I nodi della sicilia
le ultime incertezze rimangono nel terzo nome di forza italia e dei due dell'udc
Per la giunta regionale vicina l'ora X
Il varo è previsto per oggi pomeriggio, al massimo per domani mattina. Musumeci agli alleati: «Non attenderò oltre»
Giacinto Pipitone -Palermo
Nell'agenda di Musumeci l'ora X è prevista per oggi pomeriggio, con possibilità di rinviare al massimo a domani mattina. Il neo presidente della Regione ha fatto sapere agli alleati di non essere disposto ad attendere oltre per formare la giunta. Anche perchè i giochi sembrano ormai fatti. Ci sono solo tre sterischi nello schema che è da ieri sul tavolo di Nello Musumeci: il terzo nome di Forza Italia e i due dell'Udc. E qui bisogna riavvolgere il nastro, partendo dai nomi considerati certi.Diventerà Bellissima, il movimento di Musumeci, ha indicato Ruggero Razza, che avrà la Sanità a meno di clamorosi colpi di scena. Fratelli d'Italia punterà su Sandro Pappalardo che potrebbe andare all'Energia. Le Lega non avrà assessorati malgrado le proteste dei vertici siciliani che minacciano di impedire agli uomini della Meloni la formazione del gruppo autonomo. Gli altri nomi certi sono quelli annunciati già in campagna elettorale: Roberto Lagalla, Vittorio Sgarbi e Gaetano Armao. Sebbene il primo sia stato candidato nelle liste dei Popolari autonomistie gli altri due siano nell'orbita forzista, per il momento vengono considerati tutti fuori quota. Questo fa sì che i Popolari Autonomisti possano rivendicare (e ottenere) non uno ma altri due posti: il primo andrà a Toto Cordaro (area Romano) il secondo verrà indicato da Raffaele Lombardo che dovrebbe scegliere la nissena Mariella Ippolito, presidente di Federfarma e dell'Ordine dei farmacisti con origine agrigentine. Per fare spazio a un autonomista sarà Forza Italia a compiere un sacrificio.Preso atto del rifiuto del palermitano Paolo Inglese a entrare in giunta, Gianfranco Miccichè ieri ha ufficializzato i nomi dell'etneo Marco Falcone che aspira all'Agricoltura e della messinese Bernadette Grasso che potrebbe andare agli Enti locali. E malgrado nel gruppo parlamentare in tanti aspirino a un posto dando per scontato che ce ne siano altri due da assegnare, è probabile che Miccichè oggi si limiterà a indicare a Musumeci un solo altro nome. Per di più pescando al di fuori del gruppo dei deputati eletti: il favorito è il siracusano Edy Bandiera (vicino alla Prestigiacomo) che la spunterebbe sul trapanese Giuseppe Guaiana e sull'ala agrigentina del partito. A quel punto resterebbero da assegnare solo i due posti all'Udc di Cesa. Vera incognita di questo rush finale di consultazioni: i favoriti sono la siracusana Costanza Castello e Mimmo Turano. Ma qui il colpo di scena è dietro l'angolo con Figuccia e Bonafede che pressano per entrare in giunta. Se questo sarà lo schema finale, Forza Italia avrà tre assessori più Armao e Sgarbi, i Popolari Autonomisti ne avranno due più Lagalla, l'Udc due e uno ciascuno ne avranno Diventerà Bellissima e Fratelli d'Italia. Miccichè ieri ha riunito i suoi deputati e da lì è emersa un'altra certezza: il palermitano Giuseppe Milazzo sarà il capogruppo (scelta che ha ricevuto il plauso di Giulio