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Rassegna stampa del 12 aprile 2018

 

Rifiuti, Musumeci punta solo sulla differenziata  
«E la Tari calerà»
Il presidente presenta il piano dell'assessore Pierobon: no ai termovalorizzatori e revisione delle tariffe per i conferimenti. L'altro pilastro del sistema sono le discariche
Giacinto Pipitone - Palermo
I termovalorizzatori non vengono  neppure citati fra le ipotesi allo studio.Si punta solo sulla raccolta differenziata, anche se il raggiungimento di  target accettabili viene rinviato di due anni e la normalità è prevista solo fra cinque anni. Arriverà prima la revisione delle tariffe di conferimento in discarica, che dovrebbe mettere fine alla giungla di costi e permettere anche una riduzione della Tari.  Eccolo il piano rifiuti di Nello Musumeci, scritto dal neo assessore Alberto Pierobon con la consulenza di Aurelio Angelini e approvato dalla giunta senza tanto clamore la settimana scorsa. Tecnicamente è un piano stralcio, in attesa di uno più corposo, che dovrebbe permettere di sbloccare 170 milioni di fondi europei congelati a Bruxelles proprio per la mancanza di questo piano. Il piano ruota tutto intorno all'aumento della differenziata, ferma in realtà al 15% circa. Secondo i vecchi piani oggi la Sicilia dovrebbe già essere al 65% ma questo target viene spostato al 2023. Mentre entro la fine del 2019 si programma di raggiungere almeno il 35%. Un obiettivo che verrà centrato puntando in modo spinto su raccolta porta a porta e di prossimità: ci sarà dunque da rifare gli appalti di servizio con le aziende che gestiscono la raccolta. Il piano appena approvato parla di «raccolta porta a porta, condominiale e di prossimità da articolare in modo variabile in relazione alle condizioni territoriali». La giunta ha già approvato anche un piano, dal titolo «Primi indirizzi per la differenziata», in cui descrive nel dettaglio i vari sistemi da attuare e prevede incentivi per i cittadini, le aziende e anche i consorzi che rispetteranno le nuove regole. Infine annuncia sanzioni per chi non si adegua.Sono previste anche campagne  di sensibilizzazione, l'acquisto dicontenitori adatti da distribuire, regole diverse per aziende e condomini e perfino l'utilizzo di nuove app per smartphone che servono a individuare attraverso un codice a barre l'esatta destinazione di ogni prodotto fra le varie ipotesi di smaltimento (con plastica, vetro, carta e via così). È previsto anche l'obbligo per chi gestisce attività commerciali e artigianali di indirizzare gli imballaggi verso un circuito di smaltimento che verrà creato ad hoc. Per far aumentare la differenziata Pierobon ammette nel piano che il problema principale è trovare un sistema di smaltimento della frazione organica e per questo motivo prevede la realizzazione di piazzole per lo stoccaggio delle frazioni raccolte separatamente e impianti per il compostaggio. Tuttavia - scrive l'assessore - gli impianti di compostaggio in Sicilia sono 18 ma solo 8 in funzione: dunque bisognerà aumentarli. È questa la parte principale del piano. È prevista la manutenzione straordinaria degli impianti di compostaggio esistenti e l'aumento della loro capacità, poi ne verranno realizzati di nuovi e saranno completati quelli in costruzione e mai ultimati. L'altro tipo di impianti pianificato è la cosiddetta piattaforma per i rifiuti secchi: impianti di questo genere saranno realizzati in ogni provincia e avranno sede nelle aree di sviluppo industriale. Aumenteranno anche gli impianti di biostabilizzazione che separano i rifiuti evitando che tutti indistintamente finiscano in discarica. E va detto che la discarica resterà l'altro pilastro del sistema di smaltimento. Il piano ne prevede «una pubblica in ogni provincia». E un altro piano già approvato dispone la revisione immediata di tutte le tariffe che i gestori applicano e che servono a deterl'emergenza minare il prezzo a carico dei Comuni per scaricare i rifiuti. Da queste tariffe dipende poi la Tari. Al momento c'è una giungla, frutto dell'autodeterminazione di ogni gestore: si va da un minimo di 70/80 euro a tonnellata a un massimo di 157. Ora la giunta detta parametri che tengono conto dei costi a carico di ogni gestore e che devono portare a una sola tariffa che sostituirà quelle attuali. Le discariche oggi sono 10 e - novità del piano - risultano sufficienti a garantire la tenuta del sistema per tutto il 2018: a gennaio il governo aveva lanciato l'allarme perchè ne prevedeva l'esaurimento entro ottobre. Quattro discariche comunque risulteranno sature entro fine anno mentre quelle di Palermo, Castellana e Trapani verranno provvidenzialmente ampliate. Poi verrà completata la realizzazione delle nuove discariche a Enna, Gela e Messina. Grazie a questo doppio binario discarica-differenziata, che dovrebbe garantire autonomia per tutto il 2018, il piano si spinge a liquidare come una eventualità il trasporto dei rifiuti siciliani all'estero: «Verrà attivato se ce ne sarà la necessità». Eppure è descritto nel dettaglio come questa eventualità dovrebbe essere realizzata: «È pronto un avviso pubblico esplorativo quale  indagine di mercato finalizzata all'acquisizione di manifestazioni di interesse per consultare il maggior numero di operatori economici in ambito nazionale e internazionale che offrano le migliori condizioni economiche per il trasporto, il recupero e lo smaltimento al di fuori della Regione». Potranno essere portati fuori solo «i rifiuti urbani non pericolosi». E il servizio di trasporto di questi rifiuti all'estero verrà affidato per 12 mesi visto che,  sempre che mai si scelga di attivare questa opzione, si prevede di portare fuori dalla Sicilia 60 mila tonnellate al mese, cioè mezzo milione all'anno.  Infine, fra oggi e domani arriverà in giunta la riforma del sistema di gestione che ridurrà gli Ato a 9, uno per provincia.

