Giornale di Sicilia
Ancora emendamenti sulla Finanziaria
Per l'approvazione ora è corsa ad ostacoli
Ieri nessun voto, ma nuova pioggia di modifiche: dagli impianti di Piano Battaglia all'Unione ciechi sono 1300
I grillini hanno chiuso la porta definendo la Finanziaria «un marchettificio elettorale». Lupo del Pd: la manovra di un governo nato stanco e che procede con passo lento.
Giacinto Pipitone
palermo
Un altro giorno di stallo all'Ars. Nemmeno un articolo è stato votato ieri della manovra economica messa a punto dal governo. Che però è stata travolta da 1.300 nuovi emendamenti. La maratona verso l'approvazione, prevista per domenica o lunedì, parte stamattina e bisognerà viaggiare a medie da record per essere sicuri di tagliare il traguardo: va varata al ritmo di almeno una ventina di articoli al giorno visto che la Finanziaria da sola è un malloppo da 90 articoli e a questi vanno aggiunti quelli che compongono il bilancio. Ieri - come da programma - i partiti hanno scoperto le loro carte durante la discussione generale. Il governo ha bisogno di non trovare un'opposizio - ne dura alla manovra ma il Pd da solo ha presentato oltre 150 emendamenti e i grillini hanno chiuso la porta definendo la Finanziaria «un marchettificio elettorale». La pioggia di emendamenti è per la verità traversale. Forza Italia ha chiesto di aumentare i finanziamenti per l'Unione italiana ciechi e per la stamperia braille riportandoli ai livelli del 2017 ma servirà un milione. Il capogruppo forzista Giuseppe Milazzo ha aggiunto la richiesta di rafforzare il budget per il Furs, il fondo destinato a teatri e mondo dello spettacolo, cancellando il taglio deciso dal governo. E fra gli altri emendamenti di Milazzo c'è anche quello che stanzia 300 mila euro per gli impianti sciistici siciliani. Giuseppe Lupo, capogruppo del Pd, ha definito quella che va al voto da oggi «la manovra di un governo nato stanco e che procede con passo lento ». Il Pd - ha annunciato Lupo - porterà avanti le sue proposte che puntano soprattutto sulla copertura dei costi dei forestali, sul dare priorità al recupero del patrimonio edilizio piuttosto che per nuove costruzioni e per destinare al credito agevolato gli 84 milioni giacenti nel capitolo dell'Irfis. I grillini, con Gianina Ciancio, hanno annunciato che «solo dopo la Finanziaria valuteranno se, su singole riforme, ci si potrà sedere al tavolo col governo». Per il momento quindi opposizione dura. E non a caso sono oltre 600 gli emendamenti dei 5 Stelle: tra i principali c'è quello che prevede la sospensione dei vitalizi e del trattamento previdenziale per gli ex deputati condannati per reati di mafia con sentenza passata in giudicato e quello che contempla il taglio degli stipendi dei deputati dell'Ars da 11.100 euro lorde a 7.000 lorde. Lo stesso emendamento prevede anche il taglio delle indennità per le cariche aggiuntive degli stessi parlamentari (da 2.700 euro a 1.000 euro) e per gli stipendi degli assessori (da 11.100 a 7.000 euro). Un emendamento di Angela Foti prevede che i dipendenti delle Ipab estinte confluiscano nel bacino della Resais. Ma la pioggia di emendamenti non è frutto solo dell'opposizione. Anche la maggioranza si è fatta avanti. E perfino Diventerà Bellissima, il movimento del presidente della Regione, ha presentato una ventina di proposte: la più importante è quella che prevede di rimpinguare i capitoli di bilancio delle riserve naturali portando il budget del settore da 1,8 a 2,9 milioni. Giorgio Assenza ha proposto di stanziare un milione e 270 mila euro per l'aeroporto di Comiso. Giusy Savarino e Giuseppe Zitelli hanno proposto di stanziare 2 milioni per le pensioni integrative degli ex dipendenti dei consorzi Asi e un altro emendamento del gruppo prevede di ampliare la platea di cacciatori che può partecipare agli abbattimenti selettivi dei cinghiali in eccesso. Sull'approvazione di molti emendamenti si giocheranno gli accordi per la Finanziaria e i deputati ribelli dell'Udc hanno alzato le ambizioni. Vincenzo Figuccia ha presentato una ventina di emendamenti che propongono piani di assunzione per gli sportellisti della formazione, l'abbattimento del 25% dei canoni per le case popolari e l'aumento delle giornate di lavoro dei forestali. Cateno De Luca ha proposto un fondo da 40 milioni per l'agenzia che dovrebbe occuparsi di baracche e amianto a Messina. Di fronte a tutto ciò il presidente Musumeci, ieri in aula, ha lanciato un avvertimento: «Non si può continuare a vedere la Regione come un bancomat. Ci saranno tagli per i prossimi tre anni, altrimenti prima o poi qualcuno troverà il bancomat chiuso. Confrontiamoci con serenità e alla fine non ci saranno vincitori nè vinti».
