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rassegna stampa del 9 gennaio 2018

Agrigentoweb

Il Libero Consorzio effettuerà lavori su alcune scuole della provincia per oltre un milione e seicentomila euro.

Il Settore Edilizia e Gestione Patrimoniale del Liberio Consorzio Comunale di Agrigento ha programmato alcuni interventi di manutenzione straordinaria che riguardano quattro Istituti superiori della nostra provincia per un importo superiore al milione seicentomila euro mediante gare d'appalto. Lo scorso 3 gennaio è scaduto il termine per partecipare alla gara per realizzare i lavori di manutenzione straordinaria all' I.T.C. "Federico II" di Naro per un importo complessivo dell'appalto di € 304.507,16. L'apertura delle offerte avverrà nella prima seduta pubblica nella Sala Gare del Gruppo Contratti del Libero Consorzio ad Agrigento in Via Acrone n. 27, alle 09:00 del giorno 09/01/2018. Il 22 gennaio scade, invece, il termine per partecipare alla gara d'appalto con proceduta aperta dei lavori di manutenzione straordinaria del Liceo Scientifico e Scienze umane "Politi" di Agrigento per un importo complessivo dell'appalto di € 248.915,11. Il 31 gennaio scade il bando di gara per l'appalto mediante proceduta aperta dei lavori di manutenzione straordinaria dell'IISS "A. Miraglia " di Sciacca per un importo complessivo dell'appalto di € 681.472,62. Il 14 febbraio scadrà il termine per partecipare al bando di gara d'appalto mediante proceduta aperta dei lavori di manutenzione straordinaria del Liceo Classico Linares di Licata per un importo complessivo dell'appalto di € 676.926,13. Per visionare tutti i documenti relativi ai bandi in scadenza che riguardano il Liceo scientifico e Scienze umane "Politi" di Agrigento, l'IISS "A. Miraglia " di Sciacca e il Liceo Classico Linares di Licata, bisogna consultare la Home page del sito istituzionale dell'Ente www.provincia.agrigento.it nella sezione Gare e Appalti oppure rivolgersi alle sedi Urp del Libero Consorzio Comunale di Agrigento all'Ufficio Gare di Via Acrone ad Agrigento.

LA SICILIA
COSTI TROPPO ESOSI.
Si opta per un progetto meno scenico ma più didattico Il tempio di Zeus si costruirà ma solo in formato digitale. Ricostruire il tempio di Zeus? Si, ma solo in modo digitale. Si sa l'anastilosi della più grande tra le strutture religiose dell'antica Akragas è probabilmente il più ambizioso e discusso sogno dell'archeologia agrigentina. Già anni fa, nel 2009, si era avanzata l'ipotesi di provvedere a rimettere in piedi anche solo uno dei telamoni che si trova nella Valle. Stando alle stime realizzate all'epoca sarebbero stati necessari almeno 400mila euro Venne ad dirittura bandita una vendita di quadri per beneficenza che però portò alle casse del Parco meno di 80mila euro, che vennero usate per finanziare in parte lavori per la realizzazione della passerella tra Zeus ed Ercole. Il progetto, pur esistente, è oggi completamente accantonato. Il Parco, infatti, lo ritiene poco utile da un punto di vista archeologico Il dibattito, adesso, era tornato ad essere vivace grazie alla proposta avanzata dal neo assessore ai Beni Culturali Vittorio Sgarbi, il quale aveva avanzato ipotesi di un'anastilosi completa del tempio G di Selinunte. Qualcuno si sarà chiesto: perché non fare lo stesso per la valle? Così, a quanto pare, complice una visita del componente del Governo Musumeci ad Agrigento ad inizio dicembre, la discussione è stata quantomeno intavolata, ma con possibilità di applicazione molto diverse da quanto fìnora ritenuto. L'ipotesi, infatti, è piuttosto di una ricostruzione virtuale della struttura, che avrebbe comunque un costo estremamente elevato ma sicuramente un impatto economico molto interiore. A dissuadere dal progetto di un'anastilosi "fisica" sarebbe soprattutto l di effettuare un intervento archeologicamente coerente, dato che mancano a troppe parti per poter ricostruire anche in porzione l'edificio. I blocchi modanati, infatti, non si trovano solo sotto il molo dì Porto Empedocle, ma sono stati nel tempio inglobati anche da altri edifici come la chiesa di San Nicola e la torre campanaria della Cattedrale di San Gerlando. Problemi che non si pongono invece per Selinunte, dato che il tempio non è stato oggetto del medesimo saccheggio nei secoli. Il progetto di rialzare un telamone, invece, sebbene più semplice e potenzialmente realizzabile, è stata scartata da tempo perché questo si troverebbe sostanzialmente decontestualizzato rispetto al resto delle rovine. Vi è poi, ovviamente una questione economica: un progetto di questo tipo richiederebbe un investimento di diversi milioni di euro. Così si potrebbe puntare su qualcosa di meno "scenico" ma più didattico, spegnendo gli entusiasmi di chi ha per anni sperato di poter ammirare in tutta la sua magnificenza il secondo tempio più antico per datazione nella zona della collina di più grande tra quelli di Akragas, la (fu) "più bella città dei mortali". GIOACCHINO SCHICCHI


