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rassegna stampa del 14 novembre 2017

Giornale di Sicilia

I patti per giunta e vertici dell'Ars
Prendono quota Falcone e Di Mauro
Gli esclusi dal governo entreranno nel Consiglio di presidenza dell'Assemblea. Domani Musumeci a Palermo inizia i colloqui con i partiti, sabato l'insediamento
Giacinto Pipitone 

In corso sottotraccia da giorni, le trattative per la composizione della giunta e per i vertici dell'Ars entreranno nel vivo da domani. Nello Musumeci rientrerà a Palermo dopo aver passato la prima settimana da neo presidente nella sua Militello Val di Catania. E da quel momento inizieranno gli incontri con i leader di partito. L'insediamento del presidente a Palazzo d'Orleans è previsto per sabato. È quella la data segnata in rosso sul calendario: la Corte d'Appello di Palermo notificherà il risultato delle elezioni e da quel momento Musumeci assumerà le funzioni di presidente. Poi dovrà attendere la proclamazione di tutti i nuovi deputati e quindi convocare l'Ars per la prima seduta, che si terrà entro la prima decade di dicembre. Il 5 dicembre o l'11 sono le date più probabili. Nell'attesa quindi verranno messi a punto gli equilibri in giunta e all'Ars. Musumeci ha fatto sapere ieri di voler incontrare singolarmente i leader di partito. Ci sarà quindi un giro di consultazioni che lo terrà impegnato per qualche giorno e che gli permetterà di avere un quadro completo sulle aspettative degli alleati. Sarà poi lui a fare la sintesi, fanno sapere da Catania. Dunque non ci sarà un vero e proprio vertice di maggioranza, come accadeva negli anni scorsi. Anche se un primo faccia a faccia di Musumeci con i leader dei partiti alleati c'è stato giovedì scorso a Roma: col presidente si sono ritrovati a pranzo Gianfranco Miccichè e Francesco Scoma di Forza Italia, Raffaele Lombardo e Saverio Romano per i Popolari Autonomisti. E proprio le quotazioni degli Autonomisti di Lombardo appaiono in ascesa in questi giorni.  Detto che una delle due vicepresidenze dell'Ars verrà offerta al Pd per blindare l'elezione a presidente di Miccichè, l'altra poltrona di vice potrebbe andare proprio a un centrista. E il favorito è Roberto Di Mauro, deputato di lungo corso che non a caso è fra i pochi a non aver avanzato ambizioni di entrare in giunta. Le altre poltrone interne all'Ars serviranno come pedine di compensazione per chi resterà escluso dalla giunta. In quest'ottica è molto ambito il consiglio di presidenza dove ogni partito avrà almeno un rappresentante. Forza Italia potrebbe puntare su una donna: il nome che si fa è quello di Marianna Caronia. Mentre per il ruolo di capogruppo dei forzisti il favorito è Giuseppe Milazzo. Il capogruppo uscente di Forza Italia, Marco Falcone, è invece il favorito per il ruolo di assessore alla Sanità. Mentre sono in picchiata le quotazioni di Santi Formica. Per il resto, Forza Italia dovrebbe avere 5 o 6 posti. Due ciascuno i Popolari e l'Udc (uno lo rivendica Cateno De Luca, finito ai domiciliari mercoledì, ma è impossibile che la sua richiesta venga presa in esame da Musumeci). Due o tre posti all'area di destra: uno di certo a Diventerà Bellissima, l'altro probabilmente a Fratelli d'Italia (si fa il nome del palermitano Gianpiero Cannella). I Popolari devono sciogliere il nodo-Lagalla: l'ex rettore è destinato all'assessorato Istruzione e Formazione professionale. Ma bisogna prima chiarire se entrerà in giunta - come appare scontato - in quota Popolari. O, come invoca Romano, come esterno scelto proprio  a Musumeci. In quest'ultimo caso gli assessori dei Popolari salirebbero a tre, visto che in rampa di lancio c'è anche Toto Cordaro. Ma Musumeci da giorni ripete che Lagalla è in quota  popolari. Per di più uno dei due posti in giunta è rivendicato anche da Raffaele Lombardo che starebbe trattando per la nissena Mariella Ippolito, presidente dell'Ordine dei Farmacisti.

Fondi europei. Gli atti sono stati firmati dagli assessori regionali uscenti
Imprese, turismo, cultura: otto bandi per 297 milioni