In aula all'ars. Quattro milioni in meno, ma crescono le uscite per il personale
Il bilancio dalla doppia identità
I risparmi bruciati dai portaborse
l bilancio interno dell'Ars, che arriverà stamani sui banchi dei deputati, ha due volti. Perché evidenzierà un risparmio di circa 4 milioni rispetto alla spesa sostenuta l'anno scorso ma anche perché continuerà a segnare un aumento delle uscite alla voce personale. È il frutto del boom di portaborse arruolati in questo inizio di legislatura e su cui la Corte dei Conti ha accesso i riflettori. Dunque l'Ars costerà quest'anno 139 milioni, quasi 4 in meno del 2017. È, questo, l'effetto della riforma che ha ridotto i deputati da 90 a 70 mitigato dal punto di vista finanziario dalla messa in bilancio dello stipendio di oltre 300 fra consulenti e portaborse dei gruppi e del consiglio di presidenza che vale da solo 3,2 milioni in più rispetto al 2017. I risparmi quindi potevano essere maggiori. Epotrebbero ancora lievitare se verrà approvata la riforma che il presidente Miccichè annuncia per accogliere le obiezioni della Corte dei Conti: il testo arriverà in aula dopo la manovra e dovrebbe prevedere un taglio di due milioni. Se così fosse, l'Ars finirebbe per risparmiare 5 milioni rispettoal 2017. Condizionale d'obbligo. Intanto è attesa a giorni la delibera con la quale la sezione di Controllo della Corte dei Conti, presieduta da Maurizio Graffeo, pur senza invadere la sfera di autonomia del Parlamento inviterà a ridurre i portaborse e a omogeneizzare i contratti che oggi sono delle tipologie più disparate: colf, terziario e via così. Ruota tutto intorno a questa voce il dibattito sul bilancio interno. Che però è fatto di tante altre spese. Va ribadito innanzitutto che la Regione girerà all'Ars 139 milioni di finanziamenti invece dei 143 dell'anno scorso. Complessivamente le principali voci di uscite per il personale di ruolo (i 173 amministrativi a tempo indeterminato) valgono 26 milioni e 370 mila euro. A cui si aggiungono i costi per le pensioni che valgono stabilmente 51 milioni e mezzo. Dunque quasi 77 milioni del bilancio annuale vanno via per dipendenti ed ex dipendenti. Diminuiscono per la verità (anche se non di molto) altre voci di spesa: il contributo per il funzionamento dei gruppi scende da 700 mila a 600 mila euro, i rimborsi per il personale delle segreterie particolari scendono da 2,1 a 2 milioni. Scendono pure le spese di telefonia fissa (da 205 mila a 176 mila) e mobile (da 50 mila a 10 mila) anche se decolla la spesa per l'ener - gia elettrica (da 250 mila a 450 mila euro). Per il materiale di cancelleria il budget è stabile: 80 mila euro. Scendono anche i costi per i comandati in genere (da 195 mila a 50 mila), ma crescono quelli per i comandati nel consiglio di presidenza (da 600 mila euro a un milione). Per le consulenze il consiglio di presidenza avrà 306 mila euro invece dei 287 mila dell'anno scorso. E pure i contributi per attività culturali crescono da 500 mila a 549 mila euro. Gia. Pi.
