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Discariche al collasso,
discussioni eterne sui termovalorizzatori e sugli inceneritori,
raccolta differenziata che non decolla.
La situazione dei rifiuti in Sicilia è
sempre in stato di emergenza; "gravissima", l'ha
definita il presidente della Regione Nello Musumeci. Un problema
"che mi distoglie da tanti altri temi", ammette il
governatore.
Ma dalle opposizioni il coro è unanime:
Musumeci non ha un piano per affrontare l'emergenza. "Solito
déjà vu, sembrava parlasse Crocetta. Se non fosse che non si
somigliano per niente, sembrerebbe di vedere la stessa persona della
scorsa legislatura al Governo delle Regione", fa notare il
deputato regionale Giampiero Trizzino del
Movimento 5 stelle, che nella scorsa legislatura è stato a lungo
presidente della Commissione Ambiente dell'Ars.
La
proposta del nuovo governo regionale, almeno nell'immediato, è il
trasporto dei rifiuti "nella civilissima Germania e nella
civilissima Francia", una soluzione per cui, con la
collaborazione del nuovo dirigente del Dipartimento dei Rifiuti,
Salvo Cocina, si stanno già preparando i bandi per il trasporto via
mare.
"La strada per la risoluzione del problema dei
rifiuti - prosegue il deputato cinquestelle - è tracciata: aprire
gli impianti di compostaggio, molti dei quali pronti ad essere messi
in esercizio, e attuare una politica di incentivi per chi investe
nelle piattaforme di recupero. Le discariche devono diventare un
ricordo". Ogni giorno nelle discariche siciliane arrivano
cinquemila tonnellate di rifiuti, mentre lo spazio ancora disponibile
è di circa due milioni di metri cubi.
"Entro
settembre non sapremo più dove metterli, i rifiuti", spiega
Musumeci, che ha
ventilato anche la possibilità di affidare alle Province, già nel
caos per via della riforma mancata, la gestione del settore: "Basta
con 33 enti che mangiano denaro pubblico e non producono risultato.
La competenza dei rifiuti deve andare alle Province. Devono esserci
nove riferimenti e, quindi, anche dei responsabili". Ma per il
parlamentare regionale eletto con la lista I Cento Passi, Claudio
Fava, questo non
basta. "Tra le molte lamentazioni rivolte al passato dal
presidente Musumeci - scrive in una nota Fava - non leggo una sola
parola di verità sui privati che hanno monopolizzato e gestito per
interposte persone (Crocetta più Lumia) il business milionario dello
smaltimento dei rifiuti in Sicilia. Non leggo una sola parola sulle
centinaia di stazioni appaltanti nei comuni siciliani che hanno
concesso, senza gara, l'appalto sulla raccolta dei rifiuti a imprese
di prestanome legati alla mafia". "Se si pensa di risolvere
tutto con i termovalorizzatori - conclude - senza la forza di
recidere i legami d'affare con la criminalità organizzata, siamo
sempre all'anno zero".
Contesta i piani
del governatore, che ha annunciato chiederà lo stato d'emergenza al
governo di Roma, anche il Partito democratico. "Musumeci
- dice Giuseppe Lupo, presidente del gruppo Pd
all'Ars - fotografa l'emergenza che è sotto gli occhi di tutti, ma
non fa proposte convincenti e credibili: critica la gestione
emergenziale del settore dei rifiuti in Sicilia e la richiesta di
poteri speciali dei presidenti della Regione degli ultimi vent'anni
ma, contraddicendosi, come soluzione indica proprio lo stato di
emergenza. E oltretutto non avanza una soluzione programmatica in
grado di dare stabilità e certezze al sistema". "Trovo
oltretutto ingiusto - aggiunge Lupo - che in questa fase si addossino
responsabilità ai comuni, invece di sostenerli. Chiediamo al
presidente della Regione di riferire in Aula sul programma che
intende attuare per la gestione dell'assessorato
all'Energia".
