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Rassegna stampa del 24 aprile 2018

 

Giornale di Sicilia

Nella manovra c'è chi vuole allargare le maglie sui permessi della legge 104
Senza copertura le norme introdotte per costruire una maggioranza

Giacinto Pipitone - Palermo
Almeno un emendamento a ogni deputato, almeno una concessione alle richieste più disparate che ogni onorevole potrà poi vantare sui vari territori, almeno un credito da poter poi scambiare con consenso elettorale: nella notte fra venerdì e sabato il governo a caccia di una maggioranza non ha ostacolato l'allargamento della Finanziaria. E ciò costerà almeno 33 milioni: soldi che fino a ieri sera, malgrado le rassicurazioni di rito, non erano stati trovati. E così l'Ars ieri ha fallito subito il primo appuntamento: l'arrivo in aula del Bilancio, previsto in  attinata, è stato prima rinviato a sera e poi a oggi pomeriggio quando sarà possibile solo il passaggio tecnico («incardinare » le norme in aula). Il via reale alle votazioni slitta quindi a giovedì e i giorni che separano il Parlamento dal traguardo obbligatorio diventeranno  a quel punto 5 (domenica compresa). La pioggia di emendamenti che ha trasformato la Finanziaria da leggina snella fatta di appena 35 articoli a legge omnibus con 125 norme e centinaia di commi ha fatto saltare i conti alla Regione. La spesa aggiuntiva vale almeno 33 milioni. Ma è un'approssimazione - per difetto - fatta nel pomeriggio dal presidente della commissione Bilancio,  iccardo Savona. Secondo il Pd la spesa extra frutto degli 85 emendamenti approvati vale almeno 45 milioni. Il condizionale è d'obbligo perchè il governo non ha consegnato le nuove tabelle allegate alla Finanziaria, quelle che sintetizzano la spesa e individuano i tagli da altri settori per coprirla. L'assessore all'Economia, Gaetano Armao, ci ha lavorato per tutta domenica  e per tutta la giornata di ieri. E alla fine a Gianfranco Miccichè, presidente dell'Ars, non è rimasto che «augurarsi che le carte arrivino oggi». Per i grillini «la Finanziaria è diventata una enorme Tabella H per accontentare gli appetiti». E pure Claudia Fava parla di «gigantesca tabella H in stile Frankenstein: del tutto fuori controllo, fabbricata mettendo insieme decine di interventi a pioggia». Qualche dato permette di fotografare le difficoltà del governo: gli emendamenti che fanno piovere su vari Comuni aiuti di ogni genere valgono 16 milioni e 650 mila euro. Ma almeno quelli è possibile coprirli con tagli corrispondenti al Fondo per le Autonomie Locali, anche se ciò significa che per «aiutare» un po' di più alcuni sindaci tutti gli altri dovranno stringere la cinghia. Dieci milioni vale l'aiutino  che il Pd ha chiesto per alcuni Comuni (non tutti e non Palermo) che hanno siti Unesco. Altri 5 milioni vale l'allargamento della platea dei beneficari del reddito di inclusione sociale, chiesto ancora una volta dal Pd. È il «conto» che il governo deve prevedere per poter poi sperare che i Dem in aula mettano in campo un'opposizione meno dura o si spingano a votare alcune delle norme principali che il centrodestra da solo non ha la forza di approvare, visto che può contare di certo solo su 34 voti su 70. Gli emendamenti non sono solo dell'opposizione, servono anche a compattare il centrodestra. Non a caso fra gli emendamenti dell'ultimora ce n'è uno che vale 25 milioni (fondi ai Comuni per ristrutturare gli impianti sportivi) proposto dal ribelle dell'Udc, Cateno De Luca. L' approvazione permette di sperare che anche la sua opposizione sarà meno dura. E lo stesso vale per la stabilizzazione dei precari Pip chiesta dall'altro ribelle della maggioranza, Vincenzo Figuccia. In attesa di far quadrare i conti neppure il presidente della Regione, Nello Musumeci, ha scaricato i deputati e  bocciato i loro emendamenti: «Noi volevamo una Finanziaria asciutta, ridotta al minimo, è diventata più larga per un confronto aperto di tutti e 70 i deputati. Stiamo lavorando in funzione di questo obiettivo, rendere partecipi e consapevoli tutti i gruppi parlai nodi della regione finanziaria, slitta il voto: il governo non riesce a far quadrare i contimentari: la Finanziaria alla fine è un patrimonio di tutto il Parlamento e non solo del governo, ed è giusto che sia così». Intanto si moltiplicano le norme che riguardano il personale regionale. Molte delle quali scritte per fronteggiare la mole di ricorsi che l'amministrazione sta ricevendo dopo le riforme targate Crocetta-Baccei. La prima norma che inverte la rotta è quella che torna a restringere i tempi per erogare il Tfr ai dipendenti andati in prepensionamento: in base alle regole attuali la Regione può posticipare di due anni il pagamento della liquidazione. Ma ciò in qualche caso spinge a un'attesa di 6 anni, visto che i due anni di posticipo si contano dal giorno in cui vengono maturati i requisiti standard e non da quando scatta il prepensionamento. Con la nuova norma - salutata favorevolmente da Dario Matranga e Marcello Minio dei Cobas - il Tfr può essere posticipato solo di un anno. Cambiano anche le regole per godere dei permessi della legge 104 (per assistere i parenti disabili o malati) e si allargano le maglie: oggi ogni dipendente deve conteggiare i permessi in ore (massimo 18 ore mensili) la norma della Finanziaria cambia il conteggio in giornate (tre al mese). Ma poichè ogni giornata è di 6 ore e mezza di lavoro, il conto effettivo dei permessi sale a 19 ore e mezza invece delle vecchie 18  ore. Anche in questo caso i Cobas si dicono soddisfatti e ricordano i tanti ricorsi piovuti negli ultimi anni contro il conteggio a ore invece che a giorni. Ma negli anni scorsi il conteggio a ore fu introdotto per arrestare il dilagare di permessi giornalieri chiesti quando il turno prevedeva anche il rientro pomeridiano: un trucco che faceva saltare molte più ore di lavoro delle 18 previste dalla legge. C'è poi la norma che permette di riaprire i termini per andare in prepensionamento: possono presentare domanda quelli che non  l'hanno fatto all'epoca perchè si trovavano «in aspettativa, in malattia o temporaneamente sospesi». L'ultima norma sul personale è quella che facilità la mobilità da enti regionali a uffici centrali: un paracadute per chi oggi si trova in enti in crisi e vuole transitare verso realtà più stabili.


