Giornale di Sicilia
Elezioni 2017
Vince il candidato del centrodestra Musumeci eletto presidente,
Cancelleri fa volare il M5s all'Ars
Il fondatore di «Diventerà Bellissima» ha ottenuto il 39,8% dei voti: le sue liste hanno 36 seggi su 70 all'Assemblea. L'esponente grillino raggiunge il 34,6%
Giacinto Pipitone - Palermo
È Nello Musumeci il nuovo presidente della Regione. Ha vinto con percentuali che sono andate oltre ancheil più ottimistico dei sondaggi e che - secondo una rilevazione dell'Ufficio Elettorale della Regione - arrivano a garantirgli pure la maggioranza,anche se di un solo deputato. Il centrodestra ricostituito dopo almeno sette anni di spaccature supera ogni pronostico, spinto da Forza Italia e da una buona affermazione di tutte le altre liste a sostegno di Musumeci: nessuna ha fallito l'obiettivo del 5%. Entrano dunque all'Ars, oltre Forza Italia che conquista il 16,4%, le due aree di destra vicine a Musumeci (Diventerà Bellissima col 6,1% più la lista che mette insieme la Meloni e Salvini che arriva al 5,6%). L'Udc di Cesa, ricostruita dopo la fuoriuscita di D'Alia e Casini, conquista un rotondo 7% e porta in Assemblea almeno 6/7 deputati. Dopo il flop alle Comunali di Palermo, anche i Popolari di Saverio Romano, forti dell'alleanza con gli autonomisti di Lombardo, tornano a superare lo sbarramentodel 5%, eleggono 6 deputati e sorpassano perfino l'Udc col 7,2%. Alla fine Musumeci incassa il 39,8% di risultato personale mentre le liste a suo sostegno raggiungono il 42 per cento. «E così - ha calcolato in tarda serata Raffaele Stancanelli, regista della candidatura di Musumeci - i deputati del centrodestra sono 35. A questi si aggiunge lo stesso neopresidente e dunque per un seggio c'è la maggioranza». Per arrivare a quota 36, Musumeci ha sfruttato tutto il listino, che oltre lui comprende 6 candidati. Dunque la divisione dei seggi fra i partiti del centrodestra è questa: 14 Forza Italia, 6 Udc, 6 Popolari e Autonomisti, 6 Diventerà Bellissima, 4 Lega e Fratelli d'Italia. Va detto che la nuova Ars sarà comunque un territorio difficile da governare: visto che i grillini avranno 20 deputati, il Pd 11, il Pdr 2 e Fava 1. Se le opposizioni unissero i voti, le votazioni sarebbero ogni volta in bilico. Ma dietro le cifre del centrodestra è ben visibile l'inversione a U negli equilibri politici in Sicilia. Gianfranco Miccichè, leader di Forza Italia, aveva fissato al 15% l'asticella che segnala il successo: i berlusconiani sono andati oltre e riassumono il ruolo di guida di una coalizione che adesso si proietta sulle Politiche di marzo. Per Miccichè quella soglia del 40% è replicabile e assicurerebbe la conquista della quasi totalità dei seggi in palio in Sicilia (esclusi quelli che si assegnano col proporzionale). In Parlamento regionale tuttavia anche la componente di destra ha numeri più alti che in passato (circa 10 deputati tra Diventerà Bellissima e Salvini/Meloni). È questo il quadro in cui è maturata la sconfitta dei grillini. Dati per favoriti fino ai primi di settembre, i grillini hanno fallito l'arrembaggio a Palazzo d'Orleans malgrado una campagna elettorale giocata in prima persona da Di Maio e Grillo a fianco di Giancarlo Cancelleri. Che a fine giornata, commosso, parlerà di «vittoria contaminata dalla presenza degli impresentabili nelle liste» e non riconoscerà quindi il trionfo di Musumeci.Di Maio invece ha guardato al risultato della lista per segnalare che la lunga marcia che dovrebbe portare lui stesso a Palazzo Chigi non è terminata: «Dalla Sicilia parte un'onda che ci può portare al 40%, cioè a chiederel'incarico di governo al Colle». In realtà la lista dei grillini in Sicilia si è fermata al 26,7%. Tanto basta però per fare del Movimento 5 Stelle di gran lunga il primo partito in Sicilia, tuttavia fuori dal governo. Alcuni seggi sono ancora in bilico ma i 5 Stelle all'Ars saranno venti: erano 14 fino a domenica. La crescita dei grillini in Sicilia è fotografata dal confronto con le elezioni del 2012, quando la percentuale raccolta fu il 14,8% e fece esultare. Ora i punti in più sono circa 12. Giancarlo Cancelleri ha invece conquistato molti più voti della sua lista: 34,6%. E quegli otto punti aprono un caso nel centrosinistra. Dovrebbero infatti essere i voti che ha perso Fabrizio Micari. È il cosiddetto effetto del voto disgiunto: la possibilità di votare un presidente di uno schieramento e un candidato all'Ars di un'altra coalizione. Una scelta che in casa Pd in molti avrebbero attuato, soprattutto fra i sostenitori di Crocetta secondo cui era meglio perdere con i grillini e bloccare l'avanzata del centrodestra. Se Cancelleri ha infatti preso 8 punti in