Assessorato che a pochi giorni
dall'insediamento della nuova giunta ha già perso il suo
assessore, Vincenzo Figuccia. Che oggi però interviene
anche lui sul tema rifiuti. "Non è con le analisi e il porre
l'accento sulle responsabilità del passato che si risolvono i
problemi - scrive l'ex assessore in una nota. Bene l'elaborazione
di un Piano per portare i rifiuti all'estero, creare un sistema di
premialità per chi pratica la raccolta differenziata, avviare gli
impianti avvalendosi delle nuove tecnologie e far in modo di superare
il sistema obsoleto e dannoso delle discariche. In ogni caso, sono
soddisfatto di constatate come il presidente Musumeci sia finalmente
uscito dalla logica del silenzio ispirata dalla frase 'lavorare e
tacere'. Dall'autorevole ruolo di presidente non deve sottrarsi al
racconto e all'agire".
"Quantomeno - accusa
Trizzino - Crocetta era capace di tenere i suoi assessori per almeno
un mese, Musumeci nemmeno questo. Il suo assessore ai
rifiuti ha lasciato la poltrona dopo una sola settimana
dall'insediamento dell'Assemblea. D'altronde era evidente che i
rifiuti non fossero un problema del governo Musumeci, altrimenti il
neo presidente avrebbe fatto scelte più sagge, ed invece, come da
buona vecchia politica, la poltrona dell'assessore ai rifiuti è
stata, come tutte le altre, oggetto di spartizione tra chi lo ha
sostenuto in campagna elettorale".
La nomina di
un nuovo assessore, d'altronde, non sembra preoccupare il
governatore: "Non c'è fretta: o con o senza assessore
desidero seguire da vicino questo ramo dell'amministrazione. Ho pure
chiesto una stanza in assessorato".
Gds.it
La pubblica amministrazione si prepara
a cambiare volto con un massiccio turnover. E il
2018 potrebbe essere l'anno in cui si torna ad
assumere.
Anche perché ci sono 80 mila
pensionamenti a cui far fronte. Innanzitutto, da inizio mese è
partito ufficialmente il piano triennale per la stabilizzazione di
circa 50 mila precari storici. I dodici mesi che verranno potrebbero
inoltre rappresentare l'ultima chance per 157 mila idonei in concorsi
pubblici, visto che la manovra ha prorogato le graduatorie. Di
sicuro devono entrare 4 mila vincitori. Ecco che le prime
stime sui prossimi anni indicano in più di 120 mila le entrate. Ma
cambieranno le regole di ingaggio. Sono attese, infatti, le
linee guida della ministra Madia sulle novità in fatto di selezioni:
si va verso prove mirate, più trasparenti, meno frammentarie e
'international'. Già la riforma del pubblico impiego indica la
strada da seguire, dando la possibilità alle amministrazioni
centrali di fare perno su una sorta di polo comune. In questo modo si
potrebbe risparmiare, probabilmente dando qualche garanzia in più
sulla correttezza. Su questa lunghezza d'onda anche il sito unico che
raccoglierà tutti i bandi, come annunciato da Madia. La riforma
mette poi l'accento sull'inglese e sui titoli di studio (con
l'opportunità di far valere il dottorato di ricerca). E ancora,
viene posto un tetto al numero di idonei, che non potranno superare
il 20% dei posti in palio. Le graduatorie dovrebbero avere una durata
fissa, forse triennale. Tutti i dettagli saranno presentati in un
regolamento che dovrebbe approdare in una delle prossime Conferenze
unificate (la prima seduta utile è quella dell'11 gennaio). A questo
si accompagnerà il piano sui fabbisogni, che ridisegnerà la mappa
degli organici. Nuovi programmi che guideranno le assunzioni, non
solo del 2018. Come aveva avvisato nei mesi scorsi il sottosegretario
alla P.a, Angelo Rughetti, in cinque anni usciranno circa 400 mila
dipendenti pubblici. Tanto che, per fare un esempio, solo nei
comparti funzioni statali ed enti territoriali si stimano 136 mila
cessazioni, con un ingresso atteso di circa 124 mila unità,
considerando che dal 2019 cadranno definitivamente i paletti al
turnover. Al momento invece i vincoli sono ancora al 25% nella P.a
centrale e al 75% nei Comuni. Una mano arriva anche dalla manovra che
destina fondi ad hoc per la scuola e la ricerca (in ballo ci
sarebbero 20 mila stabilizzazioni). Situazione differente per il
personale delle partecipate pubbliche, dove per il riassorbimento
degli esuberi, derivanti dai tagli, è scattato il blocco delle
assunzioni, che proseguirà fino a giugno. Il decreto per la gestione
delle eccedenze è stato appena pubblicato ma alcune delle tappe
fissate per l'operazione di mobilità risultano ormai superate. Tra
la metà di gennaio e la fine di marzo si dovrà comunque fare il
punto.
