Giornale di Sicilia
sabato 29 luglio 2017
Emergenza roghi. Legambiente punta l'indice: «La distruzione di migliaia di ettari dimostra la totale inefficienza della Regione». A Siracusa si intensificano le indagini
Tre elicotteri antincendio, Crocetta firma la convenzione
Tre elicotteri per arginare gli incendi in Sicilia che hanno già divorato oltre 25 mila ettari di terreno. È stato il presidente della Regione, Rosario Crocetta, a firmare le convenzioni con i carabinieri, la Marina militare e l'Esercito per avere a disposizione i velivoli mentre martedì sarà siglata, a Palermo, l'intesa con i vigili del fuoco relativa a mezzi aerei ed agli interventi di terra. un piano concordato con l'assessore al Territorio ed Ambiente, Maurizio Croce, che avrà un costo di oltre tre milioni e mezzo di euro, frattanto la giunta regionale ha esteso la dichiarazione dello stato di emergenza per gli incendi a tutto il territorio dell'isola. In attesa dell'approvazione dell'assestamento all'Ars, saranno mantenuti in servizio i lavoratori impegnati nella campagna antincendio per evitare ulteriori danni al patrimonio boschivo. Ma sulla catena di roghi che sta stringendo in una morsa la Sicilia, Legambiente punta l'indice contro lo stesso presidente della Regione Rosario Crocetta e la sua amministrazione. «Sono stati distrutti 25.071 ettari con roghi - spiega Gianfranco Zanna, presidente regionale di Legambiente Sicilia - in quasi tutte le province. Questo è un dato che dimostra la totale ed assoluta inefficienza della Regione. Ribadiamo al Governo nazionale, se vuole fare davvero qualcosa, di commissariare la Regione, di inviare più uomini del Corpo forestale dei Carabinieri per controllare- conclude Gianfranco Zanna - il territorio e che vengano applicate ai delinquenti che appiccano il fuoco le pene più severe previste dalla legge sugli ecoreati». A Siracusa, solo nella mattinatadi ieri sono stati spenti gli ultimi focolai che hanno incenerito una vasta porzione di campagna, tra contrada Targia e Belvedere, nella zona nord del capoluogo. E' iniziata la conta dei danni per alcune aziende agricole, in particolare sono stati polverizzati degli uliveti che costringeranno gli imprenditori a rivedere le produzioni e soprattutto i profitti con ricadute quasi inevitabili per la manodopera. E' stato necessario l'uso di un Canadair per arginare la marcia delle fiamme, provocando problemi anche alla viabilità. In campo, sono scesi i carabinieri,la polizia municipale, i vigili del fuoco ed il personale della Protezione civile che hanno creato un cordone di sicurezza per impedire ai roghi di sfondare. Imilitari del comando provinciale di Siracusa hanno avviato le indagini per risalire agli autori degli incendi alle porte del capoluogo e qualcosa potrebbe saltar fuori dopo la visione di alcuni filmati delle telecamere di sicurezza. Gli stessi carabinieri, al comando del colonnello Luigi Grasso, hanno un altro filone investigativo, che interessa due roghi, entrambi appiccati a distanza di due settimane l'uno dall'altro, a pochi metri dalla raffineria Esso di Augusta. (*GASC*)
Università. Il presidente Armao: «Da un sondaggio condotto su oltre 1.200 ragazzi viene fuori come la nostra è un'istituzione apprezzata dove tanto è stato fatto e altrettanto si deve fare»
«Cua», il Libero Consorzio non rientra in società
Paolo Picone
L'ex Provincia non rientrerà nella compagine societaria del Cua, il consorzio universitario agrigentino. «Almeno per il momento le decisione è questa - dice il commissario straordinario del Libero consorzio
Giuseppe Marino ». Il commissario Marino però non chiude la porta: «So che ci sono delle pretese - spiega - giuste o sbagliate da parte di altri soggetti, quindi valuteremo in futuro cosasarà giusto fare tutelando quegli che sono le prerogative e gli interessi del Libero consorzio comunale ». Il funzionario regionale si è ritrovato questa situazione in virtù delle scelte fatte da chi lo ha preceduto, cioè il commissario Roberto Barberi, che supportato dai dirigenti dell'ente e a causa di mancanza di fondi nelle casse dell'ex Provincia, ha deciso di uscire fuori dal Consorzio. Una decisione che è stata molto contestata. E che avrebbe portato alla chiusura del Polo. Ma la caparbietà del sindaco di Agrigento, Lillo Firetto che si è intestato una grande battaglia, al momento vinta a metà, ha di fatto evitato la morte di un malato terminale. Al capezzale dell'agonizzante Cupa è stato chiamato l'avvocato Gaetano Armao, che in meno di un anno ha messo ordine nei conti (che erano e sono molto disordinati), nel senso che ha cercato di capire da dove iniziare ed ha avviato la programmazione che potrebbe essere «stoppata» dalle intenzioni della Regione di dare maggiore importanza alle tre cattedre accademiche siciliane, Palermo, Catania e Messina, esautorando i Poli decentrati ed i Consorzi universitari. Ragione, questa, che ha spinto il Cda del Consorzio Universitario di Agrigento, a procedere all'impugnazione dinnanzi al Consiglio di giustizia amministrativa del decreto dell'assesso - riale regionale alla Formazione, Bruno Marziano che prevede appunto un protocollo d'intesa firmato tra l'assessore Baccei, l'assessore Vermiglio e le tre Università statali siciliane che di fatto esclude i territori in cui insistono i Consorzi Universitari, delle loro prerogative di programmazione e di definizione di politiche di sviluppo del decentramento universitario. Il commissario Marino ha già avuto modo di parlare di università ad Agrigento con il presidente Armao. «Se c'è da fare guerra la faremo - dice - in ordine ai contenziosi che si sono aperti tra i due enti, e noi vedremo di difenderci. Qui il problema è lasciare da parte certe velleità, certe pretese che fanno solamente male. A me preme direche questa università, per avere uno sbocco veramente utile per iragazzi, bisogna attivare quei corsi universitari che danno la possibilità ai nostri ragazzi di