più della sua lista, Micari ne ha incassati quasi 7 in meno rispetto alle sue liste (Pd, Ap, Pdr-Psi). Il rettore si è fermato al 18,6 e la coalizione è arrivata al 25,2%. In questo quadro è comunque maturato il crollo del «sistema centrosinistra»: il Pd si è fermato al 13 circa (era al 13,4 nel 2012 ma sommava il 6,1% di Crocetta) eleggendo 11 deputati cioè 17 in meno di quanti ne aveva fino a domenica. Alternativa Popolare, il partito formato da Alfano e Casini, non supera nemmeno il 5% e naufraga in un 4,1 che tiene chiuse le porte dell'Ars. Sicilia Futura, il movimento di Totò Cardinale (che si è presentato con i socialisti di Vizzini e Oddo), arriva al 5,9% ed elegge appena 2 deputati. La lista di Micari si ferma al 2,1% segnale di quanto scarso sia stato l'effetto della fusione dei candidati di Crocetta con quelli di Orlando: un mix esplosivo, come hanno confermato le reazioni a caldo ieri. Micari come tutti i renziani e lo stesso Orlando hanno attribuito gran parte delle responsabilità del crollo alla spaccatura che ha portato i partiti della sinistra a scegliere la candidatura autonoma di Claudio Fava. Va detto tuttavia che anche sommando il 6,2% di Fava al 18,5 di Micari, la vittoria sarebbe rimasta lontana e perfino il secondo posto sarebbe stato un miraggio. Fava ha conquistato le stesse preferenze che 5 anni fa ottenne Giovanna Marano. La differenza l'ha fatto il 5,3% della lista, I Cento Passi, che permette a uno, forse due, deputati della sinistra di tornare all'Ars dopo 11 anni di esilio in cui quest'area non ha superato lo sbarramento. Ma da un altro punto di vista, il partito più forte resta quello degliastensionisti: ha votato appena il 46,7% degli aventi diritto, meno che nel 2012 che già fece segnare il record negativo.
La squadra di governo, tra sicurissimi e papabili
Toto-assessori. Armao, Lagalla, Cordaro e Sgarbi hanno già avuto l'investitura. In pole Pagano e Savarino
Palermo
Un terzo della squadra di governo è già delineato, il resto è tutto da disegnare o quasi. Quattro i nomi certi (tre dei quali erano pronti a candidarsi alla presidenza) e un criterio matematico che però non è così scontato. In linea teorica ad ogni partito dovrebbe andare un assessorato ogni 3% riportato. Un calcolo secondo cui cinque posti in giunta potrebbero essere assegnati a Forza Italia, due ciascuno a esponenti di «Idea sicilia - Popolari e autonomisti», Udc e Diventerà Bellissima, uno a Alleanza per la Sicilia (Fratelli d'Italia e Noi con Salvini). In quota Forza Italia due nomi sarebbero già indicati. Uno è quello di Gaetano Armao, già designato vicepresidente. Docente di diritto amministrativo ed ex assessore regionale, leader del movimento degli indignati è molto gradito a Berlusconi. «Assumiamo la responsabilità del rilancio della Sicilia», ha commentato Armao. Sempre Berlusconi ha «incoronato» assessore Vittorio Sgarbi, anche lui come Armao in un primo momento in corsa per Palazzo d'Orleans. Le altre due caselle certe sono quelle che fanno riferimento «Idea sicilia - Popolari e autonomisti». Una sarà occupata da Toto Cordaro, ex capogruppo del Cantiere popolare di Saverio Romano, è stato chiamato direttamente da Musumeci. L'altra andrà a Roberto Lagalla, ex rettore ed ex assessore alla Sanità a cui però lo stesso Musumeci, nelle scorse settimane, ha sbarrato la strada all'assessorato di piazza Ziino. Anche Lagalla per mesi aveva accarezzato l'idea di una corsa solitaria. Tutto il resto è ancora da decidere, mentre si festeggia nessuno vuole parlare di poltrone e assessorati. Qualche nome però circola. Uno è quello di Giusy Savarino, portavoce di Diventerà Bellissima, da tre anni ha sposato il progetto di Nello Musumeci ed è stata una delle prime animatrici del movimento. Altro nome che circola è quello di Alessandro Pagano, coordinatore per la Sicilia occidentale di Noi con Salvini, ex assessore del governo Cuffaro, prima al Bilancio e poi ai Beni culturali. «Nessuno me lo ha chiesto, ma possiamo parlarne», dice Pagano. Il partito leghista ambirebbe anche a un secondo posto in giunta ma è presto per dirlo. Di certo Musumeci ha sempre detto di preferire profili politici alle figure tecniche, esperienza e competenza sono comunque carte da giocare. Nel risiko dei nomi entra anche quello di Raffaelle Stancanelli, grande regista dell'operazione che porta Musumeci a Palazzo d'Orleans. L'ex sindaco di Catania anche se non sarà in giunta potrebbe avere un ruolo di primo piano al fianco di Musumeci. Così come, Salvo Pogliese, Francesco Scoma e Gianfranco Miccichè, altri grandi protagonisti di questa stagione. (*STEGI*)
