La Repubblica.it
Province inlotta per la sopravvivenza ma è boom degli enti intermedi
Una riforma rimasta a metà eimpantanata nelle sabbie mobili dopo l'esito del referendumcostituzionale. La legge Delrio che doveva semplificare il Paese,riducendo gli organismi intermedi tra Regioni e Comuni e ridisegnandole ex Province, si sta trasformando in un boomerang. Gli organismiintermedi sono cresciuti: la norma ne prevedeva al massimo unanovantina, oggi sono quasi cinquecento. Perché da un lato non sonostati aboliti gli ambiti territoriali, dall'altro le Regioni aStatuto speciale invece di applicare la riforma hanno fatto di testaloro: ad esempio Sardegna e Friuli Venezia Giulia hanno sì ridottole Province, salvo creare e tenere in vita insieme 60 Unionicomunali, mentre la Sicilia sta tornando al passato rimettendo anchei gettoni d'oro. Ma c'è di più. Nel caos adesso sono anche leregioni a statuto ordinario, che rivendicano aiuti perché nonriescono a garantire i servizi essenziali su strade e scuole. Dallasemplificazione alla complicazione.
Più di enti e piùburocraziaIn Italia oggi sono in vita 76 Province, 10 cittàmetropolitane e 350 organismi intermedi tra Ato (ossia Ambitoterritoriale ottimale) rifiuti, Ato idrici, autorità di bacino econsorzi di bonifica. La Delrio prevedeva al massimo una novantina diorganismi intermedi, mentre conti alla mano questi enti sonoaumentati addirittura a quota 496 considerando le regioni autonome,con costi di milioni di euro tra spese di funzionamento e stipendiper revisori contabili e dipendenti. Ecco così che unariforma nata con buoni intenti ma rimasta inapplicata rischia diaumentare le spese e di andare contro qualsiasi semplificazione:«Chiediamo al governo di applicare subito la parte della legge chedava alle Province le competenze di tutti gli ambiti territoriali edelle stazioni appaltanti - dice il presidente dell'Unioneprovince italiane, Achille Variati - e dobbiamo evitare laproliferazione degli enti come avviene nelle regioni a statutoautonomo». Le Regioni speciali spreconeLabocciatura del referendum costituzionale in Sicilia è stata vistacome una grande occasione per tornare al passato e rimettere in piedile vecchie Province. Così in commissione affari istituzionali èpassata una norma che reintroduce l'elezione diretta e lo stipendioper i futuri consiglieri provinciali. «Ma non potevamo farealtrimenti, se prevediamo l'elezione diretta non possiamo poi nonpagare gli eletti, lo prevede la legge nazionale», dice ilpresidente della commissione Salvatore Cascio. Nell'Isola deltesoro dei costi della politica la legge nazionale Delrio non siapplica ma per dare i gettoni ci si appella alle norme statali: costodell'operazione, 10 milioni di euro in più all'anno se saràvotata dall'aula. In Friuli Venezia Giulia la Delrio nemmenol'hanno presa in considerazione e hanno colto la palla al balzo perquintuplicare gli organismi intermedi. Da un lato hanno abolito leProvince, ma subito hanno istituito 18 unioni comunali: solo per irevisori contabili la spesa è di oltre 26 mila euro all'anno che,moltiplicata per 18, fa 500 mila euro all'anno. La Sardegna diecianni fa aveva raddoppiato le Province da 4 a 8. Lo scorso anno haapplicato la riforma: le Province sono scese a cinque, con quella diCagliari che però si è sdoppiata in Città metropolitana eProvincia Sud Sardegna. Tutto bene? Certo, se non si considera chenell'Isola vi sono ben 42 Unioni dei Comuni che ricevono ogni anno20 milioni di euro per servizi e spese di funzionamento. «Abbiamo unterritorio e una cultura molto particolari - dice l'assessoreagli Enti locali, Cristiano Erriu - con la riforma abbiamorisparmiato eliminando elezioni e gettoni nelle Province».
LeProvince abbandonateNel frattempo nel resto del Paese lariforma Delrio è stata applicata e oggi vi sono 76 Province e 10città metropolitane che rivendicano risorse perché, nonostanteabbiano trasferito il 50 per cento del personale a Regioni e Comuni,hanno ancora in gestione 130 mila chilometri di strade e 5.200 scuolenelle quali studiano 2 milioni di ragazzi. Nelle Finanziarie del 2015e del 2016 hanno subìto un taglio di risorse pari a due miliardi, maadesso chiedono aiuto: «Abbiamo applicato la riforma ma con questitagli come possiamo garantire la manutenzione delle strade e dellescuole?», dice Variati. Il governo Gentiloni per il 2017 ha bloccatoil taglio e stanziato 350 milioni. Ma i fondi non bastano: laProvincia di Piacenza sta vendendo gli immobili pur di fare cassa.«Il problema vero è l'applicazione definitiva della legge -ripete Variati - che prevedeva l'accorpamento nelle Province ditutte le funzioni degli ambiti territoriali e anche delle stazioniappaltanti». La riforma a metà della Delrio ha invece aumentato glienti: oggi abbiamo le Province e centinaia di organismi intermedi chesi occupano di rifiuti, acque e bonifiche. Per non parlare dei circa3 mila enti tra consorzi e partecipate e delle 30 mila stazioniappaltanti. Altro che riduzione della burocrazia e spending review.
Livesicilia.it
Dall'intesa col M5S ai commissari
Province, chi ha "firmato" il flop
La riforma è stata voluta dalgoverno. Rivendicata dal presidente Crocetta. Rimbalzata sututte le televisioni nazionali. Oggi, in tanti la voglionocancellare, gettare nel cestino. Reintroducendo anche l'elezionediretta. Il voto. E facendo resuscitare le vecchie, careProvince. Ma questa lunga "non riforma", iniziatanel 2013, ha diversi padri. E tante facce possono essereassociate a questo epocale flop. Persino facce e nomi che oggi sonopronti a mandare tutto all'aria. A cominciare, ad esempio,dallo stesso partito del governatore. Quel Pd che, giustoper ricordarlo, ha votato compatto a favore delle tre leggi che oggiscandiscono questa riforma. Si tratta della legge 7 del 2013 (che silimita sostanzialmente a cambiare il nome delle Province in Libericonsorzi e ad aprire la stagione dei commissariamenti) e delle legginumero 8 del 2014 e numero 15 del 2015 che rappresenta di fattol'adeguamento alla legge Delrio.