trovare un lavoro nello stesso territorio di provenienza. Andare a creare dei disoccupati laureati non serve a nessuno. Attività legate al territorio che possano dare sviluppo occupazionale. La sinergia deve essere:università - territorio. Una volta avviati questi corsi si dovrà procedere ad un monitoraggio per vedere se quella facoltà e quel corso di laurea possa avere dato nel tempo un utile occupazionale». In questa direzione si stanno già muovendo i vertici del Cua. «Da un sondaggio condotto su oltre 1200 ragazzi, ilCua viene fuori come un'istituzione apprezzata- ha sottolineato il presidente Gaetano Armao - dove tanto è stato fatto, ma altrettanto si deve ancora fare. I giovani hanno chiesto al Consorzio di essere presente sul territorio con nuovi corsi. L'indagine conoscitiva sull'offerta formativa è stata proposta agli studenti delle ultime classi degli istituti superiori nella Provincia di Agrigento. Il dato rilevato è significativo del fatto che, su un campione di 1.200 studenti ai quali è stato somministrato un questionario sull'attività formativain atto al Consorzio, più altre alternative proposte, ha risposto positivamente con una percentuale del 91,1 % a fronte del 6,0% che ha risposto in modo negativo, emblematicodel fatto che l'attività del Consorzio è apprezzata ed è fonte di interesse per i tanti ragazzi che vorranno intraprendere un percorso universitario». (*PAPI*)
Viabilità. Era stata interdetta al traffico veicolare lo scorso 16 maggio dopo che si erano verificati dei distacchi di calcinacci dal cavalcavia della soprastante 189
Finiti i lavori sulla Provinciale 15, percorso verso l'ospedale riaperto
Dovrebbero in parte ridursi i disagi per raggiungere l'ospedale «San Giovanni di Dio» da parte dell'utenza favarese dopo la riapertura della strada provinciale n. 15 che, in contrada San Benedetto, attraversa i territori di Favara e Aragona per immettersi sul tracciato della vecchia statale Ag-Pa, e che oggi è prevalentemente utilizzata per raggiungere i capannoni della zona industriale, ospedale compreso. La «provinciale » era stata interdetta al traffico veicolare lo scorso 16 maggio dopo che si erano verificati dei distacchi di calcinacci dal cavalcavia della soprastante 189. Ad eliminare il materiale caduto nella sottostante rotonda era stato il personale alle dipendenze del Libero consorzio comunale di Agrigento. Rimesso in sicurezza il viadotto, si è provveduto ad eliminare le transenne che erano state collocate sotto il ponte delle ferrovie in prossimità di Aragona Caldare proprio per evitare che qualche automobilista non tenesse in considerazione la segnalazione. E sono stati due mesi e mezzo di disagi per i favaresi anche perché già era stata interdetta la circolazione sulla statale 122 (Favara-Agrigento) prima a causa dei lavori di ultimazione dell'ampliamento della 640 e poi per l'abbattimento del ponte Petrusa. E se per chi abita nella zona a nord di Favara, la riapertura della provinciale 15 viene accolta con grande sollievo, per chi risiede nella parte opposta c'è l'esigenza che venga ripristinata la funzionalità della statale 122 ricostruendo il ponte abbattuto. In effetti, nessuno sa quali sono i tempi per rimettere in pristino il cavalcavia. E non sono mancate le lamentele, le proteste e i sit-in. Anche il sindaco di Favara, Anna Alba, ha scritto alle autorità competenti rappresentando, in aggiunta, il disagio di quanti operano al carcere «Petrusa», il cui cordone ombelicale con la città capoluogo risulta da tempo tranciato. In questo contesto in cui non si conoscono i tempi di esecuzione e addirittura di progettazione si inserisce una lettera che Carmelo Castronovo, già assessore nella giunta Manganella, e oggi componente del Movimento Democrati e Progressista Art. 1, ha inviato alle sedi Anas nazionale, regionale e di Agrigento. L'esponente politico si dice fortemente preoccupato dalle notizie apprese dalla stampa secondo cui i tempi per la ricostruzione e la conseguente riapertura al traffico veicolare del viadotto «Petrusa», che rappresenta un'arteria fondamentale per chi risiede a Favara e ad Agrigento ma anche per i dipendenti del carcere, sono legati alla redazione del progetto. «Se ancora siamo nella fase di progettazione - scrive Castronovo -, e voglio sperare che ci sia già il finanziamento, a seguire si dovrebbe pubblicare il bando di gara e successivamente espletare la gara d'appalto e infine procedere all'esecuzione dei lavori. Facendo un rapido calcolo, l'opera sarà pronta per la fruizione dei cittadini non prima di almeno tre-quattro anni. Nel ringraziare l'Anas di essersi accorta della pericolosità del ponte Petrusa in coincidenza con l'inaugurazione della S.S. 640, adesso chiamata "strada degli scrittori", mi permetto di chiedere se pensa che si possano isolare Favara ed Agrigento per un così lungo tempo ». (*UR*)
Polizia
Ricordato il sacrificio di Montana
«Verrà individuata una via cittadina da intitolare al commissario Beppe Montana». E' stato reso noto, ieri, giorno della commemorazione - trentadue anni dopo l'agguato - dalla Questura di Agrigento. Il percorso è condiviso fra il questore Maurizio Auriemma ed il sindaco della città dei Templi Lillo Firetto. Presto, dunque, si concretizzerà. Ieri, è stato però il giorno della commemorazione. A celebrare la messa, alla basilica dell'Immacolata, è stato l'arcivescovo Francesco Montenegro. Ed alla funzione religiosa hanno partecipato i familiari del poliziotto agrigentino, i colleghi della polizia di Stato e le autorità istituzionali locali. Beppe Montana, ucciso il 28 luglio del 1985, è stato davvero il «simbolo dell'attaccamento al dovere spinto fino all'estremo sacrificio della vita». (*CR*)
Tribunale di Sciacca,
s'insedia il presidente: «Sì al potenziamento»
Grande determinazione e pronto a mettersi al lavoro già a partire da lunedì prossimo, il nuovo presidente Antonio Tricoli ha tracciato il suo impegno per il tribunale.
