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rassegna stampa dell'8 settembre 2017

Giornale di Sicilia

Ex Provincia
Borse studio, entro oggi le domande


Scade oggi il termine per la presentazione delle istanze per le borse di studio 2016/2017. L'istanza va presentata esclusivamente all'Istituzione scolastica frequentata dagli studenti. La domanda va consegnata dai soggetti ammessi al beneficio, residenti nel territorio della Regione che frequentano le scuole statali e paritarie di ogni ordine e grado. Lo ha deciso il commissario Giuseppe Marino.

Sciacca, nuovo vertice
Martedì si decide il futuro delle Terme

Economia. L'assessore all'Economia Alessandro Baccei incontrerà il sindaco Franca Valenti, la Regione è già pronta a firmare gli atti per assegnare la concessione
La Regione affiderà la gestione al Comune per tre anni
Esprimono perplessità i vertici della Cgil: «Non vorremmo che dopo aver sperimentato 18 anni di errori e tentativi " a vuoto" si debba inaugurare un'altra stagione di insuccessi»
Giuseppe Pantano

L'assessore regionale all'Economia, Alessandro Baccei, ha convocato per martedì 12 settembre, a Palermo, il sindaco di Sciacca, Francesca Valenti, dopo che sono state definite le procedure della liquidazione e del successivo passaggio in concessione del complesso termale al Comune.Con questo passaggio la Regione è  ronta a firmare gli atti per assegnare al Comune la nuova concessione ormai a tre anni dalla  chiusura delle Terme. Il Comune avrà, dunque, un ruolo di primo piano anche nel bando per la scelta del partner privato che dovrà gestire il complesso termale. A meno di tre mesi dalle elezioni regionali ci vorrà un'accelerazione, ma per la Cgil, intervenuta con il segretario provinciale, Massmo Raso, e il responsabile della Camera del Lavoro di Sciacca, Franco Zammuto, «la notizia della convocazione da parte dell'assessore Baccei del sindaco di Sciacca sulla "questione Terme" paradossalmente finisce col provocare più inquietudine che gioia. Continua, infatti, a regnare sulla questione parecchia confusione. Noi ci saremmo aspettati - aggiungono Raso e Zammuto - ed abbiamo sollecitato anche altre volte l'avvio di un confronto ed un coinvolgimento ampio, reale e pubblico sulla vicenda. Le Terme sono ferme da 3 anni e gravi sono, a nostro avviso, le responsabilità politiche del governo della Regione e gestionali di chi avrebbe dovuto lavorare per dare concreta attuazione a quanto deliberato nel 1999, colpe che, ovviamente, nessuno paga e sulle quali abbiamo presentato un corposo esposto alla magistratura ordinaria e contabile. Noi davvero non vorremmo che dopo aver sperimentato 18 anni di errori e tentativi "a vuoto"da partedella Regione, si debba inaugurare adesso la stagione dei tentativi comunali ugualmente fallimentari!». I due sindacalisti chiedono, intanto, se è stato completato «il processo di riacquisizione di tutti i beni e la liquidazione dei creditori» e aggiungono di conoscere «nel dettaglio la posizione della nuova amministrazione comunale di Sciacca», ma di ritenere che «primadi sottoscrivere impegni così vincolanti per il Comune (e che, invece, finiscono col liberare la Regione del problema)», dovrebbe esserci «la massima chiarezza anche se il Comune dovrà sobbarcarsi costi  dell'intera operazione. A noi non sembra affatto utile questo "ricominciare daccapo" da parte del Comune, perché buttare a mare tutte le esperienze precedenti quando alcune di queste (penso a quella di "Sviluppo Italia Sicilia" del 2012) avevano indicato alla perfezione  l'iter da seguire e predisposto tutto il materiale propedeutico? Il problema non è affatto tecnico (la predisposizione del bando) ma politico: occorrerebbe avere la capacità di parlare - aggiungono Raso e Zanmuto - e "mettere attorno ad un tavolo" gli operatori nazionali ed esteri del mercato del turismo termale cui "offrire"questo pacchetto Terme (nella sua unicità), suscitare "manifestazioni di interesse" per poter scegliere tra quelle che presentano un "piano industriale" che maggiormente contempera le esigenze di lavoro e di sviluppo per questa nostra zona e comprendere quale livello di turismo si vuole intercettare. Per fare questo - aggiungono - non crediamo affatto che il Comune abbia più "appeal" della Regione!». I due sindacalisti, infine, esortano la Regione a mettere «attorno ad un tavolo le grandi organizzazioni di rappresentanza delle forze economiche e sociali, affinché possa emergere una posizione comune e l'individuazione di una via d'uscita condivisa su una vicenda così importante». 

