa FP Sicilia, Peppe Piccione: "Quanto stanno vivendo i lavoratori delle ex province, è uno scandalo".
"Gli errori della politica non possono essere pagati da lavoratori e cittadini - sottolinea -. Nella mia Siracusa ci sono stati momenti di forte tensione e paura per il gesto estremo di due lavoratrici che ieri si sono arrampicate su una gru per manifestare in maniera eclatante il loro malessere e il malessere di tutti i colleghi che da cinque mesi non percepiscono gli emolumenti. Le Istituzioni e la Politica dovrebbero capire che le attestazioni di solidarietà non servono a pagare i mutui e a sfamare le famiglie e soprattutto non interessano alle banche che pretendono il pagamento delle rate a scadenza".


Nuovosud

Ex Provincia di Siracusa, Arnone scrive a Crocetta: "Eviti il dissesto"


Venerdì 14 luglio scorso, prima che la rabbia dei dipendenti del Libero Consorzio comunale esplodesse per i cinque stipendi non corrisposti, il Commissario straordinario, dott. Giovanni Arnone, ha inviato la seguente nota al Presidente della Regione siciliana, on. Rosario Crocetta e all'Assessore regionale Funzione Pubblica e Autonomie Locali, Luisa Lantieri:
"Caro Presidente, Caro Assessore, Come certamente avrete appreso dagli organi di informazione, da diversi giorni il personale del Libero Consorzio Comunale di Siracusa, ormai esasperato, manifesta in maniera eclatante il fortissimo disagio a causa della mancata regolare corresponsione dello stipendio - ormai siamo con un ritardo di 5 mesi: l'ultimo stipendio percepito, infatti, è quello del mese di Febbraio.
Ho incontrato più volte i dipendenti in queste ultime settimane e il livello di preoccupazione, di forte scoramento che prelude alla disperazione di parte dei dipendenti - costretti dallo scorso anno, quando sono iniziate le difficoltà nella corresponsione degli emolumenti al personale - a chiedere soldi, sovente con mortificazione, ai genitori anziani, agli altri familiari o amici, oppure a contrarre mutui in banca, ecc., finanche a mettere in vendita la propria casa!
Temo, sig. Presidente e sig. Assessore, che la disperazione di alcuni dipendenti possa sfociare in atti gravi con conseguenze sull'incolumità delle persone. A fronte del totale disinteresse dello Stato, tranne le più volte manifestate solidarietà e attenzione espresse da Sig. Prefetto attuale e precedente, la Regione si è già interessata a fine 2016 con uno straordinario stanziamento di oltre 15 milioni di Euro. Come le SS.LL. ben sanno, lo stato di gravissima crisi finanziaria del Libero Consorzio di Siracusa ed anche degli altri Liberi Consorzi siciliani e delle Province italiane tutte, è fondamentalmente conseguenza di un ingiusto, insostenibile e anticostituzionale "prelievo forzoso" che sottrae quasi tutte le entrate: nel 2016 a fronte di entrate di circa 23 milioni di Euro lo Stato ha sottratto al Libero Consorzio di Siracusa circa 10 milioni di Euro, come acconto di prelievo pari a 19 413.000,00!!!
Un dissesto finanziario assurdamente voluto e perseguito con indifferenza e cinismo, nonostante lo scrivente abbia più volte segnalato alle più alte cariche del governo nazionale la gravissima crisi finanziaria di questo Ente locale e le nefaste conseguenze sul personale e sull'erogazione dei servizi di competenza (manutenzione di 1600 Km di strade provinciali e degli edifici di circa 60 Istituti Superiori, l'Assistenza ai disabili, il monitoraggio della qualità dell'aria).
Caro Presidente e caro Assessore ancora una volta pongo alla Vostra autorevole attenzione l'ormai diventata "questione siracusana" affinché si trovi urgentemente una soluzione, almeno per il pagamento degli stipendi per l'anno 2017. Come è noto alle SS.LL. l'art. 2 della Legge Regionale 9 maggio 2017 n. 18 recita: "Al fine di garantire il funzionamento dei Liberi Consorzi Comunali e delle Città Metropolitane, è autorizzato un contributo di parte corrente, da utilizzarsi prioritariamente per il pagamento degli stipendi al personale, di 91.050 migliaia di Euro per l'esercizio finanziario 2017....."
La prima quota pari a 65 milioni di euro è stata assegnata, sentita la Conferenza Regione-Autonomie Locali non tenendo minimamente conto del vincolo di destinazione sopra riportato, con la conseguenza che al Libero Consorzio di Siracusa è stata assegnata una somma che consentirà di corrispondere soltanto 3 mensilità al personale dipendente!
Se le SS.LL, vorranno dare una pronta e positiva risposta al personale di questo Libero Consorzio ed evitare il dissesto finanziario, si preveda di destinare 15 milioni di euro a valere sulla quota di 26 Milioni di euro ancora da ripartire ai Liberi Consorzi, dando così piena attuazione a quanto disposto nel primo comma dell'art. 2 della sopra citata legge regionale.


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