Giornale di Sicilia
Molti malumori. ll nodo sta nella querelle tra Palermo e Agrigento e nella crescente difficoltà di gestire la struttura con le risorse economiche che sono ormai all'osso
Università, chiude il corso in Beni Culturali
È il solito paradosso siciliano. Nella città di Agrigento, culla della cultura greca in Sicilia e con il più grande parco archeologico del mondo, chiude il corso di laurea dell'Università di Palermo in beni culturali e archeologici. E così, a guidare gli scavi archeologici non sono gli studenti siciliani bensì i laureati delle università emiliane in trasferta nella città dei Templi. Il nodo della questione sta nella querelle tra Palermo e Agrigento, da un lato la decisione di spostare il corso in Archeologia nel capoluogo, dall'altro la crescente difficoltà nel gestire un corso di laurea con le risorse economiche all'osso. Un corto circuito che ha provocato diversi malumori. Il Consorzio universitario di Agrigento rischia di morire perché non ci sono più corsi di laurea attivi. Gli uffici di piazza Marina hanno tagliato quello che potevano tagliare: prima architettura, poi il corso di laurea in giurisprudenza e adesso sono agli sgoccioli anche i corsi di studio in beni culturali, servizio sociale (triennale) e Archeologia (magistrale). «Abbiamo preso a malincuore una decisione sofferta - spiega il rettore dell'Università Fabrizio Micari -. Invitiamo gli assessorati all'Economia e alla Formazione a dare risposte certe sul futuro e sulle risorse da investire sul polo decentrato di Agrigento. Come Università abbiamo sempre creduto nei poli decentrati: a Trapani abbiamo investito nell'ultimo biennio inaugurando nuovi corsi di laurea disegnati sul territorio. Ad Agrigento abbiamo investito lavorando proprio sulle peculiarità della città agrigentina. Purtroppo dal prossimo anno accademico ci troviamo costretti a chiudere un corso di laurea». Da parte del Consorzio universitario agrigentino, Palermo resta l'interlocutore privilegiato per rilanciare il polo anche se la posizione debitoria nei confronti dell'Università resta altissima. Intanto il polo ha raggiunto l'accordo per l'avvio del corso di laurea in Ingegneria agroalimentare con l'università rumena e del primo corso di laurea triennale per mediatori linguistici. Per corsi che chiudono ce ne sono altri che vengono inaugurati.L'ateneo apre in città il primo corso di laurea in Scienze dell'antichità, si tratta dell'European master in classical cultures. Dal 2006 ad oggi, dodici Atenei appartenenti a otto diversi paesi europeihanno costituito un consorzio universitario intereuropeo, il cui accordo è stato siglato nel 2009, al fine di costruire uno spazio europeo condiviso per lo studio e la ricerca sull'antichità classica. L'ateneo di Palermo con il corso magistrale di Scienze dell'antichità è entrato a far parte del network dall'aprile 2016 ponendosi insieme ai partner l'obiettivo di costituire, dall'unione e condivisione di competenze pedagogiche ed amministrative, una serie di programmi di laurea magistrale a doppio titolo, creando percorsi didattici di eccellenza nel campo delle scienze dell'antichità. Il consorzio comprende attualmente le Università di Friburgo, Amburgo, Muenster, Toulouse, Poznan, Perugia, Roma III, Atene, Cipro, Istanbul. Salamanca e Valladolid. La facoltà di Scienze Politiche invece, rilancia il corso in «International trade». Il corso forma consulenti per i rapporti internazionali tra aziende pubbliche e tra imprese privati e istituzioni pubbliche. Qualche mese fa, l'accordo raggiunto con Confcommercio ha permesso ai primi studenti di trovare un impiego nel settore ben prima di laurearsi. (*RCH*)
Sicilia24h
Agrigento. "Riparti da te" l'8 marzo
Iniziative ad Agrigento in occasione della Festa della Donna: domani, giovedì 8 marzo, nella sala "Aldo Moro" del Giardino Botanico, in via Demetra, alle ore 16, si svolgerà il primo happening intitolato "Riparti da te. Come ritrovarti e sviluppare il tuo potenziale". Formatrice dell'evento è Luana Landolina, allenatrice mentale che, in compagnia di Chantal Beltrami, leader yoga della risata, e Vivian Miliziano insegnante Odaka Yoga, coinvolgerà i partecipanti in un'esperienza di benessere, movimento, motivazione, chiarezza e miglioramento attraversi quattro incontri tematici: Accorgersi, Ritrovarsi, Liberarsi e Potenziarsi.
Agrigentooggi
Università, chiude il corso in Beni Culturali. Nel Consorzio universitario della Valle dei Templi non ci sono più corsi di laurea attivi. Chiusi architettura, giurisprudenza e adesso beni culturali.
Pietra tombale sul corso di laurea dell'Università di Palermo in beni culturali e archeologici. Le dichiarazioni del rettore dell'Università di Palermo non lasciano spazio alle interpretazioni. E così, a guidare gli scavi archeologici non sono gli studenti siciliani bensì i laureati delle università emiliane in trasferta nella città dei Templi.
