Giornale di Sicilia
I patti per giunta e vertici dell'Ars
Prendono quota Falcone e Di Mauro
Gli esclusi dal governo entreranno nel Consiglio di presidenza dell'Assemblea. Domani Musumeci a Palermo inizia i colloqui con i partiti, sabato l'insediamento
Giacinto Pipitone
In corso sottotraccia da giorni, le trattative per la composizione della giunta e per i vertici dell'Ars entreranno nel vivo da domani. Nello Musumeci rientrerà a Palermo dopo aver passato la prima settimana da neo presidente nella sua Militello Val di Catania. E da quel momento inizieranno gli incontri con i leader di partito. L'insediamento del presidente a Palazzo d'Orleans è previsto per sabato. È quella la data segnata in rosso sul calendario: la Corte d'Appello di Palermo notificherà il risultato delle elezioni e da quel momento Musumeci assumerà le funzioni di presidente. Poi dovrà attendere la proclamazione di tutti i nuovi deputati e quindi convocare l'Ars per la prima seduta, che si terrà entro la prima decade di dicembre. Il 5 dicembre o l'11 sono le date più probabili. Nell'attesa quindi verranno messi a punto gli equilibri in giunta e all'Ars. Musumeci ha fatto sapere ieri di voler incontrare singolarmente i leader di partito. Ci sarà quindi un giro di consultazioni che lo terrà impegnato per qualche giorno e che gli permetterà di avere un quadro completo sulle aspettative degli alleati. Sarà poi lui a fare la sintesi, fanno sapere da Catania. Dunque non ci sarà un vero e proprio vertice di maggioranza, come accadeva negli anni scorsi. Anche se un primo faccia a faccia di Musumeci con i leader dei partiti alleati c'è stato giovedì scorso a Roma: col presidente si sono ritrovati a pranzo Gianfranco Miccichè e Francesco Scoma di Forza Italia, Raffaele Lombardo e Saverio Romano per i Popolari Autonomisti. E proprio le quotazioni degli Autonomisti di Lombardo appaiono in ascesa in questi giorni. Detto che una delle due vicepresidenze dell'Ars verrà offerta al Pd per blindare l'elezione a presidente di Miccichè, l'altra poltrona di vice potrebbe andare proprio a un centrista. E il favorito è Roberto Di Mauro, deputato di lungo corso che non a caso è fra i pochi a non aver avanzato ambizioni di entrare in giunta. Le altre poltrone interne all'Ars serviranno come pedine di compensazione per chi resterà escluso dalla giunta. In quest'ottica è molto ambito il consiglio di presidenza dove ogni partito avrà almeno un rappresentante. Forza Italia potrebbe puntare su una donna: il nome che si fa è quello di Marianna Caronia. Mentre per il ruolo di capogruppo dei forzisti il favorito è Giuseppe Milazzo. Il capogruppo uscente di Forza Italia, Marco Falcone, è invece il favorito per il ruolo di assessore alla Sanità. Mentre sono in picchiata le quotazioni di Santi Formica. Per il resto, Forza Italia dovrebbe avere 5 o 6 posti. Due ciascuno i Popolari e l'Udc (uno lo rivendica Cateno De Luca, finito ai domiciliari mercoledì, ma è impossibile che la sua richiesta venga presa in esame da Musumeci). Due o tre posti all'area di destra: uno di certo a Diventerà Bellissima, l'altro probabilmente a Fratelli d'Italia (si fa il nome del palermitano Gianpiero Cannella). I Popolari devono sciogliere il nodo-Lagalla: l'ex rettore è destinato all'assessorato Istruzione e Formazione professionale. Ma bisogna prima chiarire se entrerà in giunta - come appare scontato - in quota Popolari. O, come invoca Romano, come esterno scelto proprio a Musumeci. In quest'ultimo caso gli assessori dei Popolari salirebbero a tre, visto che in rampa di lancio c'è anche Toto Cordaro. Ma Musumeci da giorni ripete che Lagalla è in quota popolari. Per di più uno dei due posti in giunta è rivendicato anche da Raffaele Lombardo che starebbe trattando per la nissena Mariella Ippolito, presidente dell'Ordine dei Farmacisti.