Racalmuto, ecco i fondi per la strada provinciale
Confermati finanziamenti per oltre un milione di euro: sarà messa in sicurezza l'arteria per Milena e Bompensiere

Concetta Rizzo - RACALMUTO

Il finanziamento - da circa 640 mila euro, della Regione - è confermato. Fondi previsti nel «Patto per il Sud» che si aggiungono ai circa 400 mila euro ottenuti dal Libero Consorziodi Caltanissetta. La  strada  provinciale che collega Racalmuto con Milena e Bompensiere, nel Nisseno, - quella che conduce anche alla miniera dell'Italkali - verrà messa in sicurezza. È stato formalizzato - al Municipio di Racalmuto, che sarà Comune capofila - un protocollo d'intesa per dare corso, rapidamente, all'importante opera pubblica. Attorno ad un tavolo si sono, dunque, ritrovati i rappresentanti istituzionali dei territori interessati: Peppe Vitellaro, sindaco di Milena; Salvatore Losardo, sindaco di Bompensiere; i tecnici del Libero Consorzio di Caltanissetta; il sindaco di Racalmuto, Emilio Messana, ed i dirigenti comunali del «paese della ragione»: il segretario generale  Calogero Ferlisi, Accursio Vinti capo dell'ufficio tecnico con Dino Falcoabramo, Nicola Sferrazza comandante della polizia municipale. «È stata anche l'occasione per ringraziare i tecnici dei diversi Comuni e dell'ex Provincia di Caltanissetta per l'importante lavoro svolto - ha spiegato il sindaco di Racalmuto, Emilio Messana, - . Insieme  all'assessore ai Lavori pubblici di Racalmuto, Giuseppe Sole, ed al consigliere Luigi Romano abbiamo incontrato nelle scorse settimane il direttore della Protezione civile regionale Calogero Foti e Maurizio Costa, per avere chiarimenti sulla procedura da seguire, trattandosi di finanziamento di un'opera pubblica che sarà censita anche come via di fuga». La strada provinciale che collega i due territori - quello agrigentino e quello Nisseno - sarà dunque una strategica «via di fuga». «Un milione di euro in totale - spiega, ancora, Emilio Messana - gratificano lo sforzo e l'impegno di tutti e cancellano decenni di incuria e di oblio che hanno distrutto questa importante arteria viaria, strategica per i collegamenti, perché innesta direttamente i Comuni del Vallone Nisseno nella rinnovata statale 640, per lo sviluppo dei territori, nonché per l'intenso traffico di mezzi pesanti movimentato dalla miniera dell'Italkali. L'obiettivo adesso è di redigere il progetto esecutivo. Abbiamo già contattato - sottolinea il sindaco di Racalmuto - la Protezione Civile per valutare se può garantire tempi celeri e certi per la progettazione». La svolta si è concretizzata, all'inizio dell'estate, grazie alla delibera della giunta regionale che ha rimodulato gli interventi previsti nel «Patto per il Sud».  Svolta che è arrivata ad un anno dalla plateale protesta di circa 50 autoarticolati, provenienti dall'Agrigentino, dal Palermitano e dal Catanese. Allora, i camion si incolonnarono, uno accanto all'altro, lungo via Perlasca, recriminando la necessità di percorrere una strada degna d'essere chiamata tale. La provinciale che da Racalmuto conduce fino a Milena è, infatti, ormai, peggio di una «trazzera». «Ho rappresentato, in questi mesi,al prefetto, alla Protezione civile provinciale e regionale, all'assessorato regionale alle Infrastrutture, alla vice presidente della Regione Mariella Lo Bello, la pessima condizione delle strade che conducono ai paesi del Vallone Nisseno: la Racalmuto- Montedoro e la Racalmuto- Milena -ha spiegato Messana - . La presenza di frane e smottamenti ha reso questa strada impercorribile, con elevato rischio per le numerose attività presenti e soprattutto per le popolazioni chedifficilmente potrebbero essere raggiunte dai mezzi di soccorso al verificarsi di un evento calamitoso». Situazione resa ancora più insostenibile per l'intenso traffico di mezzi pesanti indotto dalla presenza della miniera dell'Italkali, con grave rischio per la circolazione e per gli stessi lavoratori. «Siamo riusciti, a seguito di numerosi sopralluoghi congiunti, a redigere una relazione ed un progetto preliminare - ha concluso Messana - e siamo stati inserimenti in questa linea di finanziamento. È un investimento importantissimo per i Comuni coinvolti e per lo stabilimento Italkali, che migliorerà le relazioni sociali e commerciali». 

