Giornale di Sicilia
Nella manovra c'è chi vuole allargare le maglie sui permessi della legge 104
Senza copertura le norme introdotte per costruire una maggioranza
Giacinto Pipitone - Palermo
Almeno un emendamento a ogni deputato, almeno una concessione alle richieste più disparate che ogni onorevole potrà poi vantare sui vari territori, almeno un credito da poter poi scambiare con consenso elettorale: nella notte fra venerdì e sabato il governo a caccia di una maggioranza non ha ostacolato l'allargamento della Finanziaria. E ciò costerà almeno 33 milioni: soldi che fino a ieri sera, malgrado le rassicurazioni di rito, non erano stati trovati. E così l'Ars ieri ha fallito subito il primo appuntamento: l'arrivo in aula del Bilancio, previsto in attinata, è stato prima rinviato a sera e poi a oggi pomeriggio quando sarà possibile solo il passaggio tecnico («incardinare » le norme in aula). Il via reale alle votazioni slitta quindi a giovedì e i giorni che separano il Parlamento dal traguardo obbligatorio diventeranno a quel punto 5 (domenica compresa). La pioggia di emendamenti che ha trasformato la Finanziaria da leggina snella fatta di appena 35 articoli a legge omnibus con 125 norme e centinaia di commi ha fatto saltare i conti alla Regione. La spesa aggiuntiva vale almeno 33 milioni. Ma è un'approssimazione - per difetto - fatta nel pomeriggio dal presidente della commissione Bilancio, iccardo Savona. Secondo il Pd la spesa extra frutto degli 85 emendamenti approvati vale almeno 45 milioni. Il condizionale è d'obbligo perchè il governo non ha consegnato le nuove tabelle allegate alla Finanziaria, quelle che sintetizzano la spesa e individuano i tagli da altri settori per coprirla. L'assessore all'Economia, Gaetano Armao, ci ha lavorato per tutta domenica e per tutta la giornata di ieri. E alla fine a Gianfranco Miccichè, presidente dell'Ars, non è rimasto che «augurarsi che le carte arrivino oggi». Per i grillini «la Finanziaria è diventata una enorme Tabella H per accontentare gli appetiti». E pure Claudia Fava parla di «gigantesca tabella H in stile Frankenstein: del tutto fuori controllo, fabbricata mettendo insieme decine di interventi a pioggia». Qualche dato permette di fotografare le difficoltà del governo: gli emendamenti che fanno piovere su vari Comuni aiuti di ogni genere valgono 16 milioni e 650 mila euro. Ma almeno quelli è possibile coprirli con tagli corrispondenti al Fondo per le Autonomie Locali, anche se ciò significa che per «aiutare» un po' di più alcuni sindaci tutti gli altri dovranno stringere la cinghia. Dieci milioni vale l'aiutino che il Pd ha chiesto per alcuni Comuni (non tutti e non Palermo) che hanno siti Unesco. Altri 5 milioni vale l'allargamento della platea dei beneficari del reddito di inclusione sociale, chiesto ancora una volta dal Pd. È il «conto» che il governo deve prevedere per poter poi sperare che i Dem in aula mettano in campo un'opposizione meno dura o si spingano a votare alcune delle norme principali che il centrodestra da solo non ha la forza di approvare, visto che può contare di certo solo su 34 voti su 70. Gli emendamenti non sono solo dell'opposizione, servono anche a compattare il centrodestra. Non a caso fra gli emendamenti dell'ultimora ce n'è uno che vale 25 milioni (fondi ai Comuni per ristrutturare gli impianti sportivi) proposto dal ribelle dell'Udc, Cateno De Luca. L' approvazione permette di sperare che anche la sua opposizione sarà meno dura. E lo stesso vale per la stabilizzazione dei precari Pip chiesta dall'altro ribelle della maggioranza, Vincenzo Figuccia. In attesa di far quadrare i conti neppure il presidente della Regione, Nello Musumeci, ha scaricato i deputati e bocciato i loro emendamenti: «Noi volevamo una Finanziaria asciutta, ridotta al