Agrigentonotizie.it
"Ecco perché D'Orsi fu corrotto con quaranta palme", le motivazioni dei giudici
Anche a voler credere alla tesi che l'allora presidentedella Provincia, Eugenio D'Orsi, abbia ricevuto un regalo senzaalcun preventivo accordo (circostanza sulla quale si dubita per le"contraddizioni dette in aula" e per le dimensioni troppoingombranti del dono), il fatto stesso di avere accettato e di nonavere rispedito indietro le famose quaranta palme"lo rende colpevole di corruzione impropria". Il giudiceGianfranca Claudia Infantino, presidente del collegio penale che loscorso 11 maggio ha condannato a 4 mesi di reclusioneil politico del Mpa, ha depositato le motivazionidel verdetto aprendo, quindi, i termini per l'appello della difesaaffidata all'avvocato Daniela Posante. La vicenda giudiziariascaturisce da un processo molto più vasto per cui D'Orsi fucondannato a un anno di reclusione per abuso di ufficio ma al tempostesso assolto da una trentina di reati legati a presunteirregolarità su acquisti, forniture e appalti dell'ente oltre chepresunti abusi del suo ruolo per ottenere sconti per la costruzionedella propria villa di Montaperto. L'ultimo presidente dellaProvincia prima della soppressione degli enti, che adesso però asorpresa potrebbero tornare, è accusato di essersi appropriato diquaranta palme che l'ente aveva acquistato da un vivaista perabbellire scuole e spazi verdi della provincia. Le palme - sostienel'accusa - sarebbero state il corrispettivo "improprio" (questaipotesi di corruzione non prevede, infatti, che via sia uncorruttore) di un appalto con cui la Provincia acquistava tutte le 6mila piante del vivaio prossimo alla chiusura. "D'Orsi si ècontraddetto più volte", sottolinea il giudice nelle motivazioni eaggiunge: "Nel corso dell'intervista alle Iene dice che le pianteerano uno dono, non del vivaista ma dell'imprenditore GaspareChianetta (che stava svolgendo alcuni lavori nella villa ematerialmente andò a prelevare le palme dal vivaio). Nel successivofuori onda cambia versione e dice di avere dato i soldi a Chianettaper il pagamento ma che l'imprenditore non aveva accettato".
Rifiuti lasciati lungo le strade provinciali,
il Libero consorzio scrive al Comune
Una notevole quantità di rifiuti, distribuita in vari puntidei tracciati, è presente ormai da mesi su diverse stradeprovinciali, e in particolare sulla provinciale 1, tratto B,Fondacazzo direzione Borsellino, dove, in particolare chilometro1+000 e al km 5+200, sono presenti enormi quantitativi di rifiutisolidi urbani depositati da cittadini privi del benchè minimo sensodi responsabilità. E' doveroso precisare che l'accumulo diquesta impressionante quantità di rifiuti è iniziatocontestualmente all'avvio della raccolta differenziata neipaesi limitrofi:in particolare Porto Empedocle eRaffadali, suffragando il sospetto che molti cittadini di quei paesipreferiscano disfarsi dei rifiuti dove capita senza darsi la pena didifferenziare i vari materiali, e preferendo abbandonarli in stradeisolate come può essere considerata, appunto, la provinciale 1.Rifiuti ovunque anche nel tratto QuadrivioSpinasanta-Villaseta, nonché sulle bretelle di accesso allestatali, spesso anche isolati come se lanciati direttamente dalleauto in corsa, termometro di una totale e assurda mancanza disensibilità verso l'ambiente e il decoro degli ambienti suburbani.Il settore Infrastrutture Stradali del Libero Consorzio ha inviatouna nota al Comune di Agrigento, competente per territorio in materiadi rifiuti solidi urbani, per sollecitare la loro rimozione.Il personale stradale del Libero Consorzio non è infattiautorizzato alla rimozione. Molto utile risulterebbe un'azioneispettiva analoga a quella esercitata dal Comune di Siculiana, chegrazie all'esame del contenuto dei sacchi di rifiuti è riuscito arisalire ad alcuni dei responsabili, ai quali sono state inflitte lepesanti sanzioni previste dalla normativa. L'attività di bonificaperiodicamente eseguita dal Libero Consorzio sulle stradeprovinciali, peraltro, non comprende la rimozione di rifiuti solidiurbani, riguardando esclusivamente rifiuti speciali (pericolosi enon).