Tusa nominato assessore, Sgarbi diventa suo consulente
Palermo
L'archeologo palermitano Sebastiano Tusa è il nuovo assessore ai Beni culturali in Sicilia della giunta di Nello Musumeci. Prende il posto di Vittorio Sgarbi che si è dimesso  nei giorni scorsi. Con Tusa arriva anche il nuovo direttore generale dei Beni culturali. Si tratta di Sergio Alessandro, già direttore del museo  Riso, che subentra a Maria Elena Volpes andata in pensione, ed è considerato vicino al presidente dell'Ars, Gianfranco Miccichè. Si ricostituisce così il vertice dei Beni culturali alla Regione, ma con le nomine arriva anche una polemica. Gianfranco Zanna, presidente di Legambiente Sicilia, attacca l'assessore uscente Vittorio Sgarbi, per aver «scritto ai dirigenti dell'asses - sorato per far ritirare dalla Gazzetta Ufficiale il Piano Paesistico di Siracusa, col solo scopo di trovare un nuovo ennesimo espediente per cercare di bloccare questo strumento di pianificazione». Secondo Zanna «tanti, troppi e non del tutto inconfessati ma anche oscuri, sono gli  interessi che si sono mobilitati per cancellare questo strumento di tutela e salvaguardia di uno dei territori più importanti e delicati della nostra regione. Siamo certi che il nuovo assessore, a cui rivolgiamo i nostri migliori e più affettuosi auguri di buon lavoro, saprà contribuire a portare avanti e a rafforzare il percorso per definire e approvare tutta la pianificazione paesaggistica della Sicilia». Tusa intanto come primo atto ha  nominato proprio il critico d'arte Sgarbi a svolgere il ruolo di «consulente per le grandi mostre e per il progetto di ricostruzione del Tempio G di Selinunte». Lo stesso Sgarbi ha «ringraziato l'assessore per la proposta di collaborazione. Sarò ben lieto di poter dare il mio contributo  con maggiore libertà di azione ma senza alcun vincolo politico». Il presidente del Consiglio Comunale di Favignana, Ignazio Galuppo, «esprime grande soddisfazione» per la nomina di Tusa da qualche giorno cittadino onorario dell'isola.

