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Rassegna stampa del 16 marzo 2018

 

Giornale di Sicilia

Musumeci: ecco le nuove regole per impiegare i 45mila precari
Si punta sulla ricollocazione. Una delibera prevederà che i forestali siano utilizzati per pulire spiagge e aree verdi, e gli operatori della formazione in altre mansioni
Giacinto Pipitone 
La prima mossa sarà l'ap
provazione, lunedì, di una delibera che modificherà il modo di impiego di 45 mila precari siciliani. Poi la giunta proverà anche ad attivare una corsa contro il tempo per approvare Finanziaria e bilancio all'Ars entro il 31 marzo, evitando così il ricorso a un altro mese di esercizio provvisorio e di spesa regionale parcellizzata. Il presidente Musumeci ha illustrato la tabella di marcia preparata a Palazzo d'Orleans nel corso di Cronache Siciliane, l'approfondimento di Tgs in onda ogni giorno alle 14,40. La manovra sui precari però non entrerà in Finanziaria, il governo intende procedere in via amministrativa. La prima delibera - definita una delibera quadro - è prevista per lunedì e riguarderà i precari: «Intendiamo trasformare un precariato improduttivo in produttivo». E per spiegare come procederà Musumeci ha fatto un esempio che riguarda il futuro dei forestali: «Per ora lavorano 3 mesi l'anno ma nel corso di questi 3 mesi vengono impiegati spesso senza progetto. Noi li utilizzeremo in un periodo più lungo di tempo e per compiti nuovi. Penso alla pulizia delle spiagge o alla cura delle aree verdi. La delibera che stiamo progettando ci permetterà di offrire opportunità di reinserimento per alcune figure professionali che volessero approfittarne». Alla delibera stanno lavorando i tecnici  di Palazzo d'Orleans con quelli degli assessorati Lavoro e Formazione. È un provvedimento che sfrutterà i fondi europei del Fse. I forestali, per restare all'esempio, non dovrebbero veder aumentato il numero di giornate di impiego. Dovrebbe trattarsi di una riorganizzazione e redistribuzione. L'assessore all'Agricoltura, Edy Bandiera, ha aggiunto che «potranno essere impiegati pure nella manutenzione delle aree archeologiche e delle strade». Inoltre Musumeci ha parlato a Tgs di «45 mila precari», dunque almeno 20 mila in più dei forestali. Il provvedimento in cantiere dovrebbe riguardare anche i 1.800 ex sportellisti, per i quali l'assessorato alla Formazione sta progettando un reimpiego nell'ambito dei progetti di orientamento e di politiche attive per il lavoro. Inoltre l'assessorato al Lavoro dovrebbe inserire misure per gli operatori della formazione professionale e varie altre categorie. La logica è sempre quella del ricollocamento, attraverso la fuoriuscita da un bacino per essere reimpiegati in nuove mansioni. Sarà, questa, una mossa che viaggerà parallelamente alla Finanziaria. Che pure la giunta varerà lunedì. Il presidente anticipa che si tratterà di «una manovra essenzialmente tecnico. Asciutta. L'abitudine di mettere nel bilancio 20, 30, 40 iniziative, è un'abitudine a cui metteremo un freno. Nella nostra Finanziaria ci saranno norme legate alla spesa accanto alla pianificazione degli interventi per i disabili. Le riforme arriveranno con altri disegni di legge». Riguardo alle norme che di certo Palazzo d'Orleans inserirà in Finanziaria, la prima è l'abolizione degli Istituti autonomi case popolari: vecchio pallino di Musumeci, che intende sostituire le 10 attuali strutture stracariche di debiti con una sola agenzia regionale per la casa. Ci sarà anche la soppressione di alcuni enti definiti inutili: in primis l'Ente sviluppo agricolo (progetto che ritorno senza successo in occasione di  ogni Finanziaria). E poi dovrebbe esserci anche la norma che avvia la fusione di Crias, Ircac e Crias, le casseforti della Regione. Per i disabili Musumeci conferma che verrà finanziata l'assistenza per tutti gli oltre 12 mila aventi diritti censiti dalle Asp: dovrebbero essere 1.500 euro per i bambini e per chi è disabile dalla nascita mentre agli altri arriverà tanto quanto vale la edia dei contributi delle altre regioni. Ma il presidente aggiunge che dopo l'erogazione dei contributi «scatteranno controlli a campione perchè vogliamo verificare come sia stato possibile che sotto il governo Crocetta i disabili erano 2.400 e ora sono arrivati a oltre 12 mila». L'assessore Gaetano Armao ha invece smentito una delle voci che più stanno agitando gli uffici in questi giorni. I boatos raccontano di una norma in gestazione nella Finanziaria che bloccherebbe i prepensionamenti già approvati per gli anni 2019 e 2020. Se così fosse, verrebbero «trattenuti» alla Regione circa 3 mila dipendenti a cui era già stato dato il via libera, seppure differito nel tempo. I sindacati sono già sul piede di guerra e la voce è arrivata ieri perfino sul tavolo del comitato di sorveglianza, organo comunitario che verifica l'andamento della spesa dei fondi europei: nella seduta di ieri l'ipotesi sarebbe stata commentata con preoccupazione. Ma Armao invita alla cautela: «Sindacati e personale lavorino tranquillamente. Non mi risulta questa norma». E se la Finanziaria è il progetto a più immediata scadenza, Musumeci ha anche anticipato il piano che ha il termine di attuazione più lungo: la realizzazione di un centro direzione in cui trasferire tutti gli uffici di ogni assessorato regionale abbandonando sedi in affitto che oggi costano fino a 40 milioni all'anno. Il presidente ha già dato incarico all'ingegnere Tuccio D'Urso, direttore del dipartimento Energia, di lavorare al piano. I cui dettagli ha annunciato lo stesso Musumeci: «Nascerà un centro con tre torri in via Ugo La Malfa, a Palermo. Sarà un progetto avveniristico per il quale abbiamo già avuto una informale intesa col Comune per le autorizzazioni  necessarie. Lo realizzeremo con un mutuo fatto alla Cassa depositi e prestiti da rimborsare in almeno 30 anni. Sarà pronto nella fase finale della legsilatura». Immagine simbolo di quello che Musumeci prevede sarà il suo cammino: «Mi aspettavo delle difficoltà ma non di dover scalare una montagna. Sono ottimista, ce la faremo. Non sono uomo da annunci. Per i prossimi tre anni ci sarà da sputare sangue da parte del governo. Poi i risultati si vedranno e saranno annunciati».

