Agrigentonotizie.it
"Irregolaritànella gestione dei pennelli a mare", due imputati chiedonol'abbreviato
Gli altri cinque imputati, invece, non hanno scelto ritialternativi. Di conseguenza sarà il gup Alessandra Vella a deciderese disporre o meno il rinvio a giudizio e, quindi, l'approfondimentodibattimentale
"Irregolarità nella gestione dei pennelli a mare", due imputati chiedono l'abbreviato
Laresponsabile del laboratorio di analisi, accusata di averefalsificato gli esami per occultare le irregolarità nella gestionedei "pennelli a mare", e un dirigente di Girgenti Acquechiedono di essere giudicati con il ritoabbreviato:nientedibattimento, quindi, in caso di rinvio a giudizio ma si passeràdirettamente alla requisitoria del pm e alle arringhe difensive sullabase degli elementi emersi finora. L'eventuale condanna saràridotta di un terzo, come prevede il codice. Gli altricinque imputati, invece, non hanno scelto riti alternativi. Diconseguenza sarà il gup Alessandra Vella a decidere se disporre omeno il rinvio a giudizio e, quindi, l'approfondimentodibattimentale. Dopo alcuni passaggi interlocutori entra nel vivol'udienza preliminare sulle presunte irregolarità nelfunzionamento dei cosiddetti "pennelli a mare", le condottesottomarine della depurazione fognaria. Secondo la Procura -l'inchiesta è stata condotta dal pubblico ministero AntonellaPandolfi - le condotte cadevano a pezzi, le centraline disollevamento andavano in tilt e dalla fogna veniva scaricatadirettamente a mare con un filtro scarso. I reati ipotizzati sono ildanneggiamento, il getto pericoloso di materiali inquinanti, l'abusod'ufficio, la truffa, la frode in pubbliche forniture e il falso. Gliimputati sono: Marco Campione, 55 anni, di Agrigento, legalerappresentante di Girgenti Acque Spa; Giuseppe Giuffrida, 69 anni, diGravina di Catania, ex amministratore delegato del gestore delservizio idrico integrato nell'Agrigentino; Calogero Sala, 56 anni,direttore tecnico della Girgenti Acque, e Bernardo Barone, 64 anni,direttore generale dell'Ato idrico, entrambi di Agrigento. Nellalista pure Pietro Hamel, 65 anni, di Porto Empedocle, dirigentetecnico dell'Ato idrico; Rita Vetro, 62 anni, titolare dellaboratorio di analisi convenzionato con il Servizio sanitarionazionale, e Maurizio Carlino, 56 anni, progettista e direttore deilavori, entrambi di Favara. I difensori (nel collegio, fra gli altri,gli avvocati Giuseppe Scozzari, Lillo Fiorello, Diego Galluzzo,Danika La Loggia, Enzo Campo e Salvatore Tirinnocchi), ieri mattina,sono stati chiamati a scegliere la strategia processuale. Gliavvocati Scozzari e Campo, difensori rispettivamente di Vetro e Sala,hanno chiesto il giudizio abbreviato. La trattazione di queste dueposizioni, con la requisitoria del pm e le arringhe difensive,prosegue il 16 febbraio. Il 9 marzo, invece, continua l'udienzapreliminare per gli altri. L'inchiesta è stata avviata nel 2011dopo gli innumerevoli esposti di cittadini e associazioni chesegnalavano sporcizia e cattivi odori nel mare di San Leone.
"Ingiustificaticompensi"per l'incarico didirettore amministrativo del Consorzio universitario di Agrigento.
