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Rassegna stampa del 21 marzo 2018

 

Giornale di Sicilia

Ministero. Le linee guide messe a punto dalla Madia: saranno presentate alle Regioni. Ci sarà un sito unico e saranno incluse anche le professioni moderne
Concorsi, tra le nuove regole pure il bonus inglese
Nuove regole per entrare a lavorare nella P.A. I concorsi «fai da te» vengono messi da parte a favore di prove centralizzate, in modo da assicurare risparmi e condizioni uguali per tutti. Nasce così un sito web unico, che raccoglierà i bandi emessi da ciascun ente. Tra i requisiti potranno comparire i certificati di inglese e per le pozioni apicali sarà possibile alzare l'asticella fino al dottorato. Ci sarà invece un limite al punteggio massimo che può dare l'esperienza lavorativa, anche per lasciare più spazio ai giovani. Funzionare così, stando alle linee guida sui concorsi messe a punto dalla ministra Marianna Madia. La direttiva sarà presentata nel primo pomeriggio a Regioni e Comuni, insieme al vademecum sui piani per le assunzioni. Programmi, tarati su un triennio, che intendono superare la visione statica delle piante organiche, per pescare le professionalità più moderne, dal risk manager allo user experience designer, o le più utili, come  l'esperto di fondi Ue o di aiuti di stato.Le amministrazioni avranno due mesi di tempo per stilare i loro elenchi e chi non rispetterà i tempi si vedrà azzerare le facoltà assunzionali. Un restyling a tutto tondo quindi. D'altra parte, c'è stata la riforma del pubblico impiego, sono oltre 50 mila i precari da stabilizzare e dal prossimo anno, se le cose non cambieranno, si sbloccherà il turnover. Come se non bastasse, nel frattempo è prevista un'ondata di pensionamenti: 450mila nei prossimi 5 anni. Ricapitolando, i futuri dipendenti pubblici passeranno, di norma, attraverso un concorso unico, che, già pratica obbligatoria per lo Stato, diventa «fortemente consigliata per tutte le restanti amministrazioni». Tanto che per le piccole realtà la scelta di procedere autonomamente «deve essere motivata» da condizioni eccezionali. Sarebbe anche pronto «il Portale del reclutamento», una banca dati di «monitoraggio» per permettere «la consultazione in un unico sito» delle selezioni e magari pagare online le tasse di partecipazione.