Viabilità.
 Con sanzioni relative sia alle infrazioni vere e proprie da parte di automobilisti e conducenti di mezzi pesanti, sia per la cartellonistica pubblicitaria abusiva

Pugno duro della polizia provinciale contro la cartellonistica abusiva. Sin dall'inizio del 2017 sono state controllate dagli agentiagli ordini del comandante Vincenzo Giglio,31 strade provinciali per individuare le insegne e i cartelloni pubblicitari installati senza la preventiva autorizzazione del Libero Consorzio e, di conseguenza, il pagamento dei relativi oneri. I controlli proseguono tuttora, nonostante le note carenze di organico e di mezzi a disposizione, e hanno permesso di individuare un numero consistente di soggetti e imprese non in regola con la normativa. Sommando l'avanzo di cassa del 2016 e gli introiti del 2017 - si legge in una nota dell'ex Provincia - il Libero Consorzio ha incassato dagli oltre 2.000 verbali emessi circa 170.000 euro, destinati in gran parte (oltre 143.000 euro) all'incremento della sicurezza sulle strade, in particolare alla manutenzione ordinaria con il rifacimento di singole porzioni del manto stradale, la messa a norma e la sostituzione delle barriere e l'aggiornamento della segnaletica.L'ex Provincia aveva approvato nel 2002 e poi nel 2011 il regolamento per la disciplina delle concessioni ed autorizzazioni e per l'applicazione del canone di occupazione di spazi ed aree pubbliche la cosiddetta Cosap. Regolamento  modificato l'ultima volta il 23 ottobre del 2015 dall'allora commissario straordinario. L'atto si compone di 50 articoli e stabilisce le modalità di applicazione del canone per l'occupazione di spazi ed aree pubbliche nell'ambito del territorio della Provincia di Agrigento. In particolare, il regolamento disciplina: il procedimento amministrativo di rilascio, rinnovo e revoca delle concessioni e autorizzazioni relative ad occupazioni realizzate su strade, compresi i relitti stradali, aree e relativi spazi soprastanti e sottostanti appartenenti al demanio o al  patrimonio indisponibile; occupazioni di aree private soggette a servitù  di pubblico passaggio; occupazioni con passi carrabili e manufatti simili; occupazione con impianti pubblicitari e di distribuzione carburanti; occupazioni realizzate da aziende di erogazione di pubblici servizi con condutture, attraversamenti ed impianti di ogni genere; le misure base di tariffa per tipologie di occupazione determinate in rapporto alla loro natura e al beneficio economico che esse producono; le agevolazioni speciali; i criteri di determinazione del canone; le modalità e termini per il pagamento  del canone; l'accertamento e sanzioni. Nel regolamento, a cui si sono attenuti gli agenti della polizia provinciale è prevista anche l'esecuzione d'ufficio, all'articolo 21. «Nei casi di scadenze dalle contravvenzioni la polizia provinciale incassa 172 mila euroza, decadenza o revoca dell'autorizzazione o concessione e negli altri casi specificatamente qualora si renda necessario riportare le cose in pristino - si legge - si procederà all'esecuzione d'ufficio ai sensi della normativa vigente in materia, ove non ottemperi il concessionario o soggetto autorizzato nel termine all'uopo assegnato con diffida regolarmente notificata; il termine non potrà superare, comunque, 90 giorni. L'esecuzione d'ufficio avverrà a spese del concessionario inadempiente e l'Ente incasserà la cauzione  non ancora svincolata, confiscando i materiali ricavati dalla demolizione delle opere, salvo il diritto ai maggiori danni». 