Una pioggia di contributi europei per le imprese. La Regione mette sul tavolo otto bandi per un  valore di 297 milioni, seconda  tranche di una serie di provvedimenti con cui gli assessorati provano ad accelerare la spesa dei fondi comunitari. Si tratta anche degli ultimi atti firmati dagli assessori uscenti prima di asciare le sedi al nuovo governo. I settori interessati dai finanziamenti sono due: «Ricerca e sviluppo tecnologico delle imprese» e «Competitività delle Pmi». I bandi in fase di pubblicazione sono otto. E tutti attesissimi. I due principali mettono in palio 70 e 30 milioni per «investimenti in macchinari, impianti e beni tangibili e accompagnamento dei processi di riorganizzazione e ristrutturazione aziendale». La Regione investe così i fondi che erano stati inseriti nelle misure 3.1.102B e 3.1.1.03. Si tratta in questo di procedure a sportello, quindi non appena saranno aperti i termini per presentare le istanze sarà molto importante farsi avanti subito perchè la procedura si blocca nel momento in cui viene esaurito il finanziamento complessivo per ognuno dei due bandi. Altri tre bandi, sempre con la procedura a sportello, sono previsti a breve e porteranno all'investimento di 112 milioni. Il primo di questi bandi punta a concedere contributi per il «supporto allo sviluppo di prodotti e servizi complementari alla valorizzazione di identificati attrattori culturali e naturali del territorio». In particolare questo bando, che vale 33 milioni, permette «l'integrazione tra imprese delle filiere culturali, turistiche, creative e dello spettacolo ». Possono accedere ai contributi anche le imprese delle «filiere di prodotti tradizionali e tipici». Un altro bando di questo secondo gruppo mette sul tappeto 46 milioni. In questo caso i contributi - previsti dalla misura 3.3.4 - sono destinati a sostenere le iniziative per aumentare la competitività delle imprese nelle destinazioni turistiche siciliane. C'è poi un altro bando da 33 milioni - frutto della misura 3.3.3. - che invita a presentare domande per creare le cosiddette reti di imprese. In particolare questo testo punta a «sostenere processi di aggregazione e integrazione tra imprese nella costruzione di un prodotto integrato all'interno delle destinazioni turistiche». Un capitolo a parte per i finanziamenti che puntano alla internazionalizzazione delle imprese siciliane. Su questo fronte è in arrivo un bando da 34,1 milioni destinato  «all'acquisto di servizi di supporto  all'internazionalizzazio -ne da parte delle piccole e medie  imprese singole o aggregate». Anche questo bando assegnerà i contributi attraverso la procedura a sportello: «Le imprese - illustra la relazione del servizio Euroinfosicilia che monitora lo stato di avanzamento del programma di spesa Fesr - verranno accompagnate nel proprio percorso di internazionalizzazione (ad esempio con specifiche analisi di mercato e business scouting sui mercati esteri) e di sostegno per l'accesso ai mercati. In quest'ultimo caso sono previsti certificazione di prodotto, assistenza per questioni legali, doganali e fiscali ma anche consulenze  per la partecipazione a gare internazionali o relative alla proprietà intellettuale. I finanziamenti, per l'80% a fondo perduto, potranno raggiungere i 100 mila euro per le aziende singole e 200 mila per i  raggruppamenti di imprese». Gli ultimi due bandi in rampa di lancio - sempre con la procedura dell'erogazione a sportello dei finanziamenti - puntano a favorire l'avanzamento tecnologico delle aziende. Questo terzo gruppo di provvedimenti finanzia «azioni di sistema per il sostegno alla partecipazione degli attori dei territori a piattaforme di concertazione e reti nazionali di specializzazione tecnologica». In pratica i fondi sono destinati alle imprese che vogliono partecipare, per esempio, ai Cluster tecnologici nazionali e a progetti finanziati con altri programmi europei per la ricerca e l'innovazione tecnologica (è il caso di Horizon 2020). I due bandi in questione mettono sul piatto 50  ilioni che rientrano negli investimenti previsti dalle due misure di spesa 1.2.1.01 e 1.2.1.03. Il programma di spesa Fesr è il più importante dei fondi comunitari previsti per il periodo 2014-  2020: prevede investimenti per circa 4 miliardi e 558 milioni. Il monitoraggio condotto da Euroinfosicilia mostra come il dipartimento Programmazione, guidato da Vincenzo Falgares, abbia finora portato alla pubblicazione di bandi per 380 milioni, a cui si aggiungono gli otto che devono ancora vedere la luce. Dunque la spesa totale portata avanti finora raggiunge i circa 680 milioni. Gia. Pi.

Tributi.
L'Ati ha deliberato una riduzione delle bollette, la Girgenti Acque contraria presenta un ricorso al Tar
Tariffe idriche, inizia lo scontro
Giuseppe Pantano