Ecco, il Pd havotato ciascuna di queste leggi. Nonostante oggi, in tanti,a cominciare proprio dal capogruppo Alice Anselmo,chiedono il ripristino del voto: "La gente vuole esprimersi", hadetto. Ma proprio lei ha votato "sì" alle tre leggi. Chetoglievano il voto diretto, introducendo quello "di secondolivello" Lei, come il suo gruppo, dicevamo. Dove oggi - e sonoemersi chiaramente in commissione Affari istituzionali - sono intanti a volere il ritorno al passato. Dopo aver approvato tutti ipassi di questa non riforma. A guidare la commissione che staindirizzando le Province verso una "restaurazione", poi, è ildeputato di Sicilia FuturaTotò Cascio. Eppure,anche lui ha approvato ad esempio la legge del 2014. E non ha maivotato contro alla riforma che ora si vuole, nei fatti,cancellare. Insomma, il governo Crocetta, in questimesi, ha goduto di un ampio consenso. A volte anche quello menopreventivabile. In quei mesi, infatti, si parlava di"Modello Sicilia". La disastrata riforma delle Province, infatti,porta anche la firma del Movimento cinque stelle. I grillini hannovotato compatti sia alla prima legge, quella del 2013, sia a quellasuccessiva del 2014. Hanno solo cambiato idea di fronte al nuovotesto del 2015, o hanno forse ravvisato decisive differenze traquella legge e quella dell'anno prima. Su una cosa non hannocambiato idea: l'abolizione dell'ente che ritengono solo ungeneratore di nuove poltrone. Ma i disastri creatidalla riforma mancata di Crocetta sono iniziati anche grazie a loro.La prima norma, l'origine di tutto, è stata votata anchedall'allora deputato Fabrizio Ferrandelli, dai deputati dell'Udc(da Lentini a Firetto a La Rocca Ruvolo), persino da attualideputati di Forza Italia comeRiccardo Savona cheperò in quei giorni faceva parte del gruppo di Totò Cardinale. Unparadosso nel paradosso, tra i "contrari", allora, ecco propriol'attuale assessore alle Autonomie LocaliLuisa Lantieriche oggi deve "gestire" nella pratica gli effetti di una riformanei confronti della quale aveva detto "no". Un "no" espressonon solo insieme ad altri esponenti dell'opposizione, ma anche diattuali esponenti della maggioranza come il deputato ora nel Pd PaoloRuggirello e il presidente della Commissione bilancio VincenzoVinciullo. E insieme a chi ha votato la legge, ecco lefacce dei circa quaranta commissari scelti dal governo per guidaregli enti. In molti casi funzionari e burocrati chiamatiall'ingrato compito. In altri, rappresentanti del governo oriconducibili a precise aree e volontà politiche. Dall'allora capodi gabinetto di Crocetta e oggi direttore generale di Irfis GiulioGuagliano, all'ex assessore all'Agricoltura in quota UdcDario Cartabellotta, passando per l'altro exassessore sempre alle Risorse Agricole Rosaria Barresi.Fino all'ex pm Antonio Ingroia, scelto da Crocettaper guidare l'ente di Trapani: "Anche per dare un contributo allacaccia del latitante Matteo Messina Denaro". A conferma dellaconfusione che ha accompagnato la "non riforma" delle Province.Sulla quale il governo ha messo il suo timbro. Ma accanto a quello,ecco la firma di tanti altri.
Scrivolibero
Agrigento: aperte le iscrizioni sul registro provinciale per gli Enti che si occupano di servizi agli studenti disabili
Anche per l'anno scolastico 2017/2018, il Libero Consorzio Comunale di Agrigento (ex Provincia) ha disposto che si attivino i servizi scolastici in favore degli alunni portatori di handicap grave che frequentano le scuole superiori (servizio igienico-personale e servizio di Autonomia e comunicazione). Nonostante la gravissima situazione finanziaria, allo scopo di continuare ad offrire servizi di qualità, il Settore Solidarietà Sociale dell'Ente ha approvato un avviso pubblico di riapertura dei termini, per l'anno scolastico 2017/2018, per l'iscrizione nel Registro provinciale degli enti, già iscritti all'albo regionale ex art. 26 l.r. 22/86, autorizzati allo svolgimento dei servizi in favore degli alunni portatori di handicap. Le modalità di presentazione dell'istanza, le caratteristiche del servizio da svolgere e tutta la modulistica necessaria sono disponibili sul sito Web dell'Ente www.provincia.agrigento.it, nella sezione "Primo Piano". Le istanze di iscrizione al Registro, corredate da tutta la documentazione richiesta, dovranno pervenire al Libero Consorzio Comunale, entro giorno 16 agosto 2017. Il Libero Consorzio assicura il servizio relativo all'assistenza cosiddetta specialistica per 197 studenti, comunemente chiamata di autonomia e comunicazione e quella igienico sanitario nelle scuole di competenza dell'Ente, oltre a garantire il trasporto ad oltre 85 alunni affetti da grave disabilità.
Agrigentooggi
Agrigento, centraline per il monitoraggio dell'aria in diverse parti della città
La qualità dell'aria che respiriamo è da sempre uno degli obiettivi prioritari dell'Amministrazione Comunale che nelle ultime ore, dopo un sopralluogo del personale dell'Ufficio Tecnico ha autorizzato l'Arpa, l'Agenzia regionale per la protezione dell'ambiente, all'installazione di una centralina per il rilevamento della qualità dell'aria in città. La stazione di rilevamento, denominata "Agrigento Centro" verrà installata a breve in salita Coniglio all'interno di Villa Bonfiglio. Una seconda stazione di rilevamento, già esistente, denominata "Agrigento - Monserrato" verrà invece riattivata nel quartiere omonimo, in via Fra Simone da Lentini. Si tratta di una centralina non più attiva e non più alimentata elettricamente, del Libero Consorzio Comunale di Agrigento che potrebbe a breve riprendere a monitorare la qualità dell'aria di quella zona.
Licata, completati i lavori di Piazza Gondar del Liceo "Linares"
Portati a termine i lavori dell'appalto integrato per l'affidamento della progettazione ed esecuzione dei lavori di ristrutturazione dell'edificio da adibire alla succursale di Piazza Gondar del Liceo "Linares" a Licata. I lavori sono stati eseguiti dall'impresa "Bruno Teodoro SpA" che si era aggiudicata la gara d'appalto . Il Libero Consorzio, nelle more di definizione del collaudo tecnico-amministrativo dei lavori di ristrutturazione, procederà alla presa in consegna anticipata fissata dell'immobile di piazza Gondar a Licata, per il giorno 19 luglio alle ore 10,30. Questo consentirà il trasferimento nell'edificio di almeno di dieci classi del Liceo Classico "Linares" di Licata, entro l'inizio del nuovo anno scolastico 2017-2018. Grazie alla disponibilità delle nuove classi si potrà migliorare notevolmente la situazione complessiva del Liceo Linares di Licata. Una conferma ulteriore dell'impegno del Libero Consorzio ed in particolare del settore Edilizia Scolastica per offrire strutture adeguate agli studenti delle scuole medie superiori della provincia.
Sicilialive24
Cgil: convocazione urgente "Tavolo di Concertazione"
Richiesta revoca/sospensione Determina del Commissario Straordinario n. 104 del 04/07/2017, convocazione urgente "Tavolo di Concertazione".
PREMESSO CHE:
La scrivente Organizzazione Sindacale, il 18/06/2017, era venuta informalmente a conoscenza dell'esistenza di una nota a firma del Commissario Straordinario Dott. Giuseppe Marino, con la quale veniva trasmesso e comunicato alle Organizzazioni Sindacali il testo di un "provvedimento che l'Amministrazione intendeva adottare in merito all'utilizzo ottimale delle risorse umane";
La scrivente Organizzazione Sindacale, con nota del 18/06/2017 aveva immediatamente chiesto l'apertura del tavolo di concertazione così come previsto ell'art. 7 e 8 del C.C.N.L. EE.LL. dell'1/04/1999 e dell'Art. 6 del CCNL EE. LL. del 22/01/2004;
Alla data odierna non risulta essere pervenuta alla scrivente alcuna convocazione in merito, da parte del Presidente della Delegazione Trattante.