Giuseppe Pantano Sciacca
«Difenderò quest'ufficio dalle voci che vorrebbero cancellarlo dalla geografia giudiziaria del Paese». Antonio Tricoli, nuovo presidente del Tribunale di Sciacca, ottiene un lungo applauso quando pronuncia queste parole in occasione della cerimonia per il suo insediamento alla guida dell'ufficio giudiziario. Grande determinazione e pronto a mettersi al lavoro già lunedì 31 luglio, il nuovo presidente ieri ha portato a Sciacca il sottosegretario alla Giustizia, Cosimo Ferri, numerosi magistrati tra i quali Matteo Frasca, presidente della Corte di Appello di Palermo, e poi il Cardinale Francesco Montenegro, le massime autorità provinciali e Santi Consolo, direttore del Dipartimento dell'amministrazione penitenziaria. Sia il presidente Tricoli che il sottosegretario Costa nei loro interventi hanno parlato di potenziamento del presidio di Sciacca, dopo l'ampliamento del circondario giudiziario. Intanto, il Tribunale opera adesso a pieno organico con 10 magistrati. Gli ultimi due, che sono magistrati di prima nomina, arriveranno nel prossimo mese di ottobre. Paolo Fusaro, di Milano, sta svolgendo il tirocinio presso il tribunale del apoluogo lombardo, e Valentina Stabile, di Castellammare del Golfo, è impegnata nel tirocinio al Tribunale di Palermo. «Quello di Sciacca è un Tribunale eccellente anche per il lavoro svolto dai miei predecessori - dice Tricoli - e insiste in un territorio che ha avuto i suoi morti di mafia». Andando più sul concreto delle cose da fare Tricoli ha parlato della necessità di un potenziamento. «Perché all'ampliamento del circondario giudiziario e dunque del bacino di utenza che è già avvenuto - dice - dovrebbe corrispondere un adeguamento della pianta organica e ci muoveremo su questo fronte cercando di fare il possibile. Se arrivano più giudici potrà essere istituita, per tabelle, una nuova sezione». Il sottosegretario alla Giustizia, Cosimo Ferri, che era già stato a Sciacca qualche mese fa dando anche allora messaggi rassicuranti sul futuro del presidio giudiziario saccense, questa volta non ha neppure atteso la domanda sulle prospettive del presidio giudiziario subito ha affermato: «Sono a Sciacca per rilanciare quest'ufficio giudiziario che ha due capi ufficio gravi e capaci e ci aiuteranno a continuare il percorso che i precedenti capi ufficio avevano iniziato e che vede Sciacca come presidio di legalità non solo da conservare, ma da potenziare ». Ferri ha aggiunto che «bisogna parlare di rafforzare l'ufficio e rendere un servizio giustizia che sia ancora migliore». Il sottosegretario ieri mattina prima di intervenire all'insediamento del presidente Tricoli, accompagnato dal senatore Giuseppe Marinello, si è recato in visita al carcere di Sciacca, struttura che necessita interventi di manutenzione. «Anche questa struttura -dice Ferri - necessita di una potenzialità da sfruttare, di progetti trattamentali. C'è un'area verde vicino alla struttura non utilizzata. Con il presidente Marinello vogliamo coinvolgere Coldiretti, Confagricoltura, le associazioni per rilanciare questa parte e legarla ancora di più alla struttura penitenziaria. E poi abbiamo parlato di iniziative per l'area trattamentale e di interventi per la manutenzione. Il tribunale e il carcere sono strutture che si aiutano e devono crescere insieme». Anche il Procuratore della Repubblica di Sciacca, Roberta Buzzolani, ha sottolineato l'importante ruolo svolto dal presidio giudiziario saccense in un territorio che si caratterizza per la presenza della criminalità organizzata. (*GP*)
domenica 30 luglio 2017
Sicilia tra luci e ombre
I vecchi venticinque enti accorpati in sette realtà
La Regione boccia i distretti turistici
«Progetti inutili, milioni in fumo»
Dopo 10 anni fallisce il sistema di promozione regionale
L'assessore Barbagallo: «Stavano diventando poltronifici
Pronta la riforma, recupereremo le risorse inutilizzate»
Riccardo Vescovo - Palermo
Dovevano promuovere la Sicilia suddividendola in zone ideali, omogenee, ognuna accomunata da risorse naturali, storia, siti culturali, sfruttando i fondi comunitari a disposizione. In dieci anni invece i distretti turistici, consorzi di Comuni e imprese, si sono rivelati un flop clamoroso: ne sono nati addirittura 25, una decina non ha prodotto alcun progetto, 12 milioni sono rimasti nei cassetti mentre gli unici soldi spesi, poco più di 12 milioni, sono serviti soprattutto per iniziative «autoreferenziali», «locali», che hanno «penalizzato l'Isola in termini di visibilità e di mancata sinergia nell'impiego delle risorse». A metterlo nero su bianco è la Regione stessa, che ha deciso di cambiare rotta riducendone il numero e riformandone il modello. E nel progetto di riforma fa il punto della situazione spiegando che nella storia dei distretti «emergono periodi di inattività prolungata, irregolarità nel funzionamento o nella gestione, difformità sostanziali delle attività realizzate rispetto al programma di sviluppo». Così l'assessore regionale al Turismo, Anthony Barbagallo ha provato a rivedere tutto il sistema, li ha ridotti a sette denominandoli «Dmo», sigla che in inglese sta per «destination management organization» e puntando a migliorare la promozione del marchio Sicilia grazie alla collaborazione tra enti pubblici e