Tantillo). Per il resto fra i 14 forzisti le acque restano agitate. Tutti cercano posti nelle caselle ancora da riempire: in particolare nelle tre presidenze di commissione che dovrebbero andare al partito e a cui guardano Riccardo Savona, Marianna Caronia e Orazio Ragusa. Lo stesso Ragusa e Alfio Papale sperano anche di entrare nel consiglio di presidenza. C'è pure l'area Genovese che chiede spazio malgrado la bufera giudiziaria della settimana scorsa. Sono fibrillazioni che mettono in guardia Miccichè in vista dell'elezione a presidente dell'Ars. Serve una maggioranza compatta, priva di franchi tiratori, per portare il leader forzista sulla scranno più alto. E l'aver ceduto un posto in giunta all'Mpa dovrebbe aver garantito a Miccichè il voto compatto di tutti gli alleati. Ma la maggioranza conta appena 36 deputati e bastano due o tre franchi tiratori per riaprire i giochi. Per questo agli stessi membri di Forza Italia vengono prospettate chance future, frutto delle dimissioni probabili di Sgarbi dopo qualche mese o delle candidature alle Politiche. Si vedrà, intanto le prove di ricompattamento della maggioranza fanno (o farebbero) venir meno l'esigenza di accordi in aula con il Pd per i vertici dell'Ars. Le due vicepresidenze in quest'ottica andrebbero all'Mpa, che indicherà Roberto Diuro, e ai grillini che puntano su Giancarlo Cancelleri. In pratica la maggioranza non forzerà la prassi istituzionale negando la vicepresidenza al gruppo di opposizione più forte, il M5S ha 20 deputati, per cercare accordi con il Pd che ne ha 11. Reggeranno tutti questi accordi alla prova del voto all'Ars? I dubbi ieri viaggiavano trasversalmente in tutti i partiti soprattutto alla luce del fatto che grillini e Pd insieme avrebbero 33 deputati (e quindi voti) per scompaginare
le intese nella maggioranza. La scelta di non forzare la prassi istituzionale è stata caldeggiata da Musumeci che non gradisce accordi col Pd. Raffaele Stancanelli, braccio destro del presidente della Regione, lo ha detto chiaramente agli alleati nel vertice di maggioranza di sabato. Tuttavia Miccichè, al termine della riunione con i suoi deputati, ha mostrato di voler avere mani libere in Parlamento: «Non c'è dubbio che per uno che vuole fare il presidente dell'Ars ci sono sempre franchi tiratori da fronteggiare. in questo caso, il M5S non dialoga e mi devo cercare i voti dà un'altra parte. Devo fare una promessa, nessuno mi da qualcosa per niente. Se io chiedo cinque voti e mi chiedono quelli per i loro vicepresidenti, io che devo fare? Non è un'operazione politica, è una mia personale operazione. Mia, perchè non ho i numeri e vorrei tanto fare il presidente dell'Ars». Miccichè ha poi definito sereno il clima nella maggioranza. Anche se il leader grillino Giancarlo Cancelleri ha sottolineato il ritardo con cui stanno maturando gli assetti istituzionali: «La Raggi è stata massacrata dai Tg nazionali perchè è stata eletta il 19 giugno e ha presentato gli assessori della sua giunta il 7 luglio. Qui sono passati 22 giorni. «Non stanno facendo la squadra di governo perchè Miccichè vuole la presidenza dell'Ars, ma non ha la certezza che la maggioranza lo voti. Si stanno scannando per le poltrone».
