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Giunta Musumeci, lite sulle deleghe
Ultimi nodi tra i berlusconiani sui nomi da scegliere. A Sgarbi la Cultura. Il presidente: rapida Rotazione dei dirigenti
Giacinto Pipitone - Palermo
Gli ultimi nodi sono tutti dentro Forza Italia e riguardano i nomi da scegliere. Mentre per il resto, negli altri partiti, i giochi sembrano fatti e i dubbi riguardano solo le deleghe da conquistare. E così che sta nascendo - molto sotto traccia - la giunta Musumeci. Come detto, c'è già un accordo sui numeri. Cinque assessori avrà Forza Italia (uno dei quali è Gaetano Armao), due ciascuno ne avranno l'Udc e i Popolari Autonomisti. Un assessorato andrebbe a Diventerà Bellissima (il movimento di Musumeci) e uno a Fratelli d'Italia di Giorgia Meloni (in pole c'è Gianpiero Cannella). L'ultimo assessore, fuori quota, è Vittorio Sgarbi. Che è anche uno dei pochi a essere sicuro della delega: i Beni Culturali. L'altro che sa già cosa farà è Armao: Economia, anche se in questo caso il braccio di ferro con Musumeci riguarda la delega alla Programmazione che l'avvocato vorrebbe per sè, come extra, mentre il presidente vorrebbe tenere nella propria orbita. Per il resto ci sono solo ipotesi, e scontri. I Popolari di Romano sono pronti a chiedere a Musumeci due deleghe pesantissime. La prima è l'Agricoltura, storico feudo di Totò Cuffaro, che potrebbe andare a Toto Cordaro. La seconda è il Territorio, dove nei piani di Saverio Romano sarebbe destinato Roberto Lagalla. Il punto è cheMusumeci a Lagalla vorrebbe dare la Formazione che invece i centristi non vogliono (da quando ci sono i tagli è un assessorato dal limitato peso elettorale, come dimostra la mancata rielezione all'Ars dell'uscente Marziano). Altro nodo intorno ai centristi è quello che riguarda il simbolo da assegnare a Lagalla: Romano lo considera un fuori quota mentre per Musumeci è a tutti gli effetti dei Popolari, visto che ha rinunciato a presentare una sua lista per entrare in quella centrista. Qual è la differenza? Poichè l'altra anima del partito, gli autonomisti di Lombardo, reclamano spazio, se Lagalla fosse un «popolare» uno tra lui e Cordaro dovrebbe rinunciare per fare spazio all'assessore indicato dall'ex presidente della Regione. E qui si entra in un'altra delle questioni aperte. Lombardo vorrebbe indicare Mariella Ippolito, presidente dell'Ordine dei Farmacisti di Caltanissetta. Che sarebbe un candidato (anche) per la pesante delega alla Sanità. In realtà però alla Sanità Musumeci ha già deciso di mandare il suo braccio destro in Diventerà Bellissima, Ruggero Razza. Su quella poltrona Musumeci vuole un uomo che tagli nettamente col passato e con gli scandali che hanno coinvolto alcuni alleati di governo. Il gioco dei veti incrociati potrebbe favorire Forza Italia, che non ha mai nascosto di ambire anche alla Sanità. Ma gli alleati contestano il peso eccessivo che sta assumendo il partito di Berlusconi, che avrà anche la presidenza dell'Ars per Gianfranco Miccichè. Più probabile quindi che ai forzisti vada proprio l'Agricoltura, a cui aspira uno dei pochi sicuri del posto in giunta: il catanese ex capogruppo Marco Falcone. Lo stesso Falcone, se non riuscisse a ottenere l'Agricoltura, vorrebbe virare sulle Infrastrutture, uno degli assessorati destinatari della pioggia di finanziamenti europei e del Patto per il Sud. Dentro Forza Italia tuttavia la partita è ancora apertissima. In tanti sono in corsa per uno dei tre posti da assessore sulla carta ancora liberi. Miccichè in campagna elettorale ha promesso a troppi un posto. L'altro problema è che quasi tutti i papabili, se promossi, creerebbero degli scontri a livello locali con i deputati eletti. Se in giunta entrasse il giovane trapanese Giuseppe Guaiana ne risentirebbe il neo eletto deputato Stefano Pellegrino che vedrebbe diminuire la sua influenza politica. Stesso ragionamento vale per Bernadette Grasso a Messina che finirebbe per oscurare Genovese o per Gianni Mauro a Ragusa che penalizzerebbe il deputato Orazio Ragusa. Per questo motivo in Forza Italia c'è chi chiede di puntare sull'esperienza (favorendo