Ilfattoquotidano.it
Sicilia, il sì del rettore Micari:Renzi e Alfano insieme alle regionali senza la sinistra (che pensa aFava)
Qualcuno l'aveva paragonata alcalciomercato estivo. E infatti il giro di boa dellacampagna elettorale per le regionali in Siciliaarriva proprio quando il mercato del pallone sta per chiudere ibattenti. Dopoun'intera estate fatta di corteggiamenti, annunci e dietrofront,ilPartito democratico ha il suo candidato allapresidenza dell'isola: è Fabrizio Micari, rettoredell'Università di Palermo. "Sono qui perannunciare la miadisponibilità alla candidaturaalla Presidenza della Regione siciliana nell'ambito di unacoalizione di centrosinistra", ha detto ilmagnifico. Ingegnere di 54 anni, rettore da due, Micari si èpresentato puntualissimo nella conferenza stampa convocata performalizzare la sua discesa in campo, che era nell'aria ormai dadiverse settimane. Nel pomeriggio l'impegno del rettore saràpraticamente ratificato dalla riunione della segreteria regionale delPd, ma nel frattempo ha già ricevuto l'appoggiodell'area del partito che fa capo al ministro AndreaOrlando.Formalità a parte, però, il dettaglio fondamentaledella candidatura di Micari (che non si dimetteràda numero uno dell'Ateneo palermitano) è rappresentato dai partitiche lo sosterranno: come annunciato nei giorni scorsi, infatti, oltreal Pd, il rettore sarà il candidato di AlternativaPopolare, il partito di Angelino Alfano. "Se quelli non prendono il 5% e stanno fuori nonè un dramma",diceva il segretario dei dem meno soloil 31 maggio scorso, in piena polemica sullaleggeelettorale. "La mia collaborazione con il Pd èconclusa", era stata la secca replica del numero uno dellaFarnesina solo l'1 giugno scorso. Acqua passata, evidentemente:Renzi e Alfano collaboreranno ancora. Almeno in Sicilia.L'ex premier ha fatto esplicitamenteil nome di Micari durante un colloquio telefonico con quello che èstato il suo ministro dell'Interno: e Alfano ha apprezzato l'ideadi sostenere il rettore, nell'ottica di un accordo (finora smentitoa più riprese) che potrebbe garantirgli tra i20 e i 30seggi alle politiche del 2018. In quella che è consideratala prova generale delle elezioni nazionali, dunque, il partito diMatteo Renzi fa una scelta di campo chiara: si alleacon gli uomini del ministro degli Esteri, e lascia in disparte i"compagni" della sinistra."Il nostro progettorichiama la logica del campo largo in cui centro e sinistra hannouguale dignità e sono portatori di sensibilità diverse", ha dettoMicari, specificando che è pronto a candidarsi anche nel casoin cuiMdp eSinistra italiana nondovessero far parte della sua coalizione. "Il mio ruolo èquello di candidato civico di una coalizione ampia di centrosinistracon la presenza di tutte le componenti", è l'auspicio delrettore. Un'ipotesi che al momento sembra altamente improbabile:sia i bersaniani che Sinistra italiana, infatti,formalizzeranno nelle prossime ore il loro sostegno alla candidaturadiClaudio Fava, vicepresidente della commissioneAntimafia, già in corsa alle regionali del 2012 prima di finireescluso dalla competizione per un intoppo burocratico. "Ilnostro candidato è Claudio Fava", conferma aRainews24 il governatore della Toscana,EnricoRossi. Tra i bersaniani, però, non tutti sembrano pensarlaalla stessa maniera. Nei giorni scorsi, infatti, GiulianoPisapia si è candidato a fare da pontiere per provare acoinvolgere Mdp (è molto legato ad alcuni suoi esponenti come