Baccei: «I debiti? Sono gli stessi di cinque anni fa»
l'ex assessore rompe il silenzio. «Non c'è il rischio default». Risponde così alle accuse di Musumeci ed Armao
palermo
«La Regione non è in disavanzo e non rischia il default»: Alessandro Baccei rompe il silenzio e da Roma, dove è rientrato dopo i tre anni nella giunta Crocetta, mette sul tavolo il «suo» bilancio. Sia Musumeci che l'assessore in pectore all'Economia, Gaetano Armao,hanno parlato di un rischio default, di maxi indebitamento e di un buco da 500 milioni. Ma Baccei non ci sta: «Ricomincia l'odioso balletto dei numeri e l'invoca - re lo spettro di un default che, fortunatamente, mai è stato così lontano.L'indebitamento è praticamente quello ereditato nel 2012 dal governo Lombardo: 8 miliardi erano e 8 miliardi sono ora. L'unica differenza è che 2 miliardi circa di debiti a breve sono stati trasformati in debiti a lungo termine, operazione che ha consentito di risparmiare oltre 20 milioni l'anno di interessi, oltre a ridurre sensibilmente il contenzioso con i fornitori e soprattutto a dare liquidità alle imprese». Baccei chiama in causa anche gli «arbitri » di questo scontro: «Le aziende di rating hanno giudicato "basso e sotto controllo" l'indebitamento. Nessun rischio default quindi. Il disavanzo di 500 milioni non esiste. Il 2015 ha prodottoun avanzo sul risultato di competenza dei fondi regionali di 68 milioni, che sono diventati 208 milioni nel 2016» Baccei introduce nel dibattito alcuni paletti: «Avevamo già approvato con legge l'azzeramento delle addizionali Irpef e Irap, per cui ci sono anche le coperture economiche». L'ex assessore al Bilancio ricorda che ci sono anche le bozze di Finanziaria e bilancio già pronte e non approvate a fine ottobre per «rispetto verso il nuovo governo ». E in quei documenti, conclude l'assessore, ci sono «320 milioni all'anno di maggiore spesa (per rinnovi contrattuali, aumento trasferimenti alle ex-Province, stipendi ai dipendenti delle partecipate e digitalizzazione) con coperture individuate». Il centrodestra ha già annunciato l'intenzione di riscrivere tutto. Il nodo ora sono i tempi. L'esercizio provvisorio va approvato entro i primi di gennaio per evitare il blocco della spesa. Poi Musumeci e Armao dovranno lavorarealla Finanziaria e cercare accordi con lo Stato che assicurino risorse intorno alle quali c'erano trattative L'ex assessore Alessandro Baccei avviate negli anni scorsi. Gia. Pi.
Rifiuti, due giorni per evitare l'emergenza
Dopodomani scade l'ordinanza che permette di gestire con poteri straordinari l'emergenza rifiuti. Si rischia una nuova crisi perchè il mancato rinnovo di questi poteri impedirebbe di far funzionare alcuni impianti e renderebbe impossibile smaltire in discarica gran parte dell'immondizia prodotta giornalmente in Sicilia. La Regione ha già iniziato a trattare con Roma il rinnovo dell'ordinanza ma il ministro Galletti sembrerebbe disposto a concedere appena tre mesi di proroga con obblighi pesanti a carico del nuovo governo. Che non avrebbe il tempo di adempiere in appena 90 giorni. Serve il bilancio ma governo e ars non ci sono Normalmente entro Natale andrebbe approvato il bilancio o l'esercizio provvisorio, che permette di spendere nel primo mese del nuovo anno un dodicesimo del budget previsto. Tuttavia senza il nuovo governo e in attesa che vengano eletti i nuovi vertici dell'Ars è impossibile approvare i documenti contabili. Se i vertici dell'Ars verranno eletti fra l'11 e il 14 dicembre, come probabile, ci saranno poi appena dieci giorni per approvare una serie di leggi indispensabili. Altrimenti si rischia il blocco della spesa dal primo gennaio.
Finanziamenti europei va accelerata la spesa
Fra fine anno e i primi mesi del prossimo vanno completati alcuni passaggi per la rimodulazione dei piani di spesa dei fondi europei. L'urgenza è già stata prospettata al nuovo presidente da Rosario Crocetta nel giornodel passaggio delle consegne. Va poi accelerata la pubblicazione di vari bandi per sbloccare l'investimento di centinaia di milioni di fondi europei.
