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Rassegna stampa del 4 gennaio 2018

Livesicilia.it

Discariche al collasso, discussioni eterne sui termovalorizzatori e sugli inceneritori, raccolta differenziata che non decolla. La situazione dei rifiuti in Sicilia è sempre in stato di emergenza; "gravissima", l'ha definita il presidente della Regione Nello Musumeci. Un problema "che mi distoglie da tanti altri temi", ammette il governatore.

Ma dalle opposizioni il coro è unanime: Musumeci non ha un piano per affrontare l'emergenza. "Solito déjà vu, sembrava parlasse Crocetta. Se non fosse che non si somigliano per niente, sembrerebbe di vedere la stessa persona della scorsa legislatura al Governo delle Regione", fa notare il deputato regionale Giampiero Trizzino del Movimento 5 stelle, che nella scorsa legislatura è stato a lungo presidente della Commissione Ambiente dell'Ars.

La proposta del nuovo governo regionale, almeno nell'immediato, è il trasporto dei rifiuti "nella civilissima Germania e nella civilissima Francia", una soluzione per cui, con la collaborazione del nuovo dirigente del Dipartimento dei Rifiuti, Salvo Cocina, si stanno già preparando i bandi per il trasporto via mare.

"La strada per la risoluzione del problema dei rifiuti - prosegue il deputato cinquestelle - è tracciata: aprire gli impianti di compostaggio, molti dei quali pronti ad essere messi in esercizio, e attuare una politica di incentivi per chi investe nelle piattaforme di recupero. Le discariche devono diventare un ricordo". Ogni giorno nelle discariche siciliane arrivano cinquemila tonnellate di rifiuti, mentre lo spazio ancora disponibile è di circa due milioni di metri cubi.

"Entro settembre non sapremo più dove metterli, i rifiuti", spiega Musumeci, che ha ventilato anche la possibilità di affidare alle Province, già nel caos per via della riforma mancata, la gestione del settore: "Basta con 33 enti che mangiano denaro pubblico e non producono risultato. La competenza dei rifiuti deve andare alle Province. Devono esserci nove riferimenti e, quindi, anche dei responsabili". Ma per il parlamentare regionale eletto con la lista I Cento Passi, Claudio Fava, questo non basta. "Tra le molte lamentazioni rivolte al passato dal presidente Musumeci - scrive in una nota Fava - non leggo una sola parola di verità sui privati che hanno monopolizzato e gestito per interposte persone (Crocetta più Lumia) il business milionario dello smaltimento dei rifiuti in Sicilia. Non leggo una sola parola sulle centinaia di stazioni appaltanti nei comuni siciliani che hanno concesso, senza gara, l'appalto sulla raccolta dei rifiuti a imprese di prestanome legati alla mafia". "Se si pensa di risolvere tutto con i termovalorizzatori - conclude - senza la forza di recidere i legami d'affare con la criminalità organizzata, siamo sempre all'anno zero".

Contesta i piani del governatore, che ha annunciato chiederà lo stato d'emergenza al governo di Roma, anche il Partito democratico. "Musumeci - dice Giuseppe Lupo, presidente del gruppo Pd all'Ars - fotografa l'emergenza che è sotto gli occhi di tutti, ma non fa proposte convincenti e credibili: critica la gestione emergenziale del settore dei rifiuti in Sicilia e la richiesta di poteri speciali dei presidenti della Regione degli ultimi vent'anni ma, contraddicendosi, come soluzione indica proprio lo stato di emergenza. E oltretutto non avanza una soluzione programmatica in grado di dare stabilità e certezze al sistema". "Trovo oltretutto ingiusto - aggiunge Lupo - che in questa fase si addossino responsabilità ai comuni, invece di sostenerli. Chiediamo al presidente della Regione di riferire in Aula sul programma che intende attuare per la gestione dell'assessorato all'Energia".