Tale comportamento non appare rispettoso della Norma e dei C.C.N.L. EE.LL. Vigenti, che in talune e ben specifiche materie prevedono, "l'obbligo di informazione e, a richiesta dei soggetti sindacali l'apertura del Tavolo di Concertazione;
CONSIDERATO CHE, codesta Amministrazione in data 04/07/2017 ha provveduto formulare la Determina n. 104 "Ottimizzazione risorse umane: ridimensionamento URP, potenziamento Viabilità e Polizia Provinciale. Istituzione nuove Posizioni Organizzative;
TENUTO CONTO che a giudizio della scrivente gli argomenti indicati nell'oggetto della determina di cui sopra sono sicuramente argomenti da Concertare;
Per quanto sopra, nell'interesse supremo dei lavoratori e nel rispetto dell'art. 7 e 8 del C.C.N.L. EE.LL. dell'1/04/1999 e dell'Art. 6 del CCNL EE. LL. del 22/01/2004, con la presente si chiede:
l'immediata revoca/sospensione della Determina n. 104 del 04/07/2017;
l'urgente apertura del tavolo di Concertazione Decentrata e il rispetto dei tempi di convocazione, così come previsto dai CCNL EE. LL. già menzionati.
Contestualmente, si comunica che trascorsi infruttuosamente 10 giorni dalla ricezione della presente nota senza che codesto Ente, nella persona del Presidente della delegazione trattante, provveda a dare seguito con tempestività alla richiesta di convocazione dei soggetti che la compongono (delegazione di parte pubblica e delegazione sindacale) attiveranno tutte le iniziative di lotta previste dalla normativa vigente tra cui l'eventuale richiesta di rimozione del succitato Presidente per "condotta antisindacale".
Giornale di Sicilia
Sabato 15 luglio 2017
Goletta Verde. Gli ambientalisti hanno giudicato «punti critici» la foce del torrente Canzalamone a Sciacca e la spiaggia di fronte lo scarico del depuratore a Licata
Mare, in due punti della provincia forte inquinamento
Goletta verde «boccia» la qualità del mare della costa agrigentina. I prelievi e le analisi di laboratorio, hanno infatti evidenziato come su 4 punti toccati dal veliero di Legambiente in due punti l'acqua del mare è fortemente inquinata. Sono stati giudicati fortemente inquinati la foce del torrente Canzalamone a Sciacca e la spiaggia di fronte lo scarico depuratore a Licata. Promossi invece le zone balneari della spiaggia di Marinella, di fronte al torrente Re ed il Lido Rossello di Realmonte, classificate «entro i limiti». A Licata e Sciacca, nelle zone inquinate indicate da Goletta verde, sono vigenti i divieti di balneazione e di pesca, nonché l'utilizzo delle acque di mare, a qualsiasi scopo, in alcuni tratti della costa ricadente nella perimetrazione del territorio comunale, in coincidenza con la stagione balneare fino al 30 settembre prossimo. A Licata, i tratti di costa dove non è possibile fare il bagno sono: al Porto di Licata: il divieto interessa un tratto lungo 1008 metri; alla Foce fiume Salso: il divieto si estende per 500 metri, 200 metri a destra e 300 metri a sinistra dalla foce; ed ancora a Giummarella Sud nella zona della foce del fiume Salso - area portuale di Licata: il divieto interessa un tratto di costa lungo 620 metri, di cui 200 metri a destra della foce e all'interno dell'area portuale. Non si può certo dire che i bagnanti vengano poi informati a dovere. Anzi, tutt'altro. La cartellonistica in spiaggia e praticamente inesistente qui in Sicilia, anche se obbligatoria da tre anni per i Comuni costieri. «Rispetto ai 25 punti campionati, i tecnici di Goletta Verde - si legge nel report - non hanno avvistato nessuno dei cartelli informativi previsti dalla normativa, che hanno la funzione di divulgare al pubblico la classe di qualità del mare (in base alla media dei prelievi degli ultimi 4 anni), i dati delle ultime analisi e le eventuali criticità della spiaggia stessa. Anchequelli di divieto di balneazione sono merce rara:solo in cinque punti rispetto ai ventidove non vengono eseguiti campionamenti da parte delle autorità competenti, o è stato disposto il divieto temporaneo alla balneazione, sono presenti cartelli per informare i bagnanti. Si tratta di un problema che non va minimamente sottovalutato, perché mette a rischio la stessa salute dei bagnanti». In molti punti giudicati critici dai tecnici di Goletta Verde, infatti, viene spesso registrata la presenza di bagnanti nel punto preso in esame o nelle immediate prossimità dello stesso. Il deficit depurativo non è sicuramente una novità in Sicilia e la fotografia scattata da Goletta Verdene mostra in pieno le criticità: lungo le coste siciliane i tecnici di Legambiente hanno monitorato venticinque punti e ben diciassette di questi presentavano cariche batteriche elevate. (*PAPI*)
Oggi parte la nuova imposta. Confcommercio, con il presidente Picarella, non ci sta e chiede l'abolizione dell'imposta dopo i tre giorni di permanenza dei turisti in città
Tassa di soggiorno, rimodulazione al ribasso
Paolo Picone
Favorire il turismo stanziale. Con questo intento l'amministrazione comunale di Agrigento, guidata dal sindaco Lillo Firetto, con provvedimento della giunta, ha deliberato la riduzione delle tariffe relative all'imposta di soggiorno, a partire dal quarto giorno di pernottamento dei turisti nelle strutture ricettive della città. «La Giunta comunale - spiegano dal Comune - ha ritenuto necessario ridurre il carico dell'imposta per i soggiorni che si protraggono oltre il terzo giorno di pernottamento, al fine di non pregiudicare le forme di turismo stanziale e prendendo in considerazione anche le indicazioni, in merito, emerse durante gli incontri avvenuti con i rappresentanti ed i titolari delle strutture ricettive operanti ad Agrigento». Le tariffe relative all'imposta di soggiorno a decorrere da oggi, 15 luglio risultano pertanto le seguenti: Alberghi e Residence turistico alberghieri 1 e 2 stelle e altre strutture ricettive (affittacamere, case e appartamenti per vacanza, residence, agriturismi e case per ferie, camping e villaggi turistici): un euro per persona e per numero di pernottamenti per i primi 3 giorni ed 10 centesimi di euro per persona e per numero di pernottamenti a partire dal quarto giorno e per l'intera durata del soggiorno. Per i Bed & Breakfast - Alberghi e Residence turistico alberghieri a 3 stelle, l'imposta è di 2 euro per persona e per numero di pernottamenti per i primi 3 giorni e 20 centesimi per persona e per numero di pernottamenti a partire dal quarto giorno e per l'intera durata del soggiorno. Infine alberghi e residence turistico alberghieri 4 e 5 stelle, la tassa ammonta a 3 euro per persona e per numero di pernottamenti per i primi 3 giorni e 30 centesimi per persona e per numero di pernottamenti a partire dal quarto giorno e per l'intera durata del soggiorno. L'amministrazione comunale si è attenuta al regolamento per modificare queste tariffe. Ma Confcommercio non ci sta e chiede l'abolizione dell'imposta a partire dal quarto giorno di permanenza dei turisti in città. Il presidente provinciale, Francesco Picarella dice: «Sicuramente il fatto di aver limitato dal quarto giorno in poi l'imposta è un piccolo passo avanti. Ma non siamo soddisfatti e chiederemo al Consiglio comunale di modificare l'intero regolamento e togliere completamente dal terzo giorno in poi l'imposta. Questo favorirebbe la permanenza del turista ma eviterebbe anche problematiche di conteggi delle somme da restituire al Comune. Non si poteva fare diversamente - conclude Picarella - perché il regolamento non prevede questo, sarebbe auspicabile a questo punto modificare l'intero impianto ». «Stiamo cercando di rendere tutto trasparente per i nostri clienti - spiega Paolo Pullara, Patron dell'Hotel Tre Torri. Abbiamo affisso nel nostro hotel, copia del regolamento e la relativa delibera sulla tassa di soggiorno. Abbiamo inoltre pensato di predisporre una "dichiarazione di rifiuto" nel caso in cui qualche nostro cliente dovesse rifiutarsi di pagare l'imposta e magari recensire successivamente, in modo negativo, la nostra affermata struttura alberghiera. I nostri visitatori, che già si trovano nella nostra struttura e vi rimarranno anche oltre il 15, sono stati avvertiti. Chi, invece, ha prenotato molto tempo fa, saprà dell'imposta all'atto del check-in». Rossana Iacono, responsabile amministrativo dell'Hotel Baia di Ulisse dice: «Stiamo provvedendo tempestivamente a curare gli aspetti amministrativi, aggiornare il gestionale. Sarà tutto reso noto, ai nostri clienti, anche attraverso l'esposizione del materiale necessario, come regolamento e tariffario". Al B&b Templi e Arte, gestito da Florinda Cinquemani,ci si sta preparando per fornire ai turisti tutte le informazioni necessarie sulla tassa. «Stiamo predisponendo il materiale da esporre ed applicheremo la tassa ai nostri clienti all'atto del pagamento. Speriamo solo di trovare turisti soddisfatti della città, che paghino l'imposta volentieri altrimenti saremo costretti a tassarci noi pur di evitare recensioni negative che vadano a rovinare la nostra positiva media che ci ha portato, per il sito Booking, ad essere i "primi in classifica", nella zona, in termini appunto di recensioni fornite ai B&b». (*PAPI*)
Girgenti Acque: «Abbiamo fatto un gran lavoro»
La società pone la massima fiducia nell'operato della magistratura: «Così si potrà appurare l'entità e la qualità dell'attività svolta»
Gerlando Cardinale
«La società - spiega l'ente con una nota - ha effettuato un lavoro enorme per efficientare tutti gli impianti acquisiti dai precedenti gestori ereditati tutti in condizioni iniziali pessime». «Girgenti Acque in riferimento all'atto di commissariamento di alcuni impianti di depurazione gestiti, emanato dalla Procura della Repubblica di Agrigento, tiene a precisare che in tutti questi anni di gestione si è impegnata alacremente per portare in efficienza tutti gli impianti di depurazione, che versavano in condizioni estremamente precarie in cui, in alcuni casi, esisteva solamente la struttura di contenimento».