Fondi europei. Gli atti sono stati firmati dagli assessori regionali uscenti
Imprese, turismo, cultura: otto bandi per 297 milioni
Una pioggia di contributi europei per le imprese. La Regione mette sul tavolo otto bandi per un valore di 297 milioni, seconda tranche di una serie di provvedimenti con cui gli assessorati provano ad accelerare la spesa dei fondi comunitari. Si tratta anche degli ultimi atti firmati dagli assessori uscenti prima di asciare le sedi al nuovo governo. I settori interessati dai finanziamenti sono due: «Ricerca e sviluppo tecnologico delle imprese» e «Competitività delle Pmi». I bandi in fase di pubblicazione sono otto. E tutti attesissimi. I due principali mettono in palio 70 e 30 milioni per «investimenti in macchinari, impianti e beni tangibili e accompagnamento dei processi di riorganizzazione e ristrutturazione aziendale». La Regione investe così i fondi che erano stati inseriti nelle misure 3.1.102B e 3.1.1.03. Si tratta in questo di procedure a sportello, quindi non appena saranno aperti i termini per presentare le istanze sarà molto importante farsi avanti subito perchè la procedura si blocca nel momento in cui viene esaurito il finanziamento complessivo per ognuno dei due bandi. Altri tre bandi, sempre con la procedura a sportello, sono previsti a breve e porteranno all'investimento di 112 milioni. Il primo di questi bandi punta a concedere contributi per il «supporto allo sviluppo di prodotti e servizi complementari alla valorizzazione di identificati attrattori culturali e naturali del territorio». In particolare questo bando, che vale 33 milioni, permette «l'integrazione tra imprese delle filiere culturali, turistiche, creative e dello spettacolo ». Possono accedere ai contributi anche le imprese delle «filiere di prodotti tradizionali e tipici». Un altro bando di questo secondo gruppo mette sul tappeto 46 milioni. In questo caso i contributi - previsti dalla misura 3.3.4 - sono destinati a sostenere le iniziative per aumentare la competitività delle imprese nelle destinazioni turistiche siciliane. C'è poi un altro bando da 33 milioni - frutto della misura 3.3.3. - che invita a presentare domande per creare le cosiddette reti di imprese. In particolare questo testo punta a «sostenere processi di aggregazione e integrazione tra imprese nella costruzione di un prodotto integrato all'interno delle destinazioni turistiche». Un capitolo a parte per i finanziamenti che puntano alla internazionalizzazione delle imprese siciliane. Su questo fronte è in arrivo un bando da 34,1 milioni destinato «all'acquisto di servizi di supporto all'internazionalizzazio -ne da parte delle piccole e medie imprese singole o aggregate». Anche questo bando assegnerà i contributi attraverso la procedura a sportello: «Le imprese - illustra la relazione del servizio Euroinfosicilia che monitora lo stato di avanzamento del programma di spesa Fesr - verranno accompagnate nel proprio percorso di internazionalizzazione (ad esempio con specifiche analisi di mercato e business scouting sui mercati esteri) e di sostegno per l'accesso ai mercati. In quest'ultimo caso sono previsti certificazione di prodotto, assistenza per questioni legali, doganali e fiscali ma anche consulenze per la partecipazione a gare internazionali o relative alla proprietà intellettuale. I finanziamenti, per l'80% a fondo perduto, potranno raggiungere i 100 mila euro per le aziende singole e 200 mila per i raggruppamenti di imprese». Gli ultimi due bandi in rampa di lancio - sempre con la procedura dell'erogazione a sportello dei finanziamenti - puntano a favorire l'avanzamento tecnologico delle aziende. Questo terzo gruppo di provvedimenti finanzia «azioni di sistema per il sostegno alla partecipazione degli attori dei territori a piattaforme di concertazione e reti nazionali di specializzazione tecnologica». In pratica i fondi sono destinati alle imprese che vogliono partecipare, per esempio, ai Cluster tecnologici nazionali e a progetti finanziati con altri programmi europei per la ricerca e l'innovazione tecnologica (è il caso di Horizon 2020). I due bandi in questione mettono sul piatto 50 ilioni che rientrano negli investimenti previsti dalle due misure di spesa 1.2.1.01 e 1.2.1.03. Il programma di spesa Fesr è il più importante dei fondi comunitari previsti per il periodo 2014- 2020: prevede investimenti per circa 4 miliardi e 558 milioni. Il monitoraggio condotto da Euroinfosicilia mostra come il dipartimento Programmazione, guidato da Vincenzo Falgares, abbia finora portato alla pubblicazione di bandi per 380 milioni, a cui si aggiungono gli otto che devono ancora vedere la luce. Dunque la spesa totale portata avanti finora raggiunge i circa 680 milioni. Gia. Pi.
Tributi.
L'Ati ha deliberato una riduzione delle bollette, la Girgenti Acque contraria presenta un ricorso al Tar
Tariffe idriche, inizia lo scontro
Giuseppe Pantano
Girgenti Acque e l'Ati di Agrigento si fronteggiano dinanzi al Tar della Lombardia. Il gestore idrico ha impugnato il nuovo piano tariffario dell'Ambito Territoriale Idrico che è stato approvato dall'Autorità per l'energia elettrica, il gas e il sistema idrico e che prevede una riduzione del 2,5 per cento della tariffa per il 2017. Una riduzione limitata sulle singole bollette, ma che farebbe decurtare in maniera considerevole la somma complessiva. L'Ati si costituirà in giudizio con l'avvocato Giuseppe Mazzarella e l'udienza nell'udienza che è fissata per il 16 novembre prossimo. «Noi abbiamo proceduto alla riduzione sulla base di tutta la documentazione che Girgenti Acque ci ha fornito - dice il presidente dell'Ati, Vincenzo Lotà - e cioè i bilanci, gli investimenti, le spese che il gestore sostiene. In base ai dati che ci hanno fornito abbiamo fatto delle valutazioni e anche l'Autorità per l'energia ha approvato. Se noi avessimo agito in maniera