Concessioni demaniali. Il sindacato: sulle autorizzazioni manca una linea unica
I gestori dei lidi: troppa burocrazia, siamo penalizzati
«Lo sviluppo turistico non può essere rallentato dalla sovrapposizione burocratica di enti». A dirlo, alla vigilia dell'apertura della stagione balneare, è la Fiba Confesercenti Sicilia che riunisce gestori di lidi balneari e di strutture all'area aperta. Nei giorni scorsi una delegazione, guidata dal Presidente Fiba Sicilia, Alessandro Cilano, e dal Coordinatore regionale Assoturismo Sicilia, Salvatore Basile, ha chiesto e ottenuto di incontrare l'assessore regionale Territorio e Ambiente, Toto Cordaro «per affrontare le più urgenti criticità della categoria. «Nello specifico - dice Alessandro Cilano - ci troviamo a fare i conti con troppi Enti che a diverso titolo sul territorio sono preposti al rilascio di autorizzazioni e pareri propedeutici per il conseguimento della concessione demaniale marittima. Il settore pertanto sempre più spesso si confronta con l'assenza di univocità di comportamenti come accade in alcuni Comuni dove gli uffici del Genio Civile richiedono alle strutture con regolare titolo concessorio e quindi già in possesso di ogni requisito di legge, di produrre nuovamente la certificazione antisismica solo per il fatto di voler rimanere istallate tutto l'anno come prevede la legge». «Inoltre - aggiunge Salvatore Basile - si rende necessario dirimere ogni dubbio sulla legittimità, da parte delle Amministrazioni Comunali, di richiedere per il rilascio della Concessione demaniale, la concessione edilizia con pagamento di oneri di costruzione e di urbanizzazione ». Una pretesa che la categoria ritiene impropria. «La situazione è davvero ingarbugliata. Alcuni Comuni - spiegano Cilano e Basile - considerano la comunicazione fatta dai gestori di stabilimenti balneari per il mantenimento delle strutture tutto l'anno, come un'istanza di variazione del contenuto della concessione che prevede una precisa e più complessa attività istruttoria. E così, l'attesa semplificazione, svanisce in un soffio». Altro tema, i contenziosi giudiziali e stragiudiziari in materia di canoni demaniali. Migliaia, dovuti ad una errata interpretazione delle norme. Un problema  enorme per cui secondo la Fiba Confesercenti «sarebbe utile pensare ad una norma di definizioni». «L'assessore Cordaro - fa sapere la Fiba Confesercenti Sicilia - si è reso disponibile  ad affrontare le criticità emerse prevedendo la nascita di un tavolotecnico. Il settore conta in Sicilia oltre 3000 titolari di concessione demaniale marittima e più di 7000 addetti».

AGRIGENTOOGGI

Broccio e Palillo eletti nel Consiglio regionale dell'Assostampa
Di Paolo Picone    
Due giornalisti agrigentini sono stati eletti, nel Consiglio regionale dell'Associazione Siciliana della Stampa (Assostampa). Si tratta di Dario Broccio (redattore del giornale La Sicilia) e Angelantonio Palillo (dell'ufficio stampa del Libero consorzio provinciale).  

AGRIGENTOWEB

Interventi sulla viabilità della zona montana: entro il 23 maggio le offerte per il bando da tre milioni di euro
Agrigento effettuerà interventi di manutenzione straordinaria sulla viabilità interna, in particolare nel comprensorio dei Comuni di Cammarata, S. Stefano Quisquina, Bivona, Alessandria della Rocca e Cianciana. Si tratta di un complesso progetto elaborato dai tecnici del Settore Infrastrutture Stradali, connesso ad un programma finanziato dal Dipartimento Regionale Infrastrutture, Mobilità e Trasporti (Servizio 9° Infrastrutture Viarie Sicurezza Stradale) con D.D.G. n° 3350 del 20/12/2017, che prevede la manutenzione straordinaria di alcune strade del comparto centro-nord, come le Strade Provinciali n. 24, 25, 26, 29, 58 e 19, le Strade ex consortili SPC n. 32, 34, 35, 39 e altre ancora della cosiddetta viabilità secondaria. L'importo del bando è di 3 milioni di euro, compresi 90.000 euro per oneri di sicurezza non soggetti a ribasso. La gara sarà gestita dall'UREGA (Ufficio regionale per l'espletamento di gare per l'appalto di lavori pubblici), che espleta gare con un importo a base d'asta superiore a 1.250.000,00 euro. Il bando e il disciplinare di gara, il capitolato speciale d'appalto, gli elaborati di progetto, l'elenco prezzi, lo schema di contratto e i modelli per la presentazione dell'offerta sono visionabili nella sede del Libero Consorzio Comunale di Agrigento-Settore Infrastrutture Stradali (ex Provincia Regionale di Agrigento) Viale della Vittoria n 323, scaricabili anche dal sito www.provincia.agrigento.it. Le offerte dovranno essere presentate entro le ore 13.00 del 23 maggio 2018 nella sede territoriale di Agrigento dell'UREGA (via Acrone 51), mentre l'esame delle stesse inizierà il 30 maggio. Una volta completate le procedure di gara e di aggiudicazione sarà possibile intervenire in un comparto stradale molto importante, che a causa degli insufficienti trasferimenti da parte di Stato e Regione per la manutenzione si trova in precarie condizioni generali, con numerose frane, dissesti e progressivo deterioramento del manto stradale. Una risposta concreta alle esigenze dei cittadini e delle numerose aziende di questo importante comprensorio.