Il colosso imprenditoriale che gestisce il servizio idrico in gran parte dei comuni della provincia di Agrigento replica così al provvedimento giudiziario, in realtà solo sollecitato dalla Procura ma emesso dal gip, che di fatto l'ha estromessa dalla gestione dei depuratori posti sotto sequestro negli ultimi anni per varie irregolarità legate alla gestione e alle condizioni strutturali. Tecnicamente il pool di magistrati che segue le diverse inchieste in materia di depurazione, coordinato dal procuratore Luigi Patronaggio, del quale fanno parte i pm Silvia Baldi e Alessandra Russo, ha chiesto e ottenuto dal gip la sostituzione del custode giudiziario. Il procuratore Patronaggio, peraltro, ha usato parole particolarmente dure. «Stante l'inefficacia dei sequestri preventivi dei depuratori, lasciati in un primo momento in gestione a Girgenti Acque, - è stato sottolineato dalla Procura - abbiamo ritenuto di affidare la gestione al dipartimento Acque e rifiuti della Regione Sicilia». I pm, peraltro, hanno comunicato che, nei giorni scorsi, è stato posto sotto sequestro anche il depuratore di Sant'Anna che si aggiunge a quelli di Agrigento- Villaggio Mosè, Licata, Cattolica, Montallegro, Siculiana, Realmonte e Favara. Per quest'ultimo, però, non è stata disposta alcuna modifica della gestione. Alle dichiarazioni dei pubblici ministeri che hanno ribadito «l'inadempimento da parte della società alla prescrizioni imposte nei decreti di sequestro», aggiugendo che «il termine per adempiere alle prescrizioni è scaduto», arriva la replica di Girgenti Acque. «La società - spiega l'ente con una nota - ha effettuato un lavoro enorme per efficientare tutti gli impianti acquisiti dai precedenti gestori ereditati tutti in condizioni iniziali pessime. I mancati finanziamenti pubblici ne hanno, inoltre, impedito la totale riqualificazione. Girgenti Acque pone la massima fiducia nell'operato della magistratura così da poter appurare l'entità e la qualità dell'attività svolta dalla società». Girgenti Acque aggiunge: «Grazie alla Procura della Repubblica di Agrigento, che ha avuto la cura di nominare tecnici esperti del dipartimento regionale acqua e rifiuti, ente di riferimento sovraordinato al Gestore anche per il servizio di depurazione, sarà finalmente possibile superare la farraginosità burocratica nello sbocco dei finanziamenti pubblici per il rifacimento delle infrastrutture, che ha anche compromesso l'efficienza dei processi depurativi nel nostro territorio». Intanto a Favara il sindaco recrimina per il mancato affidamento al dipartimento regionale anche del depuratore cittadino, sotto sequestro giudiziario «per gravi inefficienze» dal febbraio 2016. Anna Alba, ieri, ha scritto al procuratore Luigi Patronaggio per chiedere chiarimenti. Secondo il primo cittadino il passaggio dal gestore privato alla Regione tutelerebbe meglio la salute dei cittadini favaresi. (*GECA*)
Condotta da riparare. Per i comuni serviti dal «Favara di Burgio» e dalla «Gela-Aragona» previsti disagi: si tratta di Agrigento, Cattolica, Licata, Montallegro, Palma e Ribera
«Fanaco», Casteltermini e Canicattì resteranno a secco
La necessità di eseguire dei lavori all'acquedotto del Fanaco, lascerà di nuovo a secco alcuni Comuni agrigentini. Infatti prenderanno il via martedì 18 i lavori di manutenzione straordinaria con una serie di interventi all'acquedotto Fanaco. Per questi motivi dalle 7 sarà interrotto l'esercizio dell'acquedotto. In particolare si interverrà sui collegamenti della nuova centrale disollevamento «Fontes Episcopi», lungo la bretella Passo Funnuto, nell'ambito del progetto di «Rifacimento dell'acquedotto Gela- Aragona». Lavori di riparazione anche per una perdita in contrada Pernice a Campofranco, in contrada Pozzillo ad Agrigento, in contrada Gissa nel territorio di Cammarata, in contrada Graziano Di Giovanna a Canicattì e in contrada Pizzo a Bompensiere. Di conseguenza saranno interrotte le forniture ai Comuni agrigentini serviti dal Fanaco: cioè: Canicattì e Casteltermini, oltre a quelli nisseni. Mentre per quelli serviti dall'acquedotto Favara di Burgio e Gela-Aragona i Comuni che avranno disagi sono: Agrigento, Cattolica Eraclea, Licata, Montallegro, Palma di Montechiaro e Ribera, dove è prevista la riduzione di portata. Tre Sorgenti verso la chiusura. Cilia: i sindaci on stiano a guardare Sul commissariamento disposto dalla Regione dell'assemblea dei sindaci del Tre Sorgenti di Canicattì, interviene l'ex vice presidente del Consorzio acquedottistico, Gino Cilia, che con Mario Augusto ha guidato l'ente fino al 2004. «Quando la gestione era nelle nostre mani - ha detto Cilia - il Consorzio non aveva un euro di debito. Adesso bisogna capire cosa è successo dal 2004 ad oggi. Come mai si sono accumulati questi debiti milionari e soprattutto di chi sono le responsabilità. Noto con molto dispiacere - aggiunge l'ex vice presidente - che i sindaci se ne stanno in silenzio e stanno cedendo al gestore privato un patrimonio milionario fatto di sorgenti, condutture, immobili. Per tenersi solo i debiti che poi saranno i cittadini a pagare». (*PAPI*)
Opere pubbliche. Nell'edificio saranno trasferite almeno di dieci classi del Classico entro l'inizio del nuovo anno scolastico. La consegna al Libero consorzio il 19 luglio
Licata, lavori conclusi Il Liceo «Linares» avrà la succursale
Prima della ristrutturazione c'erano gli uffici del Comune
Sarà redistribuita la sistemazione degli alunni che sono dislocati in tre plessi: quello centrale di via Malfitano, il plesso di via Profumo, concesso dal Comune di Licata e quello di contrada Piano Bugiades.