EX TABELLA H
La Regione riduce i contributi: 8
milioni per le associazioni, ecco chi li incassa
La fetta più grossa è andata
all'associazione Meter di don Di Noto che incasserà 825.992 euro.
Le briciole andranno all'Avis di Galati Mamertino che incasserà
397 euro e 41 centesimi. In mezzo resistono sigle storiche del
sottobosco cresciuto all'ombra della politica, come l'Accademia
degli Zelanti e dei Dafnici che anche quest'anno avrà il suo
contributo, limitato però a 8.250 euro. Eccoli i finanziamenti di
quella che fu la Tabella H di cuffariana memoria, storico elenco di
associazioni ed enti beneficiati da aiuti a pioggia che un tempo
valevano quasi 70 milioni e oggi non superano gli 8 milioni e 208
mila euro.
C'è stato un tempo in cui i politici
litigavano per distribuire la pioggia di milioni attraverso la
Tabella H, che storicamente era l'ultima a essere votata quando si
approvava la Finanziaria. Ora la torta si è riduce ogni anno di più.
Nel 2016 erano previsti 13 milioni ma ne sono poi realmente arrivati
8,7. Quest'anno un taglio di altri 500 mila euro. E così il bando
pubblicato a fine luglio e arrivato al traguardo fra il 29 e il 30
dicembre è diventato una lotta per accaparrarsi ciò che resta.
Prende tutta la Famiglia
È andata meglio agli enti che
gravitano nell'orbita dell'assessorato alla Famiglia. È questo
il settore che ha preso quasi il 60% dell'intero finanziamento
regionale: 4,8 milioni su 8,2. Dietro la Meter onlus si piazzano così
il Banco Alimentare (277.757 euro), il Telefono azzurro (103.860), il
Centro Padre Nostro di Brancaccio (629.716), il Telefono Arcobaleno
(614.973), l'Ente nazionale sordi (756.157), l'Unms (142.895),
l'Anmil (154.803), l'Anmic (154.803) e l'Onmic (81.726).
Questi sono i finanziamenti più
cospicui che verranno erogati nelle prossime settimane
dall'assessorato Famiglia, che però ha il budget anche per altri
aiuti di minore entità: comunità Sant'Egidio (69.238)
associazione Gesù Bambino di Praga (18.869), associazione Santa
Chiara (27.827 euro), associazione Penelope (66.347), associazione La
Danza delle Ombre (36.040), cooperativa Medira (45.822), associazione
San Benedetto il Moro (31.534), associazione Parole in libertà
(10.014), centro d'Amore di Gesù (14.767), cooperativa 3P Padre
Pino Puglisi (13.775), associazione Le ali della libertà (19.827),
casa famiglia Rosetta (24.814), centro sociale San Francesco Saverio
(22.683), Asfa Sicilia (17.711), associazione Inventare Insieme
(73.445), comunità terapeutica Casa dei Giovani (61.255),
associazione Madre Serafina (20.333). In questo elenco di
finanziamenti di minore importo rientrano anche la coop HMORA
(20.333), la coop Migma (35.192), l'associazione Montelepre don
Francesco Bagliesi (15.946), la fondazione Ebbene (67.742),
l'istituto Fernando Santi (62.174).
