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Rassegna stampa del 5 luglio 2018

Giornale di Sicilia


I nodi della regione
Bufera sulla finanziaria: la difesa dell'assessore
Armao: lo Stato impugnerà le norme volute dai deputati

Scatta il piano per salvare gli articoli sugli aiuti ai poveri e sulle stabilizzazioni dei precari. Tra le ipotesi anche una finanziaria bis ad agosto. Oggi la trasferta a Roma
Giacinto Pipitone - Palermo
Il governo proverà a salvare gli aiuti ai poveri e le stabilizzazioni dei precari. Mentre, nel silenzio generale, ha già cancellato le promozioni di massa dei dipendenti di categoria D5. E ora è sempre più probabile che si debba tornare in aula per una manovra bis prima della pausa estiva. Sono queste le conseguenze della maxi impugnativa che il consiglio dei ministri ufficializzerà con ogni probabilità domani. La Ragioneria dello Stato, con una lettera di 13 pagine, ha già anticipato al governo regionale l'inten - zione di cassare 20 dei 103 articoli della Finanziaria approvata a fine aprile. La trattativa con Roma sui precari Oggi, prima che il governo a trazione Lega-5 Stelle si pronunci, l'assessore all'Economia, Gaetano Armao, sarà a Roma per provare a difendere alcune delle norme finite nel mirino. C'è infatti ancora un piccolo margine di «trattativa »: la Regione potrebbe portare nuove relazioni per convincere i ministeri interessati a evitare l'impugnativa, magari anche impegnandosi a successive correzioni della legge. La partita più difficile riguarda i 15 mila precari degli enti locali: Roma contesta la previsioni di stabilizzazioni evitando il concorso aperto anche agli esterni e solleva dubbi sulle coperture finanziarie. «Le censure sono importanti - ammette Armao - ma non abbandoneremo i precari. Abbiamo già avviato un dialogo col ministro. Troveremo una soluzione in base a ciò che il governo scriverà nella eventuale definitiva impugnativa ». Da qui potrebbe nascere l'esigenza di una manovra correttiva, magari trasformando l'assestamento tecnico (ogni anno votato ad agosto) in una legge più articolata. Già cancellate le promozioni Armao ha rivelato ieri che, nel silenzio generale, il governo aveva già cancellato un'altra delle norme che Roma aveva anticipato di voler cassare: quella che prevede la promozione  di massa e senza concorso di circa 700 funzionari da D5 a D6. «Mancavano le coperture certe. E per questo motivo nel Collegato alla Finanziaria approvato la settimana scorsa abbiamo già abrogato la norma» ha detto Armao. Armao: salve le norme della giunta Come questa ci sono altre norme che il governo Musumeci non difenderà. Anche perchè Armao precisa che «la maggior parte di quelle che saranno impugnate non sono di provenienza governativa ma nascono da emendamenti d'aula proposti dai deputati». L'assessore all'Economia allontana le responsabilità dal governo: «La Finanziaria approvata in giunta era di 30 articoli, quella uscita dall'Ars ne contava 103. È il modello di approvazione delle leggi che prevede questa possibilità, noi non possiamo che adeguarci. Ma va sottolineato che l'impianto della manovra costruito in giunta ha tenuto anche davanti al governo nazionale». Ma per Giuseppe Lupo del Pd non è così: «La gran parte delle norme impugnate sono della giunta. La verità è che il governo naviga a vista». Nulla dice Armao sulla valanga di norme che assicurano contributi a pioggia: tutte o quasi finite sotto la censura di Roma. L'assessore difende invece i due articoli con cui ha previsto di iscrivere in bilancio circa un miliardo di entrate