PUBBLICA AMMINISTRAZIONE
Performance così cambieranno tutti i parametri.
ROMA. Stanno per cambiare criteri per mettere i voti agli statali. In realtà, la materia finora è restata sulla carta ma con il rinnovo dei contratti e la riforma della Pa sembra venuta l'ora di passare ai fatti. Una tappa imprescindibile resta nella selezione degli indicatori per redigere le pagelle degli oltre tre milioni di dipendenti pubblici. La valutazione delle performance dovrà nfatti essere tarata sui cosiddetti «obiettivi della Repubblica». Così prevede il provvedimento Madia entrato in vigore quest'estate. Adesso si tratta di fare un elenco dei target. Lista che viaggerà attraverso un decreto ad hoc e per cui servirà anche l'accordo con regioni e Comuni. Il ministero della Pa. è già alle prese con il dossier e tra gli indicatori spunta anche il numero delle ore lavorate. Si mira a un loro aumento, finalizzato sempre a migliorare la qualità del servizio offerto ai cittadini, come la legge stabilisce. Il sistema di valutazione ha già dei punti fermi: conta sia la performance del singolo che quella dell'ufficio. E poi almeno la metà delle risorse per i premi dovrà essere legata alla produttività. Ancora ci sarà uno spazio per la customer satisfaction". Di sicuro per i travet in palio c'è molto: un voto positivo significa premi ma anche possibilità di fare carriera. Al contrario, collezionare quadri deludenti può portare dritto al licenziamento che scatta dopo tre anni di bocciature consecutive. Nel concreto, si passerà dal taglio delle liste di attesa negli ospedali al pagamento più rapido ai fornitori. A livello complessivo, a prescindere dal tipo di ente, si darà un peso al numero di ore lavorate. "Abbiamo bisogno di aumentare la produttività e intanto alziamo questo range", visti risultati del confronto tra «le ore lavorate nel pubblico da noi e la media Ue o quella Ocse», ha spiegato il sottosegretario alla Pa, Angelo Rughetti.


Sicilia24h

Viabilità, 187 milioni per la Palermo-Agrigento Dal ministero delle Infrastrutture arriva un finanziamento da 187 milioni per interventi di riammodernamento su un altro tratto della Palermo-Agrigento (come si legge sul Giornale di Sicilia). Intanto entro venerdì l'assessore regionale alle Infrastrutture, Marco Falcone, convocherà l'Anas in un vertice per accelerare i lavori sulla statale. I fondi serviranno per il cantiere di quindici chilometri tra il bivio Manganaro e il confine con la provincia di Palermo. Intanto ieri in un tavolo tecnico tra Consorzio per le autostrade siciliane ed enti locali è stato chiesto di velocizzare i progetti dei nuovi svincoli autostradali previsti nel Messinese.
SICILIA