Il caso. Il sindacato: «Più saggio attendere la nomina da Palazzo d'Orleans».
I grillini: «Il Comune non perda tempo». Il sindaco: sollecitiamo il trasferimento di tutti i beni
Terme di Sciacca, scontro sulla gestione La Cgil: «La Regione scelga il partner per la pubblicazione del bando di affidamento"
Giuseppe Pantano 

Per la Cgil deve essere la Regione Siciliana e non il Comune di Sciacca a pubblicare il bando per la ricerca di un privato che gestisca le Terme. Il Movimento Cinque Stelle, invece, non condivide e attacca l'amministrazione cittadina che poche ore prima con il sindaco, Francesco Valenti, ha chiesto un incontro ai vertici del governo regionale proprio per discutere delle Terme. Il segretario provinciale della Cgil, Massimo Raso, il segretario della Filcams, Franco Castronovo, e il responsabile del sindacato nella zona di Sciacca, Franco Colletti, ricordano che la Cgil non ha esultato, «beccandosi qualche critica e qualche incomprensione » quando pochi mesi fa la Regione ha ceduto al Comune parte dei beni delle Terme. «Abbiamo detto allora: noi non  vorremmo davvero che dopo aver sperimentato 18 anni di errori e "tentativi a vuoto" da parte della Regione, si debba inaugurare adesso la stagione dei tentativi del Comune che non potranno che essere ugualmente fallimentari. Non ci convinceremo mai che il Comune avrà maggiore capacità e fortuna della Regione nella ricerca, selezione e scelta di un partner privato per gestire questo immenso patrimonio! Quello di oggi rischia di essere un "regalo" avvelenato e, al punto in cui siamo, sarebbe stato più saggio aspettare la nomina del nuovo governo della Regione e ridiscutere del rilancio del settore termale siciliano». I sindacalisti invitano il sindaco Valenti a rinunciare «al "regalo" e pretendere che la Regione pubblichi quel "bando di gara internazionale" per la scelta di un partner privato cui affidare la gestione delle Terme di Sciacca». La Cgil lancia anche un appello a tutte le altre forze sociali, economiche e politiche affinché «insieme si possano costruire momenti pubblici a sostegno di questa esigenza: pretendiamo la riapertura delle Terme ». Il Movimento Cinque Stelle ieri ha reso noto il verbale dell'incontro avvenuto il 13 dicembre 2017 presso l'assessorato regionale all'Economia durante il quale il Comune di Sciacca si era impegnato a svolgere le attività necessarie per la redazione e la verifica dello stato di conservazione e manutenzione degli immobili appartenenti al patrimonio termale, sotto la supervisione della Regione Siciliana. «Questa operazione è partita giusto ieri, 14 marzo 2018, a distanza di tre mesi da quell'incontro - scrivono i grillini -. Non è pertanto la Regione Siciliana a perdere tempo prezioso, ma il Comune di Sciacca, e mentre lo fa invoca pure l'intervento della Regione. A farci scoprire la magagna è stata la stessa prima cittadina che in questi giorni aveva sollecitato la Regione  a completare l'iter di un passaggiomai avvenuto. Infatti, il contratto di concessione stipulato il 25  ottobre 2017 tra Regione Siciliana e Comune di Sciacca obbliga le parti soltanto dopo che lo stesso sarà approvato e reso esecutivo a norma di legge, previa acquisizione in consistenza dei beni, oggetto dell'accordo. Tutto ciò non è ancora avvenuto. Due giorni fa, il deputato regionale Matteo Mangiacavallo - aggiungono i Cinque Stelle - ha incontrato l'assessore Armao cui ha chiesto verbalmentedi accelerare il processo per il trasferimento anche dei beni siti sul monte San Calogero, ottenendo rassicurazioni sulla disponibilità degli uffici regionali a seguire il Comune di Sciacca anche nella stesura del bando di affidamento». I Cinque Stelle, però, non condividono la linea della Cgil che «vorrebbe tornare indietro e restituire finanche la gestione del bando alla Regione Siciliana». Il sindaco di Sciacca, Francesca Valenti, afferma dal canto suo che «è stato utile ricevere già una  parte dei beni delle Terme. Adesso chiediamo con forza alla Regione che si vada avanti con la verifica dello stato dei luoghi e anche con il trasferimento del resto dei beni. Quella resa nota dai Cinque Stelle - continua - è soltanto una minuta e noi vogliamo che la Regione compia i passi successivi». (*GP*)