Stipendi dei funzionari ars, impossibile evitare aumenti
Il 31 dicembre scade l'accordo con i sindacati per la riduzione degli stipendi dei funzionari dell'Ars. Dal primo gennaio scatteranno aumenti che riporteranno le retribuzioni ai livelli del 2014 e che costeranno alle casse pubbliche almeno 800 mila euro all'anno. Per bloccare gli aumenti servirebbe in nuovo accordo
con i sindacati. Ma a intavolare la trattativa non può che essere il nuovo presidente dell'Ars. Che non verrà eletto prima di metà dicembre.
Città metropolitane, commissari sospesi dal Tar
Accolto il ricorso presentati dai sindaci di Palermo e di Catania, rimessi alla guida Leoluca Orlando ed Enzo Bianco
Stefania Giuffrè
Stop ai commissari nelle città metropolitane di Palermo e Catania. La prima sezione del Tar di Palermo ha accolto il ricorso presentati dai sindaci di Palermo e di Catania, rimettendo, di fatto, Leoluca Orlando ed Enzo Bianco alla guida delle due ex Province. Un decreto della Regione ne aveva sancito la decadenza nsieme al sindaco di Messina, Renato Accorinti. L'ultimo episodio di una lunga telenovela, fatta di leggi varate e poi abolite, di impugnative e di commissariamenti. Le ordinanze del Tar dispongono la sospensiva del decreto con cui a ottobre l'ex presidente Crocetta e l'assessore alle Autonomie Locali, Luisa Lantieri, avevano dichiarato la decadenza dei sindaci metropolitani, per effetto dell'ultima legge, approvata ad agosto che reintroduceva l'elezione diretta per i vertici delle ex Province, e nominato nuovi commissari straordinari. Secondo il governo in attesa del voto i tre sindaci non potevano restare al vertice delle Città Metropolitane. Ipotesi sia da Orlando che da Bianco, anche alla luce dell'impugnativa della legge da parte del Consiglio dei ministri, arrivata a metà ottobre. Un altro ricorso era stato presentato anche dal Comune di Palermo mentre a Messina non si erano opposti al commissariamento. Orlando e Bianco avevano sostenuto in particolare il fatto che le norme approvate nel 2016, con cui veniva recepita la legge Delrio, prevedevano 'automatismo secondo cui sindaco della città metropolitana è il sindaco del capoluogo. Secondo i due primi cittadini, la successiva legge di quest'anno non può invece trovare applicazione perché già in carica e, nel caso di Orlando, rieletto a maggio di quest'anno. Il Tar ha in pratica accolto questa tesi, sostenendo che «i sindaci delle città metropolitane si sono insediati pleno iure» già per effetto della legge del 2015 e che la nuova normativa non poteva essere applicata «per le città metropolitane in cui i sindaci dei rispettivi Comuni capoluogo avevano assunto da oltre un anno» le funzioni. Nel caso di Palermo, dove Orlando è stato rieletto, i giudici amministrativi hanno anche ritenuto che «il relativo mandato sia esteso» anche «alla carica di sindaco della Città metropolitana di Palermo».
