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L'analisi. Il rapporto Svimez definisce «un'illusione» lo sviluppo dell'Isola affidato ad agricoltura e turismo, che pure hanno ampie potenzialità inespresse
Chi governerà troverà una Sicilia fragile, lontana dal resto d'Italia
Lelio Cusimano
Cinque novembre 2017; i Siciliani tornano alle urne per rinnovare l'Assemblea Regionale. Che cosa troveranno i Parlamentari neoeletti? Quali nodi dovranno affrontare il prossimo Governo regionale e la sua maggioranza? Lo scenario è inquietante; i dati ufficiali (Rapporto Svimez, prime anticipazioni) presentano un trend ormai definito: la Sicilia - già emarginata dall'Europa - si è allontanata ancora dal resto d'Italia e persino dal Mezzogiorno. L'Isola, già fragile, è uscita dalla grande crisi degli anni 2008-2015 con le ossa rotte e ha segnato una nuova battuta d'arresto nel mercato del lavoro. Lo scorso anno la Sicilia ha perso 2.700 posti di lavoro in agricoltura, altri 4.100 nell'industria e ancora 6.400 nelle costruzioni; il commercio e i servizi hanno guadagnato invece 12 mila occupati. Il saldo vede la Sicilia perdere così 1.200 posti di lavoro, mentre una regione come la Campania ha incrementato il numero degli occupati con quasi 60 mila nuovi posti di lavoro. La ricchezza prodotta in Sicilia è crollata di quasi 15 punti, portandoci al più basso livello di reddito procapite tra le regioni italiane, fatta eccezione per la Calabria, l'unica che "riesce" a fare peggio di noi. Auguriamoci che il prossimo Parlamento regionale accantoni la storiella del turismo e dell'agricoltura, intesa come la panacea dei mali siciliani; Svimez definisce "un'illusione" affidare lo sviluppo della Sicilia all'agricoltura e al turismo, che pure presentano ampie potenzialità inespresse. Il buco nero dell'economia siciliana è un altro; è del tutto assente l'industria manifatturiera. Cresce così il distacco dal Mezzogiorno; l'elemento maggiormente positivo del 2016 è la ripartenza del settore industriale meridionale. E la Sicilia? Già partiva da una situazione di fragilità dei settori produttivi e negli anni della crisi ha visto chiudere 53 mila imprese, perdersi 112 mila posti di lavoro (nelle sole imprese), tagliare il fatturato di 25 miliardi di euro e rinunciare a 2 miliardi di investimenti. È vitale, quindi, mettere al centro l'impresa e imparare a produrre in Sicilia, invece che comprare i prodotti degli altri con i quattrini che arrivano dallo Stato. Non stiamo parlando di grandi imprese della chimica o della farmaceutica e neppure della raffinazione; stiamo parlando di quel tessuto di piccole e medie imprese che vanno dalla trasformazione agroalimentare all'arredamento, dal vestiario alla meccanica, che hanno fatto grande l'Italia nel mondo. Nell'ultimo anno il Governo nazionale è intervenuto in misura decisa a favore delle imprese meridionali, mettendo in campo alcuni importanti interventi (credito d'imposta per gli investimenti, prolungamento degli sgravi contributivi per le nuove assunzioni, sostegno alla nuova imprenditorialità giovanile e istituzione delle Zone Economiche Speciali. Resta però la difficoltà delle imprese meridionali ad accedere agli strumenti di "politica industriale" a causa della loro modesta dimensione. La difficoltà è confermata anche dal Piano "Industria 4.0"con i superammortamenti delle spese d'investimento che tanto stanno "spingendo" le imprese del centro-nord. Il minore impatto di "Industria 4.0" sul PIL e sulla produttività del Mezzogiorno sta a indicare, infatti, che la leva dei super ammortamenti è da sola insufficiente a sostenere l'ammodernamento del sistema produttivo. Occorre pertanto attrarre investimenti esterni e rilanciare le infrastrutture pubbliche che andrebbero per lo meno ricondotte ai livelli precrisi. In questa direzione l'attivazione della cosiddetta "clausola del 34%" può fare la differenza; in sostanza i Ministeri e le grandi società pubbliche dovranno destinare al Sud il 34% della spesa nazionale per investimenti. Svimez, anche per chiarire l'importanza di questa scelta, ha stimato quanto avrebbe inciso, negli anni della crisi, l'applicazione della "clausola del 34%". Il PIL del Sud avrebbe in pratica dimezzato la perdita! All'indomani di una delle crisi economiche e sociali più profonde e gravi dell'era moderna, il Mezzogiorno si appresta ad affrontare il riavvio di un processo di sviluppo in condizioni più svantaggiate di quelle dell'immediato Dopoguerra a causa di un nuovo dualismo, quello demografico: la popolazione in rapido invecchiamento, il crollo delle nascite e la forte emigrazione alimentano un pericoloso circolo vizioso di maggiori oneri sociali, minore competitività del sistema economico, minori redditi e crescente dipendenza dall'esterno. Secondo Svimez nei prossimi 50 anni la Sicilia passerà da 5,1 milioni a 3,9 milioni di abitanti; ma il dato che colpisce di più è l'immigrazione straniera, destinata a crescere in Sicilia di appena 20 mila unità, quando il solo Abruzzo vedrà più di 160 mila nuovi ingressi di stranieri; in sostanza siamo troppo poveri persino gli immigrati.