arbitraria, non tenendo conto delle documentazione e delle spese sostenute dal gestore. Noi ci siamo mantenuti all'interno di una logica di coerenza. Una famiglia per ogni 100 euro avrebbe un risparmio di 2,50 euro». «Noi abbiamo impugnato l'in - tera struttura tariffaria e non la riduzione della tariffa - dice il direttore di Girgenti Acque, Giandomenico Ponzo -. La struttura tariffaria è strettamente legata al piano degli interventi, il programma degli investimenti approvati dall'Autorità d'ambito. La tariffa si sviluppa in quattro anni così come il piano degli interventi. In questo piano sono previsti 150 milioni di investimenti con metà a carico del gestore, circa 75 milioni. Questi 75 milioni devono essere coperti con la tariffa. L'ambito della provincia di Agrigento è a forte bisogno di investimenti soprattutto per la vetustà delle strutture. Questo consente di fare aumentare le tariffe, ma questa è una scelta dell'Autorità d'ambito che, nonostante nelle relazioni evidenzi che è ad alta necessitàdi investimenti, prevede un Foni zero. Gli investimenti se non vengono finanziati con il Foni devono essere coperti da altro, ma qualunque investimento deve avere la possibilità di essere pagato. Ebbene, l'Ati prevede una rata di mutuo pari a zero in tutti e 4 gli anni. Quindi la copertura delle rate è prevista solo per gli interessi. E questo anche per gli anni futuri. Per questo - aggiunge Ponzo - noi contestiamo l'intero impianto». Ieri si è riunito il consiglio direttivo dell'Ati di Agrigento. Per il 21 novembre è convocata un'assemblea per discutere della risoluzione del rapporto. «Ormai - dice il sindaco di Sciacca, Francesca Valenti - è stata portata tutta la documentazione preparata dagli uffici dell'Ati e dai Comuni che hanno trasmesso degli atti utili e dunque l'avvocato Mazzarella adesso dovrebbe essere in condizione di dirci cosa, come e quando procedere». Nel versante occidentale dell'Agrigentino tra i comuni che non hanno ceduto le reti anche Santa Margherita Belice e Burgio. in provincia sono 16 i Comuni amministrati da sindaci cosiddetti "ribelli" che non hanno ceduto le reti idriche e non hanno mostrato intenzione di fare passi indietro neppure a seguito della bocciatura della legge sull'acqua da parte della Corte Costituzionale. A Menfi anche il predecessore di Lotà, Michele Botta, è sempre stato su questa linea e si sono svolte anche manifestazioni per l'acqua pubblica. Il sindaco di Burgio, Vito Ferrantelli, ripete sempre: «Nel mio Comune il costo dell'acqua per una famiglia è di circa 100 euro. Negli altri nei quali la gestione non è comunale non si pagano certo queste somme ». Ci sono comuni, come Sciacca, che hanno proprie fonti di approvvigionamento idrico. (*GP*)
Trasporti. Interdetta alla circolazione delle auto una parte del percorso: dallo svincolo di Petrusa, in prossimità del capoluogo, fino allo svincolo per raggiungere Caldare
Lavori dell'Anas, da ieri chiuso un tratto della 640
Traffico caotico sulla Panoramica dei Templi, nella provinciale che collega Favara con Aragona e sulla statale per Palermo
Concetta Rizzo
Traffico caotico lungo la Panoramica dei Templi, a Favara e, inevitabilmente, lungo la provinciale 3, la Favara-Aragona Caldare, e sulla statale 189: la Agrigento- Palermo. Mattinata infernale, quella di ieri, per gli automobilisti che hanno dovuto spostarsi da Agrigento verso Canicattì e viceversa. Ad essere off- limits - esattamente come almeno nove mesi fa - è stato il tratto, più che strategico, della statale 640: dal chilometro 10,600 - che corrisponde allo svincolo Petrusa, all'altezza di Agrigento, - al chilometro 16,400 che corrisponde allo svincolo Aragona Caldare-Favara. E sulla statale 189, riversandosi un maggior numero di autovetture e mezzi pesanti, in una giornata di pioggia quale è stata quella di ieri, si sono registrati un paio di incidenti. Per fortuna, senza feriti. Soltanto con danno ai mezzi coinvolti. A monitorare l'intero quadro di viabilità è stata la polizia Stradale di Agrigento. «Il provvedimento è necessario per consentire al ministero delle Infrastrutture e dei Trasporti di svolgere le proprie attività di verifica sull'andamento di opere in corso di realizzazione» - avevano reso noto dall'Anas in merito al tratto di statale chiuso - . Tratto che resterà interdetto alla circolazione stradale anche oggi. E dunque gli automobilisti dovranno "sopportare" di nuovo deviazioni e caos. Esattamente per come è successo quando gli operai erano ancora al lavoro per il raddoppio del tracciato. Raddoppio della statale 640 che è stato, poi, - dopo 8 anni dalla posa della prima pietra- inaugurato nel marzo scorso proprio dal ministro dei Trasporti e delle Infrastrutture Graziano Delrio. Durante la chiusura della statale 640, oggi compreso, fra gli svincoli Petrusa e Caldare, i veicoli provenienti da Caltanissetta e diretti ad Agrigento e Porto Empedocle dovranno uscire, dunque,dalla "Strada degli scrittori" allo svincolo di Caldare e percorrere la strada provinciale 3 e le statali 189, la Agrigento-Palermo, 122, 118 e 115. I veicoli provenienti da Agrigento e diretti a Caltanissetta dovranno percorrere, invece, la Agrigento-Palermo, svoltare sulla provinciale 3, come se dovessero dirigersi verso Favara, e poi immettersi di nuovo sulla statale 640 allo svincolo di Caldare. Il traffico proveniente dallo svincolo Mosella con direzione Favara potrà proseguire sulla statale640- ha reso noto ieri l'Anas - fino allo svincolo di Petrusa, mentre quello diretto a Caltanissetta sarà convogliato verso la rotatoria Giunone della statale 640 per poi proseguire sulle statali 115, 115 quater, 118, 122, 189 e strada provinciale 3. Ed infine i veicoli provenienti da Porto Empedocle e diretti verso Caltanissetta potranno percorrere le statali 115, 115 quater, 118, 122, 189 e strada provinciale 3.Le verifiche "sull'andamento delle opere ancora in corso di realizzazione", da parte del ministero delle Infrastrutture, dureranno - secondo le previsioni iniziali - due giorni. Oggi, dunque, tutto dovrebbe essere concluso. Non è escluso però che la pioggia - che ha bagnato per tutta la giornata di ieri Agrigento e provincia - possa anche aver fatto rallentarele verifiche predisposte dal ministero delle Infrastrutture. E se così, malauguratamente, fosse è probabile che servirà qualche giorno in più per gli accertamenti, monitoraggi e misurazioni. Ma questo, naturalmente, si potrà sapere soltanto nella giornata di oggi. Soltanto oggi, dunque, si potrà essere certi della restituzione - alla regolare circolazione - della statale 640, la "Strada degli scrittori". La statale raddoppiata è stata inaugurata nel marzo scorso. Il finanziamento dell'opera era, invece, del dicembre del 2005 quando il Cipe stanziò poco meno di 595 milioni di euro. Il progetto definitivo del raddoppio ha previsto la costruzione di 20 viadotti, 3 gallerie artificiali e 8 svincoli, di cui due di nuova costruzione e 6 di adeguamento a quelli esistenti. (*CR*)
Parco archeologico. Dallo scorso mese di aprile aperti gli ipogei, che in poco tempo sono diventati meta per studiosi e turisti
Valle dei templi, i primi 16 anni della Kolymbetra
Oltre duemila visite in tre mesi nel nuovo percorso turistico che unisce la via Sacra all'area con il tempio di Castore e Polluce
Calogero Giuffrida
Più di duemila visite in tre mesi nel nuovo percorso turistico che unisce la Valle dei Templi al giardino della Kolymbetra che ieri ha festeggiato il 16esimo compleanno di apertura al pubblico. Autentico gioiello archeologico e agricolo, il giardino della Kolymbetra, nel cuore della valle tra il tempio di Castore e Polluce e quello di Vulcano, dopo un lungo periodo di abbandono fu affidato al Fai in concessione gratuita dalla Regione siciliana per venticinque anni. Adesso è meta di migliaia visitatori e turisti, studenti ed esperti italiani e stranieri che oltre ad apprezzare la bellezza del luogo hanno la possibilità di degustare i prodotti agroalimentari del "giardino degli dei"come arance, limoni, melograni, olive, mandorle, fave, melanzane, peperoni. «Importante novità di quest'anno il nuovo percorso dell'ipogeo Kolymbetra-Porta V: inaugurato lo scorso aprile, in sperimentazione nei weekend tra maggio, giugno e luglio, a pieno regime ad agosto, settembre e ottobre, ha già registrato oltre 2.000 presenze e prevediamo di chiudere l'anno con 2.500 visitatori», ha detto ieri il direttore del giardino della Kolymbetra Giuseppe Lo Pilato. «Numeri importanti - ha aggiunto - visto che sono riferiti sostanzialmente solo ai primi tre mesi di apertura giornaliera al pubblico. Il prossimo anno ci aspettiamo almeno il doppio, se non di più. Un successo enorme grazie alla preziosa collaborazione di speleologi e archeologici che accompagnano i turisti. Abbiamo promosso l'itinerario dell'ipogeo con un cartellone all'ingresso della Kolymbetra e con depliant in tutte le biglietterie del parco». «Quest'anno - ha proseguito Lo Pilato - le presenze registrate finora sono circa 70.000, prevediamo di concludere il 2017 con 75.000. Un leggero calo rispetto all'anno scorso, quando abbiamo raggiunto il record di 83.000 visitatori, che però si è registrato in particolare nel mese di maggio quando era ancora in fase di attivazione il nuovo sistema di biglietteria. In ogni caso, abbiamo ormai consolidato le presenze intorno al 10% del totale dei visitatori del Parco archeologico della Valle dei Templi e questo è il nostro obiettivo, perché il giardino non potrà mai ospitare 800mila persone in un anno. Per il 2018 prevediamo una nuova crescita di presenze, anche in considerazione del fatto che il nuovo sistema delle biglietterie è ormai rodato e che funziona a pieno ritmo, ma il nostro principale obiettivo rimane la tutela dell'ambiente, per noi ciò che conta è il recupero, la valorizzazione e la promozione del luogo a cui il Fai è molto legato, il Fai è innamorato del giardino della Kolymbetra più di ogni altro bene di cui dispone. Il Fondo per l'ambiente italiano, non a caso, anche alla luce del boom di presenze registrato negli ultimi anni, ha già detto che prima di ogni cosa viene la conservazione del giardino della Kolymbetra e accanto a questo un'attività turistica rispettosa di questo obiettivo». «Abbiamo potenziato la biglietteria e i servizi di accoglienza - ha spiegato Giuseppe Lo Pilato - con nuovo personale ma anche i servizi di gestione, coltivazione e manutenzione del giardino, abbiamo quindi aumentato le giornate lavorative ai nostri giardinieri, prima era necessario passare due o tre volte la settimana per gestire la pulizia dei vialetti e i lavori di varia natura, ora lo facciamo ogni giorno. Il nostro obiettivo principale, non lo dimentichiamo mai, è quello di curare quest'antico agrumeto e preservare questo meraviglioso paesaggio". Intanto ci si prepara al Natale. "Anche quest'anno proponiamo il presepe dei contadini, decorato con gli agrumi, una tradizione della Kolymbetra che abbiamo ripreso ormai da diversi anni. Saranno riproposte le novene, anche questa è ormai un'iniziativa consolidata, e poi ci sarà anche un mercatino in collaborazione con i produttori locali per la degustazione e la vendita dei prodotti tipici del nostro territorio». (*CAGI*)
Sicilia24h
La Regione emette un nuovo decreto
di finanziamento per la riapertura al transito della S.P. n. 24 A
E' stato, da poco, pubblicato un
nuovo decreto di finanziamento da parte della Regione Siciliana per
interventi sulle strade di competenza del Libero Consorzio Comunale
di Agrigento. Il provvedimento riguarda il finanziato del progetto
esecutivo relativo ai "Lavori di eliminazione delle condizioni di
pericolo per la riapertura al transito della S.P. n. 24 A (Ponte
Giuri)".