Le coop per i disabili
Ci sono poi una serie di aiuti alle
sigle che si muovono nel campo dell'assistenza ai disabili:
associazione Famiglie Persone Down (31.379 euro), coop La Fraternità
(47.609), associazione Apriti Cuore (33.475), coop Edificando
(44.840), associazione Recupero Cerebrolesi (42.094), onlus Sordi
Valle del Mela (11.049), Cantiere delle Idee (18.222), associazione
Famiglie Disabili (48.056).
L'antimafia tira la cinghia
Rispetto agli anni d'oro e perfino a
periodi più recenti incassano meno gli enti culturali e le
associazioni che si muovono sul fronte dell'antimafia. Tutte queste
sigle avevano ottenuto dalle commissioni esaminatrici almeno il
doppio di quanto poi realmente assegnato in base alla divisione dei
fondi fra i vari assessorati decisa dalla giunta Crocetta. Per
esempio, all'associazione per la Conservazione delle tradizioni
popolari vanno 168 mila euro ma aveva avuto il via libera per 300
mila. Alla fondazione Whitaker dovevano andare 275 mila euro ma
l'aiuto si fermerà a 154 mila. In proporzione il taglio ha
penalizzato tutte le altre sigle: all'Istituto Gramsci vanno
106.400 euro, alla fondazione Mandralisca 154 mila, alla Buttitta
78.400, al Centro studi filologici siciliani 67.200, al Centro studi
pirandelliani 10.500, all'Istituto siciliano di studi bizantini e
neoellenici 31.500, alla circoscrizione Sicilia di Amnesty
International 10.500. al centro Pier Paolo Pasolini 10.500,alla
fondazione Piccolo 61.250.
Le sigle che rientrano nel campo
antimafia hanno dovuto dividere i loro contributi con le altre appena
citato. Il risultato è che i tagli sono stati notevoli: la
fondazione Falcone avrà 42 mila ma ne attendeva 120 mila, il centro
Pio La Torre avrà 16.800 invece di 80 mila, il centro Cesare
Terranova avrà 7.350 euro inve di 35 mila, la fondazione Gaetano
Costa riceverà 3.150 euro invece di 15 mila. Alla fondazione
Sciascia andranno 31.500 euro ma ne erano previsti 90 mila. E poi
ancora, fondi a Officina di studi medievali (43.750), museo del
Papiro (15.750), associazione Arte Axa (21 mila), Facoltà Teologica
di Sicilia (25.200), istituto di etnologia Oikos (6,300).
I microcontributi alla cultura
Infine, l'assessorato ai Beni
Culturali ha assegnato una valanga di microcontributi: museo San
Nicolò (4.200 euro), Arci (5.775), Istituto studi politici ed
Economici (1.050), centro studi Feliciano Rossitto (7.350),
fondazione Verga (10.500), museo cultura popolare dei Peloritani
(2.250), associazione Kandinsky (2.250), fondazione Salvare Palermo
(1.543), associazione per la cultura popolare dei monti Iblei
(1.488), UdiPalermo onlus (1.323), parrocchia San Pietro e Paolo di
Palermo (3.859), Centro siciliano studi sulla giustizia (1.102),
fondazione Guarino Amella (1.102), associazione turistica Sotto Sale
(1.102). Nello stesso elenco di beneficiari rientra il Farm Cultural
Park di Favara che ottiene 4.961 euro invece dei 45 mila promessi.