Lo sfruttamento di vento e sole: ecco dove sorgeranno in Sicilia
C'è il grande impianto fotovoltaico della Enel Green Power a Catania, ma anche quello eolico della Api holding spa a Caltabellotta nell'Agrigentino fino alle centinaia di strutture minori di piccole imprese locali. Il lungo elenco di circa duemilacinquecento autorizzazioni e concessioni rilasciate dalla Regione per dare il via libera all'installazione di impianti di energie alternative è stato pubblicato per la prima volta sul sito del dipartimento regionale dell'Energia. Gli impianti sono presenti nelle diverse province dell'Isola. Nel Palermitano tra gli altri sono stati previsti quello della Fotosolare Sicilia Srl a Monreale, quello dell'Enel Green Power tra Cerda e Termini Imerese, quello della Reca Solar 1 srl a Petralia Sottana, di Energia solare srl di Alcamo a Partinico, della Sorgenia a Mezzojuso, della Cic Sicilia Energy a Monreale e a Piana degli Albanesi, del consorzio Asi a Palermo, delle Officine Belliemi di Gela a Partinico, di Asia Ambiente Italia tra Alia e Valledolmo, della Cesi a Caccamo, della Coagen a Castronovo di Sicilia, della Proelios a Termini Imerese, della Energia solare di Alcamo a Partinico, della Reca Solar 2 srl a Petralia Sottana, della Mt Solar e della Mb Solar a Caccamo, della Di Bella srl di San Cipirrello a Monreale, della Skalambra srl a Misilmeri, della Rinnova Duccotto a Monreale, della So.svi.ma spa di Castellana Sicula a Blufi e a Scillato. Nel Trapanese tra gli altri sono previsti gli impianti della Asja Ambiente Italia Spa a Buseto Palizzolo, della Pangea Solar Siclia 1 srl di Palermo ad Erice, della Energia pulita srl a Salemi, della Saper e della Fedi di Erice a Trapani, dell'Antica Srl di Terme Vigliatore a Mazara del Vallo, della Erika Eolica di Alcamo a Castelvetrano, della Rgp Sicilia a Trapani, della Martisole di Palermo a Mazara del Vallo, della Fotosolare Sicilia srl di Palermo a Buseto Palizzolo e a Mazara del Vallo, dell'Aero-Tanna a Partanna, della Helios srl di Palermo a Buseto Palizzolo, della Erika eolica di ALcamo a Partanna. Nell'Agrigentino tra gli altri sono previsti gli impianti della Solar Power plant di Palermo a Licata, della Solar Energy a Sciacca, della Fada srl di Agrigento a Casteltermini, dell'Akralux srl ad Agrigento, della Movel Energy ad Aragona, del progetto Empedocle a Porto Empedocle, della Elio Sicilia di Palemro a Santa Margherita Belice, della Sun Power di Agrigento ad Aragona, della Mia Energy srl di Agrigento a Grotte, della Fiammetta srl a Licata, della N&R Energy srl a San Biagio Platani, della Gesi 1 srl di Palermo a Campobello di Licata. (*SAFAZ*) Sa.Faz.
Agrigentooggi
Insediata la consulta dei geologi della provincia di Agrigento: Lo Cicero eletto coordinatore
AGRIGENTO. Si è insediata lo scorso 24 aprile la nuova Consulta dei Geologi della Provincia di Agrigento, composta da Roberto Lo Cicero (Sciacca) eletto coordinatore; Salvatore Lo Verme (Ravanusa); Salvatore Sciara (Bivona); Giuseppe Scorsone (Ribera) e Giuseppe Vella Gerlando (Agrigento). Lo hanno reso noto Salvatore Rotolo, Consigliere dell'Ordine Regionale Geologi di Sicilia ed il Presidente Giuseppe Collura del Consiglio Regionale che ringraziano, per il lavoro svolto durante l'attività della precedente consulta provinciale, i geologi: Emerico Sciascia (ex coordinatore); Giuseppe Lombardo, Andrea Cannizzaro, Gaetano Rizzuto e Tiziana Sabella. Attraverso l'attività di supporto e di raccordo tra il Consiglio regionale e gli iscritti, il ruolo importante di monitoraggio capillare sul territorio provinciale riguardante la professione di Geologo, la promozione di incontri culturali, riunioni, convegni, corsi formativi e di approfondimento; la Consulta della provincia di Agrigento saprà valorizzare e promuovere la partecipazione, su scala provinciale, dei propri iscritti in attività utili a rafforzare il ruolo del Geologo nei rapporti con il territorio e con le realtà istituzionali e sociali. L'Ordine regionale dei Geologi di Sicilia riconosce nel proprio iscritto, per la presenza e per il radicamento nella propria provincia, una risorsa insostituibile, un interlocutore privilegiato capace di interpretare i bisogni della categoria ed interagire efficacemente, a fianco dei Consiglieri dell'Ordine, con amministrazioni locali, associazioni, istituzioni, organizzazioni ed enti territoriali.