Agrigento. Il programma diffuso con largo anticipo dopo le polemiche degli scorsi anni sui ritardi: ci sarà un festival dei bambini nel mondo
Sagra del Mandorlo in Fiore a marzo, tante le novità
Presentata ad Agrigento, ieri mattina, alla stampa la prossima edizione della Festa del Mandorlo in Fiore. La macchina organizzativa parte quest'anno con largo anticipo per assicurare alla manifestazione
folkloristica un lancio promozionale di molti mesi presso le maggiori fiere del turismo italiane ed europee e per coinvolgere sin da ora i tour operator. La Festa del Mandorlo in Fiore verrà finanziata con i proventi che stanno arrivando quest'anno dallo sbigliettamento nei siti della Valle dei Templi» ha detto il presidente del consiglio di amministrazione dell'Ente Parco Bernardo Campo. L'edizione numero 73 della festa comincerà sabato tre marzo 2018 con il Festival dei Bambini del Mondo e si concluderà domenica sera, 11 marzo, con uno spettacolo finale al Palacongressi. Torneranno infatti gli spettacoli pomeridiani e serali al Palacongressi. La struttura è chiusa da alcuni anni e di recente è stata consegnata all'Ente Parco, che ha assicurato la riapertura in occasione del prossimo Festival Internazionale del Folklore. Ente parco archeologico e Comune di Agrigento hanno messo a punto un ricco programma. «La festa mantiene i suoi tre momenti tradizionali (accensione deltripode, fiaccolata, spettacolo conclusivo al tempio della Concordia), ma sarà arricchito da performances open air, theatre e parade, nonché da eventi culturali a latere», spiega il sindaco di Agrigento Lillo Firetto. E il direttore dell'Ente Parco Giuseppe Parello aggiunge: «Sarà un cartellone in cinque macro aree: Performance, Food, Lab, Social, Heritage. Gli appuntamenti principali si svolgeranno nel centro storico, nella Valle dei Templi ma anche nelle periferie della citta». Si sono fatti intanto anche i primi passi per presentare la candidatura per ottenere l'iscrizione della Festa del Mandorlo in Fiore di Agrigento nel registro del patrimonio culturale immateriale dell'Unesco. (*EDB*)
Discarica insufficente, i rifiuti restano per strada
L'impianto «Matarana» di Siculiana può accogliere solo 500 tonnellate al giorno, raggiunto il limite chiude i cancelli
Concetta Rizzo
È ormai emergenza rifiuti ad Agrigento, a causa dell'impossibilità che le aziende hanno nel conferire la spazzatura nella discarica sub comprensoriale di contrada Matarana a Siculiana dove, dallo scorso 8 agosto, per disposizione del dipartimento regionale Rifiuti, arrivano anche gli autocompattatori di altre province. L'impianto, che non può accogliere oltre 500 tonnellate giornaliere di rifiuti biostabilizzabili, non può che chiudere i cancelli non appena viene raggiunta la quota limite. Le file sulla statale per Matarana sono ormai chilometriche ed ogni giorno che passa, il numero dei mezzi incolonnati cresce. «Stiamo facendo del nostro meglio - spiega l'amministratore delegato di Iseda Giancarlo Alongi - . Ma il nostro meglio, a questo punto, sembra non bastare più. Tutti i nostri autocompattatori sono in servizio continuamente, chi in discarica, chi per le strade, i nostri operatori ecologici, il cui numero è stato recentemente sfoltito, sono al lavorocon gli straordinari, sotto il sole e durante la notte. Non facciamo in tempo a scaricare che i mezzi tornano subito in servizio per ripulire laddove non è stato possibile raccogliere. Siamo veramente in una situazione al limite.
La competenza in questa materia - aggiunge Alongi - è della Regione che dovrebbe emettere al più presto una nuova ordinanza per mandare altrove i rifiuti di altre province o, comunque, dare priorità ai Comuni vicini territorialmente a Siculiana in modo da permetterci di garantire un servizio ottimale». Anche ieri dunque, così come nei giorni scorsi, a causa dell'eccessiva quantità di rifiuti presenti sul territorio, il servizio di raccolta è rimasto incompleto. Spettacolo poco edificante quello che si scorge in via Atenea dove agrigentini e turisti cenano o passeggiano tra sacchi di rifiuti. Piazza Vittorio
Emanuele, come via Garibaldi, via Empedocle ed altre strade principali si sono svegliate tra i rifiuti mentre a Monserrato e Villaseta, la spazzatura sembra non finire mai anche a causa dell'inciviltà che arriva dai paesi vicini dove invece di differenziare scaricano l'immondizia nei cassonetti agrigentini. Il che produce anche un aggravio di costi e di disagi per le casse locali. Insomma, una situazione al limite del collasso che durerà, almeno secondo l'ordinanza della Regione, per tutto il mese di agosto. Non va meglio, naturalmente, negli altri Comuni dell'Agrigentino che hanno però meno disagi rispetto al capoluogo, proprio in forza del servizio di raccolta differenziata avviato già da qualche tempo. Per Agrigento, intanto, oggi, sarà una giornata ancora più difficile per via del mercato infrasettimanale di Piazza Ugo La Malfa. Proprio per il piazzale le imprese stanno predisponendo un servizio ad hoc considerata la mole di rifiuti di ogni tipo che molti commercianti lasciano indiscriminatamente ed in barba ad ogni regolamento comunale, ogni venerdì pomeriggio dopo lo smontaggio delle baracche.
