Livesicilia.it
"Sui rifiuti tireremo diritto
Ex
Province, voto a novembre"
Di Salvo Toscano
Nello
Musumeci nel suo studio di Palazzo d'Orleans prepara gli impegni
della giornata.
Lo attendono a San Cataldo, nel Nisseno. Si festeggia l'anniversario
di un quartiere. "Mi hanno invitato, vado volentieri - dice il
presidente della Regione -. Bisogna ricominciare dalle periferie. È
facile pensare al centro-cartolina ma oltre al salotto della città
ci sono aree che avvertono un senso di abbandono. Il Signore diceva
nel Discorso della Montagna, il più grande comizio mai tenuto, che
bisogna partire dagli ultimi". Di cose da cui partire, in
effetti, il governo ne ha a bizzeffe. Soprattutto sul fronte dello
stimolo all'azione legislativa del Parlamento, che per mesi è stato
impelagato in una lunghissima sessione di bilancio. Ora è il tempo
delle riforme, dice il governatore, che auspica convergenze in Aula,
annuncia di volere "tirare diritto" sui rifiuti, denuncia
un attacco "predatorio" all'autonomia e in merito a un
possibile ingresso in giunta dei leghisti risponde in sostanza che
questo potrà avvenire se cambieranno i rapporti di forza a Sala
d'Ercole.
Presidente,
subito dopo la pausa estiva il governo...
"Pausa
estiva per chi la farà".
Perché,
non farà un po' di vacanze?
"Solo
tre giorni a cavallo di Ferragosto: 14, 15 e 16".
Che
farà?
"Andrò
nella mia campagna, poco distante da Militello, per accudire i cani,
gli agrumi e i fichi d'India, bisogna irrigarli con cura. Starò un
po' di tempo con le mie nipotine. Poi la sera andrò a Militello,
dove incontro i miei compagni di scuola, quasi tutti nonni, e insieme
faremo 'a calata ru viale', dove da ragazzi andavamo sperando di
incrociare lo sguardo complice di qualche nostra coetanea. Una
bibita, una pizza e poi di notte il giro per i quartieri storici.
Sono giornate brevi ma intense. D'altronde non sarei sereno ad
allontanarmi dalla Sicilia".
Ecco,
dicevamo, dopo la pausa estiva il governo dovrà provare a colmare un
gap: quello tra l'attività amministrativa, su cui avete proceduto
abbastanza spediti, e quello invece sul fronte dell'attività
legislativa, dove, anche per l'assenza di maggioranza, si è andati
più piano, non trova?
"Il
governo si è dato un calendario che obbedisce a un metodo di lavoro.
Tra parentesi, non dimentichi che il mio metodo è stato felicemente
sperimentato alla guida della provincia etnea. Il
calendario annunciato con le dichiarazioni programmatiche il 9
gennaio scorso prevedeva che dopo la sessione finanziaria avremmo
aperto la stagione delle riforme. Abbiamo mantenuto
l'impegno".
Diciamo
che la sessione di bilancio si è protratta per un bel pezzo per via
del collegato...
"Io
parlo del calendario che si è dato il governo. Oggi in Parlamento si
trovano tre disegni di legge del governo: uno sui rifiuti, uno sulla
pesca e uno sul diritto allo studio. Quello sui rifiuti è già in
commissione. Credo che non manchi il lavoro al Parlamento".
E
l'attitudine del Parlamento ad affrontare questa stagione di riforme
c'è?
"Questa
è una domanda che non va rivolta a me. Poi, l'attività
amministrativa non si ferma. Abbiamo predisposto bandi per centinaia
di milioni con fondi extraregionali. Stiamo accelerando sulla spesa
comunitaria ferma dal 2014-2017. Abbiamo recuperato alcune opere
pubbliche ferme da anni. Abbiamo stanziato 102 milioni per interventi
contro il dissesto idrogeologico e l'erosione delle coste in appena
sei mesi".
State
anche affrontando l'emergenza dei rifiuti. Come procede?
"Seguiamo
il cronoprogramma che ci siamo dati in Aula. Siamo intervenuti sulla
vasca di Bellolampo, che è l'unico provvedimento su cui sono stato
nominato commissario, ricordiamolo ai colleghi. sono commissario solo
per l'area del Palermitano che rischia il collasso".
Sul
tema dei rifiuti ci sono delle tensioni tra voi e i sindaci.
"Per
questo basta leggere la sentenza del Tar di ieri (l'altroieri per chi
legge, ndr), che dice senza mezzi termini che la Regione ha il
diritto di chiedere il rispetto delle norme di legge. Il magistrato
parla di 'forti e articolate motivazioni dell'ordinanza impugnata'. E
il magistrato dice di non sospendere i sindaci, perché lascia che su
questo decida l'organo collegiale. Però dice anche 'tu, Regione,
senza rimuovere i sindaci, sostituisciti a loro e manda la parte
eccedente dei rifiuti fuori come ci chiede il governo
nazionale'".
