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Rassegna stampa del 22, 23 e 24 Luglio 2017

Giornale di Sicilia

Sabato 22 luglio 2017

Statale 115
Ad Agrigento riapre un viadotto
AGRIGENTO
L'attesa è finita. Ad Agrigento riapre oggi, a partire dalle 10, il viadotto «Akragas II», ossia il tratto tra lo svincolo per via Dante e lo stadio Esseneto. La parte del cavalcavia - strategico perché collega Agrigento con Porto Empedocle - non potrà però essere percorsa dai veicoli con massa superiore a 3,5 tonnellate. I lavori di manutenzione straordinaria sulla statale 115 quater - lungo il viadotto che in maniera gergale ad Agrigento viene chiamato "Morandi" - sono stati avviati lo scorso 25 maggio. Allora l'Anas aveva  annunciato che il consolidamento di alcune travi di bordo degli impalcati ed il risanamento corticale di alcune porzioni delle solette sarebbe durato complessivamente120 giorni. Fino a qualche settimana fa, dunque, vi era la certezza che la porzione del viadotto, «Akragas II», sarebbe stata riaperta entro settembre. In realtà, vi è stata un'accelerazione visto che oggi, giorno della riapertura, sono trascorsi praticamente due mesi. L'Anas ha tenuto in considerazione l'importanza del tratto di arteria, che consente un veloce collegamento tra la parte bassa e il centro della città di Agrigento, con un conseguente alleggerimento della circolazione sulle vie cittadine limitrofe. Proseguono, intanto, gli interventi di ripristino e rinforzo di tre campate del viadotto «Akragas I», nonché la progettazione per la messa in sicurezza definitiva di entrambi i viadotti. (*CR*) Concetta Rizzo

Previdenza. L'ipotesi è di portare a un anno l'anticipo per ciascun figlio e di varare i bonus contributivi. Dal Consiglio di Stato arriva il via libera per l'Ape volontaria
Pensioni, il governo studia un'accelerazione per le donne
ROMA

Sul fronte pensioni il governo ha aperto a possibili interventi a favore delle donne e i sindacati ne approfittano per mettere sul tavolo precise proposte: come l'anticipo di dodici mesi, dagli attuali quattro, per ogni figlio. Ma non sarebbe questa la sola richiesta, si lavora per il riconoscimento di bonus contributivi per tutti i periodi passati ad accudire figli o familiari malati. L'esecutivo sembra  ben disposto seppure muovendosi all'interno delle leve offerte dall'Ape social. Intanto, sembra sbloccarsi la strada per la versione volontaria del meccanismo che permette di andare via a 63 anni, con 20 di anzianità, pagando una rata sul prestito in 20 anni del 4,5-4,7 per cento. Il Consiglio di Stato ha dato, infat ti, il via libera allo schema di decreto. Tuttavia, non sono mancate osservazioni, in particolare si raccomanda trasparenza nelle clausole contrattuali da stringere con le banche. La questione centrale resta però l'adeguamento automatico dell'età pensionabile all'aspettativa di vita. Aggancio che rischia di portare a 67 gli anni per uscire dal 2019. Si tratta di 5 mesi in più. Questo, almeno, stando alle previsioni. Non è detto che l'Istat confermi lo «scalone». L'Istituto si pronuncerà entro ottobre, ma se una sorpresa ci sarà dovrebbe essere al ribasso, visto che nel 2015 la speranza di vita si è ridotta, come ha ricordato il presidente della commissione Lavoro della Camera, Cesare Damiano. Magari ci si potrebbe fermare a 4-3 mesi. Ovviamente è tutto ancora da vedere e la leader della Cgil, Susanna Camusso, insiste: «L'automatismo, è sbagliato». Il congelamento si potrebbe ottenere per  quelle platee che rientrano nell'Ape social: disoccupati, chi assiste disabili o chi svolge lavori gravosi. Insomma, un sistema di deroghe che creerebbe meno problemi con Bruxelles, costando anche meno.