che dovrebbero derivare da una trattativa con lo Stato per riscrivere  gli accordi finanziari e i quindi i trasferimenti fiscali alla Sicilia. Trattativa di cui il ministero dell'Economia sottolinea che non c'è traccia: da qui l'annuncio dell'impugnativa delle norme. Per Armao «avere approvato questi articoli ci serve semplicemente da pungolo per attivare un giudizio  davanti alla Consulta e ridiscutere gli accordi con lo Stato. Avremmo potuto farlo impugnando atti nazionali, abbiamo preferito questa via tecnica». I grillini all'attacco Ieri il presidente Musumeci non ha commentato le censure arrivate da Roma. Ma l'opposizione grillina è andata all'attacco. Per Giancarlo Cancelleri è un bene che lo Stato stia impugnando una norma che avrebbe permesso ai regionali di ottenere subito la liquidazione quando invece a livello nazionale si attende da 2 a 4 anni. «Dentro l'ultima Finanziaria approvata dall'Ars - ha sottolineato Cancelleri -è nascosta una bomba che potrebbe aprire una voragine nei conti regionali. Se non viene impugnata da Roma, va disinnescata subito con una legge ad hoc. L'erogazione ai dipendenti regionali dei trattamenti di fine servizio e fine rapporto al momento della loro collocazione in prepensionamento potrebbe costare anche 120 milioni al già precario bilancio regionale». Questa norma è fra quelle che saranno di sicuro impugnate proprio perchè anche lo Stato ha notato che «comporta maggiori oneri pensionistici». Stop ai crediti delle imprese Difficile che il governo regionale abbia le risorse per difendere questa norma. Mentre è probabile che proverà a salvare (o riapprovare in futuro con le dovute correzioni) l'articolo che tendeva una mano agli imprenditori che vantano crediti dagli Ato rifiuti. Gli enti che gestiscono sul territorio il servizio di raccolta hanno debiti per quasi due miliardi. La norma approvata in Finanziaria  prevedeva la possibilità di certificare questi debiti in modo che le imprese potessero poi ottenere anticipazioni bancarie. Ma per il ministero dell'Economia, scritta in questo modo la norma «sembrerebbe porsi in contrasto con le disposizioni nazionali in materia di certificazioni dei crediti». Il ministero cita due precedenti pareri della Ragioneria generale dello Stato e del Consiglio di Stato secondo cui gli Ato «non rientrano tra le amministrazioni pubbliche» che possono certificare i propri debiti. Materia esplosiva, al punto che la stessa lettera del ministero dell'Economia non omette di sottolineare che sono comunque pendenti diversi ricorsi da parte di imprese creditrici degli Ato. Una soluzione che assicurano alla Regione - andrà quindi trovata. Aiuti ai poveri solo per un anno Mentre è già stato trovato un escamotage per salvare almeno in parte l'allargamento della platea dei beneficiari del cosiddetto reddito di inclusione. Si tratta del contributo che va da 190 a 450 euro al mese garantito a livello nazionale a chi ha un reddito inferiore ai seimila euro calcolati col modello Isee. La Regione - su proposta del Pd - aveva alzato l'asticella fino a 7 mila euro. Per lo Stato ci sono dubbi sulla copertura finanziaria visto che la manovra ha stanziato i fondi necessari solo per il 2018. E infatti Armao illustra il piano: «Spiegheremo al governo nazionale che l'aumento dei beneficiari è garantito solo per questo primo anno e che quindi formalmente la norma esaurirà i suoi effetti nel 2018. Poi con la Finanziaria dell'anno prossimo stanzieremo i soldi necessari a erogare ancora questi aiuti». Basterà? Domani il verdetto del consiglio dei ministri.