Beni culturali. Protesta di alcuni turisti che hanno trovato sbarrati i cancelli della località dove lo scrittore e premio Nobel nacque. Il problema si ripete nei festivi
Mancano fondi, casa Pirandello resta chiusa
Alan Daid Scifo
Se il paradosso è di casa ad Agrigento, lo è ancor di più nella casa che è stata la residenza dello scrittore che nelle sue opere lo hadescritto in svariati modi, declinandolo in diversi personaggi e protagonisti delle sue novelle che lo hanno reso famoso. In località "Kaos" sede della casa natale del premio Nobel Luigi Pirandello, nella città in cui i numeri del turismo sono in costante crescita, la domenica pomeriggio, i cancelli restano chiusi, così come nelle aree culturali che non appartengono al parco archeologico della Valle dei templi di Agrigento ma al polo regionale dei siti culturali. «Non è affatto una novità, è stato così da sempre - spiega la direttrice del polo regionale di Agrigento per i siti culturali Gioconda Lamagna - nonostante ciò ogni domenica sorgono lamentele per questa chiusura che dipende dalla Regione e di certo non da noi. Con il personale che abbiamo, non possiamo mettere anche delle persone la domenica pomeriggio perché avremmo un superamento dei festivi concessi. La legge regionale infatti non permette di impiegare il personale oltre ad un certo numero di festivi, così come accade anche nei siti delle altre province. È da sempre stato così - aggiunge la direttrice Lamagna - è scritto espressamente anche sul sito della Regione, ma ogni volta è sempre una polemica ». Ad essere chiusa non è soltanto la casa natale di Luigi Pirandello, ma anche il museo Pietro Griffo, uno dei musei archeologici più importanti d'Italia, collegato con il parco della Valle dei templi, ma solo dal punto di vista dell'area, e non su quello della gestione. Il Parco infatti è aperto la domenica pomeriggio, così come negli altri giorni dell'anno. L'occasione che fa nascere ancora una volta la polemica per una città e una regione che del turismo potrebbe fare uno dei punti cardini per il suo rilancio, è la protesta di alcuni turisti arrivati nella città dei templi approfittando della bella giornata di domenica e, soprattutto, del fatto che la prima domenica del mese, le visite per i musei e il parco archeologico, sono gratuiti. Arrivati nel primo pomeriggio, davanti la casa dello scrittore agrigentino, che quest'anno viene celebrato in tutto il mondo in occasione del centocinquantesimo anniversario della sua nascita, i turisti hanno dovuto fare marcia indietro dopo aver trovato i cancelli chiusi del viale che porta in fondo a quello che è stato il luogo di ispirazione per Pirandello, per innumerevoli sue opere. Se la vicenda è spiegabile con il blocco imposto dalla Regione, nel caso della casa di Pirandello, la beffa è doppia: a "presidiare" in - fatti l'immobile quest'anno rinnovato grazie alle celebrazioni dell'anniversario dell'autore, che hanno visto anche la visita del presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, sono 66 impiegati, un numero da molti giudicato spropositato che in passato ha fatto discutere non poco. Il polo museale di Agrigento per i siti culturali, che fa capo al museo "Pietro Griffo", comprende anche il teatro di Eraclea Minoa, anche questo chiuso di domenica pomeriggio, anche nelle giornate in cui gli ingressi sono gratuiti, con una piccola differenza, in quanto i cancelli di questo posto rimangono aperti fino alle 16. A trovare i cancelli chiusi però, non sono soltanto coloro che di domenica visitano le ricchezze del museo archeologico, ma anche coloro che lo fanno nei giorni festivi, quando vale lo stesso criterio. I cancelli chiusi nella provincia di Agrigento però sono ancora tanti: stessa situazione accade infatti al museo di Licata, a quello di Sciacca e all'Antiquarium di monte Adranone a Sambuca di Sicilia. (*ASD*)
Agrigentooggi
ELEZIONI REGIONALI: È
UFFICIALE, VITTORIA DEL CENTRODESTRA DI NELLO MUSUMECI
Di Giuseppe Tarallo
Elezioni regionali
- Finalmente è terminato lo spoglio che ha visto impegnate ben
5300 sezioni sparse per tutta la Sicilia. Adesso si può parlare di
ufficialità dopo un'intera giornata di risultati parziali e Nello
Musumeci può festeggiare tranquillamente la sua vittoria e occupare
la poltrona del Presidente della Regione Sicilia. Nello Musumeci ha
vinto con un consenso definitivo del 39,8 % contro il 34,7% dei
consensi raccolti dal candidato grillino Giancarlo Cancelleri. Ad
onor di cronaca, ecco i risultati degli altri candidati: Fabrizio
Micari 18,7%, Fava 6,1% e Di Rosa 0,7%.
Elezione al cardiopalma
caratterizzata da un continuo testa a testa tra Musumeci e
Cancelleri, sempre con un lieve vantaggio di Musumeci per tutta la
durata dello spoglio.