Comune. Si attende la firma del decreto da parte della Regione. Verranno eliminate le condotte colabrodo
Concetta Rizzo
L'iter è concluso. L'Ati ha esitato il progetto di rifacimento della rete idrica di Agrigento. I soldi - 31 milioni e 500 mila euro - ci sono. Si attende la firma del decreto autorizzativo, da parte della Regione, e poi quello che per decenni è  stato un sogno diventerà realtà: Agrigento avrà nuove condotte, archivierà, dunque, le continue perdite e nelle abitazioni dei cittadini arriverà l'acqua tutti i giorni e 24 ore su 24. Entro un mese dovrebbe essere firmato -e il Comune farà pressing - il decreto. Fra due o tre mesi, questo l'auspicio degli amministratori comunali, verrà aperto il cantiere. I lavori avranno una durata di tre anni e già dal primo anno consentiranno, laddove verranno avviati, l'erogazione idrica 24 ore su 24. Si procederà per moduli, cominciando dal serbatoio dell'Itria che nell'arco di un anno sarà operativo. «Non si aspetterà la conclusione dei lavori per mettere in moto il nuovo sistema, ma si procederà passo passo»- ha annunciato ieri, l'assessore Nello Hamel - . Dopo la rete idrica del serbatoio dell'Itria - secondo il crono programma- toccherà a quello della Rupe Atenea, a quello di Villaseta e a quello del Viale. Poi, alla rete servita dal serbatoio Giardini, a quella servita dal serbatoio di San Leone e a quella di Poggio Muscello. Dei lavori si occuperà Girgenti Acque, attraverso le ditte collegate, visto che era stata firmata un decennio fa una apposita convenzione. «Venerdì scorso si è concluso l'iter, all'interno dell'Ati, che è propedeutico all'emanazione del decreto da parte della Regione. Decreto di finanziamento che servirà per questa operazione che coinvolgerà tante vie della città. Un iter che è iniziato circa 10 anni fa, con alterne vicende e una serie di complicazioni. Realizzare questo obiettivo - ha spiegato il sindaco Lillo Firetto - significa avere la continuità del servizio idrico. Archivieremo le perdite idriche che fanno appunto sprecare acqua e determinano frane e smottamenti. Adesso, l'amministrazione farà pressing sull'assessorato regionale perché si diano tempi ragionevolmente consoni alle necessità della città. Speriamo siamo la volta buona». «Il rifacimento della rete idrica è epocale. Significa cambiare rotta e dare una svolta alla gestione dell'acqua nelle case degli agrigentini. A conclusione di questo processo, avremo l'acqua 24 ore su 24. E consentirà di limitare le perdite idriche perché, ci dicevano i tecnici, che uno dei motivi di queste rotture oltre alla vetustà della rete idrica è il cambio di pressione che si verifica quando si aprono le saracinesche. L'amministrazione comunale - ha spiegato l'assessore Nello Hamel - sarà in prima linea per verificare i tempi e le modalità di realizzazione chiedendo alla società che eseguirà i lavori di operare senza creare eccessivi disagi all'utenza e garantendo il perfetto ripristino delle strade interessate ai lavori. Pretenderemo il rifacimento perfetto degli scavi che verranno effettuati. Chiederemo, laddove è possibile, di adottare le nuove tecniche delle trivellazioni orizzontali e non più attraverso i vecchi scavi, senza dunque sconvolgere l'assetto viario». La nuova rete idrica consentirà un risparmio sui costi. «Siamo nel sistema idrico integrato e quindi costi e risparmi vengono ripartiti nell'ambito dell'Ato. Adesso - ha spiegato Hamel - stiamo pagando una piccola quota del rifacimento rete idrica di Ribera. Ed è giusto che, adesso, qualcuno paghi anche il rifacimento della rete idrica di Agrigento. Si tratta di costi limitati diluiti in un arco di tempo molto lungo e quindi non incideranno sulle bollettazioni che al contrario avranno dei risparmi visto che verranno arginate le dispersioni». Il Comune ha focalizzato l'attenzione anche sulla depurazione. «Da parte nostra è stato varato un programma di massima attenzione rispetto alle problematiche della distribuzione idrica e dei servizi fognari e di depurazione. Ci sarà una spinta per realizzare il grande depuratore del Villaggio Mosè che è non rinviabile. Il malfunzionamento della struttura, che è sotto sequestro, sono gravissimi: sia per l'inquinamento marino che per il territorio. Chiederemo dunque che venga considerata un'emergenza. Bisogna tenere conto che ci sembra uno spreco pensare ad una sistemazione dell'attuale depuratore visto che c'è un progetto alternativo». (*CR*)