Per riaprilo servono 20 milioni. L'ente ha però rideterminato, al ribasso, la cifra che serve per il consolidamento del «Morandi». Si era parlato di 30 milioini di euro
Ponte da demolire?
L'anas: «Soluzione che valutiamo»

L'Anas non chiude le porte ad una possibile demolizione di parte del viadotto Akragas, il ponte conosciuto da tutti come «Morandi», i cui ingressi sono sbarrati da più di un anno a causa di problemi strutturali che hanno portato gli operatori della società autostradale prima a ridurre ad una carreggiata la sezione centrale della struttura, poi a chiudere definitivamente, un anno addietro, una delle importanti arterie della viabilità agrigentina. Negli ultimi mesi, sia a livello regionale che cittadino si è fatta avanti l'idea di una possibile demolizione del viadotto che ha un impatto forte sul panorama della città dei templi, a cui però dovranno seguire dei lavori di costruzione di vie alternative che rendano più celeri per gli automobilisti il collegamento da una parte all'altra delle due città. L'Anas ha accolto di buon grado la proposta del sindaco di Agrigento Lillo Firetto, il  quale ha chiesto di studiare possibilitàalternative a quella della onerosa ristrutturazione che comunque verrebbe effettuata in una struttura ormai data dove, probabilmente, tra pochi anni serviranno altri lavori di consolidamento.
«La nostra società - spiegano dall'ente- sta completando il progetto di ripristino strutturale. Sappiamo già che gli interventi di consolidamento richiedono investimenti per oltre 20 milioni di euro, per questo motivo siamo comunque disponibili a valutare insieme al territorio eventuali soluzioni alternative». L'apertura di Anas è quindi a proposte alternative che permettano di fare a meno, e quindi abbattere, il vecchio ponte, a fronte di una spesa che darebbe modo di realizzare assi viari raso terra con un impatto minore sull'ambiente e sul panorama che comprende l'intera città di Agrigento, in una cartolina che comprende il gigante di cemento in ogni fotografia che miri a raffigurare la città. Il ponte fu chiuso nel marzo del 2017 dopo diverse segnalazioni che mostrarono di come fossero malridotti i piloni della struttura, che presentavano uno strato di cemento scricchiolato il quale metteva in bella vista i ferri utilizzati per la costruzione. Le immagini provocarono il panico tra i cittadini, tanto che in pochi, nonostante l'apertura e la riduzione ad una corsia del viadotto, scelsero di non attraversare l'arteria stradale, memori di crolli in altre strutture simili in Sicilia e in particolare nella provincia agrigentina. Del caso si interessò anche la magistratura con la Procura che aprì un'inchiesta sulle condizioni di stabilità del  ponte. Intanto però il primo lotto dei lavori per una possibile riapertura stanno per essere completati, mentreadesso dovrebbe arrivare la decisione se avviare o meno la parte più importante dell'opera che consoliderebbe il viadotto Akragas. Proprio al riguardo, se spendere o meno più di 20 milioni di euro (si parlva in realtà di 30) per un'opera al centro di frequenti discussioni. Decisa ad aprire a nuove soluzioni che passino per la demolizione della struttura e per la costruzioni di alternative valide, si è detta anche il deputato all'Ars Giusy Savarino, presidente della commissione Ambiente e Territorio, la quale terrà nei prossimi giorni incontri con il Comune di Agrigento e la Sovrintendenza. (*ADS*)