Elezioni Regionali -
Sonoro tonfo della sinistra
Ciò che salta subito
all'occhio non è tanto il trionfo del centrodestra, questione che
avrà sicuramente risconti in ambito nazionale, ma il brutto
fallimento della sinistra che esce con le ossa rotte da questa
competizione. "Un suicidio", così Crocetta ha definito l'azione
politica della sinistra che ha voluto estrometterlo, ma probabilmente
il risultato di queste elezioni è figlio del malcontento popolare
per ciò che la sinistra è stata capace di fare (o non fare) in 5
anni di governo. Una situazione paradossale, visto che il voto di
protesta altri tempi si dava alla sinistra e oggi sembra si sia dato
al centrodestra. Il fatto che 826.290 voti sono andati al
centrodestra e 717.353 sono andati al Movimento 5 Stelle è qualcosa
che farà seriamente riflettere ai militanti della sinistra.
Elezioni Regionali -
Rinnovo quasi completo della rappresentanza agrigentina all'ARS
Altro dato da non
sottovalutare è il "quasi" rinnovo totale degli eletti nella
provincia di Agrigento che siederanno all'ARS. Molti nomi
altisonanti del passato non sono riusciti a convincere per l'ennesima
volta gli elettori agrigentini, probabilmente stanchi degli stessi
volti e delle tante promesse non mantenute.
Questi i risultati a
livello provinciale:
Pd: Catanzaro 5999,
Panepinto 4862, Sicilia Futura: Cascio 4612, Cimino 3459, Diventerà
bellissima: Savarino 2661 Cinque Stelle: Mangiacavallo 13938, Di Caro
4926, Cimino 2835, La Gaipa 1432, Bellavia 1497, Cinà 1748 Forza
Italia: Gallo 5239, Giambrone 3180 Cento Passi: Rosario Gallo 1645,
Russo 1271 Popolari Autonomisti: Di Mauro 5817, Pullara 8915
Alternativa Popolare: Fontana 3749, Granata 3329, Marinello 3229 Udc:
Cani 3920, La Rocca Ruvolo 4674, Iacolino 3387, Coppa 2461.
SPORTELLI INFORMATIVI
FEAMP: OLTRE 120 CONSULENZE DALLA LORO ATTIVAZIONE - IL CALENDARIO
DEL MESE DI NOVEMBRE
Saranno aperti sino al
mese di agosto del 2018 gli sportelli informativi istituiti dal
Libero Consorzio Comunale di Agrigento per informare gli operatori
professionali della pesca delle tre principali marinerie agrigentine
sulle nuove opportunità di finanziamento previste dal Fondo Europeo
per gli Affari Marittimi e la Pesca, o FEAMP. Anche per il mese di
novembre 2017, dunque, nei tre desk informativi di Licata, Porto
Empedocle e Sciacca sarà possibile contattare, secondo il calendario
appresso specificato, gli esperti della Bio&Tec soc. coop. di
Trapani, aggiudicataria del servizio
attivato dal Libero
Consorzio Comunale di Agrigento nell'ambito dell'azione E.2 del
progetto UE "Tartalife - Riduzione della mortalità della
tartaruga marina nelle attività di pesca professionale"- LIFE12
NAT/IT/000937.
Nei primi quattro
trimestri del 2017 sono state oltre 120 le consulenze che gli esperti
hanno fornito ai pescatori delle tre marinerie, ma in genere,
rispetto al numero di richieste di informazioni nei desk, l'esito
finale della partecipazione ai bandi è stato piuttosto basso, tranne
che per la misura 1.32 "Salute e Sicurezza", probabilmente a
causa dei requisiti di accesso che hanno ridotto le possibilità di
finanziamento, e ai costi di investimento di non facile gestione da
parte degli operatori della pesca.
Questo il calendario
previsto per il mese di novembre:
- a Sciacca (c/o Soc.
Coop. L'Ancora, Vicolo Mazzola, n.8) sabato 18 e giovedì 30
novembre dalle ore 9.00 alle ore 13.00;
- a Sciacca nella sede
di Lungomare Cristoforo Colombo n. 11, sabato 11 e sabato 25 novembre
dalle ore 9.00 alle ore 13.00;
- a Porto Empedocle
(Via Giotto n. 7) giovedì 9 e giovedì 23 novembre dalle ore 9.00
alle ore 13.00;
- a Licata (c/o Studio
di Assistenza e Consulenza per i pescatori in Via Principe di Napoli
n. 53) giovedì 9 e giovedì 23 novembre dalle ore 15.00 alle ore
19.00.
LIveSicilia
Musumeci ha anche la
maggioranza
Ars, ecco i settanta
deputati eletti
di Accursio Sabella
Il M5S ha il gruppo
più numeroso. Forza Italia ha 12 deputati, il Pd uno in meno. La
sinistra elegge solo Fava.
PALERMO - Alla fine c'è
anche la maggioranza. I deputati regionali eletti nei partiti a
sostegno del nuovo governatore Nello Musumeci sono 36 sui 70 che
andranno a popolare Sala d'Ercole. Riguardo ai nomi qualche sorpresa
potrebbe arrivare solo da Catania dove lo spoglio in nottata era
giunto solo alla metà delle sezioni.
È Forza Italia a fare la
parte del leone con 12 seggi conquistati e che saranno occupati da
Riccardo Gallo Afflitto (eletto nel collegio di Agrigento), Michele
Mancuso (Caltanissetta), Marco Falcone e Alfio Papale (Catania),
Luigi Genovese e Tommaso Calderone (Messina), Giuseppe Milazzo,
Riccardo Savona e Marianna Caronia (eletta grazie all'ingresso
all'Ars di Miccichè attraverso il listino di Musumeci), Orazio
Ragusa (Ragusa), Rossana Cannata (Siracusa), Stefano Pellegrino
(Trapani).