L'importo del progetto, redatto
interamente dai tecnici del Settore Infrastrutture Stradali del
Libero Consorzio è stato finanziato dalla Regione per un totale di
1.100.000,00 di euro di cui per 2.200,00 sull'esercizio
finanziario 2017, 1.066.457,20 sull'esercizio finanziario 2018
e per 28.542,80 sull'esercizio finanziario 2019.
Si tratta di uno dei progetti esecutivi
approvati dal Dirigente del Settore "Ambiente e Territorio,
Infrastrutture Stradali del Libero Consorzio Comunale di Agrigento ed
inviati alla Regione per il relativo finanziamento.
Come per i precedenti stanziamenti, il
Commissario Straordinario Giuseppe Marino ha dato disposizione agli
uffici competenti di attivare nel più breve tempo possibile l'iter
amministrativo per effettuare la relativa gara d'appalto, in modo
da ripristinare la transitabilità lungo la Sp. n. 24 A che collega
territori della zona ricadenti nel comune di Cammarata che, in questo
modo, potranno uscire dal temporaneo isolamento, dovuto all'assenza
di adeguati finanziamenti per ripristinare la sede stradale. Altri
interventi che riguardano la zona del Tumarrano, sempre nel
territorio di Cammarata, saranno realizzati con fondi del libero
Consorzio.
Il Libero Consorzio rimane in attesa di
altri decreti di finanziamento di progetti esecutivi presentati
all'Assessorato Regionale delle Infrastrutture.
Livesicilia.it
Gli incarichi fiduciari
REGIONE, MAPPA DELLO SPOIL SYSTEM
QUALI NOMINE SI POSSONO REVOCARE
di Accursio Sabella
Il nuovo governo ha 90 giorni per
cambiare il volto al sottogoverno. Quali poltrone "ballano" e
quali sono le procedure.
PALERMO - La norma è allo stesso
chiara e "flessibile". Perché quelle nomine sono diverse, hanno
una origine propria e un proprio "riconoscimento". Sono quelle
che potrebbero essere soggette al cosiddetto "spoil system" del
nuovo governo. Insomma, sarà possibile, per il governo Musumeci
sostituire i commissari di Crocetta? E gli amministratori della
società regionali? E le guide delle aziende sanitarie e ospedaliere?
L'ultima legge "blocca-nomine"
Già, perché la norma è chiara, ma
non è chiarissimo come applicarla. La legge ha di fatto ha esteso
gli effetti della legge cosiddetta "blocca-nomine" approvata
durante il governo Lombardo. "Le designazioni, nomine o incarichi
di natura fiduciaria, per i quali non è richiesta una selezione
sulla base di specifiche competenze tecniche" si legge nella norma
che riguarda appunto le nomine relative "ad organi di vertice e a
componenti dei consigli di amministrazione o degli organi equiparati
di enti, aziende, consorzi, agenzie, soggetti, comunque denominati,
di diritto pubblico o privato sottoposti a tutela, controllo o
vigilanza da parte della Regione, in società controllate o
partecipate dalla Regione" ad esclusione delle aziende sanitarie
siciliane, "conferiti dal Presidente della Regione, dalla Giunta
regionale o dagli Assessori regionali, durante il loro mandato,
possono essere confermati, revocati, modificati o rinnovati entro
novanta giorni dalla data di proclamazione del Presidente della
Regione neoeletto. Decorso tale termine le designazioni, nomine ed
incarichi per i quali non si sia provveduto si intendono confermati
fino alla loro naturale scadenza".
I commissari di Crocetta
Il governo Crocetta, va detto subito,
negli ultimi mesi ha fornito abbondante materiale per testare questa
norma. Una novantina le nomine del governo e dei vari assessori negli
ultimi tre mesi. Tra queste, la scelta dei commissari delle Città
metropolitane: Girolamo Di Fazio, Salvo Cocina e Francesco Calanna
sono stati inviati da Crocetta al posto di Leoluca Orlando, Enzo
Bianco e Renato Accorinti. È il frutto dell'ultima legge regionale
sulle Province. Chi arriverà potrà sostituire questi commissari?
Dall'assessorato alle Autonomie locali non arrivano notizie
definitive in merito. Anche perché nel frattempo si attende l'esito
dei ricorsi presentati proprio dai sindaci che sono stati "scalzati"
dai commissari di Crocetta. Una sospensiva all'efficacia di quelle
nomine li riporterebbe in sella. Ma sullo spoil system, c'è una
idea di fondo: trattandosi di commissari, vanno considerate nomine
"fiduciarie". Una interpretazione che si basa anche su una
sentenza relativa a una nomina di Lombardo di qualche anno fa. E
quindi, in quanto fiduciarie, sono nomine che il nuovo governo - al
netto di pronunce del Tar - potrà cambiare.