Cua. I rappresentanti del partito di via Botteghe Oscure attaccano: «Colpa di una gestione politica improvvida»
Il Pd cittadino: «No a un'università dimezzata»
 «La situazione in cui si troval'università ad Agrigento ha precise responsabilità politiche». A sostenerlo in una nota sono Gerlando Riolo, Epifanio Bellini, Francesco Sferrazza Papa, Lilly Iacono, Maria  Serena Rizzo, Maria Giglione, Mauro Zarbo, Angelo Vitello, Flavio Battaglia, Giuseppe Migliore, Roberto Drago, Sandra Scicolone e Alessandro Tedesco. Dirigenti, militanti e simpatizzanti del circolo cittadino del Pd che si sono autoconvocati, nella sede della federazione provinciale per ragionare, confrontarsi e affermare con forza la ragione di esistere di una università, non dimezzata ma di qualità ad Agrigento. «Gestioni improvvide delle risorse finanziarie e umane, anche a causa di contratti e convenzioni poco lungimiranti, mancanza di investimenti strutturali negli anni che ne consentissero il raggiungimento di più elevati standard, piano dell'offerta formativa troppo poco centrato sulle peculiarità del territorio e complessivamente l'assenza di una visione complessiva di crescita della realtà - scrivono l'assessore Riolo ed i dirigenti del Pd -hanno condotto a questa situazione e hanno precise responsabilità politiche. Bisogna quindi prendere le mosse dagli evidenti errori compiuti negli anni che hanno marginalizzato il Cua al punto da minacciare seriamente la definitiva chiusura e che vanno affrontati e risolti per garantire sostenibilità all'iniziativa». L'auspicio è che se si vuole rilanciare l'Università ad Agrigento, tali criticità vadano definitivamente sciolte. "Ci auguriamo - aggiungono - che l'adesione al redigendo decreto sulle risorse universitarie sia il primo passo di una profonda ristrutturazione organizzativa che vada nella direzione della sostenibilità e dell'offerta formativa di qualità, garantendo oltre alle necessarie facoltà generaliste, quelle specialistiche che la possano inquadrare quale polo di eccellenza per il Meridione nella conservazione dei beni culturali. Ci auguriamo infine che il presente intervento, sia utile alla città e riesca al contempo a fare uscire il Partito dal torpore che l'avvolge già da troppo tempo e che ha sottratto luoghi e momenti di discussione e elaborazione politica, ponendosi fuori dal dibattito cittadino. Invitiamo pertanto tutti i dirigenti e i militanti del Partito democratico - concludono - che vogliano segnare una ripartenza con spirito di servizio, a impegnarsi nella convocazione di un'assemblea aperta che ricostituisca gli organismi dirigenti cittadini in attesa del congresso per restituire agibilità e operatività in questa tumultuosa fase politica». (*PAPI*) 

Sicilia 24 h

Nell'ultimo numero di "Agrigento: Nuove Ipotesi" un ricordo del Commissario Beppe Montana

