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Rassegna stampa dell'8 marzo 2018

 

Giornale di  Sicilia

Molti malumori. ll nodo sta nella querelle tra Palermo e Agrigento e nella crescente difficoltà di gestire la struttura con le risorse economiche che sono ormai all'osso
Università, chiude il corso in Beni Culturali 

È il solito paradosso siciliano. Nella città di Agrigento, culla della cultura greca in Sicilia e con il più grande parco archeologico del mondo, chiude il corso di laurea dell'Università di Palermo in beni culturali e  archeologici. E così, a guidare gli scavi archeologici non sono gli studenti siciliani bensì i laureati delle università emiliane in trasferta nella città dei Templi. Il nodo della questione sta nella  querelle tra Palermo e Agrigento, da un lato la decisione di spostare il corso in Archeologia nel capoluogo, dall'altro la crescente difficoltà nel gestire un corso di laurea con le risorse economiche all'osso. Un corto circuito che ha provocato diversi malumori. Il Consorzio universitario di Agrigento rischia di morire perché non ci sono più corsi di laurea attivi. Gli uffici di piazza Marina hanno tagliato quello che potevano tagliare: prima architettura, poi il corso di laurea in giurisprudenza e adesso sono agli sgoccioli anche i corsi di studio in beni culturali, servizio sociale (triennale) e Archeologia (magistrale). «Abbiamo preso a malincuore una decisione sofferta - spiega il rettore dell'Università Fabrizio Micari -. Invitiamo gli assessorati all'Economia e alla Formazione a dare risposte certe sul futuro e sulle risorse da investire sul polo decentrato di Agrigento. Come Università abbiamo sempre creduto nei poli decentrati: a Trapani abbiamo investito nell'ultimo biennio inaugurando nuovi corsi di laurea disegnati sul territorio. Ad Agrigento abbiamo investito lavorando proprio sulle peculiarità della città agrigentina. Purtroppo dal prossimo anno accademico ci troviamo costretti a chiudere un corso di laurea».  Da parte del Consorzio universitario agrigentino, Palermo resta l'interlocutore privilegiato per rilanciare il polo anche se la posizione debitoria nei confronti dell'Università resta altissima. Intanto il polo ha raggiunto l'accordo per l'avvio del corso di laurea in Ingegneria agroalimentare con l'università rumena e del primo corso di laurea triennale per mediatori linguistici.  Per corsi che chiudono ce ne sono altri che vengono inaugurati.L'ateneo apre in città il primo corso di laurea in Scienze dell'antichità, si tratta dell'European master in classical cultures. Dal 2006 ad oggi, dodici Atenei appartenenti a otto diversi paesi europeihanno costituito un consorzio universitario intereuropeo, il cui accordo è stato siglato nel 2009, al fine di costruire uno spazio europeo condiviso per lo studio e la ricerca sull'antichità classica. L'ateneo di Palermo con il corso magistrale di Scienze dell'antichità è entrato a far parte del network dall'aprile 2016 ponendosi insieme ai partner l'obiettivo di costituire, dall'unione e condivisione di competenze pedagogiche ed amministrative, una serie di programmi di laurea magistrale a doppio titolo, creando percorsi didattici di eccellenza nel campo delle scienze dell'antichità. Il consorzio comprende attualmente le Università di Friburgo, Amburgo, Muenster, Toulouse, Poznan, Perugia, Roma III, Atene, Cipro, Istanbul. Salamanca e Valladolid. La facoltà di Scienze Politiche invece, rilancia il corso in «International  trade». Il corso forma consulenti per i rapporti internazionali tra aziende pubbliche e tra imprese privati e istituzioni pubbliche. Qualche mese fa, l'accordo raggiunto con Confcommercio ha permesso ai primi studenti di trovare un impiego nel settore ben prima di laurearsi. (*RCH*)


Sicilia24h

Agrigento. "Riparti da te" l'8 marzo
Iniziative ad Agrigento in occasione della Festa della Donna: domani, giovedì 8 marzo, nella sala "Aldo Moro" del Giardino Botanico, in via Demetra, alle ore 16, si svolgerà il primo happening intitolato "Riparti da te. Come ritrovarti e sviluppare il tuo potenziale". Formatrice dell'evento è Luana Landolina, allenatrice mentale che, in compagnia di Chantal Beltrami, leader yoga della risata, e Vivian Miliziano insegnante Odaka Yoga, coinvolgerà i partecipanti in un'esperienza di benessere, movimento, motivazione, chiarezza e miglioramento attraversi quattro incontri tematici: Accorgersi, Ritrovarsi, Liberarsi e Potenziarsi.