APPROVATO PIANO PER L'AGRIGENTO BASSA-PORTO EMPEDOCLE

Ferrovie, si potenzia la linea turistica. Buone notizie per l'adeguamento ed il potenziamento infrastrutturale della ferrovia turistica Agrigento Bassa-Porto Empedocle. Il Comitato interministeriale per la programmazione economica, infatti, lo scorso 22 dicembre. ha approvato il piano operativo del Ministero delle infrastrutture e dei Trasporti che prevede, tra gli altri, 3 milioni di euro per la Agrigento Bassa — Porto Empedocle. Una novità che giunge dopo l'approvazione definitiva della Legge sulle Ferrovie Turistiche, che porta il no me della deputata agrigentina del Partito Democratico, Maria Iacono. La Agrigento Bassa — Porto Empedocle, ricordiamo, è una delle prime ferrovie turistiche ad esser stata attivata in Italia, ed oggi punta di dia mante dell'offerta commerciale della Fondazione Ferrovie dello Stato, come spiega Iacono: "La legge consentirà la salvaguardia e la valorizzazione di questo immenso patrimonio. Sarà possibile restaurare gli ottocenteschi fabbricati della stazione di Porto Empedocle, museo a cielo aperto delle ferrovie siciliane ed adeguare l'infrastruttura ferroviaria ai più elevati standard di sicurezza e migliorare ulteriormente esperienza di viaggio dei turisti in transito". In Sicilia oltre alla linea Agrigento — Porto Empedocle sono classificate come tratte ferroviarie ad uso turistico le linee: Al cantara — Randazzo, Noto — Pachino e Castelvetrano - Porto Palo di Menfi. Su quest'ultima linea la deputata Dem aggiunge: "Il mio auspicio è che la prossima ad essere recuperata sia un'altra stupenda linea, ovvero la Castelvetrano- Menfi, che da pochi giorni, grazie alla legge, è tornata ad esse re inserita negli elenchi dei rami da mantenere ed estendere, poi. il recupero della linea magari fino a Sciacca, al fine di realizzare un itinerario turistico d'eccellenza che coniughi acheologia, fruizione e riscoperta del territorio. Sarebbe in tal modo possibile raggiungere attraverso i treni storici, un altro importante parco archeologico, quello di Selinunte attraversato e servito dalla linea ferroviaria esattamente come ad Agrigento". La dotazione di 3 milioni di euro per la ferrovia turistica agrigentina quindi, rappresentano un energetico per la nostra economia ed un volano per promuovere e sviluppare nuove strategie per un turismo sostenibile puntando al patrimonio culturale per lo più sconosciuto al turismo di massa. Grazie al potenziamento infrastrutturale delle ferrovie turistiche, inoltre, sarà possibile visitare anche i siti minerari dismessi: un importante patrimonio storico, archeologico. paesaggistico ed ambientale che nell'agrigentino conta diversi "Parchi" in prossimità di scali ferroviari, come, ad esempio, Aragona, Comitini, Favara e Casteltermini. LUIGI MULA