Ex provincia
Commissario incontra il questore

Hanno discusso di sicurezza dei cittadini e di difesa della legalità in un territorio piuttosto complesso. Il commissario  straordinario del Libero consorzio di Agrigento, Giuseppe Marino, ha incontrato ieri il questore Maurizio Auriemma. Marino - secondo quanto è stato reso noto dal Libero consorzio - ha brevemente illustrato le principali caratteristiche economiche e storicosociali oltre alle criticità della provincia di Agrigento. Poi si è, appunto, discusso della sicurezza dei cittadini e della difesa della legalità in un territorio piuttosto complesso dal punto di vista della tutela dell'ordine pubblico. Marino ha assicurato la massima disponibilità istituzionale a proseguire il percorso di collaborazione per affrontare le emergenze, tra cui la lotta alla criminalità organizzata ed il contrasto dei reati ambientali. (*CR*)

Libero consorzio. Si tratta di Milko Cinà, Nicolò Termine, Angelo Cambiano, Calogero Cremona, Silvio Cuffaro, Leonardo Ciaccio e Francesca Valenti
Organizzazione «Rete scolastica», sette i sindaci nominati

È stata costituita la Conferenza Provinciale di organizzazione della rete scolastica 2018/2019, composta da alcuni sindaci ed insediata presso l'ex Provincia. Eletti i sette componenti che ne faranno parte. Si tratta dei sindaci Milko Cinà di Bivona, Nicolò Termine di Cattolica Eraclea, Angelo Cambiano di Licata, Calogero Cremona di Naro, Silvio Cuffaro di Raffadali, Leonardo Ciaccio di Sambuca di Sicilia e Francesca Valenti di Sciacca. L'elezione, è avvenuta a seguito della riunione dell'assemblea dei sindaci della provincia, convocata dal Commissario  straordinario Giuseppe Marinonella sede centrale del Libero Consorzio Comunale di Agrigento. Presenti in seconda convocazione 21 sindaci o propri delegati, sui 43 della Provincia. Il Commissario Straordinario Giuseppe Marino è anche il presidente della Conferenza Provinciale. La Conferenza Provinciale ha compiti in materia di formazione professionale, di organizzazione della rete scolastica provinciale e dell'offerta formativa agli studenti. Ai Liberi consorzi, le norme regionali e statali riservano un compito indispensabile per permettere ai Dirigenti Scolastici di istituire nuovi indirizzi di studio negli Istituti Scolastici Superiori. L'autorizzazione del Libero Consorzio è, infatti, necessaria per la parte relativa ad eventuali oneri finanziari per gli edifici scolastici e per le aule da destinare ai nuovi indirizzi di studio. Gli Istituti Scolastici, a loro volta, dovranno acquisire tutta la documentazione necessaria e la inoltrano ai Dirigenti degli Uffici Scolastici Ambiti Territoriali Provinciali. I nuovi indirizzi scolastici serviranno ad aumentare l'offerta formativa da destinare ai giovani delle scuole medie superiori della provincia creando differenti occasioni di studio che serviranno ad adeguare la rete scolastica ai nuovi bisogni degli studenti e del mondo del lavoro. Intanto il Commissario straordinario del Libero Consorzio Comunale, Giuseppe Marino ha autorizzato, su richiesta del dirigente scolastico, Antonino Pardi dell'Ipia «Archimede » di Cammarata l'istituzione di un nuovo indirizzo di studio nella sede di Casteltermini dell'Istituto Tecnico all'interno del «Settore Tecnologico» già esistente. La richiesta riguarda l'Istituto Tecnico-Settore Tecnologico, con indirizzo "Meccanica, Meccatronica ed Energia - Articolazione «Meccanica e Meccatronica ». Il nuovo indirizzo Tecnico richiesto verrebbe a sostituire l'attuale corso già attivo nell'Istituto. Nei giorni scorsi il Commissario straordinario, Marino aveva autorizzato anche l'istituto «Pirandello» di Bivona ad attivare un nuovo corso di studio per l'anno scolastico 2018/2019. Si tratta del corso di studio serale ad indirizzo «Enogastronomia ed Ospitalità Alberghiera». La richiesta dell'apertura dei nuovi corsi serali è stata presentata dal Dirigente scolastico Giovanna Bubello. La stessa dirigente ha dichiarato che «l'attivazione dei nuovi indirizzi scolastici per il prossimo quinquennio non comporterà l'esigenza di reperire nuove aule, apportare modifiche o eseguire interventi di ristrutturazione dell'edificio scolastico in uso alla scuola». (*PAPI*)

Domenica 23 luglio 2017

Meno acqua negli invasi, è allerta in Sicilia
Perso in un anno il 20% dei metri cubi. Dimezzato il volume nell'impianto che serve Palermo. Reti idriche bocciate
Andrea D'Orazio