Al Turismo conti da rifare
Il taglio dei finanziamenti e la
differente assegnazione fra gli assessorati rispetto alle prospettive
del luglio scorso ha perfino impedito a qualche dipartimento di
definire la graduatoria in tempo per il 31 dicembre. E così
all'assessorato al Turismo sanno chi sono i beneficiari ma stanno
ancora calcolando di quanto dovranno vedere ridotti gli aiuti. Il
calcolo non è difficile: erano attesi in totale 365 mila ma ne
verranno distribuiti solo 145.053, meno del 40%. Le 32 sigle entrate
in graduatoria sono Polisportiva Judo Kodokan di Ragusa, Ateltica
Padua di Ragusa, associazione dilettantistica Compagnia Arcieri di
FLoridia, Trinacria sport di Solarino, Pro-Sport di Ravanusa, IRSSAT
di Biancavilla, associazione Figli d'Srte Cuticchio di Palermo,
Polisportiva Compagnia Arcieri di Catania, Cus Palermo, Tamburo di
Aci di Acireale, Pro Loco Akaret di Alcara Li Fusi, associazione
Fiocco Verde di Palermo, Amici della Musica Salvatore Cicero di
Cefalù, associazione teatrale Carlo Magno di Palermo, Kleis di
Palermo, Curva Minore di Palermo, Atletica Virtus Acireale,
associazione culturale Darshan di Catania, AAsd Atleta Palermo, Amici
della Musica di Solarino, PolisportivaLibertas di Militello, Atletica
Mazzarino, Teatro Patafisico di Palermo, Associazione culturale Zo di
Catania, Etnatletica di San Pietro Clareanza, Agricantus di Palermo,
Agramante di Palermo, Garsigliana Equestre di Monreale, Folkstudio di
Palermo e Deva Culture di Palermo. Tutte queste sigle attendevano
poche migliaia di euro e in molti casi scederanno sotto i mille.
I tagli a Ditirammu e Carnevale
Nello stesso elenco figurano per
esempio il teatro popolare Ditirammu di Palermo a cui la commissione
di valutazione dell'assessorato allo Spettacolo avrebbe assegnato
23 mila euro ma che riceverà meno della metà dei fondi attesi. Così
come il Carnevale di Acireale per cui sembravano pronti 50 mila euro
e che dovrà invece accontentarsi di meno della metà.
Spiccioli alla sanità
Non è andata meglio agli enti che si
muovono nell'orbita della sanità. Qui nessun contributo supera i 5
mila euro e l'assessorato erogherà in totale 40.704 euro. Andranno
a queste sigle: Faste onlus Lentini (1.788 euro), Fasted Sicilia di
caltanissetta (3.974), Fasted Ragusa (1.987), Fasted Sant'Agata di
Militello (794 euro), Fasted Catania (2.781), Fasted Palermo (4.768),
Fasted Siracusa (2.235), Fasted Messina (1.470), Fasted Gela (1.271),
Fasted Caltanissetta (2.185). All'associazione per le infezioni
osteo articolari andranno 1.192 euro, alla coop Corallo 3.775, alla
Uildm Palermo 1.987, alla confraternita Misericordia di Piana degli
Albanesi 2.384, all'Istituto superiore per le scienze cognitive
3.974, all'Avis Sicilia 1.987 e all'organizzazione per
l'educazione allo sport 1.192 euro. Avis di Galati a parte, il
minimo è andato alla Fasted Onlus di Agrigento che si accontenta di
556 euro e 37 centesimi, al cineforum Don Orione di Palermo e
all'associazione Fumettomania di Barcellona Pozzo di Gotto che
riceveranno appena 551 euro e 30 centesimi. Poco più di un gettone,
giusto per poter dire che anche queste tre sigle sono fra gli eredi
di quella che fu la dorata (e sprecona) Tabella H.
Rifiuti: Musumeci, a Province competenza per gestione e programmazione
Palermo, 3 gen. (AdnKronos) - "La competenza per la programmazione e gestione dei rifiuti deve essere trasferita alla Province". Lo ha detto il presidente della Regione siciliana Nello Musumeci durante una conferenza stampa convocata a Palazzo d'Orleans sull'emergenza rifiuti nell'isola. Nel cronoprogramma del governatore, dopo la richiesta dello stato di emergenza ambientale, c'è l'approvazione, "entro la primavera", della "riforma della legge 9 del 2010" che, ha ricordato, "è stata giudicata dai magistrati contabili contraddittoria e inapplicabile". In questo momento, ha spiegato, "la gestione dei rifiuti è di competenza delle società d'ambito che sono formate dai Comuni. Contiamo ben 33 soggetti interessati, tra cui 18 Srr (Società regolamentazione rifiuti ndr). Basta con questi 33 enti che mangiano denaro pubblico e non producono alcun risultato. Le competenze di programmazione e gestione dei rifiuti devono andare alle provincie o, come amate chiamarli, liberi consorzi dei comuni. E i riferimenti devono essere nove, non 33. Ogni provincia avrà un Dipartimento per i rifiuti e per l'acqua, basta con le società. Più poteri alle provincie e meno alla Regione che deve essere arbitro e non giocatore". E ha aggiunto: "Dire che in questi 20 anni la Regione abbia esercitato pienamente i poteri di pianificazione e di controllo sarebbe una grossa bugia, così come lo sarebbe dire che i Comuni, prima con gli Ato e poi con le Srr, abbiano svolto appieno la propria funzione".