Assessorato che a pochi giorni dall'insediamento della nuova giunta ha già perso il suo assessore, Vincenzo Figuccia. Che oggi però interviene anche lui sul tema rifiuti. "Non è con le analisi e il porre l'accento sulle responsabilità del passato che si risolvono i problemi - scrive l'ex assessore in una nota. Bene l'elaborazione di un Piano per portare i rifiuti all'estero, creare un sistema di premialità per chi pratica la raccolta differenziata, avviare gli impianti avvalendosi delle nuove tecnologie e far in modo di superare il sistema obsoleto e dannoso delle discariche. In ogni caso, sono soddisfatto di constatate come il presidente Musumeci sia finalmente uscito dalla logica del silenzio ispirata dalla frase 'lavorare e tacere'. Dall'autorevole ruolo di presidente non deve sottrarsi al racconto e all'agire".

"Quantomeno - accusa Trizzino - Crocetta era capace di tenere i suoi assessori per almeno un mese, Musumeci nemmeno questo. Il suo assessore ai rifiuti ha lasciato la poltrona dopo una sola settimana dall'insediamento dell'Assemblea. D'altronde era evidente che i rifiuti non fossero un problema del governo Musumeci, altrimenti il neo presidente avrebbe fatto scelte più sagge, ed invece, come da buona vecchia politica, la poltrona dell'assessore ai rifiuti è stata, come tutte le altre, oggetto di spartizione tra chi lo ha sostenuto in campagna elettorale".

La nomina di un nuovo assessore, d'altronde, non sembra preoccupare il governatore: "Non c'è fretta: o con o senza assessore desidero seguire da vicino questo ramo dell'amministrazione. Ho pure chiesto una stanza in assessorato".


Gds.it

La pubblica amministrazione si prepara a cambiare volto con un massiccio turnover. E il 2018 potrebbe essere l'anno in cui si torna ad assumere.


Anche perché ci sono 80 mila pensionamenti a cui far fronte. Innanzitutto, da inizio mese è partito ufficialmente il piano triennale per la stabilizzazione di circa 50 mila precari storici. I dodici mesi che verranno potrebbero inoltre rappresentare l'ultima chance per 157 mila idonei in concorsi pubblici, visto che la manovra ha prorogato le graduatorie. Di sicuro devono entrare 4 mila vincitori. Ecco che le prime stime sui prossimi anni indicano in più di 120 mila le entrate. Ma cambieranno le regole di ingaggio. Sono attese, infatti, le linee guida della ministra Madia sulle novità in fatto di selezioni: si va verso prove mirate, più trasparenti, meno frammentarie e 'international'. Già la riforma del pubblico impiego indica la strada da seguire, dando la possibilità alle amministrazioni centrali di fare perno su una sorta di polo comune. In questo modo si potrebbe risparmiare, probabilmente dando qualche garanzia in più sulla correttezza. Su questa lunghezza d'onda anche il sito unico che raccoglierà tutti i bandi, come annunciato da Madia. La riforma mette poi l'accento sull'inglese e sui titoli di studio (con l'opportunità di far valere il dottorato di ricerca). E ancora, viene posto un tetto al numero di idonei, che non potranno superare il 20% dei posti in palio. Le graduatorie dovrebbero avere una durata fissa, forse triennale. Tutti i dettagli saranno presentati in un regolamento che dovrebbe approdare in una delle prossime Conferenze unificate (la prima seduta utile è quella dell'11 gennaio). A questo si accompagnerà il piano sui fabbisogni, che ridisegnerà la mappa degli organici. Nuovi programmi che guideranno le assunzioni, non solo del 2018. Come aveva avvisato nei mesi scorsi il sottosegretario alla P.a, Angelo Rughetti, in cinque anni usciranno circa 400 mila dipendenti pubblici. Tanto che, per fare un esempio, solo nei comparti funzioni statali ed enti territoriali si stimano 136 mila cessazioni, con un ingresso atteso di circa 124 mila unità, considerando che dal 2019 cadranno definitivamente i paletti al turnover. Al momento invece i vincoli sono ancora al 25% nella P.a centrale e al 75% nei Comuni. Una mano arriva anche dalla manovra che destina fondi ad hoc per la scuola e la ricerca (in ballo ci sarebbero 20 mila stabilizzazioni). Situazione differente per il personale delle partecipate pubbliche, dove per il riassorbimento degli esuberi, derivanti dai tagli, è scattato il blocco delle assunzioni, che proseguirà fino a giugno. Il decreto per la gestione delle eccedenze è stato appena pubblicato ma alcune delle tappe fissate per l'operazione di mobilità risultano ormai superate. Tra la metà di gennaio e la fine di marzo si dovrà comunque fare il punto.