Una perdita di circa 96 milioni di metri cubi d'acqua nell'arco di un anno, pari al 20% del totale contenuti negli invasi, con un calo del 12% in appena trenta giorni dallo scorso giugno. Sono gli ultimi, sconfortanti dati sulle risorse idriche degli invasi siciliani, registrati a luglio dall'Osservatorio regionale delle Acque: un'istantanea a tinte fosche dalla quale emerge, chiaramente, la situazione di siccità idrologica che pesa su buona parte dell'Isola. Tanto che in Regione è già allerta, e il veloce prosciugamento ha fatto aumentare la frequenza delle riunioni di funzionari e dirigenti addetti ai lavori. Ad oggi, il volume complessivo raccolto nelle 23 dighe della Sicilia ammonta a 383 milioni di metri cubi: era di 436 milioni il mese precedente, 479 nel luglio del 2016. E siamo solo a metà estate. Basterà a soddisfare i consumi potabili e irrigui della Sicilia, da qui fino alle prossime piogge autunnali? «La situazione è problematica », ammette Luigi Pasotti, dirigente dell'unità operativa di climatologia dell'Osservatorio Acque, «ma non allarmante. Ricordiamoci anche che questo è il periodo di massimo sfruttamento degli invasi, specialmente in agricoltura. La nostra principale preoccupazione, al momento, è che in autunno possa piovere meno del previsto. Questa eventualità ci pone davanti a un dilemma: utilizzare le risorse che abbiamo, come se fossimo in una situazione ordinaria, o cominciare a razionalizzarle? Uno degli interventi allo studio, almeno per quanto riguarda l'uso potabile dell'acqua, è quello di utilizzare una serie di pozzi, in alternativa agli invasi. Una soluzione che comporterebbe però costi aggiuntivi per il pompaggio dal sottosuolo e per l'energia elettrica necessaria». Le criticità si registrano a macchia di leopardo in tutto il territorio, ma al momento, nel confronto annuale, il record negativo spetta all'invaso di Poma, utilizzato sia p er i consumi potabili a Palermo sia per l'irrigazione dei campi nella zona di Partinico: dal 2016 il volume d'acqua è sceso da 52,8 a 25,8 milioni di metri cubi, ben al di sotto della capacità totale di invaso, pari a oltre 72 milioni. La maglia nera nella comparazione mensile  spetta invece alla diga di Pozzillo, vicino a Regalbuto (Enna), dove l'asticella dei volumi, dallo scorso giugno, si è abbassata di oltre 16 milioni di metri cubi, arrivando a poco più di 50: un quarto della potenzialità di raccolta. Ma la scarsità idrica dipende solo dal cambiamento climatico, dalla siccità meteorologica, o anche da problemi strutturali? Le dighe siciliane riescono ad accogliere adeguatamente le piogge? Pasotti solleva una questione poca conosciuta, quanto meno ai non addetti ai lavori: «l'interrimento», cioè il progressivo accumularsi dei detriti trasportati dai corsi d'acqua all'interno delle dighe. «Un fenomeno in aumento, che toglie spazio alle capacità di invaso. Per rallentarlo, e preservare la funzionalità dei bacini, bisognerebbe limitare al massimo il flusso di materiale solido, iniziando nuove opere». I problemi strutturali più grossi, ricorda Pasotti, non vanno però cercati a monte, ma a valle, «tra le crepe della rete idrica, specialmente nelle grandi città. Basti pensare che nella sola Palermo, dove arrivano circa 2.500 litri di acqua al secondo, le perdite superano il 40%». (*ado*)


Ambiente. Stop ai prelievi al lago di Bracciano
Roma, scatta l'allarme
La Regione Lazio: «Rubinetti a secco»
ROMA