Ex Province, firmata proroga ai commissari
Palermo

 Il presidente Musumeci ha prorogato ieri gli incarichi di tutti i commissari delle ex Province. Restano al loro posto quindi gli uomini che fino a fine giugno hanno guidato i sei liberi consorzi di Enna, Caltanissetta, Ragusa, Siracusa, Agrigento e Trapani. Proroga pure per i due commissari delle città metropolitane di Palermo e Messina che però svolgono solo le funzioni dei consigli. Resta quindi intatto il precario assetto delle ex Province. Anche perchè il governo regionale attende  entro qualche settimana il responso della Consulta sulla legge dell'Ars che un anno fa ha reintrodotto l'elezione diretta per i vertici di liberi consorzi e città metropolitane. Ultimo atto di una inversione a U rispetto alla cancellazione delle Province avviata da Crocetta all'inizio della scorsa legislatura. La Consulta si è riunita per valutare  la legge siciliana martedì e ora il verdetto è atteso entro fine luglio. Se sarà favorevole alla Regione, si tornerà alle urne per i presidente  delle Province ad ottobre.Fino ad allora il problema principale del governo è assicurare la tenuta contabile di questi enti. Tradotto: garantire gli stipendi ai circa 6 mila dipendenti ed evitare il crac di bilancio. Ieri l'assessore agli Enti Locali, Bernadette Grasso, ha assicurato che i soldi arriveranno ma ha aggiunto che probabilmente sarà necessaria una manovra correttiva all'Ars per assicurare la copertura finanziaria: «Il governo è consapevole che sono necessari 220 milioni di euro per il funzionamento delle ex Province per tutto il 2018 e in fase di assestamento di bilancio provvederà a impegnare ulteriori risorse per assicurare gli stipendi ai lavoratori». L'assessore ha aggiunto che «il governo Musumeci sta avviando un dialogo con Roma per rivedere l'accordo sottoscritto dal governo Crocetta che prevedeva la riduzione della spesa sul personale, finanziata con il taglio dei dipendenti delle ex Province e il finanziamento degli enti esclusivamente con fondi del bilancio della Regione. Chiederemo il trasferimento delle risorse nazionali e l'abolizione del prelievo forzoso, come accade per tutte le città metropolitane nel resto d'Italia. La Corte Costituzionale, in questi giorni dovrebbe pronunciarsi sulla legge regionale, dopo quella data, il governo provvederà al trasferimento di nuove funzioni e risorse». Le rassicurazioni dell'assessore non hanno convinto i sindacati, che ieri hanno di nuovo alzato il livello d'allarme sulle ex Province: «Non possiamo fare a meno di esprimere le nostre preoccupazioni - hanno detto Gaetano Agliozzo e Clara Crocè della Fp Ccil, Paolo Montera e Mario Basile della Cisl Fp ed Enzo Tango e Luca Crimi della Uil Fpl -. Le risorse dovranno essere stanziate entro il mese di luglio per assicurare gli stipendi ai lavoratori. Chiediamo contezza anche in merito al riparto delle risorse già impegnate e dei criteri di ripartizione». Assessore e sindacati si sono incontrati ieri e torneranno a incontrarsi fra un paio di settimane per verificare lo stato d'avanzamento del piano di salvataggio delle ex Province. Gia. Pi.

Pubblicato il bando. Saranno tre le postazioni, su altrettante spiagge libere. Il Comune, con le risapute difficoltà finanziarie, ha impegnato 29.929,53 euro
Bagnini sul litorale, il servizio durerà appena 26 giorni

 Il bando è stato pubblicato. Il servizio di monitoraggio e salvataggio dei bagnanti in difficoltà, quest'anno, durerà appena 26 giorni, ma ci sarà. Saranno tre le postazioni, su altrettante spiagge libere, che sul litorale Agrigentino  garantiranno il servizio. Postazioni di baywatch che -dalle 9 alle 19, tutti i giorni, - si aggiungeranno a quelle degli stabilimenti balneari. Il Comune di Agrigento, nonostante le risapute difficoltà finanziarie, ha impegnato i soldi necessari: 29.929,53  euro. Soldi che è stato possibile recuperare sul bilancio comunale. L'importo a base d'asta sarà di 23.780 euro. "Il servizio sarà a totale carico del Comune -avevano già spiegato il sindaco Lillo Firetto e l'assessore comunale Gerlando Riolo -. La legge prevede la compartecipazione della Regione e del Libero consorzio comunale di Agrigento (ex Provincia regionale) che però già da anni non fanno arrivare la spettante quota di finanziamento". Secondo il bando pubblicato ieri, sono previste, nelle spiagge libere, complessivamente tre stazioni che si occuperanno della sorveglianza. Verranno dislocate dal Caos a Zingarello - sulla base delle indicazioni dell'amministrazione comunale - le torri di vigilanza. In totale gli operatori impegnati, giornalmente, saranno quattro: due per turno per stazioni di sorveglianza, per un totale di 12 assistenti bagnanti di cui uno con funzione di coordinatore. Tutto il personale che svolgerà la funzione di assistente bagnante dovrà, naturalmente, essere munito del brevetto. Il servizio dovrà essere prestato con qualsiasi condizioni meteorologica e anche se non dovessero esservi bagnanti presenti. I bagnini dovranno rigorosamente restare sempre in postazione e dovranno garantire il primo soccorso in caso di incidenti, infortuni sia in mare che a terra. Lo scorso anno il servizio di monitoraggio, vigilanza e salvataggio dei bagnanti in difficoltà partì - sempre sugli arenili che vanno dalla zona del Caos a contrada Zingarello, passando naturalmente da San Leone, - all'inizio del mese di agosto. Nel 2016, invece,  addirittura il 12 agosto. Quest'anno l'amministrazione comunale si è mobilitata, pensandoci per tempo, per fare in modo di rispettare la legge, garantendo il salvataggio e la vigilanza delle spiagge libere. E lo sta facendo nonostante i problemi economici. Difficoltà  che, in merito a questo servizio, sonocausate anche dall'assenza di fondi da parte della Regione e dell'ormai ex Provincia regionale. La legge regionale, istitutiva del servizio, prevede normalmente un tempo minimo di 60 giorni. Ad Agrigento, il servizio durerà, invece, 26 giorni. E questo proprio per la mancanza dei soldi. La spesa per il servizio, in linea teorica, dovrebbe essere così ripartita: un terzo a carico della Regione, un terzo a carico dell'ex Provincia regionale ed un terzo a carico di palazzo dei Giganti. (*CR*)