Livesicilia.it

verso le regionali.
Con Cuffaro, Lombardo e Crocetta
Gli ex assessori che ci riprovano


Discontinuità, rottura, novità. Sono solo alcuni dei concetti su cui destra e sinistra stanno poggiando le loro campagne elettorali. Attorno a Nello Musumeci e Fabrizio Micari, infatti, i partiti stanno provando a far sorgere progetti che appiano innovativi, in grado di "far voltare pagina" o far "svoltare", se si preferisce, la Sicilia. Con Cuffaro, Lombardo e Crocetta. Vai a guardare però dentro le liste o attorno a quelle, e scopri un mini esercito di ex assessori. Di politici, insomma, che l'occasione di amministrare la Regione l'hanno avuta. La stessa Regione messa in ginocchio dall'avvento di Crocetta - secondo il racconto di molti leader del centrodestra - o gravata da pesanti zavorrre - secondo la narrazione del centrosinistra - dei governi di Cuffaro. In mezzo, la parentesi Lombardo che i partiti "leggono" ovviamente con più cautela: visto che quel governatore fu scelto da quel centrodestra che governò con lui fino al ribaltone e fu successivamente "accolto" dal centrosinistra che entrò in giunta e provò anche a costruire col presidente di Grammichele un governo politico. Gli ex assessori con Musumeci . Insomma, quel passato è presente. Nelle liste e nelle riunioni che stanno portando all'indicazione dei prossimi candidati a Sala d'Ercole o nei governi che verranno. Due assessori designati, come è noto, andranno ad esempio a comporre il "tricket" con Musumeci: Gaetano Armao e Roberto Lagalla. Il primo fu assessore di Lombardo con deleghe alla Presidenza, ai Beni culturali e all'Economia. Il secondo guidò l'assessorato alla Sanità ai tempi di Totò Cuffaro. Ma attorno a Musumeci ecco altri ex componenti di quelle giunte. Uno dei leader del movimento #Diventerà Bellissima, ad esempio, è Alessandro Aricò che con Lombardo fu assessore regionale al Territorio e ambiente, dopo che lo stesso governatore appoggiò la candidatura dell'ex finiano a sindaco di Palermo, insieme appunto agli ex "Futuro e libertà" Carmelo Briguglio e Fabio Granata, anche loro ex assessori con Capodicasa e con Cuffaro e ora tra gli animatori del movimento di Musumeci. A sostegno del quale correrà anche l'Udc di Lorenzo Cesa, guidato all'Ars dal trapanese Mimmo Turano che fu assessore agli enti locali nell'ultimo dei governi di Angelo Capodicasa (in quella giunta c'era, appunto, anche Granata), e che annovera tra i leader siciliani Ester Bonafede, già assessore alla Famiglia del governo Crocetta. A guidare la "Lista Musumeci" all'Ars, invece, nel corso della legislatura che sta finendo è stato Santi Formica: adesso il deputato riprova la corsa verso l'Ars, tra le fila di Forza Italia. Anche lui è stato un assessore: alla Formazione e Istruzione, per l'esattezza, nel governo di Raffaele Lombardo (ruolo che gli ha portato in dote una condanna contabile per la vicenda dei cosiddetti extrabudget) e ancora prima al Lavoro con Cuffaro. Formica era presente il giorno del "battesimo" del candidato Musumeci, in una sala nella quale erano giunti, in qualità di leader dei movimenti a sostegno del candidato catanese, anche alcuni ex assessori di Cuffaro come Raffaele Stancanelli (Lavoro e Formazione), il rappresentante di Noi con Salvini Alessandro Pagano (Beni culturali e Bilancio), Francesco Scoma (Lavoro e Formazione) che sarà poi anche assessore alla Famiglia con Lombardo. E a fare capolino, quel giorno, anche Giovanna Candura, che fu assessore all'Industria nel corso del secondo governo Cuffaro, quello finito a causa della vicenda giudiziaria e di un vassoio di cannoli.