«A Roma l'acqua sta finendo», lancia l'allarme senza precedenti sulla siccità il governatore d el Lazio Nicola Zingaretti. E lo scontro tra la Regione e l'Acea, l'azienda che cura la distribuzione idrica, prosegue, mentre la Capitale teme il razionamento tra una settimana a turno per un milione e mezzo di cittadini. Si cerca una soluzione, con la sindaca Virginia Raggi, chiamata in causa dall'opposizione, che chiede agli altri attori di trovare un accordo. Il ministro dell'Ambiente Gianluca Galletti conferma che «la situazione a Roma è critica» e tale da poter permettere alla Regione di chiedere lo stato di emergenza e di attivare le procedure a sostegno del settore agricolo. E più in generale, sulle criticità in atto in tutta Italia, il ministro delle Politiche agricole,  Maurizio Martina, assicura: «Siamo pronti a  collaborare con le Regioni nel censimento dei danni e la verifica delle condizioni per dichiarare lo stato di eccezionale avversità atmosferica», con l'erogazione dei fondi collegati. La siccità che minaccia Roma, intanto, diventa terreno di scontro in questa torrida estate. La Regione Lazio ha disposto da venerdì prossimo a fine anno lo stop ai prelievi dal lago di Bracciano, che alimenta la capitale. La situazione la evidenzia il presidente Zingaretti. Il livello del bacino d'acqua si è abbassato «con il rischio di catastrofe ambientale - afferma -. Abbiamo sette giorni per limitare al massimo il disagio per i cittadini. Sta finendo l'acqua a Roma». Se Acea, la multiutility capitolina che gestisce acqua e elettricità in città, punta il dito contro l'amministrazione regionale parlando di un atto «abnorme e illegittimo ma soprattutto inutile », la Regione ribatte che i prelievi verranno sospesi perchè Acea avrebbe superato i limiti stabiliti. La sindaca di Roma Virginia Raggi, da parte sua, avverte: «Sia fatto tutto il possibile per assicurare l'acqua ai cittadini». Per trovare una soluzione entro giovedì sono attesi uno o più incontri tra la Regione Lazio e l'Acea, che - in caso di fumata nera - potrebbe procedere ad un ricorso contro la decisione sullo stop ai prelievi al lago di Bracciano. Giovedì è prevista al ministero dell'Ambiente una riunione dell'Osservatorio permanente sull'Italia centrale. Le parole del presidente di «Acea Ato 2» Paolo Saccani pesano come macigni: «In sette giorni non troveremo altra soluzione che razionare l'acqua a 1,5 milioni di romani, alle attività produttive, turistiche, ai palazzi delle istituzioni, al Vaticano: questo succederà. Non faremo il bene dell'immagine della Capitale d'Italia». Nella ricerca di una soluzione interviene il ministro Galletti: «C'è da scongiurare innanzitutto un danno ambientale per il lago e allo stesso tempo evitare un disagio forte a migliaia di cittadini romani».


Erosione, disponibili i fondi per salvare la costa
Su 16 chilometri di spiaggia, che vano dal Caos fino a Punta bianca, oltre il 40 per cento necessitano di interventi urgenti

È possibile iniziare a salvaguardare le coste siciliane dal problema dell'erosione costiera. La Regione ha messo a disposizione dei Comuni la somma di 31 milioni di euro per realizzare le opere di difesa delle coste dall'effetto dell'erosione. I Comuni hanno ormai meno di 90 giorni per presentare le loro richieste. Il finanziamento è disponibile dal Programma operativo Fesr 2014-2020, Asse 5, Azione 5.1.1A «Interventi di messa in sicurezza e per l'aumento della resilienza dei territori più esposti a rischio idrogeologico e di erosione costiera ». I beneficiari sono la Regione siciliana e gli Enti locali. Sono ammissibili al contributo finanziario le operazioni strutturali di mitigazione del rischio geomorfologico, idraulico e di erosione costiera inserite nel Repertorio Nazionale degli interventi per la difesa del suolo. La dotazione finanziaria è pari a 155.000.000 di euro, di cui 31.000.000 destinati alle operazioni finalizzate alla mitigazione del rischio di erosione costiera. Il contributo finanziario in conto capitale viene concesso fino al 100% dei costi totali ammissibili dell'operazione, determinati in applicazione delle pertinenti disposizioni comunitarie, anche in materia di progetti generatori di entrata. Nell'Agrigenti - no, su 16 chilometri di costa (che va dal Caos a Punta bianca) ben sette, infatti, sono afflitti dall'erosione; ovvero il 43,75%. «Serve un progetto complessivo ed attuale con uno studio delle correnti marine che blocchi o quanto meno rallenti - fanno sapere dal Comune di Agrigento- ». Il processo erosivo va fermato, altrimenti tra qualche anno crolleranno strade, case e perderemo per sempre tutte le nostre spiagge. L'allarme ambientale viene lanciato  da Claudio Lombardo, presidente dell'asso -  ciazione Mareamico. «Il lungomare di Cannatello sta crollando - dice Lombardo - colpa dell'erosione costiera. Da un anno documentiamo e denunciamo il fenomeno che si registra in via Farag (lo scorso anno sarebbe bastato solo qualche migliaio di euro di pietre per arginare il mare che avanza), appena crollerà la strada il costo sarà ben più elevato. Negli ultimi 20 anni - aggiunge - abbiamo registrato la perdita di 120 metri di spiaggia. Abbiamo elaborato degli studi dai quali emerge che l'erosione della costa agrigentina ha assunto proporzioni molto gravi, senza che le istituzioni facciano niente per arrestarla. In molti arenili c'è il divieto di balneazione per il rischio di crolli. Un crollo, lo scorso anno, ha investito i bagnanti, e si è assistito al fuggi fuggi generale». Le principali cause dell'erosione costiera, secondo Mareamico, sono innanzitutto "l'innalzamento delle acque del mare provocata dal surriscaldamento del pianeta e l'eccessiva cementificazione nei letti dei fiumi che riduce l'apporto detritico dei corsi d'acqua". La Regione ha stanziato dei fondi, circa sei milioni di euro per un progetto che mira ad arginare il fenomeno. Uno studio sull'erosione costiera a San Leone era stato fatto anche dal circolo Rabat di Legambiente che aveva concluso la relazione scrivendo: «Risulta prioritario - effettuati gli interventi tampone per scongiurare immediati ulteriori crolli - avviare una progettazione che preveda la salvaguardia del tratto di costa tra la terza traversa e Le Dune, conservandone anche l'integrità paesaggistica, individuando soluzioni che non prevedano  il «corazzamento» della spiaggia con opere fisse e visibili, ma interventi di ripascimento associati ad opere che non arrestino, ma riducano il trasporto del materiale sabbioso lungo le spiagge. Un'importante e nuova metodologia per fermare l'erosione costiera e per riavviare il ripascimento del litorale con apporto naturale di sabbia è quella degli «attenuatori d'onda» che permettono anche di intrappolare tutti gli elementi estranei e di  aslvaguardare l'igiene della spiaggia. (*PAPI*)