Nell'ultimo numero della rivista bimestrale "Agrigento: Nuove Ipotesi" del Libero Consorzio comunale di Agrigento pubblicato un ricordo della figura del Commissario Beppe Montana assassinato dalla mafia nel 1985, scritto dal Commissario straordinario dell'Ente Girolamo Alberto Di Pisa. Nella rivista, pubblicata nel sito www.provincia.agrigento.it, anche un articolo sull'inaugurazione del cippo in pietra in memoria delle vittime della mafia ad Agrigento. Presenti, inoltre, diversi articoli sulle attività del Libero Consorzio Comunale di Agrigento tra cui i numerosi interventi programmati nel settore della viabilità stradale della provincia, la legge approvata dall'Ars sulle elezioni dei Liberi Consorzi e Città metropolitane, oltre a notizie dell'Ente utili ai cittadini. La rivista "Agrigento:Nuove Ipotesi" è realizzata, esclusivamente nel sito del Libero Consorzio Comunale di Agrigento in formato pdf ed è visionabile grazie ad un apposito link che si trova nella home page. La rivista "Nuove Ipotesi" viene realizzata dallo staff giornalistico dell'Ufficio Stampa del Libero Consorzio Comunale di Agrigento, la struttura all'interno dell'ente che si occupa delle attività di informazione così come previsto dalla Legge 150/2000. L'utilizzo della versione digitale del periodico in pdf garantisce al lettore di scaricare la rivista comodamente nel proprio p.c., tablet o smartphone, oltre a rappresentare un risparmio di spesa rispetto all'edizione cartacea.

SICILIA24H
Consorzio Universitario, il PD di Agrigento: "Pesanti responsabilità politiche"

Il circolo del Partito Democratico di Agrigento si è riunito e ha discusso dell'attuale condizione in cui versa il Consorzio Universitario di Agrigento. Poi è stato diffuso un documento alla stampa, con tante firme, e le prime due sono di Gerlando Riolo ed Epifanio Bellini, che, insieme agli altri, affermano: "La situazione in cui si trova l'Università ad Agrigento ha precise responsabilità politiche, tra gestioni improvvide delle risorse finanziarie e umane, anche a causa di contratti e convenzioni poco lungimiranti, mancanza di investimenti strutturali negli anni che ne consentissero il raggiungimento di più elevati standard, piano dell'offerta formativa troppo poco centrato sulle peculiarità del territorio e complessivamente l'assenza di una visione complessiva di crescita della realtà. Oggi, se si vuole rilanciare l'Università ad Agrigento, tali criticità vanno definitivamente sciolte, e ci auguriamo che l'adesione al redigendo decreto sulle risorse universitarie sia il primo passo di una profonda ristrutturazione organizzativa che vada nella direzione della sostenibilità e dell'offerta formativa di qualità, garantendo oltre alle necessarie facoltà generaliste, quelle specialistiche che la possano inquadrare quale polo di eccellenza per il Meridione nella conservazione dei beni culturali.
AGRIGENTONOTIZIE
Capitolo Francescano, la Protezione civile in piazza con i giovani Questo servirà per garantire assistenza a questo evento di rilevanza sociale il Libero Consorzio Comunale di Agrigento ha predisposto. Sono sette le associazioni di volontariato che con oltre trenta volontari garantiranno assistenza ai numerosi giovani che il 25 aprile ad Agrigento, dalle 8 alle 18 in piazza Cavour, accorreranno da tutta la Sicilia in occasione del "XXI Capitolo Francescano dei giovani di Sicilia", manifestazione regionale che annualmente coinvolge un gran numero di giovani legati al mondo francescano e che quest'anno affronterà il tema dell'immigrazione e dell'accoglienza. Proprio per garantire assistenza a questo evento di rilevanza sociale il Libero Consorzio Comunale di Agrigento ha predisposto, su richiesta degli organizzatori, un adeguato servizio per tutta la giornata. Il gruppo Provinciale di Protezione civile sarà presente con il funzionario responsabile Marzio Tuttolomondo e gli operatori Rizzo, Sorce, Giganti, Pavone e Zerilli, che coordineranno i volontari delle associazioni Emergency Life e AEOP di Porto Empedocle, Angeli per la Vita, Aics e Fenice di Agrigento, I Falchi di Palma di Montechiaro e la Croce Rossa di Agrigento. Sul posto anche due ambulanze e due unità BLS

AGRIGENTOOGGI

Università: dirigenti del Pd spronano il segretario: torniamo ad essere protagonisti del dibattito politico.