LaProcura regionale della Corte dei conti ha citato in giudizioGiuseppe Vella, 49 anni, all'epoca segretario e direttore generaledell'ormai ex Provincia e dall'1 dicembre scorso segretariogenerale del Comune di Palermo, e gli ex presidenti del Cupa JosephMifsud, 58 anni, e Maria Immordino, 67 anni. L'udienza della Corte siterrà il prossimo 11 luglio. Entro il 20 giugno, dunque, i convenutidovranno depositare memorie e documenti. Nell'atto dicitazione, firmato dal procuratore regionale Gianluca Albo, vieneipotizzato un danno erariale complessivo di 179.600 eurosuddiviso tra Vella (89.800 euro), Mifsud (64.400 euro) eImmordino (25. 400 euro). I tre dovranno comparire davanti ai giudicidella Sezione giurisdizionale il prossimo 11 luglio. La vicendaè venuta fuori dopo un esposto anonimo. Delle indagini eaccertamenti si è occupata la Guardia di finanza. La nomina di Vellaa direttore del Consorzio universitario è avvenuta nel 2010. Ilfunzionario era stato indicato dall'allora presidente dellaProvincia, ente che deteneva la maggioranza assoluta delle quote e acui, secondo il regolamento in vigore, spettava di "prestare" ilsegretario generale come direttore amministrativo. Il rapporto tra ildirigente e l'università venne affidato ad una nota col qualel'allora presidente Mifsud fissava una retribuzione annua di 42 milaeuro, oltre la tredicesima mensilità. Secondo la Procura contabile,invece, il precedente direttore amministrativo avrebbe percepito uncompenso pari al 30 per cento dell'indennità del vicepresidente della Provincia (all'epoca della nomina di Vella poco piùdi 15 mila euro). L'ipotesi di danno erariale per la differenza chesarebbe stata incassata illegittimamente, pari a circa 126 milaeuro.
scrivolibero.it
"La Valle dei Templi in uno scatto", si va verso la proclamazione dei vincitori del concors.
Saranno resi noti nei prossimi giorni i vincitori del concorso fotografico "La Valle dei Templi in uno scatto", indetto dal Libero consorzio comunale di Agrigento in occasione del XX anniversario della proclamazione della Valle dei Templi patrimonio dell'Unesco. La commissione giudicatrice, presieduta dal noto attore e presidente della fondazione teatro Luigi Pirandello, Gaetano Aronica, è, infatti, al lavoro per valutare e scegliere "lo scatto perfetto". I componenti della commissione, che sono, inoltre, il dirigente del settore Urp e Stampa del Libero consorzio Ignazio Gennaro, il direttore dell'Accademia belle arti Michelangelo Alfredo Prado, il funzionario del Provveditorato agli studi, Maria Stella Camillieri, ed il presidente dell'associazione "Din 24", Massimo Palamenghi, hanno adottato cinque criteri di valutazione per scegliere le foto più belle: composizione, soggetto, luminosità, messaggio ed originalità. Ad ogni criterio è stato associato un punteggio da 6 a 10: il totale dei voti decreterà i cinque vincitori. Al primo classificato verrà consegnata una medaglia di rappresentanza che il presidente della Camera di deputati, Laura Boldrini, ha concesso in esclusiva per il concorso. Si tratta di una pregevole medaglia in bronzo modellata, fusa in cera e cesellata: un modello esclusivo eseguito per la Camera dei Deputati da una premiata bottega d'arte della capitale. Ai primi cinque classificati verrà consegnata una targa con il prestigioso simbolo dell'Unesco. Tutti i partecipanti riceveranno una pergamena ricordo. Il concorso, che ha il patrocinio dell'Unesco, del ministero dei Beni culturali e dell'assessorato Beni culturali della Regione Siciliana, si inserisce nell'ambito delle manifestazioni ideate dall'ex Provincia regionale di Agrigento per celebrare il "XX anniversario della proclamazione della Valle dei Templi patrimonio dell'umanità" ed organizzate con il Comune di Agrigento, il Parco archeologico e paesaggistico della Valle dei Templi, Poste italiane, Rete ferroviaria italiana, Provveditorato agli studi di Agrigento, fondazione reatro Pirandello, Fondo ambiente Italiano(Fai) e Accademia delle belle arti di Agrigento. L'iscrizione della Valle dei Templi nella "World Heritage List", ricordiamo, è stato un obbiettivo fortemente voluto dall'ex Provincia regionale di Agrigento, che individuò in esso, un'occasione di valorizzazione e rilancio del proprio patrimonio artistico, storico e culturale. A distanza di vent'anni l'assetto ed il quadro istituzionale sono profondamente mutati ma è rimasto vivo l'orgoglio di aver lavorato incessantemente per il raggiungimento di tale ambizioso traguardo per lo sviluppo del territorio."