minimo, è diventata più larga per un confronto aperto di tutti e 70 i deputati. Stiamo lavorando in funzione di questo obiettivo, rendere partecipi e consapevoli tutti i gruppi parlai nodi della regione finanziaria, slitta il voto: il governo non riesce a far quadrare i contimentari: la Finanziaria alla fine è un patrimonio di tutto il Parlamento e non solo del governo, ed è giusto che sia così». Intanto si moltiplicano le norme che riguardano il personale regionale. Molte delle quali scritte per fronteggiare la mole di ricorsi che l'amministrazione sta ricevendo dopo le riforme targate Crocetta-Baccei. La prima norma che inverte la rotta è quella che torna a restringere i tempi per erogare il Tfr ai dipendenti andati in prepensionamento: in base alle regole attuali la Regione può posticipare di due anni il pagamento della liquidazione. Ma ciò in qualche caso spinge a un'attesa di 6 anni, visto che i due anni di posticipo si contano dal giorno in cui vengono maturati i requisiti standard e non da quando scatta il prepensionamento. Con la nuova norma - salutata favorevolmente da Dario Matranga e Marcello Minio dei Cobas - il Tfr può essere posticipato solo di un anno. Cambiano anche le regole per godere dei permessi della legge 104 (per assistere i parenti disabili o malati) e si allargano le maglie: oggi ogni dipendente deve conteggiare i permessi in ore (massimo 18 ore mensili) la norma della Finanziaria cambia il conteggio in giornate (tre al mese). Ma poichè ogni giornata è di 6 ore e mezza di lavoro, il conto effettivo dei permessi sale a 19 ore e mezza invece delle vecchie 18 ore. Anche in questo caso i Cobas si dicono soddisfatti e ricordano i tanti ricorsi piovuti negli ultimi anni contro il conteggio a ore invece che a giorni. Ma negli anni scorsi il conteggio a ore fu introdotto per arrestare il dilagare di permessi giornalieri chiesti quando il turno prevedeva anche il rientro pomeridiano: un trucco che faceva saltare molte più ore di lavoro delle 18 previste dalla legge. C'è poi la norma che permette di riaprire i termini per andare in prepensionamento: possono presentare domanda quelli che non l'hanno fatto all'epoca perchè si trovavano «in aspettativa, in malattia o temporaneamente sospesi». L'ultima norma sul personale è quella che facilità la mobilità da enti regionali a uffici centrali: un paracadute per chi oggi si trova in enti in crisi e vuole transitare verso realtà più stabili.
Per riaprilo servono 20 milioni. L'ente ha però rideterminato, al ribasso, la cifra che serve per il consolidamento del «Morandi». Si era parlato di 30 milioini di euro
Ponte da demolire?
L'anas: «Soluzione che valutiamo»
L'Anas non chiude le porte ad una possibile demolizione di parte del viadotto Akragas, il ponte conosciuto da tutti come «Morandi», i cui ingressi sono sbarrati da più di un anno a causa di problemi strutturali che hanno portato gli operatori della società autostradale prima a ridurre ad una carreggiata la sezione centrale della struttura, poi a chiudere definitivamente, un anno addietro, una delle importanti arterie della viabilità agrigentina. Negli ultimi mesi, sia a livello regionale che cittadino si è fatta avanti l'idea di una possibile demolizione del viadotto che ha un impatto forte sul panorama della città dei templi, a cui però dovranno seguire dei lavori di costruzione di vie alternative che rendano più celeri per gli automobilisti il collegamento da una parte all'altra delle due città. L'Anas ha accolto di buon grado la proposta del sindaco di Agrigento Lillo Firetto, il quale ha chiesto di studiare possibilitàalternative a quella della onerosa ristrutturazione che comunque verrebbe effettuata in una struttura ormai data dove, probabilmente, tra pochi anni serviranno altri lavori di consolidamento.