Scrivolibero
Ferrovie turistiche, Iacono: "finalmente stanziati 3 milioni di euro per il potenziamento della Agrigento-Porto Empedocle"
Dalle parole ai fatti: dopo l'approvazione definitiva della Legge sulle Ferrovie Turistiche, che porta il nome della parlamentare agrigentina del Partito Democratico, Maria Iacono, il MiT ha stanziato ben 3 milioni di euro per il potenziamento e l' adeguamento infrastrutturale della linea Agrigento Bassa - Porto Empedocle, una delle prime ferrovie turistiche ad esser stata attivata in Italia, ed oggi punta di diamante dell'offerta commerciale della Fondazione FS. "Come avevamo anticipato -,scrive Maria Iacono , la legge consentirà non solo la salvaguardia di questo immenso patrimonio, ma anche la giusta valorizzazione. Grazie ai cospicui fondi in arrivo, sarà possibile, dunque, restaurare gli ottocenteschi fabbricati della stazione di Porto Empedocle, museo a cielo aperto delle ferrovie siciliane, adeguare l'infrastruttura ferroviaria ai più elevati standard di sicurezza, e migliorare ulteriormente l'esperienza di viaggio dei turisti in transito".
"In Sicilia sono ben 4 le linee turistiche individuate ", precisa Maria Iacono. "Il mio auspicio è che la prossima ad essere recuperata sia un' altra stupenda linea, ovvero la Castelvetrano - Menfi, che da pochi giorni, grazie alla legge, è tornata ad essere inserita negli elenchi dei rami da manutenere. Sarebbe in tal modo possibile raggiungere attraverso i treni storici, un altro importante parco archeologico, quello di Selinunte attraversato e servito dalla linea ferroviaria esattamente come ad Agrigento. Auspico, inoltre, che si possa estendere il recupero della linea magari fino a Sciacca, al fine di realizzare un itinerario turistico d' eccellenza che coniughi archeologia, fruizione e riscoperta del territorio". "Considerata l'ampiezza della particella ferroviaria, sarebbe auspicabile un percorso che preveda una ciclovia affiancata alla ferrovia, in modo tale da integrare ed ottimizzare l'offerta turistica erogata", conclude Maria Iacono.
Livesicilia
Un anno per rimuovere le frane
Via ai lavori sulla Provinciale 34
di Antonio Giordano
Pubblicato il bando di gara. I fondi, 709 mila euro, dall'Assessorato regionale alle Infrastrutture.
PALERMO - Verrà ripristinata entro un anno la strada provinciale 34, "Bivio Tamburello-Bivona". È stato pubblicato il bando per la gara d'appalto per assegnare i lavori di rimozione delle frane e l'apertura delle buste con le offerte verrà svolta il prossimo 15 gennaio. La ditta che si aggiudicherà l'appalto avrà 365 giorni di tempo dal giorno della consegna per concludere i lavori.
I lavori, il cui valore di 709 mila euro è finanziato da fondi dell'Assessorato regionale alle Infrastrutture, riguardano la rimozione di frane in diversi punti della strada, in corrispondenza dei comuni di Calamonaci, Lucca Sicula, Palazzo Adriano e Bivona. La scadenza per la presentazione alla gara è il 10 di gennaio.