Agrigentooggi

Università, chiude il corso in Beni Culturali. Nel Consorzio universitario della Valle dei Templi non ci sono più corsi di laurea attivi. Chiusi architettura, giurisprudenza e adesso beni culturali.
Pietra tombale sul corso di laurea dell'Università di Palermo in beni culturali e archeologici. Le dichiarazioni del rettore dell'Università di Palermo non lasciano spazio alle interpretazioni. E così, a guidare gli scavi archeologici non sono gli studenti siciliani bensì i laureati delle università emiliane in trasferta nella città dei Templi.
Un paradosso siciliano come lo ha definito il Gds che pubblica un articolo questa mattina: Nella città di Agrigento, culla della cultura greca in Sicilia e con il più grande parco archeologico del mondo, chiude definitivamente il corso più rappresentativo.
"Abbiamo preso a malincuore una decisione sofferta - ha dichiarato il rettore dell'Università Fabrizio Micari al Gds-. Invitiamo gli assessorati all'Economia e alla Formazione a dare risposte certe sul futuro e sulle risorse da investire sul polo decentrato di Agrigento. Come Università abbiamo sempre creduto nei poli decentrati: a Trapani abbiamo investito nell'ultimo biennio inaugurando nuovi corsi di laurea disegnati sul territorio. Ad Agrigento abbiamo investito lavorando proprio sulle peculiarità della città agrigentina. Purtroppo dal prossimo anno accademico ci troviamo costretti a chiudere un corso di laurea".
Il Consorzio universitario di Agrigento in realtà, anche se qualcuno ha fatto di tutto per far credere il contrario, è morto da tempo, perché non ci sono più corsi di laurea attivi. Gli uffici di piazza Marina hanno tagliato quello che potevano tagliare: prima architettura, poi il corso di laurea in giurisprudenza e adesso sono agli sgoccioli anche i corsi di studio in beni culturali, servizio sociale (triennale) e Archeologia (magistrale).
Nonostante i proclami politici e i tentativi di mitigare quanto sta accadendo, il volere nascondere i numeri delle iscrizioni (che non ci sono più), le continue bugie da parte degli attuali amministratori e dai nominati della politica al Cda, il  Consorzio universitario della Valle dei Templi è un defunto.

LA SICILIA

PALERMO Ex Province in crisi lascia Calanna commissario a Messina.

 Le dimissioni erano arrivate lunedì scorso al termine di una lunga e ragionata riflessione. Le spiegazioni, Francesco Calanna, commissario straordinario della Città metropolitana di Messina e ha fornite ieri, nel cor sodi una conferenza stampa svoltasi a Palazzo dei Leoni. Calanna era stato nominato il 19 ottobre da Rosario Crocetta e non era stato toccato dallo spoil sistema di Musumeci che aveva rimosso i commissari delle altre due città metropolitane. «Rimetto il mio mandato nelle mani del presidente Musumeci — ha esordito Calanna ma non devo sbattere nessuna porta e rivolgo anzi un saluto al presidente e al suo governo che è impegnato nel soccorrere una Sicilia in affanno e che merita quindi il nostro assoluto rispetto». Non manca di garbo istituzionale il saluto di Calanna, che come tutti quelli chiamati a gestire la problematica transizione degli enti di area vasta, si è trovato di fronte a un vero e proprio muro di problemi anche oltre il confine angusto e disastrato della crisi finanziaria degli enti: «È giusto lasciare spazio a chi ha vinto le elezioni e ha diritto di fare le scelte. Era importante necessario rispettare la tempistica politica - ha spiegato Calanna sono rimasto perché non si poteva fuggire al compito di approvare il bilancio della Città Metropolitana. Tra pochi giorni approveremo anche il bilancio consuntivo. Ho trovato in questo contesto di Palazzo dei Leoni la piena collaborazione del personale nel gestire tutta una serie di programmazioni e impegni importanti come il Masterplan dove parliamo di 332 milioni di opere e infrastrutture necessarie per il nostro territorio, ed il Patto per Messina». E aggiunge: «Ho anche svolto un'azione di riordino con il Cas, individuando gli svincoli da realizzare ed ho anche attuato il verbale di chiusura con Anas per le opere di loro pertinenza Calanna, all'interno delle fatte ha voluto fare poi alcune precisazioni, ritenute dovute: «Nelle mie scelte non c'è stato nulla di politico - ha aggiunto -Il mio ruolo doveva essere tecnico e a questa regola mi sono conformato, con rispetto per le Istituzioni. Chi vince deve individuare la propria squadra e governare, c'è un tempo per le elezioni e un altro per amministrare il territorio». Sulle ex Province il governo regionale a desso attende di potere mettere a fuoco i diversi step di rivendicazione contenuti nell'azione di rinegoziazione con lo Stato, portata avanti da Gaetano Armao, una nuova stagione negoziale che punta alla ridefinizione delle somme che le ex Province hanno versato negli ultimi anni allo Stato, come concorso alla finanza pubblica, finendo, più o meno in dissesto.

CAMERE DI COMMERCIO
Senza Commissario da 16 mesi: chiesto intervento Regione.