ildeputato Ciccio Ferrara) a virare su Micari. E pazienza se l'exsindaco di Milano aveva più volte annunciato di non essereintenzionato ad appoggiare una coalizione che avesse al suo internoAlfano. "Ho parlato per 45 minuti con Pisapia al telefono, sonopronto a incontrare Mdp e Sinistra italiana", diceva qualche giornofaLeoluca Orlando.Il sindaco di Palermo è il registadella candidatura di Micari: è lui che ha fatto il nome del rettore,ed è sempre lui che ha ottenuto l'appoggio del Pde degli alfaniani. Pur non avendo un partito di riferimento (enonostante gli anni passati ad attaccare i dem sia a Roma che aPalermo) in pratica in questo momento Orlandodetta leggenel centrosinistra siciliano. Il suo biglietto da visita è ilcosiddetto "modello Palermo", cioèla coalizione No Logo che ha stravinto leamministrative nel capoluogo, citata a più riprese dai big delNazareno come esempio del Pd capace di surclassareil Movimento 5 Stelle anche a Sud. Piccolacontroindicazione: il "modello Palermo" per Renzi e Alfano si ètradotto in un listone unico che fondeva i simbolidel Pd e di Ap. Insieme hanno raccolto poco più dell'8%: nonesattamente numeri da corazzata.Nel frattempo se Micari ufficializza lasua candidatura con il sostegno di renziani e alfaniani, sulla spondaopposta il centrodestra si ricompatta. Dopo aver tentato senzasuccesso di ricucire col suo ex delfino, Silvio Berlusconiè ormai intenzionato a ricollocare obtorto colloForza Italia sull'altro polo: insieme alla Legae a Fratelli d'Italia convergerà sullacandidatura di Nello Musumeci. L'ex missino, però,non scalda i cuori dei cuffariani, almeno di quelli rimasti colcentrodestra. L'ex ministro Saverio Romano,infatti, avrebbe preferito sostenereGaetano Armao,già assessore di Raffaele Lombardo che haconquistato anche le simpatie dello stesso Berlusconi. GiorgiaMeloni e Matteo Salvini, però, nonintendono cedere: per loro l'unico candidato è Musumeci. Fontiinterne a Forza Italia in Sicilia, raccontano come Berlusconi non siaproprio entusiasta della candidatura dell'ex presidente dellaprovincia diCatania. Alla fine, però, l'expremier non forzerà la mano: le politiche sono vicine e se Alfano vacol Pd, Forza Italia non può fare altro che schiacciarsi adestra, com'era già avvenuto alle ultime amministrative.Il dado sembra essere tratto dunque. Ainastri di partenza in vista delle elezioni del 5 novembre ci sarannoMicari sostenuto dalPd e daglialfaniani,Musumeci candidato del centrodestra unito dalla Legaa Forza Italia, Fava che prova a portareall'Assemblea regionale siciliana i partiti asinistra dei dem. Poi ci sono una serie di candidati in solitaria:dal governatore uscente Rosario Crocetta, colpito dadamnatio memoriae ("È necessario un cambiodi marcia", ha detto oggi Micari) da parte del suo stessopartito ma intenzionato comunque a ricandidarsi, a RobertoLagalla, ex rettore ed ex assessore ai tempi di TotòCuffaro, corteggiato praticamente da tutti ma alla fine rimasto asorpresa fuori dai giochi.Quindi ovviamente c'è GiancarloCancelleri, l'aspirante governatore delMovimento5 Stelle:è stato il primo candidato ufficiale, hacominciato la campagna elettorale già ad agosto e per tutti o quasii bookmakers è il favorito numero uno nella corsa alla presidenzadella Sicilia. Che con un sistema perfettamente tripolaresi candida per l'ennesima volta ad essere laboratoriopolitico nazionale. Forse a questo giro lo sarà più ditutti gli altri casi del passato.