Tre i seggi conquistati
dalla lista che fa capo a Fratelli d'Italia e Noi con Salvini: si
tratta di Gaetano Galvagno (Catania), Antonio Catalfamo (Messina) e
Tony Rizzotto (Palermo). Il movimento #DiventeràBellissima invece
porta all'Ars quattro deputati: Giuseppe Zitelli (incerto, Catania),
Giuseppe Galluzzo (Messina), Alessandro Aricò (Palermo), Giorgio
Assenza (Ragusa).
Cinque invece i seggi
conquistati dai Popolari e autonomisti-Idea Sicilia: si tratta di
Carmelo Pullara (Agrigento), Pippo Compagnone (Catania), Toto
Cordaro e Roberto Lagalla eletti a Palermo esattamente con gli stessi
voti, infine ecco il ritorno anche di Pippo Gennuso (Siracusa).
Cinque anche i deputati eletti nelle fila dell'Udc di Cesa. Si tratta
di Margherita La Rocca Ruvolo (Agrigento), Giovanni Bulla (Catania),
Cateno De Luca (Messina), Vincenzo Figuccia (Palermo) ed Eleonora Lo
Curto. Quest'ultima viene eletta per la contestuale ed automatica
elezione di Mimmo Turano, il più votato nel collegio trapanese,
attraverso il listino del candidato vincente Musumeci. A proposito di
Listino, sono sei, con Turano, i deputati eletti: si tratta di
Gianfranco Micciché, Giusy Savarino, Elvira Amata, Bernadette Grasso
e Roberto Di Mauro. È lo stesso Musumeci a ricoprire appunto il
seggio numero 36: la maggioranza, anche numericamente, c'è.
Gli altri 35 staranno
quindi all'opposizione. Sono 20 i seggi conquistati in particolare
dal Movimento cinque stelle. Eletti Matteo Mangiacavallo e Giovanni
Di Caro (Agrigento), Nunzio Di Paola (Caltanissetta, eletto perché
Cancelleri è direttamente all'Ars in qualità di candidato 'miglior
perdente'), Angela Foti, Gianina Ciancio e Francesco Cappello certi
di essere eletti a Catania, mentre per il quarto si attende la
conclusione del lungo scrutinio, Elena Pagana (Enna), Valentina
Zafarana e Antonino De Luca (Messina), Giampiero Trizzino, Salvatore
Siragusa, Luigi Sunseri, Roberta Schillaci (Palermo), Stefania Campo
(Ragusa), Stefano Zito e Giorgio Pasqua (Siracusa), Sergio Tancredi e
Valentina Palmeri (Trapani). A completare la squadra, proprio
Giancarlo Cancelleri, in qualità di "secondo arrivato"
nella corsa verso Palazzo d'Orleans.
Il Pd porta all'Ars 11
deputati. Sono Michele Catanzaro (Agrigento), Giuseppe Arancio
(Caltanissetta), Luca Sammartino e Anthony Barbagallo (Catania),
Luisa Lantieri (Enna), Franco De Domenico (Messina), Giuseppe Lupo e
Antonello Cracolici (Palermo), Nello Dipasquale (Ragusa), Giovanni
Cafeo (Siracusa), Baldo Gucciardi (Trapani). Due gli eletti con
Sicilia Futura, si tratta di Nicola D'Agostino (Catania)ed Edy Tamajo
(Palermo). Infine, solo un seggio per la lista di sinistra "I cento
passi": è quello che spetta al candidato governatore Claudio Fava,
il più votato della lista nel collegio di Palermo.
MUSUMECI: "LA
SICILIA CAMBIERÀ
MI ASPETTA UNA
STAGIONE DIFFICILE"
di Elena Giordano
Catania, Nello
Musumeci presidente della Regione, primo discorso Musumeci, regionali
sicilia, Politica
Il primo discorso del
nuovo presidente della Regione.
CATANIA - "Sarò il
Presidente di tutti e questa terra diventerà bellissima". lo
ripete con convinzione il neo governatore siciliano Nello Musumeci,
con le lacrime agli occhi, pensando ai suoi "tre figli e ai figli
di tutti i siciliani". Appare in serata, a Catania, la sua città,
prima di scappare per "la capitale", davanti a una folla di
fedelissimi e simpatizzanti, oltre che alla stampa di tutta Italia.
"Non uno slogan, ma una promessa, un impegno che ormai ho preso
con i siciliani e che porterò a termine. La Sicilia cambierà, ne
sono sicuro e ce la metterò tutta".
Il Presidente si scusa
del ritardo "chi mi conosce, sa che sono particolarmente prudente e
desideravo la certezza del dato consolidato. Sono felice di aver
ricevuto il consenso per un ruolo di così grande responsabilità,
voglio essere e sarò il Presidente di tutti, di chi ha ritenuto di
votarmi e di chi non mi ha votato o non ha partecipato al voto".