Paolo Picone - Licata
Si sono conclusi i lavori dell'appalto integrato per l'affidamento della progettazione ed esecuzione dei lavori di ristrutturazione dell'edificio da adibire alla succursale di Piazza Gondar del Liceo "Linares" a Licata. I lavori sono stati eseguiti dall'impresa "Bruno Teodoro SpA" che si era aggiudicata la gara d'appalto. Il Libero Consorzio, nelle more di definizione del collaudo tecnicoamministrativo dei lavori di ristrutturazione, procederà alla presa in consegna anticipata fissata dell'immobile di piazza Gondar a Licata, per il giorno 19 luglio alle 10,30. Questo consentirà il trasferimento nell'edificio di almeno di dieci classi del Liceo Classico "Linares" di Licata, entro l'inizio del nuovo anno scolastico 2017-2018. Grazie alla disponibilità delle nuove classi si potrà migliorare notevolmente la situazione complessiva del Liceo Linares di Licata. Una conferma ulteriore dell'impegno del Libero Consorzio ed in particolare del settore Edilizia Scolastica per offrire strutture adeguate agli studenti delle scuole medie superiori della provincia. I lavori inseriti nel programma triennale delle opere pubbliche 2011 - 2013, sono finanziati con i fondi per le opere di mitigazione del raddoppio della statale 640, cosi come previsto dalla convenzione attuativa tra l'Anas e la Provincia. Trascorsi i tempi tecnici per l'appalto e l'esecuzione dei lavori, anche per il liceo Linares si scriverà la parola fine ai disagi scaturiti dallo spostamento di tanti studenti in strutture periferiche, parecchio lontane dal plesso principale. Prima della ristrutturazione nell'ex albergo Gondar erano sistemati gli uffici del Comune, che versava un affitto da 50 mila euro all'anno all'ex Provincia. Poi il Comune decise di tagliare le spese di affitto e restituì i locali all'ente provinciale che, con l'ex assessore Angelo Biondi e l'ex consigliere provinciale Angelo Bennici, decise di destinare l'immobile al Liceo Linares e di finanziare l'opera di sistemazione. Con la consegna della struttura all'ex Provincia, che a sua volta la girerà al Liceo Linares, sarà redistribuita la sistemazione degli alunni che sono dislocati in tre plessi: quello centrale di via Malfitano il plesso di via Profumo, concesso dal Comune di Licata e quello di contrada Piano Bugiades all'uscita per Campobello di Licata. La popolazione scolastica del Linares è numerosa e cresce sempre di più. Adesso, con nuovi locali, ammodernati ed efficienti, la scuola avrà ancora maggiore appeal. Era stato l'allora assessore ai avori pubblici della Provincia di Agrigento, Angelo Biondi, assieme al consigliere provinciale Angelo Bennici a spingere per la realizzazione del progetto di sistemazione della struttura di proprietà dell'ente che ospitava uffici comunali. (*PAPI*)
Domenica 16 luglio 2017
Terza tappa del viaggio fra le località balneari: la scelta di rendere gratuiti i parcheggi premia il lido agrigentino
A Eraclea Minoa il ritorno dei vacanzieri e il Comune elimina la sosta a pagamento
Il sindaco Santino Borsellino: preoccupa l'erosione della costa
Calogero Giuffrida - Cattolica Eraclea
Grazie all'eliminazione delle strisce blu, boom di turisti ad Eraclea Minoa, uno dei più bei lidi dell'Agrigentino. Niente più, quindi, posteggi a pagamento che fino all'anno scorso costavano fino a 7 euro al giorno e che adesso sono completamente gratis. Prevista nei primi di agosto l'inaugurazione di nuovo percorso panoramico che, attraverso la scogliera di Capo Bianco, collegherà la riserva naturale della Foce del Platani con l'area archeologica di Eraclea Minoa; i lavori sono in fase di completamento. Già inaugurata, nel frattempo, la nuova struttura dell'Oasi naturalistica di Marevivo che l'anno scorso fu spazzata via dalla mareggiate. Parcheggi gratis. «Siamo stati in qualche modo obbligati a fare la scelta di eliminazione delle strisce blu e quindi dei parcheggi a pagamento, perché negli ultimi anni, sia per il problema dell'erosione sia per il prezzo della sosta, abbiamo subito un calo di presenze turistiche», ha spiegato ieri il sindaco di Cattolica Eraclea Santino Borsellino. «Adesso - ha aggiunto - dobbiamo cercare di far arrivare quanta più gente possibile ad Eraclea Minoa. Poi, quando saremo in grado di offrire nuovi servizi turistici, potremo pensare di rimettere in funzione i park card ma garantendo i servizi. Obbligare a pagare la sosta senza garantire i servizi era effettivamente una cosa fastidiosa ». Più pulizia e decoro. «Stiamo cercando per la stagione estiva - ha proseguito il primo cittadino - di garantire pulizia e decoro sia in spiaggia sia nel centro abitato di Eraclea Minoa. Tutti i giorni sono al lavoro gli operai del comune, nei prossimi giorni arriveranno anche gli operai dell'Esa. Per gli anni successivi stiamo già lavorando per garantire ai turisti più servizi. Eraclea Minoa - ha aggiunto - è il nostro fiore all'occhiello, turismo e agricoltura sono i punti di forza del nostro paese e cercheremo di rilanciarli puntando allo sviluppo economico del territorio. Preziosa la collaborazione con Marevivo che proseguirà ad attuare tutte le iniziative utili per rilanciare l'immagine del posto e quindi attirare nuovi turisti». L'erosione preoccupa Commercianti soddisfatti per le presenze turistiche ma preoccupati per l'erosione. Intanto, dopo la «restituzione » ad inizio estate della spiaggia che era stata erosa dal mare, le ultime mareggiate dei giorni scorsi stanno riaccendendo le preoccupazioni dei titolari degli stabilimenti. «Vero è che quest'anno si registra una crescita di presenze turistiche, ma anche vero che il mare mosso di questi giorni rischia di risucchiarsi di nuovo la spiaggia. Siamo preoccupati, servono interventi urgenti», ha detto Giovanni Augello, titolare del Lido Bellevue. «Questa è una bella stagione turistica, le presenze sono notevolmente aumentate, quella dei parcheggi gratuiti è certamente una buona iniziativa, occorre tutelare e valorizzare la zona e non commettere gli errori commessi negli anni passati. Sia i privati che il pubblico devono saper cogliere questo momento favorevole, le nostre zone sono molto apprezzate soprattutto in questo periodo in cui stanno cambiando le rotte del turismo internazionale, visto che a causa dell'allarme terrorismo i turisti preferiscono la Sicilia ad altre mete turistiche come la Tunisia, l'Egitto, la Turchia», ha detto Roberto Ragusa tra i titolari del Lido Garibaldi dove ieri ha pranzato insieme alla moglie il leader di Articolo 1 Pierluigi Bersani. «Per quanto riguarda la salvaguardia della spiaggia, stiamo inserendo il progetto preliminare anti erosione - ha spiegato il sindaco - nel piano triennale delle opere pubbliche e a settembre chiederemo il finanziamento alla Regione, andremo avanti nel solco tracciato dalla precedente amministrazione». (*CAGI*)
L'isola a fuoco
A santa croce in piena emergenza chiude il distaccamento dei pompieri, i precari assunti sono stati trasferiti
l'intervista. Il direttore dell'Ispettorato Foreste
Incendi, 300 ettari divorati nell'Agrigentino
Oltre al bosco di Pierderici distrutta pure la condotta delle Terme di Sciacca. A Messina in azione i «Cacciatori di Sicilia»