«Con un provvedimento che è tecnicamente di sospensione ma che già nel merito esprime forti giudizi sulla illegittimità formale degli atti adottati dalla Regione - commenta Orlando - il Tribunale Amministrativo ha ripristinato una condizione di legalità e legittimità democratica e darà la possibilità di riprendere un percorso di ricostruzione di questi enti intermedi, massacrati da un lunghissimo periodo di incertezza e mortificazione che ha determinato gravissimi danni alla funzionalità e ai servizi resi ai cittadini ». L'ordinanza del Tar è appunto di sospensione, i giudici amministrativi si pronunceranno nel merito il 25 ottobre 2018. «Abbiamo sempre ritenuto che gli ultimi atti della Regione sulle città metropolitane fossero inadeguati o illegittimi - dice Bianco -. Viene colpito, pur rinviando nel merito al giudizio della Corte Costituzionale, l'impianto complessivo della riforma siciliana, impugnata dal governo nazionale, perché palesemente in contrasto con la legge Delrio. Spiace che le nostre comunità siano state costrette a perdere tutto questo tempo. Adesso, con tutta l'energia e la passione possibili, riprenderemo il percorso interrotto per affrontare e risolvere i problemi delle nostre città metropolitane». (*STEGI*)
Festival del folclore. Si svolgerà dal 3 all'11 marzo
Sagra del mandorlo in fiore, il Parco cerca uno sponsor
Il Parco archeologico Valle dei Templi cerca già sponsor per l'edizione 2018 del Mandorlo in Fiore. È stato, infatti, pubblicato un avviso per la selezione di sponsor e media partner dell'evento, che l'anno prossimo si svolgerà dal 3 all'11 marzo. Possono partecipare - si legge nell'avviso - soggetti privati e pubblici, imprese anche individuali, società, associazioni, enti, fondazioni, cooperative, consorzi, in possesso dei requisiti di ordine generale secondo il nuovo codice dei contratti pubblici. Le proposte saranno valutate da un'apposita commissione che rimarrà in carica fino all'inizio dell'evento. Il Palacongressi sarà il
cuore dell'evento. «Abbiamo cercato di implementare la qualità dei gruppi partecipanti - ha spiegato il direttore del Parco, Giuseppe Parello - l'idea è che la Valle dei templi, patrimonio dell'umanità, possa ospitare i patrimoni immateriali. Oggi siamo in una fase di preparazione con un programma già stabilito al quale tutti però possono ancora contribuire con progetti e idee. Sarà un evento che promuove sempre la solidarietà dei popoli, ma che porterà i giovani ad appassionarsi del Mandorlo attraversoeventi a loro dedicati, come dj internazionali e laboratori».
Acqua, ridotte le scorte
Appello dell' ente gestore: «Occorre evitare gli sprechi inutili perchè tutte le fonti, invasi, sorgenti e pozzi sono interessati da siccità. La risorsa idrica a disposizione si è significativamente ridotta».
Situazione idrica. Allarme di Girgenti Acque: la situazione destinata a precipitare per il perdurare della scarsa piovosità. Iniziata la ricerca di alternative per la fornitura
Giuseppe Pantano
Si sono ridotte le risorse idriche disponibili e bisogna farne "un uso responsabile". A chiederlo è Girgenti Acque che invita ad evitare "gli sprechi inutili in quanto tutte le fonti, gli invasi, le sorgenti, i pozzi sono interessati da siccità, e la risorsa idrica adisposizione si è significativamente ridotta". La nota di Girgenti Acque è arrivata all'inizio della stagione invernale e in un periodo nel quale i guasti ad alcuni impianti e la necessità, in città come Sciacca, di procedere a nuovi accorgimenti per ottimizzare la distribuzione, necessita ancora di qualche settimana di interventi. A incidere sul quantitativo di acqua a disposizione per Girgenti Acque "è il preoccupante perdurare dell'assenza di precipitazioni, fenomeno che interessa ormai da mesi l'intera Sicilia, portando consequenzialmente ad una grave riduzione delle riserve d'ac -qua