Livesicilia
UNIVERSIT

À Abolizione delle tasse universitarie I rettori: "Proposta impraticabile" Micari, Basile e Navarra, a guida dei tre Atenei siciliani, respingono la proposta di Grasso. PALERMO - Arriva una sonora bocciatura per Piero Grasso da parte dei tre rettori siciliani: "La proposta non mi sembra affatto giusta e percorribile" dice quello di Catania, "La proposta genera parecchi dubbi, i nostri atenei rischierebbero il collasso", sottolinea quello di Messina. E ancora, "La proposta di Grasso è interessante, ma deve essere verificata a monte la sua sostenibilità economica", è il commento più pacato di Fabrizio Micari, numero uno dell'università di Palermo, sulla proposta di abolire le tasse universitarie. Rettori che oggi si sono dati appuntamento a Palazzo d'Orleans per incontrare il presidente Nello Musumeci "per definire un programma di collaborazione tra la Regione e il sistema accademico siciliano - scrive in una nota la presidenza della regione - anche in relazione ai temi dell'istruzione e della ricerca universitaria, considerati prioritari per la formazione e l'occupazione dei giovani". Ma è sul fronte nazionale che oggi sono puntati i riflettori. Così le tre guide delle università dell'Isola hanno rimandato al mittente la proposta lanciata da Grasso all'assemblea nazionale di "Liberi e uguali" che renderebbe, in linea teorica, l'università completamente gratuita. Commenta senza tanti giri di parole Francesco Basile, reggente dell'università etnea, "Gli atenei vengono finanziati con fondi del Ministero dell'Istruzione e grazie alle tasse che versano gli studenti. Queste ultime rappresentano praticamente un quinto degli introiti totali. Chi dovrebbe integrare questo ammanco? Il Ministero? Questo comporterebbe - ha aggiunto - un aumento di tasse per tutti. Voglio ricordare inoltre che esistono già tante iniziative, borse di studio e agevolazioni per gli studenti meno abbienti e più meritevoli - sottolinea Basile - Come la No tax area, ovvero, per chi ha un reddito al di sotto dei 13mila euro annui c'è un'esenzione totale dal pagamento delle tasse universitarie". Una proposta, quella di "Liberi e uguali", che se attuata creerebbe infatti un buco da 1,6 miliardi di euro nelle casse degli atenei italiani. Ammanco che Grasso ha dichiarato di voler colmare sottraendo fondi per esempio al Ministero dell'Ambiente "Sfruttando - ha spiegato - un decimo di quello che paga per tutti i sussidi a quelle aziende che inquinano il nostro Paese". Per Antonio Frantoianni, compagno di partito del presidente del Senato, invece: "Occorre caricare sulla fiscalità generale le tasse universitarie di tutti e rendere libero l'accesso all'università per tutti e per tutte. Questa è una proposta che prova a rimettersi in connessione con una parte di popolo, quello che in questi anni ha smesso di studiare perché non se lo può permettere". Insomma, anche se non sembra ancora chiaro come mettere in pratica l'iniziativa, chiare appaiono invece le opinioni dei rettori siciliani: "Da rettore posso affermare - attacca Pietro Navarra, numero uno dell'università di Messina - che il suggerimento del Senatore Grasso non mi entusiasma e, comunque, in questo momento appare privo di un reale fondamento In primo luogo non dimentichiamo che l'attuale Governo, attraverso l'introduzione della No tax area, ha già concesso l'esenzione totale o parziale agli studenti con fasce di reddito più basse. Un provvedimento senz'altro più equo e sostenibile rispetto a quello prefigurato dal senatore Grasso. Generalizzare l'esenzione - sottolinea il rettore - significherebbe produrre costi diretti e indiretti aggiuntivi per il sistema universitario superiori ai due miliardi e, quindi, ben oltre le stime pubblicizzate. Se tali somme venissero prelevate dal Fondo di Finanziamento Ordinario (attualmente pari a circa 6,5 miliardi) le università italiane rischierebbero il collasso. Non dimentichiamo - continua Navarra - che l'iscrizione gratuita potrebbe causare un aumento di studenti tale da imporre lo sdoppiamento di taluni corsi e il potenziamento di servizi che generano ulteriori costi di gestione da coprire per le università, a meno che non si voglia indurre gli atenei a introdurre il numero chiuso dove non è necessario". Più moderato il commento di Fabrizio Micari, ma i dubbi sono evidenti anche in questo caso: "La proposta di Grasso, in quanto misura rivolta alla realizzazione del diritto allo studio, è certamente interessante e merita una approfondita discussione - commenta il rettore - In Germania non si pagano tasse, ma lo stato federale e i Land sostengono le Università in modo molto diverso rispetto a quanto avviene in Italia. Resta d'altra parte - continua il Rettore - il dubbio che questa misura possa favorire comunque le fasce della popolazione con un reddito medio alto, mentre quelle con reddito basso continuerebbero ad avere grandi difficoltà. Sarebbe più ragionevole puntare su altre forme di sostegno al diritto allo studio, rendendo più sostenibili i costi per gli alloggi, per i trasporti e per i libri degli studenti meno abbienti". Proprio sulla tassazione Micari aveva annunciato grandi manovre in occasione dell'inaugurazione dell'anno studentesco. Come il nuovo piano per la riduzione contribuzione studentesca che "conferma come UniPa sia tra le dieci Università italiane con più basso livello di tassazione - ha detto lo scorso dicembre - Complessivamente è stata ridotta ed operata una più equilibrata redistribuzione dei contributi. In particolare oltre 18mila studenti, circa il 40% del totale, hanno visto diminuite o addirittura azzerate le tasse, con una riduzione media pro capite di oltre 300 euro". Tutte misure che vorrebbero agevolare un maggiore accesso allo studio "In una regione come la nostra dove solo del 18% dei giovani di età compresa tra i 25 e i 34 anni sono in possesso della laurea, percentuale tra le più basse in tutta Europa". Ma le tasse no, per il momento, secondo i rettori, quella dell'abolizione è una proposta impraticabile.
Regione Musumeci incontra le università Quattro atenei a Palazzo d'Orleans Edilizia residenziale per i fuori sede e borse di studio alcuni dei temi trattati. PALERMO - Il presidente della Regione Siciliana, Nello Musumeci, ha ricevuto oggi pomeriggio a Palazzo d'Orleans i rettori delle quattro università siciliane. All'incontro erano presenti Fabio Mazzola, prorettore vicario di Palermo, Francesco Basile di Catania, Pietro Navarra di Messina (insieme al prorettore Emanuele Scribano) e Giovanni Puglisi della 'Kore' di Enna. Alla riunione hanno partecipato anche gli assessori alle Finanze, Gaetano Armao, all'Istruzione e Formazione professionale, Roberto Lagalla e alla Salute, Ruggero Razza, oltre al segretario generale della Presidenza della Regione, Maria Mattarella. "Quello di oggi - afferma il presidente Musumeci - è l'inizio di un percorso, nuovo, per avviare una reciproca collaborazione tra la Regione e il sistema accademico siciliano. Siamo convinti che le università debbano essere un riferimento costante per le istituzioni chiamate a governare e di contro che la Regione non debba essere vista solo come una semplice erogatrice di risorse". Nel corso dell'incontro è stato evidenziato come i temi dell'istruzione e della ricerca universitaria siano considerati prioritari per la formazione e l'occupazione dei giovani, per arginare la 'fuga dei cervelli' e favorire l'accesso al mondo del lavoro. E' emerso che un terzo degli studenti siciliani (51.560) che si iscrivono al primo anno universitario scelgano un ateneo al di fuori dell'Isola: nell'ordine Lazio, Lombardia, Toscana, Emilia Romagna e Piemonte. "Dobbiamo invertire questo trend - è stato sottolineato da tutti - puntando sull'attrattività delle università, ecco perché questa interlocuzione vogliamo sia costante, con un confronto, se necessario, anche critico. Vogliamo contribuire a rendere i nostri atenei maggiormente apprezzabili per evitare 'una mobilità passiva', con perdita di capitale umano". I temi che i rettori hanno evidenziato riguardano principalmente l'edilizia residenziale per gli studenti fuori sede, le borse di studio, il miglioramento dei servizi, la ricerca e il rafforzamento dei rapporti con il mondo del lavoro per gli sbocchi post laurea. Già nei prossimi giorni verranno istituti e convocati diversi tavoli tematici che vedranno coinvolti anche altri rami dell'amministrazione regionale. Un nuovo incontro con i quattro rettori si terrà invece dopo l'approvazione del Bilancio e della legge di stabilità del 2018. "Le università siciliane - ha concluso Musumeci - possono diventare polo di attrazione per gli studenti stranieri provenienti anche da Paesi lontani come la Cina. Dobbiamo cogliere l'opportunità della centralità dell'Isola nel bacino euroafroasiatico per ricavarne una ricaduta in termini economici di crescita del territorio".