Commissari che certamente potranno,
legge alla mano, essere sostituiti sono quelli scelti dagli
assessori. È il caso ad esempio di Nunziello Anastasi che l'ex
responsabile dei Beni culturali Carlo Vermiglio inviò alla guida del
Parco di Naxos. Quella nomina, insomma, è certamente fiduciaria e
potrà essere soppiantata dal nuovo governo che potrà anche
intervenire ad esempio su Irsap, dove l'addio dell'ex commissario
Maria Grazia Brandara è stato compensato dall'arrivo di due
commissari ad acta: Gaetano Clemente e Angela Di Stefano. E
commissario è anche Claudio Alongi, marito del Segretario generale
Patrizia Monterosso e da anni alla guida dell'Aran. E certamente
potranno essere sostituiti altri commissari, come quelli che, d'un
colpo, Crocetta ha inviato al vertice degli Istituti autonomi case
popolari: Tra questi, Enrico Vella componente uscente del gabinetto
del governatore, un'altra fedelissima come Cettina Foti, Rosario
Andreanò anche lui finito nel gabinetto e noto anche per la quasi
contemporanea nomina della moglie come consulente di Mariella Lo
Bello, di Loredana Lauretta, altra componente storica del cerchio
magico del presidente. Per arrivare all'ex cuffariano Totò Gueli e
all'ex commissario di Esa (e come detto nuovo commissario della
Città metropolitana di Messina) Francesco Calanna, entrambi
fedelissimi del senatore Beppe Lumia.
Le società partecipate
Il governo potrà poi intervenire anche
sulle nomine all'interno delle società regionali. Tra queste, le
nomine a capo dell'Ast del militante del Megafono Massimo
Finocchiaro, alla Seus (l'azienda che gestisce il 118) dell'altro
fedelissimo e attivista del movimento del governatore Gaetano
Montalbano, alla Sas del commercialista personale del presidente
Sergio Tufano, all'Ircac del consulente personale di Crocetta Sami
Ben-Abdelaali. E ancora, difficile pensare che Musumeci possa
confermare alla guida di "Sicilia digitale" (già Sicilia
e-servizi) Antonio Ingroia: in questo caso, come per altre
partecipate, la nomina è della Regione in qualità di socio unico o
di maggioranza, ma è di fatto volontà del presidente della Regione.
Di natura fiduciaria, e quindi revocabile, è anche la nomina a capo
del Fondo pensioni del capo di gabinetto del governatore, Giuseppe
Amato.
I manager della Sanità
Altro discorso per i commissari della
Sanità. Il "blocca-nomine", anche dopo la recente modifica
dell'Ars, esclude, tra gli enti per i quali vige lo spoil system
proprio le aziende sanitarie e ospedaliere. Ma la Sanità siciliana
potrebbe presto andare incontro a uno spoil system "indotto".
L'approvazione di un "blocca-nomine" specifico per la Sanità,
poi anche impugnato da Palazzo Chigi, in estate ha spinto il governo,
dopo un parere del Cga, a una nomina "originale": i commissari
nominati, per tanti aspetti (compreso il passaggio in giunta per la
nomina) somigliano ai direttori generali. Il motivo è tutto in una
recente norma nazionale che ha disposto la creazione di un elenco
unico nazionale dal quale i governi regionali dovranno attingere per
la scelta dei direttori generali. Un elenco che sarà pronto già
probabilmente nelle prossime settimane: e a quel punto il nuovo
governo potrà scegliere i nuovi manager.
Il valzer dei dirigenti generali
Infine, la legge regionale prevede
anche la possibilità per il nuovo governo di sostituire, entro 90
giorni, tutti i dirigenti generali. Una norma che risale ai primi
anni del nuovo secolo. Ma che recentemente si è arricchita di un
particolare: è stata abolita, infatti, la cosiddetta "clausola di
salvaguardia" che obbligava il governo a garantire al dirigente
"scalzato" un incarico equivalente dal punto di vista economico.
Un obbligo che, dicevamo, non esiste più. E così, il dirigente
generale tornerebbe a fare il "dirigente semplice". Eppure, anche
in questo senso il governo uscente è stato attivissimo con valzer,
rotazioni e sostituzioni a pioggia. Attivo persino oltre i confini
della stessa legislatura. Il 9 novembre, ad esempio, l'ormai ex
vicepresidente della Regione Mariella Lo Bello ha firmato la proroga
di un anno al contratto del dirigente generale alle Attività
produttive, Alessandro Ferrara. Una conferma arrivata quattro giorni
dopo il voto. Quando, insomma, il governatore non era più Crocetta,
ma Musumeci.
La Sicilia
Figli d'Ercole
CHI HA BOICOTTATO IL CODICE ETICO?
Parole dure di condanna per la
probabile presenza a Sala d'Ercole e nei Palazzi che contano di
personaggi discussi. È lecito. Scandalizzarsi si, meravigliarsi no.
L'inquinamento ha la stessa età della Regione. Tanto che nel corso
della legislatura appena conclusa la commissione regionale antimafia,
presieduta da Nello Musumeci, ha avvertito il bisogno di disporre un
codice etico con norme di comportamento dei politici e dei burocrati.
Approvato all'unanimità
dall'Antimafia, è stato bloc cato prima nei meandri della
competente commissione legislativa con la scusa che occorreva
emendano (in peggio). Raggiunto l'Aula è costantemente scivolato
al l'ultimo punto dell'ordine del lavori parlamentari. Chi ha
boicottato? Non lo sapremo mai. L'unica certezza è che lo ha
sollecitato con forza il presidente della commissione Antimafia
Musumeci. Inascoltato.