EX TABELLA H
La Regione riduce i contributi: 8 milioni per le associazioni, ecco chi li incassa

La fetta più grossa è andata all'associazione Meter di don Di Noto che incasserà 825.992 euro. Le briciole andranno all'Avis di Galati Mamertino che incasserà 397 euro e 41 centesimi. In mezzo resistono sigle storiche del sottobosco cresciuto all'ombra della politica, come l'Accademia degli Zelanti e dei Dafnici che anche quest'anno avrà il suo contributo, limitato però a 8.250 euro. Eccoli i finanziamenti di quella che fu la Tabella H di cuffariana memoria, storico elenco di associazioni ed enti beneficiati da aiuti a pioggia che un tempo valevano quasi 70 milioni e oggi non superano gli 8 milioni e 208 mila euro. C'è stato un tempo in cui i politici litigavano per distribuire la pioggia di milioni attraverso la Tabella H, che storicamente era l'ultima a essere votata quando si approvava la Finanziaria. Ora la torta si è riduce ogni anno di più. Nel 2016 erano previsti 13 milioni ma ne sono poi realmente arrivati 8,7. Quest'anno un taglio di altri 500 mila euro. E così il bando pubblicato a fine luglio e arrivato al traguardo fra il 29 e il 30 dicembre è diventato una lotta per accaparrarsi ciò che resta. Prende tutta la Famiglia È andata meglio agli enti che gravitano nell'orbita dell'assessorato alla Famiglia. È questo il settore che ha preso quasi il 60% dell'intero finanziamento regionale: 4,8 milioni su 8,2. Dietro la Meter onlus si piazzano così il Banco Alimentare (277.757 euro), il Telefono azzurro (103.860), il Centro Padre Nostro di Brancaccio (629.716), il Telefono Arcobaleno (614.973), l'Ente nazionale sordi (756.157), l'Unms (142.895), l'Anmil (154.803), l'Anmic (154.803) e l'Onmic (81.726). Questi sono i finanziamenti più cospicui che verranno erogati nelle prossime settimane dall'assessorato Famiglia, che però ha il budget anche per altri aiuti di minore entità: comunità Sant'Egidio (69.238) associazione Gesù Bambino di Praga (18.869), associazione Santa Chiara (27.827 euro), associazione Penelope (66.347), associazione La Danza delle Ombre (36.040), cooperativa Medira (45.822), associazione San Benedetto il Moro (31.534), associazione Parole in libertà (10.014), centro d'Amore di Gesù (14.767), cooperativa 3P Padre Pino Puglisi (13.775), associazione Le ali della libertà (19.827), casa famiglia Rosetta (24.814), centro sociale San Francesco Saverio (22.683), Asfa Sicilia (17.711), associazione Inventare Insieme (73.445), comunità terapeutica Casa dei Giovani (61.255), associazione Madre Serafina (20.333). In questo elenco di finanziamenti di minore importo rientrano anche la coop HMORA (20.333), la coop Migma (35.192), l'associazione Montelepre don Francesco Bagliesi (15.946), la fondazione Ebbene (67.742), l'istituto Fernando Santi (62.174). Le coop per i disabili Ci sono poi una serie di aiuti alle sigle che si muovono nel campo dell'assistenza ai disabili: associazione Famiglie Persone Down (31.379 euro), coop La Fraternità (47.609), associazione Apriti Cuore (33.475), coop Edificando (44.840), associazione Recupero Cerebrolesi (42.094), onlus Sordi Valle del Mela (11.049), Cantiere delle Idee (18.222), associazione Famiglie Disabili (48.056). L'antimafia tira la cinghia Rispetto agli anni d'oro e perfino a periodi più recenti incassano meno gli enti culturali e le associazioni che si muovono sul fronte dell'antimafia. Tutte queste sigle avevano ottenuto dalle commissioni esaminatrici almeno il doppio di quanto poi realmente assegnato in base alla divisione dei fondi fra i vari assessorati decisa dalla giunta Crocetta. Per esempio, all'associazione per la Conservazione delle tradizioni popolari vanno 168 mila euro ma aveva avuto il via libera per 300 mila. Alla fondazione Whitaker dovevano andare 275 mila euro ma l'aiuto si fermerà a 154 mila. In proporzione il taglio ha penalizzato tutte le altre sigle: all'Istituto Gramsci vanno 106.400 euro, alla fondazione Mandralisca 154 mila, alla Buttitta 78.400, al Centro studi filologici siciliani 67.200, al Centro studi pirandelliani 10.500, all'Istituto siciliano di studi bizantini e neoellenici 31.500, alla circoscrizione Sicilia di Amnesty International 10.500. al centro Pier Paolo Pasolini 10.500,alla fondazione Piccolo 61.250. Le sigle che rientrano nel campo antimafia hanno dovuto dividere i loro contributi con le altre appena citato. Il risultato è che i tagli sono stati notevoli: la fondazione Falcone avrà 42 mila