AGRIGENTO. "La situazione in cui si trova l'università ad Agrigento ha precise responsabilità politiche". A sostenerlo in una nota sono Gerlando Riolo, Epifanio Bellini, Francesco Sferrazza Papa, Lilly Iacono, Maria Serena Rizzo, Maria Giglione, Mauro Zarbo, Angelo Vitello, Flavio Battaglia, Giuseppe Migliore, Roberto Drago, Sandra Scicolone e Alessandro Tedesco. Dirigenti, militanti e volenterosi del Circolo di Agrigento del PD che si sono autoconvocati, nella sede della federazione provinciale per ragionare, confrontarsi e affermare con forza la ragione di esistere di una università, non dimezzata ma di qualità ad Agrigento. "Gestioni improvvide delle risorse finanziarie e umane, anche a causa di contratti e convenzioni poco lungimiranti, mancanza di investimenti strutturali negli anni che ne consentissero il raggiungimento di più elevati standard, piano dell'offerta formativa troppo poco centrato sulle peculiarità del territorio e complessivamente l'assenza di una visione complessiva di crescita della realtà- scrivono - hanno condotto a questa situazione e hanno precise responsabilità politiche. Bisogna quindi prendere le mosse dagli evidenti errori compiuti negli anni che hanno marginalizzato il Cua al punto da minacciare seriamente la definitiva chiusura e che vanno affrontati e risolti per garantire sostenibilità all'iniziativa. Oggi, se si vuole rilanciare l'Università ad Agrigento, tali criticità vanno definitivamente sciolte, e ci auguriamo che l'adesione al redigendo decreto sulle risorse universitarie sia il primo passo di una profonda ristrutturazione organizzativa che vada nella direzione della sostenibilità e dell'offerta formativa di qualità, garantendo oltre alle necessarie facoltà generaliste, quelle specialistiche che la possano inquadrare quale polo di eccellenza per il Meridione nella conservazione dei beni culturali. Ci auguriamo infine - concludono -, che il presente intervento, sia utile alla città e riesca al contempo a fare uscire il Partito dal torpore che l'avvolge già da troppo tempo e che ha sottratto luoghi e momenti di discussione e elaborazione politica, ponendosi fuori dal dibattito cittadino. Invitiamo pertanto tutti i dirigenti e i militanti del Partito, che vogliano segnare una ripartenza con spirito di servizio, a impegnarsi nella convocazione di un'assemblea aperta che ricostituisca gli organismi dirigenti cittadini in attesa del congresso per restituire agibilità e operatività in questa tumultuosa fase politica".

LIVESICILIA
LA MANOVRA Dai contributi a pioggia ai conigli Tutte le novità della Finanziaria. di Accursio Sabella e Salvo Toscano