LA SICILIA
SCIACCA Vendita beni Regione nell'elenco inserite a sorpresa pure le Terme. SCIACCA. La volontà della Regione di dismettere alcuni beni per dare re spiro alle asfittiche casse regionali è perfettamente legittima, anche se a parole un pò tutti i governi degli ultimi anni hanno manifestato questa intenzione, senza poi far diventare realtà questo progetto e senza riuscire dunque a riequilibrare i propri bilanci. Ma a Sciacca c'è una certa sorpresa nello scoprire che tra i beni posti in vendita ci sono anche le Terme le stesse che sono invece oggetto di un processo di valorizzazione che sta seguendo un iter completamente diverso. Nel sito web di Spi (Sicilia Patrimonio Immobiliare) anch'essa in liquidazione, ci sono tutta una serie di beni che fanno parte del patrimonio della Regione e che devono essere venduti per fare urgentemente cassa. Spulciando l'elenco. insieme a palazzi, terreni ed edifici, alla voce provincia di Agrigento ci sono Terme di Sciacca, ex convento San Francesco, Terme Selinuntine, ovvero immobili che sono di proprietà regionale e che in alcuni casi fanno invece parte di una procedura ben diversa da quella della vendita a privati. La vicenda incuriosisce non poco e impone che le a locali facciano chiarezza. Parte dei beni delle Terme sono stati di recente trasferiti al Comune di Sciacca, anche se l'iter burocratico non è stato ancora completato. L'inserimento di immobili facenti parti del patrimonio termale di Sciacca in questo elenco è una stranezza. E' vero che gli atti sottoscritti lo scorso ottobre a Sciacca, alla vigilia delle elezioni regionali, non hanno de! tutto definito il trasferimento di parte del patrimonio al Comune di Sciacca, ma mettere le Terme, ritenute da tutti strumento di sviluppo e di rilancio de turismo e dell'economia siciliana, tra le cose da vendere per fare cassa, appare davvero incredibile. La concessione dei beni termali al Comune è stata discussa di recente dall'amministrazione comunale di con il neo assessore regionale all'economia Armao, ed in quella occasione il rappresentante de] governo regionale avrebbe espressamente confermato che iter avviato dal suo predecessore potrà proseguire. Ora si deve andare a vanti: la concessione fatta ad ottobre rischia dì diventare carta straccia se non si completerà l'elaborazione del cosiddetto verbale di constatazione dei beni, ovvero un inventario completo dei beni termali, sia quelli oggetto della concessione, sia quelle che non sono inizialmente rientrare in quest'intesa come stufe e alberghi San Calogero. GIUSEPPE RECCA