Comune. Si attende la firma del decreto da parte della Regione. Verranno eliminate le condotte colabrodo
Nuova rete idricaFondi per 31 milioni
Concetta Rizzo
L'iter è concluso. L'Ati ha esitato il progetto di rifacimento della rete idrica di Agrigento. I soldi - 31 milioni e 500 mila euro - ci sono. Si attende la firma del decreto autorizzativo, da parte della Regione, e poi quello che per decenni è stato un sogno diventerà realtà: Agrigento avrà nuove condotte, archivierà, dunque, le continue perdite e nelle abitazioni dei cittadini arriverà l'acqua tutti i giorni e 24 ore su 24. Entro un mese dovrebbe essere firmato -e il Comune farà pressing - il decreto. Fra due o tre mesi, questo l'auspicio degli amministratori comunali, verrà aperto il cantiere. I lavori avranno una durata di tre anni e già dal primo anno consentiranno, laddove verranno avviati, l'erogazione idrica 24 ore su 24. Si procederà per moduli, cominciando dal serbatoio dell'Itria che nell'arco di un anno sarà operativo. «Non si aspetterà la conclusione dei lavori per mettere in moto il nuovo sistema, ma si procederà passo passo»- ha annunciato ieri, l'assessore Nello Hamel - . Dopo la rete idrica del serbatoio dell'Itria - secondo il crono programma- toccherà a quello della Rupe Atenea, a quello di Villaseta e a quello del Viale. Poi, alla rete servita dal serbatoio Giardini, a quella servita dal serbatoio di San Leone e a quella di Poggio Muscello. Dei lavori si occuperà Girgenti Acque, attraverso le ditte collegate, visto che era stata firmata un decennio fa una apposita convenzione. «Venerdì scorso si è concluso l'iter, all'interno dell'Ati, che è propedeutico all'emanazione del decreto da parte della Regione. Decreto di finanziamento che servirà per questa operazione che coinvolgerà tante vie della città. Un iter che è iniziato circa 10 anni fa, con alterne vicende e una serie di complicazioni. Realizzare questo obiettivo - ha spiegato il sindaco Lillo Firetto - significa avere la continuità del servizio idrico. Archivieremo le perdite idriche che fanno appunto sprecare acqua e determinano frane e smottamenti. Adesso, l'amministrazione farà pressing sull'assessorato regionale perché si diano tempi ragionevolmente consoni alle necessità della città. Speriamo siamo la volta buona». «Il rifacimento della rete idrica è epocale. Significa cambiare rotta e dare una svolta alla gestione dell'acqua nelle case degli agrigentini. A conclusione di questo processo, avremo l'acqua 24 ore su 24. E consentirà di limitare le perdite idriche perché, ci dicevano i tecnici, che  uno dei motivi di queste rotture oltre alla vetustà della rete idrica è il cambio di pressione che si verifica quando si aprono le saracinesche. L'amministrazione comunale - ha spiegato l'assessore Nello Hamel - sarà in prima linea per verificare i tempi e le modalità di realizzazione chiedendo alla società che eseguirà i lavori di  operare senza creare eccessivi disagi all'utenza e garantendo il perfetto ripristino delle strade interessate ai lavori. Pretenderemo il rifacimento perfetto degli scavi che verranno effettuati. Chiederemo, laddove è possibile, di adottare le nuove tecniche delle trivellazioni orizzontali e non più attraverso i vecchi scavi, senza dunque sconvolgere l'assetto viario». La nuova rete idrica consentirà un risparmio sui costi. «Siamo nel sistema idrico integrato e quindi costi e risparmi vengono ripartiti nell'ambito dell'Ato. Adesso - ha spiegato Hamel - stiamo pagando una piccola quota del rifacimento rete idrica di Ribera. Ed è giusto che, adesso, qualcuno paghi anche il rifacimento della rete idrica di Agrigento. Si tratta di costi limitati diluiti in un arco di tempo molto lungo e quindi non incideranno sulle bollettazioni che al contrario avranno dei risparmi visto che verranno arginate le dispersioni». Il Comune ha focalizzato l'attenzione anche sulla depurazione. «Da parte nostra è stato varato un programma di massima attenzione rispetto alle problematiche della distribuzione idrica e dei servizi fognari e di depurazione. Ci sarà una spinta per realizzare il grande depuratore del Villaggio Mosè che è non rinviabile. Il malfunzionamento della struttura, che è sotto sequestro, sono gravissimi: sia per l'inquinamento marino che per il territorio. Chiederemo dunque che venga considerata un'emergenza. Bisogna tenere conto che ci sembra uno spreco pensare ad una sistemazione dell'attuale depuratore visto che c'è un progetto alternativo». (*CR*)