quindi i deputati alla seconda legislatura) o sul peso elettorale appena conquistato. Si vedrà. Nell'Udc scendono le quotazioni di Mimmo Turano, che potrebbe lasciare spazio a uno dei non eletti per dare forza allo Scudocrociato in vista delle Politiche. L'altro assessore di Cesa pootrebbe essere invece Margherita La Rocca Ruvolo. Ma c'è anche il deputato palermitano Vincenzo Figuccia che pressa per avere spazio. Musumeci si insedierà domani e vuole annunciare la giunta entro due settimane. Dunque gli accordi matureranno insieme a quelli per le cariche del Parlamento. Il vicepresidente vicario potrebbe essere un autonomista (il favorito è Roberto Di Mauro) e l'altra vicepresidenza verrà offerta al Pd (Lupo o Sammartino i papabili). Nel frattempo in una delle prime riunioni della futura giunta Musumeci intende avviare la rotazione dei dirigenti della Regione. L'attuale segretario generale Patrizia Monterosso è destinata a lasciare l'incarico e per la successione ieri è circolato anche il nome di Maria Mattarella, nipote del Presidente e già dirigente dell'Ufficio Legislativo e Legale. L'altro nome circolato per un incarico di vertice nella burocrazia o in altra struttura collegata è quello del magistrato ed ex assessore Massimo Russo. Mentre fra i burocrati di lungo corso i posti di maggior peso dovrebbero andare a Fulvio Bellomo e Giovanni Bologna. Intanto ieri Forza Italia, con Marco Falcone, ha criticato la scelta dei vertici dell'Irsap, l'Istituto che ha centralizzato la gestione dei Consorzi Asi, di nominare 15 nuovi dirigenti: «Una scena che ben racconta l'infinita brama di potere e di poltrone di un centrosinistra che per cinque anni più che a governare, ha pensato ad occupare ogni spazio disponibile. L'evidente premura nella sottoscrizione di incarichi, le cui coperture finanziarie tra l'altro non sono certe, non può che suscitare qualche perplessità». L'Irsap ha però fatto sapere che «la stipula dei contratti ai dirigenti, dipendenti a tempo indeterminato e provenienti dagli undici Consorzi Asi in liquidazione della Sicilia, è un atto dovuto che si attende da cinque anni. È la conclusione di una procedura prevista dalla legge ed avviata nel dicembre 2016».
Viabilità.
La situazione peggiore riguarda le arterie collegate con la Provinciale 17. Un agricoltore: «La situazione è insostenibile, ci sentiamo abbandonati»
Aragona, strade invase dal fango Tante famiglie rimangono isolate - Aragona
Macchine impantanate e fango alto quasi mezzo metro. La situazione delle strade di campagna, provinciali, è pessima, anzi insostenibile. Le famiglie che abitano a ridosso della strada provinciale 17 che collega Aragona alla zona rurale che ha un altro sbocco sulla strada statale 189 non riescono più a raggiungere le loro abitazioni di campagna, per alcuni prime abitazioni. La strada è stata dilaniata dall'ondata di pioggia che ha inondato le corsie di fango rendendo impossibile il passaggio alle automobili. Già nei giorni scorsi, dopo la pioggia intensa caduta in questa settimana, in molti hanno dovuto chiedere aiuto dopo essere rimasti impantanati nel fango senza riuscire a muoversi con il proprio mezzo. La situazione peggiore è nelle strade collegate con la Provinciale 17, abbandonate da tempo: le piogge hanno creato delle vere e proprie montagne di terra, caduta dai terreni limitrofi sulla corsia, rendendola impercorribile. In alcuni casi i canali, privi di manutenzione e addirittura, con molta probabilità, chiusi con delle pietre hanno reso disastrosa la situazione delle strade, il cui stato rende impossibile la vita di chi percorre ogni giorno quelle strade per raggiungere Aragona o Santa Elisabetta. «Ogni anno siamo stati noi, con i nostri mezzi, a liberare la strada dal fango - spiega uno degli agricoltori che ogni giorno percorre il tratto -questa volta però la situazione è insostenibile. Non sappiamo chi debba intervenire, se il Comune o l'ex Provincia ma noi ci sentiamo abbandonati, chiediamo che qualcuno si interessi e provveda immediatamente a ripristinare i canali e liberare le strade dal fango. Questa è una strada dove non è mai stata fatta alcuna