«La nostra società - spiegano dall'ente- sta completando il progetto di ripristino strutturale. Sappiamo già che gli interventi di consolidamento richiedono investimenti per oltre 20 milioni di euro, per questo motivo siamo comunque disponibili a valutare insieme al territorio eventuali soluzioni alternative». L'apertura di Anas è quindi a proposte alternative che permettano di fare a meno, e quindi abbattere, il vecchio ponte, a fronte di una spesa che darebbe modo di realizzare assi viari raso terra con un impatto minore sull'ambiente e sul panorama che comprende l'intera città di Agrigento, in una cartolina che comprende il gigante di cemento in ogni fotografia che miri a raffigurare la città. Il ponte fu chiuso nel marzo del 2017 dopo diverse segnalazioni che mostrarono di come fossero malridotti i piloni della struttura, che presentavano uno strato di cemento scricchiolato il quale metteva in bella vista i ferri utilizzati per la costruzione. Le immagini provocarono il panico tra i cittadini, tanto che in pochi, nonostante l'apertura e la riduzione ad una corsia del viadotto, scelsero di non attraversare l'arteria stradale, memori di crolli in altre strutture simili in Sicilia e in particolare nella provincia agrigentina. Del caso si interessò anche la magistratura con la Procura che aprì un'inchiesta sulle condizioni di stabilità del ponte. Intanto però il primo lotto dei lavori per una possibile riapertura stanno per essere completati, mentreadesso dovrebbe arrivare la decisione se avviare o meno la parte più importante dell'opera che consoliderebbe il viadotto Akragas. Proprio al riguardo, se spendere o meno più di 20 milioni di euro (si parlva in realtà di 30) per un'opera al centro di frequenti discussioni. Decisa ad aprire a nuove soluzioni che passino per la demolizione della struttura e per la costruzioni di alternative valide, si è detta anche il deputato all'Ars Giusy Savarino, presidente della commissione Ambiente e Territorio, la quale terrà nei prossimi giorni incontri con il Comune di Agrigento e la Sovrintendenza. (*ADS*)
Cua. I rappresentanti del partito di via Botteghe Oscure attaccano: «Colpa di una gestione politica improvvida»
Il Pd cittadino: «No a un'università dimezzata»
«La situazione in cui si troval'università ad Agrigento ha precise responsabilità politiche». A sostenerlo in una nota sono Gerlando Riolo, Epifanio Bellini, Francesco Sferrazza Papa, Lilly Iacono, Maria Serena Rizzo, Maria Giglione, Mauro Zarbo, Angelo Vitello, Flavio Battaglia, Giuseppe Migliore, Roberto Drago, Sandra Scicolone e Alessandro Tedesco. Dirigenti, militanti e simpatizzanti del circolo cittadino del Pd che si sono autoconvocati, nella sede della federazione provinciale per ragionare, confrontarsi e affermare con forza la ragione di esistere di una università, non dimezzata ma di qualità ad Agrigento. «Gestioni improvvide delle risorse finanziarie e umane, anche a causa di contratti e convenzioni poco lungimiranti, mancanza di investimenti strutturali negli anni che ne consentissero il raggiungimento di più elevati standard, piano dell'offerta formativa troppo poco centrato sulle peculiarità del territorio e complessivamente l'assenza di una visione complessiva di crescita della realtà - scrivono l'assessore Riolo ed i dirigenti del Pd -hanno condotto a questa situazione e hanno precise responsabilità politiche. Bisogna quindi prendere le mosse dagli evidenti errori compiuti negli anni che hanno marginalizzato il Cua al punto da minacciare seriamente la definitiva chiusura e che vanno affrontati e risolti per garantire sostenibilità all'iniziativa». L'auspicio è che se si vuole rilanciare l'Università ad Agrigento, tali criticità vadano definitivamente sciolte. "Ci auguriamo - aggiungono - che l'adesione al redigendo decreto sulle risorse universitarie sia il primo passo di una profonda ristrutturazione organizzativa che vada nella direzione della sostenibilità e dell'offerta formativa di qualità, garantendo oltre alle necessarie facoltà generaliste, quelle specialistiche che la possano inquadrare quale polo di eccellenza per il Meridione nella conservazione dei beni culturali. Ci auguriamo infine che il presente intervento, sia utile alla città e riesca al contempo a fare uscire il Partito dal torpore che l'avvolge già da troppo tempo e che ha sottratto luoghi e momenti di discussione e elaborazione politica, ponendosi fuori dal dibattito cittadino. Invitiamo pertanto tutti i dirigenti e i militanti del Partito democratico - concludono - che vogliano segnare una ripartenza con spirito di servizio, a impegnarsi nella convocazione di un'assemblea aperta che ricostituisca gli organismi dirigenti cittadini in attesa del congresso per restituire agibilità e operatività in questa tumultuosa fase politica». (*PAPI*)
Sicilia 24 h
Nell'ultimo numero di "Agrigento: Nuove Ipotesi" un ricordo del Commissario Beppe Montana
Nell'ultimo numero della rivista bimestrale "Agrigento: Nuove Ipotesi" del Libero Consorzio comunale di Agrigento pubblicato un ricordo della figura del Commissario Beppe Montana assassinato dalla mafia nel 1985, scritto dal Commissario straordinario dell'Ente Girolamo Alberto Di Pisa. Nella rivista, pubblicata nel sito www.provincia.agrigento.it, anche un articolo sull'inaugurazione del cippo in pietra in memoria delle vittime della mafia ad Agrigento. Presenti, inoltre, diversi articoli sulle attività del Libero Consorzio Comunale di Agrigento tra cui i numerosi interventi programmati nel settore della viabilità stradale della provincia, la legge approvata dall'Ars sulle elezioni dei Liberi Consorzi e Città metropolitane, oltre a notizie dell'Ente utili ai cittadini. La rivista "Agrigento:Nuove Ipotesi" è realizzata, esclusivamente nel sito del Libero Consorzio Comunale di Agrigento in formato pdf ed è visionabile grazie ad un apposito link che si trova nella home page. La rivista "Nuove Ipotesi" viene realizzata dallo staff giornalistico dell'Ufficio Stampa del Libero Consorzio Comunale di Agrigento, la struttura all'interno dell'ente che si occupa delle attività di informazione così come previsto dalla Legge 150/2000. L'utilizzo della versione digitale del periodico in pdf garantisce al lettore di scaricare la rivista comodamente nel proprio p.c., tablet o smartphone, oltre a rappresentare un risparmio di spesa rispetto all'edizione cartacea.