Questo
però comporta un aggravio di costi e alla fine pagano i
cittadini.
"E
sapranno chi dovranno ringraziare. In Sicilia ci sono 250 comuni che
superano il 30% della raccolta differenziata. Poi ne rimangono 140.
Ma quelli che vanificano ogni sforzo sono le tre grandi città. Noi
tireremo diritto. Questa terra non può morire affogata tra i
rifiuti. E sono contento che il Tar abbia dato piena legittimità
all'impostazione che ci siamo dati".
A
proposito di stalli. La Corte costituzionale ha bocciato l'elezione
diretta dei vertici delle Province. Mi pare che lei abbia lasciato
intendere che ritiene questa una decisione politica, è così?
"Sì,
lo dico con assoluta serenità. La Corte Costituzionale è stata
quasi costretta ad assumere questa posizione...".
Costretta
da chi?
"Nel
momento in cui la Regione Siciliana poteva, non ha impugnato la legge
Delrio, osannata dalla maggioranza d'aula. Quella legge è un
oltraggio".
All'autonomia?
"Alla
democrazia! Quattro milioni di siciliani non andranno a votare per le
province".
Voteranno
i loro rappresentanti. Li hanno eletti loro.
"Ma
non eleggeranno direttamente i loro rappresentanti nelle
Province".
Sì,
presidente, ma intanto qua a forza di fare e rifare leggi di riforma
sulle ex Province, i commissariamenti vanno avanti da quanto, cinque
anni?
"Dal
salotto di Giletti".
E
quando finiranno questi commissariamenti?
"Ho
deciso: entro l'autunno le nove province avranno comunque una guida,
purtroppo non scelta dal popolo".
State
predisponendo il provvedimento per fissare le date delle elezioni di
secondo livello?
"Sì.
La riforma voluta dal centro-sinistra ha portato alla paralisi degli
enti intermedi. Basta guardare alla situazione in cui si trovano le
strade provinciali e l'edilizia scolastica".
Quali
saranno le date per queste elezioni?
"Penso
entro la prima metà di novembre. Ma chiedo: una democrazia senza
cittadini, che democrazia è? E i risultati sono sotto gli occhi di
tutti. Così fare il presidente della Provincia diventerà un
dopolavoro per i sindaci".
Le
province restano al centro della sua idea di riforma dei
rifiuti?
"Attenzione,
per i rifiuti gestiscono sempre i Comuni ma l'ambito sarà
provinciale. Cioè ci sarà una dicarica in ogni provincia. E non ci
saranno più autocompattatori che andranno da nord a sud e da est a
ovest in Sicilia".
Qual
è lo stato di salute della sua coalizione?
"Ottimo.
Credo che i fatti più recenti lo abbiano dimostrato: c'è stata una
salda tenuta del centrodestra".
Parla
delle amministrative?
"No,
mi riferivo all'aula dell'Ars. Ma anche alle amministrative, dove il
centrodestra, quando è stato unito, ha portato a casa risultati
significativi".
Lei
non ama l'idea di cambiamenti nella maggioranza. Ma non sarebbe utile
in questa fase allargarla per sbloccare il cammino
dell'Ars?
"Parliamo
di ribaltoni? Sono stato eletto col centro-destra e difenderò
l'identità della mia coalizione fino all'ultimo giorno. È ovvio che
ogni confluenza non può che essere salutata con
piacere".
Confluenza
di singoli parlamentari o di partiti?
"Non
credo di partiti. Ma sia chiaro, io invoco queste confluenze su
singoli atti parlamentari. Ho lanciato tanti appelli alle forze
rappresentate in Parlamento".
Sui
grillini ha fatto poca presa. Le chiedono di mollare Forza Italia o
di mandare via Armao...
"Non
ho mai chiesto ai grillini di entrare nella coalizione di governo, né
loro hanno interesse a farlo. In alcune iniziative legislative con i
grillini e anche con il Pd possiamo confrontarci. A differenza loro,
noi abbiamo la certezza del dubbio sui singoli atti, nel senso che
non abbiamo mai la presunzione di dire che le nostre proposte sono
intoccabili".
Ma
la Lega potrà entrare nel suo governo, dove al momento non ha
rappresentanti?
"La
Lega è partito di coalizione da sempre. È socio fondatore del
centrodestra in Italia. Come in ogni democrazia il governo fotografa
una geografia parlamentare: se questa dovesse cambiare cambierebbe
anche la composizione del governo".
A
proposito di Lega. Lei è un uomo di destra. A Roma c'è un governo
che qualcuno ha definito il più a destra della storia repubblicana.
Come valuta lei le uscite del ministro dell'Interno Salvini?
"A
cosa si riferisce?".
Ad
esempio alla chiusura dei porti, all'atteggiamento verso l'Unione
europea ma anche a un certo linguaggio, la "pacchia" degli
immigrati o la "crociera" dei barconi, che mi sembra un po'
lontano dal suo.