Infoagrigento
Oggi il voto dell'Ati idrico sull'eventuale rescissione con Girgenti Acque
Il voto dei sindaci atteso nelle prossime ore: l'eventuale via libera alla rescissione del contratto non darebbe comunque effetti immediati, ma sancirebbe l'avvio di un determinato iter amministrativo. Si terrà nelle prossime ore l'attesa riunione dell'Ati idrico di Agrigento, con all'ordine del giorno la votazione sulla possibile rescissione del contratto con Girgenti Acque, la società che gestisce il servizio di fornitura idrica in gran parte dei comuni della nostra provincia. Il documento approderà dunque nell'assemblea dei sindaci agrigentini, chiamati ad esprimersi in merito; nel nostro territorio, alcuni comuni già dal 2008 si sono rifiutati di cedere le reti all'azienda sopra citata, con la legge regionale varata nell'agosto del 2015, con cui sono stati istituiti gli Ati idrici con facoltà e potere di controllo, molti altri sindaci hanno iniziato un percorso in cui è stato messo in discussione il contratto in questione. L'eventuale voto a favore della rescissione, non produrrà comunque effetti immediati: si tratta di un eventuale primo step di un lungo iter amministrativo, da intraprendere poi nei mesi successivi. Diverse le associazioni ed i privati cittadini che hanno spinto sul tema, il tema del costo e della qualità del servizio è tra quelli più sentiti dall'opinione pubblica agrigentina.
Gds
Lampedusa, sequestrato il depuratore: acqua inquinata, tra gli indagati Martello e Nicolini
LAMPEDUSA. La Procura di Agrigento ha disposto il sequestro dell'impianto di depurazione del Comune di Lampedusa e protezione delle acque. Lo rende noto il procuratore Luigi Patronaggio annunciando per le 11 una conferenza stampa sul provvedimento. Impianti non funzionanti e livelli di inquinamento da batteri fecali 10mila volte superiori ai limiti di legge: è il risultato degli accertamenti della procura di Agrigento che ha disposto il sequestro dell'impianto di depurazione del Comune di Lampedusa e protezione delle acque. I magistrati hanno notificato anche 13 avvisi di garanzia e sequestrato 600 tonnellate di materiali. Oltre al sindaco Salvatore Martello e al suo predecessore, Giusi Nicolini, sono 11 - fra dirigenti di Regione e Comune e responsabili delle ditte che avrebbero dovuto fare i lavori di sistemazione dell'impianto di depurazione di Lampedusa - ad essere stati iscritti nel registro degli indagati per le presunte irregolarità nel funzionamento del depuratore. Si tratta di Maurizio Pirillo, 56 anni, ex direttore generale del dipartimento Acqua e Rifiuti della Regione Sicila; Felice Ajello, 60 anni, direttore dei servizi attuativi della gestione del servizio idrico della Regione; Salvatore Stagno, 47 anni, responsabile unico del procedimento relativo al rinnovo del depuratore; Giuseppe Tornabene, 64 anni, direttore dei lavori; Giuseppe Dragotta, 62 anni, direttore dei lavori; Manlio Maraventano, 50 anni, ex dirigente dell'Utc di Lampedusa; Francesco Brignone, 55 anni, ex dirigente Utc; Calogero Fiorentino, 61 anni, ex dirigente dell'Utc; Sonja Nunziatina Cannizzo, 48 anni, amministratore della Nuroni Srl, società che avrebbe dovuto realizzare il nuovo depuratore dell'isola; Luigi Fidone, 43 anni, direttore tecnico della Nuroni e Giovanna Taormina, rappresentante della Epilscan, società che si occupava del conferimento dei rifiuti sull'isola che avrebbe creato una discarica abusiva. "Ritengo sia un 'atto dovuto': quando sono stato eletto sindaco, poco meno di un anno fa, mi sono immediatamente attivato per chiedere all'assessorato regionale all'Energia il motivo per il quale il vecchio impianto di depurazione era stato chiuso, nonostante il nuovo impianto non fosse ancora pronto". Lo dice il sindaco Totò Martello. Martello sostiene che sono stati sequestrati i lavori per la realizzazione del nuovo depuratore della rete fognaria e che quello vecchio era stato smantellato senza che il nuovo fosse pronto. "In questa vicenda i lampedusani sono parte lesa - aggiunge - ed io, insieme con loro, sono il primo a chiedere che sia fatta piena luce. L'amministrazione comunale è pronta a fornire tutte le informazioni e quanto sarà necessario alla magistratura per l'accertamento dei fatti". "Quanto al mare di Lampedusa - conclude Martello - resta pulito ed immacolato. Solo nella zona di Cavallo Bianco, interessata dall'impianto di depurazione, risultano livelli di inquinamento. Ma nessun allarmismo, il nostro mare resta quello che migliaia di turisti hanno amato ed apprezzato in questi anni".