Un paradosso siciliano come lo ha definito il Gds che pubblica un articolo questa mattina: Nella città di Agrigento, culla della cultura greca in Sicilia e con il più grande parco archeologico del mondo, chiude definitivamente il corso più rappresentativo.
"Abbiamo preso a malincuore una decisione sofferta - ha dichiarato il rettore dell'Università Fabrizio Micari al Gds-. Invitiamo gli assessorati all'Economia e alla Formazione a dare risposte certe sul futuro e sulle risorse da investire sul polo decentrato di Agrigento. Come Università abbiamo sempre creduto nei poli decentrati: a Trapani abbiamo investito nell'ultimo biennio inaugurando nuovi corsi di laurea disegnati sul territorio. Ad Agrigento abbiamo investito lavorando proprio sulle peculiarità della città agrigentina. Purtroppo dal prossimo anno accademico ci troviamo costretti a chiudere un corso di laurea".
Il Consorzio universitario di Agrigento in realtà, anche se qualcuno ha fatto di tutto per far credere il contrario, è morto da tempo, perché non ci sono più corsi di laurea attivi. Gli uffici di piazza Marina hanno tagliato quello che potevano tagliare: prima architettura, poi il corso di laurea in giurisprudenza e adesso sono agli sgoccioli anche i corsi di studio in beni culturali, servizio sociale (triennale) e Archeologia (magistrale).
Nonostante i proclami politici e i tentativi di mitigare quanto sta accadendo, il volere nascondere i numeri delle iscrizioni (che non ci sono più), le continue bugie da parte degli attuali amministratori e dai nominati della politica al Cda, il Consorzio universitario della Valle dei Templi è un defunto.
LA SICILIA
PALERMO
Ex Province in crisi lascia Calanna
commissario a Messina.
Le dimissioni erano arrivate
lunedì scorso al termine di una lunga e ragionata riflessione. Le
spiegazioni, Francesco Calanna, commissario straordinario della Città
metropolitana di Messina e ha fornite ieri, nel cor sodi una
conferenza stampa svoltasi a Palazzo dei Leoni. Calanna era stato
nominato il 19 ottobre da Rosario Crocetta e non era stato toccato
dallo spoil sistema di Musumeci che aveva rimosso i commissari delle
altre due città metropolitane.
«Rimetto il mio mandato nelle mani del
presidente Musumeci ha esordito Calanna ma non devo sbattere
nessuna porta e rivolgo anzi un saluto al presidente e al suo governo
che è impegnato nel soccorrere una Sicilia in affanno e che merita
quindi il nostro assoluto rispetto».
Non manca di garbo istituzionale il
saluto di Calanna, che come tutti quelli chiamati a gestire la
problematica transizione degli enti di area vasta, si è trovato di
fronte a un vero e proprio muro di problemi anche oltre il confine
angusto e disastrato della crisi finanziaria degli enti: «È giusto
lasciare spazio a chi ha vinto le elezioni e ha diritto di fare le
scelte. Era importante necessario rispettare la tempistica politica -
ha spiegato Calanna sono rimasto perché non si poteva fuggire al
compito di approvare il bilancio della Città Metropolitana. Tra
pochi giorni approveremo anche il bilancio consuntivo. Ho trovato in
questo contesto di Palazzo dei Leoni la piena collaborazione del
personale nel gestire tutta una serie di programmazioni e impegni
importanti come il Masterplan dove parliamo di 332 milioni di opere e
infrastrutture necessarie per il nostro territorio, ed il Patto per
Messina».
E aggiunge: «Ho anche svolto un'azione
di riordino con il Cas, individuando gli svincoli da realizzare ed ho
anche attuato il verbale di chiusura con Anas per le opere di loro
pertinenza Calanna, all'interno delle fatte ha voluto fare poi
alcune precisazioni, ritenute dovute: «Nelle mie scelte non c'è
stato nulla di politico - ha aggiunto -Il mio ruolo doveva essere
tecnico e a questa regola mi sono conformato, con rispetto per le
Istituzioni. Chi vince deve individuare la propria squadra e
governare, c'è un tempo per le elezioni e un altro per
amministrare il territorio».
Sulle ex Province il governo regionale
a desso attende di potere mettere a fuoco i diversi step di
rivendicazione contenuti nell'azione di rinegoziazione con lo
Stato, portata avanti da Gaetano Armao, una nuova stagione negoziale
che punta alla ridefinizione delle somme che le ex Province hanno
versato negli ultimi anni allo Stato, come concorso alla finanza
pubblica, finendo, più o meno in dissesto.
CAMERE DI COMMERCIO
Senza Commissario da 16 mesi:
chiesto intervento Regione.
Camera di commercio di Agrigento,
Caltanissetta e Trapani commissariata, ma senza commissario, da oltre
16 mesi: le associazioni di categoria invocano l'intervento da
parte della Regione sul tema delle nomine de Consiglio camerale. Con
una lettera, Legacoop Agrigento, Confcooperative Agrigento e
Caltanissetta, Confesercenti Sicilia Area Centro Meridionale,
Confesercenti Trapani, Cna di Agrigento, Cna di Trapani.