nella Provincia di Agrigento. Girgenti Acque per fronteggiare tale situazione - aggiunge la nota del gestore idrico - ha adottato tutte le misure per la redistribuzione e il riequilibrio delle risorse idriche disponibili per ripartire equamente tra tutti i comunigestiti la riduzione palesata, con l'inevitabile allungamento dei turni di erogazione". Il gestore idrico aggiunge di avere "da tempo segnalato la precarietà del sistema delle infrastrutture idriche, sollecitando agli enti preposti l'adozione delle misure necessarie, quali il pieno utilizzo di tutte le fonti idriche della Provincia non utilizzate o parzialmente utilizzate, ubicate nei Comuni che non hanno consegnato gli impianti al gestore del servizio idrico integrato, la consegna delle fonti e dell'acquedotto Tre Sorgenti, il finanziamento degli interventi di rifacimento delle reti idriche comunali (in primis del Comune di Agrigento), la riattivazione del dissalatore di Porto Empedocle, tutte misure che renderebberodisponibili ulteriori risorse per la comunità agrigentina". Quello della consegna delle fonti idriche non utilizzate è un tema sul quale Girgenti Acque batte da tempo. Sciacca, intanto, attende, entro Natale, l'acqua tutti i giorni nel centro abitato. Non ci saranno più turni di due o tre giorni, ma ogni zona della città, ogni giorno, riceverà l'acqua. Questo l'impegno che è stato assunto, pochi giorni fa, dai vertici di Girgenti Acque intervenuti a una riunione con il sindaco, Francesca Valenti, e l'amministrazione comunale di Sciacca. L'incontro, tra la delegazione di Girgenti Acque, capeggiata dal presidente, Marco Campione, e gli amministratori di Sciacca è arrivato dopo un periodo di forte crisi idrica per la città causato da una serie di guasti agli impianti. Quello dell'ac - qua ogni giorno non è stato l'unico impegno assunto da Girgenti Acque. Ieri sera Piergiorgio Scalici, amministratore di condomini di Sciacca, ha confermato che la distribuzione idrica in città non si è ancora normalizzata. «Alla Perriera non in tutte le zone l'ac - qua arriva alla stessa maniera -dice -e un problema è stato segnalato anche in via Ravasio. Aspettiamo una definitiva normalizzazione delle distribuzione idrica». Intanto, ci sono ancora cantieri aperti da Girgenti Acque come quello a Porta Palermo. (*GP*)
Qualità della vita
Lo studio del «sole 24 ore» Lo scorso anno dava ad agrigento la novantesima posizione, crollo nell'anno in corso
Marcia indietro per librerie e numero di rapine
La statistica: furti in aumento: tre ogni diecimila abitanti, sono in leggero calo le ruberie che riguardano le autovetture
Alan David Scifo
Se lo scorso anno la classifica sulla vivibilità nelle province italiane stilata dal Sole 24h, aveva regalato un sorriso ai cittadini della provincia di Agrigento, con un balzo in avanti di 7 posizioni, uest'anno la situazione in classifica è peggiore, nonostante il punteggio sia più alto rispetto a quello del 2016. Se infatti lo scorso anno, la novantesima posizione "valeva" 397 punti nella classifica generale, quest'anno, nonostante i 404 punti assegnati alla provincia di Agrigento, la posizione nel ranking nazionale è più bassa. In poche parole, nonostante il miglioramento ottenuto, altre province sono migliorate di più superando, in termini di punteggio, la provincia che ha come capoluogo la città dei templi. Miglioramenti ci sono stati ad esempio nel campo della sezione «Ambiente e servizi»: in tema di servizi, il balzo in avanti più grande, in questa classificaè quello che riguarda la copertura della banda Larga. Nell'ultimo anno, infatti, anche nei paesi dell'entroterra sono stati molti gli investimenti in questo settore, che hanno consentito a diverse zone di raggiungere il massimo della velocità nella tecnologia che riguarda la rete internet. Sempre nella sezione «Servizi» un tasso che si registra ancora