Giuseppe Pantano - Sciacca
Da Bivona a Sciacca e da Ribera a Sambuca, in una settimana, nell'Agrigentino, gli incendi hanno bruciato oltre 300 ettari di area boschiva. Un danno notevole al patrimonio di un territorio che adesso, in aree particolarmente vaste, si presenta come un ammasso di cenere. Ieri ancora roghi in provincia di Catania, tra i comuni di Adrano e Castiglione, di Palermo e di Enna. A Piazza Armerina hanno operato 2 Canadair, un S64 e via terra alcune squadre schierate a protezione delle abitazioni. Il bosco distrutto a Sciacca L'incendio all'area boschiva di Pierderici, a Sciacca, è quasi certamente di natura dolosa anche se gli accertamenti da parte del Corpo Forestale di Sambuca sono ancora in corso. Con il passare delle ore si evidenzia che i fronti sono stati diversi e che da uno di questi, addirittura, è partita una lingua di fuoco che ha distrutto una condotta in polietilene che consentiva il passaggio dell'acqua sulfurea dallo stabilimento delle Terme fino alla zona di Muciare. Domani una prima informativa del Corpo Forestale arriverà sul tavolo del procuratore della Repubblica di Sciacca, Roberta Buzzolani. Il sindaco di Sciacca, Francesca Valenti, esprimendo la propria vicinanza ai cittadini dei quartieri lambiti dall'incendio e ringraziamento al personale del sistema dei soccorsi che è prontamente intervenuto,ha condannato «chi si è macchiato di questo crimine nel caso se ne accerti la natura dolosa». Un evento drammatico, che per la prima volta ha interessato il centro abitato della città con la conseguente evacuazione di diverse famiglie dalle loro abitazioni e di bambini dalla scuola elementare Sant'Agostino dove stavano svolgendo il Grest. Intanto, la sezione di Sciacca di Italia Nostra di Sciacca ha lanciato un appello a tutte le altre associazioni ambientaliste presenti in città, affinché si formi un coordinamento di volontari «per contribuire alla sorveglianza e prevenzione nelle aeree a rischio incendio nel territorio saccense ». Il coordinamento dovrebbe affiancare la Protezione civile e il Corpo Forestale. Italia Nostra ha chiesto all'amministrazione comunale «di farsi promotrice e coordinatrice, attraverso l'ufficio di Protezione civile comunale, della disponibilità delle associazioni con la creazione di un tavolo tecnico ove, oltre all'impegno delle associazioni, venga anche predisposta l'organizzazione del servizio di volontariato sotto la diretta direzione della Protezione civile». Niente vigili a Santa Croce Chiude il distaccamento dei vigili del fuoco di contrada Pezza a Santa Croce Camerina, nel Ragusano. Il servizio, nato nel 2010 dopo un iter avviato nel 2004, è stato sospeso come atto conseguenziale all'iniziativa del governo nazionale di immettere in ruolo i vigili del fuoco «discontinui», quei volontari precari che da anni hanno svolto il compito proprio dei pompieri e che ora sono stati trasferiti. La chiusura arriva in un momento delicato, quando il rischio incendi sul territorio è massimo. Nel distaccamento di Santa Croce erano impegnati 37 «discontinui», pari al 90 per cento del personale necessario a coprire i turni. «Cacciatori di Sicilia» a Messina A Messina sono entrati in azione i carabinieri dello squadrone eliportato «Cacciatori di Sicilia», come annunciato all'inizio della settimana dal presidente della Regione, Rosario Crocetta, per contribuire a sostenere il lavoro delle forze dell'ordine per risalire all'identità degli incendiari, responsabili dei pesanti incendi che per sette giorni hanno investito Messina. Condotta una serie di sopralluoghi nelle zone maggiormente devastate dal fuoco, in particolare i villaggi Annunziata, San Michele, Giostra, Castanea al fine di raccogliere elementi utili nei confronti dei piromani. (*GP-PID-RISE*)
Anno scolastico 2017-2018. Il settore Solidarietà Sociale ha approvato un avviso pubblico di riapertura dei termini
Anche per l'anno scolastico 2017-2018, il Libero Consorzio Comunale di Agrigento (ex Provincia) ha disposto che si attivino i servizi scolastici in favore degli alunni portatori di handicap gravi che frequentano le scuole superiori (servizio igienico-personale e servizio di Autonomia e comunicazione). Nonostante la gravissima situazione finanziaria, allo scopo di continuare ad offrire servizi di qualità, il settore Solidarietà Sociale dell'Ente ha approvato un avviso pubblico di riapertura dei termini, per l'anno scolastico 2017/2018, per l'iscrizione nel Registro provinciale degli enti, già iscritti all'albo regionale autorizzati allo svolgimento dei servizi in favore degli alunni portatori di handicap. Le modalità di presentazione dell'istanza, le caratteristiche del servizio da svolgere e tutta la modulistica necessaria sono disponibili sul sito dell'Ente www.provincia. agrigento.it, nella sezione "Primo Piano". Le istanze di iscrizione al registro, corredate da tutta la documentazione richiesta, dovranno pervenire al Libero Consorzio Comunale, entro il 16 agosto prossimo. Il Libero Consorzio assicura il servizio relativo all'assistenza cosiddetta specialistica per 197 studenti, comunemente chiamata di autonomia e comunicazione e quella igienico sanitario nelle scuole di competenza dell'Ente, oltre a garantire il trasporto ad oltre 85 alunni affetti da grave disabilità. Il Libero Consorzio Comunale di Agrigento ha chiesto alla Regione, un finanziamento aggiuntivo alle somme già destinate, fino al 31 dicembre 2017, per i servizi in favore degli studenti affetti da grave disabilità che frequentano le scuole medie superiori della provincia. La richiesta di ulteriori fondi è stata inoltrata al competente Assessorato Regionale per scongiurare un'inevitabile interruzione dei servizi in questione che peraltro non sono più di competenza delle ex province ora Liberi Consorzi. Il Libero Consorzio, inoltre, non avendo più la piena titolarità della relativa funzione non ha più quella autonomia finanziaria che consentirebbe di integrare legittimamente le risorse assegnate. (*PAPI*)
Sono giorni decisivi. Dopo l'emanazione della legge si attendono i decreti attuativi, mentre prosegue senza sosta l'attività didattica di produzione internazionale
L'istituto musicale Toscanini di Ribera verso la statalizzazione