Gli alfaniani e il centrosinistra.
Proprio di quella giunta faceva parte Lagalla. Ma non solo. Assessori erano, ad esempio, Giovanni La Via all'Agricoltura e Dore Misuraca al Turismo. 
Così si finisce dentro i territori del centrosinistra. Nonostante, appunto, i due fossero assessori del governatore Cuffaro. La Via, poi, nelle ultime settimane è stato a lungo tra i "papabili" candidati alla presidenza. Adesso si parla di un "ticket" (formula che va molto di moda) con Fabrizio Micari. Misuraca, invece, è stato tra i più attivi sostenitori di quell'accordo tra alfaniani e centrosinistra che ha causato prima lo strappo con la sinistra-sinistra, poi con pezzi della stessa Alternativa popolare. Che in Sicilia ha tra i suoi leader, anche lui convinto della necessità di "guardare" al centrosinistra, Giuseppe Castiglione che in passato è stato più volte assessore: in tre giunte di Capodicasa, poi all'Agricoltura nel primo governo di Totò Cuffaro. Tutti a sostenere Fabrizio Micari, adesso, il candidato del Pd voluto da Orlando. Uno dei motivi per cui è ancora un'incognita la posizione di Francesco Cascio, coordinatore regionale di Ap che ha deciso anche di attendere la sentenza su un procedimento giudiziario a suo carico, prevista per il 13 settembre, prima di assumere qualsiasi decisione: da tempo Cascio non nasconde il proprio malessere per la scelta degli alfaniani di accordarsi col centrosinistra. A prescindere dagli schieramenti, in caso di sentenza favorevole, è probabile la ricandidatura dell'ex presidente dell'Ars che fu anche assessore sia al Turismo che al Territorio nel primo governo Cuffaro. Michele Cimino, invece, si ricandiderà con Sicilia Futura ad Agrigento: il deputato fu assessore prima alla presidenza (presidente era Cuffaro) poi alla Cooperazione sempre col governatore di Raffadali; quindi con Lombardo all'Agricoltura e all'Economia, dove lascerà il testimone proprio a Gaetano Armao che adesso sarà un avversario politico. Nelle liste del centrosinistra, poi, troverà probabilmente posto l'ex assessore alle Infrastrutture di Crocetta, Nino Bartolotta, e Gianluca Micciché, l'assessore alla Famiglia costretto alle dimissioni dopo il "caso" del mancato sostegno ai disabili denunciato da Le Iene. E poi ecco pronti alla candidatura tanti assessori in carica: Antonello Cracolici (Agricoltura) che punta al quinto mandato, Bruno Marziano (Formazione), Luisa Lantieri (Autonomie locali), Anthony Barbagallo (Turismo) e, come annunciato dallo stesso Crocetta, la vicepresidente e assessore alle Infrastrutture Mariella Lo Bello. Discontinuità, rottura, svolta, appunto. Resta solo da capire rispetto a chi. O a che cosa.