PALERMO - Centoventi articoli. Ai quali si aggiungeranno quelli del cosiddetto "collegato". Da approvare entro il 30 aprile. A una media di circa trenta articoli al giorno. Altro che Finanziaria "snella". La legge di stabilità regionale, giunta in commissione bilancio, è ingrassata a dismisura, in seguito all'approvazione di una marea di emendamenti voluti dai deputati regionali. E così, nel testo entra un po' di tutto. Esenzione bollo, antiracket, "reddito di libertà" Prevista l'esenzione del bollo automobilistico per le famiglie che sono già nelle condizioni di esenzione ticket sanitario. Istituito il "reddito di libertà" per favorire l'indipendenza economica delle donne vittime di violenza fisica o psicologica e in condizioni di povertà: previsto inizialmente uno stanziamento da 200 mila euro. Seicentomila euro vanno a incrementare il fondo di solidarietà per le vittime di richieste estorsive, una norma chiesta dal Pd come rivendica il capogruppo Giuseppe Lupo. Cinque milioni sono stati stanziati per consentire a coppie costituitesi da non più di tre anni e con un reddito inferiore a 20 mila euro, di acquistare casa. A proposito di immobili, stanziati 750 milioni per vent'anni per l'edilizia agevolata e convenzionata. Previsto anche un milione di euro per i privati in possesso di edifici di interesse culturale. Una norma prevede che il 50 per cento degli introiti dei biglietti dei siti culturali venga versato alla Regione. Comuni Poi, sempre nel pacchetto di norme contenute nel maxiemendamento governativo, ci sono 540 mila euro per l'istituzione dell'Agenzia Comunale per il Risanamento e la riqualificazione urbana della città di Messina. Sempre a Messina arriveranno 20 milioni a valere sui fondi Poc per superare l'emergenza idrica. Ben 20 milioni per il Fondo di rotazione per la progettazione destinato agli enti locali. E sempre in tema di Comuni, è destinata la somma di 9,5 milioni di euro per consentire la redazione dei piani regolatori generali più 4 milioni e mezzo per la redazione dei piani di utilizzo del demanio marittimo da parte dei Comuni, a valere sulle risorse derivanti del Fondo di Sviluppo e Coesione. Oltre due milioni di euro vanno al Comune di Comiso per l'aeroporto (una parte per l'assistenza e una parte per l'attività cargo), tre milioni per il potenziamento dei presidi ospedalieri ricadenti nelle zone classificate ad alto rischio ambientale. Tre milioni ai Comuni con piano di riequilbrio già approvati dalla Corte dei conti, un milione per i Comuni commissariati, un milione da dividere per i Comuni che ottengono la "Bandiera blu", un altro milione per quei centri che hanno ricevuto il riconoscimento di 'Borgo più bello d'Italia', cinque milioni da dividere tra i Comuni che abbiano superato il 65 per cento di raccolta differenziata, 700 mila euro in più per i Comuni in dissesto. Inoltre ecco 50 mila euro a testa ai Comuni di Mistretta, Nicosia e Modica per l'insediamento degli uffici giudiziari. Altri 300 mila euro andranno ai Comuni colpiti dalle alluvioni del 2009, mentre 100 mila euro andranno in un fondo per la prevenzione del rischio idrogeologico e 5 milioni ai Comuni per la gestione delle comunità di alloggio per disabili psichici. Scuole, sport e cultura Lo sport nel Nisseno è servito. Un articolo della manovra stanzia un contributo straordinario di 50mila euro per una gara di barche a vela organizzata dal Club Nautico di Gela e altri 50 per l'Associazione sportiva "Caltanissetta corse", rally di Caltanissetta, coppa Italia 16° edizione. A proposito di corse, ecco centomila euro per la storica Targa Florio. Tredici milioni sono stati previsti invece per la realizzazione di impianti sportivi e per gli interventi di recupero e mezzo milione per la "tutela e lo sviluppo dello sport". La Fondazione Taormina arte entra nel Fondo di rotazione per gli enti culturali: prevista una spesa complessiva da due milioni di euro. Duecentomila euro andranno all'Ente Luglio Trapanese, 300 mila euro al teatro comunale di Adrano, 150 mila euro per il teatro 'Samonà' di Sciacca. Duecentomila euro vanno all'Istituto superiore di gionalismo di Palermo. Previsto uno stanziamento da 5,4 milioni di euro l'anno per le scuole paritarie, mentre un milione e mezzo andrà ai Comuni che hanno istituito scuole "degli antichi mestieri e delle tradizioni popolari". Oltre 1,3 milioni di euro per la promozione del vino sui mercati di altri Paesi, mentre 100 mila euro l'uno andranno al Banco alimentare e al Banco delle opere di carità. Regione e Fondi Ue Per dare una marcia in più alla progettazione, punto dolente nella spesa dei fondi comunitari ed extraregionali, si stanziano altri 10 milioni per il Fondo di rotazione destinato alla copertura finanziaria delle spese occorrenti alla progettazione. La Regione compra casa Un articolo stanzia 50 milioni per le spese di carattere straordinario destinate all'esecuzione di opere di interesse di enti di culto e formazione religiosa, di beneficenza e di assistenza. Per promuovere il recupero, la tutela e la valorizzazione del patrimonio storico, architettonico e monumentale dei centri urbani all'interno dei quali insistono i beni oggetto del riconoscimento da parte dell'Unesco è istituito un fondo da 10 milioni presso i Beni culturali. Quest'ultimo assessorato potrà acquisire la Fornace Penna (si torva nel Ragusano), come monumento di archeologia industriale. Ci sono anche 160mila euro per gli Istituti superiori di studi musicali pubblici. Prevista anche l'acquisizione al patrimonio della Regione del Centro direzionale del Consorzio Asi di Palermo e del Villino Messina Verderame attualmente nel patrimonio di Crias. Previsto anche l'acquisto da parte della Regione dei beni immobili dell'Istituto regionale vino e olio, per una spesa di oltre 190 mila euro l'anno fino al 2020. Innovazione L'articolo 76 consente all'assessore regionale per l'economia a concedere agevolazioni fiscali per l'innovazione tecnologica di imprese esistenti e PMI o per l'apertura di start-up nel settore dell'hi-tech. Contributi e misure di defiscalizzazione per chi usa e trasforma la propria barca, nave o peschereccio, per finalità turistica ed attività di pescaturismo. Assunzioni E si passa allo spinoso tema delle assunzioni. Dovrebbero festeggiare i Pip. L'articolo 78 prevede che i soggetti svantaggiati del bacino "Emergenza Palermo ex PIP" siano assunti con contratto a tempo indeterminato anche parziale transitando presso la Resais con decorrenza 1 gennaio 2019. Prevista anche la stabilizzazione per i forestali 151isti. Intanto, anche i lavoratori degli enti in liquidazione recentemente, così come quelli dell'Iridas, transitano nell'albo specifico da cui le società regionali, compresa l'Irfis, dovranno attingere. E nasce un albo speciale per gli ex precari del vivaio Federico Paulsen da cui si dovrà assumere. E a proposito di lavoro, una norma della Finanziaria autorizza l'Arpa ad assumere: una norma che "deroga" al blocco delle assunzioni in vigore dal 2009. Estesi agli istruttori direttivi in possesso della laurea triennale la possibilità di essere nominati nelle società regionali. Animali Si stanziano anche 20 milioni per i rifugi sanitari per cani randagi. Sempre in tema di animali ecco la norma promossa dai grillini che prevede sanzioni da 650 a 1.100 euro per chi abbandona animali. I proventi delle sanzioni amministrative spettano per il 50 per cento ai Comuni affinché siano utilizzate per la realizzazione del canile sanitario. Infine, ecco 200 mila euro per il "ripopolamento del coniglio selvatico".