Sono giorni decisivi per la statalizzazione dell'istituto musicale Toscanini di Ribera. Dopo l'emanazione della legge si attendono i decreti attuativi, mentre l'istituto prosegue senza sosta la propria attività didattica, di produzione e di internazionalizzazione, con importanti accordi siglati con Festival Italiani e Istituzioni Universitarie straniere, «dimostrando di essere tra le Istituzioni Afam più attive ed efficienti - sottolineano il presidente, Giuseppe Tortorici, e il direttore, Mariangela Longo - nono - stante le gravi criticità economiche; attività resa possibile fino ad oggi grazie al sostegno dell'ente fondatore, l'ex Provincia Regionale di Agrigento oggi Libero Consorzio dei Comuni di Agrigento, guidato attualmente dal commissario Giuseppe Marino, a cui si deve il mantenimento del personale amministrativo e della sede dell'Istituto, e grazie ai finanziamenti di emergenza dello Stato e della Regione Sicilia indispensabili per il mantenimento del personale docente e delle spese di funzionamento dell'Istituto». Una sinergia importante tra Provincia, Regione e Stato, per Tortorici e Longo, è «indispensabile fino al completamento dell'iter di statalizzazione del Toscanini, unica istituzionedi alta formazione artistico musicalenonché polo di eccellenza del territorio Agrigentino». Dopo il grande successo dell'Orchestra da amera dell'Istituto, diretta dal maestro Roberta Faja, protagonista dell'evento spettacolo "Musica da vedere", patrocinato dall'associazione culturale Emanuela e Giovanni Ragusa e dal Comune di Ribera, il 23 luglio, presso lachiesa San Francesco Saverioall'Albergheria, aPalermo,si svolgerà, in collaborazione con l'associazione Schweitzer di Palermo, l'associazione musicale La Cantoria di Roma e l'associazione Libera contro tutte le Mafie, la prima esecuzione assoluta della"Liturgia dei bambini" composta dal maestro FrancoGaiezza e dedicata ai bambini e a tutte le vittime della violenza, delle guerre e della mafia; all'evento parteciperanno l'attore Roberto Piparo (voce narrante) e i solistiFranco Gaiezza (pianoforte), Ines Tuttolomondo (tastiere), Klizia Prestia e Martina Coppola (soprani), Giuseppe Michelangelo Infantino (tenore), Mariagrazia Caltagirone (voce bianca), Michele Ciringione (contrabbasso), Salvatore Garbo (percussioni e organo) e coro di voci bianche dell'istituto diretto dal maestro Grazia Maria Russo. Dal 24 al 26 luglio,presso l'auditorium dell'istituto, si svolgerà una importante masterclass di alto perfezionamento concertistico di violoncello e nusica da camera, aperta anche agli esterni, tenuta da concertisti di fama internazionale maestri Fulvia Mancini e Massimiliano Martinelli,in collaborazione con la Fondazione Teatro Pirandello di Agrigento e il "Festival Regina Musica del Castello Baronale" di Maenza. Il concerto finale della Masterclass si terrà il26 luglio, alle ore 21, nell'atrio del Collegio dei Filippinidi Agrigento nell'ambito delle manifestazioni per il 150° anniversario Pirandelliano. Poi una serie di ulteriori appuntamenti, nei mesi di luglio, agosto e settembre, attendono studenti e docenti del Toscanini. (*GP*) Giuseppe Pantano
Luned' 17 luglio
Gli impianti di compostaggio che avrebbero ridotto i conferimenti in discarica sono rimasti solo sulla carta
Impraticabile pure la strada dell'immondizia all'estero
Alla Regione il piano è fermo: termovalorizzatori accantonati
Giacinto Pipitone - Palermo
I termovalorizzatori accantonati perché la Regione non ha approvato il piano che lei stessa aveva messo a punto. Gli impianti di compostaggio, che avrebbero ridotto i rifiuti in discarica, rimasti solo sulla carta malgrado autorizzazioni e finanziamenti già pronti. La strada dell'immondizia all'este - ro impraticabile perché mancano gli Ato che dovrebbero gestire l'operazione. L'assessore Vania Contrafatto mette sul tavolo tutte le emergenze irrisolte. Segnale degli ostacoli interni incontrati dal magistrato prestato alla giunta. E così, dopo aver vissuto da «separati in casa» per tutta la durata della loro convivenza ai Rifiuti, l'assessore e il dirigente Maurizio Pirillo - che ha chiesto e ottenuto di essere trasferito agli Enti Locali - si ritrovano accomunati dalla denuncia di ritardi e ostacoli. A cominciare dai termovalorizzatori, ordinati dal governo nazionale ormai due anni fa per trovare una via d'uscita strutturale all'emergenza e rimasti fermi perchè la Regione ha di fatto bocciato se stessa. «I termovalorizzatori - ammette la Contrafatto - non si possono realizzare, almeno fino a quando l'assessorato al Territorio non ci approverà il piano che abbiamo inviato un anno fa». Dovevano essercene sei già in fase di costruzione, o almeno di appalto, secondo il piano concordato da Roma. Avrebbero dovuto permettere lo smaltimento di circa 700 mila tonnellate all'anno di rifiuti (gli altri sarebbero andati in discarica o nel sistema di riciclo dopo la differenziata). Invece non è mai stata bandita nemmeno la gara per progettarli. Perchè? Perchè manca una firma all'assessorato al Territorio: il piano a cui fa riferimento la Contrafatto è in realtà un capitolo che aggiorna il vecchio piano rifiuti. E che avrebbe bisogno della Vas - la valutazione di impatto strategico - da parte del Territorio e Ambiente. Mai arrivata malgrado un anno di attesa. L'assessore Maurizio Croce allarga le braccia: «Non so se ci sia anche un problema di merito. Mi risulta però che l'assessorato ai Rifiuti non abbia pagato nemmeno gli oneri istruttori per avviare il procedimento di valutazione». Ai Rifiuti non credono che sia questo il vero ostacolo. Non ci credeva Pirillo, che non a caso si è detto «stanco» dei mille ostacoli incontrati nel suo mandato. E non ci crede nemmeno la Contrafatto: «Io spero ancora che si possa superare ogni tipo di cavillo burocratico per portare a casa il risultato». Dietro i ritardi ci sarebbe anche la diversità di vedute sul piano, soprattutto nella parte in cui prevede un massimo di 700 mila tonnellate all'anno di rifiuti da termovalorizzare. Troppo pochi, se si considera che alcuni dei progetti già pronti valgono da soli 350 mila tonnellate annue (è il caso di quello della A2A). Uno dei nodi, in particolare, è quello della riconversione della centrale elettrica di San Filippo del Mela: altro tema su cui ci sono in giunta troppe diversità di vedute. La situazione di stallo che si è creata di fatto obbligherà a rinviare al nuovo governo, dopo le elezioni di novembre, le scelte sui termovalorizzatori. Anche perchè, come rileva ancora la Contrafatto, «i tempi per realizzare questi impianti non sarebbero comunque brevi. Supponendo che arrivi il via libera del Territorio, si deve poi passare per l'Ufficio Legale e il Cga. Poi occorre fare le gare di progettazione e quelle per assegnare il vero e proprio appalto. Serviranno anni». Mentre potrebbe esserci una accelerazione almeno per gli impianti di compostaggio. Dovevano essercene già 47: tanti ne erano stati autorizzati e intorno a questi era stato previsto l'investimento di fondi europei. «Ma abbiamo scoperto, dopo una ispezione che ho ordinato - commenta la Contrafatto -che ne sono stati realizzati appena 18 e che tuttavia di questi appena 8 funzionano realmente. Stiamo lavorando per superare i ritardi». Questi impianti hanno uno scopo fondamentale in una terra che ancora ruota tutta intorno alle discariche: riciclare la parte umida dei rifiuti differenziati ed evitare che vada nelle discariche. Che in questo modo si riempiranno meno velocemente. Dunque si continuerà a puntare, almeno nel medio periodo, e in particolare sulle discariche siciliane. È stata infatti abbandonata anche un'altra soluzione, quella dei rifiuti all'estero, studiata un anno fa ai tempi della crisi più grave. «I bandi per questa operazione possono farli solo gli Ato che non ci sono. Oppure i Comuni che non hanno i soldi per finanziare il trasporto fuori dalla regione. Questo perchè sono loro i titolari dei rifiuti prodotti nei loro territori e non la Regione. Quindi è una strada difficilmente percorribile» conclude la Contraffatto.