Insiste sulla necessità di recuperare la fiducia dei siciliani nella
politica "il primo compito è per me di recuperare oltre il
cinquanta per cento dei siciliani che ha deciso di non votare, per
restituire alla politica in generale credibilità e autorevolezza".
Musumeci si sofferma su dato dell'astensione: "E' grave quello
che ci dice un sondaggio di pochi minuti fa - pare che solo il 12
per cento dei siciliani ha fiducia nell'Ente Regione, dobbiamo
riflettere, dobbiamo recuperare con il buon lavoro e con la buona
politica. Abbiamo il dovere di convincere queste persone che è
possibile riconoscersi ancora nella propria regione". Il presidente
Musumeci parla di una "campagna in salita, dura, con cadute di
stile," si dice convinto che "è acqua passata" che avverte
"per intero il peso di una grande responsabilità, so le difficoltà
che incontrerò nel percorso e che stagione difficile, la più
difficile, è quella che mi aspetta".
Il pubblico presente
applaude e si compatta, molti i volti non riconducibili al
centrodestra. "Sono convinto - spiega Musumeci - che con l'aiuto
di tutta la coalizione, che ringrazio per la lealtà e la fiducia
accordatami, che con loro e con la squadra di governo e il parlamento
responsabile, riusciremo lentamente a risalire la china. Per scrivere
una nuova pagina della Sicilia". Musumeci si congeda con altre
poche parole rivolte non soltanto agli alleati ma a tutte le forze
politiche italiane: "Siamo convinti che da oggi, prima di chiedere
aiuto agli altri dobbiamo essere convinti noi, siciliani, anche i più
disperati e rassegnati, che possiamo farcela, aumentando la fiamma
della speranza". E non dimentica di lanciare un messaggio contro i
veleni degli ultimi giorni: "Il nostro sarà un impegno antimafia
deciso e reale. Non abbiamo scherzato e non scherzeremo su questi
temi. Crediamo davvero nell'unità d'Italia che si realizza solo se
il Sud smette di arrancare". E conclude: "Ringrazio tutti per la
serietà con cui tutti hanno lavorato, un risultato eccezionale,
questo mio risultato non sarebbe stato possibile se centinaia di
candidati non si fossero impegnati in tutte le province dell'isola
per dare una mano alla lista alla quale avevano deciso di aderire.
Ringrazio tutti quelli che saranno eletti e quelli che non ce la
faranno, senza di loro non avremmo potuto essere qui". Nello
Musumeci, in ultimo, va oltre, sembra già guardare alle prossime
Politiche: "Il centrodestra si ricompone qui. Si apre la strada a
un appuntamento politico importante, un sogno che con ragionevole
ottimismo nella prossima primavera si potrà realizzare in ambito
nazionale. E' quello che abbiamo dimostrato nel laboratorio
Sicilia. Noi".
Scrivolibero
ELEZIONI REGIONALI,
OTTO GLI AGRIGENTINI
ALL'ARS
Saranno ben otto su
settanta gli agrigentini che varcheranno Palazzo dei Normanni dopo le
elezioni che ieri ha consegnato la guida della Sicilia a Nello
Musumeci.
La ripartizione dei seggi
in provincia di Agrigento ha infatti "consegnato" ai popolari e
autonomisti di Idea Sicilia un posto con l'elezione del licatese
Carmelo Pullara; due posti al Movimento 5 Stelle con l'elezione
dell'uscente Matteo Mangiacavallo e del favarese Giovanni Di Caro;
un posto al Partito Democratico con il grande risultato del giovane
saccense Michele Catanzaro; Rete Democratica - UDC vede la
rielezione dell'uscente Margherita La Rocca Ruvolo; Forza Italia
entra con il parlamentare nazionale Riccardo Gallo.
Altri due "posti"
andranno invece agli agrigentini Roberto Di Mauro (arrivato secondo
nella lista Idea Sicilia ndr) e all'esponente di
#DiventeràBellissima, la ravanusana Giusi Savarino in virtù
dell'inserimento dei loro nomi nel cosiddetto "listino" del
presidente, grazie all'elezione di Nello Musumeci a presidente.
La Sicilia
LA PROVINCIA DI
AGRIGENTO HA PREFERITO IL VOTO DISGIUNTO
NON C'È STATA
CORRISPONDENZA FRA I VOTI DI LISTA E DEI PRESIDENTI.
Otto deputati agrigentini
che siederanno a Sala d'Ercole, anche grazie alla vittoria di Nello
Musumeci che ha fatto scattare 2 posti "extra" del listino.
Agrigento è stata comunque una delle poche province in cui
Cancelleri ha superato il nuovo governatore, ma a farla da padrone è
stato il voto disgiunto: il candidato del Movimento 5 Stelle ha
infatti incassato a volte anche più del doppio dei voti di lista,
racco gliendo a mani basse da quanto perso per strada Fabrizio Micari
e dallo stesso Musumeci. Liste troppo "piene" e partiti troppo
deboli, però, alla fine hanno condizionato pesante mente il
risultato definitivo di queste elezioni regionali 2017.
(G.S.)