Altra certezza è che il presidente
dell'Assemblea Giovanni Ardizzone lo ha inserito all'ordine de!
giorno del l'Ars. li resto si è distinto per il silenzio assoluto.
Un silenzio sospetto. Se fosse stato approvato, i cosiddetti
"impresentabili" non sarebbero entrati in lista. Vero è che la
Regione in materia ha poteri limitati e per eventuali esclusioni gli
uffici elettorali avrebbero tenuto conto della legge Severino, come
hanno fatto, ma il codice etico dell'Ars sarebbe stato un
deterrente per partiti è associazioni.
E comunque sarebbe stato utile per la
parte di competenza della Regione. Sono credibili coloro che si sono
strappati i capelli in campagna elettorale scandalizzati per e
candidature degli impresentabili" considerato che non hanno alzato
un dito per 'approvazione del codice etico? Neanche il governo vi
ha speso mezza parola.
Comunque, sebbene il danno sia stato
fatto, c'è sempre rimedio per il prestigio dell'Ars, già
compromesso ed ora peggiorato. Tutto è nelle mani e nella mente dei
neo figli d Il presidente della Regione appena eletto ha già
annunciato la svolta di sua competenza. Auspicabile che al contrario
delle scene viste nell'ulti mo quinquennio, esecutivo e legislativo
operino in sintonia. Anche per le regole dettate dall'etica.
REGIONALI. Mancato rispetto della
Legge Severino. Sicilia Futura e Alternativa popolare pronti a
rivolgersi al Tar.
SI PUNTA A INVALIDARE ALCUNE LISTE.
La mancanza della certificazione su
eventuali carichi pendenti permetterebbe la candidatura anche agli
impresentabili.
I moduli presentati dai candidati alle
Regionali non rispetterebbero e prescrizioni della legge Severino, le
liste rimaste fuori da Sala D'Ercole corrono a richiedere gli atti
e sperano, anche ad Agrigento, di riuscire a recuperare il gap
elettorale.
L'incendio è partito da Trapani: a
presentare un ricorso urgente al far era stato Giacomo Scala, ex
sindaco di Alcamo ed ex presidente della Sicilia. candidato con
Sicilia Futura nel collegio di Trapani ma non eletto come molti
componenti della lista di Cardinale e Cimino, "puniti dai
meccanismi della legge elettorale Siciliana. Il ricorso si fondava
sul mancato, o non corretto, deposito di una dichiarazione in
autocertificazione prevista dalla legge Severino. Questa, negli
articoli dedicati alle cariche Regionali, prevede che ogni candidato
debba presentare un'autocertifìcazione attestante l'insussistenza
delle cause di incandidabilità. E' sempre la stessa norma a
prevedere che 'gli uffici preposti all'esame delle liste dei
candida ti, entro il termine previsto per la loro ammissione,
cancellano dalle liste stesse i nomi dei candidati per i quali manca
la dichiarazione sostitutiva e dei candidati per i quali venga
comunque accertata, dagli atti o documenti in possesso dell'ufficio,
la sussistenza di alcuna delle predette condizioni di
incandidabilità".
Depurazione che non è stata
effettuata, stante anche l'assenza, nei moduli forniti dall'Ufficio
elettorale della Regione, di ogni riferimento alla Legge Severino.
"I moduli dì accettazione dei
candidati sono conformi alla legge regionale 29 del '51, noi siamo
in Sicilia e dunque applichiamo la nostra norma. Dunque i moduli sono
quelli e non si toccano" avevano dichiarato dalla Regione all'Ansa
quando, ad inizio ottobre, la vicenda dei modelli "sbagliati" era
esplosa in tutta la sua violenza mediatica.
Così, adesso, il ricorso di Scala
che di fatto ha chiesto di impedire l'insediamento dei nuovi
parlamentari - ha riaperto la ferita e in molti si stanno fondando
sulle carte nella speranza di poter modificare gli equilibri.
Ad Agrigento ieri mattina hanno già
prelevato copia degli atti i componenti della lista di Sicilia
Futura, mentre, già oggi, dovrebbero ritirarti quelli di Alternativa
popolare. Stando alle parole di coloro che hanno avuto modo di
leggere le carte vi sarebbero alme no2 liste che non risponderebbe al
l'obbligo (se un obbligo sarà riconosciuto) di presentazione delle
autocertificazioni e l'effetto sarebbe (con enormi condizionali
d'obbligo) di veder annullati migliaia di voti. Con che conseguenze
elettorali nessuno lo sa davvero: se gli Alfaniani, come ovvio,
puntano a ridurre il quorum a livello isolano, sperando quindi di
poter raggiungere l'agognato 5%, i componenti di Sicilia Futura
mirano a liberare seggi nella speranza di recuperare almeno ad
Agrigento, un posto a Sala D'Ercole.
GIOACCHINO SCHICCHI
GOVERNO. Rafforzato il fondo
integrazione salariale, altro incontro coi sindacati sabato.
Ape
social, sì a 46mila domande
PENSIONI, PIANO DA 300 MLN IN 7
PUNTI
Platea più ampia per i lavori
gravosi, nuovo calcolo per l'età, integrativa nella P.a.