SICILIA24H
Consorzio Universitario, il PD di
Agrigento: "Pesanti responsabilità politiche"
Il circolo del Partito Democratico di
Agrigento si è riunito e ha discusso dell'attuale condizione in
cui versa il Consorzio Universitario di Agrigento. Poi è stato
diffuso un documento alla stampa, con tante firme, e le prime due
sono di Gerlando Riolo ed Epifanio Bellini, che, insieme agli altri,
affermano: "La situazione in cui si trova l'Università ad
Agrigento ha precise responsabilità politiche, tra gestioni
improvvide delle risorse finanziarie e umane, anche a causa di
contratti e convenzioni poco lungimiranti, mancanza di investimenti
strutturali negli anni che ne consentissero il raggiungimento di più
elevati standard, piano dell'offerta formativa troppo poco centrato
sulle peculiarità del territorio e complessivamente l'assenza di
una visione complessiva di crescita della realtà. Oggi, se si vuole
rilanciare l'Università ad Agrigento, tali criticità vanno
definitivamente sciolte, e ci auguriamo che l'adesione al redigendo
decreto sulle risorse universitarie sia il primo passo di una
profonda ristrutturazione organizzativa che vada nella direzione
della sostenibilità e dell'offerta formativa di qualità,
garantendo oltre alle necessarie facoltà generaliste, quelle
specialistiche che la possano inquadrare quale polo di eccellenza per
il Meridione nella conservazione dei beni culturali.
AGRIGENTONOTIZIE
Capitolo Francescano, la Protezione
civile in piazza con i giovani
Questo servirà per garantire
assistenza a questo evento di rilevanza sociale il Libero Consorzio
Comunale di Agrigento ha predisposto.
Sono sette le associazioni di
volontariato che con oltre trenta volontari garantiranno assistenza
ai numerosi giovani che il 25 aprile ad Agrigento, dalle 8 alle 18 in
piazza Cavour, accorreranno da tutta la Sicilia in occasione del "XXI
Capitolo Francescano dei giovani di Sicilia", manifestazione
regionale che annualmente coinvolge un gran numero di giovani legati
al mondo francescano e che quest'anno affronterà il tema
dell'immigrazione e dell'accoglienza.
Proprio per garantire assistenza a
questo evento di rilevanza sociale il Libero Consorzio Comunale di
Agrigento ha predisposto, su richiesta degli organizzatori, un
adeguato servizio per tutta la giornata. Il gruppo Provinciale di
Protezione civile sarà presente con il funzionario responsabile
Marzio Tuttolomondo e gli operatori Rizzo, Sorce, Giganti, Pavone e
Zerilli, che coordineranno i volontari delle associazioni Emergency
Life e AEOP di Porto Empedocle, Angeli per la Vita, Aics e Fenice di
Agrigento, I Falchi di Palma di Montechiaro e la Croce Rossa di
Agrigento. Sul posto anche due ambulanze e due unità BLS
AGRIGENTOOGGI
Università: dirigenti del Pd
spronano il segretario: torniamo ad essere protagonisti del dibattito
politico.
AGRIGENTO. "La situazione in cui si
trova l'università ad Agrigento ha precise responsabilità
politiche".
A sostenerlo in una nota sono Gerlando
Riolo, Epifanio Bellini, Francesco Sferrazza Papa, Lilly Iacono,
Maria Serena Rizzo, Maria Giglione, Mauro Zarbo, Angelo Vitello,
Flavio Battaglia, Giuseppe Migliore, Roberto Drago, Sandra Scicolone
e Alessandro Tedesco. Dirigenti, militanti e volenterosi del Circolo
di Agrigento del PD che si sono autoconvocati, nella sede della
federazione provinciale per ragionare, confrontarsi e affermare con
forza la ragione di esistere di una università, non dimezzata ma di
qualità ad Agrigento.