privati. «Al mio insediamento - chiarisce l'assessore - ho subito proceduto alla riforma del settore perché avevamo quattro volte il numero dei distretti altre regioni. C'era il rischio che diventassero dei carrozzoni, dei poltronifici, così li abbiamo accorpati in sette realtà. C'è il distretto balneare, quello enogastronomico, quello culturale e così via. Vogliamo promuovere e pubblicizzare l'immagine della Sicilia in maniera coordinata. E proveremo a recuperare le risorse non utilizzate». Sostanzialmente non è che i distretti turistici avrebbero dovuto fare altro. Il problema è che, secondo gli uffici della Regione, non l'hanno fatto bene. Siti internet, brochure, convegni e poco altro ancora è quello che hanno prodotto queste strutture, istituite da una legge del 2005 ma formalmente nate solo sette anni dopo, dopo la pubblicazione dei criteri per la loro costituzione e un lungo iter per il loro riconoscimento. Poi è arrivato il via libera a un distretto dopo l'altro fino all'incredibile numero di 25. «Il numero pletorico - scrive il dipartimento del Turismo nel documento in cui illustra la riforma - tende a comprendere nel sistema distrettuale anche situazioni di relativa debolezza che sottintendono l'esigenza di impegnative politiche di valorizzazione turistica e di coesione territoriale». E nonostante l'adesione di centinaia di aziende alle varie strutture territoriali, è emersa «salvo qualche caso sporadico, la mancanza di una capacità di autofinanziamento ». Insomma, gli enti hanno puntato praticamente tutto sulle risorse pubbliche rimanendo concentrati sulle dinamiche locali. «Emerge l'oggettiva difficoltà dei distretti - sottolinea la Regione a decidere sullo sviluppo turistico, non agevolato da un'offerta basata su elementi esclusivamente locali, scarsamente competitiva sul mercato di riferimento e carica di punti di debolezza». E ancora, nella relazione la Regione scrive che «alcuni distretti, seppur dotati originariamente di risorse importanti, oggi sono carenti sotto il profilo della visibilità e della capacità di accogliere le diverse forme di turismo». In concreto, i distretti hanno avuto subito a disposizione una linea di finanziamento da 24 milioni ma non hanno sfruttato l'occasione. «Si è creato un equivoco - dice il dirigente generale Sergio Gelardi - l'Europa vuole che le risorse siano spese da enti pubblici ma i distretti turistici non lo sono. Per cui la titolarità è passata su Comuni e Province che però poi si sono disinteressati». Così nel 2014 sono stati finanziati complessivamente 48 progetti per un totale di 15 milioni e 400 mila euro impegnati, somme però calate perché nei mesi successivi sono stati revocati 9 progetti per un importo complessivo di circa 3,8 milioni. Dunque alla fine le risorse non utilizzate sono state 12 milioni e 400 mila euro, somme al momento praticamente perse. Sette distretti non hanno avuto finanziati progetti, altri hanno subito una revoca, una quarantina di Comuni sono rimasti fuori da ogni distretto ed è emersa una «segmentazione che non ha permesso un'offerta turistica globale». Insomma, come nella migliore delle tradizioni ha trionfato il campanilismo e i progetti hanno guardato più ai singoli territori che alla Sicilia. Il distretto Mare del l'Etna, ad esempio, del quale fanno parte 16 Comuni e venti privati, ha proposto un «marchio di qualità» per le aziende che rispondevano a determinati requisiti. Ebbene, alla fine a ottenerlo sono stati solo due hotel e un B&b e gli stessi soci del distretto sono rimasti fuori. Il distretto Sicilia occidentale, guidato da Trapani, ha creato un'app ad oggi scaricata poco meno di cento volte. E ancora, il distretto «Antichi mestieri, sapori e tradizioni», che raggruppa vari Comuni anche distanti geograficamente come Rosolini e Favignana, ha ottenuto il via a due progetti indirizzati al Comune di San Pietro Clarenza di cui uno studio statistico da 25 mila euro dal titolo «Chi è e cosa vuole il nostro turista?». C'è chi ha fatto peggio. Il distretto Tirreno- Nebrodi, con i suoi 39 Comuni soci non ha realizzato alcun progetto a fronte di una quota associativa richiesta alle casse dei già martoriati Comuni: quella di Nicosia, ad esempio, è stata di 3.800 euro. Stesso discorso per il «Thyrrenium Tyndaris Parco dei miti», dove a un certo punto, spiega il sindaco di Patti, Mario Aquino, il suo Comune non ha più pagato: «Avevamo un progetto che non è stato finanziato per presunte irregolarità - dice il primo cittadino - alla fine non abbiamo più versato la quota perché era inutile». Zero progetti anche per il distretto delle Isole e arcipelaghi, per il Taormina Etna e per quello del Golfo di Castellammare, che la scorsa settimana ha preso la drastica decisione: «Abbiamo liquidato il consorzio - dice Giuseppe Cassarà, amministratore delegato e presidente regionale di Federturismo di Confindustria - Cosa non ha funzionato? La Regione, molto semplice - prosegue - perchè qualunque sia il nome dato a queste strutture, il problema resterà quello della gestione. Alcuni distretti hanno avuto dei finanziamenti per attività praticamente identiche a quelle proposte da noi e che invece sono state bocciate senza neanche chiedere chiarimenti. Così probabilmente è stato favorito qualcuno a scapito di altri».