Girgenti Acque e l'Ati di Agrigento si fronteggiano dinanzi al Tar della Lombardia. Il gestore idrico ha impugnato il nuovo piano tariffario dell'Ambito Territoriale Idrico che è stato approvato dall'Autorità per l'energia elettrica, il gas e il sistema idrico e che prevede una riduzione del 2,5 per cento della tariffa per il 2017. Una riduzione limitata sulle singole bollette, ma che farebbe  decurtare in maniera considerevole la somma complessiva. L'Ati si costituirà in giudizio con l'avvocato Giuseppe Mazzarella e l'udienza nell'udienza che è fissata per il 16 novembre prossimo. «Noi abbiamo proceduto alla riduzione sulla base di tutta la documentazione che Girgenti Acque ci ha fornito - dice il presidente dell'Ati, Vincenzo Lotà - e cioè i bilanci, gli investimenti, le spese che il gestore sostiene. In base ai dati che ci hanno fornito abbiamo fatto delle valutazioni e anche  l'Autorità per l'energia ha approvato. Se noi avessimo agito in maniera arbitraria, non tenendo conto delle documentazione e delle spese sostenute dal gestore. Noi ci siamo mantenuti all'interno di una logica di coerenza. Una  famiglia per ogni 100 euro avrebbe un risparmio di 2,50 euro». «Noi abbiamo impugnato l'in - tera struttura tariffaria e non la  riduzione della tariffa - dice il direttore di Girgenti Acque, Giandomenico Ponzo -. La struttura tariffaria è strettamente legata al piano degli interventi, il programma degli investimenti approvati dall'Autorità d'ambito. La tariffa si sviluppa in quattro anni così come il piano degli interventi. In questo piano sono previsti 150 milioni di  investimenti con metà a carico del gestore, circa 75 milioni. Questi 75 milioni devono essere coperti con la tariffa. L'ambito della provincia di Agrigento è a forte bisogno di investimenti soprattutto per la vetustà delle strutture. Questo consente di fare aumentare le tariffe, ma questa è una scelta dell'Autorità d'ambito che, nonostante nelle relazioni evidenzi che è ad alta necessitàdi investimenti, prevede un Foni zero. Gli investimenti se non vengono finanziati con il Foni devono essere coperti da altro, ma qualunque investimento deve avere la possibilità di essere pagato. Ebbene, l'Ati prevede una rata di mutuo pari a zero in tutti e 4 gli anni. Quindi la copertura delle rate è prevista solo per gli interessi. E questo anche per gli anni futuri. Per questo - aggiunge  Ponzo - noi contestiamo l'intero impianto». Ieri si è riunito il consiglio direttivo dell'Ati di  Agrigento. Per il 21 novembre è convocata un'assemblea per discutere della risoluzione del rapporto. «Ormai - dice il sindaco di Sciacca, Francesca Valenti - è stata portata tutta la documentazione preparata dagli uffici dell'Ati e dai Comuni che hanno trasmesso degli atti utili e dunque l'avvocato Mazzarella adesso dovrebbe essere in condizione di dirci cosa, come e quando procedere». Nel versante occidentale  dell'Agrigentino tra i comuni che non hanno ceduto le reti anche Santa Margherita Belice e Burgio. in provincia sono 16 i Comuni amministrati da sindaci cosiddetti "ribelli" che non hanno ceduto le reti idriche e non hanno mostrato intenzione di fare passi indietro neppure a seguito della bocciatura della legge sull'acqua da parte della Corte Costituzionale. A Menfi anche il predecessore di Lotà, Michele Botta, è sempre stato su questa linea e si sono svolte anche manifestazioni per l'acqua pubblica. Il sindaco di Burgio, Vito Ferrantelli, ripete sempre: «Nel mio Comune il costo dell'acqua per una famiglia è di circa 100 euro. Negli altri nei quali la gestione non è comunale non si pagano certo queste somme ». Ci sono comuni, come Sciacca, che hanno proprie fonti di approvvigionamento idrico. (*GP*)

Trasporti. Interdetta alla circolazione delle auto una parte del percorso: dallo svincolo di Petrusa, in prossimità del capoluogo, fino allo svincolo per raggiungere Caldare
Lavori dell'Anas, da ieri chiuso un tratto della 640
Traffico caotico sulla Panoramica dei Templi, nella provinciale che collega Favara con Aragona e sulla statale per Palermo
Concetta Rizzo

Traffico caotico lungo la Panoramica dei Templi, a Favara e, inevitabilmente, lungo la provinciale 3, la Favara-Aragona Caldare, e sulla statale 189: la Agrigento- Palermo. Mattinata infernale, quella di ieri, per gli automobilisti che hanno dovuto spostarsi da Agrigento verso Canicattì e viceversa. Ad essere off- limits - esattamente come almeno nove mesi fa - è stato il tratto, più che strategico, della statale 640: dal chilometro 10,600 - che corrisponde allo svincolo Petrusa, all'altezza di Agrigento, - al chilometro 16,400 che corrisponde allo svincolo Aragona Caldare-Favara. E sulla statale 189, riversandosi un maggior numero di autovetture e mezzi pesanti, in una giornata di pioggia quale è stata quella di ieri, si sono registrati un paio di incidenti. Per fortuna, senza feriti. Soltanto con danno ai mezzi coinvolti. A monitorare l'intero quadro di viabilità è stata la polizia Stradale di Agrigento. «Il provvedimento è necessario per consentire al ministero delle Infrastrutture e dei Trasporti di svolgere le proprie attività di verifica sull'andamento di opere in corso di realizzazione» - avevano reso noto dall'Anas in merito al tratto di statale chiuso - . Tratto che resterà interdetto alla circolazione stradale anche oggi. E dunque gli automobilisti dovranno "sopportare" di nuovo deviazioni e caos. Esattamente per come è successo quando gli operai erano ancora al lavoro per il raddoppio del tracciato. Raddoppio della statale 640 che è stato, poi, - dopo  8 anni dalla posa della prima pietra- inaugurato nel marzo scorso proprio dal ministro dei Trasporti e delle Infrastrutture Graziano Delrio. Durante la chiusura della statale 640, oggi compreso, fra gli  svincoli Petrusa e Caldare, i veicoli provenienti da Caltanissetta e diretti ad Agrigento e Porto Empedocle dovranno uscire, dunque,dalla "Strada degli scrittori" allo svincolo di Caldare e percorrere la strada provinciale 3 e le statali 189, la Agrigento-Palermo, 122, 118 e 115. I veicoli provenienti da Agrigento e diretti a Caltanissetta dovranno percorrere, invece, la Agrigento-Palermo, svoltare sulla provinciale 3, come se dovessero dirigersi verso Favara, e poi immettersi di nuovo sulla statale 640 allo svincolo di Caldare. Il traffico proveniente dallo  svincolo Mosella con direzione Favara potrà proseguire sulla statale640- ha reso noto ieri l'Anas - fino allo svincolo di Petrusa, mentre quello diretto a Caltanissetta  sarà convogliato verso la rotatoria Giunone della statale 640 per poi proseguire sulle statali 115, 115 quater, 118, 122, 189 e strada provinciale 3. Ed infine i veicoli provenienti da Porto Empedocle e diretti verso Caltanissetta potranno percorrere le statali  115, 115 quater, 118, 122, 189 e strada provinciale 3.Le verifiche "sull'andamento delle opere ancora in corso di realizzazione", da parte del ministero delle Infrastrutture, dureranno - secondo le previsioni iniziali - due giorni. Oggi, dunque, tutto dovrebbe essere concluso. Non è escluso però che la pioggia - che ha bagnato per tutta la giornata di ieri Agrigento e provincia  - possa anche aver fatto rallentarele verifiche predisposte dal ministero delle Infrastrutture. E se così, malauguratamente, fosse è probabile che servirà qualche giorno in più per gli accertamenti, monitoraggi e misurazioni. Ma questo, naturalmente, si potrà sapere soltanto nella giornata di oggi. Soltanto oggi, dunque, si potrà essere certi della restituzione - alla regolare circolazione - della statale 640, la "Strada degli scrittori". La statale raddoppiata è stata inaugurata nel marzo scorso. Il finanziamento dell'opera era, invece, del dicembre del 2005 quando il Cipe stanziò poco meno di 595 milioni di euro. Il progetto definitivo del raddoppio ha previsto la costruzione di 20 viadotti, 3 gallerie artificiali e 8 svincoli, di cui due di nuova costruzione e 6 di adeguamento a quelli esistenti. (*CR*)