Elezioni regionali
2017
UNA MESSE DI VOTI PER
I CINQUE STELLE
Cancelleri ha raccolto
più voti di Musumeci. Mangiacavallo è stata il più votato in
provincia
Tra soglie di sbarramento
"traditrici" e difficoltà elettorali, è un contingente
agrigentino (quasi) nuovo quello che andrà a sedere a Sala D'Ercole
dopo questa tornata di elezioni regionali. Otto deputati (due dei
quali toccati in sortE alla nostra provincia grazie alla vittoria di
Nello Musumeci, che li aveva inseriti nel proprio listino, al sicuro
dalla prova del voto) che infatti sono quasi tutti volti più che
conosciuti della politica locale.
Partiamo proprio dalla
riserva di deputati prevista dalla legge elettorale per il
governatore vincitore, dove hanno trovato posto Roberto Di Mauro
(Popolari e Autonomisti) e Giusi Savarino (Diventerà Bellissima). Un
passaggio" fino a dentro il Parlamento Regionale utile soprattutto
alla neo deputata di origini ravanusane che proprio a causa del
mancato raggiungimento della soglia del 5% della sua lista avrebbe
rischiato di rimanere fuori dai giochi (dalla sua, tra l'altro,
solo" 3438 preferenze). Situazione simile per Di Mauro, il quale ha
però incassato oltre 7980 preferenze ma per quanto sia
immaginabile l'esistenza di un tandem elettorale si sarebbe
trovato fuori dal Parlamento visto la pesante affermazione di Carmelo
Pullara, che alla fine ha portato a casa oltre 9870 voti. Il secondo
miglior risultato tra quelli dei candidati agrigentini, per quanto a
palma di più votato tocchi all'uscente deputato del Movimento 5
stelle Matteo Mangiacavallo, che ha ottenuto oltre 14.970 preferenze.
Dentro, sotto la bandiera del Movimento 5 Stelle, anche il favarese
Giovanni Di Caro, dipendente comunale e già parte attiva nella
campagna elettorale per elezione del sindaco Anna Alba, il quale ha
ottenuto ben 5.987 voti.
Altra new entry
(abbastanza scomoda) è quella di Michele Catanzaro, segretario del
Pd di Sciacca. il quale con i suoi 6409 voti ha preso l'unico posto
disponibile per Dem lasciando fuori Giovanni Panepinto ( a soli 240
voti di distanza) ma soprattutto Mariella Lo Bello: l'ex
vicepresidente della Regione si è"schiantata" ad appena 1700
voti.
A proposito di debacle
elettorali non si può non tenere conto degli effetti nefasti del
mancato raggiungimento della soglia di sbarramento al 5% che ha
tenuto fuori dall'Ars gli uscenti Vincenzo Fontana (5296
preferenze), Michele Cimino (4519 voti) e Salvatore Cascio (5.056).
In casa Udc, invece,
rieletta il deputato Margherita La Rocca Ruvolo con 5129 voti. Buona
prova anche dell'ex Forzista Salvatore Iacolino, che si è fermato
a 4.676 preferenze. Nel partito di Berlusconi unico eletto è
risultato il deputato nazionale Riccardo Gallo Afflitto, il quale ha
incassato ben 7.337 voti, cioè il 50% dell'intera lista.
Affluenza e voto
disgiunto. Per quanto in linea con il dato regionale, l'affluenza
ai seggi è stata pesantemente rivista al ribasso rispetto al 2012:
se allora gli elettori erano stati il 41.34% degli aventi diritto,
domenica sono stati appena il 39.63, il secondo risultato più basso
dopo quello di Enna.
Rimanendo nel campo dei
numeri è interessante far rilevare come ci sia stato
complessivamente un pesante spostamento di consensi attraverso il
sistema del voto disgiunto soprattutto verso Giancarlo Cancelleri. Se
il politico nisseno ha incassato oltre 69mila preferenze in provincia
di Agrigento la sua lista si è fermata ad appena 33.125 voti, gli
stessi cioè che si è imitato a incassare Fabrizio Micari, che con
la sua lista della "Sfida gentile" ha raccolto in molti comuni
percentuali da prefisso telefonico. Questo nonostante la forza
nominale della coalizione, che ha raccolto 43087. Beneficiano di una
percentuale di voto disgiunto è stato anche Nello Musumeci, il quale
ha ottenuto in provincia di Agrigento 67833 preferenze a fronte di 6
di lista,dei quali quasi 2 da idea Sicilia-Popolari e Autonomisti".
GIOACCHINO SCHICCHÌ
SOLO TRE BIG RIENTRANO
A SALA D'ERCOLE.
Sono molte le novità
uscite dalle urne di queste elezioni regionali nella provincia di
Agrigento.
Intanto l'aumento del
numero dei deputati che dai sette della passata legislatura salgono a
otto grazie al stimo di Musumeci che si porta dentro Giovanni Roberto
Di Mauro e Giusy Savarino.
Poi la caduto di molti
big uscenti come Vincenzo Fontana, Giovanni Panepinto e Michele
Cimino. Salvatore Cascio. Non sarà più a Palermo nemmeno l'ormai
ex vicepresidente della Regione Mariella Lo Bello.
A Sala d restano solo
Margherita Lo Rocca Ruvolo, Matteo Mangiacavallo e lo stesso Roberto
Di Mauro.