elevato e, seppur di poco, aumenta, riguarda l'emigrazione ospedaliera: in molti infatti preferiscono scegliere altre regioni per curarsi, privilegiando quelle del nord dell'Italia. Al miglioramento del dato che include anche la situazione ambientale c'è l'aumento della raccolta differenziata: «Sotto questo punto di vista c'è stato un salto di qualità e di civiltà - ammette Claudia Casa, di Legambiente - i comuni sono stati costretti ad avviare la differenziata e i cittadini stanno compiendo grandi passi avanti». Diminuiscono seppur di pocoil numero di librerie, 6 ogni mille abitanti, un dato che conferma in generale dati generali peggiorati nella sezione della Cultura. Intanto i libri venduti sono di più: «Rispetto allo scorso anno si è venduto di più -spiega Alessandro Accurso Tagano, titolare di una libreria in via Atenea - anche se economicamente si è guadagnato di meno. Questo significa che in molti sono coloroche approfittano delle campagna promozionali, per acquistare i libri. Molte volte si pensa che avendo un sito archeologico di caratura mondiale significa avere una cultura altrettanto di valore mondiale, così non è». Il balzo verso il basso di questa sezione, per una città candidata a divenire la capitale della Cultura 2020, non è da poco, se si considera che si è passati dalla posizione 95 alla numero 102. Analizzando le altre sezioni, sono anche in aumento, seppur di poco i numeri che riguardano la disoccupazione in generale e quella giovanile, anche se nel settore «Lavoro e innovazione» si èpassati dalla posizione numero 108 alla 99: «Io per trovare lavoro sono andato a Budapest -racconta Angelo Bellavia, ragazzo agrigentino, ormai con residenza in Ungheria -la provincia non mi dava alcuna possibilità di lavorare, nonostante una laurea in Economia. Purtroppo ho dovuto lasciare la mia terra con mia moglie e andare all'estero per avere la sicurezza di uno stipendio alla fine mese». Un bilancio negativo si ha nella sezione «Demografia e società», seppur con parametri diversi: in questa sezione, un bilancio positivo riguarda la natalità, che vede risalire la provincia dalla posizione 52 alla posizione 48. Se questa sezione vede la provincia in risalita, quella riguardante "Giustizia, Sicurezza e Reati", vede scendere Agrigento dalla posizione 27 alla 34: ad aumentare sono le rapine, attestate a 21, 3 ogni 10mila abitanti, così come i furti in abitazione, mentre diminuiscono di poco quelli riguardanti le autovetture: «Ci sentiamo meno sicuri nelle nostre città -spiega Calogero Cacciatore, ristoratore di Aragona -non ci sentiamo più tranquilli a mandare i nostri figli per strada, mentre fuori aumentano i vandali e gli incivili e diminuiscono i controlli». (*ADS*)
Abusi. Il fenomeno immigrazione visto al femminile
Donne vittime di violenza, incontro alla ex Provincia
«Donne vittime di tratta e sfruttamento » è il tema di un convegno che si terrà giovedì ore 10 presso l'Aula "Giglia" del Libero Consorzio Comunale di Agrigento. Il convegno ha come obiettivo quello di sensibilizzare e informare le Istituzioni e la società civile sul fenomeno della tratta, che viola la dignità e i diritti umani della persona. Il programma prevede alle ore 10 i saluti istituzionali, seguirà la sessione «Violenza di genere: Focus sulle Vittime di tratta e sfruttamento» a cura di Caterina Melai. Psicologa e Psicoterapeutadella cooperativa Sociale Proxima. Alle ore 10.45 si parlerà di «Storie di tratta« a cura di Roseline Aiureghia, operatrice di origine straniera della Cooperativa Sociale Proxima. Seguirà la proiezione video di «Rito Wodoo» e alle ore 11.30 si parlerà del funzionamento del Sistema Nazionale Antitratta e presentazione del progetto Fari cura di Ausilia Cosentini, coordinatrice progetto Fari della Cooperativa Sociale Proxima. I lavori si concluderanno dopo il dibattito previsto alle 12.45.