Risoluto.it

Scaduto il mandato dei sei commissari straordinari dei Liberi Consorzi Comunali, ex province senza guida

E' scaduto lo scorso trenta giugno il mandato dei sei commissari straordinari dei Liberi Consorzi Comunali che erano stati nominati dal presidente della Regione Nello Musumeci lo scorso 30 gennaio. Nessuna proroga è stata infatti, notificata agli attuali commissari. L'Ars, lo  corso aprile, ha approvato il disegno di legge che fissa in una data compresa nel periodo tra il 15 ottobre e il 15 dicembre di quest'anno la data delle elezioni per il nuovo presidente e i consiglieri provinciali. Il rinvio era stato deciso dalla opportunità di attendere la decisione  della Corte Costituzionale sulla legittimità dell'elezione diretta per Liberi Consorzi di Comuni e Città Metropolitane. Proprio ieri la Consulta ha discusso il ricorso presentato dalla Regione siciliana contro l'impugnativa del governo nazionale sull'elezione diretta degli organi.

LIVESICILIA
Regione EX PROVINCE, PARLA GRASSO: "ASSICUREREMO GLI STIPENDI"
Bernadette grasso, ex province, ex province sicilia, sicilia L'assessore alle Autonomie locali: "Dialogo con il governo nazionale". PALERMO - "Il governo è consapevole che sono necessari 220 milioni di euro per il funzionamento delle ex Province per tutto il 2018 e in fase di assestamento di bilancio provvederà a impegnare ulteriori risorse per assicurare gli stipendi ai lavoratori". Lo ha detto l'assessore regionale alle Autonomie locali, Bernardette Grasso, che ha incontrato i sindacati. "Il governo Musumeci - ha aggiunto - sta avviando un dialogo con il governo nazionale per rivedere l'accordo sottoscritto dall'ex governo Crocetta che prevedeva la riduzione della spesa sul personale, finanziata con il taglio del personale delle ex Province e il finanziamento degli enti, esclusivamente con fondi del bilancio della Regione". "Chiederemo il trasferimento delle risorse nazionali e l'abolizione del prelievo forzoso, come accade per tutte le città metropolitane nel resto d'Italia - ha concluso - La Corte Costituzionale, in questi giorni dovrebbe pronunciarsi sulla legge regionale, dopo quella data, il governo provvederà al trasferimento di nuove funzioni e risorse".
AGRIGENTOWEB
LO SBARCO AMERICANO IN PROVINCIA DI AGRIGENTO IN UNA MOSTRA NEL CHIOSCO DELL'URP Il 10 luglio 1943 le truppe dalla VII Armata Americana, al comando del Generale George Patton sbarcavano a Licata dando il via alla "Operazione Husky" che condusse alla progressiva liberazione della Sicilia e poi a quella dell'intero Paese. Nel 75.mo anniversario di quegli avvenimenti, il settore Beni Culturali del Libero Consorzio Comunale di Agrigento ex "Provincia Regionale", in collaborazione con il Comune di Agrigento, ha allestito nei locali del chiosco del Piazzale Aldo Moro, in cui è ubicato il punto informativo dell'Ufficio Relazioni con il Pubblico, una mostra in cui sono esposte una cinquantina di foto d'epoca, in bianco e nero, realizzate dai reporter al seguito della Us Army. Le foto che fanno parte del patrimonio documentale e storico dell'Ente, immortalano le truppe americane durante le operazioni di sbarco a Licata, di liberazione e bonifica dell'intero territorio agrigentino. Tra gli scatti d'epoca è possibile ammirare, tra l'altro, i marines che sfilano ad Agrigento al Viale della Vittoria devastato dai bombardamenti, l'ex Caserma Crispi di Agrigento divorata dalle fiamme, il saccheggio della caserma di Agrigento. Inoltre alcuni scatti immortalano i carri armati, i mezzi anfibi e le truppe americane che sfilano a Licata, Sciacca, Naro, Canicattì e Porto Empedocle accolti dalla popolazione. L'evento espositivo è visionabile durante l'intera giornata, in quanto è stata allestita dietro le vetrine del chiosco in modo da consentire sia ai cittadini che ai visitatori italiani e stranieri una piena fruibilità dell'evento. La mostra resterà allestita per una settima.