Livesicilia.it
Conti,dirigenti, assessori 'precari'
Regione sospesa in attesa del voto
C'èancora un'Isola in attesa, quando ormai un po' di settimane dalleultime Regionali sono già trascorse.I primi cento giorni del governo Musumeci arriveranno a ridosso delleelezioni. E la fotografia che verrà scattata in quelle ore ritrarràuna Sicilia sospesa, in attesa del voto. In qualche modo ostaggio,più o meno volontario, delle necessità dei partiti, oltre checondizionata dall'eredità lasciata dagli ultimi governi e dalletante, troppe emergenze.
Un governo provvisorio, si potrebbedire. Così come il sottogoverno, dove il presidente della Regione hadeciso di inviare presidentie consiglieri "transitori",temporanei, in attesa delle elezioni politiche, appunto. Sali di unlivello, sulla scala dell'amministrazione regionale, e ti sposti acapo dei dipartimenti, dove i dirigenti generali, almeno per un altrogiorno, sono dei "fantasmi".Revocati, ma solo dal 15 febbraio: la vigilia della scadenza per lospoils system. Eancora, guardi attorno e scopri che le aziende sanitarie sono guidateda commissari con la valigia: in attesa della pubblicazione dellagraduatoria nazionale che li estrometterà.
Insomma, se oggisi prova a fare un ritratto della Sicilia, scopri un po' diamministratori disocietà fondamentali come l'Ast che si occupa del trasportopubblico o del Cas che si occupa delle nostre autostradeche sanno bene di essere stati solo parcheggiati - per restarenell'ambito delle società che amministrano - per un po', inattesa che arrivino queste elezioni politiche che potrebbero cambiarenon solo il volto dell'Italia, ma anche, a cascata, dell'Isola.Una scelta per evitare, ha spiegato il governatore, di nominaredefinitivamente gli amministratori sotto elezioni. Una spiegazioneche convince fino a un certo punto: se le nomine saranno il frutto divalutazioni puramente meritocratiche e basate sul profiloprofessionale, perché non assumersi la responsabilità di compierleadesso, subito? Perché si è deciso di affidare enti di importanzastrategica, dalle funzioni delicatissime, a fedelissimi checomprensibilmente "dribbleranno" ogni responsabilità, visto chequel posto, presto, non sarà più il loro?
E ancora, ecco idipartimenti regionali senza una guida ancora per qualche giorno ,mentre anche gli ultimi orientamenti in vista delle nomine dei nuovidirigenti generali, sembrano prevedere l'affidamento comunque amolti di loro degli "interim", incarichiche sono per loro natura appunto, provvisori.E comunque, il dubbio torna: se il pericolo di influenzare lacampagna elettorale è legittimo per gli amministratori di società,perché non lo è, allo stesso modo, per dirigenti apicali dalleenormi responsabilità e da un potere spesso superiore agli stessiassessori?
Tra l'altro incombe, su questo quadro di nomine chedovrebbe chiarirsi nella giunta di domani, lafigura degli 'esterni',cioè di dirigenti pescati fuori dai 'ruoli' della Regione perandare a ricoprire altri ruoli chiave, e così i nomi di RobertoSanfilippo, Gianni Bocchieri e anche di Massimo Russoaleggiano attorno alla giunta in attesa che si compia però laverifica delle professionalità interne previste dalla legge. Chidovrà lasciare a loro il posto sarà, appunto, un dirigenteprovvisorio.