"Gestioni improvvide delle risorse
finanziarie e umane, anche a causa di contratti e convenzioni poco
lungimiranti, mancanza di investimenti strutturali negli anni che ne
consentissero il raggiungimento di più elevati standard, piano
dell'offerta formativa troppo poco centrato sulle peculiarità del
territorio e complessivamente l'assenza di una visione complessiva
di crescita della realtà- scrivono - hanno condotto a questa
situazione e hanno precise responsabilità politiche. Bisogna quindi
prendere le mosse dagli evidenti errori compiuti negli anni che hanno
marginalizzato il Cua al punto da minacciare seriamente la definitiva
chiusura e che vanno affrontati e risolti per garantire sostenibilità
all'iniziativa. Oggi, se si vuole rilanciare l'Università ad
Agrigento, tali criticità vanno definitivamente sciolte, e ci
auguriamo che l'adesione al redigendo decreto sulle risorse
universitarie sia il primo passo di una profonda ristrutturazione
organizzativa che vada nella direzione della sostenibilità e
dell'offerta formativa di qualità, garantendo oltre alle
necessarie facoltà generaliste, quelle specialistiche che la possano
inquadrare quale polo di eccellenza per il Meridione nella
conservazione dei beni culturali. Ci auguriamo infine - concludono
-, che il presente intervento, sia utile alla città e riesca al
contempo a fare uscire il Partito dal torpore che l'avvolge già da
troppo tempo e che ha sottratto luoghi e momenti di discussione e
elaborazione politica, ponendosi fuori dal dibattito cittadino.
Invitiamo pertanto tutti i dirigenti e i militanti del Partito, che
vogliano segnare una ripartenza con spirito di servizio, a impegnarsi
nella convocazione di un'assemblea aperta che ricostituisca gli
organismi dirigenti cittadini in attesa del congresso per restituire
agibilità e operatività in questa tumultuosa fase politica".
LIVESICILIA
LA MANOVRA
Dai contributi a pioggia ai conigli
Tutte le novità della Finanziaria.
di Accursio Sabella e Salvo Toscano
PALERMO - Centoventi articoli. Ai quali
si aggiungeranno quelli del cosiddetto "collegato". Da approvare
entro il 30 aprile. A una media di circa trenta articoli al giorno.
Altro che Finanziaria "snella".
La legge di stabilità regionale,
giunta in commissione bilancio, è ingrassata a dismisura, in seguito
all'approvazione di una marea di emendamenti voluti dai deputati
regionali. E così, nel testo entra un po' di tutto.
Esenzione bollo, antiracket, "reddito
di libertà"
Prevista l'esenzione del bollo
automobilistico per le famiglie che sono già nelle condizioni di
esenzione ticket sanitario. Istituito il "reddito di libertà"
per favorire l'indipendenza economica delle donne vittime di
violenza fisica o psicologica e in condizioni di povertà: previsto
inizialmente uno stanziamento da 200 mila euro.
Seicentomila euro vanno a incrementare
il fondo di solidarietà per le vittime di richieste estorsive, una
norma chiesta dal Pd come rivendica il capogruppo Giuseppe Lupo.
Cinque milioni sono stati stanziati per consentire a coppie
costituitesi da non più di tre anni e con un reddito inferiore a 20
mila euro, di acquistare casa. A proposito di immobili, stanziati 750
milioni per vent'anni per l'edilizia agevolata e convenzionata.
Previsto anche un milione di euro per i privati in possesso di
edifici di interesse culturale. Una norma prevede che il 50 per cento
degli introiti dei biglietti dei siti culturali venga versato alla
Regione.
Comuni
Poi, sempre nel pacchetto di norme
contenute nel maxiemendamento governativo, ci sono 540 mila euro per
l'istituzione dell'Agenzia Comunale per il Risanamento e la
riqualificazione urbana della città di Messina. Sempre a Messina
arriveranno 20 milioni a valere sui fondi Poc per superare
l'emergenza idrica.
Ben 20 milioni per il Fondo di
rotazione per la progettazione destinato agli enti locali. E sempre
in tema di Comuni, è destinata la somma di 9,5 milioni di euro per
consentire la redazione dei piani regolatori generali più 4 milioni
e mezzo per la redazione dei piani di utilizzo del demanio marittimo
da parte dei Comuni, a valere sulle risorse derivanti del Fondo di
Sviluppo e Coesione.
Oltre due milioni di euro vanno al
Comune di Comiso per l'aeroporto (una parte per l'assistenza e una
parte per l'attività cargo), tre milioni per il potenziamento dei
presidi ospedalieri ricadenti nelle zone classificate ad alto rischio
ambientale. Tre milioni ai Comuni con piano di riequilbrio già
approvati dalla Corte dei conti, un milione per i Comuni
commissariati, un milione da dividere per i Comuni
che ottengono la "Bandiera blu", un altro milione per quei centri
che hanno ricevuto il riconoscimento di 'Borgo più bello
d'Italia', cinque milioni da dividere tra i Comuni che abbiano
superato il 65 per cento di raccolta differenziata, 700 mila euro in
più per i Comuni in dissesto.