manutenzione». Sempre sulla stessa Provinciale, il muretto che doveva sostenere i terreni circostanti è ceduto dopo le piogge, cadendo in strada e rendendo ancor più pericolosa una tratto stradale le condizioni mettono a serio rischio la sicurezza degli automobilisti. Già da due settimane in molti sono costretti a trovare altre soluzioni, o farsi accompagnare da chi ha dei mezzi che riescano ad attraversare i tratti impercorribili con le normali utilitarie. In alcuni casi è stato necessario chiamare il carro attrezzi per mezzi rimasti intrappolati nella zona trasformata in palude in cui non mancano anche molti sassi finiti sulla strada completamente invasa dal fango (*FOTO SCIFO*) la strada. (*ADS*) Alan David Scifo
Il Libero Consorzio organizza un Corso di formazione sul "Nuovo Codice degli appalti"
Il Libero Consorzio Comunale di Agrigento organizza un corso di formazione del personale sul "Nuovo Codice degli appalti". Il corso è rivolto ai dirigenti, alle Posizioni Organizzative e ai dipendenti di categoria D e C del Libero Consorzio comunale di Agrigento. L'attività formativa sarà svolta dal Dr. Giuseppe La Greca, Magistrato amministrativo presso il Tar Sicilia di Palermo. Il corso di aggiornamento si svolgerà il 23 novembre nell'aula Luigi Giglia, nella sede centrale del Libero Consorzio di Agrigento, dalle ore 9:00 alle ore 14:00 e proseguirà nel pomeriggio. L'organizzazione del corso sarà curata direttamente dall'ufficio "Formazione del personale" del Libero Consorzio. Grazie all'organizzazione di questi corsi il personale del Libero Consorzio Comunale è in condizione di garantire ai cittadini un'efficace azione amministrativa che tiene conto dei mutamenti legislativi in materia di Enti Locali. Per il Commissario Giuseppe Marino l'aggiornamento del personale, specialmente per il ruolo svolto dal Libero Consorzio nel settore degli appalti pubblici in qualità di stazione unica appaltante, costituisce una leva strategica fondamentale per sostenere il processo di modernizzazione della Pubblica amministrazione.
agrigentonotizie.it
Mattinate Fai d'inverno, la città pronta a riscoprire il Giardino botanico
Nuova edizione leMattinate FAI d'Inverno, ilgrande evento nazionale del FAI - Fondo Ambiente Italianodedicato al mondo della scuola, dove gli studenti sono chiamati amettersi in gioco in prima persona per scoprire le loro città daprotagonisti.Da lunedì 27 novembre a sabato 2dicembre 2017, infatti, la Fondazione invita gli studenti dellescuole di ogni ordine e grado a conoscere il patrimonio storico eartistico del loro territorio, accompagnati da altri studenti, gli"apprendisti Ciceroni", giovani appositamentepreparati che, indossati i panni di narratori d'eccezione,racconteranno alle classi in visita il valore dei beni che verrannoaperti in occasione delle Mattinate e le storie checustodiscono. Agrigento, aderisce all'iniziativa aprendo leporte del Giardino Botanico. A poca distanza dalla Valle dei Templirappresenta una sorta di "museo a cielo aperto". Sono presenticirca ventimila piante riferibili ad oltre 300 colture ed essenzediverse, espressioni tipiche della macchia mediterranea, sono inoltrepresenti pregevoli testimonianze archeologiche, quali ipogei ecaverne naturali visitabili, reperti fossili, e fenomenicalcarenitici di suggestiva bellezza. All'interno del Giardino visono inoltre una serie di "terrazze" che sorgono su banchiin tufo, offrendo ai visitatori un'ineguagliabile vista su tutta laValle dei Templi. È visitabile anche un "erbario", condiverse centinaia di essenze erbacee essiccate e catalogate, di cuialcune risalenti al XIX secolo. Le visite guidate saranno acura degli apprendisti ciceroni del Liceo ScientificoLeonardo. Il bene sarà aperto alle scuole il 2 dicembre dalle ore8.30 alle 12.30. Grazie alle Delegazioni FAI attivesu tutto il territorio nazionale saranno aperti, gratuitamentee in esclusiva, 200 meravigliosi tesori,poco conosciuti e spesso chiusi al pubblico,in 120 cittàd'Italia. Gli studenti avranno così l'occasione dipartecipare a visite guidate condotte da loro coetanei e di vivereun'insolita esperienza di "educazione tra pari".