Parco archeologico. Dallo scorso mese di aprile aperti gli ipogei, che in poco tempo sono diventati meta per studiosi e turisti
Valle dei templi, i primi 16 anni della Kolymbetra
Oltre duemila visite in tre mesi nel nuovo percorso turistico che unisce la via Sacra all'area con il tempio di Castore e Polluce
Calogero Giuffrida

Più di duemila visite in tre mesi nel nuovo percorso turistico che unisce la Valle dei Templi al giardino della Kolymbetra che ieri ha festeggiato il 16esimo compleanno di apertura al pubblico. Autentico gioiello archeologico e agricolo, il giardino della Kolymbetra, nel cuore della valle tra il tempio di Castore e Polluce e quello di Vulcano, dopo un lungo periodo di abbandono fu affidato al Fai in concessione gratuita dalla Regione siciliana per venticinque anni. Adesso è meta di migliaia visitatori e turisti, studenti ed esperti italiani e stranieri che oltre ad apprezzare la bellezza del luogo hanno la possibilità di degustare i prodotti agroalimentari del "giardino degli dei"come arance, limoni,  melograni, olive, mandorle, fave, melanzane, peperoni. «Importante novità di quest'anno il nuovo percorso dell'ipogeo Kolymbetra-Porta V: inaugurato lo scorso aprile, in sperimentazione nei weekend tra maggio, giugno e luglio, a pieno regime ad agosto, settembre e ottobre, ha già registrato oltre 2.000 presenze e prevediamo di chiudere l'anno con 2.500 visitatori», ha detto ieri il direttore del giardino della Kolymbetra Giuseppe Lo Pilato. «Numeri importanti - ha aggiunto - visto che sono riferiti sostanzialmente solo ai primi tre mesi di apertura giornaliera al pubblico. Il prossimo anno ci aspettiamo almeno il doppio, se non di più. Un successo enorme grazie alla preziosa collaborazione di speleologi e archeologici che accompagnano i turisti. Abbiamo promosso l'itinerario dell'ipogeo con un cartellone all'ingresso della Kolymbetra e con depliant in tutte le biglietterie del parco». «Quest'anno - ha proseguito Lo Pilato - le presenze registrate finora sono  circa 70.000, prevediamo di concludere il 2017 con 75.000. Un leggero calo rispetto all'anno scorso, quando abbiamo raggiunto il record di 83.000 visitatori, che però si è registrato in particolare nel mese di maggio quando era ancora in fase di attivazione il nuovo sistema di biglietteria. In ogni caso, abbiamo ormai consolidato le presenze intorno al 10% del totale dei visitatori del Parco archeologico della Valle dei Templi e questo è il nostro obiettivo, perché il giardino non potrà mai ospitare 800mila persone in un anno. Per il 2018 prevediamo una nuova crescita di presenze, anche in considerazione del fatto che il nuovo sistema delle biglietterie è ormai rodato e che funziona a pieno ritmo, ma il nostro principale obiettivo rimane la tutela dell'ambiente, per noi ciò che conta è il recupero, la valorizzazione e la promozione del luogo a cui il Fai è molto legato, il Fai è innamorato del giardino della Kolymbetra più di ogni altro bene di cui dispone. Il Fondo per l'ambiente italiano, non a caso, anche alla luce del boom di presenze registrato negli ultimi anni, ha già detto che prima di ogni cosa viene la conservazione del giardino della Kolymbetra e accanto a questo un'attività turistica rispettosa di questo obiettivo». «Abbiamo potenziato la biglietteria e i servizi di accoglienza - ha spiegato Giuseppe Lo Pilato - con nuovo personale ma anche i servizi di gestione, coltivazione e manutenzione del giardino, abbiamo quindi aumentato le giornate lavorative ai nostri giardinieri, prima era necessario passare due o tre volte la settimana per gestire la pulizia dei vialetti e i lavori di varia natura, ora lo facciamo ogni giorno. Il nostro obiettivo principale, non lo dimentichiamo mai, è quello di curare quest'antico agrumeto e preservare questo meraviglioso paesaggio". Intanto ci si prepara al Natale. "Anche quest'anno proponiamo il presepe dei contadini, decorato con gli agrumi, una tradizione della Kolymbetra che abbiamo ripreso ormai da diversi anni. Saranno riproposte le novene, anche questa è ormai un'iniziativa consolidata, e poi ci sarà anche un mercatino in collaborazione con i produttori locali per la degustazione e la vendita dei prodotti tipici del nostro territorio». (*CAGI*)