Le strutture. Pottino: «L'80 per cento dei clienti arriva dalle prenotazioni online»
Niente crisi per gli agriturismi
Sono 88 in più rispetto al 2016
Aurora Fiorenza - Palermo
Sarà l'atmosfera pacifica e rilassante, lontana dal caos cittadino, immersa totalmente nella natura, ma gli agriturismi siciliani crescono sia nell'ambito dell'offerta, sia in quello della domanda. In Sicilia sono 699 le strutture agrituristiche ufficialmente riconosciute fino agli inizi del mese di gennaio. Rispetto all'anno precedente, c'è stata una crescita di 88 unità. Ma a registrare dati positivi è anche la domanda. A livello nazionale c'è stato un aumento del 10 per cento. Dato che è in linea con la situazione siciliana. Parola del presidente di Confagricoltura Sicilia, Ettore Pottino: «Lo scenario che si viveva qualche anno fa, adesso è cambiato: c'è un'assoluta predominanza dei portali online che hanno messo noi aziende agrituristiche a confronto con qualsiasi tipologia di struttura ricettiva. E così abbiamo attuato una politica dei prezzi per poter competere con bed and breakfast, villaggi e altro. L'80 per cento dei clienti ci arriva grazie ai portali di prenotazione online». Un'esperienza da aggiungere al bagaglio della vita. È ciò che rappresenta la vacanza negli agriturismi per i visitatori che scelgono di passare anche solo un giorno all'interno di fattorie, aziende agricole, frutteti, uliveti. A rimanere affascinati dalle strutture agrituristiche sono soprattutto gli stranieri. Il mercato locale infatti, ha subito un calo. «Per attrarre i siciliani ci si inventano delle offerte, d'altronde una famiglia di quattro persone che decide di andare a pranzo in agriturismo spende in media 130/140 euro, tra gasolio, pranzo e altro. La gente non può più permetterselo. La nostra regione è considerata - afferma il presidente Pottino - lontana da attacchi terroristici e questo ha aumentato l'attrattività degli stranieri, che sono molto colpiti dalla nostra gastronomia, dalla nostra cultura, dal nostro senso di essere terra di frontiera. Vogliono fare un viaggio coinvolgente che regali esperienze. Gli ospiti più piacevoli sono di certo gli olandesi. Con i visitatori esteri è ancora più bello poiché per noi agricoltori è un momento di crescita, arricchimento personale. Con loro si instaura -continua - un rapporto intimo, descrivi loro la tua azienda, i cibi che proponi, suggerisci loro le mete da visitare. Diventiamo gli ambasciatori della nostra terra e vedere l'entusiasmo nei loro occhi, stimola ad andare avanti». La provincia che attrae di più e che conta un maggior numero di aziende agrituristiche, passando da 110 nel 2015 a 119 nel 2017, è Siracusa. Subito dopo seguono Messina con 109, Ragusa che grazie all'effetto Montalbano ha registrato un incremento passando da 83 a 104, Palermo con 86, Catania 79, Trapani 69, Enna 51 ed Agrigento e Caltanissetta entrambe con 41 aziende. Sono cresciute di 10 strutture anche le fattorie didattiche, passando da 80 a 90. «Siracusa è sicuramente la provincia con maggiori aziende grituristiche, Ragusa grazia a Camilleri è cresciuta moltissimo - dichiara il presidente di Confagricoltura Sicilia - il territorio dell'Etna ha sempre il suo appeal e devo dire che vanno bene le Madonie, anche se Palermo non ha un grandissimo numero di aziende agrituristiche. Addirittura credo che la località che ha beneficiato di più dei visitatori innamorati della natura, è Castelbuono». In un luogo quiete che sorge su un'appendice del versante occidentale delle Madonie, dove si intersecano le province di Palermo, Agrigento e Caltanissetta, si trova l'azienda agricola della famiglia Guccione, di origini toscane. A gestire la struttura sono i fratelli Giovanni e Valentina Dara Guccione. L'azienda si estende per 85 ettari ed è composta da due appezzamenti situati nel comune di Alia e in quello di Palazzo Adriano. Ma a caratterizzare l'azienda è l'attività estiva dedicata ai ragazzi, «Aliavventura». Si tratta di veri e propri campi estivi rivolti ai ragazzi dagli 8 ai 13 anni. «Le attività sono molteplici: dall'introduzione a metodi di agricoltura biologica e stili di vita sostenibili ai laboratori di cucina fino alla visita all'osservatorio dastronomico, la cura dell'orto, l'acroyoga, la cura del cavallo e degli asinelli, le passeggiate nel bosco e la mungitura delle capre e delle pecore» racconta Valentina Guccione. Invece dal 1994 nel territorio dell'Etna, una struttura caratterizzata dall'architettura di un gruppo di caseggiati dalle forme insolite e dalla linea azzurra del mare. Si tratta dell'agriturismo Case Perrotta. Dai crateri dell'Etna alle scogliere dei Ciclopi, da Taormina e le sue spiagge a Siracusa e il suo Teatro Greco, dal barocco di Catania a quello di Noto e Ragusa Ibla, da Piazza Armerina e i mosaici Romani a Caltagirone e le sue ceramiche. «Uno dei nostri punti forti è la gastronomia, che attira moltissimo i visitatori stranieri. Inoltre, facciamo ammirare ai nostri ospiti l'uliveto biologico e uno dei più grandi ciliegeti della zona. Ma non solo, anche il frutteto misto che possiede 36 varietà di frutta tutta autoctona » spiega Saro Romeo. (*AUF*)