Cua, sì al Consiglio comunale straordinario
Sarà dedicato esclusivamente alla situazione in cui versa il consorzio di contrada Calcarelle alla luce degli ultimi tagli
Paolo Picone
Un Consiglio comunale straordinario, subito dopo Pasqua, per discutere della situazione del Consorzio universitario agrigentino, alla luce degli ultimi tagli di corsi di laurea operati dall'Ateneo di Palermo. La Conferenza dei Capigruppo del Palazzo dei Giganti, ieri mattina ha votato all'unanimità la richiesta di convocare un Consiglio Comunale aperto dedicato esclusivamente alla situazione in cui versa il Consorzio Universitario. Saranno invitati ad intervenire il presidente del Consorzio universitario, Pietro Busetta, il Rettore dell'Ateneo di Palermo, Fabrizio Micari, oltre ai componenti del consiglio di amministrazione di UniPa e l'assessore regionale all'Istruzione e formazione, Roberto Lagalla. Il Consiglio è previsto per il 5 aprile ma la data potrebbe subire  delle variazioni a seconda degli impegni personali e professionali dei personaggi invitati a partecipare. A richiedere la convocazione del Consiglio comunale sull'università, che non sarebbe comunque il primo, è stato il consigliere Pietro Vitellaro. «Il 23 gennaio scorso - dice Vitellaro - tramite Pec, ho chiesto che si convochi un Consiglio comunale aperto al presidente del Consorzio Universitario. Visto i recenti sviluppi ho chiesto un'accelerazione della procedura. Questa settimana andrò a Palermo per parlare dell'argomento con l'Assessore Regionale al ramoRoberto Lagalla. Cerco di fare tutto ciò che è in mio potere per dare una mano. Magari non basta, ma ce la metto tutta e non mi arrendo». Sulle vicissitudini dell'università era intervenuta anche la capogruppo del Movimento Cinque stelle, Marcella Carlisi. «Nonostante le rassicurazioni dell'amministrazione e della maggioranza in Consiglio in questi mesi -dice - ho letto, con sgomento, l'eliminazione dei corsi di laurea dall'università di Agrigento. Le nomine politiche dei vertici del Cua si avviano a chiudere le porte dell'ate - neo agrigentino. Perché non si riesce a mantenere un corso di laurea come Beni culturali che ospitava studenti che venivano anche da altre parti d'Italia? Eppure studiare queste materie ad Agrigento da una marcia in più. A chi giova chiudere? Mancano i soldi o è una volontà politica? Senza Palermo il Cua sembra non avere più una gamba: è indispensabile? Perché non aprirsi a nuove opportunità? Mancano i soldi? Però spesso si trovano per spese voluttuarie. Il Comune di Agrigento si lava la coscienza. Leggo nelle misure correttive per la Corte dei Conti stilate dall'amministrazione di Agrigento: è stata notificata al Consorzio universitario di Agrigento la volontà dell'ente di ridurre la quota di partecipazione annua per l'importo di 47mila euro manifestando la disponibilità ad offrire in concessione un immobile del centro storico con canone annuo corrispondente alla residua quota di partecipazione residua di 103 mila euro! Dunque meno soldi in cambio di un immobile da ristrutturare non si sa con quali soldi dal Cua che, al momento, non avrebbe nemmeno il necessario per pagarsi il trasferimento». E sembra un paradosso che ad Agrigento, dove insiste il più grande parco archeologico con i suoi meravigliosi Templi,l'unico corso di laurea in Beni culturali e archeologia possa chiudere i battenti. Gli uffici di piazza Marina (quelli dell'Università di Palermo) hanno tagliato quello che si poteva tagliare:prima Architettura, poi il corso di laurea in Giurisprudenza e adesso sono agli sgoccioli anche gli ultimi corsi ancora aperti. Il Cua ha un contenzioso con l'ateneo da12 milioni di europer mancati versamenti dal 2008 ad oggi. Un debito altissimo che rischia seriamente di interrompere il rapporto tra Palermo e Agrigento, tanto da dover costringere a chiudere dal prossimo settembre il corso in Archeologia. «Vorremmo puntare sui poli decentrati - afferma il rettore FabrizioMicari - ma senza una regolamentazione precisa dei consorzi con il contributo stabile da parte della Regione non possiamo fare programmazione ». A dicembre del 2017, il Cua ha perso pure il sostegno dei Comuni di Sciacca e Ribera, che avevano legato il proprio nome alla possibilità di sfruttare la vocazione turistica dell'Agrigentino. E così, il consorzio è rimasto solo ad affrontare una crisi che va avanti da anni. (*PAPI*)