Gds.it
Regionali, comincia la sfida: Micari incampo ma sinistra divisa, verso il ticket Musumeci-Armao
La sfida per le Regionali è ormai ainastri di partenza. Seppur a fatica, il quadro delle alleanze e deicandidati inizia a prendere forma. Al candidato M5s GiancarloCancelleri, l'unico fino ad ora ad aver iniziato la campagnaelettorale, si aggiunge Fabrizio Micari.Ilrettore dell'università di Palermo ha ufficializzato la sua corsaper la conquista di palazzo d'Orleans con il sostegno diPd, Ap e Leoluca Orlando, quest'ultimo sponsor principale dellacandidatura di Micari e fino all'ultimo alla ricerca di unamediazione con l'ala più a sinistra. Ma nonostante il rettoredell'ateneo palermitano abbia precisato di essere un "candidatocivico nell'ambito di una coalizione di centrosinistra",il veto di Mdp e Sinistra Italiana appare invalicabile. Undistinguo, quello delle anime più a sinistra che mette in crisi ilrapporto con Campo Progressista di Giuliano Pisapia. L'ex sindaco diMilano nei giorni scorsi aveva sostanzialmente dato il via libera alprogetto portato avanti da Orlando. L'indisponibilità di SinistraItaliana e Mdp a sostenere lo stesso candidato di Angelino Alfano,non impedisce a Micari di ufficializzare la sua discesa in campoanche se c'è resta l'incognita Rosario Crocetta, l'attualegovernatore infatti chiede da tempo le primarie e non esclude una suaricandidatura.Il rettore di Palermo fa sapere cheandrà avanti lo stesso anche senza il sostegno dell'ala più asinistra nonostante nella conferenza stampa per annunciare la suacandidatura non rinunci ad un ultimo appello all'unità dellacoalizione "Il ruolo che vorrei attribuirmi - spiega - e' quellodi garante".Un invito a non dividersi arriva anchedall'area che fa riferimento al ministro della Giustizia AndreaOrlando: "Micari rappresenta l'unica vera novità rispetto aMusumeci e Cancellieri", sostengono i fedelissimi delGuardasigilli che si rivolgono poi a Si e Mdp chiedendo che "nonprevalga un approccio minoritario, ma si lavori tutti insieme percambiare il volto della Sicilia". Difficile che la fratturapossa ricomporsi, anzi, salvo sorprese a sfidare Micari potrebbeessere Claudio Fava, vice presidente della commissione Antimafia. Perdomenica è convocata l'assemblea regionale di Sinistra Italiana chedovrebbe ufficializzare la candidatura.Siva chiarendo anche la situazione nel centrodestra. Dopole resistenze di Forza Italia (in particolare di Silvio Berlusconi)nel sostenere Nello Musumeci, a giorni è attesa l'ufficializzazionedella candidatura dell'ex sottosegretario già sostenuto da Lega eFratelli d'Italia. La mediazione a cui i pontieri di Fi sono allavoro in queste ore per tenere unita la coalizione è che GaetanoArmano, il nome sui cui avrebbe puntato il Cavaliere, corra in ticktecon Musumeci. L'ex premier che per tutta la settimana resterà aMerano nella beauty farm in cui si è recato già due volte, (ilrientro è previsto per domenica) dovrebbe chiudere ufficialmente laquestione nei prossimi giorni.
l'intervista. Il presidente dell'Enac Vito Riggio: «Unifichiamo le gestioni, Palermo con Trapani e Catania con Comiso»
«In sicilia Troppi aeroporti»
Gerardo Marrone
Palermo, Catania, Trapani, Comiso: un'Isola, quattro aeroporti. Troppi? Il presidente dell'Ente nazionale Aviazione civile-Enac, Vito Riggio, risponde senza troppi giri di parole: «In astratto, basterebbero Palermo e Catania. Gli aeroporti sotto la soglia del milione di passeggeri faticano a trovare capitali e risorse sufficienti. La realtà, però, è questa e bisogna prenderne atto. Possiamo almeno razionalizzarla unificando Palermo e Trapani, da una parte, Comiso e Catania, dall'altra».
Due società di gestione. Perché dovrebbero funzionare meglio diquelle attuali?