Stagione da record. Può sorridere anche il Comune, il «complesso» garantisce introiti per oltre un milione e 200 mila euro fra tassa di soggiorno, Imu, Tari e Tasi
Musica. Autorizzati con decreto ministeriale
Sciaccamare fa il pieno e punta a 300 mila turisti
Con mille e 800 ospiti c'è il tutto esaurito nei 4 alberghi. Già a Pasqua si era registrato il pienone con mille e 500 presenze
Giuseppe Pantano - Sciacca
Con 1.800 ospiti c'è il tutto esaurito nei quattro alberghi di Sciaccamare, le strutture che trainano oltre la metà dell'intero movimento turistico di Sciacca. E quest'anno si potrebbe sfondare il muro delle 300 mila presenze. «Noi ce le metteremo tutta - dice il direttore, Calogero Napoli - ma dipenderà, soprattutto, dalle presenze a settembre ed ottobre. Certamente confermeremo le 280 mila dello scorso anno e non è un risultato di poco conto perché la crisi, anche nel nostro settore, a livello internazionale, non è ancora pienamente superata». Il trend positivo di Sciaccamare si era evidenziato già a Pasqua con 1500 ospiti negli alberghi di contrada Sovareto. «La stagione 2016 è stata una tra le stagioni migliori degli ultimi anni - dice Napoli - e questo deve indurci a fare ancora meglio in futuro, per i nostri clienti e anche per il territorio verso il quale mostriamo sempre la massima attenzione». Sciaccamare garantisce al Comune di Sciacca un milione e 200 mila euro tra tassa di soggiorno, Imu, Tari e Tasi. «Molti clienti vengono da noi da diversi anni - dice Napoli - perché apprezzano l'offerta ed è in notevole aumento anche il turismo termale, nei nostri reparti cure». Una richiesta, quella legata alle cure termali, che è cresciuta da quando a Sciacca sono stati chiusi tutti gli stabilimenti della Regione. Sono stati in tanti che, con gli stabilimenti in città chiusi, hanno optato per la fangoterapia e per altre prestazioni negli alberghi Aeroviaggi. Le richieste di chi voleva effettuare soltanto le cure termali, non alloggiando negli alberghi, invece, l'amministrazione non ha potuto accoglierle. Ma sono state tante. Antonio Mangia, patron di Aeroviaggi, ha sempre ricordato di avere dato spazio non soltanto all'occupazione da parte di gente del erritorio, ma anche all'economia locale, attraverso la ristrutturazione degli alberghi «con le imprese - dice - e pure con la manodopera. E non avrebbe alcun significato per me fare
ricorso ad operai che arrivano da Palermo o da Messina. Tutto quello che possiamo fare, anche per l'approvvigionamento delle merci, lo facciamo in zona. Noi lavoriamo con brave ditte locali che ormai sono diventate di fiducia». Attualmente anche la forza lavoro impegnata a Sciaccamare, rappresentata in larga parte da stagionali, è al massimo con 320 unità. Anche l'inizio del percorso dei bus scoperti è stato previsto da Sciaccamare. I due bus scoperti, di proprietà di altrettante ditte locali, la Aeternal e la Raia, si muovono lungo un itinerario prestabilito e con fermate che tengono conto delle caratteristiche storiche, architettoniche, culturali e paesaggistiche della città. Manca, invece, quest'anno, l'ultima corsa del bus del servizio urbano dal centro della città a Sciaccamare che garantiva ai clienti di potere fruire fino a tarda ora del centro cittadino. È la corsa che partiva alle 23 dal centro della città. Il Comune è debitore di circa 36 mila euro alla cooperativa Aeternal, che svolge il servizio. «Stiamo cercando una soluzione perché si tratta di un debito che abbiamo ereditato - dice il nuovo assessore alla Polizia municipale, Paolo Mandracchia - e speriamo di riuscirci anche se questo viene considerato un servizio non indispensabile e per il quale, in un momento difficile come questo per le casse comunali, ci sono difficoltà ad impegnare le somme». (*GP*)
Il direttore di Sciaccamare Calogero Napoli assieme ad Alessia Farinella e Ylenia D'Angelo
Il direttore Calogero Napoli: «Certamente confermeremo le 280 mila dello scorso anno e non è un risultato di poco conto perché la crisi, anche nel nostro settore, si fa sentire».