Diversi invece i volti
nuovi, a cominciare da Giovanni Di Caro 42 anni, laureato in
ingegneria informatica, impiegato del Comune di Favara, che ottiene
il secondo seggio dei Cinque Stelle dopo Mangiacavallo ma nel comune
guidato dalla sindaco grillina Anna Alba.
Un altro volto nuovo a
sala d'Ercole è rappresentato da Michele Catanzaro, 36 anni di
Sciacca, per il quale è scattato il seggio del Pd scalzando
l'uscente Panepinto.
Il terzo nuovo inquilino
è il 'doppio" deputato Riccardo Gallo, attua le deputato
nazionale di Fo Italia, che entra anche di forza a Sala d'Ercole.
Cinquantenne di Agrigento, è ritenuto un «mago» delle elezioni in
occasione delle amministrative dei giugno 2008 è eletto consigliere
provinciale nelle liste del Pdl ottenendo 4273 preferenze. Alle
politiche del 20l3 viene eletto deputato della XVII legislatura della
Repubblica nella circoscrizione Sicilia 1 perla lista del Popolo del
novembre 2013, con la sospensione delle attività del Popolo della
Libertà, aderisce a Forza Italia. Ora è stato eletto nelle liste di
Forza Italia.
STELIO ZACCARIA.
IL COMMENTO
PER DIVENTARE DAVVERO
BELLISSIMA
Andati a letto e
risvegliatisi coll'incertezza se essere parte di un laboratorio
politico di un
nuovo (?) centrodestra o
cavie della prima regione a guida grillina.
i siciliani hanno
digerito il pranzo e preso il caffè con almeno un paio di certezze:
saranno Nello Musumeci e il ce i compattatosi a fatica attorno al
profilo e alla tenacia del governatore dal tono risorgimentale ad
amministrare per i prossimi cinque anni quel mostro dal le mille
teste che è la Regione, specchio di una terra complessa come la
Sicilia; il Movimento Cinque Stelle con un dato così alto non
esprime più sol tanto il voto di protesta ed essendosi proposto come
partito di lotta e di governo - andando nelle piazze per i rituali
'vaffaday" e incontrando anche forestali, i mitizzati forestali
siciliani dovrà prima o poi sedersi a tavolo con qualcuno se
vorrà trasferire il consenso che raccoglie in un Palazzo di governo
che non sia un Municipio; il centrosinistra, almeno così com'è,
appare fuori gioco e dovrà reinventarsi sul modello di un
centro-sinistra con il trattino e quindi federato, non divisivo,
prepotente, arrogante.
C'è poi un'altra
certezza. fors'anche la più importante per chi qui vive e decide.
coraggiosamente, di restare: non si potrà perdere un solo giorno
nell'affrontare le tante emergenze siciliane e tracciare il
programma basico per i primi fatidici cento giorni, quelli che
indicano a strada di un governo che vuole e deve essere autorevole.
Smaltita a fatica
la doppia sbornia, prima dì una campagna elettorale rissosa poi dei
commenti a caldo inevitabilmente orientatati tutti sulle alchimie
politiche nazionali, per t'importanza del voto siciliano (altro che
Cest locale», come ripeteva il mantra renziano), per la vicinanza
con le elezioni nazionali e per il malvezzo di non occuparsi dei
problemi concreti di un territorio, smaltita dunque questa doppia
sbornia. finalmente la scena viene recuperata dai temi concreti, fin
qui rimasti troppo sullo sfondo: il lavoro che non c'è,
l'infrastrutturazione improbabile al di là del Ponte sulLo
Stretto, il nodo rifiuti, la legalità e la trasparenza degli atti
amministrativi, la risorsa turistica sempre esaltata ma mai sfruttata
fino in fondo, in un mix di colpe fra sistema pubblico incapace di
garantire piena fruibilità ai nostri tesori e un privata troppo
timida.
Musumeci ha fatto suo il
nobile auspicio che fu di Paolo Borsellino, eretto a simbolo della
destra legalitaria: La Sicilia diventerà bellissima". Gli
auguriamo di portarla intanto nei pressi della normalità, facendo
ordine nei conti d una Regione sfiorata dal default, mettendo punto
all'infinito contenzioso con tostato sulle tasse. snellendo
l'elefantiaca macchina burocratica regionale, che significherebbe
ridurre sprechi, privilegi e costi e anche avvicinare i tempi di
realizzazione di un'opera pubblica agli standard nazionali.
Non gli sarà facile
riuscirci, considerato da dove si parte, e non certo perché a Sala
d'Ercole potrebbe entrare senza una maggioranza precostituita:
la politica siciliana è
così frastagliata e ondivaga da fare facilmente immaginare
occasionali stampelle al governo e pressoché immediati cambi di
casacca.
Di certo, Musumeci sin
dalle prime scelte chiarirà se il suo sarà un governo del
presidente" o piuttosto un governo di coalizione. Altrettanto
sicura mente la Sicilia s'aspetta rapidità nelle decisioni,
concretezza nei progetti, serietà nel rispetto degli impegni che
saranno presi. Soltanto così questa terra smetterà di essere
laboratorio altrui per diventare protagonista del proprio futuro e,
chissà, farsi anche davvero bellissima dopo essere stata disegnata
come buttanissima.
ANTONELLO PIRANEO