Piazza Vittorio Emanuele. Alla cerimonia parteciperanno i familiari del commissario di origine agrigentina. Il Comune pianterà una magnolia della legalità
Vittime di mafia, oggi la questura verrà intitolata a Beppe Montana
In città sarà presente il capo della polizia Franco Gabrielli
Concetta Rizzo
È il giorno del ricordo, della sensibilizzazione, della speranza. Anche Agrigento, con una serie di eventi memorabili, celebra oggi la «Giornata nazionale delle vittime di mafia». Verrà ricordato - con l'intitolazione della Questura, la scopertura della targa e un annullo filatelico da parte di Poste italiane - il commissario capo Beppe Montana. E in piazza Vittorio Emanuele, ai piedi di una magnolia piantumata dal Comune di Agrigento in ricordo delle vittime di mafia, idealmente legata all'albero Falcone, verrà scoperto - da due studenti - un cippo dove è stata collocata una targa con la significativa frase di Peppino Impastato: «La mafia uccide, il silenzio pure». Ad Agrigento, oggi, sarà presente anche il capo della polizia, direttore generale di pubblica sicurezza, il prefetto Franco Gabrielli. Il momento più intenso sarà  sicuramente quello dell'intitolazione della Questura di Agrigento al commissario capo Beppe Montana. L'agrigentino, capo della sezione «Catturandi » della Squadra Mobile di Palermo, medaglia d'oro al valor civile, venne ucciso a Porticello, nel Palermitano, il 28 luglio del 1985, in un vile agguato mafioso. Agrigento non lo ha mai dimenticato e oggi - «Giornata nazionale delle vittime di mafia» - ufficializzerà, alla presenza appunto del capo della polizia  Franco Gabrielli, il ricordo. Alla giornata commemorativa parteciperanno, oltre ai familiari del funzionario scomparso, numerose autorità civili, militari, religiose e gli studenti degli istituti superiori di Agrigento e di alcuni Comuni della provincia. Si comincia proprio, alle 11, con il ricordo di Beppe Montana che si terrà allo spazio «Temenos». Interverranno il questore Maurizio Auriemma, il sindaco Lillo Firetto, Gigi Montana - che è il fratello di Beppe -, il procuratore della Repubblica Luigi Patronaggio, il presidente della consulta provinciale studentesca e due studenti che leggeranno dei brani sul tema. In conclusione, interverrà il capo della polizia, il prefetto Franco Gabrielli. Poi, ci si sposterà in Questura dove ci sarà la cerimonia di scopertura della targa di intitolazione del palazzo che è sede della Questura a Beppe Montana. Targa che verrà anche, naturalmente, benedetta. Nell'atrio della Questura ci sarà anche l'annullo filatelico, da parte di Poste italiane, di un francobollo dedicato a Beppe Montana. La cerimonia si concluderà in piazza Vittorio Emanuele, ai piedi della magnolia piantata dal Comune di Agrigento in ricordo delle vittime di mafia. La magnolia, idealmente, è legata all' «albero Falcone». Verrà scoperto, da due studenti, un cippo dove è stata collocata una targa con la famosa e significativa frase di Peppino Impastato. La giornata è stata resa possibile - hanno reso noto dalla Questura - grazie alla preziosa collaborazione del prefetto di Agrigento, alla Questura di Palermo, al commissario straordinario del Libero consorzio comunale, proprietario dell'edificio che è la sede della Questura, al Comune di Agrigento, alla cooperativa sociale «Temenos» e all'Accademia di Belle Arti di Agrigento che ha realizzato la targa marmorea a ricordo del commissario capo BeppeMontana e quella apposta sul cippo commemorativo delle vittime di mafia. Beppe Montana, nato ad Agrigento nel 1951, era figlio di un funzionario del banco di Sicilia. E' cresciuto a Catania e dopo la laurea in Giurisprudenza è entrato in polizia. Alla Squadra Mobile di Palermo  si occupava della ricerca dei latitanti: era alla «Catturandi». Ottenne risultati eccezionali: nel 1983 scoprì l'arsenale di Michele Greco e arrestò, l'anno dopo, Tommaso Spataro - amico d'infanzia di Giovanni Falcone - divenuto boss del contrabbando di sigarette e del traffico di droga. Montana, nell'ambito del blitz di San Michele, eseguì parte dei 475 mandati di cattura. Tre giorni prima della morte di Montana, il 25 luglio 1985 la «Catturandi» aveva arrestato 8 uomini di Michele Greco. (*CR*)

GRANDANGOLO
SICILIA, ARS CORSA CONTRO IL TEMPO PER L'APPROVAZIONE DI BILANCIO E FINANZIARIA Corsa contro il tempo per l'approvazione di bilancio e finanziaria. La conferenza dei capigruppo dell'Ars ha stabilito il calendario della sessione che prevede tempi strettissimi per concludere l'esame dei documenti finanziari entro il 31 marzo. "Se il governo rispettera' i tempi per la presentazione di bilancio e finanziaria entro questa settimana, le commissioni parlamentari di merito dovranno ultimarne l'esame entro il 26 marzo. La Commissione Bilancio - si legge in una nota della conferenza dei capigruppo - dovra' esitare per l'Aula i documenti in data utile perche' l'Assemblea possa avviare la discussione a partire dal 28 marzo e concluderne l'esame entro e non oltre il 31 marzo, scadenza dell'esercizio provvisorio". Due soli giorni, dunque per l'Ars per il confronto in Aula e per dare il via libera al Defr 2018-2010 che la giunta di governo deve ancora approvare, e ad altri quattro documenti finanziari: bilancio consolidato, rendiconto generale, bilancio e legge di stabilita'. L'assessore all'Economia Gaetano Armao, interpellato dai giornalisti a margine della seduta d'Aula, ha ancora una volta scongiurato l'ipotesi di un altro mese di esercizio provvisorio. "Solo nel caso in cui non ci siano le condizioni, ma questo si vedra' dopo - ha detto Armao - intanto abbiamo approvato il bilancio consolidato, il primo della storia della Regione siciliana".

