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Rassegna stampa del 5 giugno 2018

Giornale di Sicilia

I nodi della sicilia
L'assessore al dirigente: ritardi nell'organizzazione
Rifiuti, da Roma niente proroghe: per le discariche nuova emergenza

Scaduta l'ordinanza chiesta dalla Regione per utilizzare l'impianto di Siculiana. Il  neoministro Costa detterà le procedure per la gestione ordinaria dello smaltimento
Giacinto Pipitone - Palermo
La missione al ministero dell'Ambiente è fallita. Ieri la Regione non ha ottenuto la proroga dell'ordinanza che avrebbe permesso di continuare a utilizzare le discariche al massimo regime, in deroga ai vincoli normali soprattutto per quanto riguarda il pre-trattamento dei rifiuti. E così finisce l'era degli interventi di emergenza e si apre una fase in cui il governo siciliano dovrà riadattare tutte le procedure di gestione delle discariche. Uno stop che ha fatto emergere anche il profondo dissidio interno fra l'assessore Alberto Pierobon e il dirigente generale Salvo Cocina. Dunque dopo tre anni finiscono le deroghe per le discariche siciliane (l'ultima era stata faticosamente strappata a dicembre) e ciò comporterà la chiusura di alcuni impianti e la trasformazione di altri. E il primo effetto sarà l'impossibilità per molti Comuni di portare i rifiuti nelle discariche più vicine e la necessità di trasferirli in impianti più lontani a un costo ovviamente maggiore. È un caso che riguarda subito 66 centri dell'Agrigentino, del Trapanese e del Nisseno che fino al 31 maggio hanno scaricato a Siculiana nell'impianto della famiglia Catanzaro. Ora però questo impianto è stato chiuso proprio perchè giovedì scorso è scaduta l'ordinanza che permetteva un uso in deroga degli impianti di Tmb (quelli destinati alla biostabilizzazione). E nell'attesa che vengano dettate nuove regole per questi impianti, ieri sera la Regione ha fissato un nuovo calendario e nuove destinazioni di smaltimento dei rifiuti di questi 66 Comuni. C'è da trovare sistemazione a  circa 450 tonnellate al giorno di rifiuti prodotti in quelle tre province. È un esempio di ciò che potrebbe ripetersi nelle prossime settimane su scala regionale. L'assessorato ai Rifiuti assicura che per ora i due impianti principali, quelli di Palermo e Lentini, non subiranno limitazioni ma la certezza che il sistema regga è tutta da verificare. Il problema principale è che da oggi la Regione non potrà più accorciare i tempi in cui i rifiuti devono «riposare» negli impianti di Tmb per stabilizzare i propri valori inquinanti prima di finire  in discarica. Questi tempi, ridotti in fase emergenziale a due settimane,ora tornano alle tre settimane o anche di più che sono previste dalle norme generali. E questo rallenterà tutta la fase di smaltimento dei rifiuti, che potrebbero dover attendere parecchio prima di poter entrare nelle discariche.  Non è un caso che proprio il primo giugno l'assessorato abbia pubblicato un bando per acquistare nuovi impianti di Tmb: il  termine per farsi avanti è brevissimo e scade venerdì mattina. La situazione è di allarme. Oggi da Roma il neo ministro Sergio Costa  (ex generale dei carabinieri indicato dai grillini) detterà nuove procedure per gestire in via ordinaria gli impianti principali. E nonsaranno  procedure semplici. Per di più  già qualche giorno fa il direttore generale del ministero, Mariano Grillo, ha scritto all'assessorato segnalando che degli obblighi di cui la Regione si era fatta carico ogni volta che è stata prorogata la vecchia ordinanza, molti sono rimasti non rispettati. Per questo motivo, si legge nella nota del ministero, «emergono alcuni elementi che necessitano di essere approfonditi. In mancanza dei quali ad oggi non è percorribile la reitera dell'ordinanza così come proposto dalla Regione, non essendo chiaro quali siano le deroghe richieste e necessarie e se le stesse siano compatibili con la normativa europea di settore». Il problema - avverte il ministero - riguarda soprattutto le deroghe per l'utilizzo degli impianti mobili di cui le principali discariche si sono dotate, a cominciare da quella dei Catanzaro. Gli impianti oggi attivi sono 5 e senza questi il sistema va in tilt. A questo dovrà ovviare Pierobon utilizzando i suggerimenti che arriveranno oggi da Roma ma senza più poteri speciali. L'assessore ieri ha dettato direttive immediate per cercare di recuperare il tempo perduto fino a ora. Ha imposto che le discariche nei prossimi giorni lavorino 24 ore su 24 per permettere di raccogliere tutta l'im - mondizia rimasta per le strade. Ma Pierobon ha anche scritto una nota interna a Cocina contestando formalmente i ritardi con cui il dipartimento ha messo a punto le carte da spedire al ministero per avviare le procedure che avrebbero portato al rinnovo dell'ordinanza o al varo di un piano B. Cocina, riferiscono fonti dell'assessorato, avrebbe spedito il carteggio a Roma solo giovedì scorso a poche ore dalla scadenza della vecchia ordinanza. E non a caso il ministero nella lettera di risposta ha preso tempo per approfondire il caso. La sensazione è che siano state accese tante micce che stanno provocando reazioni a catena. E i grillini alzano il tiro segnalando con Gianpiero Trizzino i ritardi della Regione: «Una nuova e più grande emergenza rifiuti è alle porte. La mancata richiesta per tempo al governo nazionale della proroga  dell'ordinanza ministeriale che ha consentito a 66 Comuni fino al 31 maggio di conferire presso la discarica Catanzaro di Agrigentorischia di mettere in ginocchio questi enti locali. La carenza degli impianti si sta riflettendo sui Comuni che sono le principali vittime del sistema. E  noltre la Regione, che a loro continua a mettere i bastoni tra le ruote, ha previsto pesanti misure per quelli che non superano il 35 per  cento di raccolta differenziata, condannandoli a pagare le spese di trasferimento dei rifiuti fuori Regione. Siamo alla follia».