Livesicilia.it
Sicilia
Futura verso il Pd
Alfano lascia il posto a Lorenzin
Con le Politiche all'orizzonte, il centrosinistra renziano
si riorganizza dopo la sconfitta delle Regionali. E la
principale novità nell'Isola in vista del voto della prossima
primavera potrebbe essere rappresentata dall'ingresso in blocco nel
Partito democratico di Sicilia Futura. Il movimento di Totò
Cardinale ha ottenuto un discreto risultato in termini di voti ma
deludente in termini di seggi all'Ars (solo due). E adesso, dopo anni
di "affiancamento" al Pd, i tempi sarebbero maturi per un
ingresso analogo a quello che nella scorsa legislatura vide
protagonisti gli esponenti di Articolo 4. Questo mentre gli altri
alleati centristi del Pd lavorano alla difficile missione di mettere
su una lista moderata che superi il 3 per cento. Ma senza la faccia
di Angelino Alfano come leader.
Sicilia Futura nel
Pd
Lo stesso Cardinale ammette che il Pd è
"l'approdo naturale" dell'esperienza. "Noi fin qui
abbiamo lavorato d'intesa con Lotti, Renzi, Faraone, per raccogliere
risorse utili dall'area liberal-riformista - spiega a Livesicilia
l'ex ministro e fondatore del movimento centrista -. Siamo un
movimento vicino a Renzi e a questo punto la scelta di entrare nel Pd
diventa quasi obbligata. Poi io credo che Sicilia futura continuerà
a vivere come think tank. Ne parlerò nei prossimi giorno con Faraone
e con gli altri. Ma di certo
noi abbiamo sempre avuto i big del Pd presenti alle nostre
manifestazioni".
Insomma, la strada sembra ormai
segnata. E potrebbe irrobustire il risultato del Pd renziano, che
alle ultime regionali in Sicilia è arrivato al 13. "renzi parla di
u n 20 per cento in Sicilia del Pd, ma proprio perché conta anche
Sicilia Futura", osserva Cardinale, ricordando il sei per cento
racimolato dal movimento centrista.
Il primo passo
verso l'unificazione sarebbe l'adesione dei due eletti di Sicilia
Futura al gruppo del Pd. Cosa che Cardinale dà per
scontata. L'inchiesta a carico di Edi Tamajo non sarebbe un problema,
dice l'ex ministro. "Non c'entra per niente, non conosce le persone
che avrebbero fatto questa porcheria. Io sono per un richiamo forte
alle regole della Costituzione. Fava lo attacca dimostrandosi
'scandalosamente giustizialista', non capisco perché escludere che
Tamajo possa essere prosciolto in tempi brevi. D'altrode ricordo che
un candidato che a queste elezioni correva con Fava, un galantuomo
che a Vittoria io ho sostenuto e che stimo, è stato prosciolto dopo
essere stato indagato per quel tipo di reato. Perché lo stesso non
può succedere a Tamajo?".
Possibili problemi con la
segreteria regionale del partito, con cui in passato non sono mancate
le incomprensioni? "Se il Pd si negasse un'apertura verso l'area di
centro non avrebbe futuro. Tutto quello che c'è a sinistra è contro
il Pd", osserva Cardinale. Che si dice non interessato
all'operazione di Casini che cerca di mettere su una lista moderata
accanto al Pd: "Per noi sarebbe un tornare indietro".
Il
cespuglio centrista
E allora cosa resta alla lista
centrista? Ci sono i casiniani di Gianpiero D'Alia, quel che ne
rimane dopo le Regionali, c'è Ap, che sembra abbia ormai scelto
questa strada ma con Beatrice Lorenzin come frontrunner al posto di
un Angelino Alfano in disarmo. In realtà i centristi di Alternativa
popolare nel weekend hanno deciso di prendersi ancora qualche giorno,
ma il dado ormai è tratto e senza sponde nel centrodestra l'alleanza
con Renzi è inevitabile. Le ricostruzioni della stampa
nazionale raccontano però che Alfano lascerà posto a Lorenzin come
leader del progetto neocentrista, che conta anche sulle
truppe campane della De Mita family. Il
resto, a partire da nome e simbolo, è tutto da costruire. E il tempo
per mettere su un progetto che possa puntare al tre per cento è
davvero poco.