Ma non finisce qua. Ci sono altri managerfortemente in bilico, ma senza ancora dei sostituti. Icommissari oggi a capo di Asp e ospedali,in queste ore portano avanti reparti e Aziende con la consapevolezzache da un momento all'altro possa arrivare il foglio di via. Cheprenderà le sembianze di un parere del Cga col quale i giudiciamministrativi risponderanno al quesito avanzatodall'assessore Ruggero Razza:le nomine di giugno del governo Crocetta sono legittime? Di sicuroc'è che queste nomine erano "provvisorie" già alla nascita.Perché prevedevano una decadenza automatica con l'aggiornamentodell'elenco nazionale da cui il governo dovrà andare a pescare perle nuove nomine. Intanto, però, non c'è né il parere, nél'elenco. E così, si sta come le foglie in autunno.
Inattesa del disgelo che dovrebbe arrivare, puntualissimo, il 5 marzo.A quella data, però, guardano in tanti diretti interessati. Traquesti, persino alcuni assessori regionali. È il caso di VittorioSgarbi, cherientra perfettamente nell'idealtipo dell'amministratore provvisorioche sembra essere la cifra di questi primi due mesi e mezzo di nuovogoverno. Da tempo con la testa a Roma, alla candidatura, al suo"Rinascimento". Così interessato alle prospettive di governo eparlamento nazionale da spingere in tanti fin dall'inizia adammettere che il contributo del critico d'arte all'esecutivosiciliano sarebbe comunque stato "a tempo". Con una scadenza,insomma, come accade con le mozzarelle. In realtà, Sgarbi non èsolo in questo volo a mezz'aria tra Sicilia e Capitale.
L'assessorealla Famiglia Mariella Ippolitorecentemente ha subito l'attacco frontale del Movimento cinquestelle, secondo cui l'impegno in campagna elettorale dell'esponentedella giunta Musumeci non si concilierebbe con le necessità dialcune categorie deboli che attendono risposte da quell'assessorato.Che la denuncia sia fondata o meno, poco importa di fronte a un datodi fatto: tra venti giorni, l'assessora potrebbe lasciare la giuntaregionale. Capolista delmovimento Noi con l'Italia,infatti, ha non poche possibilità di conquistare lo scranno romano:in pratica, basterà che il partito centri il fatidico tre per cento.Più "di bandiera" sembra invece la candidatura di RobertoLagalla, interza posizione nel suo collegio. Ma formalmente impegnato anche luiin questa campagna elettorale, a poche settimane, in fondo, da quelladelle Regionali.
E dire che almeno in questo caso gliassessori - anche ammesso che lavorino a mezzo servizio, distrattidalla corsa verso Montecitorio - ci sono, sono in carica. Da45 giorni, invece, il vertice dell'assessorato ai Rifiuti è vacante.La poltrona, dopo l'addio di VincenzoFiguccia - ilprimo, a pensarci bene, assessore provvisorio della giunta diMusumeci - è vuota. In attesa di una risposta, del "nulla osta"di AlbertoPierobon,assessore in pectore, ma ancora in fase di riflessione. E così,quella delega è formalmente in mano al governatore, da pococommissario per l'emergenza rifiuti. Una condizione temporanea,quindi. A rafforzare quell'idea di una Sicilia sospesa.
Cheattende le prime, concrete risposte dal governo regionale nel momentoe nella sede più utile: quella relativa alladiscussione e all'approvazione della prima legge finanziariadel nuovo governo. Intanto, prosegue l'esercizio - çava sans dire -provvisorio. E il punto non è questo: non si poteva certamentechiedere a un governatore insediatosi formalmente il 16 novembre ditirare fuori una legge di stabilità in un mese. Il punto è che diquesta legge, ancora non si conoscono contorni e proposte. Che nullaè ancora arrivato in parlamento, se si esclude lo stralcio, appunto,dell'esercizio provvisorio. Anche quella, messa in freezer. Meglioevitare che le tensioni della campagna elettorale possano esplodere aSala d'Ercole. Se ne riparlerà dopo il 5 marzo. Quando saranno giàscoccati i primi cento giorni del nuovo governo. Un governo chepotrebbe trovarsi con nuovi assessori, nuovi manager, nuoviamministratori da nominare. Come se quei cento giorni non fosserorealmente trascorsi.