Sicilia24h

La Regione emette un nuovo decreto di finanziamento per la riapertura al transito della S.P. n. 24 A

E' stato, da poco, pubblicato un nuovo decreto di finanziamento da parte della Regione Siciliana per interventi sulle strade di competenza del Libero Consorzio Comunale di Agrigento. Il provvedimento riguarda il finanziato del progetto esecutivo relativo ai "Lavori di eliminazione delle condizioni di pericolo per la riapertura al transito della S.P. n. 24 A (Ponte Giuri)". L'importo del progetto, redatto interamente dai tecnici del Settore Infrastrutture Stradali del Libero Consorzio è stato finanziato dalla Regione per un totale di 1.100.000,00 di euro di cui per € 2.200,00 sull'esercizio finanziario 2017, € 1.066.457,20 sull'esercizio finanziario 2018 e per € 28.542,80 sull'esercizio finanziario 2019. Si tratta di uno dei progetti esecutivi approvati dal Dirigente del Settore "Ambiente e Territorio, Infrastrutture Stradali del Libero Consorzio Comunale di Agrigento ed inviati alla Regione per il relativo finanziamento. Come per i precedenti stanziamenti, il Commissario Straordinario Giuseppe Marino ha dato disposizione agli uffici competenti di attivare nel più breve tempo possibile l'iter amministrativo per effettuare la relativa gara d'appalto, in modo da ripristinare la transitabilità lungo la Sp. n. 24 A che collega territori della zona ricadenti nel comune di Cammarata che, in questo modo, potranno uscire dal temporaneo isolamento, dovuto all'assenza di adeguati finanziamenti per ripristinare la sede stradale. Altri interventi che riguardano la zona del Tumarrano, sempre nel territorio di Cammarata, saranno realizzati con fondi del libero Consorzio. Il Libero Consorzio rimane in attesa di altri decreti di finanziamento di progetti esecutivi presentati all'Assessorato Regionale delle Infrastrutture.

Livesicilia.it

Gli incarichi fiduciari
REGIONE, MAPPA DELLO SPOIL SYSTEM QUALI NOMINE SI POSSONO REVOCARE di Accursio Sabella Il nuovo governo ha 90 giorni per cambiare il volto al sottogoverno. Quali poltrone "ballano" e quali sono le procedure.