LA SICILIA

INDICE TEMPESTIVITA' PAGAMENTI
Bocciati sulla trasparenza molti comuni agrigentini.
Trasparenza, bocciati i Comuni agrigentini.
Il riferimento è specificatamente la pubblicazione del cosiddetto "Itp", l'Indice di tempestività del pagamenti, cioè "la somma, per ciascuna fattura emessa a titolo di corrispettivo di una transazione commerciale, dei giorni effettivi intercorrenti tra la data di scadenza della fattura o richiesta equivalente di pagamento e la data di pagamento al fornito moltiplicata per l'importo dovuto, rapportata alla somma degli importi pagati nel periodo di riferimento", in sintesi: quanto ci mette un Comune a pagare le fatture. Un dato che è pubblico, e che i Comuni devono fornire sulla proprie pagine on line dedicate alla trasparenza insieme ai dettagli di ogni singola fattura. E questo avviene, anche in provincia di Agrigento? A quanto pare no. A fornire una visione abbastanza chiara è uno studio realizzato da Ance Sicilia, CNA, Confartigianato, Imprese Sicilia e Sicindustria e chiamato: "Trasparenza, questa sconosciuta" .  Stando a questi dati, solo il 21% dei Comuni che pubblicano l'indice di tempestività del pagamenti (che è solamente il 28% dei 43 Comuni della provincia) rende noto nella sezione "Amministrazione trasparente" le informazioni sui pagamenti. La "patologia:' è riscontrabile soprattutto nei Comuni di piccole dimensioni: solamente. Il 17 per cento di loro ha una pagina appositamente dedicata sul sito online dell'Ente e nessuno ha ancora pubblicato nulla (in totale gli enti di queste dimensioni sono 6). Man mano che crescono le dimensioni dell'ente sotto analisi cambiano i tassi: per i Comuni con popolazione tra i 5mila e i 10mila abitanti (11 in provincia), solamente il 10% fornisce i dati del 2017, e solo il 20% ha l'apposita voce. Stesso dicasi per i Comuni tra i 2mila e i 5mila abitanti (15 centri di queste dimensioni): qui a pubblicare i dati è il 33% del totale, ma solo il 27% li aggiorna. In equilibrio invece i Municipi tra i 10 e i 20mila abitanti e quelli sopra i ventimila dato che in entrambi i casi il 33% dei centri ha una voce dedicata e tutti la usano e la aggiornano. G.SCH.

Si ai contributi per  il nubifragio del 2016 no per quello del 2017.
SCIACCA . Una notizia buona e una notizia meno buona da Palermo per quanto riguarda gli attesissimi contributi dei danni provocati dal nubifragio del 25 novembre 2016 e dall'alluvione del 22 gennaio 2017. Il Dipartimento regionale della Protezione Civile della Sicilia ha approvato l'elenco dei soggetti beneficiari dei contributi per i danni causati al patrimonio edilizio privato e alle attività commerciali e produttive della città. Complessivamente il risarcimento ammonta a 10 milioni di euro. I danni causati all'agricoltura fanno parte di un'altra procedura. Sono 27 le attività commerciali e produttive che fanno parte della lista del risarcimento, mentre sono 68 gli edifici privati che hanno subito danni. La Protezione Civile ha escluso tutti i Comuni della provincia di Agrigento, quindi anche Sciacca, dal risarcimento dei danni causati dal nubifragio del gennaio 2017. Non è stato riconosciuto alcun ristoro e si cerca adesso di trovare una soluzione per dare sostegno a quanti invece avevano denunciato danni e attendevano anch'essi di potere avere un aiuto economico. Il Comune di Sciacca aveva più volte sollecitato il Dipartimento, pressato da tutti quegli imprenditori locali che hanno dovuto chiudere l'attività o ridurre la produzione. "Questa esclusione - commenta il sindaco Francesca Valenti - è senza motivazione. Ora siamo in contatto con la Regione per avere chiarimenti in materia. Ammessi ai contributi per l'alluvione 2016, ci devono fare sapere quando queste somme saranno disponibili, mentre per le richieste rigettate, ci devono spiegare quali sono le motivazioni". Il nubifragio del 2016 mise a nudo i limiti idrogeologici del territorio e colpì pesantemente le aziende che sorgono nella parte bassa della città. La furia delle acque travolse anche un uomo, un sessantenne saccense che era a bordo della sua auto e fu trascinato all'interno di un torrente nella zona di Muciare. Il suo corpo non è stato più ritrovato. Le procedure per il riconoscimento dei danni sono state lunghe e come spesso accade, anche farraginose. Solo sei mesi dopo, nell'aprile del 2017, lo Stato decretò "l'esigenza del carattere di eccezionalità degli eventi calamitosi" del 25 novembre 2016 in provincia di Agrigento. E solo adesso, dopo un anno e mezzo, la quantificazione è stata accertata. Ora si attendono i contributi.
GIUSEPPE RECCA