Da Trapani all'Agrigentino
Immondizia in strada e roghi  la mappa dei disagi. A Canicattì sono stati incendiati diversi cassonetti

Antonio Trama - Trapani
Emergenza rifiuti nella Sicilia occidentale. A Trapani la discarica di Borranea è chiusa perché satura, mentre nell'Agrigentino, quella di Siculiana è fuori uso perché è scaduta l'autorizzazione. A Trapani la discarica di Borranea è chiusa da cinque giorni a causa della saturazione.
Più volte la Trapani Servizi, la società che la gestisce, ha chiesto ed ottenuto delle autorizzazioni per degli abbancamenti, in modo da rinviare la chiusura, la quale, però, puntualmente è arrivata. E, così, la soluzione individuata per i Comuni della zona Nord della provincia, è quella di trasferire i rifiuti, dopo il trattamento con il tritovagliatore, alla discarica di Motta Sant'Anastasia, nel Catanese. Al momento il trasferimento non è  ancora stato avviato a causa delsorgere di un problema burocratico, ma già i primi Comuni del Trapanese (il primo è stato quello di Marsala) hanno firmato il contratto con la Oikos la quale, peraltro, ha individuato come data ultima per ratificare gli accordi, lunedì prossimo.  A Siculiana, invece, la discarica è chiusa in attesa dell'autorizzazione. E, così, a risentire dei problemi sono i Comuni dell'Agrigento, ma anche quelli della parte Sud della provincia di Trapani, autorizzati a conferire proprio nell'impianto di Siculiana, come Mazara, dove i rifiuti  ormai invadono tutte le strade. Così, in diversi Comuni la raccolta procede a rilento, e in altri è sospesa, mentre i sindaci invitano la popolazione a ricorrere, sempre più, alla differenziata, in modo da ridurre il quantitativo di indifferenziato raccolto dalle strade. Nonostante  questo, però, a Canicattì sono stati incendiati dei cassonetti in via Kennedy, strada residenziale di un quartiere ad alta densità abitativa. Le fiamme sono state appiccate tra domenica e lunedì mentre i cassonetti erano stracolmi di rifiuti arrivati anche da altri quartieri  dove c'è la raccolta porta a porta. Nessun dubbio sull'origine dolosa del rogo arrivato dopo due giorni di mancata raccolta Nel resto della Sicilia il problema non si pone, in quanto le altre due discariche di Motta Sant'Anastasia  e di Lentini continuano a riceverei rifiuti. Anzi. A Motta, ormai, al massimo entro domani, arriveranno i rifiuti già lavorati dal Trapanese e lo testimonia anche il movimento del terreno al momento in atto nell'impianto. A Lentini, invece, ormai scarica quasi mezza Sicilia. Oltre a ricevere i rifiuti di Catania e provincia, Messina, Enna, Ragusa e Siracusa, adesso sono stati autorizzati a conferire anche i Comuni di Caltanissetta, Licata e Palma, mentre a Lentini la Sicula Trasporti, la società che gestisce la discarica, ha aperto un impianto di compostaggio con una capacità di  70 mila tonnellate annue. Quantitativo già coperto con gli accordi raggiunti con i vari Comuni, mentre sono in corso i lavori per la costruzione di una nuova vasca di compostaggio che verrà portata a termine entro un anno. Al dipartimento regionale Acqua e Rifiuti si sta cercando di trovare  una soluzione e, al momento, l'ipotesi più praticabile appare il trasferimento dei rifiuti dell'Agrigentino a Lentini, mentre i Comuni della zona Sud della provincia di Trapani potrebbero portare i loro rifiuti a Borranea dove verrebbero lavorati e, successivamente, il solo sopravaglio, trasferito a Catania. Con il sottovaglio che potrebbe restare a Borranea, considerato anche che la Trapani Servizi ha chiesto
una nuova autorizzazione per l'abbancamento di 30 mila tonnellate, sempre a Borranea. In attesa di ricevere il via libera per la costruzione della nuova vasca. La quale, però, non vedrà la luce, nella migliore delle ipotesi, prima di un anno. (*ATR*)