Un pacchetto di misure per circa
300 mln in sette punti sulle pensioni, quello presentato ieri ai
sindacati dal premier Paolo Gentiloni con i ministri dell'Economia,
Pier Carlo Padoan, e del Lavoro, Giuliano Poletti. Oltre
all'ampliamento della platea dei lavori gravosi da esentare dallo
scatto dell'età pensionabile dal 2019, l'esecutivo ha messo sul
tavolo anche una commissione che studi la gravosità delle
occupazioni per ampliare ulteriormente le categorie oltre le 15 già
proposte, nonché la possibilità di se parare finalmente la spesa
per la previdenza da quella dell'assistenza (cioè gli
ammortizzatori sociali che oggi vengono erogati dall'Inps con i
soldi versati dai lavoratori per i contributi); la revisione del
meccanismo di calco lo dell'aspettativa di vita sulla base della
media e non delle differenze di picco; un sostegno alla previdenza
integrativa dei lavoratori pubblici; il miglioramento del fondo di
integrazione salariale; la disponibilità nel 2018 delle risorse non
spese quest'anno per l'ape social e per i precoci.
Ma le risposte sono ancora del tutto
«insufficienti» per la Cgil. come dice a chiare lettere la
segretaria generale Susanna Camusso. Non mancano i distinguo
all'interno del fronte sindaca le: più possibilista si mostra
infatti, la Cisl, rilevando anche gli aspetti «positivi» sul
tavolo. La verifica finale comunque si farà sabato prossimo, con un
nuovo incontro fissato a Palazzo Chigi.
«Credo sia stato fatto un buon lavoro,
nelle condizioni date il governo mette in campo un impegno finanzia
rio importante. Ci sono le condizioni per dare un messaggio positivo
al Paese, mi auguro che si possano concretizzare», aveva premesso il
premier Gentiloni aprendo il confronto. 11 meccanismo
dell'adeguamento comunque non si tocca, conferma il ministro del
Lavoro, Giuliano Poletti: «Abbiamo ribadito la convinzione del
governo che il collegamento dell'età pensionabile all'aspettativa
di vita è un pilastro del sistema previdenziale e va salvaguardato».
Negativo il giudizio della Cgil: le
risposte messe sul tavolo da «dall'organizzazione sono giudicate
ampiamente insufficienti» e «si riferiscono ad una platea
assolutamente insufficiente»,afferma Camusso, rimarcando che «le
distanze sono ancora molto significative e proposte fatte non
delineano una facile soluzione» per a Cgil. Pronta eventualmente a
valutare come proseguire la mobilitazione. Per la leader della Cisl,
Annamaria Furlan, invece, tra le proposte del governo alcune sono
molto buone rispetto al giudizio della mia organizzazione e coerenti,
altre vanno corrette e precisate meglio, altre mancano. Furlan
sottolinea, in parti colare, come aspetto che «per noi ha più
significato».la possibilità delineata dal governo stesso che «alle
15 categorie» da esentare da quota 67, dopo il lavoro della
commissione tecnico scientifica pronta a rilevare le diverse speranze
di vita in base ai diversi lavori «se ne potranno aggiungere altre»
ampliando così la platea. «Bisogna allargare la platea, insiste
anche il numero uno della Uil, Carmelo Barbagallo, e bisogna "in
modo che questa settimana maturino le risposte che abbiamo
considerato un po' insufficienti».
I sindacati hanno chiesto al governo di
mettere per iscritto, in maniera dettagliata, i testi e di rivedersi
per una verifica complessiva, puntuale. Richiesta accolta dal
governo: di qui il nuovo incontro messo in calendario per sabato
mattina.
Intanto, con il riesame delle domande
per l'accesso all'Ape sociale e alla pensione anticipata per
precoci si va verso un aumento di quelle accolte dall'lnps:
potrebbero essere accettate nel complesso oltre 415.000 delle 66mila
arrivate e delle 50mila previste, secondo il governo, Cioè, 26.500
domande per l'Ape sociale (su 39.777 arrivate, il 75% delle 35.000
previste) e 20.000 per i lavoratori precoci (su 26,632 arrivate,
l'80% delle 25.000 previste). Anche se l'istituto precisa che il
numero «sarà disponibile solo al termine dei riesami». Ad oggi,
dice l'Inps, «per quanto riguarda l'Ape sociale al 15 ottobre,
data del termine dell'istruttoria della prima tranche di domande
inoltrate per 12017, erano state accolte circa 14.000 delle 39.000
istanze pervenute. Le domande accolte peri cosiddetti lavoratori
precoci erano state invece, alla medesima data, circa 8.000 a fronte
delle 26.000 ricevute.
Adesso, «alla luce delle nuove
interpretazioni condivise con il ministero del Lavoro circa criteri
per considerare lo stato di disoccupazione (ora non si considerano
più brevi periodi dilavorofin5a sei mesi, ndr),l'lnps sta
provvedendo a riesame d'ufficio di circa 15.000 domande. cui si
aggiunge la stima di circa 8.800 riesami su i- stanza degli utenti».
Ma Barbagallo della Uil insiste: «Bisogna allargare i paletti a il
100% delle domande»,
Sull'altro fronte, nella proposta del
governo sulle categorie da esentare da quota 67 ci sono le 11
dell'Ape social (tra cui maestre, infermieri turnisti, macchinisti
ed edili) più le 4 new entry dei braccianti, siderurgici, marittimi
e pescatori, per un totale di 15- 17 mila, Sui requisiti il governo
ha aperto sulla possibilità dì avere 30 anni di contributi (invece
di 36 anni come per l'Ape social) e dì avere svolto il lavoro
gravoso almeno sette anni negli ultimi dieci come per gli usuranti (e
non sei anni nell'arco di sette). Sul sistema dì calcolo resta la
proposta di rivederlo sulla base di una media biennale e non più di
un scarto secco.