Regione Da Monterosso a Ingroia a Lumia . Crocetta, dove va il cerchio magico
Il 6 novembre saluterà tutti e lascerà Palazzo d'Orleans, a cinque anni esatti dal suo ingresso. Rosario Crocetta quasi certamente pochi mesi dopo, stando alle notizie che si rincorrono dopo il suo incontro romano con Renzi, si ritroverà seduto su uno degli scranni del parlamento italiano. Ma il suo cerchio magico, i suoi fedelissimi, burocrati, politici e amici che gli sono stati accanto in questi anni, che faranno? Monterosso, "alt" di Cancelleri e Musumeci. Molto dipenderà, ovviamente, da chi sarà il successore di Crocetta. E a ben guardare, la poltrona che oggi sembra traballare parecchio è quella di Patrizia Monterosso. Al segretario regionale che ha già subito una condanna contabile da oltre un milione di euro e che è a processo per peculato, il presidente della legalità aveva deciso di rinnovare il contratto scaduto circa un anno fa. Una legge però votata successivamente dall'Ars sul cosiddetto "spoil system" ha reso revocabili dal nuovo presidente della Regione tutte le nomine governative. E su questo punto, alcuni candidati alla presidenza si sono già espressi apertamente. "Se dovessimo vincere le elezioni - ha detto ad esempio Giancarlo Cancelleri - a ripristinare la legalità sarà il M5S. La rimozione della Monterosso sarà uno dei primissimi atti che faremo". Molto duro nei mesi scorsi anche Nello Musumeci: "Non essendo abituato alla pratica dello sciacallaggio politico - ha detto - mi limito a ripetere con serenità, quello che sulla dottoressa Patrizia Monterosso ho già detto nel novembre del 2015, quindi in tempi non sospetti: se fossi al posto della segretaria generale della Regione avvertirei la responsabilità di lasciare quel ruolo. Non si può essere credibili agli occhi degli altri se non si è nelle condizioni oggettive di poterlo essere". E il candidato del centrodestra, sul punto, sembra non aver cambiato idea. Che farà la burocrate? Non è esclusa una exit strategy che porti verso un nuovo incarico, magari a Roma. Fiumefreddo: "Farò l'avvocato e l'editore". Crocetta lo ha difeso a lungo, a volte a costo di mettere sul piatto il futuro stesso del suo governo. Ma ormai, Antonio Fiumefreddo può essere considerato un "ex fedelissimo". Fuori da quel cerchio magico del quale l'avvocato rivendica di non aver fatto mai realmente parte. "Sono molto deluso dalle scelte del governatore - dice oggi a Livesicilia - col quale comunque mi sento quasi ogni giorno. Ma Rosario ha deciso di allearsi con chi lo ha politicamente assassinato". Negli stessi giorni in cui Crocetta annunciava la propria voglia di candidarsi, però, Fiumefreddo faceva lo stesso, salvo poi fermare la sua corsa di fronte a una ipotesi di ineleggibilità e all'ombra della mafia: "C'è in atto - ribadisce - un patto criminale in Sicilia. E nessuno si può considerare al riparo, nemmeno i Cinquestelle, nemmeno Nello Musumeci che si limita a 'raccomandare' ai partiti di non inserire collusi nelle liste", dice l'ormai ex amministratore unico di Riscossione Sicilia, dopo la norma approvata dall'Ars che ha disposto il cambio del management e la liquidazione dell'ente. "Non ho niente da spartire con questa gente - prosegue Fiumefreddo - tornerò alla mia attività di avvocato e a quella di editore: penso che sia il modo più sano, questo, ormai, di fare politica".