«Servono società uniche per governare i flussi di traffico e le risorse che si impiegano per catturare questo traffico. In qualche modo pagato con robuste elargizione pubbliche, perché sono perlopiù pubblici i soci che hannola gestione degli aeroporti». OOO I «papà» degli scali di Comiso e Trapani hanno sempre sostenuto che si favorisce così il turismo. È così? «No. Intanto, come avviene adesso, il turismo cresce per uno stato di necessità che ha imposto la chiusura di molte mete conco renziali nel Mediterraneo. Non a caso, senza particolari meriti il nostro Meridione sta conoscendo un imponente aumento di presenze. Ciò che potrebbe davvero favorirci, invece, sarebbero attrezzature turistiche in grado di competere con altre località. E non solo»
Cos'altro?
«Servirebbero anche una grande viabilità interna e un sistema ferroviario finimamente all'altezza di questo nome. Oltre agli aeroporti, quindi, occorrono infrastrutture di collegamento». OOO Il presidente del Parlamento europeo, Antonio Tajani, in un'intervista al «Giornale di Sicilia» ha ricordato come i voli Germania-Baleari siano undici volte in più rispetto a quelli tra Germania e Sicilia. Colpa di chi? «Semplicemente, le Baleari sono molto più appetibili della Sicilia. Il mercato fa una dura selezione. Lì, si va perché i prezzi sono bassi e la capacità organizzativa è molto alta. Esiste una forte infrastruttura turistica, capace di sollecitare il mercato. La Sicilia, no. Tutto è casuale. Poca organizzazione, poche compagnie. E le coste sono state deturpate, oppure espropriate da privati: mete di villini e non di alberghi».
Le tariffe aeree penalizzano la nostra regione ...
«Questa è una cosa che i siciliani amano raccontarsi per giustificare la propria incapacità. Se lei guarda alle tariffe aeree, come abbiamo fatto noi, noterà che la media è molto bassa per la Sicilia. Ovviamente, se si prenota per tempo. Se lo fa oggi per domani, le cose cambiano. Noi non siamo penalizzati dalle tariffe. Piuttosto, pesano la mancanza di alberghi, di imprenditorialità, di stabilità della politica regionale e di tante altre cose serie».
Siamo ormai in stato permanente di emergenza-terrorismo. Bisognerà ripensare strutture e numero degli scali?
«Il meccanismo di funzionamento della "security" è uguale in tutti gli scali, grandi o piccoli che siano. Finora, non abbiamo registrato falle significative. L'inasprirsi della lotta al terrorismo, però, deve rendere tutti consapevoli che l'efficienza non sempre si accompagna alla scarsità di risorse, di capitali. Da questo punto di vista, la sua preoccupazione è anche la mia».
Molta concorrenza sui cieli. Riesce a «sposarsi» con la sicurezza dei velivoli?
Assolutamente, sì. Per ottenere la licenza e mantenerla, bisogna attenersi a controlli sia strutturali sia casuali che sono uguali per tutti. Le prestazioni delle low-cost sono identiche se non superiori a quelle delle altre compagnie». (*GEM*)
Livesicilia.it
Regionali, le nebbie sidiradano. Vincitori e vinti del round estivo
Lanebbia si va diradando a destra e a sinistra. E dopo un'estate difibrillazioni,si vanno delineando le coalizioni e i candidatichesfideranno il Movimento 5 Stelle i primi di novembre per la partitadi Palazzo d'Orleans e Palazzo dei Normanni. E allo stesso tempo sidelineano vincitori e vinti di questa sfiancante contesa che si èconsumata dentro i vecchi poli. Se davvero comesembra il centrodestra si compatterà tutto intero su di lui, ilprimo dei vincitori di questo girone estivo sarà Nello Musumeci.Che ci ritenta, sperando di essere più fortunato delle altre duevolte in cui si candidò. Stavolta, il politico col pizzo non avràl'alibi delle divisioni e potrà giocarsi la sua partita - o almenocosì pare - con una coalizione compatta. Per quanto consumata damesi di sgambetti e polemiche. Musumeci è riuscito aconsolidare attorno a sé un consenso significativo, chepartito da un recinto lepenista e di destra si è allargato anche adambienti moderati della coalizione. Basti pensare al sostegnodell'Udc di Lorenzo Cesa o a Stefano Parisi, oltre che a pezzi diForza Italia non provenienti da An. Il tempo ha giocato dalla suaparte, o almeno così tutti raccontano. Manca solo il placetdefinitivo di Silvio Berlusconi, che pare abbia accettato di ingoiareil rospo del via libera agli alleati sovranisti pur di tentare diriprendersi la Sicilia con una candidatura forte come quella dell'expresidente dell'Antimafia. E sarebbero proprio i sopracitati sovranisti gli altri vincitori di questo round. Inparticolare Giorgia Meloni, lesta a mettere il cappello sullacandidatura di Musumeci. Attorno al quale unmilieu dimatrice postmissina s'è mosso con abilità per blindare lacandidatura del carismatico ed esperto politico catanese. Abile adallargare le sue truppe oltre i confini della destra. Musumecie i sovranisti, dunque, vincitori di questo giro. Sempreammesso che davvero il centrodestra si compatti saldamente sulfondatore di #DiventeràBellissima. Lo sapremo verosimilmente entro48 ore. La prudenza è d'obbligo dopo le spettacolo delle ultimesettimane. Ma ko stesso Gianfranco Miccichè assicura che i giochisono quasi fatti.