Gds.it
Regionali, inon eletti e legge Severino: parte la battaglia dei ricorsi dopo ilvoto
Ha cominciato l'ex sindaco di Alcamo Giacomo Scala, candidato noneletto nella lista Sicilia futura, a Trapani, e il prossimo saràEnzo Vinciullo, non eletto nella lista Ap a Siracusa, che staformando un comitato per presentare i ricorsi, e altri candidati alleregionali non eletti potrebbero aggregarsi.Alcuni dei non eletti, ma che hanno ottenuto un congruo bottino divoti, vogliono riscrivere il risultato delle regionali del 5 novembrefacendo estromettere dall'Assemblea regionale siciliana chi non harispettato la legge Severino nella presentazione della candidatura.L'appiglio dei non eletti starebbe nel fatto che la Regione ha fattofirmare dei moduli in cui si chiedeva, in tema di autocertificazione,di rispettare una legge del '90 che non esiste più e che è superatadalla cosiddetta ''Severino''..Alcuni candidati hanno indicato ilriferimento alla nuova legge nelle autocertificazioni, la gran parteno. Proprio su questo farebbero leva i candidati che andranno daipropri legali per far presentare i ricorsi dopo aver avuto accessoagli atti dei candidati eletti. La vicenda era divampata ad inizio diottobre. Il prof. Massimo Costa, leader degli indipendentisti delmovimento 'Siciliani liberi' aveva denunciato che "un errore neimoduli di accettazione delle candidature predisposti dalla Regione,che ignora nel documento la legge Severino, sta creando il caosall'apertura degli uffici elettorali per il deposito delle liste".
Livesicilia.it
Capigruppo, presidenti, questori
È caccia alle poltronedell'Ars
C'è già un accordo. Una intesa di massima, generale. Ma levariabili in gioco ancora sono tante. E così, la suddivisione dellepoltrone dell'Ars passa anche dalle vicende dellagiunta. O, a guardarla dalla parte opposta, la nascita delgoverno Musumeci passa anche da Sala d'Ercole.
Quantovale una poltrona dell'Ars
Del resto, gli incarichidi vertice nel parlamento siciliano valgono almeno quanto, anzi piùdegli stessi assessorati. Incarichi che spesso "blindano" ildeputato fino alla fine della legislatura. E che contribuiscono arimpolpare la"busta paga" dell'onorevole che oggi èpari a 11.100 euro (in parte lordi, in parte netti). Alpresidente dell'Ars, infatti, spetta una indennitàaggiuntiva netta di 2.700 euro al mese, ai due vicepresidentivanno 1.800 euro, ai deputati questori 1.622,45, aideputati segretari, ai presidenti dicommissione e ai capigruppo vanno 1.159,14 euro lordi, cifreassai meno alte per i vicepresidenti e i segretari di commissione.Senza contare che ognuna di queste cariche dispone di unplafond che varia da poche centinaia a qualche decina dimigliaia di euro disponibile per assunzioni, consulenze, contratti dicollaborazione.
Insomma, incarichi che fanno gola.E verso i quali puntano diversi deputati, in qualche casopreferendoli anche a quelli all'interno della giunta, che sono perloro natura meno "stabili" e più sensibili agli scossoni dellapolitica. Basti pensare che nella scorsa legislatura gli assessorisono stati ben cinquanta.
La corsa per lapresidenza
E così, come detto, le vicende dell'Arssi intrecciano a quelle della giunta. Non ha fatto mistero, adesempio Gianfranco Micciché di puntare al verticedi Palazzo dei Normanni. Per centrare l'elezione a scrutiniosegreto, però, servirà una maggioranza coesa. Proprio per questomotivo sembra non esserci molta fretta per chiudere la partita dellagiunta che inevitabilmente potrebbe creare qualche tensione dasfogare nel voto segreto. L'alternativa è quella di trovare unaccordo. E una specie di "traccia" in realtà c'è già.
Idue vicepresidenti
Se Micciché sarà presidente (maal vertice dell'Ars punta anche Giancarlo Cancelleri che starebbecercando sponde nel resto dell'opposizione), un vicepresidente"spetterà" alla maggioranza, e in questo caso il nome più caldoè quello dell'autonomista Roberto Di Mauro, eun altro vicepresidente andrà all'opposizione. Ma qualeopposizione? Se il voto dell'Ars eleggerà un uomo del Pd, alloraverrà confermato Giuseppe Lupo, se invece toccheràai grillini, rientrerà il nome diGiancarlo Cancelleri.