"Io
non sono del partito di Salvini. E quindi è normale che si parlino
due linguaggi diversi. Nella sostanza condividiamo l'idea che del
fenomeno migratorio non possa e non debba farsi carico soltanto
l'Italia. Non è la geografia che decide chi ha il dovere
dell'accoglienza ma è la responsabilità di una Unione Europea che
mostra tutto il proprio cinismo, il proprio egoismo e la propria
ipocrisia su questo tema".
Sì,
ma sul fatto che l'Italia non vada lasciata sola mi pare che sono
tutti d'accordo, lo diceva pure il Pd quando governava...
"E
quindi il problema è solo di linguaggio? Questo governo regionale è
d'accordo sul fatto che bisogna porre fine a ogni speculazione sulla
pelle di questi nostri fratelli sventurati. Il governo è d'accordo
sul fatto che bisogna distinguere tra chi scappa dalla guerra e
rischia la vita e la sorte di un immigrato in cerca di una vita
migliore. L'Europa deve intervenire nel continente africano impedendo
che quei giovani lascino le proprie terre, impoverendole ancora di
più. Mi sembrano concetti di buon senso che non ha inventato
Salvini. Sulla strada statale che porta al mio paese, ogni giorno
decine di ragazze di colore attendono che il cliente si fermi con
l'auto sotto il sole cocente e col rigore dell'inverno, ma non ho mai
visto un solo manifestante esprimere loro solidarietà. È questa la
sorte che vogliamo riservare ai migranti economici?".
Lo
sa che dopo che è stato a Pontida si parla di un suo possibile
avvicinamento alla Lega.
"Ho
risposto a un gentile invito. Non è che si mi invita l'arcivescovo e
ci vado significa che mi sto facendo prete".
Raffaele
Lombardo ci ha detto qualche giorno fa che
lei può essere il federatore dei sicilianisti. Che
ne dice?
"Io
non sono sicilianista, sono autonomista. Sono per la sicilianità,
diceva Pippo Tricoli, l'orgoglio dell'appartenenza senza
necessariamente sentirsi sempre migliori né sempre vittime. Una cosa
è difendere le prerogative dello Statuto da presidente della
Regione, altra cosa è organizzare un movimento che si proponga la
tutela dell'Autonomia regionale. Ma la domanda che mi pongo io è
questa: ma siamo davvero convinti che la maggioranza del Parlamento
siciliano sia autonomista?".
Le
sembra di no?
"Qualche
dubbio mi viene dopo il recepimento della legge Delrio e dopo le
ultime dichiarazioni delle opposizioni. E poi c'è la seconda
domanda: ma siamo sicuri che la maggioranza del popolo siciliano
voglia continuare a vivere in una regione a statuto speciale? Io ho
il diritto di sapere se in questa battaglia contro il centralismo
predatore sono accompagnato dalla volontà delle forze politiche, di
tutte le forze politiche, e della maggioranza dei siciliani. Lo
scopriremo assai presto".
Si
riferisce alla possibilità di un referendum sull'autonomia?
"Quella
della consultazione è una possibilità. Prima vediamo cosa diranno i
partiti in Aula".
Agrigentonotizie.it
Non
hanno fornito chiarimenti sui bilanci 2017, commissari per 29
Comuni
Avrebbero
dovuto fornire chiarimenti sull'approvazione del bilancio consuntivo
2017 entro fine aprile scorso. In realtà, in molti casi, non hanno
nemmeno iniziato le procedure per la trattazione dello strumento
finanziario.
Così,
per una trentina di Comuni della provincia di Agrigento, alcuni
ancora alle prese con i consuntivi del 2016 arrivano i commissari ad
acta per il rendiconto dell'anno scorso.
I
provvedimenti, che su base regionale riguardano decine di comuni in
tutta l'Isola, sono stati firmati dall'assessorato regionale agli
Enti locali individuando tutti i municipi che, sebbene ufficialmente
intimati, non abbiano provveduto ad inviare alla Regione Siciliana
gli atti comprovanti l'adozione dello strumento finanziario. In
sintesi: nel lungo, lunghissimo, elenco realizzato potrebbero
rientrare anche Enti che in realtà hanno approvato lo strumento, ma
semplicemente non lo hanno comunicato. Per questo i commissari,
avranno in una prima fase l'onere di verificare questo specifico
aspetto e, solo successivamente, insediarsi.
Non
hanno fornito chiarimenti sui bilanci 2017, commissari per 29
Comuni
Stando
all'elenco dell'Assessorato, i commissari sono stati nominati per i
Comuni di Agrigento, Bivona, Cammarata, Campobello di Licata,
Canicattì, Castrofilippo, Cattolica Eraclea, Cianciana, Comitini,
Grotte, Lampedusa e Linosa, Licata, Menfi, Montallegro, Montevago,
Palma di Montechiaro, Racalmuto, Raffadali, Ravanusa, Realmonte,
Ribera, Sambuca di Sicilia, San Giovanni Gemini, Santa Elisabetta,
Santa Margherita di Belice, Santo Stefano Quisquina, Sciacca e
Siculiana."