Inoltre ecco 50 mila euro a testa ai
Comuni di Mistretta, Nicosia e Modica per l'insediamento degli
uffici giudiziari. Altri 300 mila euro andranno ai Comuni colpiti
dalle alluvioni del 2009, mentre 100 mila euro andranno in un fondo
per la prevenzione del rischio idrogeologico e 5 milioni ai Comuni
per la gestione delle comunità di alloggio per disabili psichici.
Scuole, sport e
cultura
Lo sport nel Nisseno è servito. Un
articolo della manovra stanzia un contributo straordinario di 50mila
euro per una gara di barche a vela organizzata dal Club Nautico di
Gela e altri 50 per l'Associazione sportiva "Caltanissetta
corse", rally di Caltanissetta, coppa Italia 16° edizione. A
proposito di corse, ecco centomila euro per la storica Targa Florio.
Tredici milioni sono stati previsti invece per la realizzazione di
impianti sportivi e per gli interventi di recupero e mezzo milione
per la "tutela e lo sviluppo dello sport".
La
Fondazione Taormina arte entra nel Fondo di rotazione per gli enti
culturali: prevista una spesa complessiva da due milioni di
euro. Duecentomila euro andranno all'Ente Luglio Trapanese, 300
mila euro al teatro comunale di Adrano, 150 mila euro per il teatro
'Samonà' di Sciacca. Duecentomila euro vanno all'Istituto
superiore di gionalismo di Palermo.
Previsto
uno stanziamento da 5,4 milioni di euro l'anno per le scuole
paritarie, mentre un milione e mezzo andrà ai Comuni che
hanno istituito scuole "degli antichi mestieri e delle tradizioni
popolari". Oltre 1,3 milioni di euro per la promozione del vino sui
mercati di altri Paesi, mentre 100 mila euro l'uno andranno al
Banco alimentare e al Banco delle opere di carità.
Regione e Fondi Ue
Per dare una marcia in più alla
progettazione, punto dolente nella spesa dei fondi comunitari ed
extraregionali, si stanziano altri 10 milioni per il Fondo di
rotazione destinato alla copertura finanziaria delle spese occorrenti
alla progettazione.
La Regione compra
casa
Un articolo stanzia 50 milioni per le
spese di carattere straordinario destinate all'esecuzione di opere
di interesse di enti di culto e formazione religiosa, di beneficenza
e di assistenza.
Per promuovere il recupero, la tutela e
la valorizzazione del patrimonio storico, architettonico e
monumentale dei centri urbani all'interno dei quali insistono i
beni oggetto del riconoscimento da parte dell'Unesco è istituito
un fondo da 10 milioni presso i Beni culturali. Quest'ultimo
assessorato potrà acquisire la Fornace Penna (si torva nel
Ragusano), come monumento di archeologia industriale. Ci sono anche
160mila euro per gli Istituti superiori di studi musicali pubblici.
Prevista anche l'acquisizione al patrimonio della Regione del
Centro direzionale del Consorzio Asi di Palermo e del Villino Messina
Verderame attualmente nel patrimonio di Crias. Previsto anche
l'acquisto da parte della Regione dei beni immobili dell'Istituto
regionale vino e olio, per una spesa di oltre 190 mila euro l'anno
fino al 2020.
Innovazione
L'articolo 76 consente all'assessore
regionale per l'economia a concedere agevolazioni fiscali per
l'innovazione tecnologica di imprese esistenti e PMI o per
l'apertura di start-up nel settore dell'hi-tech. Contributi e
misure di defiscalizzazione per chi usa e trasforma la propria barca,
nave o peschereccio, per finalità turistica ed attività di
pescaturismo.
Assunzioni
E si passa allo spinoso tema delle
assunzioni. Dovrebbero festeggiare i Pip. L'articolo 78 prevede che i
soggetti svantaggiati del bacino "Emergenza Palermo ex PIP" siano
assunti con contratto a tempo indeterminato anche parziale
transitando presso la Resais con decorrenza 1 gennaio 2019. Prevista
anche la stabilizzazione per i forestali 151isti. Intanto, anche i
lavoratori degli enti in liquidazione recentemente, così come quelli
dell'Iridas, transitano nell'albo specifico da cui le società
regionali, compresa l'Irfis, dovranno attingere. E nasce un albo
speciale per gli ex precari del vivaio Federico Paulsen da cui si
dovrà assumere. E a proposito di lavoro, una norma della Finanziaria
autorizza l'Arpa ad assumere: una norma che "deroga" al blocco
delle assunzioni in vigore dal 2009. Estesi agli istruttori direttivi
in possesso della laurea triennale la possibilità di essere nominati
nelle società regionali.