Confagricoltura Agrigento e Confartigianato Agrigento, hanno chiesto
un intervento «tempestivo del presidente della Regione per riportare
la questione nell'alveo della legittimità a tutela delle
Associazioni che rispettano e regole e nell'interesse delle imprese
rappresentate nel territorio di pertinenza». Occasione per il
sollecito, solo l'ultimo in ordine di tempo, sono le «indagini in
corso per accertare eventuali irregolarità nell'azione
dell'assessorato regionale al Attività Produttive della Sicilia
negli ultimi anni».
La situazione, come sottolineano
comunque le associazioni, è ormai paradossale: «in Sicilia
scrivono - tre Camere di commercio su 4 hanno già avviato il nuovo
corso con la regolare eLezione dei rispettivi organismi lasciando al
palo Agrigento. Caltanissetta e Trapani», che, in realtà, è stato
il primo accorpamento riconosciuto in Sicilia nel lontanissimo aprile
del 2015. Un decreto di individuazione delle associazioni che
avrebbero dovuto fare parte del consiglio camera in realtà, era
stato prodotto, ma era stato poi sospeso da un ricorso delle medesime
associazioni oggi firmatarie, le quali avevano poi contestato il
successivo provvedimento dell'assessore alle Attività Produttive,
l'agrigentina Mariella Lo Bello, la qua a loro parere voleva andare
avanti sdoganando quelle associazioni che nel ricorso venivano
indicate come sovradimensionate (in riferimento alla
rappresentatività e quindi al diritto di avere uno o più seggi ndr)
e che, guarda caso, sono le stesse che si trovano indagate dalla
Procura di Catania. Per tutto questo le associazioni, «tenuto conto
che la situazione di precarietà in cui si trova la Camera di
commercio di Agrigento penalizza fortemente le imprese della
provincia e genera incertezza negli stessi dipendenti dell'Ente ",
chiedono adesso provvedimenti celeri al presidente della Regione per
il «ripristino della legalità».
G.SCH.
Girgenti Acque ed Ati
Un Ambito unico per rinegoziare
l'acquisto di acqua all'ingrosso
Servizio idrico integrato in provincia
di Agrigento, intervento a gamba tesa della quarta commissione
parlamentare all'Assemblea Regionale Siciliana.
Nella giornata di ieri, in seguito
all'incontro Svoltosi nelle scorse settimane con componenti
associazioni dei consumatori
amministratori rappresentanti della Girgenti Acque, la commissione
presieduta dall'agrigentina Giusi Savarino ha approvato una riso
clic impegna il Governo Regione ad una serie dì misure da adottare
rispetto alla situazione della nostra provincia, prende atto di
alcune gravi anomalie che si perpetrano ormai da anni, come
l'esistenza dei 16 comuni ribelli che si rifiutarono dì consegnare
le reti idriche all'ex Ato idrico.
Ma cosa chiede la risoluzione?
Innanzitutto "la possibilità di
creare un ambito unico per l'acquisto dell'acqua all'ingrosso,
una rinegoziazione della convenzione con Sicilia Acque, o una
eventuale rescissione, in modo da ottenere tariffe omogenee e non
penalizzanti per i siciliani" ma, guardando al caso Agrigento,
anche di "sollecitare l'Ati affinché avvii ogni azione utile
alla tute la dei diritti dei Comuni e dei cittadini, vittime di
reiterati disservizi a fronte di un costo tariffario idrico
onerosissimo".
Inoltre la commissione, chiede alla
Regione di verificare se giuridicamente legittimo" l'affidamento
diretto alla società di gestione Girgenti acque Spa dei
finanziamenti pubblici per reti ed impianti, così come stabilito
dalla convenzione di gestione. Un punto che vale, dice la
commissione, ben 107 milioni di euro e che era stato in realtà posta
all'attenzione dalla struttura commissariate per la depurazione.
I parlamentari comunque stante la
volontà dell'Ati di valutare un percorso di risoluzione del
contratto con la Girgenti Acque per presunta inadempienza (processo
ancora non formalizzato) chiede alla Regione di «vagliare l di
sospendere 'erogazione dei finanziamenti a favo re della società".
La commissione inoltre, nel ribadire
che le zone non servite da depurazione non debbono pagare il canone
(ma il punto è capire cosa si intenda per depurazione" chiedano
all'Assessorato all'Energia e rifiuti di verificare se nel costo
delle tariffe sostenute dai cittadini sia già ricompreso il costo
degli investimenti sulla rete, ed inoltre se questi investimenti
siano stati effettivamente finalizzati alla manutenzione ordinaria e
straordinaria di reti e imparai".
In chiusura il documento chiede inoltre
ad Arpa e Asp "controlli a tappeto sulla qualità dell'acqua
erogata da Girgenti Acque a tutela della salute pubblica" stante
numerosi casi di ordinanze di sospensione dell'erogazione per
finalità potabili, e, anche, la possibilità di val la rimessa in
esercizio degli impiantì di dissalazione, avviando anche una
indagine ispettiva sugli stessi.
G.SCH.