Lunedì 24 luglio 2017

Capo San Marco. Ad «interrarle» sono state le volontarie Luisa Maietta e Veronica Gallo rimaste sull'arenile per una campagna di sensibilizzazione ambientale
Sciacca, uova di tartaruga in spiaggia
I volontari ne mettono in salvo 129
Giuseppe Pantano - Sciacca

Domenica sulla spiaggia a sorvegliare il nido con oltre 100 uova di tartaruga «Caretta-Carretta» per due volontarie del progetto Tartalife del Libero Consorzio. Luisa Maietta e Veronica Gallo sono rimaste per l'intera giornata sulla spiaggia di Capo San Marco a parlare delle tartarughe, sensibilizzare i bambini a un maggiore rispetto per questa specie, a svolgere una campagna di sensibilizzazione ambientale. La stagione della nidificazione delle tartarughe «Caretta-Caretta» si è aperta a Sciacca con un tentativo di ovodeposizione sulla spiaggia di Renella e poi con un'esemplare che ha nidificato a Capo San Marco. Sono arrivati subito alcuni volontari del Wwf che hanno messo in sicurezza le uova e realizzato la recinzione. Sono ben 129 su 131 le uova messe in salvo. Ora si aspetta la  nascita delle tartarughe, ma sarà un'attesa di almeno 50 giorni. I volontari sono pronti a svolgere tutte le iniziative necessarie in un territorio nel quale la presenza delle tartarughe ha sempre destato grande interesse e una forte attenzione anche da parte dei più piccoli. «Le segnalazioni dei bagnanti sono sempre utili per individuare i nidi ed è stato così anche in quest'occasione - dice Luisa Maietta -. Seguendo le linee guida del Wwf abbiamo proceduto all'interramento delle uova in spiaggia, in una zona sicura, lontana dalle mareggiate e dai chioschi per evitare traumi». Veronica Gallo ha aggiunto che «grazie al progetto Tartalife, finanziato dall'Unione Europea, per il terzo anno consecutivo, si può informare la gente sulla tartaruga "Caretta-Caretta"che è una specie in via di estinzione, soprattutto a causa dell'inquinamento. Un altro aspetto del progetto mira, infatti, alla sensibilizzazione dei pescatori. Noi ci occupiamo in particolare dei bambini, coinvolgendoli con dei giochi e spiegando loro cosa bisogna fare per proteggere questa specie». Il progetto Tartarlife, nella parte rivolta ai pescatori, prevede opportunità per l'accesso degli stessi al Fondo europeo per gli affari marittimi e la pesca. È stato pubblicato un bando che ha la finalità di «Migliorare le condizioni di igiene, salute, sicurezza e lavoro dei pescatori» e i beneficiari possono essere gli operatori professionali della pesca, ovvero pescatori, armatori e proprietari di imbarcazioni da peDa sinistra: Veronica Gallo e Luisa Maietta (*GP*)