Scuola
Riparte il servizio di trasporto per i disabili
Il Libero Consorzio Comunale di Agrigento assicurerà, per l'anno scolastico 2017-2018, il servizio di trasporto gratuito in favore dei soggetti scolarizzati portatori di handicap grave, che frequentano gli Istituti Superiori. Da quest'anno, inoltre, le famiglie potranno utilizzare differenti modalità del servizio. Si va dallo svolgimento del trasporto da parte del Comune di residenza dell'alunno, con utilizzazione di mezzi e personale messi a disposizione dallo stesso Comune, previa sottoscrizione di apposito accordo con il Libero Consorzio Comunale di Agrigento. Oppure le famiglie potranno chiedere il rimborso delle spese sostenute dalla famiglia dei soggetti interessati al trasporto, che si avvalgono di Enti ed Associazioni regolarmente costituite, in possesso, quale caratteristica obbligatoria, sia di mezzi idonei al trasporto di soggetti con handicap che di personale qualificato di assistenza a bordo. Previsto anche che, in casi specifici e documentati, potrà essere riconosciuta alla famiglia dell'alunno/a disabile la possibilità di provvedere autonomamente al trasporto con mezzi propri, allorquando risulti l'impossibilità di svolgimento del servizio da parte di terzi sia per le caratteristiche psico-fisiche e comportamentali dell'utente disabile che per la irreperibilità di Associazioni ed Enti disponibili al servizio di che trattasi. Le famiglie si potranno rivolgere anche agli uffici relazioni con il pubblico del Libero Consorzio di Agrigento, Bivona, Cammarata, Canicattì, Licata, Sciacca, Ribera e Porto Empedocle che saranno a disposizione dei genitori degli alunni in situazione di handicap grave interessati, nella compilazione e nella trasmissione in forma riservata, dei documenti da far pervenire al settore Politiche sociali.
Agrigentonotizie.it
Viadotto Cansalamone, riaprirà a senso unico alternato?
Sopralluogo con il drone
E' stato impiegato anche un drone durante un sopralluogo per
verificare la possibilità che venga riaperto al transito, con senso
unico alternato, il viadotto Cansalamone. Lo riporta oggi il Giornale
di Sicilia. La chiusura di questo viadotto, ormai da cinque anni, ha
spaccato in due la città e causato danni gravissimi alle attività
commerciali delle zone Foggia, Carbone e Capo San Marco, ai residenti
in quelle aree ed a migliaia di saccensi costretti ad allungare il
percorso per raggiungere alcune tra le località balneari più
frequentate della città. L'assessore comunale alle Infrastrutture,
Giuseppe Neri, sta valutando un'ipotesi
che consenta la riapertura, entro qualche mese, prima del
completamento della progettazione e dell'avvio dei lavori già
finanziati per la sistemazione definitiva. Una decisione potrà
essere assunta soltanto dopo l'esame di tutta la documentazione e
degli ulteriori accertamenti in programma, comprese le foto scattate
dal drone. Neri, intanto, ha approfondito tutte le relazioni degli
ultimi anni e la decisione è stata quella di effettuare un saggio,
successivo al sopralluogo di ieri, sulla scorta delle indagini già
eseguite per redigere il progetto preliminare, che è quello
approvato, e poi per verificare se non ci sono stati spostamenti.
"Dal 2012 al 2014 non c'è stato alcuno spostamento - dice, al
Giornale di Sicilia, l'assessore Neri - e se anche dal 2014 non
ci sono stati spostamenti si può ipotizzare una riapertura in attesa
della definizione dell'iter che non è brevissimo per realizzare i
lavori. Attualmente disponiamo del progetto preliminare, la
Protezione civile deve dare un incarico al Genio civile per la
redazione del progetto esecutivo. Poi, sulla base del progetto
esecutivo, si andrà all'appalto. A questi tempi dobbiamo
aggiungere i diciotto mesi per l'esecuzione dei lavori. Se i
risultati dei saggi, da eseguire con somme che possiamo prelevare da
quelle finanziate o da economie del Comune, daranno un risultato
favorevole, si può ipotizzare una riapertura".