PALERMO - La norma è allo stesso chiara e "flessibile". Perché quelle nomine sono diverse, hanno una origine propria e un proprio "riconoscimento". Sono quelle che potrebbero essere soggette al cosiddetto "spoil system" del nuovo governo. Insomma, sarà possibile, per il governo Musumeci sostituire i commissari di Crocetta? E gli amministratori della società regionali? E le guide delle aziende sanitarie e ospedaliere? L'ultima legge "blocca-nomine" Già, perché la norma è chiara, ma non è chiarissimo come applicarla. La legge ha di fatto ha esteso gli effetti della legge cosiddetta "blocca-nomine" approvata durante il governo Lombardo. "Le designazioni, nomine o incarichi di natura fiduciaria, per i quali non è richiesta una selezione sulla base di specifiche competenze tecniche" si legge nella norma che riguarda appunto le nomine relative "ad organi di vertice e a componenti dei consigli di amministrazione o degli organi equiparati di enti, aziende, consorzi, agenzie, soggetti, comunque denominati, di diritto pubblico o privato sottoposti a tutela, controllo o vigilanza da parte della Regione, in società controllate o partecipate dalla Regione" ad esclusione delle aziende sanitarie siciliane, "conferiti dal Presidente della Regione, dalla Giunta regionale o dagli Assessori regionali, durante il loro mandato, possono essere confermati, revocati, modificati o rinnovati entro novanta giorni dalla data di proclamazione del Presidente della Regione neoeletto. Decorso tale termine le designazioni, nomine ed incarichi per i quali non si sia provveduto si intendono confermati fino alla loro naturale scadenza". I commissari di Crocetta Il governo Crocetta, va detto subito, negli ultimi mesi ha fornito abbondante materiale per testare questa norma. Una novantina le nomine del governo e dei vari assessori negli ultimi tre mesi. Tra queste, la scelta dei commissari delle Città metropolitane: Girolamo Di Fazio, Salvo Cocina e Francesco Calanna sono stati inviati da Crocetta al posto di Leoluca Orlando, Enzo Bianco e Renato Accorinti. È il frutto dell'ultima legge regionale sulle Province. Chi arriverà potrà sostituire questi commissari? Dall'assessorato alle Autonomie locali non arrivano notizie definitive in merito. Anche perché nel frattempo si attende l'esito dei ricorsi presentati proprio dai sindaci che sono stati "scalzati" dai commissari di Crocetta. Una sospensiva all'efficacia di quelle nomine li riporterebbe in sella. Ma sullo spoil system, c'è una idea di fondo: trattandosi di commissari, vanno considerate nomine "fiduciarie". Una interpretazione che si basa anche su una sentenza relativa a una nomina di Lombardo di qualche anno fa. E quindi, in quanto fiduciarie, sono nomine che il nuovo governo - al netto di pronunce del Tar - potrà cambiare. Commissari che certamente potranno, legge alla mano, essere sostituiti sono quelli scelti dagli assessori. È il caso ad esempio di Nunziello Anastasi che l'ex responsabile dei Beni culturali Carlo Vermiglio inviò alla guida del Parco di Naxos. Quella nomina, insomma, è certamente fiduciaria e potrà essere soppiantata dal nuovo governo che potrà anche intervenire ad esempio su Irsap, dove l'addio dell'ex commissario Maria Grazia Brandara è stato compensato dall'arrivo di due commissari ad acta: Gaetano Clemente e Angela Di Stefano. E commissario è anche Claudio Alongi, marito del Segretario generale Patrizia Monterosso e da anni alla guida dell'Aran. E certamente potranno essere sostituiti altri commissari, come quelli che, d'un colpo, Crocetta ha inviato al vertice degli Istituti autonomi case popolari: Tra questi, Enrico Vella componente uscente del gabinetto del governatore, un'altra fedelissima come Cettina Foti, Rosario Andreanò anche lui finito nel gabinetto e noto anche per la quasi contemporanea nomina della moglie come consulente di Mariella Lo Bello, di Loredana Lauretta, altra componente storica del cerchio magico del presidente. Per arrivare all'ex cuffariano Totò Gueli e all'ex commissario di Esa (e come detto nuovo commissario della Città metropolitana di Messina) Francesco Calanna, entrambi fedelissimi del senatore Beppe Lumia. Le società partecipate Il governo potrà poi intervenire anche sulle nomine all'interno delle società regionali. Tra queste, le nomine a capo dell'Ast del militante del Megafono Massimo Finocchiaro, alla Seus (l'azienda che gestisce il 118) dell'altro fedelissimo e attivista del movimento del governatore Gaetano Montalbano, alla Sas del commercialista personale del presidente Sergio Tufano, all'Ircac del consulente personale di Crocetta Sami Ben-Abdelaali. E ancora, difficile pensare che Musumeci possa confermare alla guida di "Sicilia digitale" (già Sicilia e-servizi) Antonio Ingroia: in questo caso, come per altre partecipate, la nomina è della Regione in qualità di socio unico o di maggioranza, ma è di fatto volontà del presidente della Regione. Di natura fiduciaria, e quindi revocabile, è anche la nomina a capo del Fondo pensioni del capo di gabinetto del governatore, Giuseppe Amato. I manager della Sanità Altro discorso per i commissari della Sanità. Il "blocca-nomine", anche dopo la recente modifica dell'Ars, esclude, tra gli enti per i quali vige lo spoil system proprio le aziende sanitarie e ospedaliere. Ma la Sanità siciliana potrebbe presto andare incontro a uno spoil system "indotto". L'approvazione di un "blocca-nomine" specifico per la Sanità, poi anche impugnato da Palazzo Chigi, in estate ha spinto il governo, dopo un parere del Cga, a una nomina "originale": i commissari nominati, per tanti aspetti (compreso il passaggio in giunta per la nomina) somigliano ai direttori generali. Il motivo è tutto in una recente norma nazionale che ha disposto la creazione di un elenco unico nazionale dal quale i governi regionali dovranno attingere per la scelta dei direttori generali. Un elenco che sarà pronto già probabilmente nelle prossime settimane: e a quel punto il nuovo governo potrà scegliere i nuovi manager.
Il valzer dei dirigenti generali Infine, la legge regionale prevede anche la possibilità per il nuovo governo di sostituire, entro 90 giorni, tutti i dirigenti generali. Una norma che risale ai primi anni del nuovo secolo. Ma che recentemente si è arricchita di un particolare: è stata abolita, infatti, la cosiddetta "clausola di salvaguardia" che obbligava il governo a garantire al dirigente "scalzato" un incarico equivalente dal punto di vista economico. Un obbligo che, dicevamo, non esiste più. E così, il dirigente generale tornerebbe a fare il "dirigente semplice". Eppure, anche in questo senso il governo uscente è stato attivissimo con valzer, rotazioni e sostituzioni a pioggia. Attivo persino oltre i confini della stessa legislatura. Il 9 novembre, ad esempio, l'ormai ex vicepresidente della Regione Mariella Lo Bello ha firmato la proroga di un anno al contratto del dirigente generale alle Attività produttive, Alessandro Ferrara. Una conferma arrivata quattro giorni dopo il voto. Quando, insomma, il governatore non era più Crocetta, ma Musumeci.


La Sicilia
Figli d'Ercole CHI HA BOICOTTATO IL CODICE ETICO?