22 luglio - sabato

la sicilia

REPORT
Il turismo cresce a ritmi lenti rispetto al resto della Sicilia.

g.s.) Il turismo in provincia di Agrigento cresce, ma solo nell'ottica dello "zerovirgola". A raccontarlo il report annuale realizzato da Unicredit nel contesto del progetto "Unicredit4Tourism", redatto insieme a Turing Club Italiano utilizzando dati Istat e quelli forniti da Banca d'Italia.
Uno studio che racconta come la nostra provincia oggi intercetti l'8.9% delle presenze totali registrate in Sicilia nel 2015 (anno interessato dal rapporto 2017) a fronte dell'8.8% del 2014 nel report del 2014(contenuto nel report 2016). Una percentuale che ci colloca al sesto posto a livello siciliano, regione che, tuttavia, nel 2015 ha fatto registrare il non miglior risultato italiano: 14.510.708 presenze.
Ad aprire la fila, parlando di province è Messina con il 24.3%, seguita da Palermo con il 20.2%. Trapani con il 14.9 e Catania con il 13,6. Subito dopo troviamo Siracusa con il 9.7% e Agrigento, all'8.9%. Chiudono la classifica Ragusa (5,9). Caltanissetta (1,7%) e Enna (0,8%).
La crescita dello 0,1% rispetto al precedente censimento, comunque, ha una sua importanza
in considerazione del fatto che complessivamente per l'anno preso in considerazione il numero di presenze totali ha fatto segnare un calo, per quanto lo studio rilevi come il turismo che arriva in Sicilia sia sempre più internazionale (i visitatori stranieri sono il 49%) e soprattutto sia in crescita la quantità di soldi che questi investono sul territorio: ben 1 miliardo e seicentomilioni di euro in totale. La provenienza è, bene o male, sempre la stessa in testa troviamo i francesi (20,8%), seguiti dai tedeschi (15,6%) e gli inglesi (9,3%). Trend e numeri che, tuttavia, potrebbero oggi non avere piena corrispondenza con la realtà, dato che, appunto, sono di 2 anni fa. E due anni, nel settore turistico, sono realmente un'eternità, considerato che il settore subisce fluttuazioni spesso inattese dovute a una molteplicità sensibile di fattori.

Agrigentoweb

Visita del Questore Maurizio Auriemma nella sede del Libero Consorzio

Il Commissario Straordinario del Libero Consorzio di Agrigento Giuseppe Marino ha incontrato oggi il Questore dr. Maurizio Auriemma insediatosi ad Agrigento da poche settimane.
Nel corso del cordiale incontro, portando il benvenuto dell'Ente, il Commissario Marino ha brevemente illustrato le principali caratteristiche economiche e storico-sociali oltre alle criticità della provincia di Agrigento.
Il Commissario Marino e il Questore Maurizio Auriemma hanno poi discusso dei temi relativi alla sicurezza dei cittadini e la difesa della legalità in un territorio piuttosto complesso dal punto di vista della tutela dell'ordine pubblico.
Il Commissario Marino ha assicurato la massima disponibilità istituzionale a proseguire il percorso di collaborazione reciproca tra i vari organi dello Stato per affrontare le emergenze territoriali tra cui la lotta alla criminalità organizzata con particolare riferimento al ruolo della polizia provinciale nel contrasto dei reati ambientali.

SICILIAONPRESS

Politica
IL QUESTORE MAURIZIO AURIEMMA VISITA LA SEDE DEL LIBERO CONSORZIO

Il Commissario Straordinario del Libero Consorzio di Agrigento Giuseppe Marino ha incontrato oggi il Questore dr. Maurizio Auriemma insediatosi ad Agrigento da poche settimane.
Nel corso del cordiale incontro, portando il benvenuto dell'Ente, il Commissario Marino ha brevemente illustrato le principali caratteristiche economiche e  storico-sociali oltre alle criticità della provincia di Agrigento.
Il Commissario Marino e il Questore Maurizio Auriemma hanno poi discusso dei temi relativi alla sicurezza dei cittadini e  la difesa della legalità in un territorio piuttosto complesso dal punto di vista della tutela dell'ordine pubblico.
Il Commissario Marino ha assicurato la massima disponibilità istituzionale a proseguire il percorso di collaborazione reciproca tra i vari organi dello Stato per affrontare le emergenze territoriali tra cui la lotta alla criminalità organizzata con particolare riferimento al ruolo della polizia provinciale nel contrasto dei reati ambientali.