SiciliaTV

SICILIA TV
 Collegio dei Revisori dei Conti. L'ex Provincia: ''A fine mese verrà sorteggiato un nuovo componente''
Salvatore SORCE
Il Collegio dei Revisori dei Conti avrà un nuovo componente, la sua nomina tramite sorteggio avverrà il prossimo 29 marzo, di giovedì, presso la sede del Libero Consorzio Provinciale di Agrigento, alle ore 9.00. La nomina - fanno sapere dall'ex Provincia - si è resa necessaria a seguito delle dimissioni, avvenute lo scorso anno, del componente dell'organo di revisione Francesco Marcone. Per designare il nuovo componente del Collegio si procederà, come detto, mediante sorteggio con procedura informatica tra i 141 candidati ammessi. Facendo riferimento a leggi regionali e decreti legislativi, il Libero Consorzio precisa che i revisori dei conti degli enti locali sono scelti mediante estrazione a sorte tra i professionisti residenti in Sicilia, iscritti nel registro dei revisori legali, nonché tra gli iscritti all'ordine dei dottori commercialisti e degli esperti contabili, che abbiano richiesto di partecipare alla procedura di scelta dell'organo di revisione dell'ente.

Livesicilia.it

Nell'Ars immobile, 34 consulenti 
Ex deputati ed ex dirigenti: i nomi


Ci sono ex deputati regionali e qualche candidato alle ultime Politiche, ci sono ex dirigenti della Regione e storici fedelissimi. Sono 34 i consulenti scelti dai componenti dell'Ufficio di presidenza dell'Ars. Per loro, stipendi molto vari, che oscillano tra alcune centinaia di euro a buste paga assai più sostanziose.
Ne ha chiamati 17 il solo Gianfranco Micciché. Il presidente dell'Ars ha innanzitutto voluto nel suo ufficio un collaboratore storico come Ugo Zagarella, candidato ma non eletto alle ultime elezioni per Montecitorio. Per lui, ecco 4.804 euro lordi per 12 mensilità. È stato un dirigente generale esterno del governo Lombardo, invece, Gianluca Galati, impegnato tra l'altro alle ultime elezioni amministrative al fianco di Fabrizio Ferrandelli. Per lui stipendio da 3.129 euro lordi. Impegnata nella campagna elettorale di Ferrandelli anche Marta Culella: per lei 1.654 euro, sempre lordi, così come tutte le cifre che seguiranno.
A completare la segreteria del presidente, ecco Silvia Saitta (3.956 euro), Rosa Giglio (3.201 euro), Luca Cortimiglia (2.931 euro), Vito Scardina (2.851 euro), Manuela Pellegrino (1.661 euro), Maria Di Simone (2.301 euro), Silvia Marchica (1.887,84), Giuseppe D'Orsi (1.661,55 euro), Giovanni Gagliano (1.661,55 euro), Marzia La Russa (1.654,42 euro).
A completare la squadra dei collaboratori ecco anche gli addetti stampa e un noto "comandato". I giornalisti assunti sono l'ex caporedattore a Palermo de "La Sicilia", Lillo Miceli (3.347 euro lordi per 15 mensilità), Giuseppina Varsalona (1.609,86 euro lordi sempre per 15 mensilità) e Vincenzo Fricano (1.609,86 per 15 mensilità anche lui). Spunta, poi, come detto, tra i collaboratori un nome assai noto a Palazzo dei Normanni: Totò Lentini, infatti, per molti anni ha preso posto tra gli scranni di Sala d'Ercole. Alle ultime elezioni regionali dove ha corso tra le fila di Forza Italia, però, non ce l'ha fatta. Ecco comunque la chiamata di Micciché come "comandato" (Lentini è infatti un Regionale): per lui 3.273,26 euro lordi per 13 mensilità.