Assemblea dell'«ati». Proposto a «Girgenti acque» un decurtamento del 2,5 per cento. Da oggi nuovi disagi per molti Comuni a causa dei guasti negli acquedotti
Acqua, i sindaci: tariffe da ridurre
Paolo Picone
I sindaci agrigentini «riducono» la tariffa idrica del 2,5% ma solo per il 2017. Nel 2018 e nel 2019 le tariffe torneranno ad aumentare. Un fattore«politico» visto il momento contingente con la crisi che sta mettendo in ginocchio le famiglie. Lo ha stabilito l'assemblea dell'Ati Agrigento, ambito territoriale idrico con il consenso dei sindaci che ne fanno parte. E Girgenti acque, gestore del servizio idrico integrato, dovrà adeguare le tariffe stabilite dall'assemblea. «L'Ati - dicono il sindaco di Agrigento, Lillo Firetto e l'assessore Mimmo Fontana - ha finalmente preso coscienza del suo ruolo nel governo del sistema idrico integrato. Per questo dobbiamo essere grati al consiglio direttivo, e in particolare al presidente Enzo Lotà, che ha profuso ogni sforzo per fare crescere in consapevolezza questo nuovo organismo. Messe da parte le posizioni demagogiche utili solo a conquistare qualche facile applauso, ieri l'assemblea ha approvato all'unanimità la tariffa del 2017 con una riduzione del 2,5% ma, soprattutto, ha approvato un ordine del giorno che contestualmente impegna tutti i Comuni a una gestione unitaria delle fonti di approvvigionamento idrico». Praticamente una sorta di solidarietà tra i sindaci dei Comuni che hanno le fonti idriche e le reti, dove i cittadini pagano di meno, e quelli dove si paga di più perché l'acqua ci arriva dopo tanti chilometri di condotta. «Si tratta di una vera rivoluzione - spiegano Firetto e Fontana - che può sanare le distanze finora eccessive tra i comuni che hanno sul proprio territorio le fonti e quelli che non ce le hanno. La vera distinzione che ha prodotto grosse differenze in bolletta, infatti, è sempre stata questa e non quella tra consegnatari/ non consegnatari. La nostra soddisfazione è dovuta al fatto che ci si sta finalmente incamminando nella direzione giusta, quella che noi avevamo indicato già nell'estate del 2015 subito dopo l'approvazione della legge 19/2015. L'acqua è un bene di tutti. La sua gestione unitaria, oltre a consentire una maggiore efficienza ed economicità, è l'unica scelta che da un senso al concetto di ambito ottimale. Senza una gestione unitaria delle fonti, l'Ati semplicemente non esiste». Intanto non finiscono i disagi per gli agrigentini costretti a subire lunghi ed estenuanti turni di distribuzione idrica. «La Provincia di Agrigento è interessata da rilevanti guasti agli acquedotti principali - spiega in una nota la società idrica - che comportano una significativa riduzione della fornitura idrica ai serbatoi comunali. A causa di un guasto riscontrato alla Diga Castello i Comuni di San Biagio Platani, Santa Elisabetta, Raffadali, Giardina Gallotti e Montaperto (Frazione di Agrigento), Aragona, Favara, Porto Empedocle, Comitini, Naro, Castrofilippo, Canicattì, Grotte, Racalmuto, Campobello di Licata e Ravanusa saranno interessati da slittamenti delle turnazioni idriche previste ». A questo si aggiunge anche il fermo tecnico dell'Acquedotto «Fanaco» che lascerà a secco i Comuni di Agrigento, Cattolica Eraclea, Licata, Montallegro e Ribera. (*PAPI*)
Fauna marina. Un tentativo di ovodeposizione sulla spiaggia di Renella. Sono arrivati subito alcuni volontari del Wwf che hanno messo in sicurezza la zona
A Sciacca le «caretta-caretta» nidificano a Capo San Marco
Sciacca
La stagione della nidificazione delle tartarughe «Caretta-Caretta» si è aperta a Sciacca con un tentativo di ovodeposizione sulla spiaggia di Renella e adesso con un'esemplare che ha nidificato a Capo San Marco. Sono arrivati subito alcuni volontari del Wwf tra i quali Dylan Pelletti, operatore progetto Life Euroturtles, Luisa Maietta, educatrice ambientale nel progetto Tartalife, con l'associazione Marevivo e con il Wwf area Mediterranea. E poi Raffaella Vella, volontaria del Wwf. Subito hanno messo in sicurezza le uova e realizzato la recinzione. Sono ben 129 su 131 le uova messe in salvo. Adesso si aspetta la nascita delle tartarughe, ma sarà un'attesa lunga, di almeno una cinquantina di giorni. Il Wwf ha già chiesto a coloro i quali vogliono contribuire alla tutela delle uova e assistere alla loro schiusa di contattare l'associazione attraverso la pagina Facebook «Wwf Sciacca». I volontari del Wwf hanno sorvegliato giorno e notte, durante l'estate dello scorso anno, i nidi delle tartarughe «Caretta- Caretta» nelle spiagge di Capo San Marco, a Sciacca, Lido Fiori, a Menfi, e Triscina, a Castelvetrano. Sono state depositate le uova o verificate tracce del passaggio delle tartarughe ed i volontari sono rimasti in attesa della schiusa che ha completato una stagione di attività particolarmente lunga. In località Tre Fontane, nella marina di Campobello di Mazara, il 3 settembre 2016, un'altra schiusa di nido non segnalato con la nascita di un'ottantina di tartarughe, di cui circa la metà ha trovato la morte in strada, perché disorientata dalle luci artificiali. E adesso si prepara un'altra estate di gran lavoro per i volontari. Ogni anno ne muoiono circa 500 mila di tartarughe, un terzo nel Canale di Sicilia. Questo riduce gli esemplari e contiene la riproduzione fino a far affermare a Daniela Freggi, biologo marino e responsabile del centro recupero tartarughe marine di Lampedusa che c'è «un rischio estinzione, molto elevato». La deposizione che garantisce le future generazioni si è ridotta in tutto il Mediterraneo. «In Italia - afferma Daniela Freggi - c'erano circa 10 mila nidi, mentre adesso nei individuiamo un centinaio. Probabilmente ce ne saranno altri che non abbiamo individuato -aggiunge - ma non sono tanti e il numero è lontano da quello di molti anni fa"». La Sicilia è una delle regioni nelli quali è concentrato il maggior numero di nidi, una trentina. «La cosa che dimentichiamo - dice Daniela Freggi - è che le piccole creature, che pesano circa 15 grammi, in mare non hanno una vita facile. Ci vuole una enorme riproduttività che adesso manca». Le cause della drastica riduzione delle tartarughe marine sono correlate all'occupazione dei siti di deposizione con strade illuminate in prossimità delle spiagge. «Ci sono poi gli stabilimenti balneari - dice Daniela Freggi - che non rappresentano un elemento negativo. Ma bisognerebbe diminuire l'illuminazio - ne delle spiagge ed i gestori degli arenili dovrebbero controllare sempre, all'alba, i tratti di costa, magari prima di pulire le spiagge». (*GP*)