SICILIA24H
SCADUTO IL MANDATO DEI SEI COMMISSARI DI ALTRETTANTE PROVINCE La fallimentare riforma delle Province in Sicilia produce ancora effetti deleteri se non disastrosi. Infatti, lo scorso 30 giugno è scaduto il mandato dei sei commissari di altrettante Province nominati dal presidente della Regione Nello Musumeci lo scorso 30 gennaio. Ebbene, quattro giorni dopo la scadenza, alle stesse sei Province non è stato ancora notificato alcun decreto di proroga degli attuali commissari o nuove nomine. L'Assemblea Regionale lo scorso aprile ha approvato il disegno di legge che fissa in una data compresa nel periodo tra il 15 ottobre e il 15 dicembre di quest'anno la data delle elezioni per il nuovo presidente e i consiglieri provinciali. Il rinvio è stato deciso dalla opportunità di attendere la decisione della Corte Costituzionale sulla legittimità dell'elezione diretta per Liberi Consorzi di Comuni e Città Metropolitane. Appena ieri la Corte Costituzionale ha discusso il ricorso presentato dalla Regione siciliana contro l'impugnativa del governo nazionale sull'elezione diretta degli organi.
LA SICILIA
PROVINCE CI SONO 220MLN «II governo è consapevole che sono necessari 220 milioni di euro per il funzionamento delle ex Province per tutto il 2018 e in fase di assestamento di bilancio provvederà a impegnare ulteriori risorse per assicurare gli stipendi ai lavoratori». Lo ha detto l'assessore regionale alle Autonomie locali, Bernardette Grasso, che ha incontrato i sindacati. «Chiederemo il trasferimento delle risorse nazionali e l'abolizione del prelievo forzoso, come accade per tutte le città metropolitane nel resto d'Italia - ha concluso - La Corte Costituzionale, in questi giorni dovrebbe pronunciarsi sulla legge regionale, dopo quella data, il governo provvederà al trasferimento di nuove funzioni e risorse».
IL MIGLIORAMENTO DEL METEO AUMENTERA LE PRESENZE SUGLI ARENILI Spiagge libere ancora senza bagnini g.c.) L'attivazione del servizio di vigilanza e sicurezza sulle spiagge libere del litorale licatese non può essere rimandato. L'ultimo rischio è stato corso martedì mattina quando - a causa delle pessime condizioni del mare - un bagnante in difficoltà è stato tratto in salvo a Marianello, la più vicina delle spiagge cittadine. Complice il mare mosso, l'uomo ha avuto non poche difficoltà a rientrare ed è stato necessario l'intervento di un bagnino in servizio presso uno dei lidi privati della spiaggia per evitare guai peggiori. Episodio che riporta in primissimo piano la necessità di attivare nel più breve tempo possibile un servizio di primaria importanza per quanto concerne la balneazione. Finora lungo i ventiquattro chilometri della costa licatese non si è ancora registrato il pienone a causa delle variabili condizioni meteorologiche, ma il rapido miglioramento del tempo atteso da qui a breve vedrà la conseguente crescita delle presenze sugli arenili sabbiosi. A livello di Enti però - quanto meno in forma uffìciale tutto tace. La Regione non ha dato alcuna risposta così come il Libero Consorzio di Agrigento che nelle scorse settimane aveva risposto picche anche per quanto concerne il servizio di pulizia delle spiagge libere, demandando tutto al Comune. Da Palazzo di Città la richiesta era partita ma c'è da scommettere che mancheranno in fondi e pertanto dovrà provvedere il Comune. Bisognerà però farlo in fretta perché la stagione estiva è ormai nell'imminenza di entrare nel vivo e l'opera dei bagnini sulle torrette di avvistamento è di fondamentale importanza per garantire la sicurezza di quanti decidono di fare il bagno. L'impressione è che si arriverà nuovamente alla seconda metà di Luglio prima di predisporre gli atti necessari per permettere al servizio di decollare durante i Illesi più caldi dell'anno, in cui le spiagge licatesi sono maggiormente affollate.