In casa Movimento cinque stelle il vicepresidente dell'Ars, Giancarlo Cancelleri, si avvale di tre collaboratori con contratto fino al 2022. Nella squadra del leader dei grillini siciliani Maria Alessandra Costantino, di professione commercialista, già designata assessore da Ugo Forello per le Amministrative di Palermo. Costantino, che percepirà 1.830 euro lordi al mese per attività di segreteria, a dicembre 2017 fu coinvolta nel caso del consigliere comunale di Palermo Antonino Randazzo. Quest'ultimo era stato assunto dalla sua stessa azienda poco prima del voto per le Comunali, dando quindi la possibilità alla società di ottenere i rimborsi da parte di Palazzo delle Aquile per la sua attività in aula e nelle commissioni. L'azienda, CreaGest Srl, lo vedeva in società proprio con Costantino. Alla fine Randazzo fece un passo indietro passando in aspettativa non retribuita. Stesso stipendio anche per Ernesto Sfragano, vicino al deputato catanese Francesco Cappello, che ha partecipato alle ultime Parlamentarie con scarso successo. Il trittico è chiuso da Loredana Muncibì, che con gli stessi compiti dei precedenti percepirà 2.895 euro lordi al mese fino a fine legislatura. 
Il deputato questore Salvatore Siragusa ha preso nella sua squadra Giuseppe Andrea Cellura, esperto giuridico già collaboratore del deputato saccense Matteo Mangiacavallo: per lui un contratto da 1.230 euro lordi al mese fino al 5 novembre 2022. Con Siragusa altri tre collaboratori, tra cui il bagherese Salvatore Maggiore, attivista di lungo corso e vicinissimo al sindaco Patrizio Cinque autosospeso dal movimento. Per Maggiore, laureato in Ingegneria elettrica, 1.730 euro lordi al mese fino al 31 luglio di quest'anno. Stessa scadenza anche per Pietro Costa e Vincenzo D'Amico, quest'ultimo già collaboratore del gruppo M5s di Palazzo dei Normanni: per il primo un contratto da 1.900 euro lordi e per il secondo da 1.730 euro lordi. Anche per i quattro collaboratori di Siragusa l'incarico è per "attività di segreteria". La pattuglia grillina si chiude con il deputato segretario Stefano Zito: per lui un solo collaboratore, Caterina Lo Monaco, con un contratto da 1.900 euro lordi.
Il vicepresidente vicario Giovanni Di Mauro, eletto tra i Popolari e autonomisti, ha invece contrattualizzato Giovanni Campagna come capo della segreteria "fino a revoca": per lui uno stipendio lordo di 4.605 euro al mese. Nella squadra del presidente del Collegio dei questori Giorgio Assenza, del gruppo di DiventeràBellissima, cinque collaboratori con contrato fino al 31 dicembre di quest'anno per attività di segreteria: Giuseppe Alfano (1.118 euro lordi al mese), Francesca Firetto Carlino (1.350 euro lordi), Roy Luciano Di Benedetto (1.350 euro lordi), Manfredi Catania (1.350 euro lordi) e Fabio Sciabica (926 euro lordi).
Il deputato questore Giovanni Bulla, eletto fra le file dell'Udc, si avvale di tre collaboratori per le attività di segreteria: a Carmelo Pellegriti vanno 4.133 euro lordi al mese "fino a revoca", mentre per Giuseppe Gimmillaro e Rosario Calderaro 1.413 euro lordi al mese fino al 31 dicembre di quest'anno.

Agrigentonotizie.it

Libero consorzio
 Cadde su una buca e restò gravemente ferita, negato risarcimento a una ciclista
Il tribunale di Agrigento ha rigettato la richiesta di risarcimento di una cittadina di Aragona che sosteneva di essere caduta mentre era a bordo della propria bici lungo la strada provinciale che dalla via Fontes Episcopi del Comune di Aragona conduce a Contrada Maccalube. Il giudice Luciana Razete, in particolare, accogliendo le tesi difensive dell'avvocato Angelo Sutera, difensore della Provincia, ha ritenuto che non vi era prova che l'incidente si fosse effettivamente verificato in quella strada e, in ogni caso, non era stata provata la responsabilità dell'ente. La donna aveva chiesto un risarcimento di 95 mila euro per i traumi riportati che la costrinsero anche a un intervento chirurgico.


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