ma ne attendeva 120 mila, il centro Pio La Torre avrà 16.800 invece di 80 mila, il centro Cesare Terranova avrà 7.350 euro inve di 35 mila, la fondazione Gaetano Costa riceverà 3.150 euro invece di 15 mila. Alla fondazione Sciascia andranno 31.500 euro ma ne erano previsti 90 mila. E poi ancora, fondi a Officina di studi medievali (43.750), museo del Papiro (15.750), associazione Arte Axa (21 mila), Facoltà Teologica di Sicilia (25.200), istituto di etnologia Oikos (6,300). I microcontributi alla cultura Infine, l'assessorato ai Beni Culturali ha assegnato una valanga di microcontributi: museo San Nicolò (4.200 euro), Arci (5.775), Istituto studi politici ed Economici (1.050), centro studi Feliciano Rossitto (7.350), fondazione Verga (10.500), museo cultura popolare dei Peloritani (2.250), associazione Kandinsky (2.250), fondazione Salvare Palermo (1.543), associazione per la cultura popolare dei monti Iblei (1.488), UdiPalermo onlus (1.323), parrocchia San Pietro e Paolo di Palermo (3.859), Centro siciliano studi sulla giustizia (1.102), fondazione Guarino Amella (1.102), associazione turistica Sotto Sale (1.102). Nello stesso elenco di beneficiari rientra il Farm Cultural Park di Favara che ottiene 4.961 euro invece dei 45 mila promessi. Al Turismo conti da rifare Il taglio dei finanziamenti e la differente assegnazione fra gli assessorati rispetto alle prospettive del luglio scorso ha perfino impedito a qualche dipartimento di definire la graduatoria in tempo per il 31 dicembre. E così all'assessorato al Turismo sanno chi sono i beneficiari ma stanno ancora calcolando di quanto dovranno vedere ridotti gli aiuti. Il calcolo non è difficile: erano attesi in totale 365 mila ma ne verranno distribuiti solo 145.053, meno del 40%. Le 32 sigle entrate in graduatoria sono Polisportiva Judo Kodokan di Ragusa, Ateltica Padua di Ragusa, associazione dilettantistica Compagnia Arcieri di FLoridia, Trinacria sport di Solarino, Pro-Sport di Ravanusa, IRSSAT di Biancavilla, associazione Figli d'Srte Cuticchio di Palermo, Polisportiva Compagnia Arcieri di Catania, Cus Palermo, Tamburo di Aci di Acireale, Pro Loco Akaret di Alcara Li Fusi, associazione Fiocco Verde di Palermo, Amici della Musica Salvatore Cicero di Cefalù, associazione teatrale Carlo Magno di Palermo, Kleis di Palermo, Curva Minore di Palermo, Atletica Virtus Acireale, associazione culturale Darshan di Catania, AAsd Atleta Palermo, Amici della Musica di Solarino, PolisportivaLibertas di Militello, Atletica Mazzarino, Teatro Patafisico di Palermo, Associazione culturale Zo di Catania, Etnatletica di San Pietro Clareanza, Agricantus di Palermo, Agramante di Palermo, Garsigliana Equestre di Monreale, Folkstudio di Palermo e Deva Culture di Palermo. Tutte queste sigle attendevano poche migliaia di euro e in molti casi scederanno sotto i mille. I tagli a Ditirammu e Carnevale Nello stesso elenco figurano per esempio il teatro popolare Ditirammu di Palermo a cui la commissione di valutazione dell'assessorato allo Spettacolo avrebbe assegnato 23 mila euro ma che riceverà meno della metà dei fondi attesi. Così come il Carnevale di Acireale per cui sembravano pronti 50 mila euro e che dovrà invece accontentarsi di meno della metà. Spiccioli alla sanità Non è andata meglio agli enti che si muovono nell'orbita della sanità. Qui nessun contributo supera i 5 mila euro e l'assessorato erogherà in totale 40.704 euro. Andranno a queste sigle: Faste onlus Lentini (1.788 euro), Fasted Sicilia di caltanissetta (3.974), Fasted Ragusa (1.987), Fasted Sant'Agata di Militello (794 euro), Fasted Catania (2.781), Fasted Palermo (4.768), Fasted Siracusa (2.235), Fasted Messina (1.470), Fasted Gela (1.271), Fasted Caltanissetta (2.185). All'associazione per le infezioni osteo articolari andranno 1.192 euro, alla coop Corallo 3.775, alla Uildm Palermo 1.987, alla confraternita Misericordia di Piana degli Albanesi 2.384, all'Istituto superiore per le scienze cognitive 3.974, all'Avis Sicilia 1.987 e all'organizzazione per l'educazione allo sport 1.192 euro. Avis di Galati a parte, il minimo è andato alla Fasted Onlus di Agrigento che si accontenta di 556 euro e 37 centesimi, al cineforum Don Orione di Palermo e all'associazione Fumettomania di Barcellona Pozzo di Gotto che riceveranno appena 551 euro e 30 centesimi. Poco più di un gettone, giusto per poter dire che anche queste tre sigle sono fra gli eredi di quella che fu la dorata (e sprecona) Tabella H.