Agrigentonotizie

Guerra ai roghi e ai danneggiamenti, la Protezione civile a Torre Salsa

Il gruppo del Libero consorzio avvierà a partire da lunedì un servizio di controlli periodici e di monitoraggio della riserva.
Continua, nonostante le gravi difficoltà finanziarie, l'impegno del Libero consorzio comunale di Agrigento nella tutela dell'ambiente. Su richiesta del Wwf, ente gestore della riserva naturale di Torre Salsa a Siculiana, il gruppo di Protezione civile avvierà a partire da lunedì un servizio di controlli periodici e di monitoraggio della riserva.
Il servizio sarà svolto dal personale dell'ufficio abilitato nelle attività di protezione civile, per la prevenzione di eventuali focolai d'incendio che saranno comunicati tempestivamente alle autorità di pubblica sicurezza, ai vigili del fuoco e alla Forestale.
Oltre alla prevenzione degli incendi, il personale del Libero consorzio provvederà a segnalare auto o persone sospette all'interno della riserva in modo da identificare eventuali responsabili di danneggiamenti o di abbandono di rifiuti.
Il Wwf di Torre Salsa ha richiesto l'aiuto, tra gli altri, del gruppo di Protezione civile del Libero consorzio in considerazione dei numerosi incendi di origine dolosa che hanno segnato la Sicilia nelle ultime due settimane e che a Torre Salsa nel recente passato hanno provocato notevoli danni al patrimonio naturale della riserva.

23 luglio - domenica

LA SICILIA

ALESSANDRIA DELLA ROCCA
L'Unione dei Comuni e ormai giunta a un bivio Proseguire o dirsi "addio".

Alessandria della Rocca. L'unione dei Comuni "Platani-Quisquina.Magazzolo" è ad un bivio. Qua le futuro avrà t'unione dei Comuni Platani-Quisquina-Magazzolo", nel territorio dei Sicani, eguali saranno le iniziative per ridare slancio a un ente nato diciotto an ni fa per l'esercizio di funzioni e di servizi di competenza comunale da attuare in maniera congiunta tra le amministrazioni comunali associate di Santo Stefano Quisquina, Bivona, Alessandria della Rocca, San Biagio Platani e Cianciana?
Di questo si parlerà oggi al Alessandria della Rocca nell'incontro promosso dalla civica amministrazione. Dopo le polemiche e le proposte da un lato di una definiti va soppressione, dall'altro di un possibile rilancio dell'ente Unione dei Comuni Platani Quisquina Magazzolo", stasera alle ore 21, in piazza Matrice, l'amministrazione comunale di Alessandria della Rocca ha promosso un incontro tra gli amministratori ed i sindaci del territorio, all'interno del ciclo di appuntamenti "Senza politica non sostare — Democrazia è partecipazione" che per tutta l'estate porterà in piazza argomenti di dibattito spaziano dal diritto alla salute alla viabilità del territorio.
Ospiti dell'incontro saranno l'on. Salvatore Cascio, presidente delta sommissione Ars Affari Istituzionali, Santo Alfano sindaco di Cianciana, Francesco Cacciatore, primo cittadino di Santo Stefano Quisquina, Milko Cinà, neo sinda co sindaco di Bivona, Alfonso Frisco e Santino Sabella, rispettiva mente sindaci di Alessandria della Rocca e di San Biagio Platani. L'in contro sarà moderato dalla giornalista Elisa Chillura che faciliterà il confronto, utile rendere più atti va la partecipazione della popolazione a tematiche di interesse pubblico.
ENZO MINIO