Già, Miccichè. Ilcommissario di Forza Italia non entra a pieno titolo tra i vincitori.Il piano del commissario di Forza Italia, infatti, era quello diallargare la coalizione agli alfaniani. Non è andato in porto,stoppato dall'alzata di muri dell'ala destra della coalizione. Saràgià tanto se con pazienza Miccichè riuscirà a consegnare aMusumeci la coalizione tutta intera, senza strappi dei centristi.Visto quel che accade a sinistra, questo potrebbe pure bastare pervincere, dimenticando l'alta tensione delle settimane scorse epermettendo all'ex ministro di rinverdire l'immagine del 61 a 0 deitempi che furono.
Al momento certo non sono tra ivincitori i centristi di Saverio Romano. L'alapost-cuffariana della coalizione insieme a Miccichè aveva auspicatol'allargamento ad Alfano per creare a seconda gamba del Ppe accanto aForza Italia. Non è andata. Quella stessa area politica non avevamai fatto i salti di gioia sulla candidatura di Musumeci, pur negandoveti e pregiudiziali ad personam. E quando il rush finale è stato adue, tra Musumeci e Armao, il Cantiere Popolare è sembrato piùvicino a quest'ultimo. Ora Romano prova a fare massa critica conRoberto Lagalla e quel che resta dell'Mpa per ritagliarsi in uneventuale centrodestra a trazione Musumeci uno spazio politico nonmarginale.
E a proposito di Armao. Vincitore?Parrebbe di no. Ma vinto forse sarebbe troppo. L'avvocato, giàassessore di Lombardo, s'è comunque conquistato un ruolo daprotagonista, è entrato nel cuore di Berlusconi e ha lanciato congrande eco il suo programma elettorale e il suo movimento degliIndignati. Se sarà Musumeci a spuntarla, per lui potrebbe comunqueesserci un posto di vice e un assessorato pesante. Si vedrà.
Restatra color che son sospesi Roberto Lagalla. Sulla suacandidatura non si è creata una convergenza. Ma il suo movimentoIdea Sicilia potrebbe essere un interlocutore del centrodestra da quiai prossimi giorni. Seppur con un verosimile ridimensionamento delleambizioni dell'ex rettore. C'è poi il centrosinistra,dove davvero è complicato capire chi siede tra i vincitori.La tormentata estate di Pd e compagni lascia sul campo tantisconfitti. Sembra ormai quasi inevitabile che da quelle parti siandrà ancora una volta divisi. Con la possibile candidatura diClaudio Fava che - dicono con qualche ragione Pd e Idv - è una buonanotizia per Cinque Stelle e centrodestra. In parte sconfitto esceLeoluca Orlando, che, sì, piazza (o almeno dovrebbe) il suocandidato rettore (cherettore vuol restare per il momento), ma non riesce nell'impresadi tenere unita la coalizione, da cui si sfilano Sinistra Italiana eArticolo 1, il partito dei bersaniani, che con Alfano può governarea Palermo e a Roma, ma non alla Regione. Insomma, a oggi divincitori a sinistra non se ne intravedono. C'è un Pdsiciliano che in tutta questa fase di definizione della candidatura èsembrato relegato a un ruolo marginale, quasi isolato dall'asse trail Nazareno e Leoluca Orlando. E che ancora deve risolvereil problema del rapporto con Crocetta. E poi ci sono i centristidi Gianpiero D'Alia e Angelino Alfano. Che dopo la centralità dellescorse settimane, quando tutti corteggiavano il partito del ministrodegli Esteri, hanno visto un po' ridimensionata la loro parte incommedia. Qualcuno ricorderà che l'area aveva messo sul tavolo unatriade di candidature (La Via, D'Alia, Misuraca), delle qualiovviamente non s'è fatto nulla. In compenso dovrebbe esserearrivato, almeno secondo i retroscenisti romani, l'accordo con Renziche garantirà la sopravvivenza nella prossima legislatura. L'unicapiccola (e tutta da verificare) vittoria che si registra da questeparti. Ma la partita vera, quella con i 5 Stelle, da una parte edall'altra comincia solo adesso.