Parole dure di condanna per la probabile presenza a Sala d'Ercole e nei Palazzi che contano di personaggi discussi. È lecito. Scandalizzarsi si, meravigliarsi no. L'inquinamento ha la stessa età della Regione. Tanto che nel corso della legislatura appena conclusa la commissione regionale antimafia, presieduta da Nello Musumeci, ha avvertito il bisogno di disporre un codice etico con norme di comportamento dei politici e dei burocrati. Approvato all'unanimità dall'Antimafia, è stato bloc cato prima nei meandri della competente commissione legislativa con la scusa che occorreva emendano (in peggio). Raggiunto l'Aula è costantemente scivolato al l'ultimo punto dell'ordine del lavori parlamentari. Chi ha boicottato? Non lo sapremo mai. L'unica certezza è che lo ha sollecitato con forza il presidente della commissione Antimafia Musumeci. Inascoltato. Altra certezza è che il presidente dell'Assemblea Giovanni Ardizzone lo ha inserito all'ordine de! giorno del l'Ars. li resto si è distinto per il silenzio assoluto. Un silenzio sospetto. Se fosse stato approvato, i cosiddetti "impresentabili" non sarebbero entrati in lista. Vero è che la Regione in materia ha poteri limitati e per eventuali esclusioni gli uffici elettorali avrebbero tenuto conto della legge Severino, come hanno fatto, ma il codice etico dell'Ars sarebbe stato un deterrente per partiti è associazioni. E comunque sarebbe stato utile per la parte di competenza della Regione. Sono credibili coloro che si sono strappati i capelli in campagna elettorale scandalizzati per e candidature degli impresentabili" considerato che non hanno alzato un dito per 'approvazione del codice etico? Neanche il governo vi ha speso mezza parola. Comunque, sebbene il danno sia stato fatto, c'è sempre rimedio per il prestigio dell'Ars, già compromesso ed ora peggiorato. Tutto è nelle mani e nella mente dei neo figli d Il presidente della Regione appena eletto ha già annunciato la svolta di sua competenza. Auspicabile che al contrario delle scene viste nell'ulti mo quinquennio, esecutivo e legislativo operino in sintonia. Anche per le regole dettate dall'etica.

REGIONALI. Mancato rispetto della Legge Severino. Sicilia Futura e Alternativa popolare pronti a rivolgersi al Tar.
SI PUNTA A INVALIDARE ALCUNE LISTE.
La mancanza della certificazione su eventuali carichi pendenti permetterebbe la candidatura anche agli impresentabili.

I moduli presentati dai candidati alle Regionali non rispetterebbero e prescrizioni della legge Severino, le liste rimaste fuori da Sala D'Ercole corrono a richiedere gli atti e sperano, anche ad Agrigento, di riuscire a recuperare il gap elettorale. L'incendio è partito da Trapani: a presentare un ricorso urgente al far era stato Giacomo Scala, ex sindaco di Alcamo ed ex presidente della Sicilia. candidato con Sicilia Futura nel collegio di Trapani ma non eletto come molti componenti della lista di Cardinale e Cimino, "puniti dai meccanismi della legge elettorale Siciliana. Il ricorso si fondava sul mancato, o non corretto, deposito di una dichiarazione in autocertificazione prevista dalla legge Severino. Questa, negli articoli dedicati alle cariche Regionali, prevede che ogni candidato debba presentare un'autocertifìcazione attestante l'insussistenza delle cause di incandidabilità. E' sempre la stessa norma a prevedere che 'gli uffici preposti all'esame delle liste dei candida ti, entro il termine previsto per la loro ammissione, cancellano dalle liste stesse i nomi dei candidati per i quali manca la dichiarazione sostitutiva e dei candidati per i quali venga comunque accertata, dagli atti o documenti in possesso dell'ufficio, la sussistenza di alcuna delle predette condizioni di incandidabilità". Depurazione che non è stata effettuata, stante anche l'assenza, nei moduli forniti dall'Ufficio elettorale della Regione, di ogni riferimento alla Legge Severino. "I moduli dì accettazione dei candidati sono conformi alla legge regionale 29 del '51, noi siamo in Sicilia e dunque applichiamo la nostra norma. Dunque i moduli sono quelli e non si toccano" avevano dichiarato dalla Regione all'Ansa quando, ad inizio ottobre, la vicenda dei modelli "sbagliati" era esplosa in tutta la sua violenza mediatica. Così, adesso, il ricorso di Scala — che di fatto ha chiesto di impedire l'insediamento dei nuovi parlamentari - ha riaperto la ferita e in molti si stanno fondando sulle carte nella speranza di poter modificare gli equilibri. Ad Agrigento ieri mattina hanno già prelevato copia degli atti i componenti della lista di Sicilia Futura, mentre, già oggi, dovrebbero ritirarti quelli di Alternativa popolare. Stando alle parole di coloro che hanno avuto modo di leggere le carte vi sarebbero alme no2 liste che non risponderebbe al l'obbligo (se un obbligo sarà riconosciuto) di presentazione delle autocertificazioni e l'effetto sarebbe (con enormi condizionali d'obbligo) di veder annullati migliaia di voti. Con che conseguenze elettorali nessuno lo sa davvero: se gli Alfaniani, come ovvio, puntano a ridurre il quorum a livello isolano, sperando quindi di poter raggiungere l'agognato 5%, i componenti di Sicilia Futura mirano a liberare seggi nella speranza di recuperare almeno ad Agrigento, un posto a Sala D'Ercole. GIOACCHINO SCHICCHI


GOVERNO. Rafforzato il fondo integrazione salariale, altro incontro coi sindacati sabato.

Ape social, sì a 46mila domande PENSIONI, PIANO DA 300 MLN IN 7 PUNTI
Platea più ampia per i lavori gravosi, nuovo calcolo per l'età, integrativa nella P.a.