CAMASTRA. Martedì il Consiglio dei ministri ha deciso lo scioglimento del Consiglio Comunale per ingerenze da parte della criminalità
"NESSUNO CI HA ANCORA COMUNICATO NIENTE"
Il sindaco Cascià ha fatto sapere di avere appreso la notizia dai mass media. Ora attende comunicazione.
CAMASTRA - Un paese ancora incredulo. Così si è risvegliato Camastra ieri mattina, dopo la notizia della decisione del Consiglio dei Ministri di sciogliere il comune per infiltrazioni rnafiose. Anche ieri a sindaco, giunta e consiglio comunale, non è stato notificato nessun atto ma, ha dichiarato il capo dell'amministrazione comunale Angelo Cascià, lo abbiamo appreso dai media. Le motivazioni della decisione adottata dal Consiglio dei Ministri nel corso della riunione di martedì sera, si conosceranno almeno tra una decina di giorni. Contestualmente saranno nominati i tre commissari prefettizi che guideranno il piccolo centro della provincia di Agrigento, per un periodo che va dai dodici ai diciotto mesi. Soltanto, successivamente e se ci saranno le condizioni saranno indette delle elezioni amministrative dove i cittadini potranno scegliere chi dovrà governarli. Ieri, in municipio poca voglia di parlare tra gli amministratori che ancora sono increduli di quello che è avvenuto. Ieri il sindaco Angelo Cascià ha ribadito :"Resto sbigottito perché mai e poi mai mi sarei aspettato che la mia legislatura potesse concludersi in questo modo. Confermo che non ho mai favorito alcun mafioso e che la mia persona è estranea ad ogni forma di condizionamento esterno da parte di appartenenti a "Cosa Nostra". A Camastra, finita improvvisamente alla ribalta dei media regionali e nazionali si blocca anche la  macchina delle elezioni amministrative che si sarebbero dovute svolgere il prossimo mese di giugno. Partiti e movimenti erano già in fermento alla notizia che il sindaco uscente Angelo Cascià a quanto pare non avrebbe avuto intenzione di ricandidarsi a capo del- amministrazione comunale. Ma tutto per il momento si blocca inesorabilmente. "La storia politica del nostro sindaco- ha detto ieri l'assessore Giovanni Burgio- è conosciuta da tutti a Camastra. Angelo Cascià ha avuto ruoli politici dal lontano 1994 e mai ha fatto parlare di se in maniera negativa. Camastra- conclude l'assessore alla pubblica istruzione- è ancora uno dei pochi comuni della provincia di Agrigento a gestire in proprio le risorse idriche mentre altri enti hanno consegnato le reti da tempo. La speranza è quella che non si disperda quanto di buono fatto in questi anni per la collettività di Camastra". Allo scioglimento del Consiglio comunale si è arrivati dopo l'operazione "Vultur" della Squadra Mobile e della Dda di Palermo che portò a cinque provvedimenti restrittivi. Tra i capi di imputazione formulati a carico di Rosario e Vincenzo Meli (padre e figlio, presunti mafiosi del posto) da dove emerge una storia di presunti condizionamenti della consultazione elettorale amministrativa di cinque anni fa.
CARMELO VELLA

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