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Rassegna stampa del 9 febbraio 2018

Giornale di Sicilia

Lo stato d'emergenza
nel piano pure la bonifica delle discariche

Acqua e Rifiuti, Musumeci gestirà l'emergenza senza nuovi soldi
Il Consiglio dei ministri: un anno di poteri speciali e  un bando per smaltire immondizia all'estero. La Regione potrà usare fondi Ue e statali. Si profila un caro-tariffe
Giacinto Pipitone - Palermo

Ora c'è anche il via libera del Consiglio dei ministri. E così la Sicilia è ufficialmente in emergenza, sia per la gestione dell'immondizia sia per la carenza di risorse idriche. Anche se da Roma non sono arrivati fondi extra e dunque per far fronte alle spese che la fase emergenziale porterà con sè c'è il rischio che i Comuni aumentino le tariffe a carico dei cittadini. L'ordinanza di Protezione Civile approvata oggi pomeriggio dal Consiglio dei Ministri assegna poteri speciali a Musumeci per un anno. Tanto è il tempo che Roma concede alla Regione per affrontare in deroga alle norme vigenti l'emergenza rifiuti in tutta la Sicilia e la crisi idrica nella sola provincia di Palermo. La stessa ordinanza individua come commissario il presidente Musumeci. Che a sua volta potrà nominare due sub commissari: uno si occuperà dei rifiuti e l'altro dell'acqua. Secondo le indiscrezioni la scelta dovrebbe cadere su ex prefetti o dirigenti nazionali: in pole position nei giorni scorsi venivano dati l'attuale prefetto di Palermo, Antonella De Miro e l'ex prefetto di Catania, Alberto Di Napoli, che è stato anche più volte commissario straordinario per diversi tipi di emergenze ambientali. Ognuno dei due nuovi sub commissari guiderà una apposita struttura che verrà realizzata all'assessorato regionale all'Acqua e ai Rifiuti, individuato nell'ordinanza come soggetto attuatore degli interventi previsti per superare le due crisi. L'ordinanza non assegna nuovi fondi alla Regione ma permette di impiegare risorse europee e nazionali per gestire questa fase: si tratta delle somme previste ma non ancora spese all'interno di programmi come il cosiddetto Fsc (Fondo di sviluppo e coesione). Sono soldi finora rimasti nei cassetti ma non sono soldi in più, soprattutto non ce ne sono per far fronte ai costi che ci saranno per esempio per spedire i rifiuti all'estero. E questo alimenta il rischio che alla fine i Comuni aumentino le tariffe a carico dei cittadini per far fronte a questi costi. Una delle prime mosse da portare avanti con i poteri speciali sarà infatti l'emanazione del bando con cui la Regione cerca un trasportatore e un luogo per smaltire almeno 500 mila tonnellate di rifiuti che verranno prodotti quest'anno. Il provvedimento è atteso a giorni. Il costo stimato è di 100 milioni, cioè 30 in più di quanto pagano normalmente i Comuni per smaltire nelle nostre discariche la stessa quantità di rifiuti. Soldi a parte, la gestazione di questa ordinanza segnala da sè quanto sia stato difficile questa volta strappare a Roma i poteri speciali (ogni governo dal 1998 in poi li ha chiesti senza però produrre risultati alla fine del periodo d'emergenza). La prima volta che Musumeci ha discusso con Gentiloni a Palazzo Chigi di questi poteri era il 18 gennaio e da allora a oggi fra Roma e Palermo c'è stato un fitto scambio di documenti e bozze per limare il quadro normativo all'interno del quale si dovrà muovere il presidente della Regione. E si attende ancora un ultimo, decisivo, passaggio: «Con successive ordinanze emanate dal capo del dipartimento della Protezione civile nazionale - ha fatto sapere ieri Musumeci -, saranno definite le modalità operative e organizzative». Solo dopo questo provvedimento Musumeci avrà realmente in mano i poteri speciali. Che in materia di rifiuti serviranno, oltre che per spedire all'estero la metà dell'im - mondizia prodotta giornalmente, anche per realizzare impianti che permettano di smaltire in modo diverso dal semplice conferimento in discarica. Anche perchè le discariche sono ormai sature o quasi: la Regione stima sette mesi di autonomia e in quella di Bellolampo anche meno. Mancano i centri di compostaggio e la Sicilia è fortemente indietro nella raccolta differenziata. Ma per aumentare la differenziata servono gli impianti di compostaggio: ne sono lo stato d'emergenza nel piano pure la bonifica delle discariche.