Una leggeper i nominati
E l'ombra del voto inutile
Il4 marzo andremo a votare con una pessima legge elettorale,principalmente per due ragioni. Vediamole. Ricordate il Porcellumduramente contestato e dichiarato incostituzionale dalla Consulta? Cirisiamo con il cosiddetto Rosatellum, furbescamente confezionato pernon incorrere daccapo nelle censure della Corte Costituzionale.
Ciilludevamo di aver gettato definitivamente alle nostre spalle lastagione dei "nominati", personaggi vari dell'universo deiPalazzi consacrati senatori e deputati a tavolino, sulla base delgrado di fedeltà al capo e alle nomenclature consolidate del potere.Con le preferenze, pur con limiti e ambiguità delle stesse, almenosi consegnava agli elettori la responsabilità di una buona o cattivarappresentanza parlamentare e si costringevano i candidati aconfrontarsi con il consenso popolare.
Il nuovo sistemaelettorale non consente all'elettore opzioni tra i candidati (leliste al proporzionale sono bloccate e formate secondo l'ordineelettivo determinato dai partiti) e non consente di decidere chidovrà governare il Paese. Favorisce le coalizioni che, però, nonsono vincolanti e favorisce ulteriormente l'elezione nelproporzionale (ben il 64% dei seggi di Camera e Senato) proprio dei"prescelti". In pratica, senza scendere nei dettagli tecnici, ilvoto dato a un candidato del collegio uninominale (il 36% circa deiseggi di Camera e Senato) si estende automaticamente alla lista oalle liste a lui collegate nel proporzionale (le schede sarannouniche per uninominale e proporzionale, separate per Camera eSenato).
L'elettore non è libero di votare per un candidatodel collegio uninominale e basta o per una lista del proporzionalenon collegata al candidato nell'uninominale, è vietato infatti ilcosiddetto "voto disgiunto" che abbiamo conosciuto e praticatoalle recenti comunali e regionali. Insomma, gli apparati si sonoblindati imponendo a priori gli eletti (pardon, i nominati). Esistonodelle soglie di sbarramento, ne cito alcune: il 3% per le singoleliste e il 10% per le coalizioni (soglia del 10% all'interno dellaquale vengono computati nel calderone generale pure i voti delleliste che hanno raggiunto l'1%, sempreché una di esse abbia toccatoil 3%. Genialata che ha aperto il mercato delle vacche tra i grandi ei piccolissimi partiti per l'assegnazione di qualche collegiouninominale in cambio di una preziosa manciata di voti).
Perchéil cittadino non può conoscere chi governerà già al momento in cuiinserisce la scheda nell'urna? Le coalizioni, lo ripetiamo, non sonovincolanti, possono cioè sciogliersi un secondo dopo lo spirare del4 marzo. Quindi, voti A perché non vuoi B ma è altamente probabile(essendo arduo per qualsiasi schieramento in campo raggiungere lamaggioranza) che ti ritrovi poi un governo composto da A+B o,addirittura, da A+B+C (un bel "governissimo"), senza nemmeno lasicurezza che duri cinque anni. Un proporzionale puro, a conti fatti,sarebbe stato più onesto.
La conseguenza probabile,alimentando a dismisura l'astensionismo, sarà che il tuo voto tiapparirà in un certo senso quasi inutile (anche se indirizzato alleformazioni più grandi e coalizzate, apparentemente alternative tradi loro in campagna elettorale), tanto i patti sono già statisiglati o saranno siglati nel segreto delle blindatissime segreteriedi partito dove il cittadino con la sua volontà non ha dirittod'accesso. Qualcuno dei gentili lettori potrebbe chiedere, e allora?Che facciamo? La risposta non è facile, il quadro complessivo nonaiuta le risposte facili. Rimane, rifiutando la fuga inconcludentenell'astensione, l'obbligo morale di muoversi secondo quantosuggeriscono la coscienza e gli orientamenti ideali o ideologici diognuno, con la consapevolezza, però, che il sistema elettoralelascia all'elettore spazi minimi di libertà e poche certezze sulpiano della governabilità e di chi governerà nell'arco dellalegislatura.