Sicilia24h.it
Rifiuti abbandonati sulla SP 1-B: larimozione spetta al Comune.
Una notevole quantitàdi rifiuti, distribuita in vari punti dei tracciati, è presenteormai da mesi su diverse strade provinciali, e in particolare sullaSP n.1 tratto B Fondacazzo direzione Borsellino, ove, in particolareal km 1+000 e al km 5+200, sono presenti enormi quantitativi dirifiuti solidi urbani depositati da cittadini privi del benchèminimo senso di responsabilità. E' doveroso precisare chel'accumulo di questa impressionante quantità di rifiuti èiniziato contestualmente all'avvio della raccolta differenziata neipaesi limitrofi (in particolare Porto Empedocle e Raffadali),suffragando il sospetto che molti cittadini di quei paesipreferiscano disfarsi dei rifiuti ove capita senza darsi la pena didifferenziare i vari materiali, e preferendo abbandonarli in stradeisolate come può essere considerata, appunto, la SP n.1. Rifiutiovunque anche nel tratto Quadrivio Spinasanta-Villaseta, nonchésulle bretelle di accesso alle statali, spesso anche isolati come selanciati direttamente dalle auto in corsa, termometro di una totale eassurda mancanza di sensibilità verso l'ambiente e il decoro degliambienti suburbani. Il Settore Infrastrutture Stradali del LiberoConsorzio ha inviato una nota al Comune di Agrigento, competente perterritorio in materia di rifiuti solidi urbani, per sollecitare laloro rimozione (il personale stradale del Libero Consorzio non èinfatti autorizzato alla rimozione degli stessi). Molto utilerisulterebbe un'azione ispettiva analoga a quella esercitata dalComune di Siculiana, che grazie all'esame del contenuto dei sacchidi rifiuti è riuscito a risalire ad alcuni dei responsabili, aiquali sono state inflitte le pesanti sanzioni previste dallanormativa. L'attività di bonifica periodicamente eseguita dalLibero Consorzio sulle strade provinciali, peraltro, noncomprende la rimozione di rifiuti solidi urbani, riguardandoesclusivamente rifiuti speciali (pericolosi e non).
Scrivolibero.it
Licata,da lunedì ruspe in azione: riprendono le demolizioni
Riprenderannolunedì prossimo le demolizioni delle costruzioni abusive a Licata.Dopo la pausa, ecco che il 4 settembre le ruspe riaccenderanno imotori per abbattere le costruzioni, già acquisite al patrimonio delComune, realizzate nella fascia costiera dove vige il divieto diinedificabilità assoluta.La notizia è stata riportata dalquotidiano "La Sicilia", in edicola oggi. Secondo quantoriportato, i mezzi della ditta Patriarca, impresa aggiudicataria deilavori di demolizione, saranno probabilmente sul posto già dadomenica prossima. Al momento non si conosce la localitàesatta dove i mezzi entreranno in azione; probabile che la Procuradella Repubblica, renderà noto l'intervento solo nella mattinatadi lunedì, così come già accaduto in passato. L'ultimointervento demolitivo era stato effettuato a fine giugno.