IL COMUNE ha recapitato quasi novemila avvisi di irregolarità nella dichiarazione e versamento della tassa rifiuti del 2012.
DOPO FESTE INDIGESTO AGLI AGRIGENTINI
Il problema è che questi avvisi non hanno tutta la documentazione adeguata e chè gli sportelli non sono pronti ad accogliere il flusso di utenti. La mattinata del presunto evasore comincia presto, già a 6 del mattino. C'è da correre all'Ato Gesa Ag2 per mettersi in fila e sperare di riuscire a parlare con gli uffici. Nel suo cuore, ovviamente, la missione è so lo una: riuscire a dimostrare (se è vero) di non dover pagare quanto chiesto dal Comune di Agrigento. Sanzioni salatissime per mancate dichiarazioni oppure per il non versamento della tassa dei rifiuti per l'anno 2012. Oltre 9mila le cartelle spedite ai cittadini solo tra dicembre e gennaio. nel pieno rispetto del piano di bonifica" disposto dal l'Amministrazione comunale. Un potenziamento del servizio di riscossione che, è stato sottolineato più volte, ha già portato i primi benefici ma che è parte essenziale del progetto di risanamento delle casse comunali. Peccato che questa maggior attenzione sui conti non si sia tradotta anche in un miglioramento dei servizi per l'utenza (pagante e non). Ciò a cui bisogna sottoporsi, infatti, è una vera "Via Crucis". Dicevamo, sveglia alle 6, per raggiungere entro e 6.30 gli uffici della Gesa. Le porte si apriranno solo alle 8.30, ma a quell'ora, soprattutto in questi giorni, non è improbabile che ad attendere(rintanate in macchina per sfuggire al freddo) ci siano al meno una decina di persone. Prova ne sia che, alle 8.45, gli t tenti in attesa erano già oltre 40. Per rassicurare chi abbia a ritenere questo numero una "fake news" possiamo dire che abbiamo fisicamente contato le persone in fila e il dato corrisponde. Del resto non potrebbe essere diversamente, dato che a Gesa confluiscono anche coloro che provengono da altri Comuni. Sono arrivato questa mattina alle 6,45—ci spiega un signore — e sono il 12esimo è stato chiesto di pagare una bolletta che ho già provveduto a saldare da tempo, e questa è la prova — ci dice mostrandoci un bollettino regolarmente versato -. Ora vorrei capire chi mi ripagherà del tempo perso. I nervi delle persone in attesa sono a fior di pelle, sia perché ad oggi non vi è alcun sistema di gestione del turno (ci si affida alla inossidabile lista autorealizzata dagli utenti), ma anche perché non esiste alcuno sportello che si possa occupare di fornire indicazioni o spiegazioni. Questo comporta, ovviamente, effetti collaterali non di poco conto. "Sbno rimasto in fila per un'ora — racconta un utente — per poi scoprire che avrei dovuto presentare altra documentazione e rivolgermi ad un altro ufficio. E' una vergogna". Migliore la situazione all'ufficio tributi del Comune di Agrigento: qui alle 9 gli utenti in fila erano una ventina e ad occuparsi della gestione del turno sono due dipendenti comunali. Non si preoccupi — spiega uno di loro ad un utente appena registrato — entro chiusura riuscirà a parlare con l'ufficio". Rassicurante. G. SCHICCHI