LA SICILIA
INTERCOPA Rescissione contratto sindaci "ammoniti"

Risoluzione del contratto con la Girgenti Acque, il comitato Intercopa ammonisce i sindaci: "Qualunque voto contrario o astensione non sarebbe comprensibile". Ad affermarlo è il coordinatore Franco Zammuto, il quale nel commentare la notizia dell'inserimento all'ordine del giorno della seduta dell'Ati del 27 aprile del punto sulla possibilità di rescindere il contratto con il gestore privato, rimarca come sia necessario tenere alta l'attenzione sul tema. "E' chiaro che all'appuntamento di venerdì 27 il nostro comitato sarà presente per verificare che l'assemblea deliberi per la risoluzione, con l'auspicio che tutti i 43 comuni siano presenti e votino all'unanimità - dichiara -. Il voto contrario o l'astensione non sarebbero comprensibili. Ed è anche auspicabile che immediatamente dopo si proceda a decidere sul futuro della gestione per portare avanti l'utilizzo degli oltre 150 milioni di euro che in questo momento, possono e debbono essere gestiti da un commissario, nominato dal Governo nazionale e non da Girgenti Acque, come qualcuno sostiene prete­stuosamente, ritenendo che se si fa fuori il 'cattivo gestore' si rischino i finanziamenti". Le inadempienze, secondo Zammuto, sono del resto chiare e praticamente accertate, per quanto nel lungo elenco realizzato manchino vicende già giunte in sede di terzo grado di giudizio. Il punto del Comitato comunque è abbastanza chiaro. e lascia poco spazio ad interpretazioni di sorta: bisogna avviare la rescissione senza tentennamenti. Posizione che potrebbe non essere condivisa da tutti i sindaci, non solo per i rischi che una procedura di questo tipo comunque comporterà, ma anche per il rischio che non vi sia un'alternativa.

RIFORME La sanità potrebbe dividersi in due Il M55 presenta un Ddl all'Ars.

La sanità agrigentina tornerebbe a dividersi se dovesse passare il progetto di rimodulazione previsto in un disegno di legge presentato dal gruppo parlamentare M5S all'Ars e presto in discussione alla VI Commissione legislativa. Il ddl, denominato "Norme istitutive delle aziende ospedaliere territoriali", mette in discussione l' attuale sistema sanitario regionale in vigore e nell'istituire nuove strutture denominate "Aziende ospedaliere Territoriali", ne individua due in provincia di Agrigento, una nel versante centro-orientale e una nell'area occidentale. Le nuove "Aot", in sostanza, non sarebbero più coincidenti con gli ambiti territoriali delle ex provincie, ritenute inadeguate ad offrire una risposta alla domanda di sanità dei siciliani. Sul piano organizzativo si farebbe un salto indietro di 10 anni: dal 1995, dopo la lunga era delle UsI, fino al settembre del 2009 erano operative in Sicilia nove "Aziende unità sanitarie locali", gli ospedali principali, nel caso della nostra provincia Agrigento e Sciacca, erano Aziende ospedaliere. Dal 2009, con la nuova riforma, in ogni provincia vi è una "Asp", con i presidi ospedalieri accorpati alla stessa Asp, mentre le aziende ospedali ere sono rimaste solo nove, cioè quelle di rilevanza regionale e i policlinici. E' questa recente strutturazione che il Ddl oggi vuole rivedere per dare ai territori periferici quel ruolo centrale che viene pubblicamente rivendicato attraverso il riconoscimento di una propria autonomia nella gestione dei servizi sanitari. L'idea è quella di istituire un'Azienda Ospedaliera Territoriale che comprenda il presidio ospedali ero "Giovanni Paolo Il'' di Sciacca e l'ospedale di Ribera, con la possibilità di un ulteriore allargamento con Castelvetrano. Lo stesso è previsto per gli ospedali di Caltagirone. Militello e Gela. Si tratta di strutture che condividono tutti la medesima condizione di "perifericità" nell'ambito delle rispettive Asp di Agrigento, Catania e Caltanissetta, e che secondo i firmatari del OdI solo in questo modo possono legittimamente ambire ad ottenere una propria autonomia organizzativa e gestionale essendo in particolar modo Sciacca. come Gela e Caltagirone per i servizi sanitari offerti ed omogeneità territoriale assolutamente complementari. . "E' una iniziativa che viene richiesta dal territorio afferma il deputato saccense M5S Matteo Mangiacavallo. il bacino di utenza dell'ospedale di Sciacca abbraccia parti di tre province diverse. deve aspirare ad un ruolo maggiormente centrale". "Non mancherà anche il mio impegno - dichiara il neo senatore del M5S Rino Marinello, medico - è una battaglia che non deve vederci contrapposti ma per la quale, speriamo, ci sia massima convergenza tra le forze politiche presenti nel territorio agrigentino". GIUSEPPE RECCA
Apprendistato, dottorati e borse di studio: 11 milioni agli Atenei.