Ingroia al fianco di Claudio Fava. Più incerto il destino di Antonio Ingroia, l'amministratore unico di Sicilia digitale (già Sicilia e-servizi) che nel frattempo ha deciso da quale parte stare in vista delle prossime elezioni regionali. E nemmeno lui si schiererà al fianco di Crocetta, nonostante qualche apparizione recente alle convention di "Riparte Sicilia" il movimento del governatore che ha presto riesumato il vecchio nome del "Megafono". Ingroia, infatti, con la sua "Azione civile", movimento col quale cinque anni fa aveva provato a diventare premier salvo poi "riparare" nel sottogoverno di Crocetta, al momento fa parte di un blocco "di sinistra" che sosterrà il candidato Claudio Fava. Anche in questo caso, la norma sullo spoil system metterà nelle mani del prossimo governatore il destino da amministratore pubblico di Ingroia. Se pare scontato un avvicendamento in caso di vittoria di Nello Musumeci che si è più volte scagliato contro il "cerchio magico" di Crocetta e che oggi è a capo di una coalizione di centrodestra rappresentata anche da partiti come Forza Italia più volte oggetto di critiche da parte del pm, diverso potrebbe essere il futuro nel caso di una vittoria Cinquestelle. Ingroia, infatti, è assai vicino ad alcuni movimenti per nulla sgraditi a Grillo e ai militanti pentastellati. L'ex pm, tra l'altro, è spesso in sintonia con l'ex collega Nino Di Matteo in compagnia del quale più volte è intervenuto in occasioni pubbliche. Proprio Di Matteo potrebbe essere un ministro designato dai grillini. In realtà, però, le uniche parole ufficiali di Cancelleri nei confronti di Ingroia non sono state affatto tenere, sebbene ormai siano un po' datate: "Ci dispiace - aveva detto di Ingroia nel 2013 - faccia da foglia di fico su partiti navigati come Italia dei Valori e Rifondazione Comunista, che stanno sulla scena da parecchio. Anche se non ho nulla da dire sulla sua figura morale ed etica. Il suo ingresso in politica - ribadì - pone il fianco alle critiche di Berlusconi alla magistratura, quando dice che è parziale e di sinistra. Questo ne è la prova provata. La sua decisione regalerà voti proprio a Berlusconi". Difficile pensare che Ingroia possa essere confermato anche da un governo di centrosinistra, dopo la scelta, appunto, di appoggiare Claudio Fava che si è posto a capo di un progetto "alternativo" al Pd e alla coalizione. E così, al netto delle ambizioni politiche, Ingroia potrà contare sull'attività di avvocato che non ha smesso di svolgere in questi anni.

Nelli Scilabra: "Non mi candiderò". Si tira fuori dalla politica, invece, Nelli Scilabra: "Di sicuro non mi candiderò" dice a Livesicilia. Fedelissima del presidente, al punto a suscitare qualche rimorso, pochi giorni fa: "Se ho sbagliato una cosa? Cambiare i miei primi assessori" ha detto Crocetta, rivendicando la portata rivoluzionaria della scelta di "mettere una ragazza di 28 anni a capo dell'assessorato alla Formazione". Al momento, e fino al 5 novembre, Nelli resta un consulente del governatore, dopo aver abbandonato il gabinetto e aver rinunciato all'incarico a capo del Fondo pensioni: "Mi dedicherò alla pratica in uno studio legale, che ho già iniziato". Chi invece quasi certamente non lascerà la politica è uno dei massimi "sponsor" della stessa Scilabra. Voci assai insistenti infatti assicurano che nel "patto" che ha convinto Crocetta al "passo indietro" rispetto alla candidatura, ci sia anche un seggio "blindato" non solo per il governatore, ma anche per il senatore Beppe Lumia, che punterebbe alla settima legislatura di fila al parlamento nazionale. Magari sotto le insegne del "Megafono" che prepara le liste anche per le Regionali. Insegne sotto le quali potrebbe finire a Montecitorio il presidente del parco dei Nebrodi anche Giuseppe Antoci, mentre a Sala d'Ercole punta Francesco Calanna ex commissario pluriprorogato dell'Esa. Con lui, nelle liste del movimento in vista delle Regionali, ha già annunciato Crocetta, ci sarà certamente Mariella Lo Bello, vicepresidente della Regione e ormai vera e propria ombra del governatore. Presenza fissa di quel cerchio che si sta per chiudere.