Iquestori di Palazzo dei Normanni
Chi, tra Lupo eCancelleri dovesse restare fuori dalla presidenza, quasi certamenteandrà alla guida del collegio dei questori: all'interno delConsiglio di presidenza sono loro che si occupano sostanzialmenteanche della gestione economica del Palazzo. Oltre al presidente, icomponenti sono due. E l'accordo di massima di cui si discute inqueste ore, prevede una poltrona da assegnare all'Udc e l'altra aForza Italia. Nel primo caso, i nomi più caldi sono quelli diVincenzo Figuccia e Margherita La RoccaRuvolo, anche se quest'ultima - ancora in corsa per unposto in giunta - preferirebbe la presidenza di una commissioneimportante, come quella della Sanità. Per gli azzurri, invece, inomi più caldi sono quelli di Marianna Caronia edel catanese Alfio Papale.
Isegretari
Infine, ecco i segretari. In questocaso lo schema prevede una poltrona a #DiventeràBellissima (il nomein pole è quello di Giorgio Assenza, ma è caldoanche quello di Alessandro Aricò), una agli uominidi Sicilia Futura che si iscriveranno però al gruppo misto (inquesto caso, la carica andrà a Nicola D'Agostino),una a Fratelli d'Italia-Noi con Salvini (il nome indicato è quellodi Tony Rizzotto, nonostante le recenti notiziesull'inchiesta relativa alla formazione professionale), infine unposto tra i segretari potrebbe andare a Claudio Fava,unico eletto per i "Cento passi", anche se in questo caso non èescluso che il parlamentare nazionale e neodeputato regionale possaandare a presiedere la Commissione antimafia.
Prontigruppi e capigruppo
La corsa alle cariche delConsiglio di presidenza a sua volta si intreccia con la nomina deicapigruppo. Forza Italia avrebbe già scelto GiuseppeMilazzo, mentre per l'Udc Eleonora Lo Curtodovrebbe avere scalzato Cateno De Luca dopo gliultimi guai giudiziari. Per #DiventeràBellissima la corsa è traGiusy Savarino e uno tra Assenza e Aricò. Tra iPopolari e autonomisti, invece, se Di Mauro sarà vicepresidentedell'Ars, il capogruppo sarà Toto Cordaro. Se lacarica nel Movimento cinque stelle quasi certamentesarà "a tempo", come accaduto nella scorsa legislatura, piùincerta la questione all'interno del Pd. Il deputato catanese LucaSammartino, infatti, è pronto a far "pesare" i suoi 32mila voti ottenuti alle ultime regionali. Una affermazione da record.Ma per diventare capogruppo serve la maggioranza all'interno delgruppo Pd al momento composto da 11 deputati. Sammartino fa parte dei"nuovi" renziani che però sarebbero in minoranza: cinque controsei di altre aree. E così, ecco che nella distribuzione dellepoltrone dem rientrano anche i nomi dell'eterno AntonelloCracolici, di Giuseppe Arancio e di Nello Dipasquale. Sivedrà.
La giunta: Rizza alla Sanità
Comedetto, la corsa alle poltrone dell'Ars incrocia quella per i postiin giunta. Salgono le quotazioni di Mimmo Turano alla Famiglia e diRuggero Razza, fedelissimo del governatore Musumeci, allaSanità, mentre Forza Italia oltre aGaetano Armao eVittorio Sgarbi dovrebbe indicare NinoGermanà, Giuseppe Guaiana e Marco Falcone. Quest'ultimo nonsarebbe ancora "fuori" dalla corsa per l'assessorato allaSanità, ma in alternativa per lui sono pronti quello all'Agricolturao alle Infrastrutture. Per Toto Cordaro, più vicinainvece la delega alle Attività produttive, mentre Lombardo continuaa spingere in giunta Mariella Ippolito, ma perchéla presidente dell'ordine dei farmacisti nisseno entri in giunta ènecessario che Roberto Lagalla - che andrà allaFormazione - venga considerato esterno ai partiti dellacoalizione.
La danza dei segretari generali
Intanto,la nuova legislatura porterà probabilmente due nuovi segretarigenerali: sia a Palazzo d'Orleans che a Palazzo dei Normanni sonoprevisti infatti degli avvicendamenti. Alla Regione, PatriziaMonterosso andrà via e al suo posto potrebbe arrivareMaria Mattarella, figlia di Piersanti e attualmente Avvocatogenerale. Al posto di Mattarella, ecco avanzare il nome dell'ex pmMassimo Russo: potrebbe andare lui a guidarel'Ufficio legislativo e legale. All'Ars, invece, FabrizioScimè potrebbe essere sostituito dalla consiglieraparlamentare Patrizia Perino. Mentre traballa anchela poltrona di Francesco Forgione alla guida dellaFondazione Federico II: al suo posto potrebbe arrivare AntonioPurpura. Inizia la nuova legislatura. E nei palazzi del poteresiciliano cambiano facce e nomi.