ACQUA. La priorità nell'agenda programmatica dell'Amministrazione è la prevenzione dal rischio allagamenti. "SI METTA A REGIME IL DEPURATORE" Monito del Comune a "Girgenti": " In caso contrario ricorreremo all'Autorità Nazionale". GIUSEPPE CELLURA Il Comune farà valere le sue ragioni in materia di risorse idriche. I segnali del cambio di impostazione sono diversi e sono stati chiari fin dal primo giorno. Uno su tutti, la nomina ad esperto di Tony Licata, da anni impegnato in prima linea sul fronte del corretto funzionamento del depuratore di contrada Ripellino e in generale dei servizio idrico integrato. A rimarcare la volontà di Palazzo di Città di pretendere un corretto funzionamento del sistema, una nota diffusa dall'amministrazione comunale in seguito all'incontro avuto con i responsabili di Girgenti Acque. In primo piano - va da sé - ci finisce l'impianto di depurazione nei pressi della foce del fiume Salso, vero e proprio tallone d'Achille sotto vari aspetti e ancora sotto sequestro dopo i sigilli apposti su disposizione della Magistratura agrigentina nel febbraio 2016. "Ispezioneremo e pretenderemo dal gestore unico - si legge nella nota dell'Esecutivo - la messa a regime del depuratore dei reflui, con una conduzione che ne garantisca il funzionamento secondo i parametri previsti sia a livello contrattuale che legale". Il monitoraggio sarà costante e - in caso di mancate risposte - il Comune è intenzionato a rivolgersi agli enti intermedi posti più in alto. "Continueremo a sollecitare il Gestore Unico, tramite Ati - continua il documento della Giunta - a completare e realizzare i lavori a suo tempo previsti dal Piano d'Ambito. In caso contrario ricorreremo all'Autorità Nazionale sulla quale ricade la competenza di intervenire nel caso di inadempienze da parte di Ati o Gestori Unici". Come si ricorderà; sul"terziario"c'è in corso un contenzioso giudiziario tra il Consorzio degli agricoltori Cora e l'Ati idrico relativamente all'utilizzo dei reflui depurati per finalità irrigue. L'amministrazione rende quindi noti - nel dettaglio - i punti trattati durante il vertice con il gestore unico del servizio idrico integrato in provincia di Agrigento. "Siamo vigili sulle 'disattenzioni ambientali' verificatesi e sulle quali intendiamo coinvolgere gli organi preposti, comunichiamo ai cittadini l'ordine del giorno dell'incontro avvenuto con l'Ente gestore acqua: malfunzionamento delle stazioni di sollevamento, in particolare di quelle che, in occasione di piogge abbondanti, contaminano le acque dei canali e aggravano gli allagamenti; insufficienza della rete idrica e disfunzione fognarie; chiarimenti in merito alle inefficienze del sistema refluo della zona Fondachello; restituzione somme di rimborso deposito cauzionale, richiesta di relazione tecniche (scritte) sui punti sopraesposti". Alla luce dei recentissimi allagamenti, in vista della stagione invernale questa sembra essere la priorità nell'agenda programmatica per scongiurare il ripresentarsi dei disagi per i tanti residenti nelle zone deboli a livello di impianti fognari, Fondachello-Playa su tutti.


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