SCRIVOLIBERO AGRIGENTO, CHIUSURA CORSI DI LAUREA AL CUA. CARLISI: "A CHI GIOVA CHIUDERE?"
"Nonostante le rassicurazioni dell'amministrazione e della maggioranza in Consiglio in questi mesi, ho letto, con sgomento, l'eliminazione dei corsi di laurea dall'università di Agrigento". Lo afferma la consigliera comunale di Agrigento Marcella Carlisi, che aggiunge:"Le nomine politiche dei vertici del CUA si avviano a chiudere le porte dell'ateneo agrigentino. Perché non si riesce a mantenere un corso di laurea come Beni culturali che ospitava studenti che venivano anche da altre parti d'Italia? Eppure studiare queste materie ad Agrigento da una marcia in più. A chi giova chiudere? Mancano i soldi o è una volontà politica? Senza Palermo il CUA sembra non avere più una gamba: è indispensabile? Perché non aprirsi a nuove opportunità? Mancano i soldi?". "Leggo nelle misure correttive per la Corte dei Conti stilate dall'amministrazione di Agrigento: con nota prot 99788 del 20/12/2017 è stata notificata al Consorzio universitario di Agrigento la volontà dell'ente di ridurre la quota di partecipazione annua per l'importo di € 47mila manifestando la disponibilità ad offrire in concessione un immobile del centro storico con canone annuo corrispondente alla residua quota di partecipazione residua di 103mila euro! Dunque meno soldi in cambio di un immobile da ristrutturare non si sa con quali soldi dal CUA che, al momento, non avrebbe nemmeno il necessario per pagarsi il trasferimento. Perché quando la provincia voleva offrire gli immobili dove attualmente si trova è stato detto di no? Perché in quel caso servivano i soldi e non gli immobili? E così Agrigento cambia e rinasce come capitale della cultura ma senza la cultura", conclude Marcella Carlisi.


SOPRINTENDENZA
 Uffici chiusi il 30 marzo Gli uffici della Soprintendenza per i Beni Culturali ed Ambientali della città dei templi (locali di Villa Genuardi, Casa custode, Centro direzionale, laboratorio di restauro, Biblioteca  Marconi presso il Polo Museale, la Biblioteca Lucchesiana, Santa Maria dei Greci, Uffici di Sciacca e zona archeologica di Ravanusa), il prossimo 30 marzo resteranno chiusi al pubblico per consentire gli interventi di disinfestazione e derattizzazione. Sono stati quindi osservati i tempi tecnici per espletare queste due operazioni in vista dell'arrivo della primavera quando si ripropone il problema dei ratti e, soprattutto degli insetti. Gli uffici torneranno quindi operativi subito dopo la giornata di disinfestazione e, la zona archeologica di Ravanusa potrà essere visitata già nel periodo pasquale dove si preannuncia una presenza massiccia di turisti così come per le altre zone della provincia. Da alcune indiscrezioni già dal periodo di Pasqua sono attesi molti arrivi.