Ribera, Istituto Toscanini: 22 nuovi corsi universitari
Ribera
L'Istituto superiore di studi musicali Toscanini di Ribera, unica istituzione universitaria di alta formazione artistico musicale del territorio Agrigentino, ha ottenuto l'ampliamento dell'offerta formativa dei corsi universitari Afam. Con decreto ministeriale è stata, infatti, autorizzata l'attivazione presso il Toscanini, diretto da Mariangela Lonfo, dei corsi accademici di primo livello di basso tuba, contrabbasso, corno, eufonio, strumenti a percussione, tromba, tromba jazz, trombone e viola. Il totale complessivo attuale è di ben 22 corsi strumentali e vocali, classici e jazz, per i quali dal primo agosto al 7 settembre saranno riaperti i termini di presentazione delle domande. Particolarmente soddisfatto il direttore, Mariangela Longo, impegnata in questi giorni anche nel coordinare tour dei concerti estivi del Toscanini. Questa sera, alle 21,15, al Baglio Ingoglia di Montevago, si terrà il concerto patrocinato dal Comune di Montevago del Toscanini Jazz Quintet costituito dai docenti del Dipartimento Jazz dell'Istituto: Daniela Spalletta (jazz singer), Giacomo Tantillo (tromba jazz), Fabio Crescente (basso elettrico), Angelo Di Leonforte (piano jazz) e Paolo Vicari (batteria e percussioni jazz). Domenica 6 agosto, alle 21,15,nel lungomare di Seccagrande, a Ribera,con il patrocinio del Comune crispino, si terrà il concerto del Toscanini Jazz Trio, un' insolita e innovativa formazione, due chitarre e voce, costituita da alcuni dei più talentuosi studenti universitari dell'Istituto: Francesca Bongiovanni (jazz singer), Paolo Alongi (chitarra), Alessandro Schittone (chitarra jazz). Giovedì10 agosto, al Teatro Grego di Segesta, alle ore 21, i solisti, il coro e l'orchestra Toscanini, diretta dal maestro Gaetano Randazzo, saranno i protagonisti dello spettacolo «E lucean le stelle », gran galà lirico-sinfonico in cui cantanti lirici e jazz e virtuosi strumentisti interpreteranno arie famose tratte dalle Opere di Verdi, Puccini, Arditi, Offenbach, Gerswhin, Bernstein e brani di Ellington, Piraino e Randazzo alternandosi ad interventi dedicati all'osservazione delle stelle dalla professoressa Sabrina Maniscalco, docente di fisica quantistica dell'università di Turku in Finlandia. Tra i solisti: Giovanna Nuara, Klizia Prestia, Jole Pinto (soprani), Giuseppe Michelangelo Infantino (tenore), Daniela Spalletta (jazz singer), Ernesto Marciante (pop singer), Sergio Calì (percussioni). (*GP*)
viabilità. L'annuncio dopo la manifestazione di protesta della Cisl. In autunno la gara d'appalto per 4 milioni
Concetta Rizzo
«In autunno potrà essere avviata la procedura di appalto per affidare i lavori, dal valore complessivo di circa 4 milioni di euro». Poche ore dopo il sit-in, svoltosi ieri mattina davanti alla Prefettura, è l'Anas a cercare di fare chiarezza sul caso» viadotto Petrusa, smentendo che tutto sia fermo. Durante il sit-in, infatti, cittadini, sindacalisti ed associazioni - tutti molto arrabbiati - avevano usato toni pesanti. Nel pomeriggio, dunque, l'Anas ha cercato di ripristinare la verità dei fatti: «Dopo la chiusura del ponte, disposta per garantire la pubblica incolumità, Anas - scrivono - ha tempestivamente avviato tutte le attività necessarie alla realizzazione di un nuovo ponte. La demolizione dell'opera è avvenuta lo scorso marzo mentre l'attività di progettazione è attualmente in fase di ultimazione. Il progetto esecutivo - prosegue l'Anas - è stato sottoposto la scorsa settimana al Comune per la verifica della compatibilità urbanistica, mentre la prossima settimana è prevista la preconferenza dei servizi per l'approvazione. In autunno potrà quindi essere avviata la procedura di appalto per l'affidamento dei lavori». Ieri, 240 giorni dopo la chiusura del viadotto «Petrusa» - strategico per il collegamento di Agrigento con Favara e viceversa - è stato il giorno, il terzo, della protesta. La Cisl ed i residenti di contrada Petrusa, davanti la Prefettura di Agrigento, hanno effettuato un nuovo sit-in ed un volantinaggio. «Ci fa specie constatare che abbiamo perso la capacità di indignarci o peggio di lasciare passare tutto sotto traccia, ci fa specie verificare che nonostante, come organizzazioni sindacali, cerchiamo di tenere alta l'attenzione su diversi problemi, continuando quotidianamente a mantenere l'accento su carenze e dimenticanze della classe politica, taluni tentino di minimizzare o peggio di ignorare la nostra attività - ha detto Maurizio Saia, segretario della Cisl - . Un popolo che ha perso la capacità di indignarsi certamente non ha neanche la speranza di cambiare ». Dopo il sit-in dello scorso 13 maggio, ieri, i residenti di contrada Petrusa, le associazioni, i rappresentanti della politica, della polizia penitenziaria e, naturalmente, la Cisl sono tornati, dunque, a protestare. Anche lo scorso 23 maggio c'era stata una riunione in Prefettura. Allora, la Cisl aveva consegnato un documento - condiviso da Confcommercio, Legambiente, associazione nazionale Costruttori edili, consiglieri comunali di Favara e di Agrigento, rappresentanti comitato spontaneo residenti contrada Petrusa, Arci Favara, associazione Kalytera Favara e Cisl - da far arrivare al Governo. Poche ore prima del nuovo sit-