Spinasanta-Villaseta
Strada provincale chiude al traffico per tre giorni

Dalla 22 di oggi, per tre giorni, sarà chiusa al traffico, nelle sole ore notturne, la strada provinciale numero 1 A: Quadrivio Spinasanta-Villaseta. Chiusura disposta per consentire i lavori urgenti e indifferibili alla sede ferroviaria in prossimità del passaggio a livello sulla tratta Agrigento bassa-Tempio di Vulcano. Interventi di cui si occuperà Rete ferrovia italiana. Ad annunciare la chiusura della  strada provinciale è stato il Liberoconsorzio comunale che ha deciso  per le ore notturne per evitare disagi più gravi visto la concomitante chiusura del viadotto Morandi. «Durante l'esecuzione dei lavori - ha reso noto il Libero consorzio - i mezzi pesanti dovranno obbligatoriamente seguire il seguente percorso alternativo: dalla  statale 115, direzione Trapani-Gela, passare per la rotatoria Giunone e proseguire sulla strada statale 640, anche per raggiungere Agrigento città e il territorio provinciale». (*CR*)


La Sicilia


MESSA IN SICUREZZA LA STRADA CHE CONDUCE ALL'OSPEDALE DALLA SS189
Il Libero Consorzio ha fatto la suaparte

L'ex Provincia regionale è intervenuta per la parte di propria pertinenza, adesso sarebbe opportuno lo facessero gli altri Enti tra cui il Comune di Agrigento per rendere sicura la viabilità nella zona. La strada interessata dai lavori di messa in sicurezza con un ouovo asfalto è quella che conduce all'ospedale "San Giovanni di Dio" dallo svincolo per la statale 189. Prima dei lavori avviati dal Libero Consorzio di Agrigento la strada -era diventa tutta buche e avvallamenti con gravi disagi per chi doveva raggiungere il nosocomio di contrada Consolida. Da qui la necessità adesso che possa arrivare anche l'intervento degli altri proprietari della strada a cominciare dal Comune di Agrigento il quale ha competenza fino all'ingresso dell'ospedale. Si tratta di una manutenzione indispensabile per evitare traumi alle persone trasportate in ambulanza o a bordo di auto private. C'è da dire che in via Unità d'Italia, in piena curva, ci si ritrova con l'asfalto franato. Ecco perché, dopo la manutenzione del Libero Consorzio, per rendere l'arteria completamente sicura è auspicabile l'intervento del Comune.  - EUGENIO CAIRONE

LA SICILIAFATTURE NON PAGATE PER ASSISTENZA AI DISABILI PSICHICI
Commissariati quattro Comuni.Fatture non pagate per il servizio di assistenza dei disabili psichici, l'Assessorato Enti locali nomina commissari ad acta per recuperare le somme dovute da alcuni Comuni dell'Agrigentino.I provvedimenti sono stati firmati tutti a fine maggio e riguardano importi estremamente rilevanti e capaci, oggettivamente, di mettere in ginocchio le amministrazioni locali. La situazione peggiore è quella che riguarderà Favara. Il comune, in dissesto finanziario, deve alle comunità oltre due milioni di euro, con fatture non pagate che risalgono in un caso anche al 2014-2015. "Solo" oltre mezzo milione di euro deve il Comune di Porto Empedocle (oltre 558.600 euro), 348mila euro dovranno essere recuperati a danno del Comune di Aragona e 126mila euro del comune di Montallegro.I commissari nominati dovranno "adottare, previa ricognizione degli atti, ogni provvedimento utile per addivenire al versamento delle somme dovute" alle comunità, tutte le strutture svolgono il servizio di assistenza continuativa ai disabili psichici, ma dovranno anche verificare, qualora non venisse rinvenuta, la "formalizzazione della richiesta all'Asp territoriale di competenza delle somme dovute quale integrazione della retta di ricovero", che ammonta al 40% della spesa per ogni persona ricoverata. Non spiccioli, diciamo, ma somme che l'Azienda non sempre ha versato in passato, tanto che Comuni come Agrigento e Porto Empedocle hanno adito alle vie legali per ottenere il recupero di questi importi, complessivamente ammontanti ad alcuni milioni di euro.Ad ogni modo, precisa il decreto, i commissari saranno tenuti a contattare le amministrazioni per verificare "se l'adempimento è stato posto in essere", ovvero se nel frattempo si è provveduto a pagare autonomamente.

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