Rifiuti: Musumeci, a Province competenza per gestione e programmazione

Palermo, 3 gen. (AdnKronos) - "La competenza per la programmazione e gestione dei rifiuti deve essere trasferita alla Province". Lo ha detto il presidente della Regione siciliana Nello Musumeci durante una conferenza stampa convocata a Palazzo d'Orleans sull'emergenza rifiuti nell'isola. Nel cronoprogramma del governatore, dopo la richiesta dello stato di emergenza ambientale, c'è l'approvazione, "entro la primavera", della "riforma della legge 9 del 2010" che, ha ricordato, "è stata giudicata dai magistrati contabili contraddittoria e inapplicabile". In questo momento, ha spiegato, "la gestione dei rifiuti è di competenza delle società d'ambito che sono formate dai Comuni. Contiamo ben 33 soggetti interessati, tra cui 18 Srr (Società regolamentazione rifiuti ndr). Basta con questi 33 enti che mangiano denaro pubblico e non producono alcun risultato. Le competenze di programmazione e gestione dei rifiuti devono andare alle provincie o, come amate chiamarli, liberi consorzi dei comuni. E i riferimenti devono essere nove, non 33. Ogni provincia avrà un Dipartimento per i rifiuti e per l'acqua, basta con le società. Più poteri alle provincie e meno alla Regione che deve essere arbitro e non giocatore". E ha aggiunto: "Dire che in questi 20 anni la Regione abbia esercitato pienamente i poteri di pianificazione e di controllo sarebbe una grossa bugia, così come lo sarebbe dire che i Comuni, prima con gli Ato e poi con le Srr, abbiano svolto appieno la propria funzione".