ELEZIONI REGIONALI
Il 5 aprile la decisione del Tar sul ricorso al voto. Elezioni regionali, il 5 aprile potrebbe essere un giorno importante anche in provincia di Agrigento.

Questo non perché qualcosa di specifico proverrà dal Governo Regionale, ma perché in quella data dovrebbe tenersi udienza del Tribunale Amministrativo regionale chiamato a pro sulle operazioni di voto. A proporre ricorso, nel caso specifico, è stato il candidato alla Presidenza Francesco Paolo Busaacchi, il quale, rimasto escluso dalle operazioni di voto (la sua lista non è stata infatti accettata) punta ad ottenere l'annullamento, tra le altre cose, dei verbali dell'ufficio Circoscrizionale e presso il Tribuna d Agrigento di ammissione delle liste di Forza Italia, Alleanza per a Sicilia, Fratelli d'Italia Noi con Salvini, #diventerà bellissima, per la Sicilia, idea Sicilia, Popolari e Autonomisti, Alternativa Popolare, Centristi x Micari oltre che i verbali di ammissione dì tre specifici candidati: Antonella Vinciguerra (Forza Italia), Carmela Guagliano (Noi con Salvini etc,) e Vincenzo Fontana (Alternativa Popolare). A catena, ovviamente, Busalacchi contesta la proclamazione di Nello Musumeci e di una robusta percentuale di deputati regionali (tra cui gli agrigentini Gallo, Pullara, Savarino e Di Mauro". L'accoglimento del ricorso — fondato verosimilmente sull'incompletezza della documentazione fornita per la candidatura avrebbe un effetto poi sul risultato complessivo, dato che potrebbe andrebbe a far scendere sotto quota 5% molte liste. Una conseguenza che Busalacchi non è l'unico ad auspicare: anche Alternativa popolare sta tentando, su base regionale, di ottenere l'annullamento dei voti espressi in favore del Movimento 5 Stelle in primis per abbassare il quorum e salvarsi dallo sbarramento che oggi ha tenuti fuori da Sala d'Ercole.







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