 IL SINDACO FIRETTO annuncia l'avvenuta approvazione in linea amministrativa del grande progetto che risolverebbe molti problemi

 NUOVA RETE IDRICA, STAVOLTA C'E' OTTIMISMO Adesso deve fare la propria parte la politica per far si che si possa avere il finanziamento e far cominciare i lavori. I toni sono ottimistici, ma cauti. «Questa dovrebbe essere la volta buona», dice  il sindaco Lillo Firetto, che ieri mattina ha chiamato la stampa per annunciare l'avvenuta approvazione in linea amministrativa del grande progetto per il rifacimento della rete idrica della città. Una notizia che noi vi avevamo raccontato già sabato scorso e che, da sola, purtroppo significa relativamente poco. Se le "carte" sono pronte, infatti da chiarire rimane la volontà effettiva della politica e della burocrazia Regionale di provvedere al decreto di finanziamento, che però stando a quanto dicono Firetto e l'assessore Nello Hamel, potrebbe arrivare in un mese circa. Quindi, dita incrociate e attenzione massima rispetto a come i lavori - che andranno avanti per stralci - saranno realizzati. A preoccupare è soprattutto l'impatto sulla rete viaria cittadina, che dovrebbe essere ridotto grazie all'uso di un sistema di trivellazione orizzontale. Gli interventi di manutenzione e auto matizzazione delle reti (in totale 31 milioni e mezzo di euro, parte dei quali privati e che saranno poi calati in bolletta ai cittadini), porteranno a dei vantaggi evidenti: minor dispersione d'acqua nel sottosuolo significa anche minori problemi alla viabilità (sia per gli avvallamenti che per gli interventi di scavo ncessari), ma significa anche minor consumo di risorsa e quindi minori costi per l'acquisto della risorsa. Che questo si traduca, automaticamente, in un risparmio economico per gli utenti, tuttavia, non ci sentiamo di affermarlo. Passando alle questioni tecniche, gli interventi dovrebbero durare poco più di 3 anni dall'avvio dei cantieri. Nei primi 12 mesi si andrà ad aggredire il sistema di adduzione ai serbatoi comunali, con 10 mesi necessari solo per le attività di scavo e posa delle tubazioni. Dentro questo lasso di tempo bisogna considerare almeno 3 mesi per le indagini archeologiche necessarie quando gli interventi riguarderanno l'area di San Leone. Sempre entro i primi 14 mesi (12 di lavoro previsti), si metterà mano alla rete del serbatoio dell'ltria, nel centro storico cui ,seguiranno i lavori, della durata però di 18 mesi, sulla rete del serbatoio della Rupe Atenea. Nella seconda pane del triennio si andrà ad operare nell'area del serbatoio di Poggio Muscello (16 mesi). Tutti di durata uguale (10 mesi) i lavori che riguarderanno le zone servite dai serbatoi Villaseta, San Leone e Giardini. GIOACCHINO SCHICCHI

 Depuratori, i lavori non verranno più realizzati dalla società Girgenti acque

 Depurazione, i lavori non saranno realizzati dal1a Girgenti Acque ma saranno messi a bando.  La decisione è stata formalmente comunicata al gestore del servizio idrico integrato dal commissario nazionale per l'emergenza depurazione Enrico Rolle, il quale, prendendo a riferimento il parere fornitogli dall'Avvocatura dello Stato (il quale ha sostanzialmente confermato i poteri straordinari connessi alla sua carica), ha deciso di non seguire quanto previsto nella convenzione di gestione (che, appunto,attribuisce al privato oltre che il diritto di gestire il servizio, anche la possibilità di effettuare i lavori senza preventiva gara d'appalto) e mettere a bando i 11 progetti, già definitivi e realizzati dalla stessa Girgenti Acque. Tra questi, non solo la costruzione del grande depuratore consortile di Timpa dei Palombi (che dovrebbe servire Villaggio Mosè, zona rivierasca e Favara), ma anche la realìzzazione della fognatura per tutta l'area circostante cui si aggiungono gli interventi sulla rete fognaria di Sciacca e il raddoppio del depuratore del paese delle Terme. Progetti noti e arcinoti, che attendevano da anni di essere finanziati ed essere messi in opera e che adesso finiranno dentro specifici band. Anzi c'è gia una data per la prima gara: entro l'estate infatti potrebbe arrivare quella per il depuratore consortile. Questo significa comunque, che il commissario regionale ha risolto uno dei nodi che si erano sin da subito posti: trovare la copertura delle risorse che derivano dalla compartecipazione del privato: Girgenti Acque, infatti garantiva una parte delle somme necessarie con risorse proprie, poi spalmare sulla bollettazione. Dalla società, comunque, non arrivano interventi formali, anche perchè in senso stretto questa vicenda non è tanto una questione che possa riguardare la Girgenti Acque (che salvo imprevisti, si occuperà comunque della gestione degli impianti).





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