Un pacchetto di misure per circa 300 mln in sette punti sulle pensioni, quello presentato ieri ai sindacati dal premier Paolo Gentiloni con i ministri dell'Economia, Pier Carlo Padoan, e del Lavoro, Giuliano Poletti. Oltre all'ampliamento della platea dei lavori gravosi da esentare dallo scatto dell'età pensionabile dal 2019, l'esecutivo ha messo sul tavolo anche una commissione che studi la gravosità delle occupazioni per ampliare ulteriormente le categorie oltre le 15 già proposte, nonché la possibilità di se parare finalmente la spesa per la previdenza da quella dell'assistenza (cioè gli ammortizzatori sociali che oggi vengono erogati dall'Inps con i soldi versati dai lavoratori per i contributi); la revisione del meccanismo di calco lo dell'aspettativa di vita sulla base della media e non delle differenze di picco; un sostegno alla previdenza integrativa dei lavoratori pubblici; il miglioramento del fondo di integrazione salariale; la disponibilità nel 2018 delle risorse non spese quest'anno per l'ape social e per i precoci. Ma le risposte sono ancora del tutto «insufficienti» per la Cgil. come dice a chiare lettere la segretaria generale Susanna Camusso. Non mancano i distinguo all'interno del fronte sindaca le: più possibilista si mostra infatti, la Cisl, rilevando anche gli aspetti «positivi» sul tavolo. La verifica finale comunque si farà sabato prossimo, con un nuovo incontro fissato a Palazzo Chigi. «Credo sia stato fatto un buon lavoro, nelle condizioni date il governo mette in campo un impegno finanzia rio importante. Ci sono le condizioni per dare un messaggio positivo al Paese, mi auguro che si possano concretizzare», aveva premesso il premier Gentiloni aprendo il confronto. 11 meccanismo dell'adeguamento comunque non si tocca, conferma il ministro del Lavoro, Giuliano Poletti: «Abbiamo ribadito la convinzione del governo che il collegamento dell'età pensionabile all'aspettativa di vita è un pilastro del sistema previdenziale e va salvaguardato». Negativo il giudizio della Cgil: le risposte messe sul tavolo da «dall'organizzazione sono giudicate ampiamente insufficienti» e «si riferiscono ad una platea assolutamente insufficiente»,afferma Camusso, rimarcando che «le distanze sono ancora molto significative e proposte fatte non delineano una facile soluzione» per a Cgil. Pronta eventualmente a valutare come proseguire la mobilitazione. Per la leader della Cisl, Annamaria Furlan, invece, tra le proposte del governo alcune sono molto buone rispetto al giudizio della mia organizzazione e coerenti, altre vanno corrette e precisate meglio, altre mancano. Furlan sottolinea, in parti colare, come aspetto che «per noi ha più significato».la possibilità delineata dal governo stesso che «alle 15 categorie» da esentare da quota 67, dopo il lavoro della commissione tecnico scientifica pronta a rilevare le diverse speranze di vita in base ai diversi lavori «se ne potranno aggiungere altre» ampliando così la platea. «Bisogna allargare la platea, insiste anche il numero uno della Uil, Carmelo Barbagallo, e bisogna "in modo che questa settimana maturino le risposte che abbiamo considerato un po' insufficienti». I sindacati hanno chiesto al governo di mettere per iscritto, in maniera dettagliata, i testi e di rivedersi per una verifica complessiva, puntuale. Richiesta accolta dal governo: di qui il nuovo incontro messo in calendario per sabato mattina. Intanto, con il riesame delle domande per l'accesso all'Ape sociale e alla pensione anticipata per precoci si va verso un aumento di quelle accolte dall'lnps: potrebbero essere accettate nel complesso oltre 415.000 delle 66mila arrivate e delle 50mila previste, secondo il governo, Cioè, 26.500 domande per l'Ape sociale (su 39.777 arrivate, il 75% delle 35.000 previste) e 20.000 per i lavoratori precoci (su 26,632 arrivate, l'80% delle 25.000 previste). Anche se l'istituto precisa che il numero «sarà disponibile solo al termine dei riesami». Ad oggi, dice l'Inps, «per quanto riguarda l'Ape sociale al 15 ottobre, data del termine dell'istruttoria della prima tranche di domande inoltrate per 12017, erano state accolte circa 14.000 delle 39.000 istanze pervenute. Le domande accolte peri cosiddetti lavoratori precoci erano state invece, alla medesima data, circa 8.000 a fronte delle 26.000 ricevute. Adesso, «alla luce delle nuove interpretazioni condivise con il ministero del Lavoro circa criteri per considerare lo stato di disoccupazione (ora non si considerano più brevi periodi dilavorofin5a sei mesi, ndr),l'lnps sta provvedendo a riesame d'ufficio di circa 15.000 domande. cui si aggiunge la stima di circa 8.800 riesami su i- stanza degli utenti». Ma Barbagallo della Uil insiste: «Bisogna allargare i paletti a il 100% delle domande», Sull'altro fronte, nella proposta del governo sulle categorie da esentare da quota 67 ci sono le 11 dell'Ape social (tra cui maestre, infermieri turnisti, macchinisti ed edili) più le 4 new entry dei braccianti, siderurgici, marittimi e pescatori, per un totale di 15- 17 mila, Sui requisiti il governo ha aperto sulla possibilità dì avere 30 anni di contributi (invece di 36 anni come per l'Ape social) e dì avere svolto il lavoro gravoso almeno sette anni negli ultimi dieci come per gli usuranti (e non sei anni nell'arco di sette). Sul sistema dì calcolo resta la proposta di rivederlo sulla base di una media biennale e non più di un scarto secco.


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