EX PROVINCIA REGIONALE
Linea dura contro pubblicità abusiva e lavori senza concessione

g.s.) L'ex Provincia regionale deve fare cassa, via alla linea dura contro pubblicità abusiva e lavori in assenza di concessione. A disporlo con proprio atto, nei giorni scorsi, il commissario del Libero Consorzio Giuseppe Marino, il quale ha comunicato delle "vincolanti linee guida" agli uffici da applicare nella gestione del patrimonio dell'ente. Numerosi i campi di applicazione. Partiamo dal censimento, il monitoraggio e (accertamento delle violazioni rispetto alle concessioni di passi carrabili, opere, depositi e cantieri stradali, attraversamenti, fabbricati, muri ed opere di sostegno e fasce di rispetto. Oltre alla multa, ovviamente, si chiederà agli eventuali responsabili il ripristino dei luoghi. Altro settore rispetto al quale l'attività di verifica dovrà essere potenziata è quello della segnaletica stradale e degli impianti pubblicitari — in realtà già oggetto di specifici controlli da mesi -, cui si aggiunge il monitoraggio dei provvedimenti autorizzativi per rilevare se ve ne sono di scaduti e senza la richiesta di rinnovo della concessione. In tal senso Marino impegna il gruppo Sit dell'Ente a condurre le verifiche. Ma non solo: i controlli dovrebbero infatti riguardare anche i bed and breakfast e anche specifici progetti, come quello per la posa della fibra ottica. In particolare, scrive il commissario, sarà necessario verificare la presenza di tutte le autorizzazioni e successivamente predisporre e adottare il provvedimento concessorio.

24 luglio - lunedì

Sicilia24h

Sicilia è al nono posto fra le regioni italiane per presenze turistiche

E' stato presentato il "Rapporto sul turismo 2017" curato da UniCredit e Touring Club Italiano. La Sicilia è al nono posto fra le regioni italiane per presenze turistiche, con oltre 14,5 milioni di presenze. Il turismo, dunque, si conferma come un settore rilevante nell'economia siciliana, ancora con elevate potenzialità e margini di crescita. Per quando riguarda l'offerta ricettiva, nel 2015 la Sicilia si è attestata al nono posto in Italia per numero di esercizi turistici (5.875) e al 12esimo posto per numero di letti totali (193.634). Tra il 2010 e il 2015, il 61,8% dei posti letto è stato offerto da alberghi, il 14,5% da campeggi e villaggi turistici, il 8,4% da case in affitto, l'8,1% da B&B, e il 4,7% da agriturismi.

LA SICILIA

RIBERA
Discariche di amianto in città.

RIBERA. Alcuni cittadini Continuano a scambiare k periferie del centro urbano in discariche pubbliche do ve ammassano d tutto, dai rifiuti solidi urbani alle lastre di eternit con amianto dai pneumatici agli sfabbricidi, dai mobili in disuso a bombole di gas vuote. E' questa la situazione nel nuovo quartiere che èsorto ultimamente tra la via Ricasso, Maria Afan de Ribera, via Guglielmo Moncada e via Vittorio Emanuele, a ridosso dell'ex cantina sociale Tre Fiumi", e la via Domenico Musso. Non sono esenti altre aree urbane, strade comunali e per fino arterie provinciali.
La denuncia dello scempio ambientale è stata fatta sia dalle fami glie di via Musso, dai nuclei familiari che sono andati ad abitare da qualche mese nella nuova urbanizzata delle cooperative edilizie. C'è un'arteria di campagna, la strada vicinale, chiamata "trazzera di Sciacca", tra a provinciale 33 e l'argine del fiume Magazzolo, dove chiamarla discarica pubblica è molto riduttivo. C'è di tutto, in maggioranza cisterne di amianto dismesse, abbandonate tra rigogliosi agrumeti.
 I materiali pericolosi per la salute pubblica pare che vangano scaricati di notte anche su dei terreni privati. senza alcuna recinzione, o sulle stesse strade comunali, come la rotabile di San Leonardo che da Ribera alla traversa del Magazzolo, nei  pressi dell'ex discarica comunale, dismessa da un ventennio.
Nei mesi scorsi l'amministrazione comunale ha effettuato una generale opera di bonifica di tutta la via Musso e strade adiacenti che alcuni riberesi, per niente rispettosi dell'ambiente e d salute dei compaesani, hanno riempito di montagne dì materiale vario ammucchiato da anni in un'area a di scarica abusiva, costringendo l'ente locale notevoli spese per le asfittiche casse comunali
E' vero che I Comune di Ribera ha predisposto in diverse aree urbane un servizio di video sorveglianza con fotocamere e videocamere, ma anche vero che sporcaccioni ed abusivi minacciano la salute pubblica e offrono poco decoro urbano alla città. Molti cittadini si chiedono e si interrogano se oggi sia possibile creare un'isola ecologica almeno per i reperti di amianto che sono i più pericolosi per la salute. PenI re sto è un problema di educazione ambientale che qualche riberese non ha.
ENZO MINIO


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