Animali
Si stanziano anche 20 milioni per i
rifugi sanitari per cani randagi. Sempre in tema di animali ecco la
norma promossa dai grillini che prevede sanzioni da 650 a 1.100 euro
per chi abbandona animali. I proventi delle sanzioni amministrative
spettano per il 50 per cento ai Comuni affinché siano utilizzate per
la realizzazione del canile sanitario. Infine, ecco 200 mila euro per
il "ripopolamento del coniglio selvatico".
LA SICILIA
INTERCOPA
Rescissione contratto sindaci
"ammoniti"
Risoluzione del contratto con la
Girgenti Acque, il comitato Intercopa ammonisce i sindaci: "Qualunque
voto contrario o astensione non sarebbe comprensibile". Ad
affermarlo è il coordinatore Franco Zammuto, il quale nel commentare
la notizia dell'inserimento all'ordine del giorno della seduta
dell'Ati del 27 aprile del punto sulla possibilità di rescindere il
contratto con il gestore privato, rimarca come sia necessario tenere
alta l'attenzione sul tema. "E' chiaro che all'appuntamento di
venerdì 27 il nostro comitato sarà presente per verificare che
l'assemblea deliberi per la risoluzione, con l'auspicio che tutti i
43 comuni siano presenti e votino all'unanimità - dichiara -. Il
voto contrario o l'astensione non sarebbero comprensibili. Ed è
anche auspicabile che immediatamente dopo si proceda a decidere sul
futuro della gestione per portare avanti l'utilizzo degli oltre 150
milioni di euro che in questo momento, possono e debbono essere
gestiti da un commissario, nominato dal Governo nazionale e non da
Girgenti Acque, come qualcuno sostiene pretestuosamente,
ritenendo che se si fa fuori il 'cattivo gestore' si rischino i
finanziamenti". Le inadempienze, secondo Zammuto, sono del resto
chiare e praticamente accertate, per quanto nel lungo elenco
realizzato manchino vicende già giunte in sede di terzo grado di
giudizio.
Il punto del Comitato comunque è
abbastanza chiaro. e lascia poco spazio ad interpretazioni di sorta:
bisogna avviare la rescissione senza tentennamenti.
Posizione che potrebbe non essere
condivisa da tutti i sindaci, non solo per i rischi che una procedura
di questo tipo comunque comporterà, ma anche per il rischio che non
vi sia un'alternativa.
RIFORME
La sanità potrebbe dividersi in due
Il M55 presenta un Ddl all'Ars.
La sanità agrigentina tornerebbe a
dividersi se dovesse passare il progetto di rimodulazione previsto in
un disegno di legge presentato dal gruppo parlamentare M5S all'Ars e
presto in discussione alla VI Commissione legislativa. Il ddl,
denominato "Norme istitutive delle aziende ospedaliere
territoriali", mette in discussione l' attuale sistema sanitario
regionale in vigore e nell'istituire nuove strutture denominate
"Aziende ospedaliere Territoriali", ne individua due in
provincia di Agrigento, una nel versante centro-orientale e una
nell'area occidentale. Le nuove "Aot", in sostanza, non
sarebbero più coincidenti con gli ambiti territoriali delle ex
provincie, ritenute inadeguate ad offrire una risposta alla domanda
di sanità dei siciliani. Sul piano organizzativo si farebbe un salto
indietro di 10 anni: dal 1995, dopo la lunga era delle UsI, fino al
settembre del 2009 erano operative in Sicilia nove "Aziende
unità sanitarie locali", gli ospedali principali, nel caso
della nostra provincia
Agrigento e Sciacca, erano Aziende
ospedaliere. Dal 2009, con la nuova riforma, in ogni provincia vi è
una "Asp", con i presidi ospedalieri accorpati alla stessa
Asp, mentre le aziende ospedali ere sono rimaste solo nove, cioè
quelle di rilevanza regionale e i policlinici. E' questa recente
strutturazione che il Ddl oggi vuole rivedere per dare ai territori
periferici quel ruolo centrale che viene pubblicamente rivendicato
attraverso il riconoscimento di una propria autonomia nella gestione
dei servizi sanitari.