Camera di commercio di Agrigento, Caltanissetta e Trapani commissariata, ma senza commissario, da oltre 16 mesi: le associazioni di categoria invocano l'intervento da parte della Regione sul tema delle nomine de Consiglio camerale. Con una lettera, Legacoop Agrigento, Confcooperative Agrigento e Caltanissetta, Confesercenti Sicilia Area Centro Meridionale, Confesercenti Trapani, Cna di Agrigento, Cna di Trapani. Confagricoltura Agrigento e Confartigianato Agrigento, hanno chiesto un intervento «tempestivo del presidente della Regione per riportare la questione nell'alveo della legittimità a tutela delle Associazioni che rispettano e regole e nell'interesse delle imprese rappresentate nel territorio di pertinenza». Occasione per il sollecito, solo l'ultimo in ordine di tempo, sono le «indagini in corso per accertare eventuali irregolarità nell'azione dell'assessorato regionale al Attività Produttive della Sicilia negli ultimi anni». La situazione, come sottolineano comunque le associazioni, è ormai paradossale: «in Sicilia — scrivono - tre Camere di commercio su 4 hanno già avviato il nuovo corso con la regolare eLezione dei rispettivi organismi lasciando al palo Agrigento. Caltanissetta e Trapani», che, in realtà, è stato il primo accorpamento riconosciuto in Sicilia nel lontanissimo aprile del 2015. Un decreto di individuazione delle associazioni che avrebbero dovuto fare parte del consiglio camera in realtà, era stato prodotto, ma era stato poi sospeso da un ricorso delle medesime associazioni oggi firmatarie, le quali avevano poi contestato il successivo provvedimento dell'assessore alle Attività Produttive, l'agrigentina Mariella Lo Bello, la qua a loro parere voleva andare avanti sdoganando quelle associazioni che nel ricorso venivano indicate come sovradimensionate (in riferimento alla rappresentatività e quindi al diritto di avere uno o più seggi ndr) e che, guarda caso, sono le stesse che si trovano indagate dalla Procura di Catania. Per tutto questo le associazioni, «tenuto conto che la situazione di precarietà in cui si trova la Camera di commercio di Agrigento penalizza fortemente le imprese della provincia e genera incertezza negli stessi dipendenti dell'Ente ", chiedono adesso provvedimenti celeri al presidente della Regione per il «ripristino della legalità». G.SCH.

Girgenti Acque ed Ati
Un Ambito unico per rinegoziare l'acquisto di acqua all'ingrosso

Servizio idrico integrato in provincia di Agrigento, intervento a gamba tesa della quarta commissione parlamentare all'Assemblea Regionale Siciliana. Nella giornata di ieri, in seguito all'incontro Svoltosi nelle scorse settimane con componenti associazioni dei consumatori amministratori rappresentanti della Girgenti Acque, la commissione presieduta dall'agrigentina Giusi Savarino ha approvato una riso clic impegna il Governo Regione ad una serie dì misure da adottare rispetto alla situazione della nostra provincia, prende atto di alcune gravi anomalie che si perpetrano ormai da anni, come l'esistenza dei 16 comuni ribelli che si rifiutarono dì consegnare le reti idriche all'ex Ato idrico. Ma cosa chiede la risoluzione? Innanzitutto "la possibilità di creare un ambito unico per l'acquisto dell'acqua all'ingrosso, una rinegoziazione della convenzione con Sicilia Acque, o una eventuale rescissione, in modo da ottenere tariffe omogenee e non penalizzanti per i siciliani" ma, guardando al caso Agrigento, anche di "sollecitare l'Ati affinché avvii ogni azione utile alla tute la dei diritti dei Comuni e dei cittadini, vittime di reiterati disservizi a fronte di un costo tariffario idrico onerosissimo". Inoltre la commissione, chiede alla Regione di verificare se giuridicamente legittimo" l'affidamento diretto alla società di gestione Girgenti acque Spa dei finanziamenti pubblici per reti ed impianti, così come stabilito dalla convenzione di gestione. Un punto che vale, dice la commissione, ben 107 milioni di euro e che era stato in realtà posta all'attenzione dalla struttura commissariate per la depurazione. I parlamentari comunque stante la volontà dell'Ati di valutare un percorso di risoluzione del contratto con la Girgenti Acque per presunta inadempienza (processo ancora non formalizzato) chiede alla Regione di «vagliare l di sospendere 'erogazione dei finanziamenti a favo re della società". La commissione inoltre, nel ribadire che le zone non servite da depurazione non debbono pagare il canone (ma il punto è capire cosa si intenda per depurazione" chiedano all'Assessorato all'Energia e rifiuti di verificare se nel costo delle tariffe sostenute dai cittadini sia già ricompreso il costo degli investimenti sulla rete, ed inoltre se questi investimenti siano stati effettivamente finalizzati alla manutenzione ordinaria e straordinaria di reti e imparai". In chiusura il documento chiede inoltre ad Arpa e Asp "controlli a tappeto sulla qualità dell'acqua erogata da Girgenti Acque a tutela della salute pubblica" stante numerosi casi di ordinanze di sospensione dell'erogazione per finalità potabili, e, anche, la possibilità di val la rimessa in esercizio degli impiantì di dissalazione, avviando anche una indagine ispettiva sugli stessi. G.SCH.

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