Acqua e Rifiuti, Musumeci gestirà l'emergenza senza nuovi soldi
Il Consiglio dei ministri: un anno di poteri speciali e un bando per smaltire immondizia all'estero. La Regione potrà usare fondi Ue e statali. Si profila un caro-tariffe previsti 10 ma per realizzarli ci vuole almeno un anno. Nel piano è prevista pure la bonifica delle discariche perché da quanto riferito dal governo nessuna è stata mai bonificata nonostante le decine di milioni di fondi europei investiti in questo settore. La certezza è che per realizzare queste opere, così come quelle sul sistema idrico di cui leggete a parte, Musumeci potrà derogare a tempi e procedure standard. E questo è quello che conta per Palazzo d'Olreans: «Voglio ringraziare il premier Paolo Gentiloni nel quale ho trovato un interlocutore attento e sensibile - ha detto ieri Musumeci -. Non si conoscono ancora, nei dettagli, le delibere, per cui bisogna attendere per capire all'interno di quale perimetro ci potremo muovere. Al di là del superamento della fase emergenziale, la Regione si è già mossa per la programmazione ordinaria delle infrastrutture, in modo che al massimo fra un paio d'anni questa crisi sia solo un lontano e brutto ricordo».

Lavori. La decisione alla conferenza Stato-Regioni, i fondi in arrivo dal ministero delle Infrastrutture
Strade provinciali, manutenzioni per 140 milioni
Le somme saranno trasferite in 6 anni, gli interventi per la sicurezza

Antonio Trama - Trapani

Centoquaranta milioni di euro. È la somma stanziata in favore delle nove province siciliane dal ministero delle Infrastrutture e dei Trasporti per consentire la manutenzione straordinaria delle strade provinciali, nel corso della conferenza Stato - Regioni tenutasi a Roma. Si tratta di fondi che verranno trasmessi dal governo centrale nel corso dei prossimi sei anni e che permetteranno, pertanto, la sistemazione di diverse arterie provinciali. Per tutte le province e città metropolitane d'Italia sono stati stanziati un miliardo e 600 milioni di euro, una prima parte dei dieci miliardi annunciati dal governo Gentiloni soltanto qualche
mese addietro sempre per la sistemazione delle strade provinciali, considerato che i Bilanci delle stesse Province, infatti, non consentono gli interventi di manutenzione. Enna in coda  Complessivamente, nei sei anni, i fondi riservati alla Sicilia ammontano a 140 milioni 193 mila e 157 euro e la provincia che beneficerà maggiormente di questi trasferimenti è quella di Palermo con 25 milioni e 643 mila euro, seguita a ruota da quella di Messina con 25 milioni 316 mila euro e da quella di Catania con 24 milioni e 693 mila euro. Seguono, poi, quella Siracusa con 13 milioni e 396 mila euro, Trapani con 12 milioni 868 mila euro, Agrigento con 12 milioni 108 mila euro, Caltanissetta con 9 milioni 322 mila euro, Ragusa con 8 milioni 629 mila euro e, infine, quella di Enna con 8 milioni e 204 mila euro. I fondi fino al 2023 I finanziamenti verranno concessi da quest'anno e fino a tutto il 2023 con somme fisse per ciascuna annualità, ad eccezione di quella attuale nella quale gli stanziamenti sono quasi un terzo rispetto a quanto avverrà negli altri anni. Dal 2019 al 2023, infatti, Palermo riceverà ogni anno 4 milioni 728 mila euro, mentre quest'anno un milione 899 mila euro e la proporzione sarà uguale per tutte le altre province. Così, allo stesso modo, Enna, l'ultima delle nove province siciliane per quanto riguarda l'ammontare dei trasferimenti, nell'anno in corso riceverà 607 mila euro, mentre dal 2019 al 2023 un milione e 519 mila euro per ciascun anno. Interventi per la sicurezza La conferenza Stato - Regione, presieduta da Riccardo Nencini, viceministro delle Infrastrutture e dei Trasporti, ha sancito, pertanto, la definitiva intesa dei criteri e delle modalità per l'asse - gnazione delle risorse per il finanziamento degli interventi. Si tratta, infatti, di risorse che non sono utilizzabili per realizzare nuove tratte di infrastrutture o interventi non di ambito stradale, ma esclusivamente rivolti, tra l'altro, a progettazione, direzione dei lavori, collaudo di progetti, manutenzione straordinaria e adeguamento normativo, miglioramento della sicurezza, tutela delle utenze deboli, riduzione inquinamento ambientale, riduzione del rischio da trasporto merci, riduzione dell'esposizione al rischio idrogeologico. (*ATR*)

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