L'idea è quella di istituire
un'Azienda Ospedaliera Territoriale che comprenda il presidio
ospedali ero "Giovanni Paolo Il'' di Sciacca e l'ospedale di
Ribera, con la possibilità di un ulteriore allargamento con
Castelvetrano. Lo stesso è previsto per gli ospedali di Caltagirone.
Militello e Gela. Si tratta di strutture che condividono tutti la
medesima condizione di "perifericità" nell'ambito delle
rispettive Asp di Agrigento, Catania e Caltanissetta, e che secondo i
firmatari del OdI solo in questo modo possono legittimamente ambire
ad ottenere una propria autonomia organizzativa e gestionale essendo
in particolar modo Sciacca. come Gela e Caltagirone per i servizi
sanitari offerti ed omogeneità territoriale assolutamente
complementari. .
"E' una iniziativa che viene
richiesta dal territorio afferma il deputato saccense M5S Matteo
Mangiacavallo. il bacino di utenza dell'ospedale di Sciacca abbraccia
parti di tre province diverse. deve aspirare ad un ruolo maggiormente
centrale".
"Non mancherà anche il mio
impegno - dichiara il neo senatore del M5S Rino Marinello, medico - è
una battaglia che non deve vederci contrapposti ma per la quale,
speriamo, ci sia massima convergenza tra le forze politiche presenti
nel territorio agrigentino".
GIUSEPPE RECCA
Apprendistato, dottorati e borse di
studio: 11 milioni agli Atenei.
PALERMO.
Quattordici milioni da qui
alla fine dell'anno per sostenere le università siciliane. La
Regione, attraverso l'assessorato all'Istruzione e Formazione
professionale, dà corso, dopo le intese preliminari, alla
collaborazione mirata con gli atenei.
In campo ci saranno tre bandi per il
sistema universitario che arriveranno complessivamente a 11 milioni
di euro: uno 4 milioni per apprendistato di terzo livello; 3,5
milioni per dottorati di ricerca e borse di studio; e altri 3 milioni
di un precedente stanziamento previsto nella finanziaria 2016 che
attendono di essere distribuiti.
Dopo un primo incontro voluto a gennaio
dal governatore Nello Musumeci, nei giorni scorsi si è svolto un
incontro tra l'assessore Roberto Lagalla e i rettori delle università
siciliane.
Lo stesso assessore Lagalla conferma
che i passi operativi sono ormai tracciati: «Partiamo da un accordo
sul metodo del confronto e della concertazione sui temi di maggiore
interesse sia regionali che di parte universitaria e accademica. Ne
abbiamo discusso tra gli altri con il nuovo presidente del
coordinamento regionale dei rettori, Gianni Puglisi».
Non dovrà mancare, nelle linee di
intervento, il sostegno ai dottorati di ricerca e alle scuole di
specializzazione, come ribadisce lo stesso assessore: «Stiamo
predisponendo un bando immediato a favore del sistema universitario,
l'apprendistato di terzo livello un raccordo, di fatto tra le
attività formative a carico delle università ed esperienza di
lavoro presso le imprese. La cifra prevista dall'intervento ammonta a
4 milioni di euro. Metteremo altri 7 milioni tra dottorati di ricerca
e scuole di specializzazione individuando però quei profili tra
i dottorati che hanno maggiore propensione a garantire lo sviluppo
regionale».
Spazio quindi a beni culturali,
innovazione tecnologica e agroalimentare, ma soprattutto l'obiettivo
da rincorrere è quello di raggiungere una linea di plausibilità tra
mercato del lavoro e profili da fornire nel segmento ravvicinato del
medio e lungo periodo: «Inoltre - prosegue Lagalla - pensiamo di
sostenere ancora per un anno un supporto le scuole di
specializzazione di area medica, concordando con l'assessorato alla
Salute quali sono, anche in questo caso, le specializzazioni più
carenti, all'interno della Sicilia, per poterle favorire».
Sulla assegnazioni e i capitoli della
nuova legge di stabilità regionale approvata in commissione Bilancio
e ora al vaglio del parlamento l'ottimismo almeno per il momento, è
prevalente «Ci siamo difesi bene- scherza Lagalla- abbiamo aumentato
di quasi 4 milioni di euro la dotazione dell'ex Oif (Obbligo
formativo scolastico, ndr) abbiamo portato ai livelli degli anni
precedenti lo stanziamento dell'Ersu da 9 a 12 milioni, aumentato il
fonde di funzionamento delle scuole e messo per la manutenzione
straordinaria delle scuole un milione e 700mila euro. Abbiamo infine
esteso il finanziamento delle scuole paritarie alle scuole medie
aggiungendo un milione di euro al capitolo, arrivando a 5 milioni e
400mila euro».