PALERMO.
Quattordici milioni da qui alla fine dell'anno per sostenere le università siciliane. La Regione, attraverso l'assessorato all'Istruzione e Formazione professionale, dà corso, dopo le intese preliminari, alla collaborazione mirata con gli atenei. In campo ci saranno tre bandi per il sistema universitario che arriveranno complessivamente a 11 milioni di euro: uno 4 milioni per apprendistato di terzo livello; 3,5 milioni per dottorati di ricerca e borse di studio; e altri 3 milioni di un precedente stanziamento previsto nella finanziaria 2016 che attendono di essere distribuiti. Dopo un primo incontro voluto a gennaio dal governatore Nello Musumeci, nei giorni scorsi si è svolto un incontro tra l'assessore Roberto Lagalla e i rettori delle università siciliane. Lo stesso assessore Lagalla conferma che i passi operativi sono ormai tracciati: «Partiamo da un accordo sul metodo del confronto e della concertazione sui temi di maggiore interesse sia regionali che di parte universitaria e accademica. Ne abbiamo discusso tra gli altri con il nuovo presidente del coordinamento regionale dei rettori, Gianni Puglisi». Non dovrà mancare, nelle linee di intervento, il sostegno ai dottorati di ricerca e alle scuole di specializzazione, come ribadisce lo stesso assessore: «Stiamo predisponendo un bando immediato a favore del sistema universitario, l'apprendistato di terzo livello un raccordo, di fatto tra le attività formative a carico delle università ed esperienza di lavoro presso le imprese. La cifra prevista dall'intervento ammonta a 4 milioni di euro. Metteremo altri 7 milioni tra dottorati di ricerca e scuole di specializzazione indivi­duando però quei profili tra i dottorati che hanno maggiore propensione a garantire lo sviluppo regionale». Spazio quindi a beni culturali, innovazione tecnologica e agroalimentare, ma soprattutto l'obiettivo da rincorrere è quello di raggiungere una linea di plausibilità tra mercato del lavoro e profili da fornire nel segmento ravvicinato del medio e lungo periodo: «Inoltre - prosegue Lagalla - pensiamo di sostenere ancora per un anno un supporto le scuole di specializzazione di area medica, concordando con l'assessorato alla Salute quali sono, anche in questo caso, le specializzazioni più carenti, all'interno della Sicilia, per poterle favorire». Sulla assegnazioni e i capitoli della nuova legge di stabilità regionale approvata in commissione Bilancio e ora al vaglio del parlamento l'ottimismo almeno per il momento, è prevalente «Ci siamo difesi bene- scherza Lagalla- abbiamo aumentato di quasi 4 milioni di euro la dotazione dell'ex Oif (Obbligo formativo scolastico, ndr) abbiamo portato ai livelli degli anni precedenti lo stanziamento dell'Ersu da 9 a 12 milioni, aumentato il fonde di funzionamento delle scuole e messo per la manutenzione straordinaria delle scuole un milione e 700mila euro. Abbiamo infine esteso il finanziamento delle scuole paritarie alle scuole medie aggiungendo un milione di euro al capitolo, arrivando a 5 milioni e 400mila euro».


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