Scrivolibero

Ferrovie turistiche, Iacono: "finalmente stanziati 3 milioni di euro per il potenziamento della Agrigento-Porto Empedocle"

Dalle parole ai fatti: dopo l'approvazione definitiva della Legge sulle Ferrovie Turistiche, che porta il nome della parlamentare agrigentina del Partito Democratico, Maria Iacono, il MiT ha stanziato ben 3 milioni di euro per il potenziamento e l' adeguamento infrastrutturale della linea Agrigento Bassa - Porto Empedocle, una delle prime ferrovie turistiche ad esser stata attivata in Italia, ed oggi punta di diamante dell'offerta commerciale della Fondazione FS. "Come avevamo anticipato -,scrive Maria Iacono , la legge consentirà non solo la salvaguardia di questo immenso patrimonio, ma anche la giusta valorizzazione. Grazie ai cospicui fondi in arrivo, sarà possibile, dunque, restaurare gli ottocenteschi fabbricati della stazione di Porto Empedocle, museo a cielo aperto delle ferrovie siciliane, adeguare l'infrastruttura ferroviaria ai più elevati standard di sicurezza, e migliorare ulteriormente l'esperienza di viaggio dei turisti in transito".
"In Sicilia sono ben 4 le linee turistiche individuate ", precisa Maria Iacono.  "Il mio auspicio è che la prossima ad essere recuperata sia un' altra stupenda linea, ovvero la Castelvetrano - Menfi, che da pochi giorni, grazie alla legge, è tornata ad essere inserita negli elenchi dei rami da manutenere. Sarebbe in tal modo possibile raggiungere attraverso i treni storici, un altro importante parco archeologico, quello di Selinunte attraversato e servito dalla linea ferroviaria esattamente come ad Agrigento. Auspico, inoltre, che si possa estendere il recupero della linea magari fino a Sciacca, al fine di realizzare un itinerario turistico d' eccellenza che coniughi archeologia, fruizione e riscoperta del territorio". "Considerata l'ampiezza della particella ferroviaria, sarebbe auspicabile un percorso che preveda una ciclovia affiancata alla ferrovia, in modo tale da integrare ed ottimizzare l'offerta turistica erogata", conclude Maria Iacono.


Livesicilia

Un anno per rimuovere le frane
Via ai lavori sulla Provinciale 34
di Antonio Giordano

Pubblicato il bando di gara. I fondi, 709 mila euro, dall'Assessorato regionale alle Infrastrutture.
PALERMO - Verrà ripristinata entro un anno la strada provinciale 34, "Bivio Tamburello-Bivona". È stato pubblicato il bando per la gara d'appalto per assegnare i lavori di rimozione delle frane e l'apertura delle buste con le offerte verrà svolta il prossimo 15 gennaio. La ditta che si aggiudicherà l'appalto avrà 365 giorni di tempo dal giorno della consegna per concludere i lavori.
I lavori, il cui valore di 709 mila euro è finanziato da fondi dell'Assessorato regionale alle Infrastrutture, riguardano la rimozione di frane in diversi punti della strada, in corrispondenza dei comuni di Calamonaci, Lucca Sicula, Palazzo Adriano e Bivona. La scadenza per la presentazione alla gara è il 10 di gennaio.

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