Larepubblica.it

Pensioni, il governo pensa allo sconto sull'Ape sociale per le donne con figli

Le donne che intendono accedere all'Ape social - l'anticipo della pensione in presenza di particolari circostanze - potranno usufruire di uno sconto nei requisiti contributivi per anticipare ulteriormente il pensionamento di 6 mesi a figlio con un tetto massimo di 2 anni. È questa, a quanto si apprende, l'ultima ipotesi che il governo ha messo sul tavolo di confronto con i sindacati nell'incontro di oggi dedicato alle pensioni. La proposta di fatto oltre ad allargare un po' le maglie del pensionamento anticipato, bilancerebbe anche l'attuale disparità nelle domande di accesso all'Ape social: il governo stima un ampliamento della platea e un possibile aumento dall'attuale 29% delle domande delle donne ad un 40%. Quanto alle risorse da mettere sul piatto, però, il governo continua a tenere per ora le carte coperte, anche se avrebbe garantito un aumento dei finanziamenti. I sindacati però non sono soddisfatti: resta infatti fuori dal perimetro il lavoro di cura e di assistenza familiare. I sindacati hanno sempre chiesto invece di riconoscere oltre alla maternità il lavoro di cura; inoltre hanno sempre sottolineato la necessità di un intervento che riconosca il valore della maternità a tutte le donne. Nella sua versione "standard", l'Ape sociale spetta a chi ha 63 anni (o li compie entro l'anno), è senza lavoro e senza pensione diretta (quindi anche ai titolari di reversibilità). A patto che si trovi in una di queste condizioni: disoccupato e senza ammortizzatori da almeno 3 mesi, invalido civile almeno al 74%, coniuge o parente di primo grado disabile, assistito da almeno 6 mesi. In tutti e tre i casi occorrono 30 anni di contribuzione. Ne servono invece ben 36 per chi ha svolto negli ultimi 6 anni su 7 un'attività gravosa: dal conciatore di pelli ai trasportatori, dagli infermieri turnisti ai facchini, dagli insegnanti di scuola pre-primaria agli operatori ecologici. La platea potenziale per il 2017 è di 60.000 persone (35.000 per l'Ape social e 25.000 per i precoci), mentre altri 45.000 potrebbero avere i requisiti nel 2018 (20.000 Ape social e 25.000 precoci).  

scrivolibero.it
Nuove offerte di lavoro sul territorio nazionale, disponibili per la consultazione nelle sedi Urp del Libero Consorzio comunale
Sono oltre duecentomila, di cui 208mila 638 solo per i posti per Personale Ata per l'anno scolastico 2017/2018, le offerte di lavoro in enti pubblici ed aziende private, distribuite su tutto il territorio nazionale, visionabili all'Ufficio Relazioni con il Pubblico del Libero Consorzio di Agrigento. Si tratta di offerte che riguardano sia il settore pubblico che privato, impieghi a tempo determinato o a part-time per diversi livelli professionali e titoli di studio in aziende di diverse regioni d'Italia. Oltre al personale Ata che segue la circolare del Ministero dell'Istruzione, sono visionabili offerte di lavoro per assunzioni di operatori ecologici presso la ditta Seab che opera in tutti i comuni della provincia di Biella e che cerca 14 personale da inserire nel proprio organico a tempo indeterminato. La Corte di Cassazione ha poi pubblicato il bando per 60 tirocini giudiziari di 18 mesi per affiancare i magistrati nelle varie fasi dell'utenza. Assunzioni possibili anche nelle sedi di Torino e Roma della Banca Intesa San Paolo mentre nella Capitale, un'importante azienda della Grande distribuzione organizzata cerca 50 addetti al Picking part-time. Queste e altre offerte di lavoro con i dettagli sui bandi e le relative domande sono disponibili sul sito www.lavoroeconcorsi.com. Per prendere visione delle offerte di lavoro, si potrà anche andare all'Ufficio relazioni con il pubblico di Piazza Vittorio Emanuele tutti i giorni in orario di ufficio. I bandi e le offerte di lavoro saranno consultabili anche nelle Urp periferiche di Canicattì, Bivona, Sciacca, Cammarata, Licata e Ribera.

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