in, organizzato appunto dalla Cisl, il sindaco di Agrigento Lillo Firetto, su Facebook, non quindi con una comunicazione ufficiale ed istituzionale, aveva annunciato: «L'Anas ha presentato, per la compatibilità urbanistica, il progetto del nuovo viadotto Petrusa. Martedì ulteriore incontro in Municipio con tutti gli enti chiamati ad esprimere parere. In assenza di controindicazioni oggettive già a settembre sarà lanciata la conferenza di servizi ». Pure la Cgil, nella giornata di venerdì, chiedeva, formalmente, che venissero «trovate soluzioni alternative ». Nessuno dei sindacati, dunque, venerdì - nello stesso giorno in cui il sindaco divulgava la notizia attraverso Facebook - risultava essere ancora a conoscenza della presentazione del progetto del nuovo viadotto Petrusa al Comune di Agrigento per ottenere «la compatibilità urbanistica ». Annuncio al quale, ieri, durante il sit-in molti degli abitanti di contrada Petrusa sembravano non credere: «Lo dicono soltanto per tenerci buoni, per evitare di farci protestare ». L'Anas, sempre ieri, ha, inoltre, tenuto ad evidenziare: «Il percorso che si allunga, con la chiusura del viadotto, tra Agrigento e Favara è di circa 900 metri in direzione Favara e circa 10 chilometri in direzione opposta, con un incremento dei tempi di percorrenza rispettivamente di 2 e 8 minuti». (*CR*)
lunedi 31 luglio 2017
«Acqua pubblica», esposto in procura
Intercopa. Contro l'«Assemblea territoriale idrica»
L'InterCoPA, il Comitato intercomunale per l'acqua pubblica di Agrigento, presieduto da Franco Zammuto, annuncia di avere presentato un esposto alla Procura di Agrigento e alla Corte dei Conti contro l'Ati, l'Assemblea territoriale idrica di Agrigento. «Ci siamo rivolti alla Procura di Agrigento ed alla Corte dei Conti, poiché - fa sapere il coordinatore Franco Zammuto - nonostante sia stato richiesto accesso agli atti per i canoni di concessione ai sensi dell'articolo 19 della convenzione stipulata con la Girgenti Acque, dopo oltre 45 giorni non abbiamo ricevuto nulla. La richiesta - prosegue Zammuto - si è resa necessaria per comprendere come mai la Girgenti Acque ha proceduto, dal 2007 ad oggi, adadeguare i canoni e le tariffe da caricare in bolletta secondo i parametri stabiliti dall'Aegeesi e dall'inflazione, mentre il canone di concessione non è mai stati adeguato agli stessi ». Poi aggiunge: «Inoltre, Intercopa, ravvisa molte perplessità sull'utilizzo di queste somme rispetto alla loro ragion d'essere e alla loro destinazione finale. Non è superfluo far sapere che Intercopa si affida a professionisti in grado di suffragare le proprie ragioni e valutare che il danno arrecato, dal 2007 ad oggi è all'incirca di 1.600.000 euro». (*PAPI*)
Orto Botanico
L'area inserita nei giri turistici cittadini
Nuova meta turistica per i visitatori della città. Il Giardino botanico del Libero Consorzio, amministrato dal commissario Giuseppe Marino, è stato infatti inserito nel percorso del «Temple Tour Bus», l'autobus turistico della Tua che ormai da tre anni, accompagna i visitatori attraverso distinti itinerari, quello archeologico, quello del luoghi pirandelliani e quello di arte e fede. Il giardino può essere visitato dal lunedì al venerdì dalle 9 alle 13. (*PAPI*)
Ex Provincia
L'Urp si occupa di lavoro
Sono circa 300 le nuove offerte di lavoro in enti pubblici ed aziende private, distribuite su tutto il territorio nazionale, visionabili, da oggi all'Ufficio Relazioni con il Pubblico del Libero Consorzio di Agrigento. Si tratta di offerte che riguardano sia il settore pubblico che privato, impieghi a tempo determinato o a part-time per diversi livelli professionali e titoli di studio in aziende di diverse regioni d'Italia. La Banca d'Italia, ad esempio, ha indetto due concorsi pubblici per 45 posti riservati a laureati nel profilo tecnico per l'Information and Communication Technology. Le nuove risorse, saranno inserite dell'amministrazione centrale prevalentemente ubicati presso il Centro Donato. Il Ministero dell'Interno ha indetto un concorso pubblico, per titoli ed esami, per il conferimento di 80 posti di commissario della Polizia di Stato. Il bando è aperto a tutti i cittadini italiani in possesso di specifici requisiti. Altri bandi riguardano la Marina Militare italiana che ha indetto un concorso straordinario per titoli ed esami per il reclutamento di 112 volontari nelle Forze Speciali e componenti specialistiche della Marina. Altre assunzioni, le ha avviate la Bnl per assistenti, consulenti e impiegati, la Lidl e le Terme di Sirmione. (*PAPI*)